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Autore: sissir7    09/02/2018    0 recensioni
Questa storia è ambientata in un AU dove Jimin è tutt'altro che umano e Tae è un ragazzo che ama la vita e che non ha paura di andare incontro al suo destino, anche se significa rinunciare a tutto quello che ha. Dolore, spensieratezza, paura, amore, bellezza sono i cardini della loro storia che rovescerà ogni certezza e porterà alla consapevolezza che amor vincit omnia, anche attraverso la morte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati quattro mesi da quando Tae abitava da Jungkook e giorno dopo giorno si sentiva grato per avere uno come lui ma sentiva che
doveva riprendere a vivere la sua vita, staccarsi dalle apprensioni di Kookie, come lui lo chiamava affettuosamente, e ritornare a lavorare,
ad avere responsabilità.
Ricominciare.
Dalla notte dell’attacco di panico l’amico lo aveva costretto a dormire con lui ed effettivamente fu un bene non essere più solo in quelle ore in cui il mondo sembra solo orribile e sbagliato.
Tae era stretto nelle braccia di Jungkook che aveva l’abitudine di abbracciare un cuscino mentre dormiva ma ora il cuscino era stato
sostituito dal corpo di Tae che per non svegliarlo decise di aspettare il suo risveglio.
Aveva la schiena contro il petto dell’amico e il suo respiro sul collo. I loro corpi aderivano e quel tepore era piacevolissimo.
Tae sorrise.
Poco dopo le braccia di Kookie si mossero e lasciarono la presa.
Sbadigliò e aprì gli occhi.
Realizzò che era avvinghiato a Tae e si scusò subito.
“Oddio, lo sai che devo tenere un cuscino da stringere, potevi darmene uno come le altre volte.”
Così dicendo, si buttò sul suo lato del letto portandosi le braccia al volto per coprire un imbarazzo che non pensava potesse provare nei confronti del suo qausi fratello.
“Tranquillo, è stato piacevole essere abbracciato da te per qualche ora.”
Rispose Tae divertito e bello come il sole.
Si guardarono per qualche secondo e il silenzio che cadde fu strano.
Tae non rideva più, ma era serio e guardava profondamente gli occhi dell’amico.
“Io…”
Il cuore di Jungkook batteva all’impazzata.
Poi Tae continuò.
“…pensavo di riprendere gli studi fra qualche mese.”  
“Oh.”
Fu tutto quello che rispose.
Si tirò su e si mise seduto.
Il sole caldo di fine aprile entrava dalla grande finestra e anche se era una giornata bellissima che infondeva buon umore, Jungkook si sentì preoccupatissimo dopo quell’affermazione.
“E’ una cosa bellissima, davvero, ma è anche una decisione importante e non capisco cosa ti abbia fatto cambiare idea. Tu odi studiare.”
Tae non si aspettava quell’avversione da parte dell’amico e rimase con la bocca aperta, un po' abbattuto.
“Tae, non voglio dire che non saresti capace, sei un ragazzo intelligente ma tutto il contesto, la pressione…  Sono passati solo quattro mesi.”
“Io lo so, okay? Lo so che l’università non è mai stata il mio scopo ma voglio provarci. Voglio rendere orgogliosi i miei genitori che voleva che continuassi gli studi.”
“Ma se lo fai per questo sarà ancora più complicato.”
“Non diventerò un manager o un medico come avrebbero voluto i miei ma...”
“E allora cos’è che farai? Ogni corso di studi ha le sue difficoltà. Io studio economia ed è un incubo.”
“Letteratura e filosofia.”
Jungkook per poco non cadeva dal letto.
“C-cosa?”
“Hai sentito.”
“Ma…”
Non continuò con l’elenco delle mille difficoltà che avrebbe potuto incontrare perché vide per la prima volta nella sua vita una determinazione
negli occhi dell’amico che non gli uscivano parole per fermare quella decisione.
Tae fece spallucce.
“Voglio provarci. Ho passato giorni ad informarmi sui corsi e sui programmi d’esame e sento che studiare queste cose può spronarmi a
diventare chi veramente voglio essere.”
“Wow Tae.”
"Non fare quella faccia sorpresa! Non sono immaturo come pensi!”


Gli lanciò il cuscino in faccia e iniziarono a ridere e a giocare come due bambini.
A un certo punto, Jungkook gli prese i polsi ed essendo parecchio più forte di lui, lo costrinse a stendersi sul letto.
Gli si mise sopra a cavalcioni e gli stringeva ancora  i polsi sopra la testa.
Tae non riusciva a liberarsi dalla presa e ridevano come matti.
Con il fiatone diceva che si arrendeva ma Kookie non lo lasciava.
Guardò Tae che gli sorrideva.
“Che c’è? Ho qualcosa in faccia?”
Chiese Tae, che non sapeva quante volte l’amico li aveva immaginati in quella situazione mentre faceva ben altro che giocare.
“No, non hai nulla.”
Tae non sapeva che pensare.
Guardava quelle labbra piccole ma sensuali a pochi centimetri da lui ed era così confuso.
La presa ai suoi polsi era ancora forte e i muscoli dell’amico sopra di lui erano contratti e in bella vista dato che dormiva senza maglietta.
La tensione tra di loro era qualcosa di nuovo per entrambi che non avevano mai avuto una relazione romantica con qualcuno e quindi essere così fisicamente vicini  gli dava sensazioni incredibili.
“Jungkook…”
“Quando mi chiami con il mio nome completo di solito le cose si fanno serie.”
E così dicendo, si allontanò e si alzò velocemente perché se fosse rimasto anche solo un secondo di più…
“Niente di serio.”
Disse Tae, quasi come deluso da quello che non era successo.
“Volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto e che stai facendo per me.”
Jungkook era di spalle e quella schiena nuda e definita lo fece sospirare fin quando non fu coperta da una t-shirt nera.
“Non devi dirlo neanche.”
Gli rivolse un sorriso e gli disse che lo aspettava di là per la colazione.


Mangiarono con calma ed entrambi diedero poca importanza a quello che era successo poco prima anche perché per la società in
cui vivevano e per il modo in cui erano cresciuti quello che avevano provato era un tabù e una possibilità non contemplata nella vita di un uomo. C’erano delle dovute eccezioni ma la maggior parte degli ambienti era così: tradizionalista.
Eppure, loro erano semplicemente loro stessi mentre provavano quell’emozione, quell’eccitazione e potevano giurare che non c’era nulla
di strano o di sbagliato.
Era stato tutto così naturale e sincero.
“Pagherai gli studi con i soldi che i tuoi hanno messo da parte, giusto?”
“Sì, farò così. Loro li avevano conservati proprio per mandarmi all’università ed anche io ho qualcosa da parte.”
Tae asciugò e sistemò i piatti che Jungkook aveva lavato.
“Puoi comunque rimanere qui, lo sai.”
“Sì, sì lo so e non me ne andrò fin quando non trovo un appartamento, tranquillo.”
Gli fece l’occhiolino e Jungkook si sciolse sorridendo come un idiota.
Non poteva perdere tutto quello.
Tutti e due non potevano perdere quell’amicizia così sincera, spontanea e profonda costruita su una fiducia rarissima.
Qualsiasi cosa fosse successa tra loro due quella mattina nel letto doveva rimanere un ricordo per lasciare spazio a un rapporto
diverso ma troppo importante per rinunciarci.
Così, entrambi sapevano che non sarebbero mai andati oltre ma sapevano anche che avrebbero sempre potuto godersi le dolcezze e le attenzioni che continuavano a darsi.
   
 
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