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Autore: Elenie87    09/02/2018    11 recensioni
Raccolta di Flash/One shot su momenti speciali tra i personaggi.
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1- In quell'istante nel presente. (Questa storia partecipa alla challenge "Notte di Tanabata" a cura di Fanwriter.it) Inuyasha e Kagome: pensieri sul loro futuro incerto attanagliano i loro cuori, ma complice una leggenda riusciranno a fare della loro disperazione una speranza per il domani.
2- Novilunio. Il primo bacio tra Kagome e Inuyasha in forma umana.
3- La bellezza della Morte. La morte di Inu No Taisho e l'incontro con qualcuno che lui non avrebbe mai pensato di vedere.
4- Cadere giù. La desolazione che prova Inuyasha nel momento in cui, da demone completo, ritorna mezzo demone.
5- Ellaboro. Una vigilia di Natale sotto la neve ed un Inuyasha impacciato che darà a Kagome un regalo speciale.
6- Ovinque ci porterà. Contrariamente alla trama originaria, Kagura non si dissolve e Sesshomaru la riporta in vita usando Tenseiga. I due si rincontreranno dopo la morte del demone ragno, e in quell'occasione Kagura, deciderà di giocarsi il tutto per tutto.
7- Ciliegio. Un breve e dolce momento tra un Inuyasha pensieroso e una Kagome incinta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Fanfiction scritta per il contest Special February indetto dal gruppo Takahashi fanfiction Italia".


Trama: Contrariamente alla trama originaria, Kagura non si dissolve e Sesshomaru la riporta in vita usando Tenseiga. La giovane, comunque stanca e debilitata, viene portata al sicuro dal demone, il quale però, deve abbandonarla momentaneamente in quanto la battaglia finale contro Naraku incombe. I due si rincontreranno dopo la morte del demone ragno, e in quell'occasione Kagura, deciderà di giocarsi il tutto per tutto.




 
OVUNQUE CI PORTERA'



-Se..ssho..maru- balbettò con gli occhi sgranati per lo stupore. La figura del demone si ergeva innanzi a lei, che stremata e tremante sulle ginocchia, si stava dissolvendo a causa del miasma di Naraku.

Forse la morte mi sta giocando uno strano scherzo.

- Ti ho trovata seguendo l'odore di sangue e di miasma- asserì calmo e composto, probabilmente incurante delle sue ferite.
Un sorriso triste comparve sul viso di Kagura e il suo corpo si accasciò un poco, come sconfitto dalla consapevolezza.
-Ah, certo. Eri sulle tracce di Naraku. Chissà che delusione… incontrare me- concluse in un bisbiglio, fissando i meravigliosi fiori bianchi e illibati che riempivano il prato su cui era accasciata. Una purezza così in contrasto con la nebbia corrotta e putrida che usciva dal suo petto.

Sesshomaru la osservò a lungo, poi le sue labbra, spinte da qualcosa che non si seppe spiegare, proferirono parole.
-Sapevo che avrei trovato te-

Kagura annaspò in silenzio. Se avesse avuto un cuore, probabilmente l'avrebbe sentito pompare veloce, ricco di emozioni che non le erano state mai concesse di provare.
-Capisco- si limitò a dire, tenendo china la testa, incapace di guardarlo negli occhi.

Sei venuto qui… pur sapendolo?

Una nuvola di miasma più densa iniziò a uscire dal corpo della demone e Sesshomaru assottigliò lo sguardo.
-Stai andando via?- chiese.
-Sì. Basta così- rispose lei stancamente. Non c'era più, in fondo, un motivo per continuare una battaglia persa.
Naraku aveva vinto, le aveva tolto tutto: la libertà, la sua anima, le aveva letteralmente rubato il cuore. Ma la speranza. Quella l'aveva custodita gelosamente per sé, incapace di farla svanire.
Si erse dritta, lentamente, socchiudendo gli occhi, avendo coscienza delle ultime forze che l'abbandonavano.

Alla fine… ti ho rivisto, pensò, incrociando un' ultima volta le iridi dorate e confortanti del principe dei demoni.
Fu con quel pensiero che chiuse le palpebre, abbandonandosi alla morte, felice, sorridendo.

È così che ci si sente, dunque… quando si ha di fronte l'amore?


Le dita di Sesshomaru tremarono sull'elsa di Tenseiga nell'istante in cui Kagura sorrise, lasciandosi andare all'oscurità.
Nessuna gli aveva mai rivolto uno sguardo simile, nemmeno sua madre. Sapeva bene cosa significava e ancora una volta il suo corpo agì senza preavviso.
Tenseiga venne sfoderata e rapido colpì il corpo della demone che si stava dissolvendo.
Funzionerà?, si chiese, con una strana nota di impazienza.

Tutto parve arrestarsi. Il miasma, dacché fuoriusciva copioso, lentamente scomparve e la donna crollò a terra priva di energie.
Restò per interminabili momenti a osservare Kagura esamine e infine le si avvicinò, inginocchiandosi al suo fianco.
La demone respirava normalmente, senza affanno; il corpo portava ancora i segni di Naraku seppur non vi fosse più traccia di infezione.

È viva, constatò con uno stato d'animo che avrebbe osato definire in uno strano subbuglio.
Tenseiga aveva interrotto il passaggio al regno dei morti, tuttavia le ferite ci avrebbero messo tempo a guarire.
Gli occhi dorati scrutarono il volto di Kagura, aspettandosi quasi di vedere un sorriso comparire sulle sue labbra.
Assottigliò lo sguardo, infastidito da tali inopportuni pensieri.
Dunque, perché l'aveva fatto? Per pietà? Cosa l'avevo spinto a salvarla?

Forse era l'influenza di Rin a spingerlo a tali gesti altruistici, pensò prendendo tra le braccia Kagura; poi si issò in volo. Per quanto fosse irritante ammetterlo, la bambina aveva mosso dei lati nel suo animo che non erano affatto ammirevoli per un demone nella sua posizione.
Per uno come me.
Tuttavia, non era quello il momento per riflettere su tali argomentazioni.
Doveva trovarle un posto sicuro. Lui non poteva prendersi cura di Kagura, adesso: una battaglia lo attendeva.
Istintivamente la strinse più saldamente.
Era una battaglia che non poteva permettersi di perdere.



Riaprì gli occhi scarlatti, e ciò che vide fu una strana penombra avvolgerla.

Dove mi trovo? E' l'al di là?, pensò guardandosi attorno, udendo il cinguettio degli uccellini e il fruscio del vento abbattersi contro le pareti di quello strano luogo.

Era così bizzarro. Percepiva il suo corpo, le sue membra.
Sgranò gli occhi.

Il mio cuore.

Si issò seduta di colpo, portandosi una mano al petto, le palpebre sbarrate in una muta domanda.

Come..?

-Signor Sesshomaru, signor Sesshomaru! Kagura si è svegliata!-
Voltò la testa e solo allora si rese conto di essere in una piccola grotta, dalla quale apertura filtrava la luce del sole.
-Questa voce..- bisbigliò. Apparteneva alla bambina a seguito del demone. E lei l'aveva appena chiamato.
Deglutì, stringendo forte la presa sulla veste, sempre lì, all'altezza del cuore che pompava nel suo petto.
Lo udì avvicinarsi grazie al suo profumo portato nel vento, e infine comparve alla soglia della grotta.
Quando i loro sguardi si incontrarono, la mano scivolò a peso morto sul suo grembo, perdendo completamente ogni forza.
-Tu..- sussurrò, mentre una lacrima candida si permise di far capolino tra le ciglia.
-Ce ne hai messo di tempo- le disse avvicinandosi.
Kagura lo osservò ancora, incapace di parlare. Aveva così tante domande che le vorticavano nella mente, ed era così confusa… e felice.
-Come hai fatto a…- balbettò con voce rauca.
-Io non ho fatto nulla. È stata Tenseiga- la interruppe immediatamente scocciato, dandole le spalle.
La demone sbatté le palpebre, basita da quelle parole.

Lui ha usato la spada per.. salvare me… me?

Perché?, si chiese istintivamente. Perché il principe dei demoni si era disturbato a tanto? Non la odiava? Non la trovava una ripugnante emanazione del nemico?
Il nemico.
Sussultò.
-Dov' è Naraku?-domandò con un moto di stizza.
Sesshomaru voltò il capo e con un ghigno soddisfatto pronunciò quelle parole che Kagura attendeva da tutta la vita.
-E' morto-
La demone sbiancò.
Naraku è morto?
La bocca si aprì per la sorpresa.
Libera. Sono davvero libera?
Un angolo delle labbra si arcuò e a stento trattenne una risata prepotente che le salì in gola.
-Bene- commentò, infine, semplicemente, sopprimendo ogni impulso di gioia.

Sapevo ne saresti stato capace.

Sesshomaru continuò a fissarla.
-Sei libera, adesso- commentò, poi le diede le spalle facendo per allontanarsi, ma lei lo fermò, alzandosi lesta in piedi.
-Aspetta!- disse, mordendosi un labbro con frustrazione.
Santi Dèi, e ora che gli avrebbe detto?
Lui si fermò e restò lì, in attesa.
-Grazie. Per avermi salvato- aggiunse, salvo poi insultarsi mentalmente.

Non era ciò che volevi dire, stupida. Non tutto, almeno.

-Mmh- mugugnò lo youkai voltandosi a osservarla, ed in quell'attimo gli occhi dorati del demone si spalancarono, seppur per un solo frangente: Kagura sorrideva, nascondendo gli occhi dietro la frangia nera, mentre i lunghi capelli sciolti si muovevano liberi nella brezza del pomeriggio. Le sue gote erano rosse, accaldate e col suo fine udito poté udire il battito accelerato del cuore della signora del vento.

Fragile.
Così era lei in quell'istante. Non la spavalda e indomita demone che aveva tradito il suo padre e padrone, ma una donna fragile e insicura, che chiedeva qualcosa che lui non sapeva se sarebbe mai riuscito a dargli.

-Ti darei molto disturbo se… - iniziò Kagura, sottovoce, in un bisbiglio quasi inudibile. Poi alzò lo sguardo, coraggiosamente, incontrando l'oro liquido.
-… restassi con te?- concluse.
Il vento parve avvolgerla, abbracciarla, rassicurarla delle sue paure.
-Oh, dite di sì, Signor Sesshomaru!- intervenne Rin, che sin ora era rimasta appartata con Jaken a gustarsi la scena, ben nascosta per non disturbare.
-Mio padrone- intervenne il piccolo demone tossicchiando -non so se sia il caso. Abbiamo già Rin a cui badare e voi sapete quanto sia petulante e quante attenzioni richieda. Inoltre, lei potrebbe essersi fatta dei nemici essendo la figlia di Naraku, e-
-Jaken- lo interruppe Sesshomaru con voce atona. -Sta' zitto-
Il Kappa abbassò il capo sconfitto.
Jaken 0 - Rin 1. Di nuovo.
Ma perché finiva sempre così?

Kagura osservò il gruppo in silenzio, in attesa del verdetto. Ed ecco lui spostare gli occhi sul suo viso.
Ancora una volta sentì il cuore battere, battere forte, e lentamente portò la mano lì, dove percepiva quel lieve tremore nel petto.
-Se è questo ciò che vuoi- si limitò a dire Sesshomaru, senza lasciar tradire alcuna emozione.
Il respiro le si mozzò in gola mentre una strana rugiada prese ad annebbiarle la vista.
Aveva il permesso.
È così che ci si sente, dunque… quando si può stare con chi si ama?, pensò, annegando in quel sentimento.
-Vieni!- disse Rin, saltellandole intorno. La bambina le afferrò la mano, iniziando a trascinarla e, proprio dove le loro mani si univano, Kagura iniziò a sentire uno strano calore.
-Do.. dove andiamo?- chiese, confusa dall'irruenza della cucciola di essere umano.
Rin si fermò e la guardò radiosa, tanto che la demone si trovò ad arrossire.
-Io non lo so mica! Ovunque il Signor Sesshomaru ci porterà!- dichiarò con un sorriso a illuminarle il volto.
Kagura restò un istante in silenzio, sbigottita, poi sorrise anch'ella.
-Hai ragione. Ovunque ci porterà- ripeté chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni il profumo del vento.







NOTE AUTORE

Ebbene, eccoci qua a partecipare a questo strano contest!
Non ho molto da dire, mi sono cimentata in qualcosa di strano. In fondo, tutto questo, è amore ma non è amore, avvolto da una strana malinconia.
Spero di essere riuscita a trasmettere i sentimenti di entrambi, ho lavorato sulla introspezione di Kagura e non so se il mio intento è andato a buon fine.
Se vi va, lasciatemi un commentino con cosa ne pensate, consigli, suggerimenti!
Buon San Valentino e Carnevale a tutti!
Manu
  
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