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Autore: tsukuyomi_    10/02/2018    3 recensioni
|| NaruHina | Raccolta di 100 capitoli | Presenza di AU ||
Estratto:
{ Capitolo 1: Il biondo mosse il capo in continuazione, su e giù, come a voler spingere la ragazza a continuare nella sua spiegazione, ad illuminare in tal modo la sua oscura incertezza. « ... pungi » terminò, con un angolo delle labbra alzato verso l'alto in un'espressione titubante.
Capitolo 3: " Naruto... hai un semino, proprio qui ".
Capitolo 7: Appoggiò la fronte sulla sua, cercando di comprendere il motivo per cui le guance della ragazza fossero così vermiglie.
Capitolo 20: Lei era bella, bella e delicata, come un meraviglioso fiore. }
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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NOTE AUTRICE : Dal momento che non mi smentisco mai, ecco il quattordicesimo capitolo postato giusto giusto prima delle due di notte. 
Dopo aver pulito in giornata la cucina da cima a fondo - come la povera Hinata qualche capitolo precedente -, e dopo aver fatto scendere tutti i santi con l'ascensore per la prematura dipartita delle mie cuffie, avevo bisogno di buttarmi nel fluff per resistere alla voglia di sbattere la testa contro il muro, insomma. :' 
Spero che il capitolo possa essere di vostro gradimento, of course! E che siano IC, ma ne dubito fortemente. :' 

Misaki. 

P.S. : "Kaa–chan" e "Tou–chan" stanno rispettivamente a significare "Mamma" e "Papà". 
"Naruhodo", invece, in Giapponese, significa: "Capisco".

 
 
PERSONAGGI: Naruto Uzumaki, Hinata Hyuga, Boruto Uzumaki
RATING: Verde 
GENERE: Fluff, Generale, Slice of Life ]




 



 
«Naruto–kun?» lo richiamò dolcemente Hinata, spuntando nella loro camera da letto con la scaltrezza ed il silenzio di un felino. La corvina sorrise appena notando il marito seduto sul letto a leggere nuovamente il libro del suo maestro, Jiraiya–sama; si notava anche ad un miglio di distanza quanto quel libro, per il biondino, fosse fondamentalmente importante. 
L'Uzumaki alzò lentamente lo sguardo dalla pagina, come se non avesse alcuna intenzione di separarsene, per poi puntare quello stesso sguardo — più addolcito quando andò a posarsi sulla moglie — sulla sua adorata, innocente Hinata. «Mh?», rispose, sapendo benissimo che quella non poteva in alcun modo venir considerata una risposta da nessuna persona, e che come minimo chiunque gli avrebbe tirato un pugno in testa senza pensarci due volte. 
«Boruto–chan si è appena svegliato» iniziò, avvicinandosi di qualche passo. «Mi ha chiesto se puoi portarlo a fare un giro per il villaggio», terminò, ancora sorridente. 
«Un giro?» chiese lui in risposta, aggrottando le fini sopracciglia chiare. «... per il villaggio?». 
La donna annuì, sedendosi poco dopo accanto a lui sul letto. «So che sei appena tornato da una missione, ma se non te la senti vado a dirgli che sarà per un'altra volta» continuò la giovane, come a voler mettere in considerazione agli occhi del marito una seconda opzione, magari che gli andasse più a genio. 
«No, tranquilla, Hina–chan» disse, inarcando un angolo delle labbra. «Non lo vedo da due giorni, quando sono arrivato a casa dormiva, quindi... trovo la sua idea perfetta» acconsentì lui, facendo leva sulle gambe per alzarsi. «Vado a farmi una doccia, sto morendo di caldo, 'ttbayo!» esclamò, ridacchiando. Prima di allontanarsi verso al bagno, però, l'Uzumaki lasciò un bacio sulla fronte di Hinata e, raggiunta la porta, continuò: «Che ne dici di vestirlo, nel mentre? Usiamo questa uscita per fare anche delle compere, che ne dici?», per poi sparire nel bagno con la velocità di un fulmine. 



«Tou–chan!» cinguettò la vocina acuta del figlio, comparendo in un ammasso di capelli biondi sotto al suo naso; il piccolo cinse una gamba del padre tra le piccole braccia, ridacchiando gioioso. 
«Boruto!» esclamò Naruto, prendendo la palla al balzo per prendere in braccio il figlio e abbracciarlo, assuefatto dalle sue risate infantili e deliziose per ogni suo senso. 
Hinata, a qualche passo dai due, sorrise. «Ohi,ohi, Boruto–chan... piano, ok? Naruto–kun è appena tornato da una missione». 
«Tou–chan! Kaa–chan!» richiamò i genitori il piccolo di casa, puntando lo sguardo prima sul padre e poi sulla madre. «Andiamo?».
«Hai, hai» pronunciarono i due, mentre Naruto lasciava a terra il piccolo Boruto, che svelto scomparve fuori dalla loro casa. «Boruto! Piano!», continuarono, dovendo muoversi per raggiungere quella peste. 


«Ci veniamo anche domani? Tou–chan! Kaa–chan! Ci veniamo? Eh? Eh?» continuò a domandare Boruto, osservando dal basso della sua grande altezza i genitori con gli occhietti che pregavano letteralmente ogni senso dei due shinobi, i quali ridacchiarono per la continua richiesta del loro primogenito. 
«Domani Naruto–kun deve aiutare Kakashi–sama» disse Hinata, girando lievemente il capo e piegandolo appena verso il basso per potere vedere in viso il suo bambino. «Si vedrà domani, va bene, Boruto?».
«Io voglio andarci con papà!» si lamentò il bambino, assottigliando lo sguardo e stringendo le labbra in un'adorabile smorfia senza precedenti. 
«Vedrò di chiedere a Kakashi–sensei di lasciarmi uscire prima, che ne pensi, Boruto?» chiese gentilmente Naruto, appoggiando la mano destra ( con l'intento di scompigliarli i capelli ) sulla testa bionda del figlio  — tratto che aveva ereditato da lui e da suo padre Minato —, libera dalla borsa piena zeppa di cibo comprato pochi attimi prima. 
Il bambino annuì, per poi mettersi a correre come un pazzo in avanti, allontanandosi dal padre e dalla madre. 
Hinata sospirò, sorridendo. 
«Sei troppo gentile, Naruto...» lo rimproverò gentilmente la giovane donna, guardando il marito con la coda dell'occhio. «Puoi anche dirgli a volte di no, sai? Nessuno ti ucciderà se lo farai. Sei tu il genitore, se hai da fare...». 
Ma Naruto scosse il capo, sorprendendo alquanto la moglie. «Voglio passare più tempo possibile con Boruto, Hinata. La vita degli shinobi è relativamente breve, e anche se siamo in tempo di pace, un nuovo nemico può sempre arrivare e, magari, quello sarà il momento in cui ci lascerò davvero le penne.», spiegò, calmo, alzando lo sguardo sulla monte degli Hokage. «Non ho avuto l'occasione di passare del tempo con i miei, di genitori... perciò, be'... non voglio far passare la stessa cosa a lui. Voglio che abbia dei ricordi di noi, Hina–chan.
E poi sono sicuro che se le cose fossero andate in modo diverso, anni fa, alla mia nascita, avrei stressato allo stesso modo mio padre» spiego, lasciandosi andare in una breve e sentita risata al pensiero del padre accontentare ogni suo volere, per il proprio desiderio di vedere il figlio sorridere. 
Hinata annuì, guardando a sua volta la montagna dei Kage. «...Naruhodo», sussurrò. 


«Tou–chan, Kaa–chan!» cinguettò il piccolo, arrivando nuovamente al loro capezzale. «Potete rifare quello che avete fatto nel parco fino a casa?» chiese estasiato, con un sorriso a trentadue denti stampato dulle labbra rosee. 
Hinata e Naruto si scambiarono un rapido sguardo, prima di annuire contemporaneamente; così, i due, afferrarono l'una una mano e l'altro l'altra del figlio. «Tre... due...» contò Naruto, stringendo la mano del figlio, pronto a far leva sui muscoli del braccio per alzarlo verso l'alto, a toccare il cielo. 
«... uno!» terminò la Uzumaki. 
Ed i due, in sincro, alzarono il figlio palesemente divertito da quel continuo su e giù. 




 
   
 
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