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Autore: Neko    11/02/2018    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34

Le acque di Emma si erano rotte. Quanto affermato dall’essere incappucciato si stava avverando. La bambina voleva nascere indipendentemente se fosse pronta o meno.

Emma si sentiva mancare l’aria dall’ansia che provava. Non poteva partorire. Non in quel momento e soprattutto non in quel luogo. Non voleva mettere al mondo un altro figlio in prigione, soprattutto in una dove non vi erano dottori e pulizia. Se per qualche ragione la bambina dovesse essere risparmiata, sarebbero state le infezioni o freddo prese nel nascere in quel posto freddo e umido, perché Emma non aveva niente con cui lavarla e coprirla. Inoltre avrebbe dovuto partorire da sola, senza nessuna assistenza, se  non quella che gli poteva fornire Gold, ma soprattutto avrebbe partorito senza Killian. Niente di quella gravidanza era stata normale e si domandava come aveva potuto illudersi che il parto lo sarebbe stato.

Un urlo le sfuggì quando una forte contrazione la colse.

“No, no, no, no, no. Questo non può succedere. Non ora per favore!” pianse Emma.

“Non so praticamente nulla di parti, ma una cosa è certa, quando le acque si rompono, non si può più aspettare. Il bambino deve nascere!” disse Gold per niente contento di come si stava mettendo la situazione e soprattutto del ruolo che avrebbe probabilmente ricoperto.

“Un bambino ci impiega ore a nascere. Dobbiamo trovare il modo di uscire e andare in ospedale!” disse Emma supplichevole.

“Non c’è modo di uscire da qui. Ho provato di tutto, credimi! Disse Gold.

“Non hai usato la magia. Forse con un qualche incantesimo possiamo riuscire!” disse Emma alzandosi con non poco sforzo e tenendosi il ventre.

“Non credo che sia cosi facile, salvatrice!” Emma provò, usando ogni sorta di incantesimo che le veniva in mente, ma la porta sembrava respingere qualsiasi sua magia.

Emma si lasciò cadere in ginocchio, battendo i pugni sulla porta disperatamente. Gold sospirò. Le dispiaceva per la salvatrice e avrebbe davvero voluto aiutarla. Le si avvicinò e afferrandola delicatamente cercò di sollevarla.

“Vieni cara. Rimettiti a letto. Devi cercare di stare il più calma possibile. Agitarsi ora potrebbe solo peggiorare le cose per te e per tua figlia!” Le disse, sebbene mentre pronunciava quelle parole, pensava che erano sciocche da dire. Come poteva la donna stare tranquilla in una situazione del genere. Infatti Emma lo guardò storto mentre si sdraiava sul letto. Gold prese il suo cuscino e glielo sistemò dietro la schiena.

“Fai respiri profondi Emma!”

Ma Emma invece di respirare in modo regolare, singhiozzava e accarezzava la pancia dicendo più volte che le dispiaceva, parlando alla sua bambina.

Le contrazioni erano lontane l’una dall’altra e Gold poté affermare che ci sarebbe voluto un po’ e sperò vivamente in un miracolo.

Non seppe dire quanto tempo era passato, ma sembrava un’eternità. Emma urlava per il dolore e per l’ennesima volta chiamando Killian, mentre stringeva fortemente la fodera del materasso.

L’essere incappucciato aprì la porta e vi entrò dentro. Emma cercò di farsi più piccola contro il muro. Aveva paura e il nemico non poteva essere deliziato dal terrore che leggeva negli occhi della donna.

“Le contrazioni stanno diventando sempre più ravvicinate. Credo che presto ti dovrai preparare a spingere salvatrice!” le disse sogghignando.

“No!” disse con voce tremante la donna. Strizzando gli occhi quando una fitta di dolore la colse.

“è la natura salvatrice, volente o nolente, il tuo corpo agirà in modo tale da far nascere tua figlia. Niente potrà tardare quello che voi chiamate lieto evento. Arrenditi al destino. Tra poco sarete entrambe morte e i tuoi poteri saranno miei. Ma non preoccuparti, non rimarrai sola a lungo. Una volta acquisita la tua magia, distruggerò questa città e tutti i suoi abitanti!” disse, per poi ridere a squarcia gola, ma il suo sorriso si bloccò quando un portale si aprì nel bel mezzo della stanza e due persone si manifestarono.

“Emma!”

Killian!” urlò la donna vedendolo, ma l'uomo, per quanto volesse correre da lei, vedendo l’essere incappucciato, estrasse la sua spada.

“Oh guarda chi c’è! La regina cattiva e capitano uncino!” a quanto pare volete morire prima del previsto!” disse e con un gesto della mano chiuse il portale dal quale erano arrivati, l’unico loro modo per uscire “Siete stati fortunati a trovarci. Nessuno avrebbe potuto entrare in questo luogo, nemmeno con quelli!” disse indicando l’acchiappasogni in mano a Regina “ci siete riusciti grazie a un attimo di distrazione. Ho lasciato la porta aperta e questo ha permesso alla magia di Emma di sentire la sua padrona! Vorrà dire che passerete gli ultimi istanti della vostra vita insieme. Anche in questo siete fortunati direi! Goditi la nascita di tua figlia pirata!” disse infine l’essere incappucciato, uscendo e chiudendo la porta dietro di sé.

“Emma!” disse nuovamente Killian, affiancando la moglie. Era tremendamente preoccupato vedendo l’aspetto della donna. Sudata e rossa in viso e spaventata a morte.

“Cosa ti ha fatto quel bastardo?” disse l’uomo accarezzando le la testa.

“Non le ha fatto niente fisicamente, ma questa situazione ha scatenato un parto prematuro!” disse Gold, prima che Emma lo coprì con la sua voce.

Regina fece un passo in avanti preoccupata “Cosa? È troppo presto!”

“Dobbiamo uscire da qui!” disse Killian agitato.

“Dubito che saremo in grado di farcela. Hai sentito quello che ha detto quell’essere? Se quella porta è chiusa la magia non funziona!” disse Regina.

“Dobbiamo tentare Regina!” disse Killian sentendo crescere l’ansia.

Killian!” chiamò Emma tra i respiri. L’uomo si abbassò alla sua altezza e le afferrò la mano “Regina ha ragione, non c’è modo!” disse, per poi stringere con forza la mano dell’uomo che cercò di resistere nel gemere, pensando a quanto dolore stesse provando la moglie.

“Le contrazioni sono vicinissime. Dovrà partorire qui!” disse Gold, scatenando un ulteriore pianto in Emma e terrore in Killian.

“Immagino che nessuno di noi abbia mai fatto nascere un bambino!” disse Regina.

“Tu sei una donna , dovresti sapere cosa fare!” disse Gold.

“Ti ricordo che non posso avere figli e quindi non ho la più pallida idea di cosa si faccia. E i film visti dubito che possano tornare utili!” disse la donna spaventata all’idea di sbagliare qualcosa e danneggiare la bambina. Guardò Emma che la guardava spaventata e quando la vide di nuovo gemere e tendersi in avanti, comprese che la donna sentisse la necessità di spingere e si arrese.

“D’accordo. Killian  tu mettiti dietro di Emma e falla appoggiare su di te in modo tale che sia in posizione più eretta. Gold…allontanati e passami la mia giacca appena mi vedi tirare fuori la bambina!” Ordinò la donna, togliendosi la giacchetta nera del suo tailleur.

Abbassò i pantaloni premaman di Emma e la posizionò in modo tale da poter agevolare il più possibile il parto.

“Bene Emma, sembra che ci siamo. Se senti la necessità di spingere, spingi!” disse Regina.

Emma alla successiva contrazione fece quello che Regina le aveva detto, riprendendo fiato tra una contrazione e l’altra.

“Stai andando alla grande amore!” disse Killian, baciando la testa della salvatrice.

“Ancora Emma, riesco a vedete la testa!” disse Regina.

Emma scosse la testa freneticamente dicendo “Non posso…io…non ce la faccio!”

“Si che puoi farcela love. Ancora poco e avremo la nostra bambina non noi!” disse Killian cercando di farle forza, ma Emma scosse la testa nuovamente.

“Lo so che fa male Emma, ma così prolungherai tutto!” disse Regina guardando la donna.

“La ucciderà. Quando sarà nata…lei…lei…” cominciò, ma all’ennesima contrazione urlò, cercando con tutta se stessa di non spingere.

“Emma, non potete stare così. La bambina deve nascere o morirà comunque. Una volta nata faremo l’impossibile per proteggerla, te lo prometto.” Disse Regina.

“Quel demone non farà assolutamente niente alla nostra piccola. Coraggio love!” disse Killian, incoraggiandola.

Emma li guardò entrambi. Sapeva che non avrebbero potuto contrastare quell’essere, ma era loro grata. Inoltre sapeva che avevano ragione. Non poteva più aspettare. Il suo corpo si stava ribellando.

“Sei pronta?” chiese Regina.

Emma annuì e all’ennesima contrazione si piegò in avanti con l’aiuto di Killian e spinse più che poteva. Il suo urlò fu più forte dei precedenti, dopo di chè si accasciò tra le braccia di Killian, respirando affannosamente.

“Eccola qui!” disse Regina, poggiando la bambina nella sua giacca, che Gold le avvicinò.

Qualcosa però non andava. La bambina non piangeva.

“Regina…perché…perché non piange?” chiese agitata Emma, mentre sentiva Killian che le stringeva la mani, la paura che provava lei in quel momento era la stessa che ora stava provando suo marito.

Regina non le rispose. Sapeva che a quel punto i medici avrebbero provveduto a liberarle le vie aeree e fatto qualsiasi cosa per permettere alla piccola di respirare, ma lei non aveva mezzi e cercò nei meandri della sua mente qualche ricordo  per rianimare i bambini, in quanto si era informata nel caso a Henry fosse andato qualcosa di traverso o si fosse sentito male. Non ricordava la procedura, ma si ricordava che doveva essere delicata per evitare di rompere le ossa al bambino. Allora la prese in modo tale che il petto della bimba poggiasse sul palmo della sua mano e strofinò dei cerchi sulla schiena e le diede dei leggeri colpetti per farle sputare il liquido amniotico nel caso le fosse finito nei polmoni o per il semplice fatto di farle capire che era nata e ora poteva e doveva respirare. Sta di fatto che quella piccola manovra fatta a caso, senza sapere bene come agire, funzionò e la sua vocina squillante si fece sentire.

Killian e Emma sorrisero al suono della sua voce e poterono tirare un sospiro di sollievo. Regina tagliò il cordone ombelicale con delle forbicine che aveva sempre dietro con sé nella sua borsetta. Dopodiché con un enorme sorriso, consegnò la bambina alla madre che stendeva le braccia verso di lei, impaziente di conoscere la sua piccola.

Emma la strinse a sé e spostò leggermente la giacca usata come coperta, per poterle vedere il viso. Si sorprese di quanto fosse piccina, suo fratello alla nascita era decisamente più grande, ma lui aveva avuto altri due mesi per crescere.

“Ciao piccolina!” disse, per poi rivolgersi a Killian “guarda chi abbiamo messo al mondo!”

“è perfetta love!” disse per poi rivolgersi alla figlia “ehi principessa, benvenuta al mondo!” disse con un tono di voce che esprimeva tutto il suo amore.

“Si, benvenuta e congratulazioni ai nostri neo genitori!” disse l’essere incappucciato, facendo nuovamente la sua comparsa in camera, questa volta ricordandosi di chiudere la porta, e teletrasportando la bambina tra le sue braccia.

 

  
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