Crossover
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Autore: Najade    14/02/2018    1 recensioni
Spronata dal contest "La corsa delle Drabble&Flashfic" di AleDic, questa sarà una raccolta di flashfic disomogenea.
Supernatural: II, IV, VIII
Sherlock BBC: V, VI, VII
Marvel: III
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Film, Telefilm
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nickname sul forum e su EFP: Najade
Fandom: Supernatural
Personaggi: altro personaggio (Sam e Dean Winchester)
Numero Parole: 378 secondo Utelio

Si prosegue con la raccolta partecipante al contest La corsa delle Drabble&Flashfic indetto da AleDic sul forum di EFP. Lo scopo è quello di pubblicare più drabble/flashfic possibili (su uno o più fandom) entro e non oltre il 02.06.18.
Si torna al fandom di Supernatural sebbene non in maniera proprio "standard": per una volta ho voluto provare con un punto di vista leggermente diverso. Spero di esserci riuscita q_q
Buona lettura!


Spalancò gli occhi nel buio, immobile, le orecchie tese allo spasimo, ma non riuscì a cogliere alcunché. Il cuore accelerò la sua corsa mentre le dita arpionavano le lenzuola che sua mamma gli aveva appena rimboccato, chiudendo poi la porta dietro di sé senza lasciare neanche uno spiraglio di luce a cui aggrapparsi.
Le aveva chiesto di controllare minuziosamente ogni nascondiglio, ogni angolo cieco, persino nell’armadio o sotto il letto: non c’era nessuno.
Eppure il petto divampò brutalmente mentre la gola si seccava e lui cercava con tutte le sue forze di non muovere neanche un muscolo.
Era una cosa stupida, pensò, e lui si stava comportando da vero fifone; cosa avrebbe detto suo padre se avesse saputo che il primogenito di cui andava così fiero e da cui si aspettava così tanto aveva paura del buio?
Non del buio. No.
Aveva imparato ad apprezzarlo, in un certo senso, a farselo alleato; sgusciava di ombra in ombra, come gli era stato insegnato.
Era ciò che l’oscurità poteva celare a tenerlo sveglio la notte; e nonostante sua mamma gli avesse detto e ridetto di non preoccuparsi, che ci sarebbe sempre stata lei a proteggerlo, il bambino sapeva la verità: la leggeva nella ruga di tensione che attraversava la fronte dei genitori quando credevano di essere soli; la percepiva nelle occhiate sfuggenti che i due lanciavano fuori dalla strada prima di chiudere il portone di casa a doppia mandata; gli era parsa l’unica spiegazione logica dietro i continui spostamenti a cui erano costretti sin da che avesse memoria. Di città in città, mai due volte nello stesso posto, mai per più di un paio di mesi.
Si era chiesto spesso il motivo, e spesso aveva invidiato gli altri bambini per la vita che conducevano. Priva di rischi e inquietudini. Ordinaria.
Lui d’altra parte doveva fare i conti con i moniti incessanti e l’infinità di regole che aveva dovuto imparare e seguire scrupolosamente: muoviti sempre con cautela e circospezione durante la caccia; non rivelare la tua identità in alcun caso; non lasciare tracce; uccidi solo se necessario.
L’unica cosa che ancora gli faceva mantenere i nervi saldi era la speranza che se avesse mantenuto una condotta simile, allora forse – con un po’ di fortuna – Dean e Sam Winchester non lo avrebbero braccato per ucciderlo come il mostro che era, o che credevano che fosse.
  
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