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Autore: Il corsaro nero    14/02/2018    1 recensioni
C'è un filo rosso che collega coloro che sono destinati ad incontrarsi, a prescindere dal tempo, luogo o circostanza.
Il filo può allungarsi, aggrovigliarsi ma non potrà mai spezzarsi.
Il filo, qualunque cosa accada, resterà sempre legato alle loro dita, nascosto ai loro occhi, fino a quando il destino li farà incontrare e innamorare.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bra, Puar, Yamcha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9: PER SEMPRE INSIEME


Vegeta camminava per le vie dell'immenso palazzo di sua moglie.

Era inquieto.

Terribilmente inquieto.

Erano mesi che non arrivava un messaggero con notizie di sua figlia.

Bulma gli diceva sempre di rilassarsi.

Bra stava benissimo e se le fosse successo qualcosa ci avrebbe pensato lei a difendersi da sola!

Dopotutto, aveva ereditato gran parte del suo carattere proprio da lui...

Eppure, Vegeta non riusciva a stare tranquillo.

Il pensiero che sua figlia fosse da sola, con la sua scorta, da qualche parte nelle grandi e pericolose quattro grandi isole del Giappone, non lo faceva stare tranquillo per niente.

Aveva detto a Bra che sarebbe stato meglio che l'accompagnasse ma lei aveva così tanto insistito che, alla fine, aveva ceduto.

Tanto era una partita persa con sua figlia...

Quello stress era identico a quello che lo prendeva quando pensava a quando Bra si sarebbe sposata.

Doveva solo provarci, quell'idiota di un pretendente, a chiedere la mano della sua principessa e lui l'avrebbe fatto a fettine con la sua katana.

Vegeta!” lo chiamò una voce melodiosa alle sue spalle, che lui conosceva bene.

Lui si girò e, guardando la donna con i lunghi capelli raccolti turchini, vestita con un kimono molto bello, domandò: “Cosa c'è, Bulma?” “Bra è tornata!” “Cosa?! E quando?!” “Cinque minuti fa. Quando era in Hokkaido dei banditi l'hanno assalita ma è riuscita a scappare ed tornata qui con l'aiuto di un Yamcha.” “E chi sarebbe?” “Un ricco signore che un tempo viveva qui a palazzo. Forse te lo ricordi, Vegeta, dato che se ne andò il giorno stesso in cui ci sposammo.”

Adesso ricordava dove aveva già sentito quello stupido nome.

Era lo stesso di quel babbeo che abitava alla corte di Bulma, quando lui era giunto per la prima volta a palazzo.

Si ricordava di lui.

Era quell'imbecille che guardava sempre con occhi sognanti Bulma.

Non l'aveva mai retto e, pertanto, era stato al settimo cielo quando, dopo il suo matrimonio, aveva deciso di togliere il disturbo.

Peccato che adesso era ritornato… con sua figlia, per giunta!

Peggio di così non poteva proprio andare…

Contento lui…” commentò, scocciato, Vegeta e, poi, aggiunse: “Dov’è Bra?” “Sono in giardino?” “Perché, ovviamente, ci sono anche Yamcha e Pual, il suo fedele servitore.” “Yamcha… è nel giardino… DEL MIO PALAZZO?! CHI L’HA FATTO ENTRARE?! “Io.” “Dovevi lasciarlo fuori!” “Vegeta, non è per niente educato sbattere la porta in faccia a una persona, senza contare che ha sfidato i pirati e una tempesta per riportarti tua figlia. Inoltre, doveva parlarti di una cosa molto importante.” “A me?” “No, a mio fratello. Mi ha detto che doveva parlarti di una cosa in privato molto importante e delicata.”

Vegeta inarcò un sopracciglio.

Cosa voleva dirgli quel cretino di così importante da volerlo vedere in privato?

Sentiva puzza di rogne…

Mentre si dirigeva verso il giardino, prese la sua katana personale.

Vegeta, ma cosa vuoi fare con quella katana? Non devi mica andare a combattere!” protestò la moglie ma il marito la zittì: “E lasciami in pace! Voglio solo fargli capire che con me non si scherza e che muoio dalla voglia di farlo a fettine!”

I due si diressero verso il giardino, per raggiungere i tre.

Vedendo Vegeta e, soprattutto, la sua katana, Yamcha domandò a Bra: “Scusa, ma è normale che tuo padre accolga gli ospiti con una katana?” “Veramente no… lo fa soltanto quando viene a farci visita Son Goku, la persona che odia di più in tutto il Giappone.” rivelò, preoccupata, la ragazza.

Yamcha fece un sorriso nervoso e sussurrò: “Cominciamo bene, allora…” “Yamcha, ti prego, rinuncia! Stanotte proverò a scappare…” “No, voglio che tuo padre non mi consideri un vigliacco! Lo affronterò e diventerai mia moglie! Fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia!”

Vegeta si mise davanti a Yamcha, con sempre una katana in mano e con un’aria adirata.

Se gli sguardi avessero potuto bruciare, di Yamcha non sarebbe rimasta che la polvere.

La situazione si stava facendo decisamente pericolosa… ma doveva farlo!

Lui amava Bra e l’avrebbe fatta diventare la sua principessa!

L’aveva promesso!

Fece un bel respiro e lo salutò: “Salve, Vegeta…” “Cosa vuoi?” tagliò corto lui.

Già dal tono era evidente che non lo poteva vedere…

Prese un bel respiro e cominciò: “Ecco, io ho trovato vostra figlia sperduta nei pressi del mio palazzo, in quanto era appena stata assalita dai banditi…” “Ma che scoperta! Visto che mia figlia è qui, puoi anche sloggiare!” lo interruppe Vegeta e Bulma, in contemporanea, gli pestò violentemente il piede.

Yamcha decise di andare aventi col suo discorso: “Ci sarebbe ancora una cosa di cui vorrei parlarvi…” “E allora dimmela, ma in fretta!” “Ecco… durante il viaggio, io e Bra abbiamo affrontato problemi di tutti i tipi e ci siamo un po’ conosciuti…” “Arriva al dunque, pidocchio!” “Ci siamo innamorati e volevamo chiederti il permesso di sposarci!”

Un silenzio di tomba, infranto solo dal rumore del vento, scese in giardino.

Alla fine, Vegeta riuscì a sibilare: “Vuoi sposare mia figlia?” “Sì.” “Normalmente ti avrei fatto a fettine con la mia katana ma visto che l'hai salvata, sarò generoso. Potrai sposarla solo se riuscirai a battermi a Kendo.” “D’accordo.” “Bene, ci vediamo tra mezz’ora in questo giardino.”

Mezz’ora dopo, i due contendenti si trovavano l’uno di fronte all’altro.

Il pubblico era composto da Bulma, Bra e Pual.

Tutti e tre speravano che Vegeta ci andasse piano…

Il duello cominciò e, già dai primi colpi, si capiva chi era in vantaggio.

Yamcha provava in tutti i modi a resistere all’attacco di Vegeta ma non c’era proprio niente da fare.

Vegeta era troppo abile per lui.

Dopotutto, aveva vissuto tutta la vita sui campi di battaglia…

Nel frattempo, Vegeta lo stava provocando a più non posso: “E’ tutto qui quello che sai fare? Speravi sul serio di battermi?! Dovresti arrenderti!” “Mai! Io… ho fatto una promessa!” “Hai fegato… francamente non me l’aspettavo da te… vorrà dire che non di taglierò tutti e quattro gli arti come avevo pensato…”

Yamcha provò e riprovò a tener testa alla katana di Vegeta ma, in cuor suo, sapeva che era inutile.

Ad un tratto, Vegeta gli disse: “Come puoi pretendere di proteggere mia figlia se non riesci nemmeno a proteggere te stesso?”

Yamcha, a quelle parole, lo fissò negli occhi e rispose: “Forse non sono forte quanto te, ma io amo veramente Bra e farei di tutto per non farla soffrire. La proteggerei a costo della mia stessa vita!”

Vegeta non disse niente.

Con un agile movimento di spada, lo disarmò.

Yamcha guardò la sua spada e Vegeta.

Era la fine...

Vegeta l'avrebbe ucciso...

Ma era felice perché sarebbe morto per amore di Bra...

Come prevedeva, la katana di Vegeta cominciò a dirigersi a tutta velocità verso la sua testa... fino a fermarsi a pochi centimetri.

Incredulo, Yamcha alzò lo sguardo e vide l'uomo guardarlo.

Se accadrà qualcosa a mia figlia, la mia katana finirà il percorso sulla tua testa.” l'avvisò, mentre la rimetteva a posto.

Yamcha era senza parole.

Riuscì a balbettare: “Quindi... io posso...” “Non farti strane idee! Tu non mi piaci per niente!E' solo che se tu crepassi mia figlia non sarebbe felice! Quindi ti do' il permesso di sposarla... ma se ti azzardi a toccare troppo mia figlia durante le notti ti faccio a pezzi!” gli rispose, Vegeta, guardandolo sott'occhio e allontanandosi.

Non preoccuparti, Yamcha.” disse una voce alle sue spalle “Vegeta fa sempre così. Ci penso io a tenerlo buono... non vedo l'ora di avere un nipotino...” “Quel giorno suonerà la mia ora, Bulma.” rispose, sorridendo, Yamcha, guardando serenamente la donna che per anni, lo aveva fatto soffrire d'amore.

YAMCHA!!!” gridò Bra, abbracciandolo “Oh, Yamcha! Per un attimo ho temuto che mio padre ti facesse fuori... non giocarmi mai più scherzi simili o ti giuro che ti ammazzo!” “Scusa, Bra...” “Ti perdono, a patto che tu mi baci:” “Con piacere principessa...”

I due, chiudendo gli occhi, avvicinarono le loro labbra lentamente e...

GONG GONG GONG

I due si allontanarono, rossi e imbarazzati, e tutti si voltarono per vedere chi li aveva interrotti in quel modo.

Vegeta, con un piccolo Gong in mano, li stava guardando in malo modo.

Bulma, non potendo sopportare che il marito avesse interrotto un momento così delicato tra la figlia e il suo amato, si avvicinò a Vegeta e si mise a guardarlo con uno sguardo spaventoso.

Non è colpa mia, Bulma... mi allontano un attimo e questi due ci provano...” tentò di difendersi il marito ma la moglie gli tirò via il bastone che aveva in mano e glielo tirò in testa.

Poi, prese il marito per un braccio e, mentre lo trascinava via, disse ai presenti: “Non preoccupatevi, mi occupo io di questo zuccone. Voi andate pure avanti.”

Non appena Bulma e Vegeta se ne furono andati, Bra e Yamcha tornarono a guardarsi negli occhi e, dopo un attimo di silenzio, si misero a baciarsi.

   
 
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