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Autore: Teo5Astor    14/02/2018    7 recensioni
Il momento di partire per un nuovo viaggio nel tempo si avvicina sempre di più per Mirai Trunks e Mirai Mai dopo la feroce battaglia contro Zamasu. Un nuovo mondo li attende, con tutti i dubbi e le paure che questo comporta. Il dolore causato dalla separazione dai propri cari e dall'impossibilità di fare ritorno nella propria terra d'origine ormai andata distrutta si mescola con la curiosità di scoprire come potrà essere la loro nuova vita. Nuove sfide, pericolosi nemici e il paradosso di essere gli unici sopravvissuti della propria linea temporale attendono i nostri eroi. In tutto questo, un'unica ma fondamentale certezza a cui aggrapparsi: quella di esserci l'uno per l'altra, sempre.
Nota dell'autore: ogni capitolo è narrato in prima persona seguendo il punto di vista di uno dei diversi personaggi della storia. Inoltre nel testo si nascondono alcune citazioni tratte da canzoni, in particolare di Raige.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darbula, Mai, Mirai!Mai, Mirai!Trunks, Trunks, Zamasu
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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1 – Time flyers

Ormai la macchina del tempo è quasi pronta. Seduto in giardino, osservo mia mamma caricare le ultime bombole di carburante e preparare le capsule all’interno dell’abitacolo con scorte di vestiti, viveri e quant’altro si possa immaginare. Mi mancherà molto mia madre quando sarò partito, o almeno, mi mancherà questa sua versione più giovane e allegra, ma non certo meno intelligente e coraggiosa di quella con cui sono cresciuto. Soprattutto sentirò la mancanza di mio padre Vegeta perché purtroppo non esiste una sua versione nel mondo verso il quale sono diretto, così come non potrò rivedere Goku e gli altri amici che vivono in quest’epoca. Quanto è stato bello passare insieme a mio padre questo periodo legato alla battaglia contro Zamasu e Black, così difficile e allo stesso tempo esaltante! È stato splendido allenarmi con lui, vedere quale livello sia stato in grado di raggiungere e migliorarmi così tanto anch’io grazie al suo esempio. Ma, soprattutto, è stato stupendo vedere come è cambiato rispetto al mio precedente viaggio in quest’epoca, come ha saputo smussare certi spigoli del suo carattere pur restando sempre coerente con sé stesso e con il suo orgoglio. Ho anche saputo che ai tempi dello scontro con Majin Bu è arrivato persino a sacrificare la sua vita pur di salvare le persone che amava. Sarà strano non rivedere più il me stesso bambino, quel “piccolo me” al quale mi ero ormai affezionato e che ormai considero un fratellino. E per quanto sia molto diverso da colui che è stato il mio maestro, mi mancherà molto anche Gohan. Mi piace vederlo così sereno con la sua famiglia e pensare che il destino, in fondo, può essere cambiato fino all’ultimo grazie alle nostre azioni.
Pensando a queste cose non mi rendo conto che davanti a me c’è qualcuno finché una mano stretta in un pugno mi colpisce sul petto, delicatamente ma non troppo. «La prossima volta che ci vediamo sai che potrei pensare di distruggerti?!» Sollevo lo sguardo e incrocio gli occhi azzurri di C18, mentre ride divertita e si riavvia i capelli biondissimi allontanandosi con sua figlia. Le sorrido timidamente, ma anche col cuore più leggero. Lei, tanto bella quanto spietata quando l’avevo conosciuta e poi distrutta nel mio mondo, è l’emblema che tutti possiamo farcela ad avere un futuro diverso, migliore, anche se qualcuno l’aveva progettato per noi incanalato in una certa direzione.

Ammetto che non mi dispiacerebbe stabilirmi qui per sempre. Del resto qui ho una famiglia al completo e tanti amici, inoltre questo mondo non ha dovuto soffrire come quello da cui sono partito io. Già, il mio mondo…non sono stato in grado di proteggerlo e alla fine è stato cancellato dal Sommo Zen’Oh. Non riesco a darmi pace per questo. Di quella vita mi resta solo Mai, e non è certo poco. Anzi, direi che è tutto. Quando durante la battaglia con Black temevo di averla persa è stato come precipitare in un abisso senza fine. Non voglio più pensarci. Siamo rimasti noi due senza un luogo, o meglio un tempo, verso il quale fare ritorno dopo questa guerra.
Il Signor Whis ci ha proposto due opzioni: restare in quest’epoca o trasferirci in un futuro che per forza di cose non può essere lo stesso dal quale siamo partiti e che è stato cancellato. In pratica, lui sarebbe in grado di prepararci un mondo simile dal punto di vista temporale al nostro ma che non debba affrontare la minaccia di Black per non rivivere un simile incubo. Il Signor Whis si è detto disposto a viaggiare personalmente nel tempo per mettere al corrente il sé stesso futuro degli intenti di Zamasu ed eliminare il problema. Per fare questo però, sarebbe necessaria la presenza di Lord Beerus e quindi bisognerebbe fare in modo che Kaiohshin non venga ucciso durante la battaglia per impedire il risveglio di Majin Bu. Sarà quindi questa la finestra temporale verso la quale dovremmo viaggiare, cioè torneremmo in un mondo più giovane di cinque anni rispetto a quello da cui siamo partiti e che ora è stato distrutto. Rivedremmo le persone che conoscevamo e anche mia madre sarebbe ancora viva, tutto sarebbe come nel periodo in cui avevo appena sconfitto Darbula e Babidi, solo con l’aggiunta di Kaiohshin e Lord Beerus ancora in vita.  Ovviamente incontrerei anche il me stesso di quell’epoca, il me stesso ventiduenne, e lo stesso vale per Mai.
Anche se alla fine abbiamo deciso di partire, continuo a chiedermi se questa sia davvero la scelta giusta o se non sia più sensato convivere con due sé stessi molto più piccoli di età come stiamo facendo in questo mondo. Non è facile gestire un simile paradosso. Mi domando se sarebbe davvero la stessa cosa rapportarsi con le persone a cui abbiamo voluto bene in quello che di fatto era un altro mondo, un’altra vita. Mai non sembra avere dubbi, lei vuole partire. Sinceramente la capisco. In questo presente non ha più nessuno, qui è tutto diverso. Lei ha perso tutto durante le devastazioni da parte di C17 e C18, ha trovato un rifugio e una famiglia nel gruppo di forze speciali che si è creato in quel periodo e che ha aiutato tante persone finché poi io sono riuscito a riportare la pace. È così che ci siamo conosciuti, grazie a quella guerra. Con il passare degli anni lei ha preso il comando di quel gruppo armato che mi ha sempre aiutato a garantire la sicurezza sulla Terra e che è stato successivamente il mio unico appoggio durante la feroce battaglia con Black. In questo mondo invece non è mai esistito nulla di tutto questo, probabilmente i vari amici di Mai hanno avuto storie totalmente diverse e forse anche più felici, proprio come è successo a Gohan. Per loro Mai è un’estranea qui, e lo stesso vale per me che invece venivo considerato una celebrità proprio da loro grazie ai miei poteri. Per me quello che conta è la felicità di Mai, l’unica che riesca davvero a scalfire la malinconia dalla quale non riesco a liberarmi. Mi è sembrato subito naturale appoggiarla in questa difficile decisione.

«Allora, siamo pronti?» Una voce dolce e una mano che mi accarezza i capelli mi riportano alla realtà, assorto com’ero nei miei pensieri non so neanche quanto tempo sia passato. Guardo Mai che mi sta porgendo la spada, la mia spada con cui sono riuscito a tagliare a metà la fusione tra Zamasu e Black avvolgendola col potere della Sfera Genkidama , un potere che non pensavo neanche di essere in grado di governare. Quei grandi scienziati di mia madre e mio nonno sono riusciti a ripararla attraverso un sofisticato processo rigenerativo visto che era messa proprio male dopo la battaglia. La verità è che non volevo separarmene perché ha un grosso valore affettivo per me avendomi accompagnato in tutti gli scontri che ho vinto e che mi hanno portato a fronteggiare nemici fortissimi. Come se non bastasse, si tratta di un regalo che mi era stato fatto quando ero un bambino da un eroe chiamato Tapion venuto da un pianeta lontano, Conuts. Tra l’altro, ma questo non l’ho mai detto a nessuno, credo sia anche un porta fortuna perché l’unico duello in cui non avrei potuto avere la meglio da solo l’ho affrontato con un’altra spada, la leggendaria Z Sword. Sto parlando della sfida contro Darbula, contro il quale alla fine ho avuto la meglio solo grazie all’aiuto decisivo di Kaiohshin che però ha pagato con la vita il suo intervento. Così come il Signor Kibith, un’altra vittima innocente di quella terribile giornata. In tutto questo la Z Sword venne pietrificata da Darbula e andò in frantumi, accrescendo ancora di più il mio legame con la spada donatami da Tapion.
«Certo, andiamo.» Le rispondo.

È il momento dei saluti adesso, e so già che mi farà male. Ho sempre odiato gli addii, mi fa soffrire pensare alla fine di qualcosa. Preferisco gli arrivederci, preferisco avere la speranza - quanto è importante per me e la mia vita la speranza! – che ci possa essere una continuazione, che ci si possa rivedere presto. Di sicuro so che non voglio attendere altri dieci anni per tornare in questo mondo e senz’altro non voglio aspettare che il mio prossimo viaggio sia reso necessario da un’altra tragedia. Non voglio più che sia un viaggio della Speranza, ma un viaggio della Gioia!
Prima di tutto ringrazio il Signor Whis, mentre Lord Beerus guardandomi in modo burbero dice: «Ehi Mirai, vedi di non battere le fiacca nel tuo nuovo mondo.» Per poi aggiungere con un ghigno malizioso: «Perché credo che prima o poi il futuro me avrà voglia di lottare un po’ con qualcuno che possa avere un livello di combattimento decente!» E infine, di nuovo con fare irritato: «E guai a te se ti metti ancora a gironzolare per il tempo, è severamente vietato!» A quel punto interviene mia mamma che abbracciandomi afferma: «Non dar retta a quel brontolone e torna presto, qui siete sempre i benvenuti. E magari la prossima volta mi farete conoscere anche il mio nipotino!» Dopo aver aggiunto queste parole strizza l’occhio a Mai, facendoci arrossire entrambi. Goku mi stringe la mano esclamando: «Non vedo l’ora di rivederti, spero che combatteremo ancora insieme! Magari contro avversari ancora più forti di Zamasu!» È proprio incorreggibile Goku! Per ultimo cerco con lo sguardo mio padre, che è rimasto in disparte. Improvvisamente mi corre incontro e mi sferra un pugno che prontamente riesco a parare. Poi sorridendo mi dice: «Quando non sai cosa fare passa da queste parti, con ancora qualche allenamento insieme nella Gravity Room potrei anche riuscire a farti diventare un Super Saiyan Blue!» Per poi aggiungere, serio: «Mi raccomando, allenati sempre al massimo e supera i tuoi limiti, ricordati di chi sei figlio! E guai a te se succede qualcosa alla ragazza, abbi sempre cura di lei!» E così persino il rude Vegeta è riuscito a far arrossire Mai. Del resto è risaputo che i duri hanno due cuori!
Con il cuore pesante salgo sulla macchina del tempo insieme alla mia compagna. Guardo ancora una volta papà prima di chiudere il portellone. È girato di spalle ma ci guarda con la coda dell’occhio. Mi strappa un sorriso.
Guardo Mai, lei mi sorride dolcemente e mi appoggia una mano sul ginocchio. Mi sento più sollevato e trovo il coraggio di mettere in moto. Vedo il me stesso bambino urlarmi: «Mi mancherai fratellone!» E la piccola Mai piangere al suo fianco. Avverto  un nodo alla gola. Ci stiamo innalzando nel cielo, quando improvvisamente sento ancora una volta gridare il mio nome. Mi giro alla mia sinistra e scorgo Gohan, seguito da Junior, volare verso di noi.  Si ferma, ha il fiatone. Non era al corrente della nostra partenza, mi avrebbe fatto male salutare anche lui. «Ehi, Trunks!» Mi urla, e mentre lo fa solleva il braccio destro col pugno chiuso in segno di trionfo. Per un attimo alle sue spalle vedo comparire anche il Gohan del mio mondo, il mio maestro, il guerriero più forte e valoroso che abbia mai conosciuto. Con gli occhi pieni di lacrime sollevo il pugno destro verso di lui finché la macchina del tempo non si smaterializza per proiettarci nello spazio-tempo.

Mi viene da piangere e non ho il coraggio di guardare Mai, il mio orgoglio me lo impedisce. Ma dopo qualche attimo di silenzio, senza quasi rendermene conto, dico con un filo di voce:
«Mai, non hai un po’ paura di quello che ci aspetta?»
Sento la sua mano stringersi intorno alla mia, prima che mi risponda: «Guardami, Trunks.» Ricaccio indietro le lacrime, mi giro lentamente e la fisso negli occhi. In un attimo penso a quanto sia bella, a come riconoscerei i suoi occhi tra milioni di altri occhi. E a quanto la ammiro per la persona che è. Improvvisamente mi sorride con una purezza e una spontaneità che la rendono ancora più radiosa di quanto non sia di solito. Poi esclama:
«Corriamo il rischio di essere felici, che dici?»
A quel punto sento la tensione sciogliersi e la malinconia allontanarsi da me. Le rispondo:
«Sì, andrà tutto bene. Finché saremo insieme andrà tutto bene. Ti fidi di me?»
La vedo un po’ arrossire prima di stringermi più forte la mano e rispondermi: «Sì, tu non mi hai mai deluso!»
 
Il viaggio sta giungendo al termine, mentre continuo a immaginare con ritrovato ottimismo come sarà la nostra nuova vita.
Ma, come spesso accade, la realtà non si dimostra all’altezza della fantasia.
Dovrebbe essere giorno ma il cielo è oscurato in modo innaturale. Un brutto presentimento inizia a farsi strada dentro di me. «Guarda Trunks!» Grida Mai indicandomi uno squarcio nel cielo circondato da luci simili a fulmini. «Ma cosa sta succedendo qui?!» Aggiunge sempre più agitata. Mentre atterriamo vedo segni di esplosioni per terra e alcuni edifici in fiamme. Noto subito un gran via vai di persone impegnate a soccorrere dei feriti e a portarli dentro la Capsule Corporation. Riconosco alcuni soldati amici di Mai e mi sento più tranquillo quando mi accorgo che è mia madre a dirigere le operazioni. E, soprattutto, percepisco che è in corso una lotta, qualcuno sta combattendo. Possibile che il Signor Whis si sia sbagliato? Possibile che qualcosa sia andato storto?! Riconosco subito la mia aura, cioè quella del Trunks di questo mondo, e mi sembra anche molto debole. Il potere del nemico che sta affrontando è troppo superiore al suo, devo sbrigarmi a correre in suo aiuto! Come se non bastasse, ho l’impressione di conoscere anche l’aura del suo avversario, una mia vecchia conoscenza. Più che altro non è esattamente la stessa che ricordavo, sembra quasi “contaminata” con un’altra. E purtroppo, anche quest’altra aura che sento presente seppur in modo flebile la conosco bene. Fin troppo bene. Qualcosa è andato decisamente storto, qualcosa che il Signor Whis non poteva essere in grado di prevedere.
«Mai,» dico con fermezza. «Qualunque cosa succeda resta sempre al mio fianco, non posso perderti.» Mentre atterriamo la guardo intensamente e aggiungo: «Ci penso io.»
   
 
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