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Autore: KyraPottered22years    15/02/2018    4 recensioni
Lo osservò nella tenue luce del crepuscolo. In quello sguardo nero pece, quegli occhi parevano urlare qualcosa. E lei riusciva a capirlo, avrebbe potuto capirlo anche se lui avesse indossato quella maschera. Improvvisamente sentì di vivere in un sogno, in una bugia, mentre lo sguardo di lui le penetrava l'anima, marchiandola dall'interno.
Il sangue scorreva ardente nelle loro vene. Parole non dette, sussurravano nel nulla. Mani desiderose di toccare, con l'aspra consapevolezza di non poterlo fare.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Rey, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Redemption

                                             
                                        
16



La ferita alla gamba pulsava incessantemente, faticava a camminare bene e nella sua testa i pensieri negativi inviavano impulsi elettrici in tutto il corpo.
Era stato abbastanza lucido da schivare gli altri colpi di bluster, dopo averne ricevuto uno da poco; ma non sapeva se sarebbe riuscito a schivare altri attacchi.
Ignorò quelle osservazioni e si addentrò in un altro lungo corridoio della base del Primo Ordine. Con il laser blu nella mano e una pistola bluster nell’altra, cercava di camminare più silenziosamente possibile e non esitava a sparare a ogni soldato che incontrava. Colpi superficiali, giusto quelli per riuscire a stordirli un paio d’ore.
L’istinto gli diceva che era vicino alla sezione di controllo.
La missione era quella di recuperare file molto importanti, informazioni ristrette sul Primo Ordine, come basi segrete, numero di armi, programmazione di attacchi. La Resistenza scarseggiava di soldati negli ultimi tempi. Con la morte di Leia Organa, la situazione non aveva fatto altro che degenerare, ma così lentamente e gradualmente che le vere conseguenze furono visibili solo fino a quel periodo.
Il Primo Ordine si era fatto più accanito negli attacchi, giocando molto sull’effetto sorpresa.  Più il lato Chiaro si indeboliva, più il lato Oscuro diventava forte.
Non c’era più l’equilibrio che si era raggiunto anni fa e molti erano scettici a un possibile ritorno di tale stabilità. Molti dubitavano anche sulla sconfitta del Primo Ordine. Avevano perso la speranza, tutti quei
molti. Quello era il principale motivo di quel poco interesse per la Resistenza.
Padme aveva inviato così tante richieste d’aiuto in tutta la galassia.
Dopo settimane e settimane di attesa, si erano presentati solo trentuno volontari.
Ben si trovava lì per quello: recuperando quelle informazioni, avrebbero avuto per la prima volta dopo tanto tempo un vantaggio, un barlume di speranza in mezzo a tutto quel buio.

Quando gli sembrò di essere arrivato, realizzò che aveva sbagliato area e che la stanza che interessava a lui si trovava dall’altra parte della base.
Questo sbaglio avrebbe richiesto più tempo, più morti…
Ben imprecò e decise che si sarebbe messo a correre, al diavolo l’intenzione di farsi notare il meno possibile.
Doveva sbrigarsi, correre, correre, correre.
Ebbe la fortuna di non avere alcun inconveniente, se non alla fine.
Riuscì a sbloccare la porta in pochi secondi, concentrandosi per bene sulla serratura digitale. By-passò così il codice e la porta si aprì in un tonfo elettrico.

Per un attimo pensò di aver perso la testa. Di avere un’allucinazione, sperò di essere impazzito, ma sfortunatamente non fu così.
Aveva avvertito quel tremore nella forza, come un formicolio, non appena il Falcon era entrato dentro l’atmosfera del pianeta artificiale, e lo aveva represso ancor prima di mettere piede in battaglia. Ma solo in quel preciso istante si rese conto di quanto fosse stato stupido ad ignorare i segnali, le sensazioni.
«Rey.» Pronunciò il suo nome in un sussurro flebile, appena udibile.
L’aria gli si bloccò nei polmoni e per un po’ non respirò, in apnea nelle sensazioni profonde che stava provando. Dopo la morte della madre, il dolore che aveva attraversato lo aveva reso forte ad ogni tipo di emozione, lucido in ogni situazione drastica. Ma in quel momento, si ritrovò sconfitto da quei stessi sentimenti che aveva represso anni fa; questi erano riemersi alla vista di lei e lo avevano buttato giù senza il minimo sforzo.
Tutto, ogni funzione motoria, si bloccò, come anche il mondo attorno a lui; era solamente capace di osservare la donna che se ne stava seduta su uno dei tavoli. Si rigirava fra le mani la spada laser spenta, la lanciava e la faceva volteggiare per aria, con una snervante noncuranza. Le gambe accavallate e il braccio destro appoggiato alla superfice del tavolo facevano in modo di mostrare per bene il suo abbigliamento agli occhi sgranati di Ben: stivali, pantaloni e tunica, cinture e fasce… tutto nero. I capelli sciolti e lunghi fino al seno le incorniciavano quel viso che una volta era stato pieno di raggiante salute e che adesso era scarno, con gli occhi cerchiati da occhiaia scure.
La confusione di Ben fu così intensa che non si rese nemmeno conto che lei lo stava guardando con un mezzo sorriso stampato sulle labbra, quasi ad ammiccare con malizia. Quando si guardarono negli occhi dopo così tanto tempo, Ben ripercorse con la mente l’avvenimento di anni fa, che vide la madre una vittima nelle mani di una ragazza che le era stata sempre fedele, di una ragazza che lui aveva sempre amato.
 «Capitano Solo,
quale onore
Sentire la sua voce, gli fece un male tremendo al cuore.
Vederla lo aveva scosso, scioccato, sì.
Ma gli occhi, la voce, quelle erano le cose che lui aveva amato in lei, fin da quando era una piccola bimba spaventata di tutto.
Era così diversa, e se ne rese conto solo quando lei pronunciò quelle poche parole con quel tono ammiccante e provocatorio che non le si addiceva per nulla.
 «Pensavi davvero che il Primo Ordine ti avrebbe lasciato prendere informazioni così importanti?» Accennò una lieve risata e si alzò dal tavolino. «Che fai lì impalato? Non vuoi entrare?»
Ben non riuscì ad articolare una frase di senso compiuto, semplicemente avanzò di qualche passo, involontariamente, come se controllato da…
Rey.
Improvvisamente capì quanto fosse diventata potente nella Forza.
Ben decise che si sarebbe lasciato abbindolare per un po’, avrebbe utilizzato dopo l’effetto sorpresa, adesso doveva solo accumulare energia.
 «Ti ricordavo diverso, sai?» Rey prese a girare lentamente attorno a Ben. E  quella vicinanza fu un grave errore per lei.
Sentire la presenza di lui vibrare da così vicino nella pelle, la scosse dentro. Se si era auto convinta che ce l’avrebbe fatta, che avrebbe compiaciuto il volere del padre e di Snoke, solo in quell’attimo capì quanto si era sbagliata. Ben avvertì quei pensieri e quelle sensazioni come se fossero sue, come se quel blocco che aveva messo al legame di forza anni fa si fosse sciolto al riemergere di quei sentimenti.
 «Avresti avuto modo di vedermi in questi anni se io fossi stato così stupido da non bloccare il nostro legame.»
 «Hai fatto bene a bloccarlo, io non ci sarei mai riuscita.» Gli occhi castani di Rey guardarono per terra, evitando quelli neri di Ben. «Perdersi ha fatto bene ad entrambi.» Si allontanò da lui velocemente e lo lasciò libero di muoversi, ma lui rimase sempre immobile. Si accorse che lei non stava esercitando alcun potere su di lui solo quando provò a muovere un dito.
 «Comunque sia», disse lei, accendendo i laser rossi della spada, «non ti lascerò prendere ciò che vuoi.» Si voltò verso di lui, stando in posizione d’attacco. «Su, Capitano, avanza tu per primo.» Cercò di provocarlo, ma lui rimase impassabile, con gli occhi che esprimevano tutto e al contempo niente. Indecifrabili. Questa cosa la fece innervosire ancor di più: perché non riusciva a comprenderlo, se ci era sempre riuscita? Anche lo stesso legame non la aiutò a comprendere cosa lui stesse provando. Così, un forte desiderio di fargli provare le sue stesse emozioni la invase.
Rey roteò la spada laser da una mano all’altra in un agile movimento. «Cosa c’è? Non sei capace di attaccare Rey
, l’assassina di tua madre
Ben digrignò i denti, ma cercò di calmarsi respirando profondamente. Avrebbe giocato alla stessa maniera di lei. «Rey è morta, non c’è più alcuna speranza di salvarla.»
La ragazza compì lo stesso agile movimento di prima, per poi puntargli uno dei due laser. «Oh, un Jedi che ammette che non c’è alcuna speranza, cosa odono le mie orecchie?» Doveva suonare come sarcasmo, ma l’aggressività dentro quelle parole, rendevano tutto ciò che diceva un’incitazione malsana, una cantilena oscura.
«Non sono un Jedi.» E in tutta risposta, accese il laser verde.




 «Mi dispiace che ti sia successo questo, Ben.» In quel silenzio tombale, Padme si sentì in dovere di dire qualcosa. Suo fratello se ne stava seduto su un tronco spezzato e pressava la ferita che aveva al braccio con un panno bianco, zuppo e sporco di sangue, gran parte ristagnato.
Si avvicinò a lui di qualche passo e decise poi di sedersi. Si accorse dell’altra ferita che aveva alla gamba solo quando gli diede una leggera carezza di incoraggiamento sul ginocchio.
 «Sei riuscito a batterti con lei?»
Ben chiuse gli occhi e rivide ancora una volta l’immagine di Rey che giaceva terra, sconfitta. Rivide i suoi occhi rossi appena visibili sotto le palpebre socchiuse. E ricordò il brivido che gli colpì il cuore, mozzandogli il fiato, a quell’orribile vista.
Aveva sopportato la doppia spada laser rossa, la provocazione, l’arroganza, ma non quel chiaro ed evidente segno di completa e totale fedeltà al lato Oscuro.
Dalle sue palpebre chiuse fuoriuscì una lacrima e Padme si ritrovò completamente impreparata. Un groppo alla gola le si formò e lei, che aveva sempre qualcosa pronto da dire, si rese conto di essere senza parole.
 «Sì», rispose Ben dopo vari minuti di silenzio. «E’ stato difficile, è molto forte, mi ha quasi tagliato un braccio. Ma, ce l’ho fatta.»
 «E i file? Hai recuperato i file?»
Ben la guardò con uno sguardo carico di un qualcosa, di un emozione, impossibile da interpretare. Padme si sentì come precipitare, si portò le mani alla testa, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
 «Tutti quei morti…» Si passò le dita fra i capelli prima di guardare di nuovo suo fratello, che teneva un piccolo oggetto metallico fra le mani.
Padme si alzò in piedi e la stessa cosa fece Ben, mentre le porgeva le informazioni che era riuscito a rubare.
 «Oh, Ben, per un attimo ho temuto il peggio.» Ammise in un sospiro di sollievo, con il cuore leggero da ogni timore e pieno, allo stesso tempo, di felicita, di speranza.
 «Ti conviene analizzarle con gli altri ufficiali,» le rispose Ben, cambiando discorso.  «dobbiamo sbrigarci ad organizzare un altro attacco.»
 «Lo so, la Resistenza necessita di un vantaggio, anche se minimo.» Annuì in risposta. «Quello che hai fatto ha acceso quel barlume di speranza che era stato spento dal Primo Ordine.»
 «Adesso tocca a te.»
 «Allora vado immediatamente.» Si voltò e quando aveva già percorso all’incirca due metri, lo guardò un’ultima volta. «Devi riposarti. Ciò che ti è successo ti avrà scosso mol-»
 «Ho tutto sotto controllo,» la interruppe, alzando una mano a mezz’aria in un cenno di assenso. «non preoccuparti per me.»
Sei tutto ciò che è rimasto della mia famiglia, è ovvio che mi preoccupi per te, avrebbe voluto dirgli, ma si limitò ad un sorriso appena accennato.

Nello stesso momento in cui Padme uscì dal giardino interno della base, Ben sentì una leggera vibrazione sulla pelle. Una carezza dalla Forza, dolce e leggera come il respiro di un neonato.
 «Vorrei stare da solo, per favore.» Gli disse, ma ormai era troppo tardi. Quando si voltò, vide lo spirito di Luke che se ne stava in piedi davanti a una pianta di rose bianche. Ben sospirò, scosse la testa e ritornò a sedersi.
Le lacrime minacciavano di fuoriuscire, ma non aveva alcuna intenzione di lasciare che le sue emozioni represse prendessero il sopravvento.
 «Devi essere forte per l’avvenire,» la voce di Luke gli arrivò alle orecchie come un eco lontano. «controlla le tue passioni per lei, Ben.» Quelle parole lo colpirono appieno nel petto.
 «Non penso di esserne capace.» Gli rispose, andando in contrasto con la sua volontà di restare un po’ da solo, in silenzio. «Ho sbloccato il legame, riesco a percepirlo perché…chiudendo gli occhi, vedo ciò che vede lei, sento ciò che sente lei.» La mano che pressava la ferita al braccio divenne più stretta e veemente, Ben ignorò il dolore di quello sfogo masochista.
Dall’altra parte della galassia, lei interruppe i suoi allenamenti con la spada laser per un dolore acuto ed improvviso al braccio.
E Ben riuscì a percepire anche quello.
 «Cosa ti dice il tuo istinto?» Gli domandò Luke con delicatezza, cercando con l’evanescente sguardo gli occhi del nipote.
 «Lei mi ama ancora.» Dirlo ad alta voce faceva uno strano effetto.
Ben riuscì a sentire la presenza di Luke accanto a sé, seduto vicino a lui.
 «C’è ancora speranza di salvarla.»
 «Lo so.» Rispose subito lui, con le mani ancora fra i capelli. «Ciò che mi turba è che non sono sicuro se riuscirò mai a perdonarla.»














nda (IMPORTANTE).

nel prossimo capotolo, Padme, gli ufficiali e i consiglieri, organizzeranno le prossime mosse della Resistenza, ma per poter attaccare e sperare in una vincita, la Cancelliera dovrà reclutare più soldati; e non solo, dovrà affrontare una situazione che avrebbe voluto evitare. Rey si confronterà con il padre riguardo all'errore che la giovane donna ha commesso. Ben dovrà affrontare i suoi demoni interiori e riceverà un aiuto inaspettato.

Vi avviso che non so davvero se continuerò a pubblicare, scusate tanto, ma è così che mi sento.

Alla prossima,


kyra.
  
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