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Autore: Marylilithfey    29/06/2009    4 recensioni
Eccomi tornata con una nuova fanfiction. Questa volta alle prese con un Edward umano e una Bella viziata e più sicura di se. Lei una pattinatrice, lui un futuro pilota di acrobazie in volo, non si conoscono, ne si sono mai visti. Ma basterà un attimo perchè tra di loro si crei un legame indissolubile. vi ho incuriosito? allora leggete!.
Genere: Romantico, Triste, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono felicissima che questa mia nuova storia vi piaccia! Come ce lo vedete il nostro Edward nella parte dello spirito? XD

Prima di lasciarvi ad un altro capitolo vi comunico che probabilmente dopo questo capitolo fermerò entrambe le mie fanfiction, ma solo per il tempo degli esami orali e visto che sono l’ultima della mia classe (la lettera che è uscita è la I io sono la F…) dovrete aspettare un po’. Voi però continuate a seguire le mie storie e commentare

Marylilith.

 

 

Capitolo 3. Mele a volontà

 

Non avrei mai immaginato che per uno spirito la mia vita potesse cambiare cosi. Erano passati appena tre giorni da quando Edward possedeva il mio corpo ma la mia vita era diventata un disastro. A casa mio padre mi aveva più volte trovato a parlare da sola ed era ancora convinto che fosse per lo stress delle gare. Quando dovevo vestirmi ero costretta a bendarmi gli occhi per evitare che Edward potesse vedere qualcosa mentre mi spogliavo, dovevo tenere la benda anche quando mi facevo la doccia e questo aveva comportato diversi scivoloni sul pavimento del bagno. Allenarmi per le gare era diventato quasi impossibile con Edward che continuava a distrarmi. La cosa peggiore però era il non poter andare in bagno, non avrei mai avuto il coraggio di condividere una cosa come quella con lui, era già abbastanza dover condividere tutto il resto.

“ Buongiorno Bella!” venni svegliata dalla voce di Edward

-Non c’è niente di buono in questo giorno…- risposi sospirando.

Mi strinsi la pancia con le mani, avevo delle fitte continue per non essere più andata al bagno, ma dovevo resistere.

“ascolta, capisco come ti senti, anche senza che tu lo dica so che stai male, trattenerla ancora a lungo nuocerà al tuo corpo”

Strinsi le mani a pugno cosi forte da farmi diventare le nocche bianche, poi afferrai il cuscino e mi colpii la testa con forza

-che stai dicendo?! Non condividerò mai quello con te! Mai! Sono una donna femminile! Sarebbe troppo imbarazzante per me!- gli urlai contro continuando a colpirmi con il cuscino la testa mettendoci sempre più forza

“ahi! Basta ahia! Smettila! ti prego! Ahi”

Mi stavo ancora prendendo a cuscinate quando mio padre entrò nella stanza

-emh…mi spiace interromperti…ma la colazione è pronta…- disse fissandomi preoccupato.

-eh…si…ora scendo- risposi imbarazzata rimettendo a posto il cuscino.

Non potevo andare avanti cosi, rischiavo di farmi male sul serio, dovevo trovare il modo di arrecare danno solo a lui. Era a questo che pensavo mentre seduta al tavolo della cucina consumavo la mia colazione. Mio padre mi aveva preparato un toast, un succo alla pesca e una mela già sbucciata e tagliata a spicchi.

-come ti senti?- chiese mio padre evidentemente ancora preoccupato per quello che era successo poco prima

-benissimo tranquillo- risposi mettendo in bocca uno spicchio di mela. Mi sembrò di sentire Edward emettere un verso di disgusto. Mangiai un altro spicchio e questa volta lo sentii chiaramente. Un ghigno si dipinse sul mio volto mentre mi alzavo da tavola

-dimmi un po’ Edward…non ti piacciono le mele?-

“non so di cosa stai parlando” rispose ma sentivo la sua voce tremare

Andai vicino al frigo, lo aprii ed estrassi il cassetto della frutta, dentro traboccava di tante grosse mele rosse. Dentro di me sentii Edward deglutire

-ti conviene parlare ora…- dissi prendendo una mela e rigirandomela tra le mani

“sono soltanto mele…” rispose Edward

-in questo caso…- attesi ancora qualche secondo poi addentai la mela

“bleah! Che schifo!” esclamò Edward.

Iniziai a mangiare una mela dopo l’altra ad ogni morso Edward mi implorava di smettere, forse avevo trovato il modo di fare male solo a lui.

-Bella?- mi bloccai all’istante non appena mi accorsi di mio padre che mi guardava, dovevo trovare una scusa e veloce anche.

-Non so perché ma mi è venuta un improvvisa voglia di mangiare mele!- dissi ridacchiando imbarazzata richiudendo il frigo.

-non importa…comunque volevo dirti che domani si terrà una conferenza stampa- disse mio padre.

Guardai mio padre sorpresa, non sapevo che fosse in programma una conferenza, mi ero illusa di poter stare lontano dai giornalisti ancora per un po’, ma la mia pace sembrava essere finita.

Dopo colazione ero uscita per recarmi alla pista di pattinaggio per allenarmi. Mio padre si era offerto di accompagnarmi ma io avevo preferito  fare un po’ di corsa ascoltando musica con l’ipod

“Bella?...Bella?......Bella!”

Sbuffai togliendomi una cuffia, ignorarlo era impossibile

“sei preoccupata per la conferenza di domani?”

-no ormai ci sono abituata- risposi mentre correvo

“da cosa è causato il tuo cattivo rapporto con i giornalisti?” mi chiese Edward

-va bene te lo dirò…è iniziato tutto circa un anno fa. Era marzo e si stavano svolgendo i campionati mondiali…-

“campionati mondiali?”

-è una gara importante che permette di accumulare punti per le Olimpiadi invernali. A rappresentare gli USA eravamo state chiamate io e Kate Brown. Purtroppo qualche giorno prima della gara Kate si infortunò e non poté partecipare, di conseguenza ero rimasta solo io a rappresentare gli USA -

“e cosa è successo dopo?”

-durante una conferenza alcuni giornalisti mi accusarono di non essere all’altezza per partecipare alle Olimpiadi invernali. Io risposi che non ne capivano nulla di pattinaggio e che erano degli incapaci, li avevo offesi proprio durante la diretta. Iniziarono cosi a parlare di Kate come la povera ragazza a cui era stato privato di realizzare un sogno e di me come la causa per la quale lei non poteva partecipare alle Olimpiadi-

“chi è Kate Brown?” chiese Edward

-è una pattinatrice come me, è fantastica, quando pattina nessuna può eguagliare il suo stile elegante ed aggraziato, però se mi impegno sono anche migliore di lei- risposi.

Eravamo arrivati alla palestra, infilai i pattini e senza perdere tempo iniziai gli allenamenti.

“si! Fantastico non ho mai pattinato così!”

-guarda che non sei tu che pattini…- gli feci notare mentre eseguivo una giravolta all’indietro

“ma è come se lo fosse!”

-domani alla conferenza farò vedere a tutti quei giornalisti chi è Isabella Swan!, e alla prossima gara gli farò mangiare la polvere!-

“d’accordo ma cerca di non cadere prima della fine dell’esibizione”

Cosa? Adesso rigirava pure il coltello nella piaga? Questo non doveva farlo…

Smisi di pattinare e andai verso la mia borsa

“che fai?”  

-adesso vedrai…- aprii la borsa estraendo una mela

-la prossima volta attento a quello che dici…- lo avvertii prima di dare un morso alla mela

“noooooooooo!”.

La conferenza arrivò prestò. Ad accompagnarmi c’erano mio padre in veste di manager e la presidentessa dell’associazione di pattinaggio artistico su ghiaccio, una signora che proprio non sopportavo e che non perdeva occasione per stuzzicarmi.

-Sei pronta?- chiese Charlie mentre dietro le quinte aspettavamo di salire sul palco

-quando vuoi…- risposi

-bene, allora andiamo-

Feci qualche passo verso l’uscita, ma una fitta allo stomaco mi bloccò, era terribile non riuscivo quasi a respirare

-ti senti bene?- domandò mio padre.

“Bella, forse prima di iniziare la conferenza dovresti…”

-non lo dire! Se ti ho detto che sto bene, sto bene! Capito? Stai zitto!-

Urlai infuriata

-va bene…scusa ero solo preoccupato, sono pur sempre tuo padre…-

-eh…scusa, beh adesso andiamo!-

Fuori c’erano tantissimi giornalisti, presi posto dietro il tavolo, al centro, ai miei fianchi sedettero Charlie e la presidentessa.

-la conferenza può iniziare, una domanda alla volta- disse la donna.

Un giornalista alzò la mano -riguardo alla gara svoltasi a Montreal può dirci i dettagli?-

-Non c’è nessun dettaglio, come già sapete è stata una spiacevole sconfitta, non ho altro da aggiungere-

-e riguardo allo svenimento in pista?- chiese un altro giornalista

-queste sono cose personali, comunque la mia è la stessa risposta della domanda precedente-

Un altro giornalista alzò la mano -pensa che la sua esibizione in Canada possa influire sui risultati per essere ammessa alle Olimpiadi?-

-indubbiamente, ma farò sempre del mio meglio…-

-non le sembra strano che dopo quanto è successo lei è ancora candidata? Proprio come era successo a marzo, molte persone si sono lamentate…-

Riconobbi quel giornalista, era uno di quelli che dubitava della mia candidatura alle Olimpiadi

-Questa domanda va oltre a quelle consentite, la scelta delle rappresentanti è decisa dall’organizzazione- intervenne mio padre

-d’accordo, ritiro la domanda, mi permetta di riformularla…-

“accidenti a questi reporter, sembra che ti stiano stuzzicando…”

-è tutto a posto, so cosa vogliono, per loro qualcosa che non diventi scandalo non merita la prima pagina…-

-le porgo un'altra domanda, ha saputo che Kate è di nuovo in gara per le olimpiadi? Forse questo le crea qualche fastidio?-

-si ero già al correnti di questo-

-lei e Kate competerete presto una contro l’altra, pensa di essere all’altezza?-

-farò solo del mio meglio, non mi preoccupo di Kate-

-questa è una menzogna, Kate è la sua rivale nella rappresentanza, non può non disprezzarla-

-ho già detto…-

-basta così la conferenza è terminata- disse la presidentessa.

Per la prima volta mi trovai a ringraziarla. I giornalisti fecero qualche foto poi lasciarono la sala.

Quella notte dormii malissimo, continuavo a pensare a quello che avevano detto i giornalisti, e lo stomaco mi faceva sempre più male, non sapevo per quanto avrei resistito.

La mattina dopo mi svegliò il telefono, mio padre non era in casa così dovetti rispondere io

-Pronto?- chiesi con la voce impastata dal sonno

-ciao Bella, sono Jacob-

Mi sorpresi sentendo pronunciare quel nome, Jacob era un mio amico, era un reporter uno dei pochi che fosse dalla mia parte.  

-che c’è?- chiesi sedendomi sul letto

-possiamo vederci tra due ore al bar della biblioteca a Port Angels, vorrei farti un intervista?-

-Jacob non so, sono molto stanca…

-andiamo, solo qualche domanda, e poi ho anche una sorpresa-

Una sorpresa? Chissà di cosa si trattava

-va bene, ci vediamo tra due ore li- risposi riattaccando.

Mi alzai dal letto e mi preparai velocemente, o almeno per quanto me lo consentisse una benda sugli occhi

“chi è questo Jacob?”

-è un amico, è giovane ma è già un ottimo reporter-.

Presi la macchina e raggiunsi Port Angels, l’appuntamento era al bar della biblioteca.

-sono curiosa di vedere questa sorpresa- dissi mentre entravo nel bar.

Vidi subito Jacob in piedi che parlava con una ragazza, non mi ci volle molto per capire che si trattava di Kate

“allora è questa la sorpresa”

-mi chiedo cosa abbia in mente-

Mi avvicinai a loro, Jacob si accorse di me e mi venne in contro sorridendo

-ben arrivata Bella, a questo punto possiamo accomodarci-

Dopo esserci seduta una cameriera venne a prendere le ordinazioni

Jacob ordinò un cappuccino, Kate un tè verde e io un frullato di mele

“povero me…”.

-Allora Jacob, perché ci hai fatto venire qui entrambe?- chiese Kate

-volevo farvi qualche domanda, in un posto tranquillo senza essere disturbati-

-Potevi venire alla conferenza di ieri avrei risposto a tutte le tue domande- gli feci notare

-non hai capito io volevo assistere ad un confronto tra voi due, vedere se eravate pronte ad affrontarvi almeno a parole-

Non riuscivo a capire a che gioco stesse giocando, io non avevo proprio nulla da dire Kate, cosa si aspettava Jacob?

-prendetevi il tempo che volete- disse lasciando sul tavolo un biglietto con il suo numero e allontanandosi.

Rimanemmo io e Kate a fissarci entrambe piuttosto confuse.

Poi anche Kate si alzò

-a questo punto posso anche andarmene-

-no aspetta!-

-mi spiace, ma non proprio nulla da dirti…-

-cosa? Non vuoi approfittarne ora che siamo sole?-

“giusto! Per gente malvagia come Bella non bisogna tenersi nulla dentro nemmeno le offese!”

Afferrai il mio frullato di mele mandandolo giù tutto in pochi sorsi

“qualcuno mi aiuti!”

-no, mi spiace per te per quello che è successo con i media, ma davvero non ho nulla da dirti, nella prossima competizione quando ci scontreremo farò del mio meglio non importa che sia tu la mia rivale, questo è tutto-

Le sue parole non erano altro che una gentile proclamazione di guerra

-facciamo entrambe del nostro meglio- disse Kate porgendomi la mano

-aspetta, ho ancora qualcosa da dirti-

-cosa?-

-Kate, farò sicuramente del….-

Non ce la facevo più, avevo fortissimi crampi allo stomaco

-mele…-

-mele?-

-ho mangiato troppe mele!- urlai correndo via.

Dovevo trovare un bagno, mentre correvo aprii la borsa e tirai fuori l’ipod mi infilai le cuffie e misi la musica a massimo volume almeno avrei distratto Edward. Mi infilai nel primo bagno disponibile e chiusi la porta a chiave. In quel momento, io Isabella Swan, promessa del pattinaggio artistico su ghiaccio, avevo perso qualcosa di importante…il mio orgoglio.

  
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