Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: FrozenOpera    17/02/2018    3 recensioni
La base Starkiller è stata distrutta, ma il Primo Ordine è più forte che mai, e la Ribellione arranca.
L'improvviso mistero che circonda la perdita di uno dei loro capitani più valenti costringerà il generale Organa, e una giovane comandante ribelle, ad interrogarsi sugli abissi della natura umana.
~~~
Non dovevano nutrire nulla per quelli contro cui combattevano. Empatia, pietà, rimorsi… li avrebbero solo distratti dagli obiettivi. Nel caso peggiore, quelle emozioni dannose li avrebbero messi in pericolo. Meglio sopprimerle. In ogni caso, i nemici erano solo terroristi. Feccia assassina che minacciava la pace. Dovevano morire tutti. Civili compresi. Bambini compresi.
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cry

 

Nel raccontare alla sua amica Amilyn Holdo, giorni dopo, il fenomeno a cui aveva assistito, Leia non trovò similitudine migliore che paragonarlo ad una frustata. Quello era stato. Ugualmente repentino e violento. Certo, la frustata era stata da qualche centinaio di kiloampere.

Il lampo fu talmente inaspettato che, in quel momento, Leia non fu abbastanza lesta da serrare le palpebre.
Brillante come un sole da quella poca distanza, il fulmine le si stampò sulla retina. Poi l'onda d'urto, generata dal fascio di plasma che aveva attraversato l’atmosfera, si propagò all'interno dell’edificio investendo i presenti. Assordante, il tuono costrinse i ragazzi attorno a Leia ad accovacciarsi premendosi le mani sulle orecchie, nel tentativo di proteggersi i timpani.

Lei no. Lei era bloccata in piedi, e fissava il punto in cui il fulmine aveva colpito.
L'ufficiale del Primo Ordine era riverso a terra bocconi, esanime. Leggeri fili di fumo si alzavano dal corpo e Leia non dubitò di stare guardando un cadavere.
Accanto a lui, i tre assaltatori di scorta erano allo stesso modo finiti a terra, ma si stavano già rialzando. Sembravano scossi, ma illesi.
Le armi tacevano.

La Principessa di Alderaan si guardò attorno. Anche i gruppi di Ribelli sparsi per il capannone parevano confusi. Alcuni erano ancora accartocciati a terra, ma nessuno sembrava ferito. Di certo i blaster del Primo Ordine avevano fatto molti più danni.

Stringendo i denti, la donna si costrinse a muoversi. Altri stavano facendo lo stesso, andando in soccorso dei compagni colpiti dalle armi del nemico.
Distrattamente scoccò un’occhiata verso l’esterno dell’edificio. Aveva cominciato a piovere. Dal cielo cadevano torrenti d’acqua che rendevano la visibilità nulla. Era buio pesto, nonostante fosse da poco passato mezzogiorno.

Nell’edificio l’energia elettrica era completamente saltata, solo le fioche luci di emergenza erano attive, e se Leia vedeva qualcosa con più chiarezza era, paradossalmente, solo grazie ai fari di segnalazione della navetta trasporto truppe del Primo Ordine.
I tre assaltatori stavano risalendo la rampa anteriore, trascinandosi dietro poco cerimoniosamente il cadavere dell’ufficiale, mentre la navetta di comando era già decollata.

Sembrava essersi instaurata una sorta di strana tregua. Nessuno dei Ribelli stava facendo alcunché per fermare i soldati nemici, ma anche la torretta dell’AAL taceva.
Leia scosse la testa. Meglio così, quel giorno c’erano stati già troppi morti.

Con il cuore in gola si avvicinò a Nadira, riversa a terra. Accanto a lei Rafa, che adesso Leia aveva riconosciuto, era riuscito a mettersi in posizione seduta. L’uomo si premeva la mano destra su quel lato della faccia, coprendosi l'occhio, mentre il resto del suo volto era un'epifania di tagli. L'altro occhio, semiaperto, la fissava sotto una palpebra gonfia e sanguinante. Rafa le fece un cenno del capo, e con un gesto della mano le indicò che andava tutto bene. Leia ne fa tranquillizzata; almeno lui non era in pericolo di vita.

Il generale della Resistenza si inginocchiò quindi accanto a Nadira. La ragazza era inconscia, sdraiata supina con il volto rivolto verso il soffitto.
Il giaccone di volo che indossava era bruciacchiato nella parta sinistra, in alto verso la spalla, e il tessuto lacerato lasciava intravedere i tessuti ustionati dal colpo di blaster.
Cautamente, Leia le mise due dita ai lati del collo per controllare il battito. Chiuse gli occhi e si concentrò, cercando di percepire, anche attraverso la Forza, se la vita avesse lasciato il corpo di quella ragazza alla quale teneva come se fosse stata figlia sua.

Dopo qualche istante, la Principessa di Alderaan sorrise. Il battito era flebile, ma Nadira era solo svenuta.

“Generale Organa.”

Una voce di donna la riscosse dalla sua tranche, e le fece riaprire gli occhi. Clare era lì con lei, e come lei inginocchiata accanto al corpo di Nadira. Teneva in mano uno strumento per l’RX portatile.

“Qui ci penso io, signora” il medico le disse.

Leia annuì. “Bene… è ancora viva, il colpo non ha toccato organi vitali. Tu e gli altri medici, fate quello che potete. Cercate di salvare più persone possibili. Ogni vita è preziosa e necessaria.”

“Non c’è bisogno di dirmelo, generale.”

Faticosamente, Leia si rimise in piedi. Si sentiva stremata. Odiava pensare una cosa del genere, ma non aveva proprio più il fisico per certe cose.
Guardò un’ultima volta fuori dall’edificio. Indisturbato, anche l’AAL era decollato. Dalla flotta in orbita non era giunto nessun supporto aereo, e Leia sperò che fosse a causa del violento temporale che ancora stazionava su di loro. Su quel pianeta le scariche elettromagnetiche generate durante le tempeste erano tanto intense da causare problemi agli apparati radar e ai sistemi di navigazione. Solo un pazzo avrebbe volato attraverso quelle nubi. Un pazzo, o i piloti del Primo Ordine che, probabilmente, erano addestrati a non tenere in gran conto la loro vita e quella di chi trasportavano.

Il rombo di un tuono la scosse dai suoi pensieri, riportandola brutalmente al suo problema principale.
Lasciò Nadira e Rafa nelle mani del medico, e si inoltrò verso il fondo dell’edificio.

 

L’uomo con il giaccone grigio era seduto su una cassa, il cappuccio ancora tirato sopra la testa. Con la mano destra si stava distrattamente accarezzando la sinistra, in un gesto che Leia gli aveva già visto fare. Il blaster era rimasto lì dove l'aveva lasciato cadere, abbandonato.

Leia avvicinò, cautamente, mentre attorno tutti si davano da fare per soccorrere i feriti. Blandamente, tentò di sondare il ragazzo, ma senza insistere troppo. Non aveva idea di fin dove poteva spingere la sua fortuna.
Trovò quello che si era aspettata. Oltre la maschera di inflessibile cinismo, Leia percepì confusione, paura, ma anche un allarmante sentimento di soddisfazione.

“È ancora viva, se la cosa ti può interessare” lo informò. Trovava anche curioso che lui non si fosse nemmeno degnato di avvicinarsi a Nadira per vedere come stava.

“Lo so.”

Leia sospirò. Non si sarebbe lasciata scoraggiare da quell'atteggiamento apatico, visto che era solo una conveniente facciata.
“KR-6790... Sky... cos'è stato quello?” gli chiese a bassa voce.

L'assaltatore si girò a guardarla. “Non so che dirle, Generale... non era quello che volevo fare quando sono arrivato qui...”

Certo che no. Quello per Leia era abbastanza chiaro, visto che qualche ora prima il ragazzo le era sembrato assolutamente e genuinamente terrorizzato da quel potere.
“Te ne volevi andare con i tuoi compagni, vero?”

Sky abbassò gli occhi. Si fissava la mano sinistra, aprendola e chiudendola come sovrappensiero.
“Quella è l'unica famiglia che io abbia mai conosciuto, generale. Per quanto lei pensi che siamo solo degli assassini.”

Leia scosse la testa. “E lo siete, non è qualcosa che penso solo io. Ci dipingete come terroristi, quando siete stati voi a distruggere a tradimento l'intero sistema Hosnian, senza nemmeno una dichiarazione di guerra. Quanti miliardi di innocenti sono morti quel giorno? E tu? Quanti ne hai uccisi durante le azioni che ti comandavano di compiere? Hai solo obbedito agli ordini, mi hai detto, peccato che la diserzione di Finn dimostri che è possibile scegliere diversamente, nonostante il programma di indottrinamento del Primo Ordine.”

“Finn... chi?” l'assaltatore le chiese, scoccandole un'occhiata.

Leia si era aspettata la domanda. Era ovvio che le élite avessero nascosto l'accaduto ai loro soldati, per timore di avere altre defezioni.
“Uno di cui ti parlerò più tardi. Ora, quello che voglio farti capire, KR-6790, è che tu sei stato condizionato a credere di essere nel giusto. Ma non è con i massacri indiscriminati che il Primo Odine porterà la pace nella galassia. Non è sulle ceneri e sulle ossa che si può costruire una realtà più giusta, e vorrei che tu te ne rendessi conto, prima di pensare di nuovo a rientrare nei ranghi.”

“Ho capito quello che vuole dire, ma io sono solo un soldato, che vuole che ne sappia della strategia del Primo Ordine? Li faccia al generale Hux quei bei discorsi” l'assaltatore le disse, in tono categorico. “Non so chi sia questo Finn, ma se ha trovato la motivazione per disertare, buon per lui. Come le ho già detto, io non potrei mai sparare sui miei compagni, e nemmeno ho mai discusso gli ordini. Perché avrei dovuto farlo? Per farmi spedire al ricondizionamento? E per chi avrei dovuto farlo? Per sconosciuti che per me non erano nulla?”

Il ragazzo si alzò e si avvicinò a lei, costringendola ad alzare la testa per guardarlo negli occhi. Se le sue capacità non avessero detto a Leia che era più frastornato che altro, ne sarebbe stata intimorita. La fissava come se volesse strangolarla.

“E sa una cosa? È vero, non ricordo che nome mi diedero i miei genitori, ma come tutti gli assaltatori avevo uno pseudonimo. Non ci chiamiamo tra di noi con quelle sigle, sono troppo lunghe. Nella mia unità mi avevano soprannominato Cry. Perché quando sul campo catturavamo un ribelle, avevamo bisogno di informazioni e non potevamo usare metodi più sofisticati, chiamavano me per farlo cantare.”

Leia soppresse una smorfia. “Ottimo. E come ti è sembrato essere dall'altra parte, a bordo della Dalmazia?”

L'assaltatore non sembrò particolarmente colpito dalla domanda. “Crede che non ci abbia pensato? È stato orribile” rispose. “Anche se io non ho mai fatto quelle cose a nessuno, sia chiaro. Mi limitavo a picchiarli, non li torturavo, e di certo non mi divertivo.”

“Anche solo colpire qualcuno ripetutamente con il calcio del blaster, secondo te non è tortura?” Il ragazzo si irrigidì, ma Leia non aveva voglia di approfondire oltre. Lo fissò, chiedendosi se era solo tutto lì. Se davvero aveva solo picchiato quei poveri disgraziati. E cosa succedeva quando era una donna che dovevano interrogare.

“Lasciamo perdere” gli disse. “D'altronde l'hai ammesso che obbedivi a qualunque ordine. Beh, spero che l'esperienza sulla Dalmazia ti abbia insegnato cosa significa essere impotenti nelle mani di qualcuno.” Leia gli puntò contro l'indice della mano destra. “Comunque, ti assicuro che, anche se fossi riuscito a salire su quella navetta, non avesti potuto tornare a fare quello che facevi prima. Non quando ora puoi percepire il dolore che le tue azioni provocano. Perché puoi farlo, vero? Se ne rimanessi ancora indifferente, saresti veramente senza cuore. Ho forti dubbi a riguardo, tuttavia, da come hai reagito quando Nadira è stata colpita, sono disposta a darti il beneficio del dubbio.”

Sky, o Cry, scosse la testa. “Oggi me ne volevo solo andare, tornare a casa... ma quando l'ho vista a terra, ho perso la testa. Perché proprio lei doveva morire? Era inaccettabile.”

“E non sarebbe stato più facile colpire quell'ufficiale il blaster?” Leia gli chiese. “È da una vita che ti addestri a sparare con quello, giusto?”

Sicuramente più normale che guidare un fulmine sulla testa di qualcuno, la donna pensò senza esternarlo ad alta voce.

Sorprendentemente, Sky scosse le spalle. “Non so che dirle. In quel momento... mi è venuto naturale.”

Un brivido percorse la Principessa di Alderaan. Le occasioni in cui l'assaltatore dava sfogo a quell'uso sconsiderato della Forza cominciavano ad essere troppe. E quell'ultima volta era anche riuscito a controllare quel potere. In tutte, però, i sentimenti che avevano scatenato le capacità latenti del ragazzo non erano affatto positivi. Non le piaceva per niente.

“Comunque ha ragione” continuò lui. “Ho ucciso un ufficiale, non posso più tornare con loro.”

“Se è per quello, dubito che ti abbiano riconosciuto.”

Sky rispose con durezza. “Lo so io. Direi che è sufficiente, no?”

“Certo.” Leia inclinò la testa verso di lui. Mentre parlavano, in testa le si era palesata una soluzione. Non la soddisfaceva completamente, era pericolosa, ma era anche l'unica possibile, escludendo il plotone di esecuzione. “Va bene. Ho pensato ad una soluzione per il nostro... problema. Vieni, accompagnami in infermeria che te ne parlo.”

“Infermeria?”

“Certo. Vorrai vedere come sta Nadira, no?”

Solo un quel momento un lieve sorriso increspò le labbra del ragazzo. Leia annuì, il cuore greve.

“E come ti devo chiamare?”

“Sky va benissimo. Mi piace.”

In sottofondo, Leia poteva sentire i tuoni continuare a rombare. La tempesta non era ancora passata.
Le era stato forse suggerito dalla Forza, quel nome? Era inquietante quanto fosse decisamente appropriato.

 

Si avviarono insieme. Passando tra i suoi uomini, Leia distribuì sorrisi di incoraggiamento, anche se dentro era tutto fuorché tranquilla.
La situazione era già complicata così, ma quello che l'assaltatore provava per Nadira contribuiva a peggiorare le cose.

Leia si rese conto di aver liquidato un po' troppo frettolosamente il sorprendente legame che si era creato tra lui e la ragazza. Non era amore, non come lo intendeva lei, ma doveva comunque essere qualcosa di particolarmente intenso se, per vendicarla, KR-6790 si era spinto fino a folgorare un membro della sua famiglia, come la chiamava lui. Fino a fare del male a un suo compagno, uno di quelli sui quali non avrebbe mai sparato, come aveva affermato più volte.
Leia ne era certa: non era ipocrisia, quella di Sky, credeva davvero a quello che diceva. Ma, evidentemente, per Nadira –e per lei sola– era disposto a fare un'eccezione.
Forse era arrivata nella vita di quel ragazzo al momento giusto. Dopo che in tutta la galassia era riverberato il risveglio della Forza. E dopo quello che l'assaltatore aveva subito sulla Dalmazia, che gli aveva fatto mettere in discussione i metodi che lui stesso aveva usato in passato sui prigionieri.

Dove avrebbe portato quella storia, Leia non lo sapeva. La tragica storia dei suoi genitori dimostrava, però, che non sempre l'amore era la risposta a tutto. Al contrario.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: FrozenOpera