Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Mfelewzi    18/02/2018    0 recensioni
Cosa è Westeros? Ed Essos? E tutto il Mondo? E' un Mondo altro, creato dalla mente di qualche estraneo, che si diverte a mostrare la morte e il dolore nella Realtà e Racconti Incompiuti e Santi da un'altra? E se l'Età degli Eroi fosse veramente esistita, e non fosse solo una serie di Leggende, come dicono i Maestri della Cittadella? E se Prima dell'Età dell'Alba ci fosse stato qualcosa d'altro? E se certi mondi che noi, lettori, vediamo separati, in realtà appartengono alla stessa Dimensione? Ecco, da questa idea anormale e insana, è nato questo Crossover, dal nome orrido, ma che sistemerò. Troverete un crossover ambientato nel mondo di Martin, ma chi conosce il Professore, di certo avrete capito che ci sarà un Viaggio Inaspettato(Jackson li mortacci tua!). E per chi ama anime e manga, tipo io, anche quelli che ora sono brutti, vedrete cose da "Uscita di Matrix". Buona Fortuna!
Genere: Azione, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incest
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Sansa, dopo tanto tempo, uscì dalla Fortezza Rossa. Si incamminò per le bellissime Strade della Capitale, mentre vessilli multicolori di infinite casate riempivano le vie. Giunsero fuori dalle mura, seguendo quel susseguirsi di colori. Lei, suo padre, Septa Unella, e gli altri due. Suo padre e sua sorella. Non li chiamava per nome, non nei pensieri. Li odiava, ormai. Intanto erano giunti ove si sarebbe compiuto il torneo. Ed a salutare e ringraziare il Lord Primo Cavaliere e la figlia fu il Comandante dei Falchi. E con uno sguardo sbigottito e scandalizzato di Septa Unella e un sorriso estasiato di Arya, una donna dai capelli corti e neri, la carnagione scura e vestita di usbergo e maglia in cuoio, li salutò. -Benvenuto, Lord… Aspetti, lei è Ned Stark?- Chiese la donna. -Ovviamente, che parole sono?- Rispose seccata e arrabbiata Septa unella. -Che robe! Levare alla Guardia Cittadina la Sicurezza delle strade per darlo a…- -Sei il Comadante dei falchi?- Chiese Arya, stupita. La donna sorrise, imbarazzata. -Mie Lady, Benvenute. Sono il Vicecomandante Caska. Il Comandante è Lord Griffith, non io.- -Ci mancherebbe.- Esclamò Septa Unella. Ned Stark sorrise imbarazzato. Erano davanti alle tribune a chiacchierare con quella donna. Sorrise verso quella donna coraggiosa. -Io mi ricordo invece. Eravate con noi a sostituire le forze dei Frey. Ricordo che fosti coraggiosa.- -Mai quanto lei, lord Stark.- -Ha partecipato alla Battaglia del tridente?- Esclamò Arya. -Sì.- Rispose Ned Stark. -Guidava il suo reparto di cavalleria. Devo dire che era sorprendente: mai visto tanti uomini obbedire fedelmente e con rispetto agli ordini di una donna, Lady Caska!- -Non sono una lady, Mio Lord. E, comunque,- E in quel momento parlò a sottovoce a Lord Stark. -Devo informarla che questa sera, il Re vorrà vedevi. Per la questione avvenuta con i metalupi.- Quelle parole rabbuiarono Sansa e Arya, ma non Ned, che invece rimase stupito. -In che senso?- -Non qui, ora salga. Ma prima,- E in quel momento, il tono tornò gentile. -Vorrei mostrare alle Lady Vostre Figlie un paio di regali da parte mia e di Lord Griffith! Anche se dovrete entrare un attimo dopo e seguirmi.- Ned annuì, e così le due figlie. Loro seguirono la soldatessa, mentre Ned cercava di convincere Septa Unella che potevano fidarsi di quella ragazza. -Fidarsi? Di una donna di una compagnia mercenaria?- -Non è una prostituta, Septa. E’ un Vice…- -Ancora peggio! Che esempio può essere, una donna che impugna la spada? Di sicuro Arya cercherà di imitarla!-
 
Le due ragazzine seguirono Caska, come si chiamava quella ragazza. Superarono i Padiglioni con i palchi, trovandosi in un mare di padiglioni più piccoli. Folle di scudieri ndaffarati e di cavalieri quasi vestiti della corazza o in cerca de propri scudieri correvano da tutte le parti. Tra questi siccava Lord Griffith Silverhawk. I capelli d’argento, gli occhi azzurri, l’elmo che pareva la tsta di un falco, l’armatura argentata quanto i capelli. Al loro arrivo alzò la visiera del elmo, mostrando un volto delicato, il naso sottile, le labbra anche ma non strette, tratti quasi femminei tanto erano gentili e delicati. Sansa rimase stupita dalla Bellezza del Mercenario, che sorrise a lei e ad Arya, per poi fare un inchino. –Se le mie Lady desiderano seguirmi. I vostri regali vi attendono.- Erano giunti fino alle tende dei falchi, abbandonate, poco distanti da dove si compiva il Torneo. -Entrate nella tenda.- E quando entrarono, due creature si gettarono su di lei. Enormi, anche se una di più. Entrambe le sorelle urlarono di terrore. Poi due lingue le leccarono. Gioiose.
 
-Siete arrivate in tempo.- -Ci scusi Septa Unella.- Risposero le due sorelle contemporaneamente. Ned le vide contente. Come non le vedeva da un po’. O meglio, come non vedeva Sansa da un po’. -Che cosa vi ha regalato Lord Griffith?- Chiese. Ma prima che potesse parlare, la voce del Re tuonò per lui. -COMINCIATE QUESTO TORNEO, PRIMA CHE MI PISCI ADDOSSO!- E suonarono i banditori. In quel momento una voce si udì. -Lord Stark, mi è permesso?- Ned si voltò. Era Ditocorto. Fece segno di sì. -Tu sei lord Baelish?- Chiese Sansa. Lui annuì. -Perché ti chiamano Ditocorto?- Chiese Arya, curiosa. -Arya, non fare domande impertinenti!- -Lasci stare. Vedi da piccolo ero molto basso, e provengo da una zona chiamate le Dita. Insomma, un nome che calza a pennello!- -Mica tanto. Doveva essere un grande stronzo chi te lo ha dato. –ARYA!- -Concordo pienamente, Lady Stark. Ma gli epiteti sono duri a morire.- Così disse Baelish, e annuì gentile e accondiscendente verso Lord Stark. In quel momento entrarono due cavalieri. Uno era un gigante di ferro nero, con uno scudo e bardature del cavallo gialle, con un mastino nero sullo scudo. L’altro invece era nella norma, con lo stemma della Valle nello Scudo. Urlò Re Robert, a dichiarare l’inizio del torneo. Tutti erano festanti. Ma il riso si trasformò i orrore. Il Cavaliere della Valle fu colpito al collo, dalla scheggia di una lancia. Ned rimase anche lui impietrito. Ma una mano improvvisa lo strinse, lasciandogli qualcosa. Una mano di bambino. Chiuse il pugno, a non mostrare il foglio.
 
Ned guardò quel uomo. Yug della Valle. Uno scudiero fino al giorno prima, e ora un cadavere. Dalle informazioni ricevute negli ultimi giorni, era Scudiero di Jon Arryn. Ed ora eccolo lì, un cadavere in armatura. –Che sfortuna. Finire proprio quando la vita ti sorride.- Cos gli aveva detto Ser Barristan. E non solo. Gli pareva strano che lui morisse dopo che gli aveva mandato una guardia a chiedergli che cosa cercava negli ultimi giorni Lord Arryn. Mentre si incamminavano, un bambino corse addosso a Lord Stark e Ser Barristan, che camminavano insieme. –Mi scusi, Primo Cavaliere!- Esclamò questo, e Ned lo lasciò andare. Ma mentre Ser Barristan si alzava, notò a un dito di distanza un foglietto, lasciato lì per caso. Lo prese e lo mise nel guanto. –Tutto bene, Ser?- -Nessun problema! Certo che questi giovani sono proprio sbadati. Io alla sua età correvo lungo le mura del castello, i arrampicavo sulle torri e…- Notò lo sguardo di Lord Stark scurirsi. E se ne dispiacque. –Chiedo perdono, Lord.- Ned fece segno che non serviva, ma questo non lo fermò. –E’ stata una cosa tagica, e mi spiace di averglielo ricordato.- -Non dovete. Mio figlio è vivo. E questo basta.- E mentre si allontanavano, si udì un Re Robert gridare inferocito. –Si è fissato nel voler partecipare.- Disse Ser Barristan. –Non lo farà. Non se ci tiene al suo Orgoglio. Non finché ci sono io.- Ed entrò nella tenda. Ser Barristan sorrise divertito. Ma si perse, quando vide Lord Griffith, con alcuni suoi uomini, raggiungere la tenda, caricando qualcosa. –Per i Sette Dei. Non finirà bene.-
 
-Vedi, Ned? Una sola palla e niente cervello. Non sa nemmeno infilarmi l’Armatura!- -Sei troppo grasso, Robert.- -Grasso? E’ così che parli al tuo Re?- Ci fu una lotta di sguardi. Feroce. Poi Robert rise. E anche Ned. E pure un altro. Ma non Lancel lannister, lo Scudiero. Una voce cristallina, o quasi. Lord Griffith entrò. –Si deve ammetterlo: non è solo a me che è pesato il Pacifico Buon Regno di Robert Baratheon.- -PESATO! Questa è Bella!- Robert rise di gusto, come prima. Ned no. Robert nemmeno si accorse di Lancel che rideva. O forse sì. Di certo rimase stupito nel vedere Ned che non lo faceva. Questo invece si scurì di nuovo in volto. –Ho sentito che vuoi partecipare al Torneo Non farlo.- -Perché? Perché sono il Re? VOGLIO SUONARLE A QUALCUNO!- -E avete ragione.- Disse Griffith. –Però dovete ammettere che la vecchia armatura non sia più adatta.- -Non è solo questo. Chi credi che oserà affrontarti?- -Chiunque vorrà farlo. E l’ultimo che resterà in sella…- -Sarai tu.- Disse Ned. –Non credo che qualcuno oserebbe sconfiggerti.- -Cioè tutti quei…- -Non è detto.- Disse Lord Griffith. –Non se userete la scusa di esservi sentito male. Non se gareggerete senza il vostro Nome. Non se qualcuno si ritirerà.- Così disse Lord Griffith. Fece allora segno ai suoi servi di mostrare il regalo. Un Armatura Completa, larga abbastanza per il Re. –E’ Perfetta. Abbastanza Robusta, e adatta a lei. Dopotutto, i muscoli le sono rimasti.- A quelle parole, Robert annuì. Eccome se erano rimasti, pure Ned lo aveva notato. Non si vedevano per il grasso, ma le braccia e  la schiena erano ancora robusti! Ma non era convito. –Come crederà il popolo alla enzogna che si è sentito male?- -Il Re beve molto, ed a sentire le sue urla di inizio Torneo, minimo penseranno che abbiate vomitato oltre che pisciato.- E Robert rise ancora. –Hai ragione, Griffith! Scusa ned, ma questa volta ascolto il nostro Falchetto.- -Starai scherzando? Non si addice ad un Re partecipare a…- -TU COSA SEI? IL RE O IL PRIMO CAVALIERE? LA TESTA O LA MANO DEL RE?- E ogni sorriso scomparve. Ned non potè fare altro che chinare il capo. E andarsene.
 
-UDITE UDITE! A CAUSA DI IRREGOLARITA’ E ACCUSE CONTRO LA MORALE, SER LORAS TYRELL NON PARTECIPERA’ AL TORNEO, FINO A TERMINE DELL’ACCUSA!- -Che storia è questa?- Esclamò Renly, stupito da tutto ciò. –Sembra che l’amicizia col Cavaliere dei Fiori sia nota a molti, Lord Renly.- Esclamò Lord Baelish, facendo ridere tutti. Scandalizzato e stizzito, Renly sputò per tera e se ne andò via. Dall’altra parte, si vide il Bel Ser Loras inferocito gettare a terra la lancia e ritirarsi nella tenda, imprecando e bestemminado. –PER DECIDERE I TURNI, UN NUOVO CAVALIERE, SER  REDELK GAREGGIERA’ CON LORD GRIFFITH WHITEHAWK.- E intanto Griffith entrò, col suo nuovo cavallo, i capelli al vento, l’armatura argentata, e lo stemma, un Falco Stilizzato con due Immense Ali., in sfondo azzurro. Dall’altra, invece, una specie di gigante, alto quanto la Montagna, con sullo scudo u cervo rosso in sfondo nero. Come un Targaryen. Tutti rimasero impressionati da quella figura. Questi non fecero l’inchino. Griffith sorrise e si mise l’elmo. Ned imprecò. –Chi crede di ingannare? Di sicuro si farà battere a terra.- -Come fai a dirlo papà?- Chiese Arya. Ma prima di poter rispondere per la gaffe, una voce maschile rispose al suo posto. –Lord Griffith è meno sciocco di quanto crediate.- E quando iniziò il via ed i Cavalieri partirono, con le lance puntate, avvenne l’impossibile. Ser Redelk fu battuto a terra, rovinosamente. Lord Griffith era Vincitore. Tutti rimasero sbigottiti. Perché tutti sapevano. Tutti sapevano chi era Ser Redelk. Ma nessuno credeva lo avrebbe fatto. Robert, perché era Chiaro chi fosse quel misterioso Cavaliere, prese assai bene la sconfitta. Si levò l’elmo, mostrando il volto. –Lord Griffith! Siete Degno del Cavalierato e del Titolo di Lord di Harrenal. E dopo avermi sconfitto, vi offro l’Onore di Membro del Concilio Ristretto!- Applausi si riversarono verso il Comandante dei Falchi, che scese da cavallo, si levò l’elmo e si inginocchiò di fronte al Re, iniziando il Giuramento. E Ned rimase stupito. Ma non Baelish. –Quel Griffith sa farsi ben volere, non c’è dubbio. Sapeva perfettamente che Re Robert voleva partecipare, ma anche che non sopporta l’ipocrisia. Lo ha battuto, ma ha saputo usare la situazione a suo vantaggio.- Ned annuì. Quello era un vero demonio.
 
Un altro turno iniziò. Vi era stata la richiesta che Ser Loras venisse riammesso al torneo, ma non fu concesso. Quindi a gareggiare contro la Montagna non fu il Cavaliere dei Fiori. Ma ser Griffith. Tutti si aspettavano la cosa più ovvia, la Vittoria di Ser Gregor Clegane. Ma non fu ciò. Non si comprese come, ma la forza di quel Griffith riuscì a far sbalzare da sella la Montagna che cavalca. E sarebbe finita in tragedia, non fosse stato per degli strani avvenimenti. Ser Gregor chiamò lo scudiero, con la Spada. E con quella decapitò il suo cavallo, ferito a morte da parte della lancia spezzata di Griffith. Questo lo notò. Gettò il mozzicone per terra, restando in sella. E quando Ser Gregor cercò di colpirlo, con un balzo all’indietro andò dietro alla sua bestia, tranciata in due dal cavaliere. Sguainò allora il suo fioretto. E cominciò un duello impossibile. Ser Gregor tentò con un fendente, ma questo lo schivò con un passo all’indietro. Allora un colpo dal alto, ma questo lo schivò ancora, e anzi con un colpo del braccio allontanò la lama e colpì ser Gregor. Il fioretto si infilò fra le fessure dell’armatura, e penetrò dall’altra parte, mentre un muggito di dolore partì da Ser Gregor. Griffith levò la spada, avanzando di un passo, e colpì con un pugno al naso la Montagna, che aveva mollato lo spadone, arretrandolo. Seguì un calcio laterale, e Ser Gregor cadde come un frutto maturo a terra, urlando di dolore. Solo Silenzio si udiva, nemmeno i passeri fischiavano. Nessuno osava credere a quel simile spettacolo. Neppure la Montagna, il braccio destro ferito e impossibilitato a muoversi, si rialzò e si lanciò contro il Lord di Harrenhall, ma con quella che parve una piroetta Griffith lo schivò, e lanciò un fendente. Il fioretto aveva la lama abbastanza spessa, e riuscì nell’impossibile, seppure pagando il prezzo. La mano sinistra di Ser Gregor Clegane perse due dita. Il Clegane rimase immobilizzato per un attimo, come se fosse impossibile una cosa del genere. E un altro calcio fece sbattere a terra uno dei Cavalieri più Forti di Westeros, il Cane dei Lannister. Non si rialzò. Si avvicinò invece Griffith, la lama spezzata puntata sulla gola del cavaliere senza elmo. E sputò in faccia a Ser Gregor. –Portate questo cane alla sua cuccia!- Disse. E mentre gli scudieri della Montagna caricavano lo svenuto sconfitto, urla di giubilo dal Popolino e dai Nobili si alzarono verso Lord Griffith Silverhawk. –Che i Sette ti Benedicano!- -VIVA LORD GRIFFITH!- -VIVA LA COMPAGNIA DEI FALCHI!- E Ned vicino a sé senti Lord Baelish ridacchiare. –E’ un Ottimo Politico. Sapeva bene che tutti odiano Ser Gregor Clegane, e persino che il Re avrebbe partecipato. E si è fatto amare da tutti, per aver avuto le lodi del Re obbedendo al suo Volere e aver reso invalido il Cane di Lord Tywin. Mancava solo che lo decapitasse dicendo “Questo è per Elia Martell e i Suoi Figli” e avrebbe ricondotto persino Dorne nel Regno. Direi che ha capito molto, per essere un “banale adulatore”.-
 
-E’ stato orrendo.- Disse Sansa. Ned annuì. Vedere al inizio di quel torneo quel cavaliere, Ser Yug, morire pr una scheggia di lancia, le aveva orripilate, e neppure la perdita di una mano di Ser Gregor Clegane era riuscito a levare il disgusto di quella vita spezzata. E dato che aveva mandato i suoi Cavalieri a chiedere a lui riguardo Jon, sicuramente era dietro la morte del precedente Primo Cavaliere. Era una vera sfortuna. Proprio mentre uscivano, si levò dal guanto il messaggio. Breve e coinciso. “Non i lupi, ma gli uccelli portano consiglio” Messaggio chiaro e coinciso. Si rimise nel guanto il messaggio. Ora ad essere importanti erano le sue figlie, incupite dal sangue versato. Ma le due persero il loro buio, quando videro Caska diretta verso di loro. Con due figure che riempirono di sorpresa Ned. Le metalupe corsero festanti verso le loro padroncine, che le abbracciarono contente. Ned invece si diresse verso Caska. -Come…- -Ho trovato la più grande, Nymeria, durante il pomeriggio. Mi ha guidato dall’altra, che era in un lago di sangue. Chiunque l’abbia colpita, non lo voleva sul serio.- E con lo sguardo, si rivolse direttamente a lui. Ned capì. -Come fai a…- -Ero a lavarmi, distante da lì. Ho visto come quel bastardo schifoso del principino ha tentato di uccidere vostra figlia, dopo aver ferito il figlio di un fattore! E come quella metalupa abbia morso quello schifoso.- E prima che Ned rispondesse, lei lo precedette. -Non importa che sia il figlio del Re. Ha cercato di uccidere vostra figlia! E’ un cane schifoso, che meritava di essere punito a frustate davanti a tutti!- Ned rimase sbigottito, a metà tra lo scandalizzato e il convinto. Con dolore e rabbia. Perché se era vero quello che lei diceva, allora Joffrey aveva cercato di uccidere Arya. E non poteva perdonarlo. Non senza Giustizia. Ma era il Principe! L’Erede al Trono! E per fortuna che non c’erano vicine Arya e Sansa, che si erano allontanate. -Avreste dovuto pestare i piedi, e pretendere una punizione per il Figlio del Re! Come ha fatto suo fratello!- Quelle parole lo colpirono. Annuì di nuovo. Ma rispose. -Anche Sansa allora ha mentito. Ha dato sostegno alle parole di Joffrey.- E gli disse della cotta della propria figlia per quello che lei chiamava “schifoso verme”. Caska rabbrividì orripilata. -Come… Come fa ad avere una cotta per quel cane rabbioso? Per chi ordina di uccidere un bambino?- Quelle parole furono come una spada che lo trapassava. -Siete sicura?- -Lord Griffith ne ha parlato. Questa sera, anche le vostre figlie saranno portate a testimoniare. Di nuovo.- -Sansa non…- -La mia parola ha più valore della sua. Non ero con loro, ma ho osservato tutto.- -Ma…- -Deve capire che quello schifoso non è un Principe Azzurro! O lo capisce, o non potrà sopravvivere in questo mondo! Non dopo aver tradito sua sorella. Non dite che i Lupi devono stare uniti, e che l’Inverno sta Arrivando?- Il Lord Primo Cavaliere si incupì. Intanto giunse Ser Barristan Selmy. –I Re desidera vedervi, Lord Stark. Insieme alle Ladies Vostre Figlie ed a Lady Caska.-
 
Era sera. Dentro alla tenda dove quel pomeriggio Re Robert aveva cercato di infilarsi l’armatura, consigliato poi dal vecchio amico di lasciare perdere, stavano radunati il Re, la consorte, i suoi figli, Ser Barristan segito da Ser Jaime, Lord Griffith col Vicecomandante Caska e Lord Stark con le figlie e le metalupe. -Come sono ancora vive?- Chiese stupita e arrabbiata Cersei. Caska rispose per lei. -Vostra Altezza, le ho trovate nel bosco. Una era ferita gravemente al collo, ma sono riuscita a curarla.- -Avreste dovuta lasciarla a terra, a morire.- Esclamò lei. -Aveva assalito le figlie di lord Stark e mio figlio.- -E’ una menzogna!- Tuonò invece Arya. Guardandola negli occhi. -Siete una bugiarda, come quello schifoso cane di Joffrey!- -ARYA!- -Come ti permetti, schifosa put…- -SILENZIO!- Tuonò Robert. -Tu l’altra volta hai detto che Joffrey ha tentato di uccidervi?- Chiese ad Arya. Lei annuì. -Ma tua sorella ha giurato che invece vi aveva attaccati.- -Temo che non sia vero.- Esclamò Lord Griffith. Era vestito di una veste azzurra e delle brache bianche da cavallerizzo. -Ho una testimone esterna a questi fatti. E ad un altro, se permette.- -Quale?- E Arya godette nel vedere gli sguardi di Sansa, Cersei e Joffrey imbiancarsi. -Io, Vostra Altezza.- E tutti rimasero in silenzio. -Mi stavo lavando, nell’altra sponda del fiume. Ho udito lady Arya duellare con un bambino. Stavano giocando. Poi ho visto arrivare Lady Sansa e il principe. Non so per quale motivo, ma Joffrey sguainò la spada, e ferì alla guancia il ragazzino.- -Menzogne.- -Allora Arya lo colpì con forza, e Sansa urlava, dicendogli di smetterla, ma il Principe continuava a mulinare la spada, insultando la Lady Stark chiamandola “puttana”.- -Menzogne!- -Era a terra, e la stava per ferire. E’ stato allora che la metalupa ha aggredito il principe.- -MENZOGNE!- Tuonò la Regia Cersei. -Stiamo ascoltando le menzogne di una puttana al servizio di una massa di mercenari?- -Altezza…- -RIMANGIATI QUELLO CHE HAI DETTO, SCHIFOSA BUGIARDA!- Arya aveva risposto alla regina. Tutti tacquero. Cersei bolliva di rabbia, inferocita verso quella bambina che l’aveva chiamata “schifosa”. Fu Caska a continuare. -Ho detto la Verità. Non una menzogna. Perché dovrei poi mentire?- -Sei stata pagata da Lord Stark…- -NO! NON…- -Non è possibile.- Esclamò Lord Griffith. -Seguiva la mia compagnia, e durante quei fatti eravamo lì vicino. Lei poi è il mio Vicecomandante, una persona dall’Onestà e Fedeltà Uniche al Mondo, pari a quella di Lord Eddard Stark, e la inviterei a parlare con rispetto verso Caska.- -Come vi…- -BEN DETTO!- Esclamò invece Re Robert. -E quale altro fatto sarebbe accaduto?- Chiese allora Re Robert. Caska stava per rispondere, ma Arya la precedette. -Joffrey ha ordinato al Mastino di uccidere .- -NO, ARYA!- -E’ la Verità. Caska?- La mercenaria annuì. Joffrey ormai tremava, smascherato, e pieno di rabbia. Cersei allora tuonò. -Come potete credere alle menzogne di…- -NON SONO MENZOGNE! TU MENTI!- Tuonò ancora Arya. E prima che Cersei rispndesse, Robert annuì. -E’ così, quindi.- Disse il Re. Gli occhi blu calarono feroci e colmi di furia sul Principe. Joffrey tremò. E così Cersei. -Non potete credere a…- -Due testimonianze, una per di più imparziale. Direi che è più che Vero.- -Non osare…- -SILENZIO! JOFFREY!- E il Principe avanzò. Robert avanzò verso di lui. -Alza lo sguardo.- Jofrey non lo fece. E lui lo fece.-Perché?- Disse lui. La Furia che pareva un Fiume in Piena, Straripante dagli Occhi e dal volto. Joffrey tremava, e pareva stesse balbettando qualcosa. Ma non potè dirlo. Uno schiaffo rieccheggiò per la tenda. E poi un altro. Cersei corse verso il figlio, ma un altro schiaffo la riportò indietro. -Hai disonorato te stesso e il tuo nome! Per colpa tua, i Baratheon si sono abbassati al livello del Re Folle!- -Ma…- -SILENZIO! CHE SIA FRUSTATO! COSI’ IMPARERA’ IL VALORE DELLA VITA!- Allora le urla di Joffrey risuonarono, mentre si aggrappava alle ginocchia del padre, e Cersei si gettava sul marito. -COME TI PERMETTI DI PUNIRE MIO FIGLIO? LUI E’ INNOCENTE! E’ SEMPRE INNOCENTE!- -Altezza,- Esclamò Lord Griffith. -Una punizione è certamente d’Obbligo, ma tale maniera è sicuramente eccessiva. E’ pur sempre il figlio del Re.- -Proprio per questo non lo condanno a morte come meriterebbe, o non lo diseredo.- Tuonò il Re. -Se non punisco il mio erede di un crimine come tentato omicidio e di ordine di questo, sarò diverso dal Re Folle?- -NON TOCCHERAI MIO FIGLIO!- Disse inferocita la Leonessa, stringendolo a sé, mentre piangeva come un moccioso. -Levati di mezzo, donna.- Esclamò Robert. -Se non ti levi, giuro che ti smalto sul muro, e ti faccio assistere alla punizione di MIO figlio.- -TU NON LO TOCCHI! NON TOCCHI IL FUTURO RE!- Ma prima che Robert alzasse la mano, fu Sansa a salvare tutti. Implorando in lacrime alle ginocchia del Re. -Altezza, vi scongiuro!- Disse lei. -Non fate del Male al Vostro Erede! Ha sbagliato, è Vero, ma era mosso dalla rabbia e dal Orgoglio Ferito! Come avreste agito davanti ad un contadino che si pavoneggiava a Cavaliere?- -HA UCCISO !- Urlò Arya. Ma Joffrey trovò il modo di fuggire. –E’ COLPA DEL MASTINO!- Urlò. -E’ STATO LUI A DIRMI CHE ERA MEGLIO UCCIDERLO! NON VOLEVO FARLO, LO GIURO!- E anche lui si inginocchiò, implorando perdono non al Re, ma al padfe. -PADRE, TI PREGO! CREDIMI! E’ COSI’!- E piangeva. Robert rimase immobile. Poi lo schiaffeggiò. -Ricordati questo colpo per sempre. E PORTATE QUI SER SANDOR CLEGANE!- In quel momento entrò Ser Sandor, il Mastino. -Mi hai chiamato, Altezza?- Robert fece segno di avvicinarsi, mentre Joffrey si rannicchiava alle gambe del padre, e Sansa veniva portata via da Ned e Cersei da Jaime. -Sei tu che hai consigliato al Principe di uccidere il garzone di tempo fa, ed hai poi compiuto quel ordine?- Il Mastino rimase in silenzio. Non tradì nessuna emozione. Guardò un poco per terra, ai piedi del Re. Poi rispose. -Sì. Ho ucciso il garzone, e ho consigliato al Principe di ucciderlo per salvare la faccia.- Robert annuì. Fece un cenno a Ser Barristan Selmy, e questo agì, e davanti al Mastino gli levò il mantello e la spada.  
Arya nemmeno osò guardare in faccia Sansa, che continuava a guardare con gli occhi per terra. Lord Stark non sapeva cosa dire delle sue figlie. Da una parte comprendeva che sua figlia volesse difendere il suo “promesso sposo”, ma anche comprendeva la Giusta Richiesta di Arya. Anche lui era convinto che qualunque punizione avrebbe ricevuto Joffrey, sarebbe stata troppo bassa. Anche se quello che era accaduto era certamente incredibile. Robert aveva ignorato le parole di Cersei, preferendo quelle di Caska e di Griffith. Se dal altra fu incredibile che il Principe potesse essere punito e che Robert agisse giustamente, dall’altra parte era sorprendente come Griffith riuscisse ad influenzare tutto secondo un suo progetto. Un progetto sconosciuto, che però non pareva apprezzato da Caska, e nemmeno da Ned. Intanto, le due metalupe continuavano a seguire le due principesse, e Ned si chiedeva se la presenza di quelle Bestie del Nord sarebbe stata accettata nella Corte. Intanto, una delle sue guardie giunse da lui. A seguirlo lo seguiva un uomo strano, dai capelli neri, uno strano abito tenuto da una cintura di stoffa e con due strane spade, i capelli neri tenuti in una coda, una cicatrice sul occhio e una pipa accesa, con una piccola accetta integrata. -Lord Stark.- Iniziò Ser . –Questo uomo ha fatto richiesta di parlare con lei. Continua a dire che…- -Ma tu sei l’uomo del porto. Coso, col nome Infinito…- -Mi chiamo Manji, Arya Hime!- Disse quello, ridacchiando. I suoi occhi a mandorla si posarono su Lord Stark, divenendo rispettosi. –Stark sama.- Esclamò questo, inchinandosi con rispetto. Lord Stark sorrise cortesemente. –Vedo che è arrivato in anticipo, Ser Manji. I Duelli saranno domani.- Lo straniero annuì. –Tuttavia volevo sapere qualcosa degli sfidanti. Pare che un Vostro Campione, noto come la Montagna, non parteciperà.- Lord Stark annuì. –Ser Gregor Clegane ha perso l’uso della mano destra, e temo non potrà più duellare, per tutta la vita.- -Meglio così, allora.- Esclamò il forestiero. – Sa, ho sentito che sia molto alto, grosso e veloce, e che non è un Guerriero Onorevole.- A quelle parole Ned Stark annuì. Il forestiero noto come Manji annuì a sua volta. –E’ stato un piacere vederla di nuovo, Lord Stark. Auguro a lei ed alle vostre figlie una Buona Serata.-



Beh, è un'orrore? Spero di no. Che si dia inizio alla lettura, e se vi piace o fa cagare, ditemi i motivi o anche come migliorare. Grazie.
  
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