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Autore: Misatona    19/02/2018    3 recensioni
Fanfic legata a "il principe dei saiyan 2.0". Bulma e Vegeta sono diventati amici, colleghi di lavoro e amanti. Vorrei legare qualche episodio in cui i due iniziano a provare qualcosa di più rispetto alla pura attrazione che li ha legati all'inizio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L’ampio ufficio di Bulma dava su una splendida vista della Città, sulla quale iniziavano a cadere i primi timidi fiocchi di neve.
“Accidendi, le previsiodi hanno azzeggado quesda volda. Etcì.”

***

La sera precedente, Bulma si era recata nel suo posto speciale per fumarsi l’ultima sigaretta della giornata in santa pace. Da quando aveva 10 anni, il piccolo dondolo della depandance posta nel retro di proprietà Brief, era il suo angolo di tranquillità dove potersi rifugiare dal mondo intero.
Incappottata e con coperta alla mano, si accese la sigaretta prima di girare l’angolo della depandance e trovarsi sul giardinetto nel retro.
“e tu che cosa ci fai qui?” chiese allibita di trovare qualcuno nel suo posto.
“potrei farti la stessa domanda” disse Vegeta staccando un auricolare dall’orecchio per poter ascoltare la donna.
“sono venuta a fumarmi l’ultima sigaretta della giornata”
“vai da un’altra parte, ci sono già io qui”
Bulma mutò espressione da sorpresa ad arrabbiata in un secondo “bello, questo è il mio posto da quando ho 10 anni. Sei arrivato un po’ tardi, non credi?” disse poi con un sorrisetto di supremazia. Si avvicinò e fece scansare l’uomo con un colpo d’anca. Aprì la coperta e se la mise addosso coprendo anche il Saiyan.
“Che modi” disse Vegeta che per tutta risposta si beccò un’occhiataccia dalla turchina.
“Come mai sei qui anche tu?” chiese la donna.
“Pensavo”
“A cosa?”
Vegeta si voltò verso la ragazza, tolse la sigaretta dalla bocca e sputò fuori una boccata di fumo. Non gli avrebbe mai detto che stava pensando proprio a lei, alla loro relazione clandestina e a quanto si stesse irrimediabilmente bruciando con un sentimento che sulla Terra chiamavano amore.
“A niente”
Bulma fece roteare gli occhi al cielo. Sapeva perfettamente che non voleva dirle il vero motivo per cui si trovava proprio li. “Se non vuoi dirmi a cosa pensi, mi puoi almeno dire cosa stai ascoltando?” sorrise.
“Tsk” sbuffò Vegeta passandole un auricolare.
 
Ma quando poi ti vedo c'e qualcosa che mi blocca
E non riesco a dire neanche come stai


Come stai bene con quei pantaloni neri
Come stai bene oggi


Come non vorrei cadere in quei discorsi
Già sentiti mille volte
E rovinare tutto


Come vorrei poter parlare senza preoccuparmi
Senza quella sensazione che non mi fa dire

 
Che mi piaci per davvero
Anche se non te l'ho detto
Perché è squallido provarci
Solo per portarti a letto
E non me ne frega niente
Se dovrò aspettare ancora
Per parlarti finalmente
Dirti solo una parola
Ma dolce più che posso
Come il mare come il sesso
Finalmente mi presento

 
(“Oggi sono io” Alex Britti)
 
“Non ti facevo uno da Alex Britti” disse lei entusiasta. “Etcì”
“Cos’era?” chiese allarmato Vegeta.
“Etcì. Oh no, mi sa che mi sto prendendo il raffreddore” disse Bulma soffiandosi il naso.
“E che diavoleria è?”
“Non hai mai preso il raffreddore? Etcì. Bhè adesso che ci penso anche Goku non l’ha mai preso. Etcìììì. È una malattia terrestre.”
Vegeta la guardava stranito ad ogni starnuto.
“Devo aver preso freddo”
“Per forza, vai in giro mezza nuda a metà gennaio con questo freddo” disse lui tornando a guardare dritto avanti a sé.
Bulma lo guardò offesa avvicinandosi pericolosamente al suo volto “Non mi sembra ti dispiaccia che vada in giro mezza nuda, scimmione”
Vegeta arrossì “la lieta visione che ho io non c’entra nulla col dato di fatto che ti ho esposto, saputella!”
Bulma sorrise: Vegeta era davvero tenero quando voleva per forza fare il duro nei suoi momenti d’imbarazzo. Lo baciò fugacemente. Un dolce bacio a stampo che fece arrossire ancora di più il Saiyan.
“E-e-etcììì. Ah, io torno dentro”

***
 
La mattina passò velocemente e Bulma peggiorava di ora in ora: il naso arrossato e le borse sotto gli occhi lucidi, la facevano assomigliare sempre di più ad uno zombie. Il cerchio alla testa iniziava a diventare insopportabile e stare davanti al pc non l’avrebbe di certo aiutata.
“Oh Kabi saba. Forse è meglio che bada a casa” sbuffò la turchina.
Cliccò il tasto dell’interfono per poter parlare con la segretaria “Bex. Mi buò gangellare gli abbundamendi di oggi bomeriggio? Non sdo moldo bene”
“Certo signorina Bulma.”
“Bandabi una bail con tutti gli abbundamendi della seddimana, per favore”
“Certo signorina. Dovrò cancellare anche quelli?”
“Don lo so. De lo faccio sabere.”
“D’accordo signoria”
Chiusa la comunicazione Bulma prese la sua inseparabile Michael Kors nera e si recò ai laboratori del pian terreno, dove suo padre e Vegeta lavoravano. Cliccò l’interfono che dava al loro laboratorio “Babà?”
“Bulma, tesoro sei tu?”
“Di. Vado a casa, non mi sendo moldo bene. Etcììì. Se esci un segondo ti lascio la documendazione che mi abebi chiesdo” disse affannosamente mentre cercava di respirare.
“Ti mando Vegeta, non posso allontanarmi dal pc. Sto seguendo un calcolo. Riguardati figliola”
Bulma attese qualche minuto finchè le porte scorrevoli blindate non si aprirono e ne sbucò un Vegeta con un ghigno stampato in faccia. Quando alzò lo sguardo, quasi si spaventò. “Hai un aspetto terribile”
“lo do. Tieni quesdi. Dalli a babà. Etcìììì” rispose risentita Bulma che girò subito i tacchi per andarsene a casa “Etcììì. Baledizione!”
 
La sera, mentre Vegeta tornava a casa a bordo della sua fiammante testa rossa, ricevette una telefonata da Bulma.
“Stavo proprio pensando a te, stronza”
“Ah si? e come mai pensi alla mia ragazza Vegeta?” disse acido Yamcha.
Ma che diavolo voleva il mollusco?
“Perché la stronza mi ha attaccato la vostra diavoleria terrestre. Etcììì.”
“e tu come fai a sapere che Bulma ha il raffreddore?” chiese circospetto il fidanzato della turchina.
“Emh, non so se te ne sei reso conto razza di idiota, ma io vivo e lavoro con la tua fidanzata.” Disse con tono sarcastico ed ovvio Vegeta. Si, certo. La scopava anche, ma questo era un dettaglio.
“Ah.. Giusto” gli sembrava plausibile.
“Etcììììì. Oh, maledizione! Dimmi che diavolo vuoi mollusco! Ho già questo raffreddore che mi da sui nervi, non ti ci mettere pure tu”
“Bulma non sta bene e non si sente di cucinare. Così visto che sei fuori mi ha detto di chiamarti per le pizze”
“E cosa ti fa credere che io vada a prenderle?”
“Il fatto che o vai a prenderle oppure resterai a digiuno perché non ci sono i genitori di Bulma e di certo io non cucinerò per te” disse vittorioso Yamcha.
Quanto gli dava sui nervi.
“D’accordo. Etcì. Oooh, al diavolo!”
“Bene. Ti mando un messaggio con le pizze da ordinare… fattorino” detto questo riagganciò velocemente. Sapeva di aver mandato su tutte le furie il principe.
“Fai il furbo eh? Vedremo chi è più furbo” un ghigno malefico si era stampato sul volto del Saiyan che lesse il messaggio con le pizze ed accelerò sfrecciando verso la pizzeria.
 
“Ma quanto ci mette per 3 pizze?” sbuffò Yamcha intento a giocare con la playstation “ho una fame..oh no! Ho perso di nuovo!”
“Bazienda angora un bò” disse Bulma raggomitolandosi sotto la coperta nell’ampio divano del salotto.
Il tintinnio delle chiavi di casa che aprivano la porta destò Yamcha dal regno di Super Mario Bros e Bulma da quello degli inferi.
“Ce ne hai messo di tempo” disse Yamcha spegnendo la console. Non ricevette risposta ma solo un’occhiataccia. Vegeta posò le chiavi sulla mensolina di fianco all’ingresso e diede la borsa con le birre al mollusco guardandolo negli occhi “è già indecente che debba cenare con il tuo volto sotto al naso, almeno stai zitto”.
Lo sfregiato per tutta risposta, grugnì. Bulma li raggiunse avvolta nella coperta.
“Etcì.”
“Di sei raffreddado anghe du?” chiese Bulma sedendosi al tavolo aprendo il cartone della sua pizza.
“Non mi avevi detto che era contagiosa questa roba.” Vegeta imitò i gesti di Bulma, sedendosi di fronte a lei senza smettere di guardarla in cagnesco.
Yamcha si sedette a capotavola, lontano dai due infetti “Sarà meglio che io stia alla larga da voi due”
“Don sei simbadico”
“No, ma non posso ammalarmi. Se salto a lavoro sono finito...Non sono fortunato come voi due” disse un po’ risentito. Insomma lui era il fidanzato storico di Bulma e il suocero non aveva mai cercato un posto per lui in azienda, mentre arriva il primo bell’imbusto scorbutico e trova subito un posto per lui? Non era affatto giusto.
Yamcha si affrettò a tagliare la pizza e ad assaggiarne la prima fetta. Iniziò a masticare finchè il salamino piccante non si fece sentire in tutta la sua piccantezza. “Accidenti se picchia” disse scolandosi quasi un’intera bottiglia di birra. Vegeta lo guardò di sottecchi ridendo sotto i baffi: forse aveva detto al pizzaiolo di mettere il salame più piccante che aveva e di aggiungere anche dell’olio al peperoncino nella pizza di Yamcha? Forse.
“Che c’è? Un uomo che prende una pizza del genere non dovrebbe fare tutte queste scene” disse Vegeta ghignando.
“Non è mai stata così piccante” Yamcha si alzò e si diresse al frigorifero per prendere altra birra in soccorso alla sua gola in fiamme. Bulma guardò male Vegeta e gli tirò un calcio.
“Che c’è?” chiese sottovoce e nervoso Vegeta.
“Dei sdado du?!”
“Ha cominciato lui, mi ha dato del fattorino al telefono”
“uhhhhh ora va meglio” disse Yamcha dopo essersi rinfrescato.
 
Finita la pizza, Yamcha si offrì di sistemare la cucina al posto della sua ragazza che stava veramente male. La turchina si andò a sdraiare sul divano e si riavvolse nella coperta guardando la tv.
La raggiunse Vegeta tremando, che si sedette di fianco a lei. “Etcì. Dammi un po’ di coperta,  donna. Ho freddo.”
“Brendine un’aldra. Ho drobbo freddo Vegeta”
Il Saiyan sbuffò “non mi va più di alzarmi, dai fammi spazio” tirò a sé un po’ di coperta.
“Ghe modi. Lasciami un bò di goberta. De la sdai brendendo dudda du!” disse arrabbiata Bulma tirando la coperta dalla sua parte.
Vegeta non mollava “vorrei ricordarti che me l’hai attaccato tu il raffreddore”
“Ghe cendro io? Abrai breso freddo” Bulma tirava dalla sua.
Yamcha intanto era incredulo sulla porta della cucina ad osservare la scena di quei due. Gli facevano un po’ pena e un po’ rabbia. Vegeta tappò il naso a Bulma: questa dapprima arrabbiata, cominciò a ridere come una matta cercando di fare lo stesso a Vegeta che per tutta risposta rise divertito anche lui. Yamcha decise che era il momento di intervenire: così vicini e complici non li aveva mai visti e ciò gli fece ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia.
Si mise in piedi di fronte ai due che si bloccarono all’istante e tornarono seri “Tieni la dannatissima coperta”
Vegeta prese la coperta e si mise all’altro lato del divano lasciando sedere nel mezzo Yamcha. Passarono la serata a guardare la televisione in silenzio: si era creata una tensione che si poteva tagliare con il coltello. Lo sfregiato guardò l’ora: le 22.00.
“Tesoro hai bisogno ancora di qualcosa? Io andrei, domani mattina mi sveglio presto” si alzò dal divano carezzando una guancia di Bulma. “Do, grazie desoro. Dra boco vado a leddo” sorrise lei.
Yamcha si abbassò e le diede un bacio sulla fronte “Riposati”
Tornando in posizione eretta, si voltò a guardare il principe che lo stava osservando da sotto la coperta senza farsi vedere. Come si voltò, lui riportò gli occhi sulla televisione. “Ciao fattorino”
“Vaffanculo. Etcìììì”
Bulma e Vegeta rimasero per un po’ in silenzio. Lei guardava la tv e lui la osservava. Certo che quel raffreddore l’aveva ridotta proprio ad uno straccio. E che colorito. Non era per niente attraente così conciata, ma lui la trovava comunque irresistibile. Si fece più vicino alla turchina “certo che sei proprio brutta col raffreddore” disse serio.
“De sono gosi brudda, berchè non de ne dorni da dobe sei benuto?” indicando l’altro capo del divano. Vegeta si accocolò meglio vicino alla turchina con un sorriso sghembo da vero bastardo.
“Ho freddo”
“Dei sicudo di non abere la febbre?” avvicinò le sue labbra alla fronte del Saiyan che arrossì violentemente. Non era ancora abituato a tutti quei riguardi che avevano l’uno per l’altra. Era solo sesso il loro, ma si stava pian piano trasformando in qualcosa di più senza che loro se ne rendessero conto.
“Ma dei bollende!” disse Bulma alzandosi e prendendo il termometro.
Vegeta sbuffò: perché si era dovuta alzare e interrompere quel contatto così piacevole? Prese il termometro e si misurò la temperatura scoprendo di avere la febbre alta.
“Brendi guesta. Domani sdarai meglio” Bulma gli allungò un blister con la tachipirina.
“Che roba è?”
“uda medicina. Dai brendila e non bare sdorie” si risedette vicino al Saiyan che prese la medicina e coprì poi la turchina con la sua coperta. Vegeta arrossì al sorriso che Bulma gli aveva donato.
“Hai lasciato la tua coperta in giro” disse per togliersi dalla situazione d’imbarazzo. Lei non rispose, ma si accoccolò vicino a lui ed entrambi si addormentarono l’uno sulla spalla dell’altro.
 
La mattina seguente Vegeta si sentiva molto meglio: quella medicina doveva aver stroncato sul nascere l’influenza. Guardò la sua turchina che durante la notte si era adagiata al suo petto e sorrise. Sciolse l’abbraccio in cui l’aveva legata a sé e cercò di svegliarla il più delicatamente possibile “hey, bella addormentata”
Bulma si stropicciò gli occhi. Vegeta aveva avuto una delicatezza che nemmeno lui credeva di possedere. “Come ti senti?”
“Beglio.” Sorrise lei “e du?”
“Io sto bene” disse sorridendole e alzandosi dal divano. Bulma si poggiò al bracciolo e si riappisolo. Dopo qualche minuto Vegeta tornò con due tazze di thè fumanti.
“Hey, biancaneve! Sveglia” disse con un po’ meno delicatezza rispetto a prima. Insomma, ormai era sveglia.
Gli mise la tazza sotto al naso e Bulma aprì gli occhi al profumo dell’agrumato thè e si sorprese di un gesto tanto gentile del principe.
“buoi fare nebicare?” disse Bulma mettendosi composta per bere il thè, lasciando un po’ di spazio a Vegeta che si riaccoccolò vicino a lei.
“siamo a pari ora” sorrise soffiando sulla tazza, riferendosi al soccorso prestato la sera precedente. Bulma sorrise di rimando.
“Dai Vegeta, non è brobrio bale il raffreddore se bosso abere dudde gueste addenzioni da de” Bulma si girò a guardarlo. Vegeta si perse in quegli occhi cristallini. La tirò a sé poggiando la sua mano sulla nuca di lei e la baciò, facendo intrecciare le loro lingue in una lenta danza di passione. Si staccò e le carezzò la testa regalandole un sorriso dolcissimo che fece arrossire la turchina lasciandola di stucco. Ma era davvero Vegeta?
“Non abituartici.” Si girò e soffiò di nuovo sul suo thè bollente chiudendo gli occhi con un’espressione tra il serio e il disgustato. “E usa un po’ di trucco, per la miseria. Sei un mostro.”
“ghe gooosaaaa?” urlò furiosa Bulma. “de lo faggio vedere io il mosdro! Etcììì”
Starnutì facendo scoppiare Vegeta in una grossa risata.
“Oohh, baledizione!”


.
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Buongiorno! Lo so, dovrei continuare l'altra fanfic ma volevo legare qualche momento tenero tra Bulma e Vegeta così ho iniziato questa raccolta.
Non sarà lunghissima, 3/4 capitoli al massimo.
Sono ad un punto "critico" nell'altra e dovevo staccare un attimo il cervello. ^^'
Spero possa piacervi anche questa raccolta.

Alla prossima,
Misato
  
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