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Autore: PrincessintheNorth    19/02/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
Perfetto.
Davvero perfetto.
Cinque giorni di viaggio, da Winterhaal al Tridente, senza pause o altro, per cercare Katherine in lungo e in largo in tutto il castello e non trovarla: controllare in mare, e trovare la nave di Sìgurd, atterrarci sopra e sentirmi dire “no, non è qui”.
-     Ma sei sicuro? – insistetti.
-     Guarda che conosco piuttosto bene mia cugina. – osservò. – E penso di riconoscere una Katherine sclerata e incinta quando la vedo. Inoltre, avrebbe già preso il timone.
-     Anche tu sai del bambino, eh?
-     Che ci posso fare, mia madre mi invia continuamente lettere informandomi dettagliatamente di tutte le visite che Katie fa da papà, delle nausee, della crescita della pancia, degli sbalzi d’umore …
-     Ne sai più di me. – constatai.
-     Che ci posso fare, è figlio mio. – ridacchiò.
-     Tu ti rendi conto di essere un idiota, vero? – risi a quel punto.
-     Beh, così idiota che faccio figli con tua moglie …
-     Sì, sì. Io intanto non perdo tempo e la vado a cercare. A proposito, dove credi possa essere?
-     In realtà non lo so. A quanto mi hai detto, era sconvolta, e quando si sconvolge lei viene qua. Ma hai detto che Antares è ancora a Winterhaal, quindi è probabile che ci metta un po’ più di tempo, a piedi o a cavallo. Potresti averla battuta sul tempo. – commentò.
Finalmente aveva detto una cosa intelligente. Tuttavia, mi resi conto, l’espressione preoccupata non gli si era ancora distesa.
-     Potrebbe venire qui. – proseguì. – Oppure sulle Montagne Ghiacciate.
-     Perché proprio là?
Deglutì. – Le perdite di magia … potrebbero essere una cosa di famiglia. Successe a nostra zia Sienna, e … e anche a me e Katherine. Quando sia lei che io avevamo dei veri problemi a controllarla, e con veri problemi intendo che eravamo un rischio per gli altri, zio Derek ci portava sulle Montagne Ghiacciate. Stavamo là una settimana o due, dipendeva dalla gravità delle perdite, e di solito aiutava parecchio. Quindi potrebbe anche essere andata là.
Ma ormai, da quando aveva iniziato a parlare di perdite di magia e difficoltà a controllarla, la mia mente aveva iniziato a viaggiare. In un attimo, mi ero ricordato di una conversazione origliata da piccolo: Morzan e mamma parlavano, ed erano piuttosto preoccupati, perché lei, me ne rendevo conto solo ora, ogni tanto aveva delle difficoltà a controllare la sua magia.
Non faceva del male alle persone, poteva capitare, a quanto mi ricordavo da un dialogo origliato diciannove anni prima, che rompesse qualche oggetto quando provava emozioni piuttosto forti, ma comunque ne era spaventata.
Il bimbo che Katherine portava in grembo era mio figlio, oltre al mio sangue aveva anche quello di mia madre: forse non era solo una questione di irritabilità dovuta alla gravidanza, forse era proprio la magia del piccolo.
-     Che hai? – fece Sìgurd, stranito. – Oooh?! Nave chiama Murtagh. Rispondi, Murtagh.
-     Devo andare. – fu tutto ciò che riuscii a dire. – Devo trovarla.
-     Bene, grazie per la visita.
Dovevo scoprire se la mia tesi fosse corretta. E per farlo, dovevo trovare Katie.
 
 
 
Di nuovo, il libro d’incantesimi di Morzan fu piuttosto utile.
Almeno, nella sezione riguardante gli incantesimi di localizzazione, non c’erano gli insulti della mamma, ma solo modifiche (piuttosto sostanziali e corrette, mi resi conto) di Morzan.
-     Cosa sta facendo?! – esclamò una domestica entrando, preoccupatissima.
-     Ma dice a me?
-     Il camino! Va assolutamente spento! – strillò, affrettandosi a spegnerlo.
-     No, fa freddo, l’ho acceso per un motivo!
-     Ma Sua Altezza Reale, la Principessa Katherine, ha assolutamente vietato di accenderlo, nella maniera più categorica. – disse serissima. – Rovinerebbe i reperti, le conchiglie e deturperebbe l’aroma della stanza.
-     Ma …
-     Qui è la parola di Sua Altezza Reale a dettare legge. – spiegò scrollando le spalle.
-     E il fatto che io sia suo marito non conta nulla?
-     La proprietà del castello è unicamente a titolo di Sua Altezza Reale.
Giusto.
Con un incantesimo, spensi il camino, per poi uscire e dirigermi verso la biblioteca, dove di sicuro avrei trovato un altro camino: dopo un’ora, finalmente, trovai l’incantesimo giusto. Mi servivano solamente una mappa e un oggetto che Katherine avesse toccato.
In fretta, tornai in camera sua, presi una tra le varie conchiglie che riposavano sulla mensola del camino e la misi sulla mappa, per poi recitare l’incantesimo.
Il risultato fu parecchio spiazzante.
Katie …
-     Murtagh?
Era proprio lì, dietro di me, un’espressione confusa e sospettosa sul viso.
Non sembrava affatto reduce da un lungo e tremendo viaggio. Era lì, tranquilla e, a quanto vedevo, in salute.
Non ci avrei scommesso, ma mi sembrava che la pancia fosse cresciuta ancora un po’.
-     Che ci fai qui? – chiese, ma un mezzo sorriso le era affiorato in volto.
-     Cosa ci fai tu qui?! Come ci sei arrivata?
-     Con Antares, no?
-     È impossibile, Antares è a …
-     Winterhaal? – ridacchiò. – Lì c’è solo una sua pallida imitazione. Diciamo che ho sfruttato quella vecchia idea che Eragon ha usato durante l’assedio di Uru’Baen.
Grazie, amore, non ci ero arrivato.
-     Il punto è che tu non puoi volare, Katherine. Non potresti nemmeno viaggiare.
Arrossì, visibilmente in imbarazzo. – Non ho … non ho avuto molta scelta.
-     Fammi indovinare, stavi per andare alle Montagne Ghiacciate?
-     Come fai a … - fece, corrugando la fronte, stranita.
-     Hai un cugino chiacchierone che, tra le altre cose, asserisce che non sia io il padre del bambino. – commentai, mentre la abbracciavo. – Cos’hai da dire a riguardo, moglie infedele?
-     Che hai scoperto della relazione incestuosa tra me e Sìgurd. – ridacchiò. – E che ora dovrai proteggerci per evitare uno scandalo a corte.
-     Ma davvero?
-     Mmh- mmh …
Rimase accoccolata tra le mie braccia ancora un po’, e sembrava così tranquilla che non ritenni giusto tirare fuori l’argomento magia.
Anche se sapevo sarebbe stato inevitabile.
-     È successo qualcosa al bambino, durante il viaggio?
Scosse la testa. – Se n’è rimasto lì tranquillo. E prima che tu ti preoccupi, non ho dormito sotto le stelle o mangiato cose strane. Sono andata sempre in qualche locanda o palazzo abitato da un nobile di cui mi fidassi.
-     Bene … e tu sei stata bene?
-     Insomma … il vomito è quello che è. – sospirò. – Suppongo di non poter volere tutto dalla vita. Vuoi il bambino? Vomita.
Improvvisamene, aggrottò le sopracciglia, per poi avvicinarsi al camino.
-     C’è della fuliggine. – osservò.
Quando mi guardò, un’espressione indispettita sul viso, capii che mi aveva beccato.
-     Katie, faceva freddo! – protestai.
-     Ti prendevi un cappello!
Subito dopo, iniziò a controllare convulsamente che tutte le sue cose non avessero subito danni, completamente in ansia.
-     Katie, calmati, la tua vita non dipende da quei cosi. – sbuffai.
-     E la tua non dipende dai tuoi genitali.
Oh.
Messaggio capito.
 
 
 
 
Tutto andò bene, fino a quando non scomparve di nuovo.
Maledetta ragazzina incinta, e maledetto me che mi facevo imbrogliare da lei.
Mi aveva detto che sarebbe solamente andata nelle cucine per prendere una torta, per farsi perdonare per quella che non mi aveva portato una settimana prima … e invece, come allora, non era tornata.
A quel punto, non fu difficile capire dove fosse andata, o meglio, dove fosse diretta, dato che ero convinto che non avesse ancora raggiunto la sua destinazione ultima, ovvero le Montagne.
Riuscii a raggiungerla a metà strada, e a farla scendere a terra, anche se non fu esattamente facile. La convinse solo la minaccia che, se non l’avesse fatto, l’avrei presa di peso e tirata giù da Antares fisicamente.
Non ero riuscito a tirare fuori il discorso sulle perdite di magia, proprio perché la vedevo tranquilla e serena, e avevo, erroneamente, creduto che il viaggio da Winterhaal a Northern Harbor l’avesse tranquillizzata.
-     Katherine, senti … - provai ad introdurre il discorso, ma mi fermò subito.
-     Una volta che sarà nato, occupati tu del piccolo. – sussurrò, mentre potevo vedere le lacrime bruciarle negli occhi.
Per almeno cinque minuti, non seppi cosa dire.
Non era possibile, non poteva essere.
La Katie che conoscevo non avrebbe rinunciato al nostro bambino per nulla al mondo, sapevo quanto lo amasse …
Katherine è anche quella che ti ha indotto a tradirla per proteggerti, mi ricordò Castigo. Se ha fatto quello per te, credi che non sarebbe disposta a lasciarti il cucciolo-d’uomo per proteggerlo?
-     Non posso. – singhiozzò, mentre tutte le emozioni, che evidentemente aveva trattenuto per giorni, non erano più contenibili. – Non posso essere la madre di un bambino che potrei ferire …
-     Katie, non ti devi preoccupare.
-     Ma …
-     Niente ma. Questo è nostro figlio, tuo e mio. E non devi avere paura di queste perdite, le risolveremo. – la rassicurai.
-     No, invece! Credevo fossero risolte … e invece … invece …
-     Ascolta, ho una teoria, a riguardo. Forse, potresti non essere stata tu ad avere la perdita, ma il bambino.
-     Murtagh, è minuscolo, figurati se …
-     Ti spiegherò meglio a casa, amore, ma non credo che isolarti dal resto del mondo in una landa ghiacciata possa farti esattamente bene. Anzi, sicuramente non farebbe bene, né a te né al bambino. Che facevi mentre Jasper ti diceva quelle cose, mangiavi?!
Sapevo che, quando mangiava qualcosa che le piaceva, Katie tendeva a concentrarsi solo su quello.
Ciò che non mi aspettavo era il rossore sulle sue guance.
-     Stavi mangiando davvero?!
-     L’avocado! – protestò. – Il bambino lo voleva, non io …
-     Sì, sì, va bene.  E pensi che crescano gli avocado sulle Montagne Ghiacciate?
Sospirò, asciugandosi le lacrime con il pugno. – Non posso …
-     Certo che puoi. Non sei sola, ti aiuteremo tutti. Di certo non lo farà l’aria gelida.
-     Ma …
-     Katie, ascolta. Tu sarai una fantastica mamma, la migliore di tutte. Se non credi a me, chiedi a April o Annabeth. Con loro non hai avuto perdite di magia, no? E allora perché dovresti averne con questo bambino?
Deglutì. Ora desisteva con il suo progetto del prendere e andarsene.
Dovevo sfruttare l’occasione.
-     Anche mia madre aveva il tuo stesso problema. Andiamo a casa. Se è diventata la Mano Nera, troveremo sicuramente cosa le ha consentito di controllare la sua magia. E poi, io come lo allatto un bambino? Stanno crescendo a te, non a me.
Finalmente, un mezzo sorriso.
-     Non succederà niente al piccolo. Il suo unico rischio è di morire di noia per tutto l’affetto che gli daremo. Ma di sicuro non sarà la sua mamma a recargli un danno. Pensaci. Le perdite le hai avute con persone che ti hanno fatta arrabbiare, che in quel momento odiavi. Sarà difficile che arriverai a odiare il piccoletto, no?
Quello la convinse.
O forse fu la speranza di non sentirmi più tirare fuori concetti filosofici e sdolcinatezze.
Fatto sta che accettò di tornare a casa.
   
 
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