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Autore: Tati Saetre    21/02/2018    7 recensioni
Bella ha diciassette anni, vive a Forks e conserva un segreto di cui nessuno dovrà venire a conoscenza.
Edward ha - apparentemente - diciassette anni, una bellezza eterea e si è appena trasferito nella città più piovosa di Washington.
Cosa li accomunerà?
I segreti di Bella verranno a galla, prima o poi?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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“Bella

LEGGETE LE NOTE A FINE CAPITOLO!

BUONA LETTURA <3

 

Decimo capitolo – Bella

17 anni dopo…

 

 

“Bella! Bella!” Mi volto, vedendo la donna bionda che mi corre incontro.

“Dimmi.”

“I nuovi turisti arriveranno tra un’ora.” Annuisco, senza rispondere. “Lui vuole vederti, tra un’ora.” Precisa la ragazza davanti a me, indicando una grande porta a pochi metri di distanza.

Anche io?” Ultimamente, vuole sempre me.

“Sì, insiste.”

“Perché?” La ragazza sbuffa sonoramente.

“Bella, non ne ho idea! Questi sono gli ordini. Tra un’ora ti farai trovare lì, sennò qualcuno verrà a prenderti.

“Tra un’ora sarò lì.” Preciso, guardandola in cagnesco. Ho sempre rispettato un ordine del Capo, che fosse per cavolate o per cose serie.

“Bene.” Senza aggiungere altro, si gira e torna da dove è venuta. Non aggiungo niente nemmeno io, e continuo per la mia strada. I corridoi sono lunghi e bui, fatti di mattoni vecchi che quasi cadono. Poche lampade illuminano il percorso che porta alle stanze. La mia si trova al piano superiore, insieme a quella di tutte le altre reclute donne. Al terzo piano, ci sono i dormitori degli uomini. Al quarto, l’enorme stanza del Capo. E qui, - dove sono ora – accogliamo i turisti che vengono in visita ogni giorno, divisi in gruppi. E ora penso proprio che il Capo voglia che mi occupi di uno di questi gruppi, oggi.

“Bella” un ragazzone alto e muscoloso mi saluta, passandomi vicino. Ricambio con un cenno della testa, sbrigandomi ad andare nella mia stanza. Una volta dentro, prendo un lungo respiro.

Qui è… strano. I giorni sembrano essersi fermati, così come le ore, i minuti e i secondi. Sembra come se la mia vita fosse programmata in ogni minimo particolare, ma non da me. C’è chi fa tutto per me. Ogni giorno vengo svegliata alle otto, e vengo portata in una stanza dove faccio colazione. Sono l’unica a mangiare qualcosa, in quella stanza. Poi ho una ventina di minuti per sistemarmi, e dopo di che inizia la scuola. Sono due i miei insegnanti, e devo dire la verità, con loro non mi trovo per niente male. I Professori sono gentili, e cercano di spiegarmi ogni cosa, in qualsiasi modo sia possibile.

Come parlare.

Come comportarmi.

Come mangiare.

Come agire.

Come uccidere.

Non sono mai stata d’accordo con l’ultimo punto, ma è una delle regole fondamentali, qui: se vuoi sopravvivere, devi uccidere.

Noi siamo diversi.

Me lo ripetono tutti i giorni, aggiungendo che sì, noi siamo diversi, ma non saremmo mai accettati. Mi è stato detto che passerò il resto della mia vita qui, e non mi lamento. Non mi manca niente. Dopo la scuola c’è il pranzo, poi un paio d’ore di riposo, e si parte con gli allenamenti. Quelli sì, che sono duri. Per allenamenti il Capo intende qualsiasi cosa possa far sbloccare e domare i miei poteri, e non da sola. Lui vuole il controllo totale su tutto, anche quando non può. Con me non ci riesce, e la maggior parte delle volte sconto questa pena.

Non ho ricordi ben delineati su quello che è successo prima… prima del Capo, prima di… questa vita.

Dentro di me… sento come se non fosse la prima. Sento che c’è qualcosa. Qualcosa di più profondo, dietro. Qualcosa che non riesco a capire, non riesco a captare. Qualcosa che è… buio.

Dietro di me c’è un buio profondo.

 

 

“Oh, Isabella!” Sorrido, facendo un mezzo inchino. Non è il Capo, ma è uno dei suoi due fratelli. Mi è stato insegnato anche questo: fai parte della famiglia, ma non come loro.

“Buongiorno.”

“Stella, tutto bene?” Faccio un mezzo sorriso, perché non mi è mai piaciuto quel soprannome. Stella.

Non è l’unico che lo usa, anzi, sono molte meno le persone che mi chiamano Bella.

Tu sei la nostra stella, queste sono state le parole del Capo quando sono venuta qui. Mi hanno raccontato poco, soltanto che mi hanno salvato la vita. E sarò per sempre loro debitrice.

“Tutto bene, grazie. Mi sta aspettando?”

“Ti stanno aspettando.” Precisa lui.

“Ti?”

“Sì, non è solo. Prego.” Apre l’enorme porta, facendomi entrare e richiudendola subito dopo. L’aria è gelida, come sempre. Questa è la stanza delle consulenze, la sala riunioni, come preferisco chiamarla. Davanti a me ci sono tre poltrone, due occupate. In piedi alla mia destra invece ci sono due delle più fidate guardie del Capo.

“Isabella!” Batte entrambe le mani, invitandomi ad avanzare. Lo faccio, fino a trovarmi a pochi centimetri da lui. 

“Com’è andata la tua giornata?”

“Molto bene, grazie signore.” Ride, una risata quasi maligna.

“Sono felice. Ora migliorerà di certo!”

“Sì?”

“Oh, sì mia stella. Abbiamo due nuove reclute, e non vedo l’ora di farteli conoscere. Sarai la prima!”

“La prima?” Lo guardo scettica, perché non è possibile. Sono l’ultima arrivata, e non posso essere la prima ad occuparmi di questi… novellini.

“Sì, proprio tu. Il consiglio si è riunito, ed abbiamo deciso che sei pronta per cercare di addestrarli… o dargli una mano.”

“Io?” Chiedo di nuovo, facendo ridere il Capo per la seconda volta.

“Non esserne così stupita, stella. Certo, proprio tu. Quando avrai bisogno di aiuto, non esitare a chiederlo. Sarai sempre affiancata da una guardia, ma sei pronta per fare un passo avanti. Poi, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Uno di loro ha dei poteri speciali, proprio come te!

“Come me?”

“Non esattamente.” Si schiarisce la voce, iniziando a camminare per la stanza. “Un potere quasi come il tuo. Ma dato che l’addestramento non è bastato e noi non siamo ancora in grado di utilizzare i nostri poteri su di te, volevo riuscire a capire se con lui ce la fai. Sono nuovi, proprio come te. Magari istaurerete anche una bella amicizia, chi lo sa?” Annuisco, perché è l’unica cosa che posso fare. Il buio dietro di me porta molti strascichi nella mia vita, ma dopo voglio solo la luce. Che tutto sia chiaro.

Sei contenta, mia stella?” Annuisco di nuovo, senza parlare. “Allora?”

“Sì.” Mi schiarisco la voce, deglutendo. “Sì, Aro. E’ tutto chiaro.”

 

 

“Marcus! Hai sentito che notizia meravigliosa?”

“Meravigliosa, Aro.” Risponde Marcus, sulla sua poltrona.

“La nostra Bella è pronta ad incontrare le nuove reclute, e a prendersi cura di loro. Li farai sentire come se stessero a casa loro, non ne ho dubbi.” Dice Aro, guardandomi attentamente.

“I nostri ospiti sono già qui?” Chiede il fratello di Aro, sospirando.

“Sì, sono già qui!” Dice lui, tutto contento. “JANE! DIMITRI!” Non fa in tempo a nominarli, che Jane e Dimitri entrano nella stanza, portando dietro di loro due persone. Vedo un ragazzo ed una ragazza, più o meno della mia età.

“Isabella, Dimitri sarà la tua spalla destra per tutto il tempo che ti servirà. Volevo affiancarti Jane, ma sarà con me per alcuni affari. Annuisco di nuovo, cercando di scrutare qualcosa dietro le sagome di Dimitri e Jane. L’unica cosa che so per certo, è che anche i due stranieri sono vampiri. Lo capisco dalla pelle bianca e che anche da lontano, sembra come il marmo.

“Prego ragazzi, portateli avanti.” Entrambi tirano con facilità due catene, facendo cadere in ginocchio le due reclute. Anche a me è toccato lo stesso trattamento, quando sono arrivata qui. Mi guardavo intorno con aria spaesata, avevo freddo e fame nello stesso modo, ed ero… arrabbiata. Così arrabbiata che avrei potuto uccidere una persona. Ma tutta quella rabbia… non ho mai capito da dove arrivasse. Tutt’ora, non sono riuscita a capirlo. E quello che leggo negli occhi rossi delle nuove reclute è proprio la stessa sensazione che ho provato io: rabbia, così tanta rabbia che se Jane o Dimitri rompessero la catene… ucciderebbero tutti in questa stanza. Me compresa, che ho il compito di diventare loro amica.

“Isabella!” Aro richiede la mia attenzione, avvicinandosi ai due per terra. “Ti presento i tuoi nuovi compagni, Edward e Tanya.”

La bionda continua a ringhiare, con la testa bassa e fissa sul pavimento. Lui, invece, porta subito i suoi occhi rossi nei miei. Lo fisso in silenzio per qualche secondo, finché anche il suo ringhio si aggiunge a quello della sua compagna, e so che è per me. Nei miei confronti.

Perché tutta la rabbia che sta provando lui, l’ho provata anche io.

Perché ero pronta a far di tutto, pur di andar via da lì.

Perché so che non è il mio posto, ma non so nemmeno come ci sono arrivata. Chi mi ci ha portata e perché. So soltanto che Aro mi ha salvata, insegnandomi tutto ciò che prima non sapevo. E lo farò anche io, con queste due nuove reclute.

Tanya e Edward.

Edward e Tanya.

Ci ripenso, e quel nome non riesce ad andarsene dalla mia testa.

Edward.

Edward.

Edward.

 

 

NOTE FINALI

Sì, questo è l’ultimo capitolo di False Bugie. E sì, avete letto bene. C’è un lasso temporale abbastanza lungo dal penultimo capitolo a questo. Ben diciassette anni. State tranquilli, non lascerò tutto al caso, anzi. Nella seconda parte di False Bugie avrete molte risposte alle vostre domande!

Quindi, per chiarirci: la seconda parte di False Bugie si intitolerà Verità Nascoste, ed arriverà sui vostri schermi a Marzo. Mi prenderò questi dieci giorni di tempo per mettere bene tutto su carta, e per riuscire a darvi degli aggiornamenti fissi! Quindi, ringrazio tutti per aver letto la mia Fanfiction! Vi aspetto con la seconda parte, a Marzo!

Grazie, grazie e ancora grazie!

 

 

 

   
 
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