Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: inu_ka    24/02/2018    1 recensioni
Sesshomaru, Tomoe e Kurama sono amici per la pelle, il loro rapporto è pari a quello fraterno. Nonostante il loro carattere particolare sono amati, coccolati e ben voluti dalle loro famiglie ma per Inuyasha non sarà lo stesso. La sua nascita sarà ritenuta una disgrazia e ogni giorno della sua vita sarà più duro del precedente, nonostante abbia un padre che lo ama, ha una madre che lo odia. Ma per lui non sarà sempre tutto nero perchè intorno a sè avrà anche delle persone che lo ameranno così com'è e chissà forse col tempo qualcuno riuscirà a fargli apprezzare la vita. In fondo non può piovere per sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le lezioni erano ricominciate in tutti gli istituti, e i visi degli studenti recavano tutti la stessa espressione, afflitta e sconsolata per l’inizio dell’ennesimo anno di scuola; però se alcuni erano dispiaciuti da ciò, altri erano euforici. Sesshomaru, Tomoe e Kurama erano impazienti, perché cominciare l’università significava avvicinarsi sempre di più ai loro sogni.
Le facoltà di Tomoe e Sesshomaru si trovavano nella stessa struttura, mentre Kurama era in una struttura poco distante da quella dei suoi amici.
Kurama, giunto nel suo istituto, diede un’occhiata al totem per vedere dove si trovavano le aule della sua facoltà e constatò che si trovavano al terzo piano, e siccome non aveva alcuna intenzione di salirci a piedi, decise di prendere l’ascensore ma, quando si avvicinò all’interruttore per chiamarla, trovò un bel cartello con su scritto “GUASTO”.
-Che bello, cominciamo bene.- Sospirò il povero Kurama, a cui già dal primo giorno toccava salire tre piani a piedi.
Stava salendo le scale con la testa abbassata quando urtò qualcuno.
-Uffa oggi non è giornata.- Disse lo youkai afflitto.
Alzò la testa e vide l’unica cosa che gli avrebbe illuminato la giornata.
-Certo che la sbadataggine è il tuo forte.- Disse una ragazza dai capelli argentei.
-Devo chiederti scusa per la seconda volta.- Pronunciò dispiaciuto.
-Mi sa proprio di sì. Però per non chiederla più, ti basterà solo fare più attenzione.- Suggerì la ragazza.
-E’ vero.- Ammise lo youkai.
-Anche tu frequenti la Geidai?- Domandò Kurama.
-Sì, sono al secondo anno della facoltà di disegno. - Rispose.
-Io invece inizio oggi il corso di musica.- Precisò il corvo.
- Non avevo dubbi. Cos’altro avrebbe potuto studiare il figlio del grande Misato Tengu?- Costatò la ragazza.
-Se non ricordo male, tu ti chiami Hitomi?- Domandò Kurama.
Kurama sapeva bene il nome di quella ragazza perché da quando l’aveva incontrata non aveva mai dimenticato il suo nome. Chiese conferma solo per prolungare la conversazione.
-Sì. – Confermò Hitomi.
Entrambi diedero un’occhiata all’orologio, e trasalirono perché stavano facendo tardi alle loro rispettive lezioni. I ragazzi si salutarono, certi che da quel giorno si sarebbero incontrati spesso.
Invece Sesshomaru e Tomoe si stavano annoiando a morte, perché il discorso di benvenuto del rettore non accennava a terminare. Quando finalmente finì, andarono nelle loro aule per iniziare le loro prime lezioni.
Nell’istituto superiore, invece, nella classe dove c’erano gli altri membri del gruppo fece il suo ingresso Mizuki, che era stato trasferito in quella classe perché quella precedente, a causa dei numerosi bocciati dell’anno precedente, era in sovrannumero.
Dopo Mizuki entrò un’altra ragazza, anche lei assegnata a quella classe.
-Ragazzi, quest’anno avrete due nuovi compagni di classe. Mizuki Hebi e Yonomori Mitsuha. – Li presentò la professoressa.
L’insegnante li fece accomodare nell’unico banco disponibile.
Mizuki era un ragazzo molto chiaro di carnagione, con gli occhi turchesi, i capelli biondo platino ed era alto all’incirca 1,75 metri.
Yonomori, invece, era una ragazza minuta, bassa di statura, con gli occhi azzurri e i capelli biondi raccolti in due fiocchi laterali.
Arrivata la pausa pranzo, Kagome invitò Yonomori e Mizuki, soprattutto per conoscere meglio la ragazza e in modo tale da non lasciarla sola visto che si era appena trasferita a Tokyo a causa del lavoro dei suoi genitori.
-Piacere, io sono Kagome, loro sono Inuyasha, Rin, Sango e Miroku. – Li presentò Kagome. Poi si avvicinò alla ragazza consigliandole di fare attenzione a Miroku per la sua mano morta.
Yonomori sembrava trovarsi a suo agio con quei ragazzi, ed era felice di averli incontrati. Quando finirono le lezioni, tornarono a casa, e la ragazza scoprì che la sua abitazione era vicina a quella di Mizuki.
Sesshomaru, Kurama e Tomoe tornarono a casa stremati. Le facoltà si trovavano lontane dalle loro case e bisognava prendere la metropolitana, che impiegava un bel po’ per arrivare nelle vicinanze del loro quartiere. La macchina non potevano prenderla perché i parcheggi nei pressi delle università erano quasi inesistenti e il traffico era micidiale.
I giorni passarono e Mizuki comincia a provare qualcosa di più di una semplice amicizia per la nuova arrivata. Sembrava che ci fosse una certa alchimia, e sperava che anche lei la sentisse. Mizuki però sapeva che, a causa della sua timidezza, non le avrebbe mai detto niente, sperava che il fato mettesse lo zampino per correre in suo aiuto.
Intanto alla Geidai, Kurama cercava di frequentare i luoghi dove spesso andava Hitomi, cercando l’occasione perfetta per chiederle un appuntamento, ma a quanto pareva questa non voleva arrivare. Un giorno, si trovava da solo nell’aula di musica dove stava provando una canzone composta per affrontare il suo primo esame; Hitomi si trovava nella stanza adiacente e stava dipingendo su una tela, quello che sarebbe stato il suo esame di pittura a olio, ma ogni disegno che faceva non era di suo gradimento. Le sembravano tutti dei disegni di bambini di prima elementare, finchè non udì una dolce melodia accompagnata da una voce forte, graffiante che trasmetteva ogni singola parola emessa da bocca.
Hitomi, uscì dall’aula e si mise dietro la porta dell’aula di musica per poter ascoltare meglio, e portò con sé un blocco da disegni sperando che quella melodia le ispirasse qualcosa. La ragazza, si era seduta a terra per poter disegnare meglio, e aveva messo tutta la sua concentrazione per ascoltare ogni singola parola e trasferirla sul blocco da disegno. Quando la canzone terminò, Hitomi aveva disegnato quello che riteneva “il disegno perfetto”; questo rappresentava un paesaggio dove c’era un lungo fiume abitato da pesci zampillanti,nelle sue vicinanze c’erano delle persone impegnate in varie attività tra cui c’era anche un cantante con dei tratti molto somiglianti a Kurama. La voce del cantante del paesaggio sembrava richiamare intorno a sé la primavera, infatti le montagne che vi erano intorno, avevano qualche sprazzo di neve e sotto di essa cominciava a sbocciare qualche timido fiore, e gli alberi di ciliegio mostravano i loro primi boccioli.
La ragazza era intenta a fare gli ultimi ritocchi e non si era accorta della presenza dello youkai alle sue spalle; quando se ne accorse trasalì e arrossì per la vergogna di essere stata scoperta. Kurama osservava meravigliato quel disegno, che su un piccolo foglio rappresentava una miriade di sensazioni. Gli dava la stessa impressione di quando componeva le sue canzoni; lui con poche parole esprimeva tutti i suoi sentimenti. Guardando con molta acume il disegno, notò che il cantante gli somigliava molto, e sul suo viso si dipinse un tenero sorriso.
Nella mente di Hitomi si susseguivano una miriade di scuse per poter giustificare la sua presenza, ma nessuna sembrava essere idonea.
-Splendido disegno.- Si complimentò Kurama.
-Gra.. grazie. – Balbettò la ragazza.
-Come mai sei qui? Sei alla ricerca del dipinto perfetto per qualche esame?- Chiese lo youkai, cercando di cominciare un dialogo con lei.
-Sì. – Rispose. E poi toccò a lei fare la sua domanda. –Tu, invece, scommetto che cerchi qualche canzone per questi dannati esami ?-
-Indovinato. Purtroppo non riesco a trovarla. – Disse sconsolato.
-Non riesci a trovarla!? Ma se quella che ho sentito era perfetta.- Concluse Hitomi.
-Non so, non ne sono convinto.- Disse lo youkai esprimendo la sua incertezza.
-Se posso dirti una cosa. – Disse la ragazza indicando il suo disegno. – Questo l’ho fatto ispirandomi alla tua canzone. – Confessò.
Kurama osservava intenerito quella ragazza, ed era entusiasta che la sua canzone le avesse dato l’ispirazione per un disegno che sarebbe stato, niente di meno, oggetto di esame.
-Visto che la mia canzone ti ha ispirato il dipinto che porterai all’esame, stavo pensando che uno dei tuoi dipinti potrebbe ispirarmi a creare la canzone perfetta. – Propose lo youkai nella speranza che lei accettasse.
-Hai ragione. E’ un ottimo scambio equivalente.- Accettò Hitomi.
Kurama era euforico, perché era sicuro che questa situazione gli avrebbe dato l’occasione perfetta per dichiararsi. Anche Hitomi era felice, perché così avrebbe avuto la scusa per rimanere sola con il figlio del suo idolo.
I giorni passavano, Kurama e Hitomi si erano incontrati poche volte, o in biblioteca o in giro per la facoltà, a causa degli orari delle lezioni non avevano avuto molte occasioni per incontrarsi, però ogni tanto si scambiavano qualche messaggio. Kurama spesso cercava di ironizzare per rendersi più simpatico di quanto già lo fosse.
Per Kurama era quasi giunta la data del primo esame, e lui non era per niente soddisfatto di quello che aveva preparato. Ora riusciva a comprendere pienamente quanto fosse duro il lavoro di suo padre, ma il modo in cui lui lo affrontava lo faceva sembrare una passeggiata. Decise che forse Hitomi poteva essergli di aiuto, così inviò un messaggio alla ragazza dandosi appuntamento nell’aula di pittura.
Appena entrati nell’aula, Kurama diede un’occhiata ai dipinti nella speranza che uno di quelli gli desse la giusta ispirazione, nel frattempo Hitomi era all’opera vicino la sua tela. Sebbene dovesse concentrarsi sul dipinto, Hitomi stava pensando alla situazione in cui si trovava; era da sola con Kurama.
Kurama osservava i movimenti sinuosi della mano della ragazza e si avvicinò. Il movimento di quell’arto gli ricordava il dolce andamento delle note musicali. Guardò il dipinto e, improvvisamente, una marea di parole e suoni si susseguirono nella sua mente.
Il dipinto rappresentava due angeli, uno nero e uno bianco; il primo era un uomo dai capelli neri e dalle grandi ali del medesimo colore, mentre il secondo era una donna dai capelli biondi con delle ali bianche e candide.
I due angeli erano dipinti in due lati opposti con sfondi contrastanti. Dove c’era la donna era luminoso mentre dove era dipinto l’uomo vi era oscurità. Sebbene gli sfondi fossero l’uno l’opposto dell’altro, c’era una certa continuità dei colori e il distacco non era netto.
I due angeli sembravano essere divisi da un muro invisibile, in quanto le mani di entrambi tentavano di congiungersi, ma senza riuscirci. Un’ala nera sfiorava il braccio della donna e sotto di esso vi era una marea di piume nere, come se il suo tocco gli provocasse dolore. Una piuma nera era conficcata nel petto dell’angelo bianco, che con una mano cercava di toglierla. Il suo volto era rigato dalle lacrime e al suo polso pendeva una catena che la legava a lui.
Kurama continuava a osservare la tela e, a ogni dettaglio, una nuova parola si palesava nella sua mente. Finchè iniziò a ritmare il suono della canzone. Hitomi fermò la sua mano e puntò i suoi occhi sul viso del ragazzo, era estasiata dalla melodia e attendeva che alla melodia si accompagnassero le parole.
Il ragazzo iniziò a pronunciare le prime parole.

I miei occhi non sono
l’unica cosa che hai rubato!
La tua purezza è più pericolosa
di quanto possa gestire!
Mi sono perso!
Senza rendermene conto.
In questo labirinto che esiste nel mio cuore
la mia voce trabocca
del mio amore per te!
Riecheggia tristemente!
Sono prigioniero in paradiso!
Sei stata trafitta dalla mia oscurità.
Sono prigioniero in paradiso.
E’ una spina che non tirerai mai fuori.
Sono imprigionato da un amore
che è crudelmente bello.
Non posso trattenerti
senza essere ferito?
I tuoi polpastrelli
sono così- ah! Freddi.
Le calde lacrime scendono
sulle tue guance. Rubando la mia libertà.
Sono prigioniero in paradiso


Il ragazzo continuava a cantare e, a ogni parola, Hitomi rimaneva sempre più colpita da quella canzone che era stata composta semplicemente guardando il suo dipinto. La ragazza era talmente emozionata che i suoi occhi iniziarono a lacrimare.
Kurama la osservava e, con la nocca del suo indice, scostava le lacrime che rigavano quel viso angelico, come quello dell’angelo dipinto sulla tela e citato nella sua canzone. Lui, invece, era proprio come l’angelo nero; era imprigionato in paradiso senza poter toccare l’angelo bianco. In quel momento avrebbe voluto tanto asciugarle le lacrime con le sue labbra per poi unirle a quelle di lei, ma non voleva affrettare i tempi. Tutto sarebbe venuto da sé, così si limitò ad abbracciarla e a poggiare il mento sulla sua spalla.
-Hitomi mi dispiace averti fatta piangere. – Si scusò lo youkai. – Mi sa che la canzone fa schifo se ha avuto questo effetto.- Ironizzò.
Hitomi si scostò da quell’abbraccio e fissò intensamente gli occhi dello youkai.
-Niente affatto. La canzone è stupenda, mi sono solo emozionata. Non sembra, ma sono molto emotiva. – Confessò la ragazza.
I due continuarono a fissarsi finchè i loro visi cominciarono ad avvicinarsi. Erano sul punto di scambiarsi il loro primo bacio, quando nell’aula entrarono degli studenti seguiti da un insegnante che, appena notò la loro presenza, li guardò in modo truce. I due ragazzi si scostarono velocemente e le loro gote divennero dello stesso colore dei capelli dello youkai. Kurama salutò con un cenno della mano lasciando la povera Hitomi in balia dello sguardo omicida del professore.
Quando Kurama fu abbastanza lontano, diede un pugno al muro per l’occasione interrotta, però era certo di aver fatto un passo avanti e che la strada per una futura relazione stava cominciando a spianarsi; presto avrebbe realizzato uno dei suoi desideri.
Intanto Hitomi temeva la reazione che avrebbe avuto l’insegnante al termine della lezione però non riusciva a non pensare allo sguardo di Kurama mentre si avvicinava al suo viso. Quegli occhi erano così penetranti, l’avevano ipnotizzata portandola ad uno stato di estasi.
A fine lezione, come aveva previsto, arrivò la ramanzina.
-Bene, bene. Signorina Mori, mi spieghi chi era quel ragazzo? E cosa ci facevate da soli nell’aula di pittura? – Domandò l’insegnante.
-Non stavamo facendo niente. Quel ragazzo è il figlio di Misato Tengu e stava cercando ispirazione per affrontare un esame di musica. Stavamo solo parlando. – Spiegò la ragazza cercando di essere convincente.
-Non dirmi bugie. Non si parla a una distanza così ravvicinata.- Puntualizzò l’insegnante.
-Uffa ma perché devi essere sempre così geloso?- Chiese la ragazza con tono esasperato.
-Perché finchè abitiamo sotto lo stesso tetto voglio sapere tutto. – Rispose l’uomo.
- Anche se viviamo nella stessa casa, non è detto che devi avere il controllo sulla mia vita. Sono abbastanza grande da poter decidere cosa voglio fare. – Disse categorica la ragazza.
Dopo il piccolo battibecco, Hitomi uscì dall’aula sbattendo la porta. Era arrabbiata, e per il nervosismo cominciò a piangere. Prese le sue cose e corse a casa sua.
Arrivata a casa corse in camera sua dove trovò una donna intenta a sistemarla.
-Hitomi come mai sei già a casa? Non avevi lezione fino alle 18:00? Sono solo le 14:00.- Chiese la donna.
La donna era molto simile a Hitomi; era alta, occhi color rubino e i capelli argentei come quelli della ragazza.
-Mamma, oggi un insegnante mi ha messo in ridicolo davanti a un ragazzo. Il ragazzo era il figlio del cantante Misato Tengu. – Raccontò la ragazza.
-Bambina mia, credo di aver capito chi è questo insegnante.- Disse sospirando sua madre.
-Hai capito bene. Non ne posso più, controlla ogni mia mossa e fa scappare qualsiasi ragazzo mi si avvicini. –
La donna abbracciò sua figlia accarezzandole i capelli e aspettando che sfogasse il pianto.
-Hitomi che ne dici di andare a fare un po’ di shopping. Forza, togliti la divisa e andiamo, mangeremo qualcosa al centro commerciale.- Propose la madre.
-Ma oggi non dovevi andare a scuola?- Domandò la ragazza.
-No. Oggi la mamma vuole dedicarsi a una sola bambina, e quella è la sua e di nessun altro genitore.- Rispose la donna.
-Sai Hitomi, voglio confessarti una cosa. Tanti anni fa, Kurama Tengu è stato un mio alunno. Sapessi quanto era vivace.- Confessò.
-Whuau, la grande maestra Narukami è stata l’insegnante di Kurama Tengu e non mi ha mai detto niente?- Disse sarcastica la ragazza.
Le due donne uscirono e si dedicarono allo shopping sfrenato.
Nessuno più di una madre sa come risollevare il morale della propria bambina.
 
Kurama era tornato a casa, e ringraziava i kami che quello che aveva interrotto il suo sogno non fosse un suo insegnante. Lo detestava senza nemmeno avergli rivolto la parola.
Kurama aveva cercato la ragazza durante le pause, ma non l’aveva vista da nessuna parte e nemmeno le sue amiche sapevano dove fosse. Aveva anche provato a chiamarla ma senza aver ricevuto risposta.
Entrato in camera sua, prese il cellulare e inviò un messaggio chiedendole cosa fosse successo. La risposta arrivò soltanto dopo un’ora. Le aveva detto solamente che il professore le aveva fatto la ramanzina e lei per il nervosismo era tornata a casa. Kurama si era scusato per averla messa in quella situazione, ma lei gli aveva detto di non preoccuparsi perché non era successo niente. Lo youkai avrebbe tanto voluto sapere cosa avesse provato in quel momento ma, conoscendo le ragazze, sapeva che non gli avrebbe detto niente.
Intanto a casa Mori fecero il loro ingresso due uomini. Uno era magro alto circa 1,85 metri, con gli occhi giallo, i capelli lunghi rossastri e le orecchie a punta. L’altro era più giovane ed era alto circa 1,72 metri, aveva gli occhi rosso rubino e i capelli corti neri, il suo aspetto era molto simile a quello di un umano, sebbene fosse uno youkai.
Lo youkai più alto si avvicinò a Narukami e le diede un bacio a stampo.
-Ah che fatica. I ragazzi di oggi sono sempre più irrequieti. – Pronunciò l’uomo dai lunghi capelli.
-Akura- ou non lamentarti, dovresti vedere come sono i bambini delle elementari. Farli concentrare è una vera impresa. – Ribattè Narukami.
-Hai ragione. Ma controllare centinaia di ragazzi sta diventando sempre più difficile. Basta che ognuno di loro pronunci una sola sillaba, e nell’aula si scatena il caos.- Disse Akura- ou gettandosi sul divano.
Poi Narukami si rivolse allo youkai più giovane che si stava dirigendo nella sua camera.
-Kirihito, prima che tu vada in camera tua vieni subito qui. – Ordinò la donna.
-Che c’è mamma?- Chiese nervoso il ragazzo.
-Com’è andata la giornata? Hai trattato bene gli studenti?- Chiese Narukami.
-Sì, perché?- Ribattè stizzito Kirihito.
-Non hai fatto niente a tua sorella?- Domandò la madre facendo finta di non sapere nulla.
-Figliolo cos’hai combinato?- Chiese sospirando Akura- ou, temendo di conoscere già la risposta.
I due genitori sapevano che Kirihito era molto protettivo con sua sorella però a volte esagerava, e questo isolava la ragazza dalla società. Anche se il solo fatto di essere parente stretta di un insegnante le creava disagi, perché tutti pensavano che fosse raccomandata visto che agli esami otteneva sempre voti molto alti, molti non tenevano conto dell’impegno che Hitomi ci metteva in ogni singola materia.
-Papà l’ho vista abbracciata a un ragazzo e l’ho rimproverata. Niente di più.- Spiegò con naturalezza il ragazzo.
-Ti ho detto mille volte di lasciarla stare. Se sarà il caso ci penserò io. – Lo redarguì suo padre.
Il ragazzo, anche se con molta riluttanza, accettò il rimprovero dei genitori e andò in camera sua per indossare un abbigliamento un po’ più comodo.
-Amore so che nella facoltà di musica è iscritto Kurama Tengu, il figlio del tuo defunto amico Misato.- Disse Narukami.
-Sì. E’ uno dei miei migliori studenti. Ha ereditato il talento di suo padre, riesce a comporre canzoni partendo da una singola immagine o parola.- Raccontò entusiasta lo youkai Oni.
Misato era il migliore amico di Akura-ou, entrambi avevano intrapreso insieme la carriera di cantanti cantando nello stesso gruppo, però dopo un po’ di anni, a causa di un grave problema di salute, Akura-ou dovette abbandonare la carriera di cantante e si dedicò esclusivamente all’insegnamento della disciplina musicale, venendo subito assunto alla Geidai.
Da quando era stato rimproverato, Kirihito non si era più intromesso nelle faccende di sua sorella, anche perché suo padre aveva minacciato di farlo regredire al ruolo di segretario se non si fosse dato una calmata. Il ragazzo amava il suo ruolo di insegnante di pittura perciò decise di acconsentire al ricatto del padre, anche se continuava a spiare sua sorella quando era vicina a Kurama.
I giorni passavano e con essi la passione tra Kurama e Hitomi aumentava. Avevano cominciato a frequentarsi anche all’esterno della Geidai. Una volta, lo youkai aveva sorpreso la ragazza dedicandole una sua canzone e in quella occasione si erano scambiati il loro primo bacio, senza che nessuno li disturbasse.
Alla No Taisho/ Soushi era arrivato il periodo di presentare la nuova collezione, e Mirei era impegnata con le sfilate, che richiedevano la sua presenza anche fuori città, e per questo era costretta a lasciare solo suo figlio, però lei si fidava cecamente di Kurama e per questo non aveva problemi a lasciarlo, anche se la preoccupazione restava. Per lei, Kurama rimaneva sempre il suo bambino.
In una serata di primavera, quando Mirei era fuori città, Kurama aveva invitato la sua ragazza a casa sua. Aveva allestito la casa in modo da rappresentare una cena romantica. Nel giardino aveva messo dei lumini che indicavano il percorso da seguire per entrare, inoltre lungo il tragitto aveva sparso dei petali di ciliegio. Appena entrati nel soggiorno, sul tavolo aveva messo un vaso con delle peonie e anche dei candelabri con delle candele che recavano intorno a esse disegni di fiori di ciliegio. Hitomi era emozionata dalla sorpresa che era stato capace di organizzare il suo ragazzo, e si lasciò sfuggire qualche lacrima, per poi gettarsi al collo del fidanzato baciandolo intensamente. Kurama era stato in grado di sorprenderla anche con le prelibatezze che aveva preparato, lei non immaginava minimamente che lui sapesse cucinare. Quella, senza dubbio, era stata una serata ricca di sorprese.
Dopo la cena si sedettero sul divano con l’intento di guardare un film, ma appena iniziarono a scambiarsi un tenero bacio, questi diventarono sempre più passionali. Kurama posò le sue labbra sul collo della ragazza e questo la fece rabbrividire facendole sfuggire un sospiro eccitato. Il ragazzo continuava ad accarezzare la schiena e le gambe della ragazza, finchè mise una mano sotto la maglietta, a questo gesto lei strinse la gamba intorno al bacino di lui e lo avvicinò a sé. Kurama le tolse la maglia e si sistemò meglio tra le sue gambe, dopo toccò al reggiseno andare a raggiungere l’indumento che era a terra. Ora la ragazza era stesa, e così lui cominciò a torturarle il seno mentre lei privò lo youkai della maglietta lasciando gli addominali scoperti. Kurama continuava a baciarla per farla sentire meno in imbarazzo e da quello che lei continuava a fare, la tecnica funzionava. Nel frattempo Hitomi aveva slacciato i pantaloni del ragazzo liberandolo finalmente da quell’indumento che cominciava a diventare sempre più stretto, stessa cosa fece lui. Ora l’unica cosa che impediva loro di unirsi erano gli slip, non ci volle molto a eliminare quella barriera. Le loro intimità ora potevano unirsi come lo erano le loro labbra. Era una danza armoniosa come lo erano i loro dipinti e le loro canzoni. Quando furono al limite delle energie, si staccarono e si addormentarono l’uno incrociato all’altra.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Bene ho voluto dedicare un intero capitolo alla coppietta Kurama/Hitomi. Alla fine tutti avevano la loro dolce metà, dunque perché lasciare single il povero Kurama? Ho svelato anche un po’ la famiglia di Hitomi, e per chi ha letto i capitoli precedenti, sa che Narukami era la maestra di Tomoe, Kurama e Sesshomaru. Per quanto riguarda Akura-ou e Kirihito, questi nell’anime/manga di Kamisama kiss sono la stessa persona, però ho voluto renderle persone individuali.
La canzone che ha composto Kurama basandosi sul dipinto di Hitomi, mi è stata suggerita dalla mitica Yasha26, vi consiglio di ascoltarla perché è molto bella. La traduzione l’ho fatta io e spero che sia fatta bene, ovviamente il testo continua ma non ritenevo opportuno metterlo tutto. Giù vi allego il link per ascoltarla.
 
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio i lettori i lettori che hanno letto il capitolo precedente, e soprattutto ringrazio il mio fedele recensore Harry fine che puntualmente recensisce ogni capitolo.
 
Questo è per ascoltare la canzone: https://www.youtube.com/watch?v=omYRivWa4kw


 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: inu_ka