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Autore: Signorina Granger    04/03/2018    25 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Dalla notte del 2 Maggio del 1998 sono passati dieci anni, la guerra è finita, ma a vincere è stata la fazione di Voldemort: Harry Potter è morto.
Sotto il suo regime i Nati Babbani vivono alla stregua dei Babbani, non gli è permesso frequentare Hogwarts, non viene loro venduta alcuna bacchetta e vengono, anzi, perseguitati.
I Mezzosangue, invece, hanno due scelte: possono frequentare una scuola speciale, il Covenant, e diventare Sentinelle con il compito di uccidere i Nati Babbani e sopprimere le resistenze, oppure passare la vita a prestare servizio nelle case dei Puri. La comunità magica vive così da dieci anni, e i primi segni di ribellione sono iniziati ad emergere, ma riuscirà “La Causa” a girare la medaglia?
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Half-Blood


Prologo 
 
 
Londra, Covent Garden, 9 pm
 
 
La strada secondaria era buia e poco illuminata, l’unica fonte di luce era un lampione agganciato ad uno degli edifici che si affacciavano sulla via quasi deserta, illuminando debolmente le uniche due figure che la stavano attraversando.
 
Avrebbero potuto accendere le proprie bacchette per farsi un po’ più di luce, ma passare inosservati era esattamente ciò a cui miravano, intento non facilitato dagli abiti che indossavano, a dir poco inusuali per la maggior parte dei cittadini della capitale. 
 
“In fondo alla strada?”
 
La ragazza si voltò mentre si rivolgeva al collega, che annuì mentre procedevano uno accanto all’altra dopo essersi Materializzati all’inizio del vicolo, rimasti in silenzio fino a quel momento. 
“Sì.”
 
La strega riportò lo sguardo davanti a sè, fermandosi qualche metro più avanti ma restando nella penombra offerta dall’edificio accanto a cui si trovavano – forse un negozio ormai chiuso –, gli occhi castani fissi su un punto preciso: davanti a loro si ergeva una piccola piazza, molto più illuminata rispetto alla stradina appena percorsa, e la sua attenzione si focalizzò su un piccolo gruppo di persone che stava uscendo da quello che aveva tutta l’aria d’essere un ristorante. 
 
“Lui o lei?”
 
Parlò senza staccare gli occhi dalla famiglia che le si parò davanti, composta da quattro persone, osservando la donna sorridere alla figlia più piccola mentre le sistemava il berretto di lana sulla testa e suo marito tenere per mano la bambina più grande, impegnato a dirle qualcosa.
 
“Nessuno dei due.”
Si voltò di scatto verso il collega, serrando la mascella prima di parlare con un tono ancora più basso, sibilando una manciata di parole con crescente e palpabile irritazione:
 
“Non si era parlato di una bambina.”
“Non sono io che decido. Ma se non te la senti, possiamo sempre tornare indietro e dire al nostro caritatevole e magnanimo superiore di mandare qualcun altro, o di cambiare obbiettivo.”
 
“Callate.”
Audrey tornò a concentrarsi su quella che sarebbe rimasta ancora per poco una famiglia normale e felice ed Erik, accanto a lei, tacque, continuando a tenere le mani infilate nelle tasche della lunga giacca, una che stringeva l’impugnatura della sua bacchetta. 
In effetti non aveva mai parlato una parola di spagnolo in tutta la sua vita, ma dopo diversi anni passati uno accanto all’altra quasi tutti i giorni aveva comunque intuito il significato di quell’intimazione, che tante volte si era sentito ripetere da quando conosceva Audrey: chiudi la bocca.
 
Nessuno dei due si mosse o disse nulla per qualche istante, entrambi impegnati ad osservare quella famiglia, finché il mago non parlò di nuovo, voltandosi verso la collega e inarcando un sopracciglio:
 
“Tra poco se ne andranno.”
Lo so. Quale delle due?”    Audrey piegò le labbra in un’appena percettibile smorfia, osservando le due bambine e parlando con un tono piatto e sbrigativo, come se volesse concludere la faccenda il più rapidamente possibile:
 
“La più piccola.”
Certo, una bambina morta in più, una in meno, che cosa vuoi che cambi…”
 
“Vuoi che lo faccia io?”
“No. Ci penso io. Aspettami qui.”
 
Un attimo dopo Erik guardò Audrey tirare fuori la bacchetta dalla tasca della giacca e muovere, al contempo, qualche passo in avanti, avvicinandosi alla famiglia. 
 
Erik chinò leggermente il capo, osservando un punto indefinito del cemento ai suoi piedi, ma distogliere lo sguardo non gli impedì comunque di sentire l’ormai familiare ed inequivocabile rumore di un incantesimo che veniva lanciato, seguito subito dopo da delle urla che di certo si sarebbero aggregate a quelle che già lo tormentavano ogni notte da anni.
 
Riportò gli occhi sulla collega, trovandola in piedi davanti al fragile e minuto corpicino della bambina abbandonato sul marciapiede, il berretto che sua madre le aveva messo poco prima per proteggerla dal freddo le era scivolato dal capo e ora giaceva accanto a lei, una singola nota di colore acceso in mezzo a tutto il resto.
Per un attimo Audrey non si mosse, gli occhi fissi sul volto pallido della bambina, i cui occhi erano spalancati ma vitrei, poi girò sui tacchi, voltandosi verso il resto della famiglia apparentemente sotto shock, e senza dar loro il tempo di muoversi o dire qualcosa sollevò nuovamente la bacchetta, lanciando un secondo incantesimo non verbale.
 
Erik vide gli occhi dei genitori e della figlia maggiore farsi vacui e capì cosa stesse facendo la collega, guardandola chinarsi per chiudere sbrigativamente con due dita le palpebre della bambina subito dopo, mentre la sua famiglia si riprendeva lentamente.
 
Un paio di secondi dopo Audrey stava già tornando verso di lui, rapida e silenziosa, la bacchetta di nuovo sparita all’interno della giacca, mentre alle sue spalle i tre Babbani si risvegliavano dal momentaneo stato di incoscienza senza prestare particolare attenzione ai due sconosciuti e accorgendosi della bambina che giaceva priva di sensi e di vita sul marciapiede, ma senza poterla riconoscere.
 
“Spero per te che la famiglia fosse questa, perché non ucciderò un’altra bambina, stanotte.”
 
Il sibilo di Audrey fu l’ultima cosa che sentì, poi la strega lo afferrò per un braccio e si Smaterializzò, fornendogli comunque un’ultima visuale della scena che aveva davanti: l’uomo e la donna si erano avvicinati alla bambina per capire se fosse viva o meno, ma la figlia più grande non li aveva imitati e teneva gli occhi chiari fissi proprio su di loro con aria assorta e la fronte aggrottata, guardando quei due bizzarri estranei sparire con un piccolo scoppio subito dopo, dissolvendosi e portandosi via per sempre tutti i ricordi che aveva della sorellina.
 
 
 

“Non ti muovere.”

Audrey si divincolò dalla stretta dell’uomo che l’aveva trascinata dentro quella vasta e caotica sala, gremita di ragazzi che, come lei, ci erano stati trascinati dentro praticamente a forza, ma non ebbe il coraggio di aprire bocca, limitandosi a deglutire e abbassare lo sguardo. 
La ragazza sbattè le palpebre, ordinandosi mentalmente a ricacciare indietro le lacrime – non l’avrebbero mai vista piangere, l’avrebbero costretta a fare qualunque cosa, ma non piangere – mentre l’uomo si allontanava, lasciandola sola con le braccia strette al petto in mezzo a molti suoi ex compagni di scuola che, come lei, stavano aspettando che qualcuno dicesse loro cosa fare e perché fossero lì. 

Sollevò lo sguardo solo quando fu certa che si fu allontanato, chiedendosi sinceramente se fosse stata una buona idea: forse non era la strada giusta da intraprendere, ma non sopportava l’idea di passare la vita senza fare niente, confinata a marcire dentro la casa di qualche famiglia ben più agiata e fortunata della sua. 
Era circondata, nell’ingresso dal pavimento ricoperto da un parquet scuro e illuminato da un lampadario dall’aspetto vagamente lugubre, da ragazzi che avevano la sua età, alcuni avevano qualche anno in meno, altri forse erano più grandi…. Conosceva di vista molti di loro e ignorava gran parte dei loro nomi, ma avevano di certo una cosa in comune: erano tutti Mezzosangue, ed erano tutti piuttosto spaventati.

Nelle settimane successive Audrey, ripensando a quella sera che aveva cambiato la sua vita forse per sempre, si sarebbe chiesta perché non avesse cercato qualche faccia amica, perché non fosse andata alla ricerca di qualcuno che conosceva bene per farsi un po’ di forza. 
La verità era che non aveva quasi il coraggio di muoversi, restando ferma come le era stato detto nel punto in cui il suo garbato accompagnatore l’aveva lasciata prima di andare, probabilmente, a tormentare qualcun altro. 

Audrey non si mosse, le braccia strette al petto e con il battito cardiaco accelerato, ma il suo sguardo vagò ugualmente intorno a sè, sui volti che la circondavano, ritrovandosi quasi sollevata nel trovarvi impresse le sue stesse emozioni. 
Fu proprio mentre studiava i ragazzi che la circondavano che scorse un paio di occhi azzurri fissi su di sè, occhi che si ritrovò a riconoscere senza esitazione nonostante non li vedesse da circa un anno. 

Lo osservò di rimando senza muoversi di un centimetro nella sua direzione per qualche istante, restando immobile anche quando fu lui ad avvicinarlesi, rivolgendo all’ex compagna di Casa un’occhiata quasi cupa: 

“Ciao Audrey.”  Erik le si fermò davanti, guardandola quasi come se non fosse affatto felice di vederla lì e Audrey piegò le labbra in un debole, tirato sorriso privo della minima forma di gioia: 

“Ciao Murray… anche tu hai optato per l’Accademia degli Assassini?”
“Mi ci vedi a lustrare pavimenti?”
“No, in effetti no.”  Audrey scosse il capo e Erik abbozzò un sorriso, guardandola come se fosse felice di vederla, anche se non lo disse ad alta voce. 


“Cosa pensi che succederà, adesso?”
“Non ne ho idea. Ma immagino che questa volta non ci sia il Cappello Parlante a darci il benvenuto.”




L’aria era fredda e Audrey inclinò le labbra in una debole smorfia mentre sollevava il bavero della giacca, camminando con falcate lunghe e decise per raggiungere la sua destinazione il più rapidamente possibile: odiava il freddo. Era arrivata al punto di odiare Londra, in effetti, se non l’Inghilterra intera. A volte si chiedeva perché vivesse ancora il quel grigio ed umido buco. 

Attraversò rapidamente la strada e raggiunse la soglia dell’ormai familiare ristorante quasi con sollievo, aprendo la porta a vetri senza alcuna esitazione e lasciandosi sfuggire un appena percettibile sospiro, felice di essersi finalmente lasciata il freddo alle spalle. 
La strega non si mosse per qualche istante, impegnata a guardarsi intorno mentre si sfilava i guanti foderati, muovendosi solo quando scorse Erik seduto, manco a dirlo, al tavolo che occupavano sempre. 

“Vedo che non mi hai aspettato. Come sei galante.”

Audrey inarcò un sopracciglio, avvicinandosi al collega a grandi passi e prendendo posto di fronte a lui per rivolgergli un’occhiata eloquente, che venne ricambiata con una scrollata di spalle mentre il suo interlocutore addentava un grissino con aria annoiata:

“Scusa, ma hai insolitamente tardato stasera… stavo per venirti a cercare, tu non sei mai in ritardo.”
“Lo so, ma ho avuto qualche Problema a Trafalgar Square. Lasciamo perdere.”

Audrey scosse il capo, decisa a far cadere il discorso mentre allungava una mano per prendere un grissino a sua volta dal cestino del pane, addentandolo con un’espressione cupa dipinta sul volto. 

“Hai fame?”
“Non credo, mi si è chiuso lo stomaco. Quando avrai in finito e sarai in comodo, potremo andare.”
“Non mettermi fretta, sei tu quella in ritardo!”
“Scusa, sia mai che il tuo metabolismo possa subire qualche alterazione…”

La strega alzò gli occhi castani al cielo, abbandonandosi contro lo schienale della sedia e desiderando ardentemente di avere un comodo giaciglio a disposizione per potersi finalmente riposare, ma Erik non sembrava avere fretta e continuò a consumare la sua cena con una calma quasi disarmate, tanto che dopo qualche minuto l’amica di vecchia data prese il piatto e lo allontanò dalla sua portata, ignorando la sua espressione contrariata:

“Non mangio da stamattina!”
“Lo faccio per la tua linea, niente carboidrati di sera. Muoviti, andiamo.”
“Va bene…”

Erik roteò gli occhi ma decise di non sollevare l’ennesima polemica, alzandosi e seguendo Audrey verso la cucina del ristorante come ogni volta in cui cenavano lì, ossia almeno un paio di volte a settimana. 

Imboccarono il corridoio che portava alle toilette e Audrey si fermò davanti alla porzione di parete lasciata vuota tra le due porte, guardandosi fugacemente intorno prima di sollevare la bacchetta e colpire pigramente una sequenza di mattonelle, che scivolarono di lato un attimo dopo per mostrare ai due una rampa di scale del tutto buia che scendeva nel seminterrato. 

La prima volta in cui l’aveva vista farlo, Erik le aveva chiesto perché fosse così sicura che fosse il luogo giusto. E ricordava chiaramente di averla vista sorridergli, quasi divertita, sostenendo che nessuno avrebbe trovato sospetto vedere le stesse persone mettere periodicamente piede dentro un ristorante. 

Senza contare che, aveva aggiunto poi la ragazza con una scrollata di spalle, usare una libreria come “quartier generale” sarebbe stato un cliché bello e buono. 



 
 
 
……………………………………………………………..
Angolo Autrice
 
 
Salve!
Ebbene sì, l’ennesima Interattiva, solo che questa volta si basa su un gigantesco What If: se Voldemort non fosse morto, quella notte, ma Harry al suo posto? 
 
Come si può intuire dal titolo, la storia verterà sulla situazione che si ritrovano a vivere i Mezzosangue sotto questo regime, perciò TUTTI i personaggi che mi manderete dovranno esserlo, nessuna eccezione. E sottolineo la differenza tra Mezzosangue e Nato Babbano, che qui verranno, come avete potuto leggere, eliminati.
 
Tuttavia, gli OC potranno essere di due “tipi”, per così dire… ma per farvi capire meglio vi metto direttamente un estratto del libro da cui la storia prende ispirazione:
 
“I Mezzosangue hanno solo due possibilità: venire addestrati per diventare Sentinelle con il compito di combattere e uccidere o diventare servitori nelle dimore dei Puri.”
 
 
Potete mandarmi, quindi, studenti di questa scuola “speciale” chiamata Covenant oppure OC più grandi che sono già Sentinelle formate. Qualunque cosa scegliate, faranno tutti parte di un gruppo di ribelli chiamato “La Causa”.
Consiglio spassionato: molto probabilmente sceglierò più Sentinelle che studenti, quindi se notate che mi sono già arrivate venti richieste per ragazzi più giovani cercate di variare.
 
 
Regole:
 
  • Le iscrizioni sono aperte fino al 25/03, avete tempo fino alle 19 per mandarmi le schede, e la Scelta verrà pubblicata probabilmente intorno a Pasqua
  • Potete partecipare con due OC al massimo, nella recensione dovete segnare sesso, età e se le possiede “peculiarità” del personaggio: non è mia abitudine, ma in questa storia accetto anche Animagus, Veela, Metamorphomagus, Lupi Mannari ecc, ma ovviamente costituiranno una minoranza, quindi cercate di dare un’occhiata alle altre recensioni per variare
  • Se il vostro OC è una Sentinella potete affibbiargli un’abilità particolare, come Alchimista, Occlumante, Legilimens o qualunque cosa vogliate
  • Se scegliete di mandarmi degli studenti, la loro età dev’essere necessariamente compresa tra i 18 e i 20 anni, se invece mi mandate una Sentinella, l’età va dai 24 ai 30 anni.
  • La recensione al Prologo dev’essere una recensione vera e propria e non semplicemente “voglio partecipare con una Sentinella di 25 anni”
  • Come ho detto, i vostri OC DEVONO essere Mezzosangue (come, ad esempio, Seamus Finnigan, con un genitore mago e l’altro no). Perciò, se volete potete anche mandarmi un OC con un cognome appartenente alle Sacre 28, ma allora sua madre dovrà essere per forza una Babbana.
  • Se sparite per tre capitoli di seguito il vostro OC verrà eliminato, quindi se sapete che per un paio di settimane non potrete recensire, avvisate
 
Detto ciò… la scheda:
 
 
Nome: 
Età:
Nome in codice: 
Aspetto: 
Prestavolto:
Descrizione psicologica: 
Storia e famiglia: (iscriversi al Covenant ha il suo prezzo, quindi se il vostro OC nasce in una famiglia economicamente non avvantaggiata, potrebbe aver passato qualche anno a lustrare pavimenti delle Sacre 28 prima di iniziare a studiare, per questo l’età può variare tra studenti del Covenant che sono allo stesso ano, non c’è un’età prestabilita per iniziare l’addestramento)
Perché è entrato nella Causa:
Abilità specifica: (solo per le Sentinelle)
Abilità per cui si sta preparando (solo per gli studenti)
Materie dove riesce bene e viceversa:
(solo per gli studenti)*
Fobie/debolezze:
Passioni/Talenti:
Cosa ama, cosa no: 
Descrivere percorso scolastico: 
Come ha vissuto lo svolgersi della guerra: 
Come vive la situazione attuale:

Patronus: 
Bacchetta: 
Amicizie/Inimicizie: 
Relazione: (ne ha già una? Volete che ne abbia una all’interno della storia? Non scrivete solo “sì”, “no” per favore)
Animale: (di qualunque tipo, anche creature magiche, sbizzarritevi pure) 
Altro: (se il vostro OC è un Animagus ecc inseritelo QUI)
 
*: le materie sono, circa, le stesse di Hogwarts, solo che come è possibile immaginare al Covenant più che studiare DCAO studiano Arti Oscure e basta... e fanno ampia pratica di Legilimanzia e Alchimia, mentre non sono presenti Divinazione e Storia della Magia. 
 
Ultima nota… Non solo Voldemort qui è vivo e vegeto, ma anche alcuni personaggi che nell’ultimo libro sono morti/spediti ad Azkaban/hanno perso la memoria, quindi diversi Mangiamorte, lo dico nel caso li nominassi e qualcuno me lo facesse notare.
 
I miei personaggi:
 
 
Audrey Simmons, 27 anni, Sentinella, ex Serpeverde, esperta di Creature Magiche “Vixen”
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Erik Murray, 28 anni, Sentinella, ex Serpeverde, torturatore, “Knife”
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Credo che sia tutto, ma ovviamente se avete domande sono più che ben accette. 
A presto, 
 
Signorina Granger
 
   
 
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