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Autore: Master Chopper    06/03/2018    2 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 1: Beware Of Fear

(Part 3)  Class Trial

 "Sticks and stones can break my bones but I have something more"

 

L’ascensore continuava a salire, ed oltre le grate gli studenti potevano solo vedere la roccia slittare verso il basso ad alta velocità. Il rumore agghiacciante del metallo, ed il tintinnio dei riflettori che ad ogni scossa oscillavano, riempivano quel silenzio pieno di dubbi e domande.

Sopra le loro teste, il volto di Monokuma dipinto sul soffitto li sbeffeggiava, pronto a prenderne un altro tra le sue grinfie in quella notte.

 

Nashi si guardava attorno, speranzoso di scogliere l’ennesimo sguardo rincuorante da parte di Kigiri, ma la ragazza gli dava le spalle. Zetsu, ora al suo fianco, gli aveva ricordato quanto poco sapessero sul mistero che ora avrebbero dovuto svelare.

E se non ci fossero riusciti, sarebbero morti.

Il ragazzo chiuse gli occhi, accorgendosi improvvisamente di non aver riflettuto sugli indizi trovati nemmeno per un istante.

- No! In tutto questo tempo avrei dovuto prepararmi cosa dire, e magari anche svelare l’arma !- Lo stomaco gli si strinse a quel pensiero, e maledisse se stesso per essersi distratto in un momento così prezioso.

- Se solo… questo ascensore non si fermasse …- Fu il suo ultimo pensiero, prima che tutto attorno a loro si bloccasse con un suono secco. La porta dell’ascensore si aprì, mostrando una sala davanti ai loro occhi.

Il ragazzo si lasciò scappare un flebile suono dalla bocca, simile ad un belato, così sorpreso dal tempismo di ciò che era successo da rimanere paralizzato.

 

Monokuma li guardava, seduto su ciò che sembrava un trono di velluto nero e bianco.

“ Upupupu !” Ridacchiò, e frugando tra i cuscini sui braccioli estrasse un telecomando.

“ Intanto che aspettavo voi lumaconi mi stavo godendo dei film molto divertenti !” Ed accendendo un televisore al suo fianco, mise in bella vista il titolo che apparve sullo schermo: “Charlie Chaplin Collection”.

 

Gli studenti rimasero disgustati dalla malvagità di quell’essere, che intanto si contorceva dalle risate alla vista dei loro volti stanchi e stremati da quella tragica notte.

“ Come puoi permetterti di fare una cosa del genere ?!” Esclamò improvvisamente Akagi Aozome, puntando il dito contro l’orso. Con il volto bagnato dalle lacrime e gli occhi rossi colmi di sforzo sembrava star sul punto di piangere ancora, di crollare al ricordo del compagno perso.

Qualcun altro lo guardò in silenzio alla vista di quel gesto, tuttavia Nishizaka Iki alzò gli occhi al cielo con fare stizzito.

- Nishizaka …- Pensò Nashi, vedendo ormai nessuna differenza tra la rabbia dello Ultimate Rhythm Game Player e la sete di vendetta della Ultimate Web Personality.

- Riuscirò a farti ricredere ?- Domandò, più a se stesso che alla ragazza, nel mentre la stanza in cui aveva fatto ingresso si palesava in un macabro splendore.

 

Diciassette palchi erano disposti in circolo al centro della sala, posanti su di un pavimento a scacchiera, e sotto la volta di numerosi archi di pietra. Il soffitto era stato dipinto per rappresentare un cielo notturno, con un sole ed una luna sorridenti e tanti pianeti altrettanto muniti di espressioni.

Sembrava il disegno di un bambino, e questo rendeva i gusti dell’orso non meno disturbanti.

Solo uno di quei palchi era stato decorato, e presentava una fotografia di Domen cancellata da una X rossa.

“ Posizionatevi ai vostri posti, dopodiché date il via al processo come meglio credete. Vi ricordo che al termine dovrete votare per il colpevole.” Annunciò Monokuma, chiaramente disinteressato alla questione e troppo impegnato a guardare la televisione.

 

Con una rigidità quasi meccanica gli studenti riempirono gli spazi vuoti, fino a ché non poterono guardare ognuno in faccia agli altri quindici. In quei pochi secondi tutti loro potevano osservare le espressioni più particolari dell’altro, come una tavolozza piena di colori dalle disparate sfumature.

La silenziosa indifferenza di Takejiro, lo sguardo rigido ed indagatore di Kigiri, la tensione in Umezawa, la freddezza di Nishizaka e soprattutto, il timore negli occhi di Nashi.

Lo Ultimate Memory sentiva che se qualcuno non avesse iniziato a parlare, si sarebbe potuto bloccare lì nel silenzio per sempre, e forse persino morire di vecchiaia.

- Ce la devo fare! Ce la… devo …- Si sforzava di credere il ragazzo.

Rivide per un istante l’ombra del sorriso di Kigiri, laggiù in quel lontano corridoio di qualche minuto fa.

 

“ Dovremmo iniziare a parlare, però …” Mormorò pensierosa Fujima Wakuri, Ultimate Toxicologist, guardandosi attorno un po’ persa.

“ Già.” Ebisawa Shoko si strinse nelle spalle. “Dopotutto perché parlare quando sappiamo già chi votare ?” Lo Ultimate Radio Host sembrava molto convinto delle sue parole, forse animato dalla stanchezza dell’essersi svegliato in piena notte.

- Oh no… Non possiamo iniziare così. – Nashi era molto preoccupato da come il discorso stesse iniziando.

“ Il killer poteva essere solo l’unica persona rimasta nella sala giochi con Domen.” Rifletté Zayasu Korin, Ultimate Fanfiction Writer, consultando da un taccuino qualche informazione che poi lesse a labbra strette.

  “ E visto che l’aveva annunciato lui stesso, non ci sono dubbi.” Con tono rassegnato, Kumagai Yone, Ultimate Contorsionist, dovette alzare lo sguardo verso la persona a cui si stava riferendo.

“ Esatto !” La sala tremò quando Nishizaka Iki esclamò ad alta voce, sbattendo le mani sul palchetto. I suoi capelli rosa ora erano irti in aria come tanti serpenti, ed il suo volto pareva non più quello della modella che tutti i giovani del mondo amavano, bensì quello di un animale feroce.

“ Quindi iniziamo già a votare per Akagi Aozame !” Esordì, fissando il ragazzo dritto negli occhi.

Akagi sussultò, ed il suo sguardo perse un’altra volta tutte le forze.

“ No… non sono stato io …” Mormorò tremante, troppo debole per sottrarsi a quelle accuse.

 

“ Fermi !” Strillò una voce maschile, interrompendo quell’attimo di tensione. Tutti i presenti si voltarono verso Jonetsu Nashi. Lo sguardo del ragazzo era provato dall’ansia e dalla paura di mandare tutto all’aria, ma consapevole che se si fosse arreso avrebbe condannato i suoi compagni alla morte.

“ Akagi non avrebbe mai potuto uccidere Domen! Loro erano amici !” Disse, ricordando i momenti in cui aveva visto i due dialogare serenamente. Lo Ultimate Rhythm Game Player era stato uno dei tanti a trovare simpatico lo Ultimate Entertainer, e a ridere ai suoi sketch.

“ Non avrebbe …” Sibilò Nishizaka con voce spettrale, voltandosi verso il castano per poi fulminarlo con i suoi occhi di un azzurro elettrico.

“ … potuto farlooo ?!” Esclamò a quel punto, facendo sobbalzare Nashi dallo spavento. Di colpo la ragazza aveva ripreso tutta la sua energia, e ora ringhiando contro una nuova preda ricominciò a vomitare parole taglienti.

“ Perché?! È forse diversamente abile? È un monaco pacifista? È un neonato? Anche un barboncino se volesse potrebbe uccidere una persona completamente inabile ed immobilizzata, a maggior ragione se usando un coltello !”  La sua rabbia era arrivata al culmine, e si comprendeva benissimo che se avesse potuto votare per eliminare Akagi in qualsiasi momento, l’avrebbe certamente fatto.

 

Nashi chinò il capo, sigillando le labbra. Quando la ragazza smise di parlare si ritrovò a fissarlo con astio, assottigliando gli occhi fino a renderli due fessure.

Fu in procinto di riprendere parola, quando il castano la anticipò con voce debole, appena sussurrata:

“ Come hai detto che l’ha ucciso ?”

Nishizaka rimase sbigottita da quella domanda. Tremante di rabbia, e con i capelli che serpeggiavano nell’aria, riuscì a rispondere:

“ Con un coltello preso dalla cucina, ecco come! Mi stai forse dando della stupida? Credi che io sia stupida, eh ?!”

 

“ Non lo avrebbe mai potuto uccidere con un coltello da cucina.” Come un fulmine a ciel sereno, la voce di Kigiri Yoko interruppe Nishizaka dal continuare.

La ragazza dai capelli lilla, con le braccia conserte al petto, divenne ben presto l’obbiettivo degli sguardi confusi di tutti.

“ P-P-Pure tu credi che io sia una stupida ?!” Strillò la Ultimate Web Personality, indicandola e digrignando i denti.

“ Con quella ferita con cosa dovrebbe averlo ucciso, a pugni? Il grassone ha chiaramente usato un coltello preso dalla cucina !”

 

Fu allora che Nashi seppe cosa dire. Sollevando lo sguardo al suono della voce composta di Kigiri si era reso conto che, dall’inizio dell’investigazione, la ragazza non aveva semplicemente investigato per se stessa, lasciando che lui e Zetsu la seguissero come le spalle sbadate in un film poliziesco.

- Ora lo vedo. Negli occhi di Kigiri vedo la risposta !- La Ultimate Criminologist aveva fornito a lui gli elementi per scovare la verità, grazie al suo talento.

Grazie alla sua memoria.

 “ Non avrebbe potuto perché… !” Il castano sbatté i pugni sul palchetto, raddrizzando la schiena con uno slancio di reni.

“ La porta della cucina è rimasta chiusa da dopo cena fino a dopo l’omicidio !” Esclamò, ora potendo finalmente guardare in faccia Nishizaka.

La ragazza dai capelli rosa sussultò dalla sorpresa a quella frase, per la prima volta non sapendo cosa rispondere.

“ Ch-che …?” Balbettò confusa, priva ormai del suo spirito combattivo, ed allora il ragazzo continuò a parlare.

“ La cronologia degli aggiornamenti del climatizzatore in cucina testimoniano questo! Infatti, si può leggere chiaramente: ‘Ore 21:40. Spegnimento. Ore 22:25. Accensione’ , ovvero durante le investigazioni! Per questo Akagi non avrebbe mai potuto prendere un coltello dalla cucina, essendo questa stata chiusa a chiave.”

Come dei proiettili che colpivano il punto debole nelle accuse, le prove di Nashi riuscirono a mandare in pezzi qualsiasi cosa la Ultimate Web Personality avrebbe voluto rispondere oltre.

 

Nishizaka sprofondò nel silenzio, dopo aver abbassato il capo.

“ Io …” Singhiozzò, quando le lacrime iniziarono copiosamente a percorrerle il viso. “Io non volevo che nessuno morisse !” Si portò le mani alla faccia per asciugarsi gli occhi, ben sapendo che non avrebbe potuto cancellare quel dolore.

Nashi dovette farsi forza per non lasciarsi inghiottire dall’empatia, altrimenti la sofferenza lo avrebbe distratto dal suo obbiettivo.

- È un destino crudele, lo so Nishizaka …- Pensò, volgendo appena lo sguardo sulla compagna di classe.

 

“ Sei stato forte, Nashi !” Sussurrò Zetsu al suo fianco, al che il ragazzo si voltò verso l’amico. Lo Ultimate Hypnotist ora sfoggiava un’espressione diversa da quella di prima, mentre lo guardava con la bocca spalancata e gli occhi colmi di un bagliore vivido.

Confuso, il castano si guardò attorno, solo per poi diventare rosso dall’imbarazzo: anche tutti gli altri lo guardavano meravigliati, con quel misto di sorpresa e speranza nello sguardo.

Il ragazzo fu felice di aver trasmesso la sua speranza agli altri, ma essere al centro delle attenzioni lo metteva un po’ sotto pressione.

- Non mi aspettavo questo risultato …- Arrossì, accennando un sorriso per cercare di sviare l’imbarazzo.

 

“ Aspetta un secondo !” Una voce lo richiamò all’attenzione, solo per ricordargli che il processo non si era certo concluso lì. Anzi, erano solo all’inizio.

“ È stato appurato che l’arma non fosse un coltello preso dalla cucina… e allora ?!” Takejiro Kurisu, Ultimate Liar, fino a quel momento era rimasto in disparte con aria disinteressata. Eppure, aveva appena esordito con un tono di sfida, e puntava o Ultimate Memory con i suoi occhi freddi, attraverso le lenti scure.

Il corvino incalzò, percependo come l’aria all’interno di quella sala si stesse riempiendo nuovamente di tensione.

“ Mi viene da pensare ad un altro modo con il quale Akagi potrebbe essersi procurato il coltello.” E, sussurrando tra le labbra due singole parole, spalancò le palpebre.

“ La richiesta !”

Immediatamente qualcun altro iniziò a riflettere su quella ipotesi.

“ In effetti non ricordo proprio la richiesta di Akagi…” Umezawa Gaho, Ultimate Stuntman, iniziò a grattarsi il mento con fare pensieroso.

“ Potrebbe essere proprio un coltello! Magari di quelli con la lama seghettata, in modo da lacerare meglio le viscere !” Esclamò con un’insolita allegria Fujima Wakuri, Ultimate Toxicologist.

“ Ho capito, userò il mio Stand, Hermit Purple, per scovare l’arma del delitto e l’assassino !” Scoppiò a ridere sicura di sé Amari Sako, Ultimate Video Maker,  senza accorgersi che nessuno avesse compreso la sua citazione alle Bizzarre Avventure di JoJo.

 

Takejiro Kurisu  guardava Jonetsu Nashi dall’alto in basso, con un enigmatico ghigno oscurato dall’ombra del cappuccio.

La sua teoria stava facendo scaldare gli animi in quella sala, sordi ai deboli tentativi di Akagi di discolparsi.

“ No… non è vero !” Singhiozzò esasperato lo Ultimate Rhythm Game Player, stringendo i pugni e sforzandosi fino a diventare rosso per gridare: “Non era quella la mia richiesta !

“ Esatto !”  Puntando il dito verso il compagno che aveva appena parlato, Nashi fronteggiò lo sguardo di Takejiro a testa alta.

Per chiunque altro quel dettaglio, quel minuscolo dettaglio, sarebbe stato cancellato dal cervello dopo esservici abituati. Chiunque, sì, ma non Jonetsu Nashi.

“ Il coltello non era la richiesta di Akagi… perché in realtà la sua richiesta è la sala giochi !”

 

La sala accanto proiettava fasci di luci colorate ed una musica vivace dal suo interno. Sopra la chiave appesa alla parete era affissa una targa: “Richiesta di Akagi”.

 

Il ricordo della sua prima esplorazione gli riportò alla mente la targa sulla parete, e grazie a questa convinzione seppe rievocare nella memoria di tutti la stessa informazione.

Takejiro tuttavia non sembrò sconvolto come Nishizaka, e anche dopo esser stato contestato si strinse nelle spalle e continuò a sorridere divertito.

“ Punto per te.” Disse soltanto, ma stavolta Nashi non ricambiò il sorriso.

 

“ Ma allora… qual è l’arma del delitto ?” Domandò tremante Yonamine Genjo, Ultimate Actor, per poi nascondere la bocca nella sciarpa.

“ Io …” Sospirò Kigiri, per poi guardare tutti i presenti negli occhi. “… l’ho scoperta.”

Dopo qualche secondo di silenzio, misto ad incredulità, gli studenti per poco non caddero all’indietro dalla confusione.

“E perché cavolo non ce la dici, allora ?” Disse Zetsu a denti stretti, messo a disagio dal modo di fare della ragazza.

“ No.” Rispose la Ultimate Criminologist, al che il verde scivolò davvero per terra.

“ Non è ancora il momento di rivelarla, manca ancora un dettaglio fondamentale per svelare come è avvenuto l’omicidio.” Proseguì l’altra, irremovibile sulla sua decisione.

Nashi era sinceramente colpito dalla determinazione di Kigiri, così come da quella sua tenacia che la faceva sembrare una bambina decisa ad ottenere un particolare giocattolo, anche a costo della vita.

 

Sospirò sconsolato, rassegnandosi all’idea di dover assecondare l’enigmatica compagna di classe.

- Fammi pensare… cosa posso dire per portare avanti la discussione ?- Si immobilizzò per qualche secondo, rifugiandosi nell’infinto tunnel buio dei suoi pensieri.

Doveva pur trovare qualcosa, una luce che rischiarasse la fine di quelle tenebre. Bastò poco, prima che delle lettere si allineassero per formare una parola: “Ferita”.

“ Zayasu, potresti  passarmi un foglio ?” Con uno scatto si voltò verso il compagno di classe, rinvigorito da un’illuminazione.

Il suo entusiasmo venne però smorzato dall’occhiataccia che l’albino gli rifilò di risposta.

“ Ehm… Corex ?” Ripeté Nashi con un sorriso imbarazzato, al che lo Ultimate Fanfiction Writer strappò un foglio dal suo block notes per prestarglielo.

 

Il castano iniziò a disegnare su quel foglio usando il palchetto come appoggio, per poi mostrare a tutti cosa avesse fatto. Non era certo un disegno tracciato con linee precise, ma ricordava vagamente una spirale.

“ E quella roba oscena che cos’è ?” Disse disgustata Mituso Azuki, aumentando soltanto lo sconforto in merito alle sue capacità di disegno del ragazzo.

“ È la forma della ferita sul fianco di Domen.” Rivelò infine Nashi, tracciando col dito quelle tre linee partenti da un epicentro comune, le quali si curvavano lievemente verso sinistra.

“ Quindi l’arma deve esser stata in grado di procurare un taglio così… bizzarro.” Amari Robun era abbastanza interdetto da quella strana forma, però non dubitava delle parole del compagno, soprattutto dopo l’ultima dimostrazione di affidabilità.

Umezawa Gaho schioccò le dita con aria di chi aveva appena compreso qualcosa: “Il killer l’ha ucciso con un cacciavite !”

“ Non esiste un cacciavite così grosso, testone.” Kumagai Yone, al suo fianco, gli rifilò uno schiaffo dietro la nuca, nonostante il ragazzo fosse ben più alto di lei.

“ Però, con una forma del genere …” Esordì Jitsuke Zetsu, osservando il disegno. “ Avrebbe potuto anche svitare delle viti come un cacciavite, no ?”

Nashi comprese al volo ciò che l’amico stava pensando.

“ E questo cosa vuol significare ?” Chiese Ebisawa Shoko, grattandosi la testa.

“ Che l’arma deve essere stata usata anche per chiudere Domen nella claw machine !” Rispose lo Ultimate Memory, all’unisono con l’amico. Dopodiché i due si guardarono, sorridendo vittoriosi.

 

“ P-Però …” Seppur con tono meno energico, Nishizaka Iki riprese a parlare.

“ Con un’arma del genere, potrebbe ancora essere stato Akagi !” Affermò la Ultimate Web Personality, facendo corrucciare Akagi Aozame, il quale ormai credeva di essere salvo da altre accuse.

La ragazza continuò, facendosi forza:

“Ci sono delle tracce di sangue nella sala giochi, ed in particolare sulla sbarra di quello stupido arcade! Questo vuol dire che Domen è stato ucciso nella sala giochi, dove c’era solo lui e Akagi, per poi esser stato trascinato fino alla claw machine… e… e forse Akagi mentre lo trascinava si è appoggiato proprio a quella sbarra, per questo l’ha macchiata di sangue !”

Lo Ultimate Rhythm Game Player a quel punto divenne rosso dalla rabbia, e sbattendo il pugno contro il palchetto sbraitò: “ Questa poi! Un vero pro gamer di DDR non toccherebbe la sbarra nemmeno se fosse l’unica cosa che potrebbe salvarlo dalla fine del mondo !”

 

Nashi intanto rivedeva la sala giochi nella sua mente, ogni singolo arcade ed ogni dettaglio di come l’aveva vista durante gli ultimi minuti da incubo.

“ Non è possibile neanche così, Nishizaka.” Disse con voce pacata, osservando come la ragazza lo stesse nuovamente guardando stupita.

“ Ricordi che, all’ingresso della sala giochi non riuscimmo nemmeno a percepire che fosse avvenuto un omicidio? Solo dopo, quando iniziammo ad avvicinarci, sentimmo di star camminando nel sangue.”

 

 “ Questo è …” Nishizaka, sollevata una pantofola, venne attraversata da un brivido e le si bloccò il fiato in gola.

“ Sangue.” Terminò Kigiri, fredda. “Stiamo camminando nel sangue.”

 

 “ Domen non deve essere morto sul colpo.” Continuò il ragazzo, immaginando ogni passo compiuto dallo Ultimate Entertainer in quella sala buia.

“ Subito dopo esser stato ferito ha barcollato nel buio, per poi appoggiarsi al DanganDanganRevolution e cadere al suolo, ormai senza più le forze.”

La macchia sulla sbarra apparteneva senza dubbio al sangue di Domen Ienobu, ed era stata lasciata da lui stesso.

“ Poi, il killer l’ha trascinato fino alla claw machine, ed utilizzando l’arma del delitto lo ha chiuso lì dentro.” Il ragazzo aprì gli occhi, per poi guardare il proprio corpo.

Immaginò di essere l’assassino, e di aver trascinato un corpo sanguinante.

“ L’assassino però, insieme a Domen ha lasciato le chiavi della sala giochi, l’unica cosa che avrebbe potuto farlo uscire di lì. Questo vuol dire che, con gli abiti ancora macchiati di sangue, era rimasto rinchiuso in quella stanza fino al nostro arrivo !”

 

Negli occhi di Nishizaka e Umezawa balenò il panico.

“ Questo è davvero …” Comprese lo Stuntman, deglutendo a vuoto.

“ Siamo stati noi a permettergli di uscire.” La ragazza fu sul punto di scoppiare a piangere di nuovo, ma una voce ferma la interruppe.

“ È esattamente per questo motivo che non può esser stato Akagi.” Confermò Kigiri, guardando lo Ultimate Rhythm Game Player e la sua tuta ancora pulita.

 

“ Perché non la fai finita, adesso ?” Brontolò Takejiro Kurisu, rivolgendosi alla Ultimate Criminologist.

Nashi lo guardò confuso, al che il corvino proseguì, con espressione stizzita: “Dicci qual è quest’arma del delitto.”

La ragazza dai capelli lilla annuì in silenzio, per poi sporgersi in avanti con gli occhi puntati in avanti.

“ In passato ho visto una moltitudine di armi capaci di infliggere una ferita speciale e così fuori dall’ordinario… e per questo posso assicurare che solo un’arma in tutto il mondo potrebbe incidere la carne in quel modo. Sto parlando di un coltello jagdkommando !” Dichiarò con voce ferma, lasciando tutti i presenti basiti.

“ Jag… ja ?” Provò a ripetere inutilmente Zetsu, ancora non sicuro che potesse esistere una parola tanto buffa.

“ E che roba è, si mangia ?” Chiese Amari Sako, con la spontaneità di chi non sembrava aver fatto una battuta.

“ No.” Rispose infine Kigiri. “ Jagdkommando è il nome di una forza speciale dell’esercito austriaco, ed il coltello da loro inventato, anche chiamato Microtech Jagdkommando, è l’unico che abbia una forma a spirale composta da tre lame.”
Sollevando un foglio, mostrò a tutti il disegno di un coltello composto da tre lame che si univano in una punta, con un design a spirale.

“ È un’arma molto difficile da maneggiare, ed i soldati vengono addestrati a lungo su come usarla per infilzare.” Proseguì Kigiri, mentre le sue parole stavano iniziando ad assumere un significato nella mente di Nashi.

Un messaggio, un avviso, un indizio sul killer.

“ Nel momento in cui le tre  lame affondano, infatti, incidono la carne seguendo la loro forma.” Con l’indice percorse il profilo del coltello.

“ E se si estrassero con un semplice strattone, l’intero pezzo di carne colpito si strapperebbe di netto, squartando la vittima in modo dolorosissimo.”

“ Questo ne causerebbe la morte sul colpo.” Rifletté Zetsu, ricordandosi però che Domen fosse morto dissanguato al centro della sala giochi.

 

Nashi chiuse gli occhi, e lentamente lasciò che la sua testa si appoggiasse contro il palchetto. Ogni suo muscolo del corpo si era ammorbidito, e pareva quasi essersi addormentato in quella posizione insolita.

Prima che qualcuno potesse chiedergli qualcosa, con voce debole ma incredibilmente ferma iniziò a parlare.

- L’unica persona che ha una tale conoscenza delle armi da poter estrarre la lama del coltello jagdkommando senza causare la morte …- Pensò, prima di aprir bocca.

“ Sei tu l’assassino, Iwayama Koan ?”

 

Le ultime parole rimbombarono nella sala vuota, rimbalzando tra i muri e le colonne, tra gli studenti confusi e persino sul trono di Monokuma. Correvano veloci, solcavano l’aria, eppure infine colpirono tutte nello stesso punto: l'Ultimate Weapon Collector, Iwayama Koan.

Il rosso, che non aveva aperto bocca dall’inizio del Processo di Classe, impallidì, sentendo gli sguardi di tutti concentrati su di sé.

 

“ C-C-Che …” Balbettò, con gli occhi spalancati ed un rivolo di sudore sulla punta del naso.

“Che cazzo stai dicendo, si può sapere, Nashiii ?!” Sbraitò di colpo, digrignando i denti verso il suo compagno di classe.

Il castano era rimasto immobile nella sua posizione, e non si smosse nemmeno dopo quell’urlo.

“ Ti sei forse bevuto il cervello, eh? Sei rimasto immobilizzato perché ti sei accorto dell’idiozia che hai detto, eh? Io ti spacco la testa, come ti permetti di accusarmi così, a cuor leggero ?!” Iwayama, fuori di sé, iniziò ad inveire contro Nashi, colpendo ripetutamente il palchetto con i pugni.

“ Se fossi davvero stato io, allora pensi che sarei stato così stupido da rimanere nella sala giochi con l’arma del delitto? Il vero killer in realtà sarebbe uscito per sbarazzarsi dell’arma, ma siccome la porta era chiusa allora solo il ciccione può essere l’assassino !”

 

Un brivido attraverso il corpo dello Ultimate Memory, come se avesse appena preso la scossa. Dopo un secondo si silenzio, quando Iwayama ebbe finito di parlare, Nashi sollevò appena la testa verso di lui.

I suoi occhi verdi brillavano di ingegno, e con uno sguardo penetrante pronunciò poche semplici parole:

“ Perché per forza uscire dalla sala giochi ?”

Le labbra di Iwayama si sigillarono immediatamente, impedendogli di sussultare ancora.

“ Qualcun altro qui sapeva della finestra bloccata nella sala giochi ?” Chiese Kigiri, rivolgendosi a tutti gli altri. Nessuno annuì, tutti loro sembrarono persino sorpresi da questa informazione.

“ Quindi… solo il killer poteva sapere della finestra bloccata.” Concluse la ragazza dai capelli lilla, posando il suo sguardo gelido su Iwayama.

 

“ Ed ecco la soluzione all’enigma della porta chiusa.” Mormorò Nashi, alzandosi e raddrizzando la schiena.

“ L’assassino ha pugnalato Domen, per poi chiuderlo dentro la sala giochi e portare la chiave con sé. Mentre la vittima moriva dissanguata, barcollando per la stanza, il killer ha aperto la sala computer, e dal balcone si è arrampicato fino alla piccola finestra. Da lì è potuto entrare nella sala giochi… però qualcosa non è andato come nei suoi piani: la finestra si è bloccata dopo il suo ingresso, sigillandolo definitivamente nella stanza.”

 

Zetsu si batté il pugno nella mano, esclamando: “E visto che la chiave era stata chiusa assieme a Domen nella claw machine, non poteva nemmeno aprire la porta !”

L’occhio dell'Ultimate Weapon Collector venne scosso da un tic, al che il ragazzo cercò di riprendere un po’ di compostezza, rispondendo alle accuse.

“ S-Sono accuse troppo generiche! In realtà sapevo… della finestra bloccata perché anch’io ho esaminato per bene la stanza. Te lo ricorderai, no, Nashi? T-Tu ti ricordi sempre tutto.” Tentando di sorridere nonostante il nervosismo lampante, Iwayama fissò negli occhi lo Ultimate Memory.

Jonetsu Nashi era una maschera priva di emozioni, con due occhi fiammeggianti in cerca della verità.

“ Già… infatti mi sembra strano che tu abbia indosso i pantaloni di oggi, ma una felpa anziché il solito giubbotto. Come mai te lo sei cambiato, Iwayama ?”

 

Nuovamente Iwayama Koan rimase folgorato dalla spietatezza del tono di voce dell’amico, e barcollò sul posto, sentendosi le gambe deboli.

“ Sarà forse per sbarazzarsi del sangue ?” Infierì, altrettanto spietatamente Kigiri.

“ Dopotutto il tempo per indossare una felpa, mentre eravamo tutti confusi dalla morte di Domen, dovresti averlo avuto.” Aggiunse Takejiro, ridacchiando maligno.

 

“ Che cosa …” Sussurrò in modo scomposto l'Ultimate Weapon Collector, mentre con sguardo vacuo osservava ai suoi piedi.

“ Che cosa vi interessa di ciò che indosso per andare a dormire? Siete tutti dei maledetti, ecco cosa c’è.” Mormorò debolmente, per poi alzare la testa in direzione di Nashi.

Le sue pupille erano colme di odio, ma miste al terrore di chi ha paura di morire.

“ E l’arma ?”

 

Un sibilo saettò nella stanza, facendo precipitare quell’aria di tensione in un silenzio tombale.

“ G-Già… e l’arma ?” Ripeté Iwayama, avendo trovato la forza in quel silenzio colmo di dubbi, per inarcare un sopraciglio e sfidare con un sorriso lo Ultimate Memory.

“ Dimmelo, Nashi !” Urlò, ormai alternando una risata rotta dai singhiozzi a disperate boccate in ricerca d’aria.

“ Dov’è questo fantomatico coltello jagdkommando?! Fammelo vedere, dimostrami che ce l’ho addosso, o che è nascosto da qualche parte nella sala giochi! Nessuno qui l’ha ancora visto, ed io non dico che Babbo Natale esiste solo perché i bambini ne parlano !” Arrivato al climax, il rosso aveva ridotto la sua voce ad un urlo stridulo, mentre con gli occhi fuori dalle orbite artigliava il palchetto di legno davanti a sé.

 

I due rimasero immobili a lungo, l’uno con gli occhi puntati sull’altro, squadrandosi con i muscoli tesi ed i nervi a fior di pelle. Solo il ticchettio di un orologio scandiva quell’attesa, la quale sarebbe potuta durare in eterno e restare ugualmente intensa.

“ Monokuma, posso vedere la richiesta di Iwayama ?” Nashi interruppe il silenzio, prendendo parola come il pistolero più veloce in un confronto armato.

Impugnò la pistola e sparò anticipando Iwayama Koan, il quale si ritrovò colpito da quel proiettile rilevatore.

 

L’orso bianco e nero, di risposta, balzò giù dal suo trono con un buffo ruggito.

“ Rawr! Pensavo che dopo tutto questo tempo i lettori si fossero dimenticati di me! Rawr! Comunque sì, eccola qua.” E nel dire questo, da una botola sul soffitto cadde qualcosa tra le mani di Nashi.

I presenti si sporsero verso quell’oggetto misterioso, in attesa dello scoprire se davvero lo Ultimate Memory avesse svelato il grande mistero di quella notte.

 

Era un coltello. Un semplice coltello dall’impugnatura nera ed una grossa lama in acciaio, abbastanza larga da renderlo simile ad un punteruolo.

“ Ehe …” Dalle labbra dell'Ultimate Weapon Collector fuoriuscì un soffio, in breve trasformatosi in una risata isterica.

“ YEHEHEhehehehe! Che cos… che cosa volevi dimostrare, eh? Adesso mi devi delle scuse Nashi! Hai capito, Nashiii ?” Impazzito dalla paura e dal nervosismo, il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al castano, guardandolo dritto negli occhi e ridendogli in faccia, mentre l’altro era rimasto immobile con lo sguardo fisso sul coltello.

“ Non so se ce ne sarà tempo.” Lo interruppe Monokuma, alzando la mano per attirare l’attenzione.

“ È arrivato il momento di votare chi voi crediate sia l’assassino !” Da tutti i palchetti apparve un display con diciassette tasti, ognuno raffigurante uno studente con il rispettivo nome.

“ Non dovete specificare il perché, non dovete firmarvi, non dovete fare altro se non premere un semplice tasto. Visto com’è facile al giorno d’oggi condannare a morte qualcun altro ?” Ridacchiò l’orsetto, con la sua larga bocca ricolma di denti acuminati.

 

Il momento decisivo era giunto.

Attraverso quei tasti, gli studenti avrebbero dovuto votare chi loro ritenevano fosse l’assassino, condannandolo nel migliore dei casi, oppure segnando il destino di tutti gli innocenti se avessero sbagliato.

Un timer di soli due minuti iniziò a scorrere sul display, incrementando l’ansia in ciascuno di loro davanti a quella decisione tanto importante.

Un solo errore, e la morte solo li avrebbe accompagnati lontani da quella torre. Lontani dalla disperazione di una macchinazione tanto perversa. Lontani dal controllo di un sadico nascosto dietro un orso, telecamere e monitor.

Lontani dalla paura. Perché era stata solo la paura ad uccidere Domen Ienobu, quella notte.

 

“ Non mi avevi detto che fosse arrivata la tua richiesta, Iwayama.” Disse Nashi, rimanendo con sguardo fisso a contemplare ciò che aveva tra le mani.

Il rosso davanti a sé, sussultò appena, senza però abbandonare il ghigno sulle sue labbra.

“ E con questo ?”

“ Eri sempre il primo ad alzarti per vedere se fosse arrivata la tua richiesta.” Mentre parlava, il ragazzo sollevò l’arma sopra la sua testa, afferrandola da entrambe le estremità.

“ Quindi, potenzialmente, dovresti essere stato il primo e l’unico a sapere davvero se ti fosse arrivata !” Facendo ricorso a tutta la sua forza, la lanciò sul pavimento, rompendola in due parti sotto lo sguardo confuso di tutti.

 

Un pezzo, ora sul pavimento, era un cono vuoto all’interno, mentre l’altro un coltello a spirale composto da tre lame.

“ Ecco che fine aveva fatto il corno del tuo Super Duper Mecha Titanos, Umezawa.” Il castano afferrò il corno, mostrandolo allo Ultimate Stuntman.

Il ricordo della confezione, richiesta di Umezawa Gaho, e di quel corno mancante all’action figure, combaciava perfettamente con l’oggetto che aveva rivestito la vera lama del coltello jagdkommando.

 

“ Io mi sveglio presto, però le uniche richieste che ho trovato qui erano quelle di Arima, di Ebisawa e di Domen.”

“Anche oggi mi sono svegliato prima di chiunque altro, ma non ho trovato niente per me.”

 

“ Sei stato tu …” Sibilò incredula Nishizaka Iki, coprendosi la bocca con le mani.

Jonetsu Nashi cercò di riprendere il controllo delle sue emozioni, ed ingoiando un boccone amaro pronunciò le seguenti parole:

“ Eccome come è andata …”

 

 

Mentre tutti si ritiravano dal salone per andare a dormire, solo Kigiri Yoko e Nishizaka Iki erano rimaste più degli altri, con il compito di sparecchiare la tavola per quella sera.

Controllarono tutte le stanze, chiudendole a chiave, tranne due: la sala giochi, dove Domen Ienobu ed Akagi Aozame si sarebbero trattenuti, ed il bagno dei maschi. Questo infatti, per via delle regole non era loro accessibile.

Non sapevano che, sfruttando proprio la Regola Numero Tre, l’assassino si era nascosto lì, in attesa che le due andassero via.

Fu proprio allora, poco dopo le 21:40, che l’assassino ha lasciato il suo nascondiglio.

Domen Ienobu in quel momento era diretto alla sala giochi, dopo essersi andato a cambiare per la notte. Poco prima che lo Ultimate Entertainer potesse fare il suo ingresso nella stanza, l’assassino lo pugnalò al fianco con un coltello jagdkommando. Dopo aver estratto l’arma, ha lasciato che Domen brancolasse moribondo nella sala, ormai chiusa a chiave dall’esterno.

L’assassino poi ha utilizzato la finestra della sala computer per entrare dall’esterno nella sala giochi, evitando che Akagi Aozame, in quel momento impegnato a giocare dentro un cabinato, lo vedesse chiaramente in volto. Al suo ingresso la vittima era ormai morta dissanguata, così gli bastò solo trascinarla fino alla claw machine, ed utilizzando la lama del coltello, sigillarla dentro di essa.

Ormai Akagi era sul punto di uscire dal cabinato, così l’assassino fece per abbandonare il luogo dove aveva consumato il suo delitto perfetto… ma qualcosa era andato storto. La finestra della sala giochi, infatti, si era bloccata al suo ingresso, rendendogli ormai impossibile uscire.

In preda al panico si nascose dentro un cabinato libero, aspettando che Akagi scoprisse il cadavere, e chiamando aiuto permettesse a qualcun altro di aprire la porta.

Approfittando dell’ingresso di tante persone, e della confusione generale, l’assassino è sgattaiolato alle spalle di tutti, correndo in bagno per sbarazzarsi del vestito sporco di sangue, sostituendolo con un altro già preparato all’evenienza. In quel frangente di tempo ha anche assemblato il corno dell’action figure, rubato quello stesso giorno ad Umezawa, per camuffare la lama del jagdkommando.

Ovviamente era anche riuscito a ridipingere l’oggetto per farlo sembrare una realistica lama d’acciaio, grazie alla sua competenza negli armamenti.

 
 

“ Fin qui tutto torna. O hai qualcosa da aggiungere, Iwayama Koan ?!” Nashi sollevò il dito contro l’amico dai capelli rossi, e fu come se lo avesse perforato con un dardo al centro del petto.

Iwayama rimase dapprima immobile, a lungo, forse in eterno, per poi emettere un singolo suono dalla bocca.

Un sospiro, seguito da un brivido.

“ M-Mi dispiace… !” Improvvisamente i suoi occhi iniziarono a sgorgare lacrime, e mai come prima sollevò il volto scoppiando a piangere con una smorfia di dolore.

“ Non avrei voluto ucciderlo !” Gemette straziato, al che Nashi venne scosso da una raffica di diverse emozioni contrastanti.

 

“ Azzardati un’altra volta a prendere in giro Jonetsu, e stavolta ti faccio davvero male !”

“ C’è qualche problema, Jonetsu ?”

 

Non riusciva a sostituire la parola amico con assassino quando guardava negli occhi Iwayama Koan. Era stato il primo degli studenti con cui aveva parlato, e nonostante inizialmente avesse dubitato di lui, poi si era dimostrato disponibile ed in colpa per i modo in cui si era posto.

Quell’Iwayama impulsivo e dal linguaggio rude… quell’Iwayama che gli aveva sorriso e lo aveva difeso.

Stava davvero per andarsene?

 

“ Basta cianciare, è il momento delle votazioni !” Esclamò Monokuma, e tutti gli studenti dovettero premere uno dei diciassette bottoni.

Su di un grosso schermo appeso al soffitto venne proiettata l’immagine di una slot machine. Quando la macchina venne attivata, tutti i tasselli presero a girare, e quando infine si fermarono mostrarono tre facce di Iwayama allineate.

Una musichetta riempì l’aria, così come petali di fiori e coriandoli vennero lanciati dagli altoparlanti.

“ Congratulazioni, avete indovinato.” L’orso improvvisò un balletto, per poi indicare con due ventagli rosa proprio l'Ultimate Weapon Collector, paralizzato dalla paura davanti al suo palchetto.

“  L’assassino di Domen Ienobu è proprio Iwayama Koaaan! Avete superato il vostro primo Processo di Classe impedendo all’assassino di superare il corso… che cattivoni.” E dopo aver mimato un broncio, Monokuma scoppiò a ridere.

 

“ E-Eh-Ehi! No, aspetta !” Iwayama si riscosse, riprendendo il controllo del suo corpo. Guardò prima l’orso, poi tutti i suoi ex-compagni di classe con lo stesso sguardo perso e spaventato.

“ Io non voglio …” Prima di riuscire a pronunciare la fatidica parola si piegò su se stesso, spalancando gli occhi e notando di star sudando copiosamente.

“ Non voglio morire, Nashi.” Riuscì a gemere con un fil di voce, coprendosi la bocca.

Nishizaka Iki, ormai libera dalla limitazione del palchetto, avanzò verso di lui per poi afferrarlo dal collo della felpa e strattonarlo.

“ Si può sapere perché l’hai ucciso? Come hai potuto farlo ?!” Strillava sconvolta, scrollandolo sempre più forte, fino a non fargli più comprendere cosa stesse succedendo.

Ben presto però le forze le vennero meno, e dovette allentare la presa. Fu allora che la Ultimate Web Personality crollò in ginocchio, trascinando con sé anche il rosso.

“ Ti rendi conto… che Domen era l’unico a portare la felicità in tutti noi? È stato l’unico che …” Singhiozzò la rosa, tirando su col naso.

“ L’unico che mi abbia rincuorato ed ascoltato …”

 

Nashi ripensò alla richiesta di Nishizaka, e a come la ragazza si fosse sentita male riguardo i video disperati dei suoi fan, i quali la credevano morta.

- Se Domen è davvero stato l’unico ad aiutarla, questo spiega la sua determinazione morbosa nel cercare di condannare l’assassino.- Rifletté il ragazzo, comprendendo dopo poco che Domen Ienobu mancava tantissimo anche a lui.

 

Iwayama Koan si lasciò cadere all’indietro, finendo disteso a terra con il volto paonazzo e ricoperto di lacrime rivolto al cielo.

“ Io non volevo !” Gracchiò ancora con voce rotta e straziata dal dolore.

“ Vi racconto io la bella storiella di Iwayama Koan, se avrete il piacere di ascoltarmi !” Monokuma intervenne in quel momento di commiserazione, atterrando a piedi uniti al centro dei palchetti.

In mano stringeva un telecomando, il quale, dopo aver premuto un bottone, accese il televisore vicino al trono.

Lo schermo iniziò a mostrare un video, ma questa volta non si trattava dei film di Charlie Chaplin.

 

Un titolo in bella vista mostrò di cosa si sarebbe trattato: “ Il Collezionista (Non di Amicizie) ”.

 

Apparve Iwayama Koan intento a camminare per le strade di una città, mentre tutti gli altri passanti si tenevano alla larga, preferendo restare sui marciapiedi.

Il ragazzo dai capelli rossi avanzava con uno sguardo truce, facendo roteare tra le dita un coltello balistico, eseguendo diverse acrobazie ed emettendo suoni metallici e sibilanti.

“ Iwayama Koan è l’unico figlio di una famiglia con una passione centenaria: il collezionismo di armi.” Una voce iniziò a parlare sopra quello scenario di desolazione.

 

“ Ma chi sta parlando ?” Domandò confuso Nashi, notando come nessuno dei passanti in quel video stesse aprendo bocca.

“ È una voce aggiunta in post produzione.” Rispose Amari Sako, rimanendo attenta sul video.

 

Il commentario proseguì:

“ Da quando è nato ha dovuto seguire i genitori in viaggi per tutto il mondo, occupandosi di esplorare antiche rovine o templi per cercare le armi più antiche e misteriose. Questo lo ha portato a non fermarsi mai in un punto prestabilito, e di conseguenza, a non relazionarsi mai con nessuno.”

Le immagini cambiarono, mostrando stavolta Iwayama in una classe, intento a smontare una pistola nascosto da un libro di testo appoggiato sul banco.

Tutti gli altri studenti attorno a lui lo guardavano straniti, cercando di allontanarsi il più possibile.

“ Senza nessuno di cui fidarsi, non importa quanto tu sia forte o temuto: resti comunque una persona che temerà sempre di doversi guardare le spalle.” Aggiunse la voce, per poi mostrare una situazione che loro Ultimate riconobbero meglio: il salone.

 

La sala era stata addobbata, quindi doveva risalire a quella mattina, e non c’era nessuno se non Iwayama. Il ragazzo stava aprendo un pacco con su scritto: “Richiesta di Iwayama”.

Quando ebbe svelato il contenuto, si ritrovò con un coltello jagdkommando tra le mani, e rimase stupito.

In quel momento dalla porta fece ingresso qualcun altro, ed il rosso si voltò di scatto.

Domen Ienobu lo stava guardando ormai con l’arma in mano, impugnata di soprassalto come se volesse colpirlo. Lo Ultimate Entertainer, in uno scatto di paura, scappò nei corridoi richiudendosi la porta alle spalle.

“ No! Fermo !” Tentò di gridare inutilmente il rosso, non potendo far nulla per fermare il ragazzo.

 

L’inquadratura si focalizzò sull’espressione che Iwayama assunse in quel momento di tensione: confusione, panico e rabbia.

“ Iwayama Koan aveva paura di doversi guardare le spalle da solo, senza un amico o qualcuno vicino a cui potesse confidarsi. Così, per non dover convivere con quel timore, decise che avrebbe eliminato Domen prima che questo potesse rivelare ciò che aveva visto.”

 

L’ultima scena mostrata fu quella del corridoio a sud del salone, completamente avvolto dal silenzio mentre Domen Ienobu avanzava verso la sala computer. Lo Ultimate Entertainer aprì la porta, per poi doversi piegare in due vomitando sangue.

Un coltello gli aveva appena perforato il fianco dalle spalle, e non riuscì nemmeno ad emettere un suono, perché qualcuno lo spinse in avanti. La porta si chiuse, e mentre i rumori della serratura che si bloccava venivano oscurati dalle musiche degli arcade, il bruno iniziò a barcollare debolmente in cerca di aiuto.

 

Il televisore a quel punto di spense, lasciando nello schermo nero il riflesso di sedici studenti.

Ora con gli occhi di chi aveva visto la verità, non erano più gli stessi di un tempo.

Iwayama si artigliò il petto con forza, come se volesse strapparsi la felpa, o il cuore. Dalle sue labbra riuscì solo ad emettere un suono, ripetuto all’infinito ormai:

“ Non… volevo…”

“ Questa non è autodifesa, Iwayama !” Esclamò freddamente Takejiro Kurisu, puntando il compagno di classe con l’indice con uno sguardo spietato.

“ Se davvero non lo avessi voluto uccidere, allora non ti saresti spinto fino a tanto. Hai ideato un piano appositamente per non farti scoprire, in modo che la colpa fosse ricaduta su Akagi… e tutti noi saremmo morti.” Lo Ultimate Liar non riservava alcuna clemenza nelle sue parole, con le quali faceva tremare di paura l'Ultimate Weapon Collector.

Il corvino troneggiava ormai sul criminale, solenne come la giustizia e freddo come la verità.

“ Domen Ienobu non è stato lo spiacevole incidente di un ragazzo non capace di controllare le proprie emozioni: per te, questo omicidio sarebbe stato il biglietto per sacrificarci tutti ed essere l’unico a lasciare questa torre.”

“ Basta adesso, Takejiro !” Lo interrupe Nashi, frapponendosi tra lui ed il rosso.

Lo Ultimate Memory soffriva per la morte del loro amico, eppure i ricordi di tutti quei momenti passati con Iwayama non potevano abbandonarlo. Era la sua maledizione, ma proprio quei ricordi li avrebbe portati con sé ovunque.

“ Ormai ha compreso il suo crimine! Non c’è bisogno di-…” Era sul punto di proseguire, quando Monokuma lo sovrastò con la sua voce squillante, quasi assordandolo.

“ Bastaaa! È tempo della punizione per Iwayama Koan !” L’orso bianco e nero, a quel punto, tornò con un balzo seduto sul trono.

Davanti a sé apparve un bottone rosso, e lui, impugnando un martello da giudice, lo colpì entusiasta.

 

Un messaggio apparve su ogni monitor presente in quella stanza.

“ Iwayama Koan è stato dichiarato colpevole. Pronti ad assistere alla punizione ?”   

 

Accadde tutto troppo in fretta.

Una botola si spalancò sotto ai piedi del rosso, il quale cadde senza via di scampo nel pavimento.

Quando tutti furono convinti che fosse scomparso per sempre, i monitor mostrarono una ripresa fatta in un’altra stanza.

Iwayama si trovava all'interno di una sala completamente rossa, dalle pareti al soffitto. Lui si guardava attorno spaesato, seppur consapevole di una sola cosa: la paura della morte incombente su di lui.
D'improvviso un'ombra apparve ai suoi piedi, diventando sempre più nitida mentre un fruscio riempiva l'aria.
Il ragazzo, istintivamente balzò all'indietro, appena in tempo affinché qualcosa di troppo veloce si conficcasse dove si trova un istante prima.

Il volto del rosso venne riflesso nella lama della spada, ora piantata nel terreno. Vide i suoi stessi occhi spalancati, ed un fiume di sudore colargli lungo il viso.
Ben presto iniziarono a piovere più e più lame, come in una grandinata di spade che costrinse l'Ultimate Weapon Collector ad una frenetica fuga all'interno della sala rossa. Correva, fuggiva, scappava dai sibili taglienti che gli sfioravano il corpo sempre con più precisione.
Sentì l'odore del sangue riempirgli le narici: forse qualche lama l'aveva sfiorato, o anche più, ma il dolore era completamente sopraffatto dal terrore nella sua mente.
Inciampò, con i muscoli delle gambe sempre più pesanti e le vesti pregne di sangue.

Sul suo viso stremato apparve un sorriso. Un debole, sincero sorriso estasiato.

Davanti a sé, al limite della sala era apparsa una porta. Tutto attorno continuavano a precipitare armi, cozzando contro il cemento e trasformando quel luogo in un'apocalisse di acciaio dai riflessi rossi, ma lui sorrideva.
Mosse un passo in avanti, troppo inebriato da quella effimera speranza per accorgersi di ciò che stava piombando su di sé.

Come fulmini di ferro, una decina di giganteschi spadoni lo centrarono con violenza inaudita, spargendo una cascata di sangue nell'aria mentre un fragore agghiacciante fu l'ultimo suono che gli studenti sentirono attraverso il monitor.

 

Nessuno dei ragazzi, persino la fredda Kigiri, rimase impassibile davanti alla scena demoniaca che quegli schermi avevano mostrato.

Era finita.

 

Nashi crollò sulle proprie ginocchia, senza ancora essere riuscito ad accettare ciò a cui aveva appena assistito.

- Credevo di essere pronto a tutto, ormai.- Si disse, iniziando a sentir meno la forza in ogni singolo muscolo del corpo.

“ Ha ragione Takejiro …” Gli sussurrò Kigiri Yoko, cogliendolo di soprassalto. Senza nemmeno guardarlo negli occhi, la Ultimate Criminologist voltò le spalle e si incamminò via.

“ Non bisogna fidarsi di nessuno, qui dentro.”

 

 

 

 

“ Ma come? Se ne sono andati tutti ?” Si accorse meravigliato Monokuma, rientrando nella Class Trial Room solo per trovarla deserta. Lasciò cadere i vestiti militari completamente ricolorati dal sangue per terra, zampettando verso il proprio trono.

Ci saltò sopra, per poi accomodarsi emettendo un sospiro.

“ Non mi hanno nemmeno lasciato introdurre la sorpresa. E ora quando potrò avvisarli dell’arrivo di una nuova studentessa? Spero non mi facciano fare brutta figura.”

 

 

 




Angolo Autore: 
Welcome back! E con questo, termina il Chapter One.
Sono curioso di sapere come vi è sembrata la dinamica di questo processo di classe, così come se avevate previsto chi fosse l'assassino o come avesse fatto ad uccidere Domen.
Chissà cosa accadrà da adesso in poi? Gli Ultimate Students riusciranno a continuare la loro convivenza ignorando la tentazione di uccidere?
Con l'ultima frase di Monokuma si introduce un nuovo interessante paragrafo di questa storia (il secondo di sette).

Alla prossima!

   
 
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