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Autore: PrincessMiyu    07/03/2018    2 recensioni
Un incontro dettato dalla totale casualità, lascerà in Kagome ed Inuyasha un segno indelebile.
Due ragazzi dal carattere diverso, ma accomunati dalla grande passione per i film d’autore, che li porterà a scoprire che in comune non hanno solamente l’amore per le opere cinematografiche.
Un amore cercato, bramato, a tratti non corrisposto e anche sofferto, sono gli elementi perfetti di una storia d’amore meravigliosa che può essere migliore di qualsiasi film.
È davvero possibile che una pioggia di petali di ciliegio, possa far capovolgere completamente i mondi di due persone?
Ecco a voi la long di “At the beginning with you”!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 20: Ora lo so!
 
 
Pov Inuyasha
 
 
Sto andando da Kikyo per rompere definitivamente la nostra storia, poi con Kagome vedrò come gestire la questione. Ora la cosa che più conta è salvare almeno la nostra amicizia. Non era sicuramente l’ambizione della mia vita innamorarmi della mia migliore amica, ma piuttosto che perderla me lo farò bastare.
Chissà cosa sta facendo. Se penso che potrebbe stare con quell’idiota in questo preciso momento, divento furioso solo al pensiero.
Continuo a chiedermi come abbia fatto ad essere così stupido? Ho avuto la capacità di negare tutto anche quando i segnali erano più che evidenti. Mi sono fatto influenzare dai sensi di colpa e da non so quale altra scusa idiota, tanto da non vedere che la risposta a tutte le mie domande ce l’ho sempre avuta davanti agli occhi da ormai nove mesi, da quando l’ho vista per la prima volta al parco.
Ora pago le conseguenze della mia stupidità, ma almeno la questione con Kikyo va risolta subito. Ho  preferito andare da lei a piedi, magari quest’aria bella fredda mi farà riflettere meglio e immaginare cosa accadrà nelle prossime ore.
La prima cosa da sapere è se ha fatto del male a Kagome, perché se è davvero così, giuro che non la passa liscia.
Non ho più intenzione di farmi abbindolare da quello che mi dirà e soprattutto stavolta voglio davvero seguire il mio cuore. Sta urlando da troppo tempo, è ora di dargli un po’ di respiro.
Non voglio più rimpianti!
Sono di fronte a casa di Kikyo, faccio un respiro profondo e busso.
Dall’altra parte sento la voce di Kikyo che mi urla “È aperto!”. Entro e vedo che è tutta in ghingheri, con un vestito pieno di quei cosi scintillanti per giunta fin troppo corto e scollato.
Non provo nemmeno un minimo di eccitazione, tutti i nodi ormai sono al pettine!
- Inu-chan, vuoi uscire vestito in quel modo? -
- Kikyo dobbiamo parlare. – dico senza tanti giri di parole.
- Va be’ parleremo al ristorante. Dove hai prenotato? –
- Non ho prenotato da nessuna parte. –
- Ma lo sai che i posti che piacciono a me è impossibile andarci senza prenotazione. –
- Chi ti ha detto che dobbiamo uscire? Ti sto dicendo che devo parlarti, ma tu come sempre non ascolti mai quello che dico. –
- Uff! Ah già! Cos’hai? – mi domanda scocciata come se mi stesse dando un contentino.
- Eh? –
- Vuoi questo, no? Che ti chieda in continuazione cosa succede nella tua vita. –
Rimango allibito a queste parole. Ora la vedo chiaramente per quello che è. Avevano tutti ragione e io non ho visto nulla.
- Senti, tra questa e questa, che preferisci? – si gira tutto d'un tratto con due cosi di colore diverso, che non so nemmeno a che cavolo servono.
- Ma che diavolo me ne frega! Per caso stai cambiando discorso di proposito? – sbotto irritandomi sempre di più.
- Che noia! Se rispondi, iniziamo a parlare. È importante! –
- Quello blu! – l’accontento per non sentirla più.
- Quello blu? Ma non va bene. Allora prendo questo lilla. –
- Perché cazzo me lo hai chiesto allora? – inizio a perdere la calma.
- Volevo un tuo consiglio, no? –
- Ma se nemmeno mi dai retta, perché diavolo ti ostini a chiedere? –
- Accidenti Inu-chan! Da quando sei così scontroso e antipatico? Sei cambiato. –
- In realtà, sono sempre stato così. Sono permaloso, scontroso, antipatico, impulsivo e testone. Sono sempre io, dovresti saperlo. –
-  Ma credevo invece di averti migliorato. –
- Migliorato? Non sono un giocattolo che puoi aggiustare. -
A quelle parole, mi viene in mente quello che mi disse Kagome sull’aereo.
 
 
- Ho imparato a conoscerti e posso dire che sei scontroso, permaloso e a tratti musone, ma allo stesso tempo sei buono, generoso, altruista e metti le persone a te care al primo posto. Hai deciso di portarmi qui pur volendo passare le ferie con la tua fidanzata, non dico che sia stato giusto, ma tu sei fatto così. Sei uno stupidone dal cuore grande. E con tutta onestà, non cambierei niente di te, per nulla al mondo. Mi piaci così come sei. –
 
 
 
Oh Kikyo! Non hai idea di come mi rendi le cose più semplici in questo momento. A quel ricordo, scoppio in una sentita risata come se fossi impazzito, ma non vedo l’ora di liberarmi di un peso immane.
- Che c’è da ridere? – domanda seria.
- Sai che ti dico? È finita! –
- Eh? –
- Ho detto: È finita! Sei sorda, oltre che essere una grandissima stronza? –
- Inuyasha, ma per caso sei andato fuori di testa? – comincia ad urlarmi contro.
- Mai stato più lucido in tutta la mia vita. Questa pagliacciata che c’è tra di noi è durata fin troppo. Ora è finito il tempo dei giochi. Il tuo burattino ha deciso di tagliare le corde. – dico più furioso e convinto che mai.
- Come al solito ti fai sempre influenzare da quelle serpi dei tuoi amici. Non hai capito che vogliono metterti contro di me, soprattutto quella gattamorta di Kagome. –
Kagome, gattamorta?
- Attenta a come parli Kikyo. Se avessi davvero ascoltato i miei amici non ti avrei fatto da zerbino per cinque anni. E poi te l’ho già detto una volta, non osare mai più parlare così di Kagome. Lei non c’entra nulla. – alzo i toni e ora è arrivato il momento di sapere cosa ha fatto.
- Kagome. Kagome. Kagome. Sempre e solo Kagome! Ma davvero ti interessa di quella sfigata, che non è nemmeno capace di tenersi un lavoro senza farsi buttare fuori? –
Cos’ha detto?
- Come fai a saperlo? Io non ti ho detto niente. – se i miei occhi potessero produrre fiamme, a quest’ora Kikyo sarebbe bella che carbonizzata.
- Beh ecco… -
- Hai costretto tu Naraku a licenziarla, non è vero? Cos’altro le hai fatto? – urlo come mai in vita mia.
Come posso essere stato con una persona del genere? Come ho fatto a non vederla chiaramente per quello che è? Perché Kagome non mi ha detto niente? Cos'altro le ha fatto?
- L’ho fatto per amore! Avevo paura che ti stesse portando via da me. E poi, mi hai lasciato sola per tre anni per fare i cavoli tuoi e non mi meritavo un trattamento del genere. Kagome ha fatto di tutto per allontanarci, si nascondeva dietro a quell’aria da amica quando in realtà ti voleva e non certo perché fosse innamorata di te. Non potevo permettere che ti avesse. – si giustifica con aria da santarella, dicendo per giunta cose senza senso.
Adesso non so se ridere o prenderla a parolacce! Con che faccia mi dice una cosa del genere?
- Kikyo ti stai rendendo ridicola! Come fai a parlare di amore quando non mi hai mai apprezzato per quello che sono, sminuendomi più e più volte? Questo non è amore. Ma devo essere onesto, la cosa non mi tange nemmeno, perché neanche io ti amo. Anzi, non lo sono mai stato. Mi sono creato una bolla fatta di sole stronzate dovute ai miei sensi di colpa che TU per anni mi hai affibbiato ingiustamente solo per tenermi in pungo. Ora la cosa non mi interessa più, puoi girarci intorno quanto vuoi e attaccarti a qualunque cosa, mi rendi solo le cose più facili. –
Vedo Kikyo che abbandona quella faccia da finto cane bastonato e dare spazio alla cattiveria più assoluta.
Si sta rivelando per quello che è realmente!
- Non oserai lasciare me. Ti pentirai amaramente di quello che stai dicendo! –
- Non sto osando, ma lo sto facendo e anche di gusto aggiungerei. – sorrido sarcastico, per poi dare spazio alla serietà più assoluta – Non provare a minacciarmi Kikyo. – finalmente vedo nei suoi occhi paura. Non si aspettava che l’affrontassi a viso aperto senza mezzi termini – Prova ad azzardarti a toccare, anche solo con pensiero, Kagome, e giuro su tutti i Kami esistenti che sarai il primo essere di sesso femminile su cui alzo le mani. –
- “Essere”? –
- Di certo non posso definirti donna. Che donna sei, se manipoli chiunque solo per divertimento? Che donna sei, se sei disposta a fare del male al prossimo solo per il gusto di farlo? Che donna sei, se tratti chi ti sta intorno come misere formiche? Sei una poveraccia, Kikyo. Quando un giorno qualcuno ti butterà giù da quel piedistallo di merda che ti sei creata da sola, ti renderai conto di quando tu sia insignificante. – mi libero completamente e sono in procinto di andarmene quando mi viene da dirle l’ultima cosa. - Hai rovinato tutto solo per il tuo egoismo e per la tua presunzione. Potevamo finirla tre anni fa, ma hai voluto tenermi all’amo solo per pararti il culo e io come un cretino ci sono cascato, perché credevo che dietro a quella faccia rifatta ci fosse molto più. Che mi serva di lezione. –
Vado verso l’uscita senza neppure guardarla.
- Non puoi lasciarmi Inuyasha! Non sei nessuno senza di me! – mi ferma trattenendomi per il braccio.
A quanto pare non ha capito un cavolo di quello che ho detto.
- Questo lo pensi tu e anche se fosse, meglio essere nessuno senza di te, piuttosto che essere qualcuno stando con te. – mi stacco violentemente dalla sua presa e apro la porta. - Addio Kikyo! Non farti più vedere. –
Uscito da quell’appartamento, posso tirare un sospiro di sollievo. Ho detto cose terribili a Kikyo, ma non mi pento minimamente. Ha fatto del male a Kagome, solo perché pensava che lei ci stesse separando, quando la realtà è tutt’altra. Kagome non ha fatto proprio niente, mi sono innamorato di lei solo perché è sempre stata se stessa e non ha mai fatto nulla per apparire quello che non era. Non mi ha mai fatto sentire fuori posto o inadeguato, per lei sono sempre andato bene così. Con Kikyo non mi sono mai sentito come mi sono sentito con Kagome, sin dalla prima volta che l’ho vista.
È sera inoltrata e fa molto freddo, mi incamminano senza meta ripensando alle parole di Kikyo: “Kagome ha fatto di tutto per allontanarci, si nascondeva dietro a quell’aria da amica quando in realtà ti voleva”.
Quanto vorrei che fosse vero, quanto vorrei correre da lei e dirle che la amo. Ma come posso farlo se sta con un altro?
Mi fermo all’improvviso e mi ripeto quello che ho detto prima di bussare da Kikyo. Non voglio più rimpianti!
In realtà, io non dovrei sapere nulla di questo fantomatico tizio, è stato un pettegolezzo di Miroku. Lei non mi parla da giorni. Non voglio più questo silenzio, ora basta!
Inizio a correre come un pazzo verso casa di Kagome.
 
Finalmente arrivo a casa sua. Ho il terrore di non trovarla o, cosa peggiore, di trovarla con lui.
Se ci penso sto male, ho il cuore che mi batte all’impazzata e non credo che la causa sia solo la corsa. Senza pensarci troppo, busso. Come va, va!
Mi poggio allo stipite della porta per riprendere fiato, quando sento la porta aprirsi. Ed eccola lì! Bella come il sole, ma con gli occhi gonfi e rossi. Stava piangendo!
- Inuyasha tutto bene? Che ci fai qui? – chiede un po’ intimorita.
- Posso entrare, almeno così possiamo finalmente parlare? – la butto sull’ironico e cerco di normalizzare il respiro.
Mi fa accomodare in soggiorno e mi offre un bicchiere d’acqua e, per fortuna, sembra sia sola. Seduto sul divano, Kagome rimane in piedi davanti a me. Svuoto il bicchiere e penso a cosa dire cercando di essere serio.
- Perché piangevi? – domando fissandola negli occhi.
Non voglio più pensare a cosa a dire. Siamo qui, siamo in ballo e allora balliamo.
Alla mia domanda mi fa spallucce, come se non sapesse cosa rispondermi. Chissà perché me lo aspettavo.
Testona!
- Chissà perché questa tua reazione non mi sorprende per niente. Comunque se sono qui è per un motivo. – decido di prendere il toro per le corna. Devo farle sputare tutto quello che ha dentro, se le dicessi che so tutto, negherebbe all’istante – Avevo un appuntamento, e ci sono anche stato a dir la verità, infatti sono qui per dirti com’è andata. –
- Hai chiesto a Kikyo di andare a vivere insieme? –
- Se ti dicessi di sì? – la provoco volutamente.
- Sono molto contenta per te e spero voi siate felici. – risponde abbassando lo sguardo in modo quasi meccanico.
- Tsk! Certo che sei davvero assurda lo sai? Ti chiedo perché piangi e non mi rispondi, ti dico che ho chiesto a Kikyo di venire a vivere con me e mi dici che sei contenta dopo che non ti fai sentire per giorni, e tra l’altro non mi guardi nemmeno in faccia quando ti parlo! – sbotto all’improvviso. Non può tirarsi indietro proprio ora e se ha qualche problema col sottoscritto è il momento di affrontare la questione una volta per tutte.
Mi alzo di scatto parandomi davanti a lei così da obbligarla a guardarmi.
- Allora? Dimmi la verità. Cosa ti è preso in questi giorni? Cos’è, il nuovo collega ti ha tenuto talmente tanto occupata da ignorarmi completamente? – mi faccio sfuggire come un idiota, ma non ce l’ho fatta a resistere davanti a tanta ostinazione.
Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro.
Sto iniziando ad agitarmi come non mai, l’essere così vicino a lei mi fa salire i battiti alle stelle.
- Nuovo collega? Ma di che diavolo stai parlando? In questi giorni non ho visto proprio nessuno; è stato solo un caffè. E poi, anche se fosse, a te che importa? Se sono sparita avevo le mie buone ragioni e, che diamine, perché devo dare conto a te di quello che faccio? Tu dovevi pensare alla tua bella e non volevo assolutamente disturbarti, così ho pensato ai fatti miei. Ora, razza di scemo, che vuoi da me? – urla furiosa.
Non c’è nessun collega? Solo un caffè? Aveva le sue buone ragioni?
Che diavolo è questa storia?
- Disturbarmi? Ma ti senti quando parli? Beh, razza di stupida, cominciano a diventare affari miei quando la mia migliore amica, dopo la nostra ultima conversazione, decide di sparire dalla circolazione non solo non facendosi sentire, ma anche rifiutando palesemente tutte le mie chiamate! Certo che dovevo pensare alla mia “bella”, ma se ti ho cercato in questi giorni, non ti è per niente passato per l’anticamera del cervello che avessi bisogno di parlare con te? – grido senza rendermene conto.
- Oh beh! Avevi bisogno di parlarmi? E sentiamo, che volevi dirmi? Volevi l’amichetta che ti tenesse la manina mentre ti lamentavi per l’ennesima cazzata della tua fidanzata? No grazie, non mi sta più bene questa cosa! Se vuoi fare lo zerbino fallo, però io me ne esco fuori da questa situazione. Hai fatto la tua scelta, ora di certo non puoi tornare indietro. – mi risponde a tono iniziando a piangere.
Mi distrugge vederla così, ma è lei la Kagome che conosco ed è con lei che voglio confrontarmi.
Finalmente!
- Come puoi uscire da una situazione in cui non sei nemmeno entrata? Ogni volta che si apriva l’argomento Kikyo ti limitavi sempre e solo ad ascoltare. Non mi hai mai detto quello che realmente pensavi, al massimo dicevi “fai quel che ti senti di fare”. Non credi che invece della manina io volessi semplicemente sapere quello che pensavi? –
Ora non filtro più i miei pensieri. Voglio che lo sappia, non posso tirarmi indietro.
Sono egoista a fare questo, ma non riesco a trattenermi.
Basta con le pippe mentali!
Ma prima…
- Perché volevi questo? Cosa sarebbe cambiato? –
- Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda. Comunque sappi che mi è sempre importato del tuo parere e del tuo giudizio più di chiunque altro e, sì, sono convinto che molte cose sarebbero cambiate e avrei fatto chiarezza su molte altre tanto tempo fa. –
- Cosa vuoi dire? Visto che non ti dicevo come stavano le cose, tu hai continuato a fare stronzate? No Inuyasha, questa cazzata risparmiatela. Non sei un poppante e credo tu sia anche abbastanza intelligente da fare le tue scelte, consapevole delle conseguenze. Non darmi colpe solo perché non sapevi come comportarti! –
- Ecco, è proprio qui che ti volevo! Credi davvero che sia tanto idiota da non accorgermi di cosa stava succedendo? Credi che io sia così cieco? Sì, lo sono stato, ma per quanto riguarda i miei sentimenti, se mi sono comportato in maniera stupida è perché non volevo perdere la cosa più bella che mi sia mai capita, non accorgendomi però che stavo per perderla ugualmente. Ora ti prego, dimmi quello che davvero pensi. – la prego con la speranza che possa capire.
- Non voglio. Fa troppo male. –
Vedendola così non resisto più, decido di appoggiare la mia fronte sulla sua. Avevo bisogno di sentirla sulla mia pelle, il suo dolce profumo, il suo respiro.
- Ti prego. – la supplico nuovamente e la vedo che si sta torturando il labbro.
- Come potevo dirti quello che dovevi fare, se io per prima non ho mai capito a fondo cosa significasse stare con una persona? Come potevo dirti che tutto quello stavi facendo era solo un modo per accontentare lei, ma rendeva infelice te? Come potevo dirti di lasciar perdere, quando ti vedevo innamorato di lei? Come potevo dirti che sei una persona meravigliosa e non sopporto l’idea che tu stia accanto ad una persona che non ti merita? Soprattutto come potevo dirti che il solo vederti con lei, mi fa stare così male che mi sembra di morire? – confessa continuando a piangere.
Non riesco a credere a quello che ho appena sentito. Per tutto questo tempo, provava questo? Per me?
Siamo solo due cretini!
Le sorrido accarezzandole le guance con i pollici e nel frattempo le asciugo dalle lacrime. È così bella e dolce, anche quando piange.
- Stupida ragazzina. – le dico e finalmente faccio quello che desidero fare da mesi ormai.
La bacio dolcemente come se volessi darle il tempo di abituarsi e questa volta non è un sogno, sto davvero baciando le sue labbra. Per un attimo non risponde, ma dopo poco dischiude le labbra e le nostre lingue finalmente iniziano a cercarsi, accarezzarsi, sfiorarsi.
Nel mio sogno mi sentivo meravigliosamente bene come in paradiso, ma ora che mi trovo nella vita reale, quello che sento è molto di più.
Ci stacchiamo per riprendere fiato e decido di confessarle tutto.
- Senti io… - incomincio a parlare, ma vengo bruscamente interrotto.
- No Inuyasha, ti prego, va bene così. Farò finta che non sia successo nulla, però… - la zittisco, perché non ha capito niente di quello che ho intenzione di fare.
- Se mi lasciassi finire di parlare, forse le cose sarebbero più chiare, no? – chiarisco e con un gesto del tutto naturale la stringo a me avvolgendo le braccia intorno alla vita e facendo toccare nuovamente le nostre fronti.
Non ti lascio più scappare ora!
- Da quando sono tornato in Giappone, ho creduto che la mia vita sarebbe continuata come avevo pensato o meglio, tornando pensavo di trovare quello che avevo lasciato, ma non è stato così. Sapevo che, appena tornato, avrei dovuto comunque sopportare il carattere non facile di Kikyo, credendo anche di riuscire a gestirlo, e ti assicuro che avevo tutte le buone intenzioni di questo mondo visto che mi aveva aspettato per tre anni. Credevo che ci tenesse ancora alla nostra storia e non volevo deluderla, pensando più a quello che voleva lei rispetto a ciò che desideravo io. Kagome, quando sono tornato ero pieno di certezze e di scelte scontate che da un momento all’altro sono tutte crollate. Questo grazie a te. – riprendo fiato per poi continuare - Grazie a te ho capito davvero cosa vuol dire essere apprezzati per quello che si è. Non hai mai voluto che io fossi qualcun altro e non hai mai cercato di sopprimere i miei pensieri o le mie passioni. Solo con te sono me stesso. In te ho trovato quella serenità che non avevo mai provato e mi sono sentito perso non vedendoti in questi giorni. Ma sai qual è la cosa peggiore? –
- No – mi risponde in maniera quasi impercettibile.
- Ho sentito molto di più la tua mancanza in questi quattro giorni che quella di Kikyo negli ultimi tre anni. Ogni istante senza di te mi sembrava infinitamente frustrante. Non riuscivo a smettere di pensare a te, neanche volendo. Ti giuro, mi sono odiato per questo perché ero consapevole che fosse sbagliato provare questo per te e non per lei. Quando Miroku mi ha detto che avevi accettato la corte di un tuo collega non ho capito più niente; mi sembrava di impazzire al solo immaginarti tra le braccia di un altro. Mi imponevo che fosse solo timore che la nostra amicizia ne risentisse, ma il pensiero di non averti più per me e la paura di averti perso per sempre, mi hanno fatto capire che non riesco più a fare a meno di te, Kagome. – a queste mie parole, Kagome si scosta leggermente e mi guarda sorpresa.
Finalmente hai capito?
- Inuyasha, ma… -
- Kagome, quello che sto cercando di dirti è che ti amo. Mi hai creato una confusione assurda e una moltitudine di emozioni che non ho mai provato in vita mia, e quando mi sono reso conto di essermi perdutamente innamorato di te, finalmente tutto mi è stato più chiaro. Quello che provavo, i sensi di colpa, il mio senso del dovere, è andato tutto in secondo piano, perché non facevano altro che rendermi ciò che non sono. E prima che tu me lo chieda, per quanto riguarda Kikyo è vero, stasera l’ho vista, ma l’ho lasciata. Non posso e non voglio più vivere senza di te. –
L’ho detto! Ce l’ho fatta, non posso crederci. Ma lei cosa penserà?
Non sta dicendo nemmeno una parola, possibile che abbia frainteso tutto?
Ma quando pensavo che fosse solo un abbaglio, Kagome mi bacia, sorprendendo me stavolta.
-Ti amo anch’io. Non sai quanto. – confessa vicinissimo alle mie labbra.
Non posso fare a meno di sorridere e tornare a baciarla con molta più passione di prima. Mentre l’accarezzo, sento le sue dita tra i miei capelli che mi provocano un brivido di piacere lungo tutta la schiena. L’eccitazione non tarda ad arrivare quando i nostri baci diventano sempre più famelici.
- Piccola… forse è meglio che ci fermiamo, altrimenti rischio di non riuscire più a controllarmi. – dico ansimando. Non vorrei smettere, ma non posso saltarle addosso così su due piedi.
- Non ci penso nemmeno a lasciarti andare proprio adesso! Ti ho aspettato fin troppo. – dichiara lasciandomi senza parole, ma non me lo faccio ripetere un’altra volta.
Così la prendo dai fianchi e la trascino sul divano mettendola sopra di me. Inizia a sbottonarmi con lentezza la camicia senza smettere di baciarci. Non riesco a non gemere ad ogni suo tocco finché non ci stacchiamo per potermi togliere la camicia con più facilità. Una volta tolta, inizia a stuzzicarmi, accarezzarmi, baciarmi, leccarmi. Ogni suo gesto mi fa impazzire come mai mi era capitato.
- Oh Kagome… se continui così mi uccidi prima di iniziare. – inizio a stuzzicarla maliziosamente.
- Non trovavi la donna che prende le redini dannatamente sexy? – mi ricorda cosa le dissi mesi addietro. Come posso dimenticarmi quello splendido pomeriggio!
- Vero. Ma è anche vero che avevo detto “qualche volta”. – decido di stare al gioco.
- E questo che vuol dire? – coglie la mia piccante provocazione.
- Vuol dire che è arrivato il mio turno. –
Prendo in braccio Kagome e la trascino in camera non staccando mai le mie labbra dalle sue.
Inizio a spogliarla, ma lasciandola in intimo. Continuo a bearmi del suo corpo perfetto baciandolo partendo dal collo fino ad arrivare al seno. Non resistendo oltre, le tolgo il reggiseno e, finalmente, posso contemplare questa creatura così perfetta e meravigliosa.
- Amore mio sei bellissima. Non smetterei mai di guardarti. – ammetto continuando ad accarezzare il suo seno.
- Ridillo. – mi chiede sorridendomi.
- Sei bellissima. – rispondo ricominciando a baciarla dappertutto.
- Non questo. – ribatte ansimando.
In realtà, non l’ho mai detto a nessuno. Non sono stato mai tipo da nomignoli, li ho sempre reputati stupidi e banali. Ma con Kagome mi è venuto così spontaneo chiamarla così, anzi, credevo che dicendolo sarebbe risultato un peso e, invece, è tutto l’esatto contrario. È una liberazione!
- Amore mio. – ripeto rimanendo attaccato alla sua pelle.
- Dillo ancora. – mi prega gemendo più forte.
- Amore mio, amore mio, amore mio, amore mio, amore mio e un miliardo di volte amore mio. – ripeto ancora continuando a baciarla. Vederla ansimare di piacere, fa aumentare la mia eccitazione in maniera esponenziale che è abbastanza evidente ormai. Non riuscendo a trattenermi, inizio a stuzzicarla vicino la sua intimità e, con mio immenso piacere, noto che si struscia contro la mia mano, evidente segnale che vuole di più. Segnale che voglio assolutamente cogliere senza farmelo ripetere. Le tolgo l’ultimo indumento rimasto e decido di darle ancora più piacere. Così inizio prima a toccarla con le dita e poi di continuare con la bocca.
Oh Kami! È buonissima, potrei non staccarmi più.
- Oh Inuyasha… oh sì… - geme fortissimo afferrandomi la testa e sento che il piacere non tarda ad arrivare.
Mi stacco da lei decisamente soddisfatto, ma allo stesso tempo impaziente di farla mia come non avevo mai provato per nessuna.
Mi spoglio velocemente per poter liberare la mia erezione che è arrivata sul punto di esplodere. La sovrasto ricominciando a baciarla, dopo averla accarezzata un po’ con la mia virilità non resisto ed entro in lei con decisione. Mi muovo in lei con dolcezza per assaporare ogni singolo momento.
Non saprei nemmeno come descriverlo, perché non è solo meravigliosa questa sensazione, ma è molto di più. Fisicamente sono dentro di lei, ma in realtà è lei dentro di me avvolgendomi corpo e anima.
Ogni cellula del mio corpo sta urlando che io sono suo e lei è mia. Non stiamo facendo solo l’amore, ma ci stiamo completando fondendoci come se fossimo una cosa sola.
Aumento l’intensità delle spinte, quando Kagome si mette a cavalcioni sopra di me e inizia a muoversi con vigore facendomi impazzire, così mi muovo insieme a lei entrando sempre più profondità. Un altro paio di vigorose spinte e finalmente vengo in lei felice e appagato. Con il sorriso sulle labbra la stendo sul letto tenendola tra le mie braccia.
- Ti amo Inuyasha. - dice baciandomi sul petto.
- Ti amo anch’io Kagome. - ricambio, baciandola a mia volta sulla fronte.
Senza accorgercene ci addormentiamo rimanendo stretti l’uno a all’altra.
Durante la notte, sento muoversi il letto e mi sveglio. Noto Kagome che è sveglia e guarda con aria strana il cellulare.
- Amore che c’è? – domando preoccupato.
- Ha squillato il cellulare e mi sono svegliata. Pensavo fosse il mio e l’ho preso. Mi dici che cos’è questa cosa? – mi mostra la foto che ho messo come schermata di blocco.
- Ops! E dai non te la prendere. Mi dispiace, non ho saputo resistere. Eri così bella e non ho potuto farne a meno. – ammetto facendo il finto dispiaciuto.
- Ma si può sapere quando l’hai fatta? – chiede incuriosita.
- Quando ci siamo visti insieme Pulp Fiction e “quell’altra cosa”. – confesso alla fine.
- Davvero? E pensare che quel giorno stavi male per Kikyo. –
- Non stavo male per Kikyo quel giorno. Stavo male perché NON stavo male per Kikyo. Non m’importava più nulla di quello che diceva e non facevo altro che pensare ad un modo per scappare. O meglio, non facevo altro che pensare ad una scusa per venire da te. Quel giorno non avevo ancora capito cosa provassi e avevo solo una gran confusione, però volevo stare con te, così sono venuto a casa tua. – spiego imbronciato. Uffa! Perché doveva ricordarmi l’unica parte brutta di quella giornata?
Kagome ad un tratto si avvicina a me e mi bacia sulle labbra, forse per dirmi che non è infastidita?
Già che ci siamo! Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!
- Amore senti, c’è un’altra cosa che devo dirti. – mormoro.
- Che c’è? Non dirmi che eri vergine? – la ragazza scherza col fuoco.
- Quanto sei stupida. – dico scoppiando a ridere. - A parte gli scherzi, volevo dirti che quella foto non è l’unica che ho. –
- Come? – chiede incuriosita e decisamente confusa.
Inizio a scorrere le immagini e le faccio vedere la foto che le feci quando la vidi la primissima volta al chiosco.
- Ero appena rientrato in Giappone ed ero andato al parco per fare jogging. Mi sono fermato un secondo per vedere un albero di ciliegio e mentre guardavo i fiori cadere, mi sei apparsa tu davanti agli occhi, così bella e assorta nei tuoi pensieri. Credevo che non ti avrei più rivisto ed è per questo che scattai quella foto. Pensa che, per vederti meglio, andai a bere alla fontanella vicino al chiosco. Non hai idea di come mi sia sentito maniaco in quel momento, non solo fotografavo una sconosciuta, ma avevo anche una fidanzata. Avevo anche pensato di cancellarla ma non ne ho avuto la forza. E poi chi avrebbe mai immaginato che ti avrei rivisto quella sera stessa? – rivelo decisamente imbarazzato come mai nella vita. Vorrei sprofondare e adesso sono certo che riderà di me. Reazione che, con mia sorpresa, non arriva, anzi sembra che stia per piangere. Bene!
 - Ehi piccola, perché piangi? – chiedo preoccupato.
- Penso a come è strano il destino e a come un semplice fiore di ciliegio sia riuscito ad innescare tutto questo. –
Mi accarezza la guancia e mi guarda con la sua solita dolcezza.
- Che vuoi dire? – ora quello confuso sono io.
- Poi ti racconterò, abbiamo tutto il tempo del mondo. Adesso baciami. –
Accolgo la sua richiesta con piacere e la bacio con ardore. Ricominciamo a fare l’amore fino al punto di riaddormentaci abbracciati e felici.
Questo è l’amore e ora lo so!
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
*coff coff*
Ciao bellezze xD Lo so sono in super ritardissimo, ma sono sommersa dai libri, quaderni e appunti.
La sessione d’esame invernale è una delle cose peggiori T^T spero di finire al più presto e poter pubblicare in tempo gli ultimi capitoli.
Ebbene sì popolo! Iniziate a fare il conto alla rovescia perché mancano altri due capitoli *^*
Il viaggio è stato lungo e sofferto XD, ma alla fine i nostri due eroi ce l’hanno fatta “OLEEEEEEEE” si sono dichiarati e dati alla pazza gioia <3 <3… e soprattutto la cara Kikyo se n’è andata a “fanciullo” :3
Se ne sarà andata veramente???? Bah chi lo sa! xD
Spero vi sia piaciuto e continuo a ringraziare chi ha ancora la pazienza di leggere e soprattutto Yasha 26 che mi aiuta sempre :*
Ancora grazie e se vi va ci si becca col prossimo capitolo intitolato “Un agrodolce risveglio”
Ciauuuuuu
PrincessMiyu
 
 
   
 
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