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Autore: Mayfa_P    07/03/2018    0 recensioni
Primo libro della trilogia "I Dominatori di Elda".
Per secoli Elda venne tenuta sotto controllo dai 4 dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe, al termine della Grande Guerra però scomparvero diventando leggenda, una leggenda trascritta da un antico stregone il quale narrava il ritorno di queste forze ritenuto minaccia o fonte di grande potere per colui che fosse riuscito a conquistare la loro fiducia.
Mornon, uomo privo di sentimenti, privo di pietà e bramoso di potere tanto da mettere in pericolo la vita del suo stesso primogenito Erech, verrà a conoscenza di una verità che lo porterà all ricerca dei dominatori.
Sarà Nilde, una guerriera senza passato, che per scoprire la verità e per proteggere Elda dal tiranno, scenderà in prima linea pronta a combattere per il popolo, troverà però un'ostacolo ad attenderla, un'ostacolo che non si sarebbe mai immaginata.
Un uomo spietato pronto a tutto per il potere.
Un figlio sottomesso.
Una Guerriera, pronta a tutto per difendere la pace di Elda.
Una Guerra contro le tenebre e un amore proibito.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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42 Saovine.
Uscì dagli alloggi del Tiranno quasi saltellando dalla gioia per la notizia appena appresa, il fatto che la ragazza fosse morta per lei era un gran sollievo ma il pensiero di dover studiare un modo per agire senza di lei non la allettava molto.
Affrettò il passo diretta verso la biblioteca reale, li un libro che facesse al caso loro l’avrebbe trovato sicuramente. Giunse in poco tempo davanti all’enorme porta di legno massiccio della biblioteca ed entrò come un uragano, si chiuse in fretta la porta alle spalle e contemplò per un attimo la pace che regnava in quel luogo. L’odore di polvere e libri vecchi le entrò prepotente nelle narici facendola starnutire un paio di volte, gli scaffali di legno colmi di libri erano disposti lungo le pareti mentre al centro vi era un’unica scrivania solitamente utilizzata dal Tiranno per le sue ricerche.
Prima che salisse al trono Mornon, quella biblioteca era pubblica ed era sempre affollata, quando Mornon divenne il Tiranno la chiuse, tolse ogni tavolo, sedia e poltrona e vi fece posizionare la sua scrivania al centro, solo lui e pochi privilegiati potevano accedervi.
In quella biblioteca vi erano libri rari e inestimabili, alcuni sconosciuti anche ai librai più esperti, senza aspettare ancora si fiondò sui libri iniziando a passare in rassegna ogni copertina. Raccolse alcuni volumi sulle leggende di Elda e prese posto alla scrivania concentrandosi immediatamente sulla ricerca che doveva fare.
Dopo qualche ora esausta, chiuse anche l’ultimo libro senza aver trovato nulla, si portò le mani al volto sbadigliando sonoramente per poi esaminare quei pochi appunti che aveva preso.
Completamente rapita dal lavoro che stava svolgendo non si accorse di una presenza appoggiata ad uno scaffale alle sue spalle che la osservava da quando era entrata. Si avvicinò lentamente e appoggiò una mano sulla spalla della donna facendola trasalire.
Il cappuccio del mantello calato a coprirgli il volto non bastò per impedire a Luthien di riconoscerlo, la stazza possente e i lineamenti duri erano fin troppo famigliari per lei.
“Faradir che ci fai tu qui?”
La donna si alzò rapidamente abbracciandolo di slancio per poi allontanarsi subito come se si fosse scottata nel toccarlo.
“Avevo un compito da svolgere ed è quello che ho fatto.”
Lei non capiva e rimase immobile ad osservarlo aspettando che lui si spiegasse.
“La ragazza..”
Con un cenno della mano lo zittì immediatamente e un sorriso vittorioso le si dipinse sul volto.
“È morta lo so già.”
Faradir scoppiò in una risata innondando la stanza fino a quel momento immersa nel silenzio.
“Chi te lo ha detto?”
Luthien stranita da quella reazione rispose incerta.
“Erech l’ha detto a Mornon giurando di aver visto lui stesso il cadavere.”
“E tu gli hai creduto?”
“Certo perché non dovrei?”
L’uomo si fece serio e, avvicinandosi al volto della donna, rispose con voce bassa e cupa.
“Perché lei non è morta ed è qui.”
Il sorriso della donna morì definitivamente sul suo volto.
“Qui dove? E tu come fai a saperlo?”
“Andiamo Luthien, sai che le mie fonti sono più che attendibili, non ti mentirei mai. La ragazza è qui a castello, ha cambiato aspetto, lavora per Bor e da quanto ho potuto apprendere è molto amica di Erech.”
Luthien si lasciò cadere sulla sedia con la testa che le doleva, le mani a massaggiarla mentre tentava di elaborare quelle nuove notizie per lei così fastidiose.
In uno scatto dira scaraventò tutti i libri, rimasti appoggiati sulla scrivania, per terra con un urlo che le parve quasi liberatorio.
Rimase immobile, in piedi ad osservare i fogli sparsi sul pavimento, l’inchiostro della piuma che aveva usato si era riversato sui suoi appunti cancellando quelle poche informazioni che era riuscita a prelevare.
“È quella stupida ragazzina bionda vero?”
La sua voce risultò più bassa e carica d’odio anche alle sue stesse orecchie che quasi si spaventò.
Faradir rimase sorpreso, sapeva che era cambiata, ma non credeva che il suo cambiamento fosse così radicale, aveva sempre pensato che in fondo era sempre la stessa, ma più passavano i giorni e più si rendeva conto che non vi era più traccia della ragazzina dolce e solare di cui si era innamorato.
Senza neanche degnarlo di uno sguardo Luthien fece per uscire e andare dritta da Nilde ma l’uomo le si parò davanti bloccandole la strada.
“Qualunque cosa tu voglia fare non è il momento adatto.”
La donna sbuffò sonoramente aveva una voglia matta di uccidere quella ragazzina ma sapeva che aveva ragione, in preda all’ira avrebbe solo commesso un disastro.
“Nessuno dovrà sospettare che tu sai la verità, un giorno potrai utilizzarla a tuo favore.”
Luthien annuì convinta.
Ringraziò Faradir allontanandosi in fretta, lasciando l’uomo all’interno della biblioteca completamente in balia dei suoi pensieri.
Camminò spedita verso gli alloggi di Mornon con un’idea per la testa, se non trovavano nulla che potesse aiutarli, potevano sperimentare per conto loro.
Entrò senza neanche bussare ritrovandosi uno sguardo di rimprovero addosso.
“Spero che tu sia entrata in questo modo per un buon motivo.”
Era esausto anche solo per alzare la voce e inveire contro Luthien.
“Ho un’idea.”
L’uomo la invitò a parlare con un gesto della mano facendosi attento mano a mano che lei avanzava con il suo discorso.
“Non ho trovato nulla che ci possa aiutare ma penso che dovremmo mettere
alla prova i Dominatori che possediamo, magari le loro forze saranno sufficienti,  ma questo non possiamo saperlo se prima non li vediamo all’azione.”
Un sorriso compiaciuto si dipinse sul volto del Tiranno, non ci aveva minimamente pensato ma era decisamente una buona idea e poi, un pò di allenamento li avrebbe pure mantenuti in forze.
Acconsentì soddisfatto.
“Inizieremo domani mattina.”

 
   
 
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