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Autore: Kifuru    17/03/2018    1 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 20

La fine del viaggio.



La stanza di Crilin era illuminata debolmente dagli ultimi raggi del sole, ormai sulla via del tramonto. Il maestro Muten sedeva tranquillamente sulla poltrona, poggiata sulla parete, a fianco del letto matrimoniale del suo amato allievo e della sua compagna.

Trovava strano trovarsi di nuovo in quella stanza. Da quando aveva avuto inizio l'incredibile storia d'amore fra Crilin e la potente cyborg, il vecchio guerriero fu catapultato in certe situazioni difficili, all'interno della sua stessa casa.

Inizialmente, la donna si limitava ad ignorarlo completamente, tranne nei momenti in cui lei lo picchiava selvaggiamente per i suoi soliti atteggiamenti perversi. In seguito, nel loro strano rapporto si aggiunse l'abitudine di conversare in un certo modo. Erano conversazioni brevi e fredde, spesso accompagnate da non troppo gentili epiteti della bionda. 

Tuttavia, l'aspetto più significativo e preoccupante dell'intera faccenda stava nel nuovo e rigoroso ordine, che la bellissima guerriera aveva stabilito sulla piccola isola, già pochi giorni dopo il suo arrivo. Quasi senza dover dire nulla, Diciotto aveva imposto al vecchio guerriero alcune regole infrangibili e quest'ultimo imparò molto presto la durezza delle reazioni della cyborg per qualsiasi infrazione. 

Fin da subito, Muten aveva perfettamente inquadrato il carattere duro e rigido di quella donna, preoccupandosi seriamente per il suo caro allievo. Successivamente, però, si accorse anch'egli dell'incredibile legame tra i due giovani.

 Mai aveva visto Crilin così felice. Fu costretto a ricredersi riguardo le intenzioni della bionda. Il maestro aveva seriamente sospettato che l'unico obiettivo della donna fosse quello di sfruttare il piccolo uomo, per poi scartarlo come merce avariata. In ben poche occasioni, durante la sua secolare vita, gli era capitato di commettere un così grossolano errore di valutazione.

 Ben presto gli apparve evidente l'amore travolgente che la potente cyborg provava per Crilin. Tante volte anche lei, nonostante  il suo immenso orgoglio, non riusciva a resistere nel manifestare ogni genere di affetto per il suo giovane allievo e i baci o gli abbracci, ai quali il maestro aveva involontariamente assistito, erano stati la causa di mortali pericoli per lui.

Primo fra tutti i comandi, c'era il divieto assoluto di entrare nella nuova camera da letto della donna, ossia in quella che quest'ultima condivideva con Crilin. La vecchia stanza del suo allievo era diventata il luogo sacro della coppia, che nessuno poteva violare, tranne in caso di emergenza. Il fatto che Crilin fosse in pericolo di vita aveva costretto la bionda ad accettare un'eccezione.

Così, dopo molti anni, il maestro Muten si ritrovò di nuovo all'interno di quella stanza, a prendersi cura di un giovane uomo, che aveva cresciuto e amato come un figlio. Anche quel pomeriggio era rimasto per ore seduto nella stessa poltrona. In passato, in quella stessa posizione aveva spesso allietato i tanti dolori dei suoi due allievi più cari, dovuti ad allenamenti troppo rigidi per dei ragazzini, soprattutto per un semplice ragazzo terrestre.

In molte occasioni il maestro Muten aveva messo pesantemente a dura prova la resistenza fisica e mentale dei giovani Goku e Crilin.

Anche se con il cuore a pezzi, l'anziano maestro era stato costretto a rispettare rigidamente le ultime indicazioni della cyborg.  Non liberò mai il collo del suo allievo dal freddo collare, creato da Bulma per impedire involontari aumenti di potenza. Nelle sue condizioni, un eccessivo aumento di energia avrebbe potuto ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo. La voglia di toglierlo era stata forte e costante. Anche se agiva per il suo bene, il dispositivo era allo stesso tempo causa di enormi sofferenze per il corpo del piccolo guerriero. Il blocco, stabilito dal collare, stringeva in una ferrea e dolorosa morsa il piccolo corpo del giovane.

Tuttavia, Muten era ragionevolmente convinto delle ragioni di Diciotto.  Egli non era in grado di affrontare le terribili crisi, che periodicamente colpivano il piccolo guerriero, facendolo urlare come un dannato. Diciotto  sembrava essere l'unica a poterlo fare. Con i suoi stessi occhi, l'anziano uomo aveva visto la bionda abbracciare con forza il corpo del guerriero, sussurrare dolci e incomprensibili parole al suo orecchio. Nella maggior parte dei casi, in breve tempo il piccolo corpo di Crilin tornava a rilassarsi, cullato tra le amorevoli braccia della bionda.

Perciò, il vecchio guerriero aveva potuto fare ben poco per il suo amato allievo. Nel corso degli ultimi anni, era rimasto spesso tormentato da una schiacciante frustrazione e impotenza. Più volte era stato costretto ad assistere alla morte di giovani guerrieri,  nel corso di guerre terribili, troppo grandi da affrontare per un semplice terrestre. 

Nonostante tutto, Crilin non aveva mai esitato e si era sempre sforzato di aiutare il prossimo fin dove possibile, anche al di sopra delle sue possibilità, difendendo un mondo, che spesso l'aveva rifiutato e disprezzato per il suo aspetto fisico.

 La terribile invasione dei Saiyan, il viaggio su Namek e la guerra degli androidi. Tutte esperienze che lasciarono un segno indelebile sul suo giovane allievo.

< < Non tutte in modo negativo però, mio caro ragazzo > > disse a bassa voce il maestro, sorridendo leggermente.




La porta della stanza si aprì lentamente, interrompendo il costante flusso di pensieri del combattente. Un atletico uomo sulla trentina, con lunghi capelli neri e una vistosa cicatrice su una guancia fece il suo ingresso nella stanza poco illuminata, avvicinandosi a piccoli passi al letto occupato, sforzandosi di non fare troppo rumore.

< < Ci sono novità, maestro? > > chiese Yamcha, parlando a bassa voce.

< < Non è necessario parlare a bassa voce, Yamcha > > replicò Muten, con tono calmo, senza, però, nascondere la propria preoccupazione < < Crilin non può sentirci e purtroppo non c'è nessun cambiamento, nè positivo nè negativo > >.

< < Maledetto C17 > > ringhiò il terrestre < < Più volte ho avvertito Crilin di non fidarsi di questi androidi > >.

< < Non mostrare tanto odio, ragazzo mio > > rispose il maestro con calma < < E' vero che C17 lo ha attaccato, spingendolo ad attivare la Tecnica della Fermezza Naturale. Tuttavia io credo che lo abbia fatto per ragioni comprensibili sotto certi punti di vista > >.

< < Che cosa intendete dire? > >.

< < A differenza della sorella, C17 non ha ancora saputo adattarsi alla vita questo mondo. E' un ragazzo che ha subito sofferenze disumante, che noi non siamo in grado nemmeni di immaginare. Forse ciò lo ha spinto ad attaccare Crilin. Cercava disperatamente di ritrovare la sola persona capace di capirlo e lo ha fatto con la violenza. Noi non possiamo semplicemente qualificarlo come un androide privo di umanità > >.

< < Questo non cambia il fatto che lo ha quasi ucciso > > ribattè Yancha, per nulla convinto.

< < Devi sforzarti di capire, Yamcha. Crilin si è battuto contro un avversario molto più potente di lui non solo per difendere la sua vita, ma per  qualcosa che è diventato molto più importante per lui. Forse nemmeno C17 si aspettava una reazione così forte e devastante. Il legame che si è creato con Diciotto è forte e sincero. Tutti noi abbiamo sbagliato a ritenere impossibile un lieto fine per loro. Entrambi ne hanno passate tante, ma questo non impedisce loro di amarsi a vicenda > >.

Lo sguardo pensieroso del giovane uomo si soffermò intensamente sulla figura dell'amico incosciente < < Maestro Muten, Diciotto salverà veramente Crilin? > >.

L'espressione del maestro era il ritratto della calma, con l'appoggio dei suoi inseparabili occhiali da sole. 

< < Capisco i tuoi dubbi, ragazzo mio > > egli parlò con estrema lentezza < < Anch'io nutrivo forti dubbi all'inizio. Ma ora tutto è cambiato > >.

< < Non ha risposto alla mia domanda, maestro. Quel cyborg ha veramente a cuore la sorte di Crilin? > >.

< < Lo ama? > > chiese ancora il guerriero, innervosito dal comportamento eccessivamente sereno del padrone di casa. 

Quest'ultimo aspettò qualche secondo prima di rispondere. < < Nessuno ama Crilin quanto lei. Non si tratta di riconoscenza per ciò che è accaduto con Cell. Diciotto lo ama perdutamente > >.

< < Come fate a dirlo con tanta sicurezza? > >.

< < Ho osservato con i miei occhi l'evoluzione del loro rapporto, Yamcha. Anche se lei continua a manifestare una certa freddezza fuori da questa camera, il suo amore per Crilin non potrebbe essere più forte. Non lo abbandonerà mai e riuscirà certamente a salvarlo > >.

< < Non sappiamo dove sia. Cosa succederà se non dovesse tornare? > > chiese Yamcha, che non  riusciva ancora a condividere la calma e la sicurezza del maestro, soprattutto riguardo le buone intenzioni della cyborg.

< < Tornerà > > rispose Muten, questa volta con più forza nel suo tono di voce.

< < Per fortuna Gohan è andato con lei > > osservò il giovane.

< < L'energia di Gohan è sparita dal pianeta tre giorni fa > > disse l'anziano guerriero, poggiando la schiena sullo schienale della comoda poltrona < < Probabilmente non si trovano più in questo mondo e non possiamo certo sapere quando faranno ritorno. Ho avvertito tutti gli altri guerrieri di stare tranquilli. Speriamo solo che non passi molto tempo.  Crilin deve svegliarsi in fretta  > >.

Quasi a risposta delle paure del maestro, il corpo di Crilin si mosse freneticamente. Tutti i muscoli del suo piccolo corposi erano contratti terribilmente, come scossi da forti crampi. I lamenti si trasformarono presto in urla disperate.
 
< < Calmati, Crilin > > provò a calmarlo Yamcha, aiutato da Muten. Tentarono di tenere ferme le braccia e fortunatamente il dispositivo di controllo impediva al piccolo uomo di alzare la sua energia. Grazie a questo Yamcha e Muten riuscirono nel loro intento.
 
Dopo qualche minuto, Crilin smise di urlare, mentre il suo piccolo corpo tornava a calmasi sotto le coperte. Il viso sudato, prima agitato e dolorante, si distese in una profonda calma. Per sicurezza, Yamcha continuava a tenere ben ferma la sua presa sulle braccia di Crilin.
 
Il maestro Muten si abbandonò di nuovo sulla poltrona, sospirando di sollievo.

< < Una di queste crisi potrebbe anche essere fatale, per quanto ne sappiamo. Ora, più che mai, non possiamo permetterci di togliere questo dannato collare, almeno fino a quando Diciotto non tornerà > >.

< < E' incredibile quanto possano essere devastanti gli effetti provocati da questa tecnica > > disse il terrestre. La paura era distintamente riflessa sui suoi occhi neri.

< < Crilin sta peggiorando, ormai le crisi sono sempre più intense e frequenti > > disse il maestro Muten, il quale sembrava aver perso la calma di prima, facendo spazio ad una stanchezza emotiva evidente, scolpita sul suo anziano volto.

< < Diciotto non ha più molto tempo > >.


Per la quarta volta, dopo la partenza di Gohan e Diciotto, l'oscurità notturna calò sull'isola del più grande maestro di arti marziali del mondo.

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Incredula e confusa, Diciotto osservava  intensamente ogni mossa dell'essere misterioso, il quale restava fermo e immobile dinnanzi a lei. 

Non era mai riuscita a comprendere le intenzioni dell'incappucciato. Per una persona come lei, abituata ad avere il pieno controllo in ogni situazione, l'incomprensione diventava un qualcosa di intollerabile e durante il cammino su quella terra senza luce, la bionda l'aveva provata fin troppe volte, insieme ad un'opprimente impotenza. 

Tuttavia il pensiero di poter finalmente scrivere la parola fine a quell'assurdo viaggio aveva riacceso le sue speranze, ma ciò non le impediva di mostrarsi estremamente sospettosa verso quella creautura così imperscrutabile.

Viste le sue condizioni, ipotetici nemici non avrebbero avuto alcun bisogno di strani trucchi per ridurla all'impotenza.

< < Che cosa significa? > > chiese energicamente la donna < < Per quale motivo mi stai offrendo la pozione. Non ho superato l'ultima prova > >.

< < Il tuo demone rosso mi ha sconfitto > > fu costretta ad aggiungere, consapevole di ferire ulteriormente il proprio orgoglio di guerriera.

< < Non è esatto, Lazuli > > rispose il custode, freddo e calmo < < Hai perso il combattimento, ma hai superato la prova finale > >.

< < Continuo a non capire > >.

Invece di rispondere subito, l'incappucciato si avvicinò lentamente alla guerriera, la quale era costretta a rimanere seduta dinnanzi a lui. Aveva già cercato inutilmente di rialzarsi.

 Il rischio di morire dissanguata era ormai molto elevato. Persino il semplice parlare costava un tremendo sforzo per lei.

 L'essere privo di volto alzò letamente una mano, avvicinandosi alla ragazza. 

Era la prima volta che Diciotto ebbe modo di vedere una vera parte del corpo di quell'individuo così misterioso. Grazie alla vecchia e lunga tunica da monaco, il custode non aveva mai mostrato alcuna parte del suo corpo.  Sembrava effettivamente la mano di un essere umano, di un uomo giovane e vigoroso.

 La cyborg tentò ugualmente di allontanarsi da lui, urlando subito dopo a causa di tremende fitte di dolore.

< < Stai indietro > > ringhiò lei, non sapendo come reagire.

Il custode si fermò a pochi centimetri da lei, con il braccio sempre disteso e la mano aperta vicino al volto martoriato e stremato della donna.

< < Fidati di ciò che sto per fare, Lazuli > > disse con estrema calma < < Non ci sono più tranelli o ostacoli. Ti sei guadagnata il diritto di essere ricevuta con onore nel luogo sacro, dove è custodita la Pozione della Rinascita. Adesso è mio dovere aiutarti ad arrivarci nelle giuste condizioni > >.

Le parole dell'incappucciato, anche se profondamente misteriose, ebbero il potere calmare leggermente l'animo turbolento e diffidente della cyborg, la quale smise di tentare di indietreggiare.

 Sempre in ginocchio, la ragazza attese la mossa di colui che era stato la causa di tanti pericoli mortali per lei. L'espressione del suo bellissimo volto tornò ad essere impassibile, manifestando assoluta indifferenza, mentre aspettava la mossa del custode.

L'incappucciato interpretò la rinnovata calma della donna come una tacita risposta affermativa, per cui riprese ad avvicinarsi verso di lei. 

Lentamente e con estrema delicatezza, il custode poggiò una mano sulla fronte insanguinata della guerriera.

Diciotto non aveva mai amato il contatto fisico con altre persone. Crilin era l'unico ad avere ottenuto il permesso di toccarla, perchè solo lui era stato grado di  farla sentire felice e viva come una vera donna.

Il tocco, anche se delicato, di quell'essere inquietante la faceva stare a disagio, nonchè esposta ad ogni genere di attacco.

Stava quasi per respingere malamente quel contatto, quando una strana adrenalina invase il suo corpo. Dalla mano giovanile del custode si stava scatenando un'energia potente,   la stessa che l'aveva respinta durante la terribile discesa lungo il grande pozzo. Essa entrò liberamente nel corpo della donna, partendo dalla fronte e invadendo ogni singola parte del suo organismo.

 Uno sconosciuto vigore iniziò a crescere con forza dentro di lei, anche se il dolore per le ferite era ancora intenso.

L'azione del custode durò alcuni minuti. Anche con quella vicinanza, Diciotto non fu ugualmente in grado di vedere il volto di quello strano essere.

 Dopo qualche secondo, la bionda sentì di avere la forza sufficiente per potersi rimmettere in piedi. La mano del custode si staccò dalla sua fronte, tornando a nascondersi tra le ampie maniche della spessa tunica che indossava.

Sorpresa e confusa, la compagna di Crilin si toccò la fronte con le dita, non riuscendo ancora a capire dove l'avrebbe portata quella situazione. Provò a rialzarsi e come si era aspettata, non ebbe alcuna difficoltà nel farlo.

< < Che cosa mi hai fatto? > > chiese la bionda debolmente.

< < Ho semplicemente regalato al tuo corpo una minima parte del vigore che hai perduto, Lazuli, allo scopo di permetterti di seguirmi nell'ultima tappa del tuo viaggio > > rispose il custode, con la sua consueta calma < < Ti avverto che si tratta di una forza temporanea, che bloccherà soltanto per poche ore il terribile effetto debilitante delle ferite del tuo corpo > >.

< < Posso muovermi di nuovo liberamente > > osservò la donna, con gli occhi spalancati, mentre muoveva leggermente braccia e dita.

< < Non illuderti, Lazuli > > disse freddamente l'incappucciato < < Il mio non è un potere curativo e non sarai in grado di batterti ancora. Tuttavia ripeto che adesso non hai più nulla da temere > >.

Mentre Diciotto massaggiava delicatamente l'avambraccio sinistro, ricordo di un tremendo attacco del guardiano di pietra, un pensiero improvviso riaccese nuovamente la sua rabbia.

< < Che cosa hai fatto a Gohan, maledetto? > > chiese la ragazza, creando improvvisamente scintille di energia intorno a sè.

L'inquietante custode non si scompose minimamente < < Il giovane Saiyan è al sicuro, Lazuli. Non devi temere > >.

< < Perchè diavolo dovrei fidarmi di te? > > ringhiò la cyborg.

< < Egli non è mai entrato in questi luoghi, Lazuli. Il cammino nella Terra dell'Eterna Notte può essere affrontato solo da una persona alla volta. Sei entrata per prima, Lazuli, mentre il giovane che ti accompagnava è rimasto al Palazzo di Dio > >.

Forse il custode percepì la forte diffidenza della compagna di Crilin < < Non posso offrire prove riguardo ciò che dico, ma devi comprendere che ti rimane poco tempo. E' necessario che tu mi segua > > continuò senza scomporsi.

< < Dove intendi condurmi? > > chiese Diciotto, guardandolo intensamente. Arrivati a quel punto sentiva di non avere altra scelta, se voleva salvare Crilin.

Senza rispondere, il misterioso personaggio diede le spalle alla donna. Nel più assoluto silenzio, iniziò a camminare, allontanandosi da lei con passi lenti, ma decisi. Dopo un breve momento di esitazione, la cyborg si decise a seguire il custode verso la meta, che solo lui conosceva. La strana coppia percorse il tratto roccioso, dove si era svolto il terribile combattimento con il demone rosso.

< < Per quale motivo mi stai conducendo verso la pozione? Nonostante io abbia perso > >.

Tutto in quel momento le sembrava così strano, senza alcuna spiegazione logica. Diciotto voleva finalmente conoscere le reali intenzioni di quell'essere.

< < La vittoria si mescola sempre con la sconfitta, Lazuli > > disse il custode, senza voltarsi.

 < < Un guerriero non può sempre vincere, ragazza. Io dovevo conoscere ogni singolo tratto della tua anima. Alcuni rispondono alla sconfitta e alla debolezza con l'odio e l'oscurità, altri, invece, trovano conforto nelle luce e nell'amore verso i propri cari. Quando sei stata battuta, ti è stata prospettata la possibilità di salvarti, pagando un prezzo molto alto. In quei momenti di profondo sconvolgimento spirituale, non ho percepito in te la sete di vendetta o l'odio bruciante che assale spesso l'animo di un guerriero sconfitto. In te ho visto soltanto una disperazione profonda e sincera, nata dal puro ed estremo desiderio di salvare la persona che ami. Sia quando stavi valutando la fuga, sia quando hai preso la decisione di continuare la tua strada a costo della tua vita, non hai fatto altro che pensare alla salvezza del terrestre chiamato Crilin > >.

Diciotto ascoltò rapita le parole del custode. La speranza si era riaccesa in modo inaspettato. anche se adesso quell'essere misterioso era a conoscenza di ogni sua emozione, facendola sentire esposta come non mai.

Il suo amato aveva distrutto gradualmente le barriere, che lei si era costruita e lo aveva fatto conquistando il suo cuore per sempre.

 L'incappucciato, invece, lo aveva fatto con brutalità, costringendola ad affrontare assurdi pericoli interni ed esterni.

< < Ti sei meritata la Pozione della Rinascita, perchè le tue intenzioni sono giuste e pure, Lazuli > > aggiunse il custode, continuando la lenta camminata davanti a lei.

< < Se avessi scelto di andare via, che cosa sarebbe successo? > > chiese ancora la cyborg, avida di sapere ogni cosa, dopo così tanti misteri.

< < Non ha importanza, Lazuli > > rispose senza scomporsi < < Non c'è alcuna ragione di parlare di eventi che non si sono mai verificati. Tu hai fatto la tua scelta ed è questo l'unico fatto da tenere in considerazione > >.

Riflettendo sulle risposte ricevute, Diciotto continuò a seguire l'incappucciato. Anche quest'ultimo si chiuse in un silenzio prolungato, che accompagnò la loro lenta marcia lungo l'incredibile labirinto montuoso. Il custode condusse la donna verso una fitta rete di sentieri, muovendosi con sicurezza fra le rocce. Diciotto dubitava fortemente che sarebbe riuscita a trovare una via d'uscita senza la guida di quell'individuo.

< < Stiamo andando troppo lentamente, custode > > ringhiò all'improvviso la cyborg, rompendo un silenzio durato quasi due ore.

< < Non avere troppa fretta, Lazuli > >.

< < Non ho più tempo. Crilin potrebbe già essere perduto > > ribattè Diciotto, quasi urlando, mentre il panico cresceva.

< < Mantieni il controllo, terrestre. Sei vicina al tuo obiettivo > > disse il custode, senza mai alzare la voce < < Il terrestre chiamato Crilin si trova ancora nel mondo dei vivi. Nessuno può prevedere quando il suo sonno si trasformerà in morte > >.

< < Dobbiamo affrettarci, maledizione > > urlò lei, al culmine della rabbia.

< < Non possiamo farlo > > si limitò a rispondere il custode, continuando con lo stesso passo.

Furiosa e spaventata al tempo stesso, la donna non potè che sottostare ancora una volta alle leggi di quel mondo spettrale, che tanto aveva odiato. Il fatto di aver ottenuto l'autorizzazione a usare la Pozione della Rinascita non bastò per nulla a confortarla.

< < Crilin, amore mio. Cerca di resistere, ti prego. Tornerò presto da te > >. 

Diciotto disse queste parole mentalmente, ma avrebbe tanto voluto urlarle al cielo notturno e rossastro. A stento la guerriera trattenne le lacrime, mentre seguiva la propria guida.




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Trascorsero altre due ore, prima che l'improbabile coppia raggiunse la fine della grande catena montuosa. Diciotto si girò per un istante verso il luogo, dove aveva rischiato di perdere la vita e la speranza di salvare Crilin. Provò una rinfrescante sensazione di sollievo e da fuori quella massa montagne oscure appariva veramente come un luogo infernale.

All'improvviso, mentre continuava a seguire la sua guida,  la donna venne abbagliata da un sole chiaro, mai visto nel cielo di quella terra, sempre dominata da una perenne oscurità, alimentata con minacciosi nuvoloni rossastri. Giunsero nei pressi di un posto straordinario, un verde paesaggio, pieno di fiumi tranquilli e alberi di ogni genere, vivi e rigogliosi. La vallata era, inoltre, la casa di tante specie di animali, alcune assolutamente sconosciute sulla Terra.

Era un luogo pieno di vita. L'esatto contrario di qualsiasi cosa avesse visto la ragazza in precedenza.

Diciotto osservò meravigliata, poggiando distrattamente una ciocca di capelli biondi dietro un orecchio. Il custode finalmente fermò i propri passi, facendo cenno alla donna di avvicinarsi a lui.

 < < E' impossibile > > balbettò la guerriera < < Dove ci troviamo? > >.

< < Ti trovi nel punto più estremo del Terra dell'Eterna Notte, Lazuli. Solo chi ha superato le prove, può arrivare in questo luogo sacro > >.

< < Questo significa che siamo arrivati finalmente > > disse lei speranzosa.

Senza rispondere, il custode fece cenno alla donna di avvicinarsi. Anche se guardinga, Diciotto lo raggiunse con evidente impazienza. Era incredibilmente irritante non poter mai comprendere cosa passasse nella mente di quella creatura.

< < Ti darò una minima parte della Pozione della Rinascita, Lazuli. Quel tanto che basta per liberare il tuo uomo dal limbo in cui è precipitato, per colpa della nostra tecnica  > > parlò con una voce diversa. La sua consueta freddezza si mischiava con una furia, che mai la guerriera era mai riuscita a percepire in lui.

< < La vostra tecnica? > > ripetè la donna.
< < Ti ho già detto che sono l'ultimo custode in questo dimensione > >.

< < Ma tu chi sei veramente? > > chiese Diciotto, senza potersi trattenere.

< < Il guerriero contro cui ti sei battuta, Lazuli > > rispose l'incappucciato. Un odio smisurato scandiva le sue parole. Finalmente la creatura mostrava apertamente vere emozioni, anche se profondamente negative < < Una volta apparteneva ad un popolo di conquistatori. Erano feroci assassini, famosi in tutta la Galassia del Nord per le stragi che portavano a termine in tutti i pianeti che visitavano. Questi esseri hanno causato molti lutti, prima di essere fermati per sempre. A quei tempi la Terra era ancora un pianeta giovane e primitivo in confronto ad altre vicine razze. La forza militare degli umani, priva ancora di qualsiasi tecnologia, era tra le più deboli in tutto l'universo. Tuttavia, nonostante ciò, il nostro mondo era pieno di vita, bello e rigoglioso, l'ideale per vivere splendidamente e proprio per questo venne preso di mira dai peggiori assassini dello spazio di quel tempo ormai remoto, conosciuti tristemente come i Demoni Rossi > >.

< < Aspetta un attimo > > lo interruppe la bionda, spalancando gli occhi dalla sorpresa < < Allora tu sei un essere umano. Provieni dalla Terra > >.

< < Lo ero molto tempo fa > > rispose l'uomo senza volto. Diciotto era sconcertata nel notare l'enorme fatica di quell'essere, che era sempre stato così freddo e inumano, a mantenere quella calma, che sempre aveva mostrato, fin dall'inizio di quell'assurdo viaggio.

< < Devi sapere che a quell'epoca esisteva una ristretta cerchia di maestri di arti marziali. Una setta segreta di combattenti, custodi di tutto ciò che è giusto. Eravamo sparsi per tutto il pianeta e avevamo il compito di proteggere la pace e la giustizia. Combattevamo per difendere e mai per attaccare. Non eravamo molti, ma eravamo potenti guerrieri in grado di superare la primitiva e limitata forza delle armi primitive, create dai nostri simili > >.

< < Non ho mai sentito parlare di una storia del genere. Da ciò che mi risulta, solo negli ultimi anni sulla Terra si è formato un gruppo di potenti guerrieri e solo pochi di loro sono terrestri. Il mio ragazzo è proprio uno di questi guerrieri, attuali difensori dell'umanità > >.

< < Lo so bene, Lazuli > > rispose il custode, per nulla sorpreso.

< < Sono stata modificata proprio allo scopo di distruggerli > >. Non capiva per quale motivo si stesse confidando con quell'essere, ma stranamente era più forte di lei. Solo a Crilin e a suo fratello aveva mostrato la vera se stessa. 

Probabilmente perchè il misterioso custode non l'avrebbe giudicata o per il fatto che egli le stava offrendo la concreta e reale opportunità di salvare il suo Crilin.

< < Il tuo passato è duro da dimenticare, Lazuli. Pochi hanno subito sofferenze simili alle tue. Tuttavia la vita che hai condotto fino a adesso è un esempio di coraggio e di bontà d'animo, il che conferma il tuo diritto a stare in questo luogo sacro e puro > >.

< < Come fai a dirlo con tanta sicurezza? > > chiese la ragazza, con un tono di voce estremamente debole.

< < Ricordati che ormai conosco la tua anima alla perfezione > > disse l'incappucciato, facendo trasparire una certa, anche se lievissima, allegria.

Diciotto rimase in silenzio per qualche minuto, riacquistando la sua consueta espressione di impassibilità, mentre ammirava il magnifico spettacolo, offerto da quella tranquilla vallata verdeggiante. Era indecisa se continuare o meno ad esprimere così tanto i suoi veri sentimenti dinnanzi ad un individuo, che fino a  poco tempo prima aveva considerato come il principale nemico da sconfiggere. Ancora una volta, però, la nostalgia e il desiderio di riabbracciare il suo piccolo uomo si rivelò troppo forte anche per il suo rigoroso orgoglio.

< < Io voglio tornare a casa > > sussussò la bionda debolmente, in un suono appena udibile.
Stava calpestando tutto ciò, che una volta lei avrebbe chiamato orgoglio, la volontà di non piegarsi mai. Tuttavia, non le pesò minimamente quel sacrificio. Aveva lottato per il suo amato e ora non desiderava altro che ritornare da lui.

< < Ti prego > > disse Diciotto, aumentando leggermente il tono della sua voce, piena di stanchezza < < Concedimi una fiala di quella pozione. Sono rimasta bloccata in questo posto troppo a lungo. Devo tornare da lui > >.

< < Crilin ha bisogno di me > > aggiunse, ormai sull'orlo della disperazione.

< < Lo so bene, Lazuli. Ti ho fatto una promessa e giuro che la manterrò, qualsiasi cosa succeda. Ma è necessario che tu comprenda quanto sia pericoloso ciò che ti proponi di compiere > >.

< < Credevo che il mio viaggio fosse ormai giunto al termine. Dovrò dunque superare altri pericoli? > >.

< < Non c'è più nulla che ti separa dal tuo obiettivo > > rispose prontamente il custode < < Il pericolo di cui parlo nasce solo da te stessa > >.

< < Non riesco a capire > >.

< < Proprio da questa tua incomprensione sorge il mio dovere di avvertirti > > esclamò il custode, con maggiore enfasi < < La Pozione della Rinascita è  frutto di una magia molto antica e potente oltre ogni immaginazione. Può certamente salvare la vita, ma può anche distruggerla > >.

Diciotto attese impaziente. A quel punto, era anche lei consapevole della necessità di conoscere ogni minimo particolare.

< < I Demoni Rossi erano potenti, ma soprattutto molto più numerosi di noi > > continuò l'incappucciato < < Quando hanno invaso il nostro pianeta, io e i miei compagni ci siamo battuti con tutte le nostre forze. Abbiamo causato molti vuoti tra le loro fila, ma le nostre vittorie le pagammo sempre a caro prezzo, con la vita di amici cari e valorosi. Dopo un anno di lotte sanguinose, l'umanità si trovò molto vicina alla definitiva e totale estinzione. Molte volte non siamo riusciti a fermarli > >.

< < Come avete fatto a sopravvivere? > > chiese la donna, il cui corpo era stato martoriato proprio dalla terribile forza di uno quei guerrieri assassini.

< < Gli ultimi sopravvissuti della mia setta provarono un'ultima, disperata resistenza. Forse avremmo ritardato una fine, ormai inevitabile. La nostra tecnica di combattimento si era sempre basata sulla concentrazione, sull'armonia assoluta tra mente e spirito. Eravamo normali esseri umani, senza nessun potere speciale. Combattevamo solo tramite ciò che imparavamo con disumani allenamenti. Il tuo Crilin è molto simile a noi > >.

< <  In occasione di quella che credevamo sarebbe stata l'ultima battaglia, spinti da un irrefrenabile desiderio di proteggere le persone che amavamo, riuscimmo a creare, tramite la nostra forte concentrazione, una connessione mai vista prima con l'intero pianeta. Ricordo chiaramente quanto fosse potente e inarrestabile l'energia naturale che richiamai. Tuttavia solo un cuore puro concedeva questa incredibile connessione, come un regalo inestimabile, anche se eravamo ancora all'oscuro riguardo il prezzo da pagare. Anche la presenza di una minima incertezza, di una sola sensazione negativa, avrebbe potuto causare conseguenze terribili, anche la morte stessa > >.

< < Allora è vero > > esclamò la cyborg, aggiustandosi nervosamente i capelli dietro l'orecchio < < Siete stati voi a creare la Tecnica della Fermezza Naturale > >.

Ignorando la bionda, l'incappucciato proseguì il suo racconto < < Entravamo in perfetta sintonia con la natura. L'energia delle piante, degli animali, delle montagne, della terra. Persino l'incontrollabile forza del mare giunse in nostro aiuto. Era come se il pianeta stesso lottasse insieme a noi. Dopo aver vinto una delle battaglie più feroci dell'intero conflitto, riuscimmo nel giro di pochi mesi nell'impresa. Uccidemmo tutti i nemici invasori. Nessuno di loro riuscì a fuggire > >.

< < Il guerriero contro cui mi sono battuta..... > >.

< < Sono stato proprio io ad ucciderlo nel corso di una terribile battaglia, che mi costò il braccio destro. Quando gli Dei del Nord mi affidarono il compito di custodire la Pozione della Rinascita, io chiesi espressamente il corpo di Gorgoth, il demone che è riuscito a sconfiggerti. Chi viene condannato al Regno degli Inferi perde il proprio corpo, ma per onorare il mio sacrificio, insieme a quello dei miei compagni, gli Dei accettarono la mia richiesta. Il mio più grande nemico diventò la prova ultima, perchè solo chi riesce a vincere l'odio nella sua forma più estrema diventa degno di entrare in questo sacro luogo e così far uso della pozione nel rispetto dei limiti > >.

< < Ho visto con i miei occhi la forza che si può richiamare con questa tecnica. Anche noi cyborg, teoricamente invincibili, possiamo essere distrutti da questa energia naturale. Probabilmente Crilin è sopravvissuto, perchè non è stato capace di richiamare molta energia > > osservò Diciotto, lo sguardo perso in ricordi intensi. La voce della donna tremava leggermente.

Rammentava la prima volta, in cui Crilin si cimentò in quella tecnica maledetta. Per difenderla, aveva ingaggiato una breve, ma cruenta e disperata lotta contro Cell. Diciotto era fermamente convinta del fatto che  il suo uomo sarebbe arrivato fino in fondo in quell'azione coraggiosa e suicida, se il suo corpo non l'avesse tradito all'improvviso. Per certi versi, la cyborg era contenta di come si erano svolti i fatti in quella battaglia così impari.

< < Io e i miei compagni > > continuò l'incappucciato < < pensavamo di aver trovato una tecnica realmente potente, grazie alla quale avremmo potuto aver ragione di qualsiasi nemico. Peccammo di presunzione. Nessuno di noi aveva previsto gli effetti collaterali della tecnica, che noi stessi avevamo ideato. Alcuni impazzirono, altri morirono fra atroci tormenti, come accadde anche a me. Solo due maestri riuscirono a sopravvivere > >.

Nonostante la propria impazienza, la bella cyborg era ansiosa di conoscere l'origine della pozione. Forse saperlo l'avrebbe aiutata dai pericoli sconosciuti, di cui parlava il custode.

< < Disperati per le nostre condizioni, cercammo in tutti i modi di curarci, ma ogni tentativo fu inutile. Lentamente i nostri corpi si stavano deteriorando, alcuni si persero nello stesso oblio, in cui è caduto il tuo Crilin. Così alla fine decidemmo di chiedere l'aiuto del Dio della Terra di quel periodo, un essere saggio e potente, che era giunto sul nostro mondo da un pianeta remoto e sconosciuto. Non scoprimmo mai cosa fece con esattezza, sapevamo che il suo potere era grande. Probabilmente con una magia straordinaria, egli creò un liquido speciale, in grado di annientare i terribili effetti della tecnica >  >.

< < E' così dunque che nacque la Pozione della Rinascita > > osservò la ragazza, mentre una nuova ondata di panico si fece largo dentro di lei < <  Ma se riusciste a trovare quest'incredibile rimedio, per quale motivo sono sopravvissuti solo due di voi? > >.

< < Non devi temere, Lazuli. Crilin può essere ancora salvato > >.

Il custode riprese improvvisamente il cammino. Fece un piccolo cenno con il braccio, interamente coperto dall'antica tunica. Diciotto lo interpretò come un tacito invito a seguirlo.

< < Forse ci siamo > > pensò lei, mentre i battiti del suo cuore aumentavano velocemente.

< < Per molti di noi era ormai troppo tardi > > riprese il custode, mentre conduceva la cyborg lungo lo splendido paesaggio, dominato dal verde acceso dei prati e degli alberi rigogliosi < < Avevamo abusato troppo della forza della natura. Il nostro tempo era finito, ma riuscimmo a tramandare nel modo giusto la tecnica e la medicina da usare > >.

< < Questo significa che anche Crilin può subire la stessa sorte > > disse Diciotto, alzando la voce.

 La paura opprimeva il suo cuore, mentre attraversarono una piccola collina.

< < Nessuno può prevederlo. Crilin ha buone probabilità di riprendersi. Libera il tuo cuore dalla paura. Ora devi solo concentrarti in ciò che devi fare > > disse l'incappucciato, severo e freddo.

< < La Pozione della Rinascita è stata creata per la Tecnica della Fermezza Naturale > > continuò, mentre camminava davanti la bionda < < Segue le stesse regole. Per farne uso, non dovrai mai dubitare del tuo cuore. Entrare nel tempio, dove è custodita la pozione, con l'odio nel cuore, è il peggior pericolo in questo mondo sconosciuto. Dovrai farti guidare da tutto ciò che c'è di buono nella tua vita > >.

< < Per me l'unico che conta è Crilin. Non mi lascerò fermare > >.


Dopo aver guadato un placido fiume, i due giunsero nei pressi di una pianura verdeggiante, che si estendeva per miglia in una terra apparentemente infinita. L'incappucciato condusse la cyborg ai piedi di un'ampia altura.

 Mentre si apprestavano a scalarla, la compagna di Crilin respirò profondamente l'aria fresca e pura, riuscendo però a percepire in essa una certa intensità, nè maligna nè benigna.

 Diciotto non pronunciò più una sola parola. Lo sguardo della bionda era glaciale e quando, insieme alla sua guida, arrivò in cima alla collina, i suoi meravigliosi occhi cerulei si posarono sul piccolo tempio, situato alla fine della discesa.

 Due raffinate colonne annunciavano un ingresso antico ed elegante, la cui soglia raramente era varcata dai passi di un normale essere vivente. La sacralità della costruzione era facilmente palpabile in ogni suo carattere architettonico e mentre Diciotto si avvicinava lentamente alla breve scalinata del tempio, un'ondata di disagio, mista ad un inspiegabile timore, cresceva con forza dentro di lei.

 Una potente e indefinibile energia fuoriusciva senza intervalli dal mausoleo. Finalmente Diciotto si potè rendere conto da dove effettivamente proveniva la forza inarrestabile, che aveva accompagnato gran parte del suo viaggio.

La bionda guerriera si fermò un istante, indecisa sul da farsi. Girandosi, notò che il suo accompagnatore aveva interrotto i suoi passi molto prima. La donna si sentì trafitta da un penetrante sguardo, senza occhi. Diciotto iniziò persino a dubitare che il monaco possedesse un vero volto.

L'incappucciato restava immobile, in una posa immutabile, conferendosi nuovamente un'inquietudine, rimasta leggermente mascherata durante la loro lunga conversazione.

< < Ora sai davvero tutto, Lazuli > > disse il custode, riprendendo anche il suo consueto gelido tono di voce < < Possa la saggezza e la bontà d'animo guidare i tuoi passi. Guardati dalle tenebre che cercheranno di assalirti > >.

Senza aggiungere altro, il misterioso guardiano tornò su suoi passi, discendendo nuovamente la collina. Diciotto lo osservò intensamente, con occhi gelidi e inespressivi, mentre egli spariva dalla sua vista.

Anche se il suo volto era imperscrutabile come sempre, l'animo della donna era in totale fermento. I battiti del suo cuore erano veloci, a testimonianza della paura, che aumentava come un fiume in piena.

Con estrema cautela, la ragazza  poggiò il piede destro sul primo scalino del tempio.  

Immediatamente spalancò gli occhi, fermandosi bruscamente. Si portò le mani alla testa, sentendola letteralmente scoppiare. Terribili fitte la costrinsero in quella posizione fissa, impedendole di proseguire verso il tempio.

Diciotto urlò a causa di un dolore insopportabile. Con orrore, la guerriera comprese che qualcosa di oscuro era penetrato dentro di lei, invadendo brutalmente i suoi pensieri.  Qualsiasi cosa essa fosse, stava aggredendo la sua anima.

 Comprese l'estrema pericolosità del momento, per cui cercò disperatamente di riacquistare il proprio consueto sangue freddo. Il suo corpo tremò violentemente, mentre il mostro sconosciuto cercava di farsi spazio dentro di lei.

Un odio selvaggio provò a dominarla, manifestando la chiara volontà di condurla verso una strada di potere e morte. Ad un tratto, una voce agghiacciante risuonò come un tuono nella sua mente, strappandole altre grida di dolore.
 Parlò con una lingua sconosciuta, ma Diciotto capì ugualmente ogni cosa.

< < Non puoi nascondere la tua vera natura, cyborg Numero Diciotto. Con i tuoi poteri sei in grado di conquistare qualsiasi cosa. Non ti serve nè pace nè amore > >.

 Una drammatica lotta ebbe inizio, una battaglia senza violenza fisica, che si stava combattendo unicamente all'interno della sua mente. Con disperazione la bella cyborg cercava di contrastare il mostro incorporeo, il quale continuava a spingerla verso desideri che non le appartenevano. Chiunque stava tentando di violarla, parlava con una dolcezza falsa e velenosa, prospettando una vita di potere, insieme ad una personalità dominante, che avrebbe schiacciato ogni avversario. Doveva solo tenere la Pozione della Rinascita per sè.

Il piede della donna era ancora fermo sopra il primo scalino del tempio. Gli occhi erano chiusi, il viso contratto, a testimonianza di uno sforzo estremo. 

< < No...... lasciami in pace, maledetto > > sussurrò lei, senza neanche rendersene conto.

Quando riaprì gli occhi, la donna non si trovò più davanti la porta del tempio. L'oscurità era assoluta, ma Diciotto era molto più preparata dopo le esperienze passate. Il mostro, che stava cercando di impossessarsi di lei, era l'artefice di tutto, ne era certa. Difficile dire se era il suo corpo ad essere stato trasportato in quella dimensione oscura o se, invece, si trattava soltanto di una nuova ennesima illusione.

Diciotto non ebbe molto tempo per riflettere. La sagoma di un uomo ben conosciuto comparve improvvisamente dal buio, presentandosi lentamente davanti ai suoi occhi sconvolti. Aveva lunghi capelli neri e indossava gli inconfondibili vestiti del Red Ribbon. Il cyborg C17 mostrava sul proprio giovane volto la sua solita espressione di derisione e arroganza. In passato,  Diciotto lo aveva spesso rispreso energicamente per questa totale incapacità di prendere le cose seriamente.

 La bionda fu tentata di chiamarlo, dimenticando per un attimo i tragici eventi  accaduti fra lui e il suo uomo. Tuttavia il timore di perdere di nuovo la propria lucidità la spinse a più miti consigli. 

Diciotto rimase ferma e zitta, pur continuando a fissare l'immagine verosimile del gemello.

< < E' solo un'altra trappola. Ma non mi fermerà > > si ripetè più volte nella mente.

 Ad un tratto, alle spalle del cyborg, dal nulla si materializzò un'orrenda  lunga coda verde.

 Nel giro di un istante, C17 venne completamente inghiottito nel corpo dell'essere mostruoso, che ancora popolava con terribile insistenza gli incubi della bionda. Quest'ultima faticò persino ad urlare e il ghigno della creatura si fece ancora più aperto, manifestando la stessa crudeltà mostruosa, che era stata costretta a subire prima di essere assorbita.

Diciotto perse il controllo mentale e fisico. Tremava dalla testa ai piedi come un bambino indifeso, soprattutto quando una ancora più terrificante immagine comparve accanto al terribile Cell.

Una figura appertentente ad un uomo sulla sessantina, dai capelli bianchi e con un' espressione di assoluta malvagità sul proprio volto scavato. Il diabolico scienziato, causa delle peggiori sofferenze della sua giovinezza, indossava un lungo camice bianco, tipico indumento di un medico impegnato nella sua opera ordinaria, ma quella del dottor Gero non era mai stata l'opera di un normale uomo di scienza.

 Nei suoi incubi, Diciotto sognava spesso quel camice, sempre sporco di sangue e olio. Era un bene il fatto di non essere mai riuscita a ricordare nei minimi particolari il processo di trasformazione in androide. 

Sorridendo malignamente, il dottor Gero allungò silenziosamente una mano unta e rugosa verso di lei, in un chiaro gesto di volerla possedere ancora una volta. Di nuovo la voglia di fuggire il più lontano possibile divenne troppo forte, irresistibile. Ogni tentativo di movimento si rivelò del tutto inutile.

< < Stai lontano da me, maledetto bastardo! > > gridò Diciotto con tutte le sue forze < < Non sono  diventata il mostro che desideravi. Sono libera. Sia da te che da quell'essere rivoltante > >.

Le parole della cyborg non cancellarono il ghigno satanico dello scienziato. Accanto a lui, l'immagine di Cell era più vivida che mai. 

L'orribile coda si muoveva freneticamente, facendole ricordare il momento più drammatico della sua vita.

< < State lontano da me > > urlò ancora la ragazza, cercando disperatamente di tornare a dominare il proprio corpo < < E' un incubo. Voi non siete reali > >.

 Dopo che ebbe finito di urlare rabbia e paura, la cyborg vide,con evidente sgomento, le immagini dissolversi nei meandri di quell'oscurità senza fine.

Arrivata a quel punto, Diciotto fu tentata di credere di essere finalmente riuscita a respingere le tentazioni e le paure scaturite dalla voce carica di odio, che era entrata nella sua mente. Ma si sbagliava.

Una quarta immagine fece la sua comparsa sotto gli increduli e spalancati occhi della bionda. Aveva seriamente temuto di dover ripetere l'esperienza. I suoi timori si rivelarono più che giustificati.

 Ancora una volta, la guerriera fu costretta a trovarsi di fronte alla figura del suo amato, esattamente come era accaduto durante la traversata del fiume. Comprese allora di essere finita realmente sotto l'illusione del mostro, le cui vere intenzioni erano ancora ignote per lei.

Questa volta ebbe di fronte il Crilin del presente. Aveva la sua solita espressione calma e gentile, che tanto la bella cyborg aveva imparato a conoscere e ad amare. Il terrestre indossava una camicia azzurra semplice. Lei stessa l'aveva comprata durante le loro prime uscite come coppia.

< < Che cosa vuoi da me? > > sussurrò la cyborg, mentre le lacrime cominciavano a scendere.

La voce, carica di morte, tornò a farsi sentire nella sua mente, procurandole addirittura dolore questa volta. Richiamava constantemente gli orrori della sua vita, rammentandole il fatto di essere stata debole e vittima per troppe volte. Sempre con una lingua sconosciuta, ma inspiegabilmente comprensibile alla ragazza, l'entità misteriosa si riferì anche a Crilin.

 
 Impaurita e confusa, Diciotto ascoltò parole, frutto di un odio selvaggio e insenzato.
La voce accusava Crilin di essere la causa principale delle sue debolezze. Nessun  legame affettivo l'avrebbe condotta verso il potere assoluto, con il quale si sarebbe potuta ergere al di sopra di ogni cosa. Un potere facilmente raggiungibile grazie alla Pozione della Rinascita. Bastava tenerla per sè, voltando le spalle per sempre ad un essere patetico.

< < E' solo un uomo debole e patetico, Lazuli. Immeritevole della vera forza. Non merita nessuna emozione da parte tua, nemmeno la gratitudine > >.

Di colpo, per Diciotto divennero orribilmente chiare le intenzioni del mostro incorporeo, che stava violando non solo la sua mente, ma soprattutto la sua anima.

La voce desiderava che lei dimenticasse. Voleva costringerla ad abbandonare Crilin, rompendo il loro legame. Il volto del terrestre perse la consueta allegria, diventando cupo e triste.

 Diciotto provò molte emozioni in quei momenti tanto tormentati, ma tra i tanti sentimenti uno esplose con violenza. Una rabbia cieca, per essere nuovamente precipitata in un'illusione oscura, mista ad un senso di nostalgia ormai incontenibile. 

Quasi senza rendersene conto, la guerriera urlò selvaggiamente. Un ruggito di disperazione, ma anche di fortissima determinazione. Chiunque avesse cercato di tentarla, non aveva compreso niente di ciò che lei era realmente. Nessuno poteva permettersi di allontanare da lei l'uomo che amava con tutta sè stessa.

Il suo urlo risuonò con violenza nell'immensa dimensione, dominata dall'oscurità.

                                                      ------------------------------------



Diciotto riaprì di scatto gli occhi, lanciando un gemito violento e rumoroso. Il tempio sacro era di nuovo di fronte a lei. Non si sorprese quando vide il proprio piede ancora sopra il primo gradino della breve scalinata d'entrata. Mentre riprendeva fiato, cercò di asciugarsi con mani tremanti le goccie di sudore, che scendevano lentamente sul suo volto insanguinato.

< < Tutto ciò che ho visto è accaduto solo nella mia mente. Il mio corpo non si è mai mosso da qui > > pensò la bionda, chiedendosi per quanto tempo fosse durata la drammatica lotta contro il mostro che aveva cercato di dominarla.

Diciotto aveva seriamente temuto di impazzire. Sperava con tutta se stessa di essersi liberata definitivamente di quell'essere. Di sicuro richiamando anche l'immagine di Crilin, l'entità maligna aveva commesso un grosso sbaglio, soprattutto quando aveva cercato di separarla da lui. Nessuna ambizione valeva l'amore del suo piccolo uomo. Da quando lei aveva cominciato a vivere a fianco a lui, non aveva desiderato niente di più dalla vita.

Tutto ciò le aveva dato la forza necessaria per scacciare dubbi e paure e qualsiasi altro demone, che tentò di corromperla.

Adesso era pronta. Era pronta a lasciare finalmente quella terra desolata e a tornare da Crilin, con la medicina che l'avrebbe guarito.

Diciotto entrò, più sicura che mai, all'interno della piccola costruzione. La maestosa entrata la condusse verso un ingresso piccolo e poco spazioso, delimitato da pareti, piene di quegli stessi segnali enigmatici, che aveva visto al Palazzo di Dio. Con il battito del cuore accelerato, la guerriera vide un'ampia porta, debolmente illuminata da torce infuocate appese alle pareti del breve corridoio. Si avvicinò a piccoli passi, con prudenza, ma nessun ostacolo si presentò.

Come il resto del mausoleo, anche quella porta sembrava costruita sulla base di una cultura indefinibile. Gli occhi cerulei della donna si posarono su una scritta, posta esattamente al centro dell'elegante portone. I caretteri appartenevano ad una lingua ignota e incomprensibile. 

Tuttavia, per la bella cyborg quei segni sconosciuti rappresentavano la prova indelebile di aver finalmente raggiunto la meta ultima del viaggio. Con ogni probabilità, dietro quella porta si trovava la magia, che gli avrebbe restituito il proprio amato compagno.

Accanto ad essa, un piccolo vaso era poggiato su una sorta di porta oggetti, attaccato alla parete di pietra. Diciotto  sentiva i violenti battiti del suo cuore, mentre si sporgeva per vedere cosa ci fosse dentro lo strano contenitore, cercando di ignorare un opprimente sconvolgimento di stomaco sempre più intenso. 

All'interno del vaso c'era solo un oggetto dalle piccole dimensioni e quando Diciotto capì di che cosa si trattasse, a fatica restistette alla tentazione di urlare letteralmente di gioia. Osservando la fiala argentata, nella mente della ragazza si perse qualsiasi dubbio riguardo al fatto di essere ormai giunta al momento cruciale.

Con estrema delicatezza, prese tra le dita il piccolo contenitore, temendo di romperlo inavvertitamente. Era poco più grande di un normale bicchiere e avrebbe potuto raccogliere solo una minima parte della pozione, ma Diciotto era stranamente convinta che essa sarebbe stata più che sufficiente. 

Toccandolo e guardandolo più da vicino, notò che l'oggetto era fatto di un materiale particolare, che mai aveva avuto modo di vedere sulla Terra. Simile al vetro, ma molto più resistente.

L'attenzione della bionda si rivolse nuovamente alla porta. Afferrò con decisione la maniglia dorata, incurante del dolore incessante delle sue ferite. 

Con una lentezza esasperante, Diciotto aprì il portone, rompendo il mistico silenzio del tempio sacro. Entrò all'interno di un'ampia sala circolare, che, a differenza delle altre parti del mausoleo, era immersa nel buio assoluto o almeno questa fu la sua prima impressione.

In pochi secondi i suoi occhi potenziati si abituarono all'oscorità della stanza e fu allora che la bionda potè accorgersi delle debole luce azzurrina, che illuminava leggermente solo il fondo dell'ampia sala.

Diciotto potè chiaramente distinguerla. Pur essendo alquanto debole, era sufficiente ad illuminarle la via. Si avvicinò incantata ad essa, sentendo strani brividi lungo la schiena.

 La luce azzurra trasmetteva calma e terrore al tempo stesso, alimentando l'innaturale sacralità di quel luogo. Diciotto strinse con forza la fiala sul palmo della mano, dimenticando persino il rischio di poterla rompere.

Raggiunse a piccoli passi la fonte del chiarore. Notò che la parete di pietra era ben visibile alle spalle dell'origine materiale della luce.

Quest'ultima proveniva da un grosso calice d'argento, dalla forma circolare, al punto da mimetizzarsi quasi perfettamente nel buio dominante. Prima di avvicinarsi, la donna non si era minimamente accorta della presenza di quell'oggetto.

La base della coppa era ben ancorata su un pilastro di pietra, il quale, come altezza, non superava lo stomaco della cyborg, permettendole di guardare facilmente all'interno del calice argentato.

Resistendo all'opprimente dolore di stomaco, Diciotto finalmente potè ammirare il tanto famigerato liquido leggendario, di cui tanto aveva sentito parlare e con il quale avrebbe potuto risvegliare Crilin dal suo terribile sonno. La Pozione della Rinascita, che tanto aveva cercato, si trovava finalmente a portata della sua mano.

Il liquido azzurro rifletteva chiaramente l'immagine stanca e preoccupata della donna.

 Nonostante il colore indubbiamente incoraggiante, la compagna di Crilin notò la strana consistenza della pozione, estremamente melmosa.

 Diciotto suppose che era probabilmente questa la causa della strana illuminazione. Inoltre la pozione non produceva alcun odore, ma era ugualmente possibile percepire un'immensa forza e una pericolosità tale da terrorizzare la stessa guerriera. Di nuovo, si ritrovò imprigionata in un inspiegabile turbine di emozioni.

< < Finalmente ce l'ho fatta > > disse la bella cyborg a bassa voce, non staccando mai gli occhi dal contenuto del calice < < Sto tornando da te Crilin e sarò lieta di fartela pagare per ogni cosa > >.

Parlò con un dolce sorriso, dandosi immediatamente della stupida. Nonostante la sua energia infinita, anche il suo corpo, dopo un certo periodo, cominciava a sentire la fatica. Per tale ragione anche lei sentiva il bisogno fisico di mangiare e dormire. Inoltre il fatto di essersi ormai abituata ad una vita normale, vivendo a fianco del suo uomo, aveva addirittura accentuato questa necessità.

Pur con un intenso tremore alle mani, Diciotto immerse lentamente la fiala nel liquido azzurro e melmoso, stando bene attenta a non bagnare le dita. Dopo quanto aveva passato, preferiva agire con la massima prudenza, non potendo immaginare gli effetti di quella sostanza a contatto con la nuda pelle. 

La guerriera riempì completamente la fiala, stando bene attenta a non sprecare nessuna goccia.

Si sentiva terrorizzata al pensiero di dover far bere un liquido del genere alla persona che amava. L'unica cosa certa era l'ira, che avrebbe scatenato senza limiti. Era pronta a distruggere tutta quella maledetta dimensione, nel caso in cui Crilin non si fosse ripreso. Sempre con estrema attenzione, la bionda chiuse accuratamente il piccolo contenitore, riempito interamente. 

Pur rimanendo ipnotizzata dalla luce magica della pozione, la soggezione che provava, a causa dell'immensa energia naturale di essa, la spinse ad affrettarsi verso l'uscita. Lo fece con enorme difficoltà. Una parte di lei urlava disperatamente per rimanere, sentiva il desiderio di bere avidamente. Solo il ferreo pensiero di Crilin aiutò la donna nell'impresa disperata di resistere all'impulso irrefrenabile di immergere il proprio volto in quella pozione.

Alla fine, senza più voltarsi indietro, Diciotto guadagnò l'uscita della stanza, mentre perle di gelido sudore scendevano incessantemente partendo dalla sua fronte ferita. Percorse il corridoio di corsa, continuando a lottare con sè stessa e forse di nuovo contro la medesima forza invisibile, che tanto l'aveva perseguitata.

Raggiunse l'uscita di corsa, quasi completamente sopraffatta dal desiderio di tornare dentro.

 Fu un sollievo enorme sentire il vento fresco e puro sul proprio viso martoriato. Immediatamente il dolore, per non aver bevuto lei stessa quella maledetta pozione, iniziò gradualmente ad attenuarsi. Ansimava rumorosamente e in quel momento avrebbe dato quasiasi cosa per avere le braccia di Crilin strette intorno a lei.

Ripercorrendo gli insegnamenti del terrestre, Diciotto tentò di calmarsi con respiri profondi e regolari, concentrandosi per liberare la mente da paura e stanchezza. Ci riuscì facilmente, supportata dal pensiero di aver portato finalmente  a termine la sua missione. Il desiderio di ottenere il potere di quella pozione era stato fortissimo, ma lei aveva resistito e ora era pronta a salvare l'uomo che amava.

Diciotto si distese stremata sull'erba fresca. Raramente le capitava di perdere il controllo e proprio tale rarità rendeva l'esperienza ancora più sconvolgente.

Lentamente, l'animo della ragazza si calmò del tutto. Il suo pugno destro era chiuso con forza. 

Ormai del tutto immune da qualsiasi tentazione, la bionda lo aprì, rivelando la fiala piena fino all'orlo di pozione. 

Il dolore delle ferite era estremamente forte e alcune di esse si erano quasi sicuramente infettate. Diciotto sentiva le forze abbandonarla sempre di più. La strana energia, regalata dal misterioso custode, cominciò inesorabilmente a venir meno.
 
< < Adesso devo solo andarmene da questo posto > > pensò, mentre un nuovo terribile timore sorgeva dentro di lei.

Non aveva alcuna speranza di poter ripercorrere il tragitto della Terra dell'Eterna Notte. Il grande pozzo era troppo lontano e lei non poteva nemmeno volare. Era ferita dalla testa ai piedi e a malapena si sentiva in grado di camminare.

 Anche senza dover affrontare alcun combattimento, era certa che sarebbe crollata dopo poche ore.

La sua mente iniziò a vagare disperatamente, in cerca di soluzioni. Alla fine quella di fermarsi e tentare di riprendersi era indubbiamente la più razionale, ma anche la più terrificante. Era consapevole di non avere più tempo. Crilin non aveva più tempo.

< < Hai terminato la tua missione, Lazuli > >. La voce fredda e innaturale dell'incappucciato fece letteralmente sussultare la donna.

Diciotto lo fissava con occhi spalancati, cercando di immaginare cosa avrebbe dovuto sostenere ancora prima di poter finalmente tornare a casa. Il custode discese lentamente il colle erboso, ponendosi di fronte agli occhi della ragazza in una forma ancora più inquietante. Sembrava un'orribile riproduzione della morte in persona, che inesorabilmente scendeva a prenderla.

< < Hai agito bene. Hai superato tutte le prove. Da molti secoli nessun terrestre era mai riuscito ad arrivare fino in fondo > >.

< < Ti ho già detto che non sono umana > > ribattè la cyborg, senza fiato.

< < E' vero! > > disse l'essere, senza modificare il suo gelido tono di voce < < Il tuo corpo non è quello di un normale essere umano, ma la tua anima lo è certamente > >.

Diciotto non aveva più la forza di opporsi, neanche verbalmente, senza contare il fatto di aver ormai riconosciuto da tempo quella verità, che in passato aveva deciso di negare con tutta se stessa.

< < Ho solo un altro avvertimento per te, Lazuli > > riprese il custode, poggiando nuovamente una mano sulla fronte della bionda. Stranamente quest'ultima non fece nulla per impedirlo.

< < Un qualsiasi essere vivente può bere la Pozione della Rinascita solo una volta nella vita. E' bene che tu lo sappia, potrai tornare in questa dimensione, ma non per il terrestre chiamato Crilin, una volta che egli avrà bevuto la pozione > >.

< < Esistono altri modi per contrastare gli effetti della tecnica? > > chiese Diciotto, anche se già immaginava la risposta.

< < La Pozione della Rinascita, bevuta nelle giuste dosi, ristabilisce il corpo, causati  dalla terribile forza della natura. Se Crilin dovesse nuovamente attivare la Fermezza Naturale con la stessa intesità o addirittuta richiamando ancora più potenza, nessuno potrà prevedere le consueguenze. E' possibile che il corpo possa sviluppare una sorta di barriera grazie alla pozione, ma è altrettanto possibile un esito completamente differente, che difficilmente sarai in grado di contrastare. Si tratta di una magia troppo complessa, che non permette alcuna certezza > >.

L'incappucciato concluse, senza staccare mai la mano rugosa dalla fronte fasciata della ragazza.

 Diciotto ascoltò attentamente quelle parole. Non intenteva più correre rischi del genere e in futuro avrebbe fatto di tutto, pur di impedire al suo uomo di commettere altre azioni suicide. Era pronta persino a tramortirlo, se fosse stato necessario.

< < Sono pronta ad andare > > si limitò a dire la bella cyborg, stringendo la fiala tra le dita con decisione.

< < Addio, donna  cyborg Lazuli. Possano gli spiriti buoni accompagnare te e il tuo compagno > >.

La mano dell'incappucciato rilasciò immediatamente una luce abbagliante, che investì  il corpo della bionda.

Diciotto urlò a pieni polmoni, al punto da ferirsi  la gola, mentre sentiva gli organi interni stringersi orribilmente. Ancora una volta, si ritrovò nella più assoluta impotenza, mentre veniva trasportata con violenza sovrumana. Tuttavia, questa volta non stava cadendo e non si trattava nemmeno di quella specie di teletrasporto, che era stata costretta a sperimentare durante la traversata del fiume. Il suo corpo venne scagliato con brutalità verso il cielo.

 Mezza soffocata dal incessante e impetuoso vento, Diciotto chiuse gli occhi come estrema difesa. Fece appello a tutta la sua volontà per non perdere conoscenza, riuscendo valorosamente a resistere per diverso tempo. La salita sembrava infinita e ben presto la ragazza si ritrovò priva persino della forza di urlare.

Il suo ultimo disperato pensiero, prima di perdere i sensi, andò alla piccola fiala, che stringeva sul pugno insanguinato.




La bionda guerriera venne inghiottita da un maestoso oceano di luci senza fine.

 Dove pochi secondi prima, dinanzi all'entrata del tempio, si trovava la ragazza, adesso c'era soltanto la figura del custode misterioso, il quale aveva ripreso pienamente la sua posa mistica e imperscrutabile nella sua tunica vecchia e logora.

< < Osserverò con attenzione il vostro cammino > >.

La forza impetuosa del vento, da lui stesso scatenato, sembrò accompagnare il misterioso individuo, il cui corpo scomparve senza lasciare traccia, riportando la consueta pace nella verdeggiante vallata.



FINE CAPITOLO




 

  
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