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Autore: darkroxas92    18/03/2018    1 recensioni
Kaito Kid è sempre stato famoso per essere un esibizionista… e finora è riuscito a portare a termine tutti i suoi furti. Ma se dovesse avere a che fare con un altro esibizionista, anche questi bravo in ciò che fa, riuscirà ad avere la meglio? Kaito Kid VS Great Sayaman! Nemici o alleati? Magia o energia? Ai posteri l’ardua sentenza.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: A volte la magia può avere risultati… imprevisti! (Un’amicizia tra esibizionisti)
02 - A volte la magia può avere risultati… imprevisti!
Kaito Kuroba sbadigliò sonoramente.
“Kaito! Cerca almeno di mostrare un po’ di interesse!” Lo riprese subito Aoko, guardandolo male.
“Che cosa posso farci? Mi sono appena sorbito tre ore di una noiosissima conferenza scientifica, di cui se ho capito cinque cose su cento è un miracolo.”
“Non dire così. Hai idea di quanto sia stato difficile riuscire a convincere il dottor Agasa a farci vedere le sue invenzioni? Mio padre ha dovuto pregarlo per mesi, con la promessa di non rivelarle a nessuno!”
“Sì, sì, lo so…” Rispose il ragazzo, sospirando. “Anche se mi chiedo il perché lo stile sia molto simile a quello dei gadget che mi fa trovare Jii…” Aggiunse mentalmente.
“Il dottore è piuttosto geloso delle sue invenzioni. Ha sempre paura che possano essere usate per scopi malvagi.” Fece una voce acuta, che richiese tutto l’autocontrollo del ladro per non mostrare un tic nervoso.
“Piuttosto, Aoko… ricordami perché ci siamo portati dietro questo moccioso per prendere un gelato?” Domandò, guardando Conan Edogawa, il quale stava mangiando sorridendo una coppa di gelato.
“Perché ce l’ha chiesto il dottor Agasa. E poi anch’io avevo voglia di un gelato.” Replicò lei.
“Non sarai innervosito dalla mia presenza, vero Kaito-san? O ci stai nascondendo qualcosa?” Continuò con la stessa voce Conan.
“Piccolo- No, pessima scelta di imprecazione. Questo qui è tutto tranne che piccolo.” Pensò Kuroba, per poi sospirare.
“Io? Certo che no! Non sono mica come te che adora andare in giro a ficcare il naso ovunque. A proposito… che strano.”
“Che cosa?” Domandò Aoko.
“Il fatto che sia ancora tutto normale. Da quel che ho sentito, ogni volta che c’è questo bambino ci scappa almeno un morto o alla meglio un rapimento.”
“Kaito! Non è una cosa bella da dire!” Gli urlo subito contro la sua amica, mentre Conan ridacchiava nervosamente, non potendo smentire la questione.
“Vedi? Neanche lui lo nega! Sinceramente, sono sorpreso che Kid non sia ancora stato una delle sue vittime.”
“Parli come se fossi io ad uccidere…” Replicò Conan, usando un tono leggermente più maturo.
Ma prima che uno dei tre potesse dire altro, un pacco atterrò silenziosamente sul loro tavolino.
“Eh?” Esclamarono tutti assieme dopo pochi secondi.
“E questo da dove arriva?” Chiese Kaito, guardando con sospetto il pacco, mentre sia lui che Conan si guardavano intorno.
“Che sia opera di Kid?” Azzardò Aoko, attirando lo sguardo degli altri due. “Magari ci ha visto qui tutti assieme e ha deciso di mandarci direttamente l’avvertimento del suo prossimo furto.”
“Dubito fortemente… E poi usa un bigliettino, non un pacco.” Rispose Kaito, ben sapendo che non era stato lui a mandare quel pacco.
“Potrebbe anche aver deciso di cambiare. Insomma, dopo un po’ diventa noioso usare sempre lo stesso trucco, no?”
“Conoscendo Kid, non credo cambierebbe stile. Ma è anche vero che potrebbe essere un pacco con all’interno uno dei suoi giochi di prestigio.” Osservò Conan.
“Beh, direi che non possiamo fare altro che aprirlo!” Esclamò la ragazza, sciogliendo subito i nodi.
“Aoko, no!” Urlò subito Kaito.
Ma la sua amica non si fermò in tempo. Non appena l’ultima stringa della corda che teneva chiuso il pacco si sciolse, tutti e tre vennero avvolti da una nuvola di fumo.
Quando si dissipò, non c’era più alcuna traccia di loro.
“Beh, mi dispiace per il ragazzino e Aoko…” Fece una voce, poco prima che Akako uscisse allo scoperto. “Ma almeno finalmente ho avuto la mia vendetta contro Kid.”


Kaito, Aoko e Conan cominciarono subito a tossire, alzandosi in piedi e cercando di uscire da quella nube di fumo.
“Te lo avevo detto che non era nello stile di Kid!” Esclamò Kaito scocciato.
“E come potevi esserne certo?”
“Poteva anche essere un pacco bomba. Ci è andata bene.” Aggiunse Conan, mentre il fumo iniziava finalmente a sparire.
Ma non appena questo avvenne, tutti e tre sgranarono gli occhi. E non furono i soli.
Infatti furono altrettanto sorpresi anche i cinque ladri che gli stavano (involontariamente) puntando contro i loro mitra.
“Ehm… salve?” Fece Kaito, mettendo su la sua faccia da poker, analizzando velocemente la situazione.
Si trovavano all’ingresso di quella che sembrava una banca, come confermavano anche i sacchi pieni di soldi tenuti in mano dai tizi mascherati e dalla decina di poliziotti che gli stavano puntando contro le pistole. E gli bastò uno sguardo per capire che anche Conan era giunto alla sua stessa conclusione.
“Visto?!” Esclamò di colpo Aoko, facendolo sobbalzare. “È senza dubbio opera di Kid! Chi altri poteva metterci in una situazione del genere?”
“In questo momento la lista potrebbe essere piuttosto lunga…” Commentò Conan, deglutendo e portando una mano sulla sua cintura.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il ladro di fronte a lui si ritrovò schiantato contro il muro dell’edificio, e al suo posto c’era uno stivale bianco con la punta arancione.
“Scusate il ritardo!” Esclamò la voce della sua proprietaria.
Si trattava di una ragazza che indossava un paio di pantaloni viola, con sopra un gilet verde acqua e un vistoso mantello arancione.
Kaito gemette nel vedere il famigliare casco che l’avvolgeva dal naso in su, anche se questi aveva un cuore giallo sopra e il colore della visiera era blu.
“È Great Saiyagirl!” Esclamò spaventato uno dei ladri, cominciando a sparargli contro e facendo urlare per la paura Aoko.
Ma con loro sorpresa, la ragazza evitò facilmente tutti i proiettili, per poi volare contro l’uomo e mettendolo fuori gioco con un solo pugno allo stomaco.
A quel punto gli altri la fissarono per un paio di secondi, per poi buttare le armi e i soldi a terra e alzare le mani in segno di resa.
“Oh, allora ogni tanto succede.” Fece sorpresa l’eroina, sorridendo. “Credevo fosse una prerogativa di tutti i criminali non arrendersi mai.”
“S-Sono io… o quella ragazza sarebbe un’avversaria non da poco anche per Ran?” Commentò Conan, deglutendo nel guardare la crepa nel muro creatasi dopo l’impatto con la testa del ladro.
Ma la sua attenzione fu subito attirata da Kaito, il quale era visibilmente sbiancato.
“No… No, no, no, no, no, no, no!” Mormorò lui a bassa voce. “Per piacere, ditemi che questo è solo un incubo…”
“Kaito?” Lo chiamo Aoko, mentre Great Saiyagirl si avvicinava a loro.
“Tutto bene? Scusatemi, non mi avevano detto che c’erano anche degli ostaggi e-”
Non concluse la frase che venne subito presa per le spalle da Kaito.
“Per piacere, dimmi che non hai nulla a che fare con Great Sayaman!” Esclamò implorante.
“Sarebbe il mio compagno… perché questa reazione?”
“Great Sayaman?” Ripeté Aoko. “È un tuo amico?”
A sentire ciò l’eroina la fissò sorpresa. “Non sai chi è?”
“Se lo sapessi non lo avrei chiesto, no?”
“Saiyagirl! Eccomi! Scusa per il ritardo ma- Kaito?!”
A interrompere la discussione era stato Great Sayaman, il quale arrivò in volo in quel momento, fermandosi a mezz’aria non appena vide il ladro gentiluomo.
“Sta volando!” Urlarono assieme Conan e Aoko, mentre Kaito lasciò andare l’eroina, che guardò alternativamente lui e il compagno.
“Immagino che sia successo il contrario, vero?” Fece subito Kuroba. “A meno che questa volta tu non ti sia mosso con città e tutto il resto.”
“Già, direi che è così… Però è strano, il cielo non ha cambiato colore, quindi Shenron non centra.”
“Sa di Shenron?” Esclamò sorpresa Great Saiyagirl. “Ma come-”
“Ti ricordi quell’avventura che ho avuto un paio di anni fa per colpa di Goten? Beh, è lui che mi ha aiutato a ottenere l’ultima sfera.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo.
“Vuoi dire che è quel l-”
Kaito le mise subito una mano sulla bocca. “Quell’incredibile mago in grado di aiutare chi ne ha bisogno e-”
Il ragazzo non riuscì a concludere la frase che si ritrovò a volare spinto dalla forza dell’eroina, che colta di sorpresa aveva reagito d’istinto e l’aveva sollevato di peso e allontanato. Per sua fortuna Gohan lo prese prima di fare una rovinosa conoscenza con l’asfalto.
“Devi scusarlo, tende a prendersi troppe libertà quando si parla di lui.” Fece guardando la compagna. “E ti avevo detto di non fare troppi sforzi nelle tue condizioni.”
L’eroina si portò una mano sulla pancia. “Sei troppo apprensivo. Posso ancora fare qualcosa finché faccio attenzione.”
A quello scambio Kaito fissò prima Gohan poi la sua ragazza, per poi ripetere più volte il processo.
“Non ditemi che-”
Ma venne interrotto da un colpo di tosse.
I tre si voltarono a guardare Conan, il quale abbassò la mano che aveva usato per coprirsi la bocca.
“Bene, ora che ho attirato la vostra attenzione, credo di parlare anche a nome di Aoko nel fare la seguente domanda: che cosa sta succedendo?! Pochi minuti fa eravamo seduti a mangiare un gelato e poi ci siamo ritrovati prima in mezzo a una rapina, poi è arrivata una ragazza stile supergirl dal pessimo senso d’abbigliamento e infine un tizio che condivide i suoi gusti e che sembra essere in grado di volare. Non che questo sia possibile, è ovvio che c’è per forza una spiegazione scientifica, ma viene spontanea un’altra domanda… Kaito, tu come fai a essere a tuo agio con tutto questo?”
Great Sayaman fissò il bambino, per poi guardare Kaito. “È tuo figlio?”
A quella frase Kaito, Aoko e Conan sgranarono gli occhi. “Certo che no!” urlarono tutti assieme.
“Allora è tuo fratello? Avete un’aura molto simile.” Fece l’eroina.
“Non ho nessun legame con questo moccioso.” Rispose Kuroba. “Era solo con noi quando è successo… qualunque cosa sia successa. E questo dimostra il mio punto.” Aggiunse, rivolgendosi a Conan. “Tu porti jella. Anzi, dovrebbero usare la tua immagine nei dizionari come suo significato.”
“Suvvia Kaito, non c’è bisogno di dire questo. Siamo solo in un altro punto della città.”
“Ehm… no, non proprio…” Rispose Gohan, portandosi una mano dietro la testa. “Siete un po’ più lontani…”
“Un’altra città?” Fece Conan.
“Fai più come un altro mondo.” Rispose Kaito, sospirando e guardando Gohan. “Dimmi almeno che al momento non c’è nessuno che pensa che so, di distruggere il pianeta o altro.”
“Tranquillo, quello è successo qualche settimana fa. Nulla di che, solo il dio della Distruzione che voleva una sfida e mio padre è stato il fortunato selezionato per l’occasione.”
Kaito aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo. “No, non chiederò nessun ulteriore dettaglio sulla questione.
“Un altro mondo? Come diamine ha fatto Kid a spedirci in un altro mondo? Non dovrebbe nemmeno essere possibile! In pratica ci stai dicendo che tutte le persone qui… sono alieni?!” esclamò incredula Aoko.
“Tecnicamente no, questa è sempre la Terra.” Rispose Gohan. “Solo, non la stessa da cui provenite voi.”
“E com’è che Kaito-san ti conosce… Great Sayaman, giusto?”
Gohan annuì. “Sì, in questo momento mi chiamo così. Ma qualcosa mi dice che è meglio che ci spostiamo da un’altra parte a parlare… la polizia e i curiosi mi sembrano piuttosto interessati a tutto questo e non credo che voi vogliate tanta pubblicità.”
“Dove vuoi andare?” Chiese Great Saiyagirl. “Da Bulma?”
“Pensavo di sì e-”
Non concluse la frase che in mezzo a loro apparve dal nulla un uomo dai capelli neri tutti a punta con addosso un gi arancione, tenendosi due dita sulla fronte.
“Scusate ragazzi, ma qui ci penso io. Ci vediamo da Dende!” Disse lui, per poi avvicinare con l’altra mano i tre viaggiatori dimensionali facendo sì che fossero a contatto tra di loro.
Poi senza staccare la mano da Kaito sorrise ai due supereroi e scomparve con gli altri tre.

Kaito, Aoko e Conan si ritrovarono a cadere da una decina di centimetri dall’alto.
“C-Cos’è successo?” Fece la ragazza, alzandosi e portandosi subito le braccia intorno a sé. “E perché fa così freddo?”
“Scusate, temo sia colpa dell’altezza. Per chi arriva qui di colpo può esserci un piccolo sbalzo termico.” Fece l’uomo, guardandoli imbarazzati. “E scusate per l’atterraggio. Non ho pensato al fatto che non eravate pronti.”
Kaito si guardò intorno. Si trovavano su un pavimento di piastrelle bianche, davanti a un piccolo palazzo con pochi alberi intorno. Ma la cosa che lo sorprese di più fu l’azzurro del cielo, che li circondava completamente.
“Altezza?” chiese Conan, per poi premere un tasto sui suoi occhiali e sgranare gli occhi. “N-Non è possibile!”
“Che cosa non è possibile piccoletto?”
Conan non rispose, avvicinandosi subito al confine del pavimento, fermandosi poi di colpo.
Kaito e Aoko lo raggiunsero, solo per restare a fissare increduli lo scenario sotto di loro.
Il pavimento infatti si interrompeva di colpo, e sotto di loro si poteva vedere chiaramente la Terra, da una distanza tale che potevano essere tranquillamente ai confini dell’atmosfera.
“Come siamo finiti qui?! E soprattutto, dove siamo?!” Urlò Aoko, voltandosi verso l’uomo. “E tu chi sei?!”
“Il mio nome è Son Goku. E per rispondere all’altra domanda… beh, vi trovate al palazzo di dio.”
A questa frase tutti e tre lo guardarono come se avesse due teste.
“Dove che siamo, scusa?”
Ma prima che potessero dire altro Great Sayaman e Saiyagirl sbucarono fuori da sotto il palazzo, atterrando senza alcuna difficoltà al loro fianco.
“Papà! Potevi anche fermarti un secondo di più!” esclamò Gohan, togliendosi il casco, imitato subito dalla ragazza. “E poi perché hai usato il teletrasporto con loro?”
“Quello è tuo papà?” Chiese subito Kaito, guardando Goku. “Effettivamente, ora che lo guardo bene, c’è una certa somiglianza.”
“Scusa Gohan, sono stato io a chiedergli di portare qui il tuo amico e i suoi compagni.” Fece una voce proveniente dall’interno del palazzo, anticipando il rumore di passi in avvicinamento.
Lì, con tutta la calma possibile, un uomo robusto e dalla pelle completamente nera, vestito come il genio della lampada della storia di Aladino, entrò nel loro campo visivo, affiancato da uno che di umano aveva solo la forma: infatti la sua pelle era completamente verde, con due antenne che sporgevano dalla testa calva e due orecchie a punta. Indossava uno strano vestito, con scritto sopra il kanji che significava ‘dio’.
“Dende!” Lo salutarono assieme i due supereroi. “Tutto bene?”
“Sì, grazie? E voi? Come sta la bambina, Videl?”
La ragazza sorrise, accarezzandosi la pancia. “Direi che stiamo tutti bene. Ma sai spiegarci che cos’è successo?”
“No, no, no!” La interruppe Conan, mettendosi in mezzo e usando un tono decisamente più maturo di prima. “Cos’è questa storia? Una candid camera? Un piano di Kid? L’organizzazione che mi ha trovato? Cosa diamine sta succedendo?!”
Quello scoppio zittì tutti quanti, finché Kaito non si mise a ridere. “Oh, ragazzi, non credevo avrei mai visto il giorno in cui il piccolo detective avrebbe finalmente perso la testa!”
“Non è il solo!” Gli urlò contro Aoko, prendendolo per la maglietta. “Come fai a essere così tranquillo?! E se dicono il vero, quella creatura non è nient’altri che dio!”
“Tranquilla, è solo un titolo che ho ereditato.” Spiegò Dende. “Il mio unico compito è quello di controllare la Terra e assicurarmi che vada tutto bene. Cosa di cui solitamente si occupano Gohan e gli altri.”
“Inoltre, è grazie a lui se potrete tornare a casa.” Aggiunse Great Sayaman. “È lui a controllare le Sfere del Drago.”
“Davvero? Vuoi dire che è stato lui a crearle?”
“No, è stato il mio predecessore. Io le ho solo riattivate dopo la sua scomparsa.” Aggiunse ridacchiando Dende. “Ma veniamo a voi. Tu devi il famoso Kaito di cui Gohan ci ha parlato. Ti ringrazio per averlo aiutato a tornare qui.”
“Spero abbia parlato bene di me.” Ridacchiò il ladro, guardando l’amico.
“Certo. Mi ha detto cosa stai cercando di fare, e non posso dire che approvo a pieno il metodo, ma riconosco che probabilmente non hai altre vie.”
“Bene, ora direi che non ho di che preoccuparmi. Ho anche l’approvazione di dio… o di qualcosa di simile. Scusa, non ero pronto a un simile incontro…”
“Ehm… Kaito, di cosa state parlando?” Domandò Aoko.
“Oh, solo una piccola questione di cui avevo discusso con Gohan. Ora però direi di tornare al nocciolo della questione. Le sfere sono già pronte?”
“Sfortunatamente no. Le abbiamo usate qualche mese fa e non abbiamo pensato di riunirle-”
“Aspetta, qualche mese? Ma avevi detto che ci voleva un anno per ricaricarle.”
“Solitamente è così.” Intervenne Goku. “Ma l’ultima volta non abbiamo esaurito i desideri, quindi ci vuole la metà del tempo.”
“Desideri? Cosa sono queste Sfere del Drago, una versione strana della lampada di Aladino?” Intervenne Conan, senza nascondere il suo scettiscismo.
“Cavoli… come sei serio!” Esclamò Videl. “Rispetto a Goten e Trunks sembra quasi che tu sia un adulto.”
“Questo moccioso è un bambino molto strano. Probabilmente ha visto più morti lui di chiunque altro, e non fa una piega sulla questione. Dove va lui trovi un omicidio.”
Conan sbuffò, solo per ritrovarsi il volto di Dende a pochi centimetri dal suo, intento ad esaminarlo attentamente.
Dopo pochi secondi si allontanò, sospirando. “Sai Videl, temo tu non abbia sbagliato poi troppo. Direi proprio che questo bambino non è affatto un bambino.”
A sentire ciò Conan spalancò gli occhi, mentre Kaito e Aoko guardarono confusi l’essere verde.
“Come scusa? Io scherzavo, come può non essere un bambino? Posso capire qui, ma da noi non c’è nulla di strano come draghi magici o simili.”
“Eppure percepisco chiaramente che c’è qualcosa che non va in lui. È come se il suo corpo fosse invaso da una specie di veleno che altera le sue cellule.”
Il piccolo detective a quel punto cominciò a sudare vistosamente.
“M-Ma che dici?” Balbettò, cercando di fare una voce da bambino. “S-Sono solo un giovane detective… mi piace leggere gialli, per questo me la cavo bene… Certo che sono un bambino, eheheh…”
Ma uno sguardo agli altri gli fece capire di non essere stato affatto convincente.
“Uff… Come hai fatto a capirlo?” Domandò, assumendo un tono di voce completamente adulto, nonostante fosse ancora la voce di un bambino, che fece letteralmente sobbalzare Kaito e Aoko. “Ho fatto di tutto per tenerlo nascosto e finora ha funzionato alla perfezione. E tu con una sola occhiata hai addirittura scoperto del veleno.”
“Sono anche un guaritore. Diciamo che qualcosa riesco a capirla al volo. E poi è stata la tua aura a tradirti. Anche se il corpo cambia, quella resta uguale, e la tua è incredibilmente simile, se non uguale, a quella di Kaito. Cosa che per un bambino dovrebbe essere impossibile.”
“Ma aspetta un attimo!” S’intromise Aoko. “Come sarebbe a dire che non sei un vero bambino? Sei un alieno? Un esperimento di qualche tipo?”
Conan ridacchiò. “Diciamo che potrei essere indirettamente quest’ultimo. Sono anche stato fortunato a essere rimasto in vita. Il veleno che mi hanno fatto ingerire doveva uccidermi, ma l’unica cosa che ha eliminato sono stati più di dieci anni di vita… facendomi tornare letteralmente un bambino. A voler essere proprio precisi, ha rimpicciolito tutte le mie cellule.”
“Pandora…?” Mormorò Kaito, non venendo sentito da nessuno se non da Dende, che tuttavia non disse nulla.
“Un veleno in grado di ringiovanire come effetto collaterale… Ci sono persone che pagherebbero per averlo.” Rifletté Videl.
“Sfortunatamente non avviene sempre. Finora oltre a me solo una persona è stata altrettanto fortunata, anche se il suo è stato un azzardo.” Spiegò Conan.
“Immagino non ci dirai il tuo vero nome, vero?” Domandò Kaito.
“Esatto. Se quelli che mi hanno avvelenato dovessero scoprire che sono ancora vivo, le persone a me care sarebbero in grave pericolo. Ho scoperto che si tratta di un’organizzazione criminale ben radicata nella società, con infiltrati probabilmente anche nella polizia.”
Il ladro restò in silenzio, sotto osservazione di Gohan.
“Che tu sappia… uno di questi tizi si chiama Cobra?” chiese infine Kuroba.
“No. Tutti loro si fanno chiamare con il nome di un liquore. Perché questa domanda?”
Aoko osservò l’amico, il quale fece un sospiro prima di rispondere. “Semplice curiosità.”
“Comunque, ho percepito l’intervento di una forza esterna poco prima della vostra apparizione.” Spiegò Dende, decidendo di continuare con la situazione attuale. “Ho anche chiesto consulto a Piccolo, che si intende meglio di me di magia, e mi ha confermato che si tratta di essa.”
“Magia?” Ripeté Kaito, per poi sbattersi una mano in faccia. “Ovviamente, non poteva esserci altri che lei dietro a questa situazione…”
“Cos’hai combinato stavolta?” domandò Aoko. “Chi hai fatto arrabbiare?”
“Perché lo dai per scontato?”
“Ti conosco da anni Kaito, so come sei. Cos’è, hai sbirciato sotto la gonna ad una strega?”
“Ironicamente, è proprio per il motivo contrario che ce l’ha tanto con me.” Ridacchiò il ladro. “Pare che sia una delle poche persone in grado di resistere al suo fascino, e se l’è legata al dito.”
“Quindi, fatemi recapitolare la situazione.” Fece Conan. “Una strega avrebbe colpito te, e indirettamente anche me e Aoko, perché tu non ti sei infatuato di lei. Come diretta conseguenza ci siamo ritrovati in un altro mondo, dove tu stranamente sei a conoscenza di un ragazzo che ha contatti con l’alto, letteralmente parlando. Ho perso qualcosa?”
“Beh, ci sarebbero le sette Sfere del Drago.” Intervenne Goku. “Con quelle potrete tornare a casa senza troppi problemi. Dopotutto, cosa sarà mai un viaggio in confronto al ricreare l’intero pianeta?”
A sentire ciò Aoko e Conan restarono in silenzio.
“Già. E poi lo ha già fatto in passato per ben due volte con Gohan.” Aggiunse Kaito. “E sono stato testimone della seconda volta.”
“E tu devi ancora spiegarci bene questa storia. Come diamine sei rimasto coinvolto in qualcosa del genere?” Chiese la sua amica.
“È una lunga, lunga storia… e soprattutto noiosa, nulla di interessante.” Rispose velocemente lui, per poi guardare Gohan. “Comunque, ora che si fa? Da quel che mi hai detto, le sfere sono disperse per tutta la Terra, ci vorranno mesi per trovarle.”
“Nah, ci vorrà poco. Sappiamo già dove sono tre, e le altre saranno facilmente ritrovabili grazie al radar e all’entusiasmo di due piccole pesti.”
“E come ci arriviamo? Allo stesso modo di prima?”
Dopo aver detto ciò, Kaito si voltò a guardare Goku, il quale tuttavia scosse la testa.
“Mi piacerebbe, ma purtroppo devo tornare dai Kaioshin. Mi hanno permesso di venire qui su richiesta di Dende, ma erano impegnati a ricordarmi di non sfidare nuovamente delle divinità della distruzione in un prossimo futuro.”
“Non sarebbe una scelta sbagliata.” Ridacchiò Dende. “L’ultima volta c’è mancato davvero poco che la Terra si aggiungesse ai tanti mondi da lui distrutti.”
“Non preoccuparti papà, qui ci pensiamo noi.” Continuò Gohan. “Salutami i Kaioshin.”
“Certo! E a voi ragazzi… buon ritorno a casa!” Esclamò Goku, per poi portarsi due dita sulla fronte e scomparire nel nulla.
I tre viaggiatori dimensionali restarono in silenzio per qualche secondo.
“Mi sono persa… dov’è che andava?” Domandò infine Aoko.
“Diciamo dal capo del capo di Dende.” Rispose Great Sayaman. “Di recente mio padre ci va spesso per allenarsi, dato che il loro pianeta è molto più resistente della Terra.”
“Aspetta un secondo…” Lo interruppe Kaito, per poi indicare Dende. “Lui è il dio della Terra, giusto? Ci stai dicendo che ci sono ben due esseri ancora più importanti di lui?!”
“Esatto.” Rispose Videl. “Non so bene i dettagli, non avendoli mai incontrati di persona, ma Gohan, suo padre e alcuni loro amici invece hanno avuto anche l’onore di venire allenati da loro.”
“E te non sei stata scelta perché eri una ragazza? Tipico pensiero maschilista!” Sbottò Aoko, giungendo subito alle sue conclusioni.
“A dir la verità, a parte per me, il requisito principale era quello di finire… beh, all’altro mondo.” Ridacchiò Gohan.
Conan a quel punto lo guardò incredulo. “Aspetta, vuoi dire… Ma tuo padre è vivo! Era qui fino a pochi secondi fa!”
“Mio padre in realtà è morto già due volte. È tornato in vita proprio grazie alle Sfere del Drago, la prima volta, e al sacrificio di uno dei Kaioshin la seconda.”
“Vuoi dire che… possono riportare in vita anche i morti?” Domandò allibita Aoko.
“Sì, ma quelle della Terra sono in grado di riportare in vita una persona solo una volta. Inoltre, c’è un’altra condizione: se io dovessi morire, le sfere sparirebbero con me.” Spiegò Dende.
“Fantastico, questa giornata non può andare meglio…” Sbottò Conan, portandosi una mano sulla faccia.
“Però, ora che tuo padre se n’è andato, come facciamo ad andarcene da qui? Sapete teletrasportarvi anche voi?” Domandò Aoko, cercando di cambiare discorso.
“Purtroppo no. È una tecnica che solo mio padre è riuscito ad apprendere. E di solito ci muoviamo in volo.”
“Accidenti!” Esclamò di colpo Videl. “Non ci ho pensato! Non ho con me la capsula della mia macchina. E non me la sento di portarli in volo da sola fino alla casa di Bulma!”
Gohan si portò la mano sotto il mento per qualche secondo, per poi chiuderla a pugno e sbatterla contro l’altra. “Ma certo! Conosco la soluzione!”
“Spero non sia quella di buttarci di sotto.” Ridacchiò Kaito. “Da qui il botto sarebbe piuttosto grosso.”
“Non ti preoccupare. Ho qualcuno in grado di darvi un passaggio. Nuvola Speedy!”
Gohan urlò l’ultimo nome verso il cielo e dopo pochi secondi una piccola nuvola gialla sbucò da sotto il palazzo, fermandosi proprio di fronte a lui.
“Una nuvola… da riporto?!” Esclamò Conan. “Ma come-”
“È una vecchia amica di famiglia. Mio padre la usava prima di imparare a volare o quando non voleva andare troppo veloce. Poi è passata a me e infine a mio fratello Goten. È in grado di trasportare le persone ovunque si voglia, a condizione di restare sulla Terra ovviamente.”
“Ma… è una nuvola! Come fa a trasportare qualcuno?”
Per tutta risposta Gohan saltò sulla nuvola, restando in piedi sopra essa. “Basta avere un cuore puro e non si cadrà.”
“Un cuore puro? Allora temo che Aoko non potrà salire e-”
Kaito si interruppe per evitare un calcio dalla sua amica, la quale lo stava fissando arrabbiata. “Proprio tu parli?! Con tutte le volte che mi prendi in giro e cerchi di sbirciare sotto la mia gonna come minimo quella nuvola ti butta giù direttamente!”
“Scherzavo, scherzavo.” Rise il ladro, mentre Conan si avvicinava alla nuvola, per poi toccarla con una mano, rendendosi conto con suo immenso stupore che era solida.
Prima che potesse dire qualcosa, Gohan lo prese di peso e lo fece salire sopra, lasciando che si sedesse sopra. “Pensi ancora che sia impossibile?” Gli chiese, sorridendogli.
Il piccolo detective restò in silenzio, continuando a toccare la superficie della nuvola, incapace di dire nulla.
“Credo tu lo abbia rotto.” Lo prese in giro Kaito. “I detective sono fatti così, cercano sempre una spiegazione logica a tutto. Sarei curioso di vedere come reagirebbe Saguru… Magari diventerebbe davvero pazzo.”
Aoko gli riservò una seconda occhiataccia, per poi avvicinarsi anche lei alla nuvola gialla, la quale si abbassò da sola in modo che potesse salire.
“C-Cosa succede se non mi accetta?”
“A quest’altezza nulla. Semplicemente le passerai attraverso.” Rispose Gohan, saltando giù. “Quindi non preoccuparti, non sarà peggio dell’atterraggio che avete sicuramente avuto a causa del teletrasporto di mio padre.”
Aoko annuì. Poi, dopo aver preso un profondo respiro, saltò sopra la nuvola.
Con sua immensa sorpresa, e soddisfazione personale, anche lei come Conan restò in piedi sopra essa, per poi sedersi dietro il bambino.
“Visto Kaito! Ce l’ho fatta!” Gli urlò subito contro, tirando fuori la lingua.
“Ma tu guarda… ero pronto a scommettere il contrario.”
“Videl, vai tu con loro? Io vi raggiungo con Kaito, ma prima voglio passare da Balzar.” Fece Gohan, ricevendo un assenso dalla sua ragazza.
“Va bene. Allora ci vediamo tra poco.”
“E-Ehi, ma come si guida questa nuvola?” Domandò Aoko.
“Basta dirle dove andare. In questo caso, alla sede della Capsule Corporation. E non andare troppo veloce, non sono abituati a volare.” Aggiunse, rivolgendosi alla nuvola gialla.
Sentendo ciò Conan sembrò riprendersi. “Troppo veloce? Aspetta, cosa vuoi dire-”
“Andiamo!” Urlò Videl, per poi decollare e volare subito sotto il palazzo.
Con un urlo da parte di Aoko e Conan, la Nuvola Speedy partì immediatamente al suo inseguimento, sparendo nel giro di un paio di secondi.
Kaito a quel punto si rivolse a Gohan. “È sicura quella cosa, vero? Se dovesse succedere qualcosa ad Aoko, suo padre mi darebbe la caccia come non fa nemmeno per Kid. E temo che non sarebbe per arrestarmi!”
L’eroe si mise a ridere. “Tranquillo. Non so bene come funziona, ma non fa mai cadere nessuno dei suoi passeggeri, anche se fa giri della morte o simili.”
“Lo spero vivamente… Ma adesso, chi è questo Balzar?”
“È il guardiano dell’obelisco che si trova sotto questo palazzo. Solitamente è lui a decidere chi può salire quassù, ma negli ultimi decenni ha fondamentalmente perso tale ruolo.” Rispose Dende.
“Capito… quindi abbiamo decisamente saltato diverse code arrivando qui, eh?”
“Direi proprio di sì. Dimmi, non è che hai con te il tuo deltaplano, vero?” chiese Gohan.
“Mi prendi in giro?” Rispose subito il ladro, sorridendo. “Un mago non viaggia mai senza i suoi trucchi. Sfortunatamente, penso proprio che non riuscirebbe a reggere un volo da qui sopra. Non è progettato per simili altitudini.”
“Come temevo. Allora dovremo fare come l’ultima volta.”
Kaito sospirò. “Non ci sarebbe un’altra nuvola gialla? Non per offenderti, ma se vai come l’ultima volta, per me è troppo veloce.”
“Suvvia, è solo questione di abitudine. Allora ci vediamo dopo Dende, Mr. Popo!”
“Buon viaggio!” Rispose Dende.
Poi Gohan prese per un braccio Kaito e volò giù dal palazzo.
I due proseguirono la discesa per meno di un minuto prima di intravedere una struttura circolare poggiato su quello che pareva un altissimo obelisco di pietra.
Gohan atterrò all’interno della struttura, lasciando che Kaito recuperasse un po’ di colore.
“R-Ringrazia che mi aspettavo qualcosa del genere, o mi sarei messo ad urlare come Aoko…” Gli disse. “Non sono abituato a buttarmi giù da simili altezze.”
“Cos’è tutto questo rumore?” Fece una voce alle loro spalle.
Da delle scale nascoste nel pavimento arrivò un gatto dal pelo bianco, in grado di camminare su due zampe e con un bastone tenuto dalla mano destra. “Oh, sei tu Gohan!”
“Ciao Balzar! Come va?”
“Tutto bene. Non mi aspettavo una tua visita, credevo che Dende avrebbe sistemato tutto.”
“Dobbiamo trovare le sfere, quindi ho pensato di passare a prendere qualche fagiolo per sicurezza.”
“Capisco. Allora aspetta un attimo e-”
“Quel gatto sta parlando davvero?!” Urlò all’improvviso Kaito, indicando Balzar. “Non è possibile!”
Gohan ridacchiò, mentre il gatto lo guardò male, agitando la coda. “Che maleducato. Certo che parlo! Solo perché sono un gatto non significa che non possa farlo.”
“M-Ma come…”
“Forse avrei dovuto avvisarti che da noi ci sono diversi animali antropomorfi in grado di parlare, vero?” Fece divertito Great Sayaman.
“Ce ne sono altri?!”
“Beh, ci sono Oscar, Puar… Majin Buu credo ti spaventerà ma per motivi totalmente diversi… Poi va beh, ci sono tante altre creature simili. E hai già conosciuto Dende. Come lui c’è Piccolo, il mio maestro.”
Sentendo ciò Kaito lasciò cadere il braccio sul fianco. “Dove diamine sono finito?”
“Credo che il tuo amico non sia pronto per quello che lo aspetta.” Fece Balzar, porgendo un piccolo sacchettino a Gohan, che lo prese ringraziando.
“E lui è quello che la sta prendendo meglio. Il bambino che è venuto con lui e la sua amica si è praticamente incantato per l’incredulità.”
“Sì, l’ho visto mentre scendevano prima. Non sono in tanti a essere come tuo padre, che non si lasciava sorprendere quasi da nulla.”
“Tuo padre è davvero così famoso, eh?” Intervenne Kaito. “Tutti quelli che ne parlano ne parlano solo bene.”
“Aspetta di incontrare Vegeta… Comunque sì, mio padre ha lasciato un certo segno. Capita quando salvi il mondo a soli 16 anni.”
“E a 13 è riuscito a scalare da solo l’obelisco e ad arrivare qui.”
A sentire ciò Kaito si sporse fuori dall’edificio, non riuscendo nemmeno a vedere la terra sotto di esso. “… Ditemi che almeno ha usato quella nuvola per arrivare fin qui…”
“Oh, no, no. È salito a mani nude.” Rispose Balzar. “È stata la seconda persona ad arrivare qui. La prima era il suo maestro di arti marziali. Dopo di lui, il numero è aumentato esponenzialmente. Quando Bulma ha raggiunto il palazzo di Dende in macchina, ho capito che l’obelisco aveva esaurito il suo scopo.”
“In… macchina?”
“Immagino debba dirti che qui le macchine volano, vero?” fece Gohan, facendo girare di scatto Kaito verso di lui. “Anche quelle?! Magari adesso mi vieni a dire che avete inventato pure la macchina del tempo!”
Il silenzio imbarazzato che ne seguì fece sospirare il ladro. “In che guaio mi ha cacciato Akako?”
“Se ti può consolare, in questa linea temporale non esiste. Dopo aver visto gli effetti provocati dall’altra, Bulma ha deciso di non costruirla.”
“Questa Bulma è tipo Einstein? No, perché pare aver fatto di tutto.”
“Beh, suo padre ha inventato le Capsule, quindi direi che è di famiglia. E pensa che è stato proprio suo figlio del futuro a tornare qui usando la macchina del tempo.”
“Perché ho la vaga impressione che non era venuto qui per un saluto?”
“Perché cominci a capire come funzionano le cose qui?”
“Temevo questa risposta. Va beh, ormai siamo in ballo, continuiamo a danzare. Ma se una volta tornato a casa avrò bisogno di un psichiatra, sappi che ti chiederò in anticipo i soldi per le cure!”
   
 
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