A volte mi faccio prendere dall'entusiasmo e faccio scelte discutibili. L'ultimo esempio? Aver cambiato all'ultimo una delle due materie a scelta di quest'anno dopo aver letto il programma di un corso e aver deciso che, non importa se non centra quasi nulla con la mia carriera universitaria, dovevo assolutamente seguirlo.
Quindi, un semestre più tardi, eccomi qui a dare un esame in una facoltà che non è la mia e senza nessun conoscente con cui ripetere e cercare di farmi passare l'ansia.

Trovato lo studio del professore, mi siedo ad uno dei grandi tavoli lì vicino e tiro fuori i miei appunti. Resto da sola per una decina di minuti, poi i tavoli iniziano a riempirsi e trovo persino un'altra anima spaesata quanto me che deve dare lo stesso esame.

- Non mi preoccuperei più di tanto, Gavioli è un vero rompipalle a lezione, ma il suo esame si passa senza troppi problemi -
Alzo gli occhi dai miei appunti e noto che il ragazzo seduto davanti a me, che prima era presissimo a digitare qualcosa sul suo portatile, si è fermato e ci sta guardando.
- Davvero? -
- Sì, ho seguito il suo corso l'anno scorso e pur avendo preparato l'esame in pochissimo tempo me la sono cavata. Non posso dire che regala voti, però almeno è umano -
- Che più di quanto si possa dire per certi professori - commento - comunque grazie, ora ho leggermente meno ansia -
- Ma non è che per caso ti ricordi cosa ti aveva chiesto, vero? - gli chiede Elisa, l'anima spaesata di cui sopra, ma non ho occasione di ascoltare perché il ragazzo prima di me esce ed è il mio turno.

Non è l'esame migliore che io abbia mai fatto, però esco soddisfatta perché è un altro passo verso quell'agognato pezzo di carta che risponde al nome di diploma di laurea, che vorrei vedere prima di compiere settantasei anni. Appena uscita, Elisa conduce un interrogatorio degno delle migliori serie poliziesche americane per sapere anche di che colore è la penna con cui firma il foglietto su cui scrive il voto.
- Beh se a te ha chiesto quello, quasi sicuramente non lo chiederà anche a me. Almeno, Davide ha detto che tende a non ripetere le domande.. -
- Davide? - chiedo un po' confusa, poi noto che il ragazzo con cui avevo parlato prima di entrare sta sorridendo e mi ha allungato la mano.
- Cecilia, piacere - gli rispondo mentre gli stringo la mano e sorrido a mia volta.
- Visto che sono la prossima, ti scoccia aspettarmi così poi torniamo verso la stazione insieme? - mi chiede Elisa
- Nessun problema, non devo correre da nessuna parte -

Se c'è una cosa che mi piace dell'università sono alcune delle persone che ci trovi e la facilità con cui, a volte, riesci ad entrarci in sintonia. Certo, l'ansia pre-esame aiuta a legare, ma con alcune delle persone che ho conosciuto qui, ho costruito rapporti che mi hanno arricchita moltissimo, anche fuori dalla facoltà.

- Ah, anche voi pendolari? - chiede Davide, dando inizio alla classica conversazione che inevitabilmente porta al mutuo accordo su tutti i difetti ed i problemi dei trasporti pubblici, ma poi prosegue su altri temi e mi tiene occupata da quando Elisa entra nello studio fino a quando esce, anche lei soddisfatta del suo esame.

- Beh, complimenti ad entrambe ed in bocca al lupo per il resto degli esami  - ci dice Davide mentre raccogliamo le nostre cose e ci prepariamo ad uscire.
- Crepi! In bocca al lupo anche a te per tutto -
- e buono studio! - aggiungo, prima di salutarlo con un cenno della mano ed uscire.
 
- Ma c'era anche Diana a fare l'esame, oggi? - mi chiede mia madre quando torna a casa dal lavoro. Le voglio un bene dell'anima, ma è veramente pessima quando si tratta di ricordarsi quello che le dico quando parlo dell'università.
- No, questo era quell'esame che ho cambiato, lei non lo fa -
- Ah allora eri da sola? -
- Fortunatamente no, ho conosciuto una ragazza che era lì per fare lo stesso esame ed un altro ragazzo che conosceva il prof e ci ha detto com'era -
Mia madre, che un tempo giuro era una persona normale, ma che negli ultimi tempi somiglia sempre più a Mrs Bennet*, mi guarda e sorridendo sorniona mi chiede:
- Come si chiama? E' carino? -
Rido, mentre le spiego che probabilmente non lo rivedrò più visto che facciamo due facoltà diverse, ma che effettivamente era davvero carino. Quasi mi pento di non avergli chiesto il cognome, così da poterlo cercare sui vari social, ma non sarebbe la mia vita se le idee intelligenti mi arrivassero nei momenti giusti e non, come invece succede sempre, ore dopo.



* Mrs Bennet, per chi non la conoscesse, è la madre di Elizabeth Bennet (la protagonista femminile di Orgoglio e Pregiudizio), caratterizzata dal suo essere sempre intenta a cercare di accasare le sue cinque figlie.
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Angolino della vergogna:
Ciao a tutti, innanzitutto grazie per essere arrivati fino alla fine di questo primo capitolo! Non è molto, ma è stato scritto in un pomeriggio piuttosto triste in cui avevo bisogno di una distrazione ed eccolo qui.
Prometto che mi impegnerò a finire la storia (anche perché non l'ho concepita come una cosa molto lunga), ma non vi garantisco nulla. Spero comunque che resterete con me per saperne di più, se riuscirò a scriverlo.
Anche se non lo leggeranno mai, ci tenevo a precisare che il paragrafo sulle persone che ho conosciuto all'università è tutto fuorché inventato: ho davvero trovato delle anime gemelle e degli straordinari esseri umani che adoro con tutta me stessa.
A presto (giuro!)