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Autore: Roscoe24    19/03/2018    2 recensioni
"Raphael sentì i canini pungergli il labbro inferiore, un sibilo uscì appena udibile dalle sue fauci – perché di questo si trattava, quando si arrabbiava – e gli venne voglia di spezzare il collo di quel nephilim che aveva osato toccarla."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isabelle Lightwood, Magnus Bane, Raphael Santiago
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Isabelle colpì uno shadowhunter più alto di lei di almeno venti centimetri. Contando che si allenava senza tacchi, la differenza di altezza risultava più che evidente. Assestò una gomitata allo zigomo dell’altro e, roteando su se stessa, veloce come una saetta, si sfilò il bracciale dal polso, che si trasformò immediatamente in un bastone con la testa di serpente, e lo usò per far inciampare il suo avversario. Fu così veloce che l’altro non si rese conto di nulla e altro non gli rimase da fare che cadere a terra e arrendersi all’inevitabile sconfitta.
Raphael, dal suo angolo, la osservò allungare una mano verso il ragazzo con un sorriso scaltro sul viso, come se non riuscisse a trattenere l’orgoglio che era evidente provasse dopo una vittoria simile. L’altro nephilim si lasciò aiutare ad alzarsi e le fece un cenno del capo, prima di abbandonare lo spiazzo riservato agli allenamenti all’interno dell’Istituto.
“Dovresti andare a parlarle.”
Raphael sussultò, udendo la voce di Magnus alle sue spalle. “Non sono qui per questo.” Il vampiro non staccò gli occhi da Isabelle. Un altro shadowhunter si era piazzato davanti a lei: questo era più basso del primo, ma sempre ben messo. Attaccò per primo e Isabelle schivò il colpo con facilità, spostando il busto di lato e parando con l’avambraccio sinistro, sferrando un pugno con il destro. L’altro barcollò, ma non cadde.
“Sei qui per guardarla da lontano nella speranza che si accorga di te? Stai raggiungendo i livelli di inquietudine di quel tale… Cullen, quello che ha rovinato la reputazione dei vampiri, e che guardava la tizia dormire.”
“Stai cercando di offendermi, per caso?”
“Sta funzionando?”
Raphael roteò gli occhi al cielo, ma ancora, la sua attenzione era per Isabelle. La guardò barcollare all’indietro dopo  aver ricevuto un pugno in viso dal suo avversario. Raphael sentì i canini pungergli il labbro inferiore, un sibilo uscì appena udibile dalle sue fauci – perché di questo si trattava, quando si arrabbiava – e gli venne voglia di spezzare il collo di quel nephilim che aveva osato toccarla. Ma Isabelle sapeva difendersi – e lo sapeva fare egregiamente, così quando lei gli piantò un calcio in pieno petto che lo spedì contro una colonna, Raphael accennò un sorriso soddisfatto.
“Perché non vai a tormentare Alec?”
Magnus sbuffò, deciso a non farsi ingannare dai modi schivi del vampiro. “Raphael. Parlale.”
Solo allora Raphael si voltò verso lo stregone. “Per dirle cosa, mh? Le ricordo il periodo più orribile della sua vita. Guardare me è come guardare quella dipendenza che l’ha resa debole. Lei, debole. Puoi pensare ad una cosa più assurda? Eppure eccomi, la prova che persino una con la sua tenacia può cadere vittima di un’oscurità terribile.”
Magnus notò un luccichio negli occhi del vampiro, l’ombra di qualcosa di prettamente umano come le lacrime. I vampiri, però, non piangono. “Non è colpa tua. È stato Aldertree.”
Raphael distolse lo sguardo, riportandolo su Isabelle. Il suo avversario la stava bloccando da dietro, tenendole un avambraccio sulla gola. Ancora, emise un suono gutturale, desiderando di potersi occupare personalmente di quell’individuo, ma, di nuovo, lasciò che fosse Isabelle a farlo. La osservò mentre gli piazzava una gomitata nello stomaco, che lo costrinse a lasciare la presa su di lei. A quel punto, Isabelle fece leva su una delle gambe dell’altro e si arrampicò, veloce e letale come un mamba nero, fino a tenere la testa del nephilim tra le proprie cosce.
“Lui l’ha fatta iniziare. Io ho continuato a fornirle le dosi.”
“Non è stato il massimo per nessuno dei due, mi sembra. Ma se ciò che mi hai detto è vero, se ciò che provi per lei va oltre la brama di sangue angelico, allora dovete parlare e chiarirvi.”
Raphael tenne i suoi occhi, scuri come la notte di cui era sovrano, su Isabelle, che stava costringendo l’altro ad arrendersi per mancanza di ossigeno. “Proprio perché ho la certezza che ciò che provo per lei non ha nulla a che vedere con la brama del suo sangue, voglio tenerla a distanza.” Il vampiro spostò lo sguardo sullo stregone. “Provo qualcosa per lei, Magnus. Qualcosa che mi spinge a volerla proteggere. E se questo concetto deve essere esteso anche a me, sono disposto a rinunciare a lei.” Il capo clan fece una pausa. “Mi odio per quello che le ho fatto e non voglio rischiare che si ripeta. Mai più.”
“Raphael…” Cominciò Magnus, cauto e comprensivo.
“Mai più, Magnus.” Lo interruppe bruscamente. “Discorso chiuso.” Raphael lanciò un’ulteriore occhiata ad Isabelle, giusto il necessario per guardarla vincere di nuovo e per vedere comparire quel sorriso sul suo viso, un sorriso che nessuno avrebbe più dovuto toglierle, quello di una guerriera vittoriosa, di una sopravvissuta che ha ricominciato a lottare e che non smetterà mai di farlo. “Andiamo, abbiamo un Consiglio a cui partecipare.”
Magnus non aggiunse altro, conosceva Raphael troppo bene e sapeva perfettamente che quando metteva il punto ad una discussione, non c’era motivo – ne possibilità –  di aprirla di nuovo. Gli appoggiò una mano sulla spalla, con fare comprensivo – nell’atteggiamento tipico che potrebbe riservare un padre ad un figlio testardo.
“Sono sicuro che il Capo dell’Istituto potrebbe chiudere un occhio per il nostro ritardo.”
“Potrebbe farlo per te. E, a proposito, cerca di non essere troppo esplicito. Sei imbarazzante quando flirti spudoratamente con lui.”
Magnus aggrottò le sopracciglia, risentito. “Primo: io non sono mai imbarazzante, mai. Secondo: sono il Sommo Stregone di Brooklyn, credi che non sappia essere professionale?”
“Non quando si tratta di Alec. Ammettilo, ti sentirai meglio.”
Magnus lo liquidò con un gesto stizzito del polso, provocando un tintinnio di braccialetti. “Petulante. Ecco cosa sei. Adesso, muoviti. Odio arrivare tardi!”
Raphael lo seguì, ma non prima di aver lanciato un’altra occhiata ad Isabelle. L’ultima che si concesse, giusto per dare tempo al suo cuore di riuscire a salutarla silenziosamente e, con ogni probabilità, per sempre – concetto che, per uno con la sua natura, era tutto tranne che figurato.  





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Ciao a tutti! Sono sempre io e sono sempre in mezzo. Vi autorizzo a cacciarmi, se ne avete abbastanza di me!
Allora, se avete aperto questa OS e siete arrivati fino alla fine, vi ringrazio immensamente e, se vi va, vorrei sapere cosa ne pensate!
Il tutto mi è venuto in mente perché, con l’avvicinarsi della terza stagione (mancano due giorni, scleriamo tutti insieme) ho riguardato la 2B e, verso la fine, non mi ricordo se 2x18 o 2x19, Raphael e Izzy parlano di ciò che è successo tra di loro, dicendo apertamente che non era tutto legato al sangue. Da ciò ho ripensato a quando Sebastian/Johnatan accusa Raphael di essere la personificazione del ricordo della dipendenza di Iz e niente, da cosa nasce cosa e ho buttato giù tutto ciò.
Vi ringrazio ancora per averla letta, un abbraccio! <3


 
   
 
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