Parte seconda
Avverto
un mutamento profondo e pericoloso nella Forza, lo sento chiaramente
attorno a me. Ma soprattutto attorno a Lui...
È accaduto qualcosa che
cambierà le cose per sempre. Ed è qualcosa di
terribile.
Sono avvolta dalle tenebre, l'atmosfera è tetra e
asfissiante, inizia a piovere e lo scroscio mi coglie impreparata.
L'umidità mi penetra fin nelle ossa. Non riesco a capire
dove
mi trovo e questo mi spaventa, sento delle voci in lontananza, il
fuoco dei blaster e il clangore di spade che combattono ferocemente.
Qualcosa di violento mi
colpisce facendomi accasciare a terra. È simile ad una
scarica
elettrica, potente, dolorosa... Mi lascia tramortita e senza fiato.
Mi colpisce ancora e ancora
una volta.
Ho paura che il dolore possa
farmi impazzire o, peggio, uccidermi.
Chi o cosa, in tutta la
galassia può generare una tale energia?
Riapro gli occhi a fatica,
mi rialzo barcollando, ancora stordita da quello che ho appena
vissuto.
La pioggia cessa ma resta il
buio... temo per Lui,
lo sento debole, distante, quasi irraggiungibile.
Perché si nasconde da me?
Lo cerco ancora, urlo il suo
nome, ho bisogno di sapere che sta bene. Mi meraviglio di me stessa e
di quello che ho desiderato, ma mi rendo conto che il mio è
un
bisogno vitale.
Kylo risponde al mio
richiamo anche se debolmente. Stavolta mi appare in modo totalmente
diverso e ne resto turbata: la sua immagine sembra quella di un
fantasma, è sofferente e pallido, profonde occhiaie gli
cerchiano
gli occhi spenti. È come se si fosse ripreso a stento da uno
scontro
mortale, come se avesse provato sulla sua stessa pelle, ma in modo
più violento, quello che ho provato io.
Mi
concentro su di lui e, per la prima volta, riesco a intravvedere
anche il luogo in cui si trova.
Percepisco delle presenze:
individui sensibili alla forza, come noi.
L'aura che emanano è potente.
Sembra un castello, alto, immenso e lugubre, che sorge imponente su
una cascata di lava. Mustafar?
Credevo fosse solo una
leggenda.
Lo vedo attivare la spada
laser. La fa volteggiare nell'oscurità in un modo
così naturale e
disinvolto, come se fosse un prolungamento del suo corpo. Sei
individui mascherati appaiono alle sue spalle, gli stessi che avevo
già visto nella visione di Takodana.
Esistono davvero quindi.
Fieri e impassibili avanzano verso di me, i sei Cavalieri di Ren.
Deglutisco a vuoto e la paura si impossessa dei miei sensi. Mi sento
scoperta, vulnerabile. Non ho nulla per difendermi... la spada di
Luke giace ancora spezzata, il cristallo opaco ormai privo di vita,
impossibile da riparare. Posso fare affidamento solo sulla Forza.
Eppure... sono terrificanti
ma bellissimi. Inspiegabilmente ne sono affascinata. A dispetto di
quelle che mi paiono intenzioni minacciose, nessuno di loro mi
attacca ma a stento riesco a tranquillizzarmi.
Kylo invece mi osserva con
aria severa, finalmente la sua immagine si fa più concreta,
non è
più solo un'ombra, ora è reale. Riesco a
percepire il turbine di
sentimenti che lo anima, come se fossi io stessa a provarlo.
Cosa è accaduto di così
grave da spingerlo ad invocare l'aiuto dei suoi cavalieri? E
perché
non ne ha fatto parola con me?
Subito mi rendo conto di
aver pensato un'assurdità. Perché mai avrebbe
dovuto confidarsi con
qualcuno che gli ha voltato le spalle?
“Ben
cos'è successo?” sussurro mentre l'angoscia mi
divora. Solo adesso
realizzo di averlo chiamato di nuovo Ben, dopo tanto tempo...
“Quello
non è più il mio nome, dimenticalo!”
reagisce severo. Le sue
parole sono dure, ma non riescono ad intimorirmi.
“Ho
il diritto di sapere...” insisto e la mia è quasi
una supplica.
“Tu
e i tuoi amici avete le ore contate.” Rabbrividisco
nell'udire le
sue minacce. Nonostante tutto ho sempre sperato che non dicesse sul
serio e che non desiderasse davvero distruggermi.
“Qualunque
cosa tu abbia in mente, ti prego... non farla,” lo imploro,
credendo che si riferisca a me e alla Resistenza.
Lui distoglie lo sguardo ed
esita. Percepisco il suo conflitto interiore molto chiaramente. Ma
non è lo stesso che avevo avvertito poco prima dello scontro
sulla
Supremacy. È qualcosa di più oscuro e feroce,
qualcosa che lo sta
divorando.
È
un odio profondo, infinito, quasi… antico.
Nello stesso tempo è deciso
e fermo nella sua spietata strategia.
Sospira profondamente e poi
torna a guardarmi, ora la sua espressione è meno tesa, ma
nei suoi
occhi intravvedo un bagliore sinistro.
Il lato oscuro lo ha
trascinato a sé definitivamente?
“Credevi
davvero che Snoke fosse uscito di scena?” mi rivela con uno
sguardo
tagliente, “mi dispiace per te, ma non può essere
fermato nel modo
in cui credi. Non è sufficiente una spada laser per
ucciderlo. È un
essere incorporeo che incarna l'essenza del Male, si ciba di esso, si
nutre dell'odio e della paura, di tutti i sentimenti negativi che
dilagano nell'animo umano... Credevi davvero che sarebbe finita
così
facilmente? Sapevo che si sarebbe nascosto dietro qualcuno di
insospettabile. Ha preso possesso di Hux. Con lui è stato
facile, la
sua smisurata brama di potere lo ha reso debole.”
Fa una pausa e mi fissa
intensamente, il suo sguardo è ora carico di dolore.
“Ho commesso
l'errore di sottovalutarlo e ha tentato di uccidermi durante un
sopralluogo su Eadu, e... ci è quasi riuscito.”
“Come
sei riuscito a salvarti?” chiedo, paralizzata dalla paura,
come se
non fossi già abbastanza sconvolta da quello che mi ha
confidato.
“È
facile fingersi morto quando manca poco che tu lo sia davvero.
Rallenti il respiro, deceleri i battiti del cuore... ti chiudi alla
Forza. Non senti e non emani più niente.”
Deglutisco a fatica e riesco
solo ad articolare un mesto “mi dispiace.”
Gli sfugge uno sbuffo
divertito ma amaro. “Quel cane rabbioso ha sempre contato
meno di
zero, ed ora ha in mano un potere inimmaginabile. La cosa è
quasi
esilarante... non trovi, ultima jedi?” Non mi sfugge
l'accento
sulla sua ultima provocazione.
Deve procurargli un qualche
tipo di piacere fisico punzecchiarmi continuamente.
“Non
sono una jedi,” tengo a ricordargli. Anche se sono in grado
di
dominare la Forza non ho mai completato il mio addestramento e la
lettura degli antichi testi che ho sottratto ad Ahch-To, non mi
è
stata di grande aiuto.
“Luke
non era dello stesso parere su Crait,” mi informa con
fastidio e
anche una punta di invidia. Io invece resto pietrificata dalla
sorpresa, e dal terrore. Un pensiero atroce attraversa la mia mente
come un fulmine che squarcia il cielo: cosa ne sarà della
Resistenza
presa tra due fuochi?
Inspiro profondamente
cercando di recuperare un briciolo di lucidità, ma mi sembra
di
stare in bilico su un baratro senza fondo.
“Cosa
vuoi fare?” Ho paura mentre lo chiedo e non mi vergogno di
dimostrarlo.
“Lo
sai, porrò fine a tutto. Voglio creare un nuovo ordine, e
spazzerò
via tutto quello che mi troverò davanti.” Il suo
sguardo è fiero
e determinato, è lo sguardo di un guerriero. Istintivamente
cerco un
ulteriore punto di contatto, forse non è tutto perduto,
possiamo
venirci incontro, forse lui può ancora tornare...
“Ben
uniamo le forze, insieme possiamo fermare quell'essere e il suo
esercito. Sai che è così. L'avevo previsto nella
Sala del Trono, ed
ora non è diverso,” lo esorto, sperando
nell'impossibile. Ho la
sensazione che tutto questo non sia avvenuto per caso e che
è giunto
il momento di tornare a combattere insieme, il nostro
momento.
La sua risposta però tarda
ad arrivare. Abbassa il capo e distoglie lo sguardo per evitare il
peso della mia delusione. “È una questione tra me
e lui,” mi
fredda bruscamente, “tu stanne fuori,” ringhia
nervoso.
In quel momento capisco che
non vuole il mio aiuto, né è disposto a darmi il
suo. Ho avuto la
mia occasione per stare dalla sua parte e non l'ho voluta cogliere.
Non potevo. E adesso è troppo tardi, ho perso la sua
fiducia, mi
sento terribilmente sola... proprio come mi aveva predetto.
“Non
temere, dopo aver sistemato Hux, mi occuperò anche della tua
tanto
amata Resistenza.”
Quella
minaccia mi distrugge. È
davvero la fine di tutto?
Per un lungo istante
torniamo a fissarci in silenzio, ma dentro di me qualcosa ribolle e
non posso fare a meno di palesare quello che provo.
“Perché
lo hai fatto allora? Perché mi hai baciata?” gli
sussurro, dando sfogo alle lacrime. Ho davvero bisogno di capire.
“Era
quello che volevi,” si affretta a precisare asettico, quasi a
voler
evitare l'argomento ed ostentare un'indifferenza che però
non gli
appartiene.
“No.
Voglio sapere il vero
motivo,” insisto intuendo che c'è sotto
qualcos'altro.
Esita,
avverto il suo disagio, poi finalmente si apre. “Forse era
solo...
il mio modo stupido e infantile di dirti addio,” mormora
con le labbra tremanti, lo vedo deglutire e respirare nervosamente.
Le sue parole mi colpiscono
come una scossa violenta. Ho percepito sofferenza nel pronunciarle,
ma anche la risolutezza con la quale vuole tenermi lontano da lui.
Eppure sento che non è
stato totalmente sincero, cerco un ulteriore contatto perché
non
voglio che mi lasci così. Sta fuggendo da qualcosa che lo
spaventa,
come sta spaventando anche me... ma lui interrompe il legame prima
che io possa pretendere ulteriori spiegazioni.
Ci incontreremo di nuovo su
un campo di battaglia? Il solo pensiero mi provoca una pena immensa.
Un brivido di freddo mi scuote. Tutto svanisce e resta solo il nulla
e il freddo dello spazio cosmico.
Galleggio nel vuoto,
stremata e tremante, sospesa in un limbo senza fine.
Non lo sento più, ma non
è
un silenzio di morte. È diverso.
È
il silenzio dell'indifferenza. Ed
è
angosciante.
Non ho idea di quanto tempo
sia trascorso. Un senso di impotenza e di solitudine mi divora. La
Resistenza sta attraversando il suo momento più buio. Non
facciamo
altro che nasconderci come prede braccate, contare su aiuti che non
arriveranno, confidare in un miracolo che sappiamo non
avverrà mai.
Eppure non abbiamo perso la
speranza, è solo questo che ci mantiene in vita, che ci
tiene uniti.
Noi siamo la scintilla...
Ci ho quasi creduto.
Là fuori la battaglia
imperversa, anche se i fronti principali sono cambiati, più
feroci e
spietati che mai: il Primo Ordine e i Cavalieri di Ren. E noi siamo
nel mezzo.
Anche se Ben non ci ha mai
attaccati direttamente, so che non sta dalla nostra parte. Non lo
sarà mai. È una realtà con cui devo
fare i conti e che devo
accettare.
Tutto quello che noi
rappresentiamo lui lo odia e lo ha rinnegato.
Eppure sono sicura che non
odia me. Lo so. L'ho sempre saputo.
Ripenso alle ultime parole
che mi ha rivolto e, nel profondo, si fa strada la convinzione che
l'ostinazione a volermi tenere fuori dalla sua mente sia un
maldestro, quanto disperato, tentativo di proteggermi. Un modo per
evitare di trovarmi, o di farsi trovare. Schivare il rischio di
finire ancora faccia a faccia ed essere costretto a uccidermi.
Maledetto ragazzino
presuntuoso e testardo, cosa crede di ottenere in questo modo?
Non potrà evitarmi per
sempre, questa situazione non l'accetto. Non ce la faccio ad andare
avanti e veder morire, una dopo l'altra, tutte le persone che mi sono
care, senza fare nulla. Non riesco a stare a guardare mentre
là
fuori si combatte per la supremazia e il trionfo del Male.
Dov'è finito l'Equilibrio
che avremmo dovuto portare nella galassia se siamo costretti a
combatterci fino alla morte? Se non riusciamo a trovare un punto di
incontro?
Perché nessuno può darmi
le risposte che cerco? Nemmeno Maz. Nemmeno il fantasma di Luke che
mi perseguita nonostante io cerchi di ignorarlo. Nemmeno i testi
sacri dei Jedi, che pensavo contenessero la verità
assoluta...
Nessuno.
Chiudo gli occhi ed un'amara
consapevolezza si fa strada nel mio animo, mi scuote, mi annienta...
ma nello stesso tempo riesce a darmi finalmente la pace. Forse la
risposta l'ho sempre avuta dentro di me, fin dal principio, nello
stesso istante in cui ho visto il volto di un giovane uomo, dai
lineamenti adorabilmente imperfetti, celati dietro una maschera.
Non l'ho mai voluta
accettare perché mi sembrava assurda, inconcepibile.
Ma adesso... so cosa devo
fare perché finalmente so qual è il mio posto in
tutto questo. So
che la battaglia decisiva è vicina e non mi farò
trovare
impreparata.
Non
è stato facile costruire una nuova spada laser, ma ci sono
riuscita.
La sua luce è vivida e pura, di una delicata e particolare
sfumatura
di verde. È
la mia
spada.
Credevo che sarebbe stata
un'impresa impossibile addestrarmi senza avere un vero e proprio
maestro, ma ho appreso molto semplicemente ascoltando quello che la
Forza aveva da dirmi. Altre cose le ho imparate dal confronto/scontro
con Ben, paradossalmente è stato una sorta di involontario
maestro,
ed io un'involontaria allieva. Mi ha insegnato a guardare dentro di
me, senza avere paura di quello che avrei trovato.
Non posso considerarmi un
jedi, sono qualcosa di simile eppure diverso. Non ho la presunzione
di diventare forte quanto Luke ma confido nella Forza stessa e...
questo è tutto per un jedi.
Devo riuscire a trovare Ben,
anche se lui ha volutamente chiuso ogni possibile contatto con me.
Anche se è testardo e irremovibile nella sua decisione,
prima o poi
avrà un cedimento. So che, quando sarà il
momento, lo sentirò.
Riuscirò a cogliere quell'istante in cui la sua corazza si
incrinerà
lasciando un piccolo spiraglio aperto.
Come è successo a me,
nemmeno lui può sottrarsi al volere della Forza. Ed io e lui
siamo
destinati a confrontarci di nuovo.
Lo detesto, eppure non
riesco ad odiarlo, non ne sono capace. Ma per quanto mi sforzi, non
riesco a capirlo. È talmente accecato dalla sua sete di
vendetta e
dall'ossessione di portare a termine quello che Vader ha cominciato
da aver perso completamente di vista lo scopo finale. Paradossalmente
i nostri intenti sono gli stessi, entrambi vogliamo ripristinare
l'equilibrio nella galassia, ma il modo in cui vuole farlo lui
è
totalmente sbagliato. Non può vincere contro lo spirito di
Snoke con
il solo appoggio dei Cavalieri di Ren. È sbilanciato.
Lato Oscuro non può vincere
contro Lato Oscuro, può solo generare altro Male,
moltiplicarlo. Non
può farcela senza di me, è questo che si ostina a
non voler
accettare. La Forza ci ha messi l'uno di fronte all'altra, ci ha
posti sullo stesso cammino, perché aveva uno scopo,
perché
collaborassimo, e non per annientarci.
Una nuova visione mi
sconvolge mentre sono con Finn. Mi allontano da lui con una scusa per
non farlo accorgere del mio turbamento, lui non sa nulla delle mie
intenzioni, l'ho tenuto all'oscuro di tutto perché non mi
lascerebbe
mai agire da sola. Ma non mi sarebbe di nessun aiuto in questa
missione e io non voglio metterlo in pericolo inutilmente, le ultime
energie della Resistenza serviranno dopo, quando sarà
necessario far
risorgere il Nuovo Ordine delle cose.
Vedo un piccolo pianeta che
non appartiene a nessun sistema, vaga nel cosmo dalla notte dei
tempi. Non conosco il luogo remoto della galassia da cui ha avuto
origine il suo peregrinare nello spazio, non conosco la sua
destinazione. C'è un unico piccolo continente che emerge
solitario
da un immenso e letale oceano di acido, l'atmosfera è a mala
pena
respirabile, anche se per un tempo relativamente breve. Vedo una
grande foresta di alberi dalle strane forme contorte, completamente
spogli.
Forse un tempo, quando il
pianeta orbitava intorno alla sua stella, erano floridi. Ora sono
morti, fossilizzati. Tanti scheletri rinsecchiti che emergono dal
terreno arido e si protendono verso il cielo nero come delle anime in
pena, avvolti da una notte perenne.
Al limitare della foresta
scorgo un bagliore rossastro che illumina di una luce sinistra i
tronchi ritorti, sento l'inconfondibile sfrigolio della spada di Ben
dovuto al cristallo Kyber incrinato.
È lì, insieme ai suoi
Cavalieri, ad affrontare un nemico ancestrale che si nasconde infido
e spietato nel cuore di quella lugubre distesa. Trae energia e
potenza da quel luogo di morte.
Come posso trovare l'esatta
posizione di un pianeta vagante senza alcun sistema di riferimento?
Se solo Ben sollevasse la testa e guardasse le stelle... potrei avere
un'idea della regione della galassia in cui si trova in questo
momento. Cerco disperatamente un contatto con lui, ma il mio impulso
mi rimbalza addosso come se avesse colpito un muro di gomma.
Idiota maledetto, gli farò
pagare anche questo!
Mi precipito alla prima
postazione disponibile e cerco notizie relative ad ogni pianeta
vagante conosciuto. Deve esserci per forza qualcosa nelle mappe
stellari degli archivi della Ribellione. Chiudo gli occhi e mi lascio
guidare dalla Forza. Mi costringo a ricordare qualsiasi elemento che
mi possa essere utile, ma il cielo era nero e le nubi di acido davano
solo una visione parziale delle stelle. Un particolare però
attira
la mia attenzione, tra i tanti corpi celesti vaganti sparsi per il
cosmo, solo uno ha l'intera superficie ricoperta da un oceano, tutti
gli altri sono solo aride rocce: è il pianeta errante di
Ares.
Considerando la traiettoria
tracciata nei rilevamenti delle mappe stellari non mi è
difficile
stabilire una rotta che lo intercetti, ma devo sbrigarmi. In quel
luogo non è possibile sopravvivere a lungo senza un
respiratore,
resistere ai vapori che irritano e corrodono la pelle.
Paradossalmente sono quelle stesse esalazioni che proteggono la
sottile atmosfera impedendole di dissolversi nello spazio.
Mi dirigo guardinga verso il
Falcon ma Chewbacca mi blocca la strada verso il portellone che mi
aspetta spalancato. BB-8 mi rotola intorno tutto agitato chiedendo
spiegazioni.
Li
supplico con lo sguardo, “lasciatemi andare...”
è l'unica frase
che riesco ad articolare. Chewbe protesta animosamente, ha capito che
sto correndo da Lui
e si offre di venire con me o minaccia di avvertire gli altri.
Accetto a malincuore ma, in
un certo senso, sono felice di non partire da sola, non voglio
mettere a rischio nessuno ma comprendo anche che il Falcon è
sempre
stato la sua vita e non ho alcun diritto di impedirgli di dare un
senso alla morte di Han. Anche BB – 8 si unisce a noi, da
quando
Poe non c'è più io sono l'unica famiglia che gli
è rimasta.
Ares è anche peggio di come
mi aspettavo, non ho mai visto un paesaggio così desolato e
arido,
completamente privo di vita, nemmeno nel deserto. Forse per questo
Hux lo ha scelto come terreno ideale per la resa dei conti. Tutto, in
questo luogo, parla di morte. Accendo la spada laser guardinga, e mi
metto in posizione di difesa, non sento nessun rumore che mi possa
far pensare ad una battaglia e la cosa non mi piace per niente.
Mi addentro più in
profondità nella foresta di alberi fossili, facendomi strada
sul
terreno sconnesso, tra i rami bassi e rinsecchiti che mi feriscono le
membra, strappando lembi di tessuto dai miei abiti. L'acido
dell'atmosfera attacca i miei graffi aumentando il disagio e il
dolore. L'odore che si respira è nauseante e mi irrita le
narici.
Eppure non è tutto buio.
L'immenso oceano iridescente genera una strana luce violacea che
illumina di riflesso l'isola solitaria. Il cielo invece è
completamente nero puntellato di stelle. Nuvole fluorescenti formano
una leggera nebbia tra gli scheletri contorti degli alberi. Il freddo
è pungente, penetra dentro le ossa in modo quasi doloroso,
il mio
respiro è pesante, il fiato caldo che esce dalla mia bocca
si
tramuta in piccole nuvole di vapore. Malgrado tutto non mi scoraggio
e continuo a camminare aguzzando i sensi.
Mentre avanzo mi sento
afferrare alle spalle e una mano guantata mi tappa la bocca
impedendomi di urlare.
“Che
diavolo ci fai qui?” La voce profonda di Ben mi sibila in un
orecchio. Nonostante il tono per niente rassicurante, sono felice di
constatare che sta bene. Ne sono sollevata.
È la prima volta che lo
sento di nuovo realmente vicino, dopo lo scontro con Snoke, un
brivido strano mi attraversa la schiena, e sono sicura che non
è per
il freddo.
“Ti
avevo ordinato di starne fuori” ribadisce, mentre allenta la
presa,
lasciandomi libera di girarmi verso di lui.
Rivederlo mi fa quasi male.
Ero sicura che mi avrebbe accolto con una frase del genere, da
perfetto imbecille, e non mi faccio trovare impreparata. “Non
sei
nella posizione di ordinarmi un bel niente.” gli faccio
notare
alzando un sopracciglio, ansimando ancora per la sorpresa di
essermelo trovato alle spalle.
Arriccia le labbra in un
modo pericolosamente adorabile e assottiglia lo sguardo.
“Stupida
ragazzina... Testarda ed incosciente,” reagisce con finto
disprezzo, addolcendo il tono, lasciandosi sfuggire un lieve sorriso
che mi riempie il cuore. Nonostante tutto sono sicura che è
felice
di vedermi, come lo sono io.
“Come
hai fatto a trovarmi?” Chiede, sinceramente curioso e io gli
ricambio il sorriso vittoriosa.
“Credevi
davvero di potermi tenere fuori dalla tua testa? Presuntuoso
testone.”
“Bene.
Dal mostro
serpente assassino
siamo passati al presuntuoso
testone.
Questo legame temo sia una cosa seria,” scherza e il mio
cuore
sussulta, perché mi rendo conto che non ha affatto detto
un'assurdità.
“Dove
sono i tuoi cavalieri?” chiedo perplessa. Averlo trovato da
solo mi
ha lasciata sconcertata, credevo che fossero insieme.
Lui abbassa lievemente la
testa senza smettere di fissarmi, ma percepisco l'allerta dei suoi
sensi. “Sono qua intorno,” mi comunica, ma il suo
tono è freddo
e tagliente e la cosa mi insospettisce non poco.
“È
una gran bella spada” se ne esce, facendo cenno all'elsa
nella mia
mano e il suo complimento mi coglie di sorpresa, lasciandomi
piacevolmente soddisfatta, “peccato che ti servirà
a poco...” mi
smonta immediatamente, e io mi ritrovo a chiedermi, per l'ennesima
volta, come posso essere così stupida da credere che riesca
ad
apprezzare qualcosa di me.
Improvvisamente una figura
alta e scura compare dietro un gigantesco tronco alle sue spalle e la
sua espressione cambia repentinamente, è la stessa che aveva
nella
sala del trono di Snoke. Si gira di scatto e si getta contro il
nemico facendo volteggiare la spada tra le mani e io resto sconvolta
nel realizzare che è proprio uno dei suoi cavalieri.
Subito ne compare un altro
dalla direzione opposta e mi attacca senza darmi il tempo di rendermi
conto di quello che sta succedendo. Sollevo la spada laser giusto in
tempo per parare un fendente, lo affronto decisa nonostante la
situazione mi sembri assurda.
A fatica riesco a tenergli
testa, è grosso, potente e veloce, si accanisce contro di me
con la
sua arma affilata senza darmi tregua. Mi chiude contro un albero,
inciampo e finisco per terra. Riesco a mala pena a difendermi, ma non
so per quanto tempo ancora potrò resistere.
Con la coda dell'occhio
scorgo Ben sferrare un colpo mortale al suo aggressore che si
accascia al suolo con un tonfo sordo. Subito interviene in mio aiuto.
È solo grazie a lui se riesco ad uscire indenne da quello
scontro
decisamente non alla pari. Si getta alle spalle di quel colosso e lo
trafigge un istante prima che possa darmi il colpo di grazia.
Con gli occhi sbarrati
osservo quel corpo massiccio crollare a terra senza vita, il mio
sguardo sconvolto si sposta sulla figura di Ben che mi fissa
ansimante.
“Che
è successo?” chiedo, ancora frastornata da quella
scoperta,
rialzandomi a fatica.
“È
stato Hux. È diventato ancora più potente. Ha
corrotto le loro
menti e li ha scagliati contro di me...” le sue parole sono
sconvolgenti e terribili, e mi lasciano senza fiato.
“Sono
qui per aiutarti.” Il sorriso con il quale mi risponde
riempie il
mio cuore di una sensazione che non riesco a spiegare, che non ho mai
provato in tutta la mia vita: un misto di gioia e terrore. Annuisce e
inaspettatamente mi sfiora la guancia con una carezza. Lo osservo con
gli occhi annebbiati di lacrime.
“Lo
farà anche con te...” mi confida in un sussurro e
a me si gela il
sangue. “Ti chiederà di uccidermi...”
Non è necessario che
finisca la frase, dalla tristezza del suo sguardo capisco che mi
reputa incapace di resistergli e, per la prima volta, inizio a
dubitare sul serio delle mie capacità.
Continua...
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Angolo autrice:
Innanzitutto ringrazio i lettori che hanno già inserito la storia tra le preferite e seguite. Ringrazio anche tantissimo chi mi ha lasciato gentilmente un parere. Le recensioni non sono un obbligo ma aiutano chi scrive e fanno piacere. Quindi se vi va di farmi saprere cosa ne pensate non potrò che esserne felice. Suggerimenti e critiche sono sempre ben accetti e costruttivi ;)
Gli aggiornamenti saranno piuttosto veloci perché la storia non è lunghissima, qundi ci si becca molto presto ;)