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Autore: about_mydreams    23/03/2018    3 recensioni
-Epilogo alternativo
2 Maggio 1998. Harry Potter é stato gravemente ferito dal Signore Oscuro e costretto, dunque, alla ritirata insieme all'Ordine della Fenice. L'ultima speranza di luce pare essersi spenta. Ormai il mondo magico è governato dall'oscurità, Lord Voldemort e i suoi seguaci si sono impossessati dei vertici del potere e non hanno scrupoli a perseguitare gli "impuri".
Hermione Granger non è riuscita a fuggire con i suoi amici ed ora scappa per restare in vita. Le sue condizioni cambiano quando incontra Draco Malfoy che, dopo averla sottratta da un avvenimento poco piacevole, deciderà di portarla al Manor con sé.
L'eroina del mondo magico si ritrova nella tana del nemico da sola.
(Storia presente anche su Wattpad)
Terza classificata al contest "The Girls 2019" su Wattpad.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 1

《HI, GRANGER.》

Correvo. Correvo più veloce che potevo, guardandomi indietro sperando di aver seminato i miei inseguitori; facevo attenzione a non inciampare sui miei stessi passi perché un errore del genere sarebbe potuto essere fatale. 
Il vento soffiava forte e il cielo era terso di grandi nuvole scure, come a voler ricordare il periodo buio che il mondo magico stava attraversando. I lunghi capelli neri mi finivano in faccia ad ogni movimento e il corpo allenato facilitava il mio fuggire. 
Non ero più me stessa da due anni ormai, dalla battaglia di Hogwarts la mia vita non era più la stessa.
Mi ero persa, quel giorno, impegnata a combattere e concentrata sul mio obbiettivo, troppo lontana dai miei amici e dall'Ordine della Fenice. 
Harry Potter, "il bambino che è sopravvissuto", rischiò la vita. Da ciò che si dice in giro, era conciato talmente male da essere trasportato di tutta fretta e di peso in un luogo sicuro. D'altronde, non credo alla parole di luridi Mangiamorte o chiunque creda nei valori del Signore Oscuro. Io, purtroppo, non ho assistito allo scontro decisivo.
Da quel momento, Voldemort e i suoi seguaci si impossessarono di tutto: erano ai vertici del Ministero della Magia, al potere di Hogwarts, erano nelle strade a caccia di babbanofili e mezzosangue. E fu per ciò che decisi di nascondermi. Per un po' ero stata nella Londra babbana alla disperata ricerca dei miei compagni, ma sarebbe stato stupido continuare a cercare in quel mondo: la casa dei Dursley era stata perquisita e delle sentinelle vi erano appostati davanti l'abitazione, aspettando che Harry Potter arrivasse;  Grimmauld Place, la vecchia residenza dei Black, era protetta da incantesimi che non potevo sciogliere poiché la mia bacchetta era andata persa. Per qualche tempo mi nascosi in casa dei miei genitori, ma alla fine fu scoperta ed io non potei più tornare. 
Compresi che l'unico modo di rintracciare l'Ordine era di tornare nel mondo magico e affrontare qualsiasi avversità la vita mi poneva davanti. Ciò che non avevo messo in conto era la caccia sfrenata ad Harry ed i suoi amici: c'erano delle taglie sulle teste di quello che veniva chiamato il "Trio d'oro" e la ricompensa era davvero generosa, per chi li avesse aiutati, invece, sarebbe finito ad Azkaban. Compresi quanto la situazione fosse seria nell'attimo in cui, a Notturn Alley, scrutai una locandina con sopra le facce del Trio, la mia faccia.
Decisi così di nascondermi, non prima di aver fatto scorta di ingredienti per pozioni e aver rubato una bacchetta. Per un qualche mese, dopo le varie peripezie nel mondo babbano, sono riuscita ad eclissarmi in una abitazione (o bottega) fatiscente, abbandonata dai proprietari molto tempo prima in una piccola strada di Diagon Alley. Nessuno avrebbe mai pensato che Hermione Granger fosse così vicina, eppure quel giorno qualcuno riuscì a scovarmi.
Avevo il cuore che batteva forte e, nonostante il corpo allenato, i muscoli bruciavano, il respiro era così veloce da pizzicare le narici e la gola divenne secca e calda. I Ghermitori, un piccolo gruppo di tre persone, sembravano inarrestabili e instancabili. Ero arrivata a Nottur Alley tra urla e incantesimi, contando sul buio e le strade strette per confonderli e passare più inosservata, però loro non accennavano a voler desistere dalla caccia. Il mio volto sconosciuto, il nome altrettanto straniero fece scattare qualcosa in loro, decidendo di volermi portare al ministero etichettandomi come Mezzosangue. Ovviamente ero fuggita.
La paura era il vero potere, e Voldemort lo sapeva bene.
Svoltai in un vicolo il più velocemente possibile, scavalcando un basso muro alla fine della strada. Correvo a perdifiato voltandomi e pregando di averli seminati. Non erano scomparsi dalla visuale ma erano, per fortuna, lontani. Se avessi avuto ancora una bacchetta sarebbe stato più semplice e meno adrenalinico affrontarli, ma come le precedenti, anche l'ultima si spezzò dopo aver pronunciato uno schiantesimo. Erano oggetti magici, ma non erano i miei; nessuna di quelle mi aveva scelto.
Svoltai a sinistra e mi immersi in una strada più ampia e più frequentata. Rallentai la corsa, ma i passi erano comunque frenetici. Calai il cappuccio del mantello sul volto, continuando per la mia strada a testa alta. Non volevo dare troppo nell'occhio e la via brulicava di sentinelle, Mangiamorte che, in tutta la loro inquietudine, marciavano fieri per mantenere l'ordine -quasi fossero poliziotti dediti alla giustizia. A quei tempi era tutto surreale, il mondo sembrava andare al contrario: vi erano criminali a dare la caccia a innocenti solo per uno stupido credo, per volere di un folle. Non fu difficile paragonarli ad i Nazisti. L'umanità era retrocessa ad anni bui, e ciò non interessava solo il mondo magico: quello babbano era altrettanto in pericolo. In maniera ironica, c'era un filo conduttore non troppo sottile tra la storia dei non maghi e quella dei maghi. 
Ripensando a ciò, notai di sottecchi una porta scura in mezzo al grande muro in mattoni all'incrocio di due piccole vie. Senza pensarci un attimo, mi rintanai in uno spazio angusto chiudendo, in modo frenetico, la porta dietro le spalle. Respirai per il sollievo non appena mi resi conto che in quella bottega non ci fosse nessuno. Ero stata davvero fortunata. 
Dopo la lunga corse, con l'adrenalina che aveva ormai abbandonato ogni parte del corpo, scivolai lungo la parete accasciandomi stancamente al suolo. Chiusi gli occhi per un attimo, godendomi il silenzio di quella catapecchia. Ero nuovamente scampata al pericolo.
Mi strinsi nel mantello, strofinai le mani contro le braccia cercando di attenuare il gelo arrivato fin dentro le ossa. Posi lo sguardo verso il basso e mi accorsi di avere le scarpe e l'orlo della cappa completamente bagnati e ricoperti di fango. Tremavo come una foglia a causa del freddo e della stanchezza, e per di più puzzavo di terra, pioggia e sale. Ero decisamente messa male. Credendo di essere al sicuro, desiderando una qualsiasi fonte di calore, mi imposi di alzarmi e di cercare almeno una coperta per riscaldarmi. 
Rabbrividii più volte barcollando leggermente per la fatica. Non ricordavo quando avessi fatto l'ultimo pasto, o quando avessi dormito in modo decente, ma in quel momento sembrava di avere sulle spalle quei due anni di difficoltà.
Con sforzo, camminai verso un alto banco di legno scuro, lungo e consumato dal tempo. C'era aria pesante in quella stanza, un fetore di chiuso e di muffa; la luce scarsa proveniente dalle finestre sporche non mi permetteva di vedere granché, ma da ciò che gli occhi riuscirono a percepire capii di essere in una bottega. Mi avvicinai alla struttura il legno che avevo di fronte. Sul ripiano vi erano dei barattoli con dentro qualcosa. Ne presi uno tra le mani tremanti con fare curioso e, con non poche difficoltà, riconobbi il contenuto: zanne di serpente. Probabilmente vi era tempo prima un negoziante di ingredienti per pozioni. Sempre più interessata, mi spostai verso la vetrina, anch'essa in legno, posta alla destra del grande banco. Con uno sguardo rapido, capii che non vi erano solo ingredienti per comporre decotti, ma anche pozioni già pronte. Aprii la vetrinetta e presi tra le mani una boccetta con un liquido trasparente, posta nel ripiano più in basso. Era incolore, la aprii e annusai: non avevo nessun odore. Quello era Veritaserum, ne ero sicura. 
Alzai lo sguardo verso una delle mensole più altre e fui catturata da una bottiglietta con un liquido argenteo e denso. Mi alzai sulle punte per afferrarla, intuendo solamente cosa potesse esserci, tolsi il tappo ed un odore ferroso e pungente arrivò alle narici: sangue di unicorno. Solo un uomo privo di scrupoli avrebbe potuto ucciderne uno, o comunque speculare sul sangue di un animale tanto magnifico. Dedussi di essere in una bottega di contrabbando, d'altronde non potevo aspettarmi niente di diverso a Notturn Alley.
《E tu chi sei?》 una voce roca e sorpresa, mi fece sobbalzare e allontanare dalla vetrina. 《Vuoi derubarmi?》 m'incalzó l'uomo, avanzando verso di me.
A quanto pare non era un ambiente abbandonato, ma solo sciatto e trascurato. Il proprietario era un omone alto e fisicamente ben piazzato, gli occhi erano scuri e le labbra sottili; un filo di barba intorno alle guance e le sopracciglia folte, insieme all'espressione seria, gli conferivano un aura inquietante. Stringeva tra le mani la bacchetta, in allerta e attento ad ogni mia mossa. Mi guardava con sospetto, ma anche con fare curioso, come se stesse scrutando ogni parte di me minuziosamente. Interessato.
《Non voglio derubare nessuno.》 risposi sicura, ingoiando la paura e ignorando il palpitare del cuore, assumendo un atteggiamento orgoglioso. Dovevo pur inventarmi qualcosa. 《Ero venuta ad acquistare questo》 gli dico mostrando la boccetta con il sangue di unicorno. 《Poiché so che voi siete uno dei pochi che commercia questo tipo di cose.》
《Hai detto bene, ragazzina.》 sorrise fiero l'uomo avanzando verso di me con passi pesanti, per poi voltarsi verso il lungo banco di legno e posizionandosi dietro la struttura. 《E non è l'unico pezzo pregiato della mia collezione. Ovviamente in vendita solo agli intenditori.》 si abbassò alla ricerca di qualcosa scomparendo dalla mia visuale.
《È un bene che io lo sia, allora.》 ribattei decisa, posando il sangue di unicorno al proprio posto e seguendo il proprietario.
Poggiai i gomiti sulla superficie fredda di legno ed aspettai che l'uomo spuntasse fuori da sotto il bancone, probabilmente stava cercando qualcosa da farmi vedere. Dovevo agire, non potevo restare lí. Se ciò che credevo era giusto, sarebbe potuto entrare un Mangiamorte in qualsiasi momento e l'effetto della Pozione Polisucco stava per esaurirsi. Potevo finire seriamente nei guai.
《Ha finito? Dovrei proprio andare.》 annuncio annoiata, senza far trapelare la fretta e la tensione montate nel petto. In quell'attimo non avevo più freddo.
《 Oh, tu non vai proprio da nessuna parte, dolcezza.》
Non ebbi nemmeno il tempo di reagire o capire ciò che stava accadendo, poiché una sfera di Polvere Buiopesto Peruviana venne lanciata in aria precludendomi la fuga e, successivamente, uno schiantesimo mi colpì sbalzandomi contro la parete alle mie spalle. Battei  forte la testa e l'ultima cosa che ricordo è di aver maledetto i gemelli Weasley.
Per quanto riguarda il mio risveglio, fu abbastanza brusco. Sentivo dei dolori al ventre ed iniziai a tremare. Stavo ritornando ad assumere le mie sembianze. Volevo scappare, volevo muovermi, ma non ci riuscivo. Aprii piano gli occhi e capii di essere ancora in quel maledetto negozio, riversa sul pavimento con solo il mantello umido a coprirmi e nascondermi il volto.
I dolori aumentarono, però tenni duro stringendo i denti. Ero stata torturata con una Maledizione Senza Perdono e quello che sentivo non era nulla in confronto, potevo benissimo sopravvivere. Il capo pulsava come non mai e tutto intorno a me era sfocato, mi sentivo come se fossi sott'acqua: non riuscivo a sentire o vedere in modo nitido. C'era più luce nella piccola stanza grazie a delle candele, ma l'odore sgradevole invece era aumentato, probabilmente il proprietario aveva iniziato a preparare pozioni e gli effluvi si erano espansi ovunque. Magari era anche per ciò che mi sentivo stordita.
《Che piacere rivedervi, Signore.》 riuscii a captare il tono dell'uomo che mi aveva schiantato, una voce carezzevole totalmente diversa da quella con cui mi si era rivolto
《Hai quello ti ho chiesto, Brendan?》
La voce del "Signore" non mi era nuova, ma nemmeno così familiare. Il tono era calmo ma piatto, quasi indifferente; era anche freddo e scostante. Non riuscii a vederlo, l'unica cosa che i miei occhi furono in grado di recepire fu l'altezza del secondo uomo e il suo vestiario scuro. 
Un altro crampo all'altezza dello stomaco mi fece piegare, ed un rumore di catene accompagnò un gemito di dolore. Pregai Merlino che nessuno dei presenti mi avesse sentito, non volevo di certo attirare l'attenzione.
《Che cos'è quello?》 chiese il secondo uomo, avvicinandosi un po' a me con passo sicuro.
《Una vagabonda che ho intenzione di vendere all'asta, Mio Signore.》 rispose quello con voce beffarda.
Piano, tentai di alzare lo sguardo verso l'uomo che mi stava davanti e che mi scrutava -per Godric, riuscivo a sentire il suo sguardo puntato su di me! Cercai di poggiare il peso sui gomiti provando a non mostrare troppo il mio viso. Non potei muovermi con libertà poiché una grossa catena era avvinghiata stretta alla mia caviglia; bruciava quella parte di pelle, proprio come i muscoli ad ogni movimento. Ero debole a causa della pozione e per la botta, ero completamente esausta per la lunga corsa eppure la mia volontà di scappare e combattere era ancora forte. Mai nessuno avrebbe potuto spezzarla.
Con grande difficoltà, mi misi seduta e riuscii e vedere chi mi stava di fronte. Spalancai gli occhi per la sorpresa e la paura, per la rabbia anche, perché il mio sguardo si incrociò con Draco Malfoy. In quegli anni non era cambiato, aveva tutta l'aria di essere lo stesso ragazzino borioso, solamente i suoi tratti erano mutati, era cresciuto. Non mi soffermai sui dettagli in quel momento: il mio più grande timore era quello di essere riconosciuta, ma se da parte mia mostrai, forse, un po' di perplessità nel vederlo, lui aveva un'espressione impassibile.
《A quanto hai intenzione di venderla?》 chiese guardandomi per altri secondi prima di voltarsi verso il commerciante.
《Mentre era svenuta ho dato un'occhiata sotto al mantello.》 rabbrividii per il disgusto. 《È giovane, abbastanza in salute e molto bella -i suoi occhi azzurri e grandi faranno girare la testa a molti.》 parlò come se fossi un pezzo di carne prelibato. Se non fossi così stanca avrei già obbiettato. 《Ha un corpo niente male ed una fierezza da fare invidia: mi ha mentito guardandomi negli occhi. I Ghermitori la stavano cercando, dunque suppongo sia una Mezzosangue. Quindi ...》
Aveva avuto a che fare con i Ghermitori, ecco perché mi aveva catturata. Pensò bene, però, che vendermi all'asta a qualche signorotto malato fosse più proficuo per i suoi affari. Ci aveva visto lungo.
《Ti do il doppio del prezzo iniziale di vendita.》 asserisce sicuro Malfoy allontanandosi da me, interrompendo il suo interlocutore.
《Volete darmi milleduecento galeoni?》 chiese stupito l'uomo.
《Sono pochi?》
《No, Mio Signore. Non credevo di farci tutti questi soldi!》
Merlino! Parlavano come se io non fossi presente, come se fossi per davvero un oggetto che può essere comprato e rivenduto, rivendicandone poi il possesso. 
Un altro spasmo mi strinse lo stomaco, tanto da farmi gemere più forte e obbligandomi ad annaspare, a respirare in maniera controllata per sopportare il dolore improvviso. Tremavo per la sofferenza ed i conati non potevano più essere mantenuti.
《È tutta vostra.》
Dei passi risuonarono nel silenzio della bottega, facendo scricchiolare il pavimento sotto le suole di scarpe lucide e fatte su misura. Sapevo benissimo che Malfoy si stesse avvicinando per portarmi via. Mi aveva comprata e per una assurda legge insensata ero di sua proprietà ed io non potevo nemmeno ribellarmi. Ciò che mi spaventava era la consapevolezza di dover entrare nel Manor ed io odiavo quel posto. 
Inaspettatamente, il giovane si abbassò alla mia altezza flettendosi sulle ginocchia e ponendosi proprio davanti a me coprendo la visuale all'uomo dietro il bancone. Con delicatezza, calò ancora di più il cappuccio sul mio volto e, con una calma impressionante, sussurrò: 《Adesso tu vieni con me, Granger.》

.Spazio autrice.
Salve, miei cari Dramione Addicted! 
Eccomi qui con il primo vero capitolo della storia. Vorrei scusarmi se non é il massimo, ma non sono abituata a scrivere al passato, dunque devo un po' abituarmi e spero che i prossimi saranno migliori.
Detto ciò prego che vi sia piaciuto! Aspetto i voatri commenti e pareri su come continuerà perché, ATTENZIONE ATTENZIONE, Hermione andrà nella tana dei lupi.

STAY TUNED FOR THE NEXT CHAPTER! 👊

 
   
 
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