Il Canisius College di Buffalo era già esausto di vederli assalirsi in ogni occasione che gli si presentasse, guardandosi torvi, rigettandosi tutto il disprezzo, l’odio apparente che emergeva in superficie e che non erano riusciti a trattenere fin dal loro primo scontro corporeo, accendendo la miccia e facendo scoppiare una bomba senza fine.
Erano passati solo quattro mesi del primo anno di Stiles, ma già si urlava a squarciagola e si pregava che quella convivenza forzata tra il figlio dello sceriffo e il playmaker volgesse al termine. Purtroppo, la fine di quella comunione di spazio vitale era ben lontana dal vedere una conclusione; l’unica speranza era radicata nel fatto che prima o poi Derek Hale e Stiles Stilinski firmassero un armistizio.
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«Non toccarmi!» esclamò Stiles con un’ottava in aggiunta, con gli occhi a palla e sgomenti, le guance imporporate che spiccavano sull’incarnato niveo e il fiato che si rarefaceva ad ogni nuova emissione. «Non azzardarti a toccarmi. Vattene via di qui!».
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«Voglio di più per te» dichiarò Derek univoco e tassativo, qualcosa che non sarebbe mai potuta essere messa in discussione. Stiles doveva arrendersi ancora prima di iniziare a combattere. «Vorrò sempre di più per te».