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Autore: EragonForever    26/03/2018    3 recensioni
Una nuova Guerra Sacra è alle porte e il risveglio di Hades deve essere evitato prima che accada l'irreparabile.
Pyras, una giovane guerriera appena investita a Cavaliere di Phoenix si ritroverà ben presto in questa nuova situazione. Custode di un immenso potere a lei sconosciuto, assieme ai suoi fedeli compagni dovrà combattere per evitare in tutti i modi il risveglio del Signore degli Inferi.
Affronterà un viaggio incredibile alla scoperta di se stessa tra tante e emozionanti avventure.
Riuscirà Pyras a compiere il suo destino di Cavaliere di Athena? Lo scoprirete in questa nuova fanfiction tutta su Saint Seiya.
Preparatevi, la leggenda sta per iniziare.
Vi auguro buona lettura e spero con il cuore che vi piaccia!
****
Piccola premessa, il personaggio di Saori Kido non si basa su quello della serie originale, ma è una nuova Atena, perché visto che tra i personaggi non c'era Atena come singolo personaggio ho messo per l'appunto Saori Kido che di per se è comunque Atena, solo di una nuova generazione cosi come tutti i personaggi eccetto Hades.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hades, Nuovo Personaggio, Saori Kido
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 : Si entra in azione

Quelle ultime parole colpirono profondamente la giovane Saint, così come tutti gli altri neo Cavalieri e le reclute che si erano rapidamente radunati all’interno dell’Arena non appena la loro dea li aveva mandati a chiamare. Infine i loro timori erano venuti alla luce: la Guerra Sacra aveva avuto nuovamente inizio come era destino che accadesse e non nel modo più piacevole.

Non appena la riunione ebbe termine ognuno ritornò alle proprie stanze.

 

Il giorno seguente, tutti gli abitanti del Grande Tempio, dai Cavalieri d’Oro all’inserviente e all’ancella più banale, si misero in movimento per obbedire agli ordini della dea. Mentre i Cavalieri più esperti, guidati dai Saint d’Argento e d’Oro, si occuparono di partire per dare protezione ai villaggi vicini, i neo investiti e i cadetti rimasero al Grande Tempio.

Passarono alcuni giorni, decisamente frenetici, quando una sera Leo ricevette una comunicazione alquanto importante e stava quindi attendendo la sua giovane allieva, che arrivò con l'armatura di Phoenix già addosso. Ormai, da quando l’aveva ricevuta e la guerra era stata annunciata, aveva preso l’abitudine di non togliersela quasi mai, se non quando doveva andare a dormire o lavarsi. Il clima, d’altronde, si era fatto decisamente più pesante e l’ultima cosa che voleva era trovarsi nel bel mezzo di un attacco senza la propria fedele Cloth a proteggerla. E poi … ormai iniziava quasi a sentirla come parte di sé, come se fosse una creatura viva e senziente, e starle lontana le dava un implacabile senso di vuoto che non riusciva a spiegarsi.

“Volevate vedermi maestro?”, chiese, cupa, Pyras.

Sentendo quella formalità decisamente insolita nel tono dell’allieva Hector ridacchiò.

“O andiamo Pyras, non c'è bisogno di essere così formale, anche tu sei un Cavaliere adesso.”

La giovane arrossì.

“Perdonami … sai, l'abitudine …”, fece spallucce, tornando quindi a osservarlo con  sguardo interrogativo.

“Lo immaginavo … comunque ti ho convocata per dirti che domani avrai la tua prima missione assieme agli altri neo Cavalieri.”, proseguì, mentre la sua voce tornava improvvisamente seria.

Sentendo quelle parole Pyras spalancò gli occhi, non poco sorpresa dalla notizia. Per la verità, non si sarebbe aspettata di dover scendere in azione così presto … dopotutto, erano appena stati investiti e per quanto la situazione fosse drastica quella realtà le sembrava ancora troppo strana per accettarla come reale. Tuttavia, in fondo avrebbe dovuto abituarsi presto a quella situazione: ormai era un Cavaliere a tutti gli effetti e di conseguenza i suoi doveri verso il Grande Tempio erano come quelli di tutti i suoi compagni.

“Come, di già?”, domandò, con una nota di incertezza nella voce.

Hector annuì appena, sospirando silenziosamente. Osservò per un istante la sua allieva. Erano passati così tanti anni ormai da quando l’aveva presa con sé, e per quanto si fidasse ciecamente della sua forza e del suo valore non poteva non chiedersi come avrebbe reagito quando si fosse trovata faccia a faccia con il mondo orribile e cruento della guerra. Dopotutto, conosceva molto bene il cuore puro e sincero della sua allieva e proprio per questo temeva che la brutalità di ciò che avrebbe dovuto affrontare avrebbe potuto essere troppo per uno spirito ancora innocente e ingenuo come il suo.

“Si, ho ricevuto l'ordine direttamente dalla divina Athena. Ora che la Guerra Sacra è iniziata tutti i Cavalieri devono fare la loro parte, compresi i neo investiti.”, spiegò, scuotendosi dai propri pensieri, “D’altronde, ormai siete in tutto e per tutto dei difensori della pace. Siete dei guerrieri a tutti gli effetti e per quanto appena investiti dovete contribuire alla nostra causa, e poi … ogni uomo sarà essenziale in questa guerra. Non possiamo permetterci sprechi e, decisamente, voi sarete più utili sul fronte che tra queste mura. Il tempo degli addestramenti è finito: è ora di dimostrare ciò che sapete fare ed entrare in azione.”

“Questo lo so ma … pensavo che avrei dovuto aspettare ancora un po' …” , mormorò lei, lasciandosi sedere di peso sull’ampio divano che adornava la zona giorno della Casa del Leone in cui il suo mentore l’aveva convocata. Abbassò lo sguardo, in silenzio.

Vedendola così a Leo si strinse il cuore, capendo perfettamente come si sentiva, poiché anche lui era passato attraverso quella fase quando era ancora una giovane recluta. Dopotutto, aveva provato le sue stesse emozioni e sperimentato quelle stesse paure, quando si era trovato a dover affrontare la sua prima battaglia. C’era anche da dire, però, che lui aveva avuto la fortuna di non trovarsi subito sbattuto in una Guerra Sacra come invece era accaduto alla sua giovane allieva. Pyras avrebbe necessitato di tutto il suo incoraggiamento e del proprio coraggio per superare quella situazione. Quindi con un sospiro si sedette accanto alla sua allieva, cingendole silenziosamente le spalle con un braccio.

“Ascolta, sapevi che prima o poi saresti dovuta partire. Certo, magari non subito e, magari, non per una Guerra Sacra, ma comunque ne eri consapevole.”, disse con tono pacato, massaggiandole silenziosamente la spalla e cercando di incoraggiarla attraverso la propria presenza tranquilla e pacata.

Lei sospirò.

“Si … ne ero consapevole. Tuttavia … come hai detto tu non pensavo sarebbe accaduto così presto. Con una Guerra Sacra, poi …”

Hector allora la prese per le spalle, alzandole delicatamente il mento e spingendola a guardarlo direttamente negli occhi.

“Senti, capisco che tu abbia paura, è una cosa del tutto normale. Tutti hanno paura, persino noi Cavalieri d’Oro, perché è nella natura umana averne di fronte al pericolo. Tuttavia ora sei un Cavaliere ed è tuo dovere proteggere coloro che non possono difendersi da soli. Sei un pilastro essenziale per la pace, ognuno di noi ha il suo ruolo, unico e insostituibile, nel proteggere questo mondo e non possiamo tirarci indietro di fronte a questa realtà. Sarà dura, potremmo non tornare indietro e forse saremo costretti a vedere molti nostri compagni cadere, ma siamo Cavalieri e, quando abbiamo preso le nostre Armature, eravamo consapevoli del peso che avrebbero comportato. E poi, finché resteremo uniti nessuno potrà mai spezzarci e mai, nemmeno per un istante sarai sola, capito?”, disse lui, osservandola seriamente.

La giovane allora annuì appena e Leo quindi sorrise.

“Bene, puoi andare, ma mi raccomando, stai attenta ok?”, concluse lui, posandole una mano sulla spalla.

“Sempre … ma posso sapere almeno di che cosa si tratta? La nostra missione … intendo.”, chiese lei, rendendosi conto che ancora non le aveva detto nulla sul motivo per cui erano stati chiamati in azione.

Il Cavaliere però a quella richiesta scosse la testa, sorridendo lievemente.

“Mi dispiace, ma non spetta a me dirtelo, saprai tutto domani.”, rispose.

“Oh, capisco …” mormorò lei per poi abbracciare il suo maestro con forza affondando il volto nella sua chioma color dell’oro, “Stai attento anche tu però, ok? Te lo chiedo per favore …”, riprese subito dopo.

Vedendola preoccupata Hector ridacchiò, accarezzandole la testa con affetto.

“Non temere, starò attento, te lo prometto. Va bene?”

“Va bene …”, rispose la ragazza per poi sciogliere lentamente la stretta e alzarsi.

Dopo un ultimo sguardo di intesa lasciò il Tempio del Leone, tornando al suo alloggio con la testa ricolma di pensieri.

Rimasto solo Leo si tolse l'armatura per poi stendersi sul letto con lo sguardo pensieroso sul soffitto e le braccia incrociate dietro la testa. Era perso nei suoi pensieri quando …

“Ah, caro Hector, promessa alquanto tosta da mantenere.”, esordì la voce allegra di Libra, appoggiato a una delle colonne.

Leo sussultò, colto di sorpresa, per poi volgere lo sguardo verso l'altro Cavaliere. Alzò gli occhi al cielo … se c’era una cosa per cui quel tipo era noto, era la sua straordinaria capacità di azzerare quasi totalmente il proprio cosmo. Cosa che, solitamente, gli permetteva di comparire come nulla fosse alle spalle dei suoi compagni facendo spesso e volentieri prendere loro un gran bel colpo. Athena trovava la cosa decisamente divertente, ma Leo sapeva solo che, con un’abilità del genere, non avrebbe mai voluto avere Libra come nemico in combattimento.

“Sei sempre il solito, la prossima volta bussa prima di apparire all'improvviso. Guarda che ho quasi quarant’anni … preferirei che non mi facessi venire un ictus prima del tempo”, borbottò Leo, sospirando appena e mettendosi a sedere.

Libra allora ridacchiò.

“Beh … in verità ero qui già da un po' e ho ascoltato ogni cosa ed è evidente di quanto sia preoccupata per te come tu lo sei per lei.”, osservò, abbandonando l’aria divertita per farsi improvvisamente serio e silenzioso.

Hector sospirò: “Lo so e se devo essere sincero anch'io speravo che non l’avrebbero chiamata in missione così presto. È ancora abbastanza sconvolta per tutta questa storia della guerra. Buffo che sia iniziato tutto proprio così presto visto e considerato che avevo promesso a suo fratello di proteggerla a qualunque costo …”

Leo alzò lo sguardo, osservando in silenzio il cielo che, fuori dalla sua casa, iniziava lentamente a tingersi dei colori caldi e soffusi del tramonto. Anche quel giorno era giunto al termine, come molti prima di esso e come molti a venire. A dispetto di tutto, che lo avessero vinto o perso il sole avrebbe continuato a sorgere e a tramontare, incurante dei problemi del mondo. Era ironica come cosa, ma al tempo stesso la consapevolezza di poter sempre ricominciare d’accapo a ogni alba consolava il Cavaliere e gli faceva pensare che, alla fin fine, ogni cosa poteva sempre cambiare per il meglio.

“Lo so, me lo ricordo, c'ero anch'io quella notte e si, anch'io temo per Asterius, dopotutto è il mio allievo. Ma ho fiducia in lui e immagino che anche per te sia lo stesso, no?”, fece Libra, sospirando appena.

Leo annuì con sicurezza.

“Certamente, se non l'avessi che razza di maestro sarei? È come una figlia per me, preoccuparmi per lei … è del tutto naturale. Eppure devo anche cercare di mantenere il mio contegno: sono il suo maestro e per questo non posso mostrarmi debole, devo darle il buon esempio e farle da guida. Ora più che mai.”, disse, lo sguardo basso.

Hilarion nel vederlo così sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

“Ben detto amico mio e comunque non preoccuparti troppo, ok? Se ti strapazzi eccessivamente ti verranno le rughe.”, gli fece un occhiolino.

“Va bene, va bene … farò come mi hai detto.”, ridacchiò l'altro, divertito e alzando appena gli occhi al cielo.

“Bene, ora vado e ricordati di mantenere la promessa. Conoscendola, se ti dovesse succedere qualcosa quella piccoletta sarebbe capace di scendere negli inferi solo per prenderti a calci nel sedere.”, osservò Hilarion, uscendo.

Hector allora rise, salutandolo in silenzio con la mano, poi rimase di nuovo solo e si ristese sul letto chiudendo gli occhi e lasciandosi finalmente andare tra le braccia di Morfeo.

 

Il giorno seguente Pyras si svegliò di buon ora e dopo essersi lavata il viso e aver fatto una buona colazione indossò l'armatura di Phoenix per poi avviarsi verso il Grande Tempio dove di li a poco sarebbe partita per la sua prima missione. Non sapeva se essere felice o meno, ma di una cosa era certa: aveva una paura del diavolo poiché non solo quello sarebbe stato il suo primo incontro col vero e proprio mondo della guerra, ma non aveva nemmeno la minima idea di quale missione fosse stata affidata loro. A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensarono i suoi amici, che la raggiunsero di corsa.

“Ehilà, pronta per la prima missione?”, la salutò allegramente Asterius.

“In tutta sincerità? Per niente, non ci ho nemmeno dormito la notte.” borbottò lei cupa, sbadigliando sonoramente per poi guardarli con occhi interrogativi, “Piuttosto … perchè voi non sembrate minimamente preoccupati?”, chiese poco dopo, le braccia conserte.

A quella domanda arrossirono, colti alla sprovvista.

“Beh, ecco … a dire la verità lo siamo anche noi. Solo che cerchiamo di essere ottimisti. Dopotutto assillarci troppo non potrà che portare pessimi risultati, per cui … tanto vale non pensarci più del dovuto.”, rispose Kyros, grattandosi la nuca e facendo spallucce.

“Oh, beh … questo spiega tutto.”, borbottò lei, in risposta, “Magari fosse così facile anche per me …”

Pegasus allora le diede una pacca sulla spalla, sorridendo incoraggiante.

“Suvvia, dov'è finita la nostra Pyras piena di energie? Cerca di avere un minimo di entusiasmo, se non per noi fallo almeno per Leo.”, osservò.

Sentendo il nome del proprio maestro la giovane sospirò, annuendo appena.

“Si, avete ragione: devo smetterla di preoccuparmi troppo. E poi non siamo nemmeno usciti dal Grande Tempio! È troppo presto per porsi problemi inutili.”

“Brava ben detto!”, esclamò Kyros, alzando un pugno al cielo.

Pyras annuì con un sorriso, poi il gruppo corse verso il Grande Tempio. Quando arrivarono videro che c'erano anche gli altri neo Cavalieri in attesa, ognuno con già addosso la propria armatura e con le bisacce pronte per la partenza. Raggiunsero quindi Talia che li guardò con fare critico, alzando appena un sopracciglio e sbuffando in silenzio.

“Sempre gli ultimi, eh? Maaa … ve lo ricordate o no che siamo in guerra?”, borbottò, dando un'occhiata fugace a Pyras e aggrottando le sopracciglia.

“Ehi, guarda che stavolta non c'entro.”, replicò lei con una nota di irritazione nella voce.

“Ci crederei … se non fossi sempre tu a far tardare tutti, qui.”

Pyras fece per rispondere quando dei passi pesanti non attirarono la loro attenzione. Poco dopo ecco che la figura possente di Taurus, il Cavaliere d’Oro della Seconda Casa, fece la sua comparsa, vestito della sua imponente armatura dorata.

Doveva avere si e no una quarantina d'anni e possedeva un corpo taurino tanto possente da permettergli di guardare dall’alto in basso senza problema alcuno i giovani neo investiti. Sembrava quasi un orso, tanto la sua stazza era imponente. La carnagione era abbronzata mentre lunghi capelli purpurei gli ricadevano lungo i fianchi raccolti in una semplice treccia. Era alto e ben piantato, il volto duro e serio con una barbetta a punta e gli occhi di un intenso color cioccolato fondente. Incuteva timore solo a guardarlo ed era chiaro quanto non fosse affatto il tipo da perdere tempo: tutto di lui lasciava trasparire intransigenza e severità, quasi fosse stato intagliato da un blocco di roccia. I neo Cavalieri non appena videro il suo sguardo sovrastarli rabbrividirono ma quello non parve farci troppo caso, quindi iniziò a parlare con voce profonda e inflessibile.

“Buongiorno, Cavalieri. Io sono Taurus … ma immagino che questo lo sappiate. Quello che non sapete, è che per questa missione sarete sotto la mia diretta supervisione e, quindi, che ogni vostra azione ricadrà direttamente su di me. Sarete sotto la mia responsabilità: mio sarà il compito di riportarvi qui sani e salvi, il che significa che dovrete obbedirmi se non volete trovarvi con qualche arto staccato dal resto del corpo … o peggio.”, fece scorrere silenziosamente lo sguardo su di loro, le mani dietro la schiena, impassibile, quindi proseguì, "Io ho cinque regole, memorizzatele."

Iniziò a camminare avanti e indietro, prima di alzare un dito: “Regola numero uno. Non perdete tempo a fare i ruffiani, non è con le belle parole che salverete le persone e dimostrerete il vostro valore. E poi odio i leccapiedi.”, li osservò in silenzio, prima di proseguire, “Regola numero due. Quando vi chiamo, correte, quando vi dico attaccate, attaccate, quando vi dico ballate la danza del ventre, voi ballate la danza del ventre. Chiaro?”, i presenti deglutirono appena, “Terza regola. Quando sono impegnato non disturbatemi, a meno che il mondo non stia per cadere. Quarta, se quando mi chiamate il mondo sarà già caduto non solo avrete causato un cataclisma, ma mi avrete anche interrotto inutilmente.”

Annuì, osservandoli in silenzio e con le braccia incrociate sul petto.

I giovani si guardarono, mentre Asterius, seppur riluttante, alzava una mano: “Ehm … e la quinta regola?”

Quello sorrise appena, per la prima volta da quando l’avevano conosciuto: “Quando io mi muovo, voi mi seguite.”

Il gruppo annuì senza dire nulla. Solo Pyras si fece pensierosa al riguardo, rimanendo colpita da quella nuova situazione appena creatasi. Di norma si sarebbe aspettata di finire sotto lo stesso Leo, essendo abituata ai suoi dolci e gentili allenamenti. Quello invece era un ambiente del tutto diverso poiché aveva subito capito che Taurus aveva l'aria di un vero e proprio generale ligio al dovere e certamente non avrebbe potuto fare come le pare.

 

Sarà davvero dura, me lo sento.

 

Con quel pensiero in testa infine partì per la missione assieme agli altri neo Cavalieri.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP, eccomi qui con il terzo capitoletto di questa nuova fanfiction su Saint Seiya! Allora, che dire, le acque iniziano finalmente a muoversi e la nostra Pyras affroterà la sua prima missione sotto le direttive del possente Taurus, ce la farà? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio calorosamente Teoth, Franky93, reign_00evil e Stellareika per le loro bellissime recensioni e i loro consigli e ovviamente i lettori silenziosi!

Saluti la vostra EragonForever!

 

   
 
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