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Autore: Anmo    27/03/2018    0 recensioni
Questa FanFiction è incentrata sul mondo Pokémon ma la storia non ha nulla a che fare nè con i manga, nè con gli anime e tanto meno con i giochi. L'ho incluso tra i crossover soltanto perchè ho usato nomi di personaggi di tante opere diverse, spero riusciate ad individuarli tutti!
Entrerete in un nuovo mondo scoprendo una storia totalmente inedita. L'ho scritta circa due anni fa (per questo i "720 Pokémon") e mensilmente veniva pubblicata sulla rivista PikaMania, venduta in edicola. Oggi sono venuta a conoscenza della chiusura della rivista, per questo motivo proporrò a voi la mia FF! Fino ad adesso ho ricevuto critiche positive da amici ma anche da sconosciuti, sono curiosa di ricevere anche le vostre. Di seguito la trama:
"Peeta è un ragazzo di 20 anni che, per colpa di un incidente nei boschi, ha perso la gamba sinistra sostituendola con una protesi. Per questo motivo, perse l'occasione che hanno tutti i ragazzini della sua regione dai 10 ai 16 anni: avere l'abilitazione per diventare Allenatore Pokémon! Peeta vide frantumare il suo sogno, ma il destino gli offrirà un'altra opportunità..."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Capitolo 21

Non ci volle molto prima che Peeta capisse il forte rapporto tra Manaphy e Gus, fu evidente chi avesse deposto tutte quelle uova. Entrare era stato troppo facile, nessun intoppo, tutto era filato liscio come l'olio. L'assenza di personale all'interno del laboratorio era anch'esso troppo strano.
-Caz... Gus! Dobbiamo scappare via da qui! Maledizione! Invece di tremare come una foglia, potevi avvertirmi che conoscevi questo posto!
Gus uscì dalla vasca, Peeta lo prese in braccio, cercando di scappare il più velocemente possibile. Manaphy guardò l'amico andar via veloce, emise alcuni gemiti, piagnucolò, poi guardò in alto, rendendosi conto dell'assenza del coperchio.
Percosero in fretta l'intero laboratorio a ritroso, dirigendosi verso la porta taglia fuoco. Palkia era ancora lì, dentro la vasca. Era debole ma riusciva a guardarsi intorno, tenendo i suoi occhi rossi in allerta. Alzò il collo appena il ragazzo gli corse accanto, lo vide aprire la porta scappando fuori, per poi richiudersi violentemente.
Raggiunsero il lungo e stretto corridoio che li avrebbe portati alla grotta, ma un suono agghiacciante li bloccò. Un rumore metallico proveniva dal tetto, quando poi delle piccole botole si spalancarono, lasciando cadere enormi quantità di sabbia.
-Oh no... oh no! Gus! Non ce la faccio a correre! Se non facciamo in fretta, verremo sommersi!
Il piccolo Ditto non se lo fece dire due volte, scese dalle braccia del suo amico per poi trasformarsi in un Ponyta. Peeta gli saltò in groppa, Gus galoppò tra le colonne di sabbia che si riversavano imperterrite sul pavimento. Rischiò di scivolare, per di più accecato dalle polveri nell'aria. Peeta si teneva stretto al compagno, con la testa appoggiata sul collo, gli occhi serrati, il cuore all'impazzata. La sabbia aveva raggiunto i 20 cm ormai, Gus aveva difficoltà a correre, il passo diminuì drasticamente. Mancavano ancora gli ultimi 100 metri. La sabbia gli arrivò al petto, le zampe immobilizzate, respirare era impossibile. Il Pokémon capì che doveva ritrasformarsi.
Le fiamme e le zampe sparirono, un ferocissimo Arbok strisciava velocemente sulla sabbia, Peeta si teneva a stento sul corpo viscido e scivoloso del Pokémon. Gus strisciava velocemente, senza accorgersi che la fine del corridoio era ormai vicina, ne volò fuori, sbattendo contro un muro di stalagmiti. Peeta cadde rovinosamente a terra, sbucciandosi l'intero braccio destro.
-Ahia... che male! Ma... ma no... mi sono graffiato il braccio, guarda come sanguina... AHIA! Ehi... Gus? Tutto bene?
-D... it... to...
-Sei stato grande amico... se non fosse stato per te, saremmo morti in quella tomba di sabbia... anche se comunque non sono ancora convinto che rimarremo vivi per molto. Ho paura che fuori ci stiano aspettando, o non avrebbero attivato quella trappola. Vieni qua, ho qualcosa da mangiare e bere nello zaino, prendi tutto, serve più a te che a me al momento.
Gus mangiò fino all'ultima mollica, bevve fino all'ultima goccia, mentre Peeta si fasciava il braccio con una maglietta in cotone. Si guardarono intorno, sembrava non esserci nessun altro oltre a loro, Gus fece da appoggio al ragazzo, il terreno era scivoloso e la protesi non l'avrebbe retto. Arrivarono all'enorme cancello che li separava dall'esterno. La spinsero leggermente, era ancora aperta. Peeta avvicinò l'orecchio allo spiraglio, sentì solo il vento. Vi sbirciò, ma stranamente nemmeno le guardie sorvegliavano l'entrata.
-Gus, è fin troppo strano. Staranno aspettando che i topi escano dal buco, non molto lontano da qui. Ho un'idea! Dovrai trasformarti in un Pokémon che li faccia scappare dalla paura...
Nel frattempo, all'esterno della Sala C3, l'intero Team Maya aspetta nascosto. Mattron e Meis, uno di fianco all'altro, fremono dalla voglia di veder uscire il traditore o, meglio ancora, ritrovarlo morto nella sabbia. Tenevano un sorriso malefico, le dita di Mattron accarezzano nervosamente la propria Pokéball, quest'ultima tremante, anche il suo Pokémon dall'interno percepiva quell'adrenalina, quella voglia di lottare, di sangue.
-Deve pagarla, padre.
-Non ti preoccupare Menma, non lo lasceremo andar via su un tappeto rosso, parola di padre.
-E di madre.
-Oh, Julia. Quando sei tornata?
-Poco fa, i ragazzi mi hanno raccontato tutto. Non posso allontanarmi qualche giorno per rilassarmi in una S.P.A., che mia figlia viene maltrattata? Mi spieghi che stavi facendo? Eh, Mattron? Dovevi tenerlo d'occhio a quello là.
-Si, Julia, lo so. Shhh! Silenzio! La porta si sta aprendo!
Peeta spinse lentamente la porta, timidamente ne uscì, dirigendosi verso lo spiazzale che costeggiava la Sala C3, i bracconieri si nascondevano nell'ombra. E proprio da quell'ombra, Mattron fece i suoi passi, esponendosi alla luce dei fari.
-Era da tempo che sospettavamo di te, anzi, fin dall'inizio. Quel piccolo Ditto blu ci ha fatto dubitare subito, ma c'era quella piccola possibilità che non fosse lui, minima, ma non impossibile.
-Mattron... come facevate a conoscere Gus?
-È una lunga storia. Lo aveva un capopalestra, a Dolan. Appena lo abbiamo visto, abbiamo pensato che sarebbe stato la nostra manna dal cielo, potevamo provare a duplicare i leggendari che catturavamo, ma non solo. C'era la possibilità che nascessero cromatici. Ma l'esperimento fallì miseramente, lo vendemmo ad un allevatore.
-L'allenatore da cui lo hai preso... stai parlando di John.
-Conosci quel verme?
-Conoscevo, si è spento qualche mese fa. Gli avete tolto Gus con la forza, lo avete costretto ad accoppiarsi con Manaphy e, dalla reazione che ha avuto quando è entrato in quel laboratorio, credo che non gli abbiate riservato un soggiorno felice.
-Non si è solo accoppiato con Manaphy, ma con tanti altri, esperimenti tutti miseramente falliti. Abbiamo usato i prodotti più disparati, i macchinari più moderni, ma nulla. Ricordo ancora come strillava dal dolore!
-Maledetto!
-Da quando sei arrivato, mi chiedevo: perchè un ragazzo della tua età, vuole aggregarsi a tutti i costi con noi? Poi ho visto quella protesi e mi son ricordato di una cosetta, accaduta qualche anno fa...
-Dieci per la precisione.
-Allora ci ho visto giusto.
-Diciamo di si, la mia gamba è uno dei motivi principali per cui sono qui. Ma come per ogni cosa, tutte le scelte si fanno per una miriade di motivi, alcuni più, altri meno importanti.
-Ahahahah! Mi fai ridere ragazzo! Sei infantile, oltre che ingenuo!
-Come, scusa?
-Sei venuto qui con la presunzione di poterci combattere da solo, credendo di accedere ai nostri laboratori più importanti e segreti, con la convinzione di uscirtene vincitore, senza che qualcuno ti potesse fermare. Credevi veramente che non ci fossero telecamere? Ingenuo, non posso definirti in altro modo, oltre che stupido. Tutto questo per cosa? Perchè volevi salvare il mondo? Oh, dimenticavo, ti abbiamo privato di una gamba, dovevi farcela pagare! Che poi, mi chiedo in che modo... ah giusto, con un misero Ditto venuto male! Ahahah! Sei un tipo veramente divertente!
-Dovresti misurare le parole invece... non ho solo Gus dalla mia parte. Ho liberato un vostro prigioniero.
-Hai liberato... chi?
-Allora avete posizionato male le telecamere, o non rimarreste qui ad aspettarlo...
-Cos...? Cosa hai fatto? Chi hai liberato?
-Ehi, perchè non ti fai vedere? Scaglia la tua ira verso chi ti ha umiliato per tutto questo tempo!
L'enorme porta si aprì lentamente, scricchiolando, ne uscì Gus con le sembianze di Palkia. Tutta la truppa, alla sol vista, scappò a gambe levate. Rimasero solo Meis, Mattron, Menma e Julia.
Palkia avanzò, fermandosi al centro dello spiazzale, emise un urlo primordiale che rimbombò per tutta la valle. I bracconieri rimasero immobili, terrorizzati dalla furia del Pokémon. Julia però, con passo fiero e testa alta, avanzò verso il Palkia infuriato. Il terreno un po' brullo non la sbilanciò affatto, nonostante i tacchi alti. Emanava potere, fierezza, sicurezza. Continuò a camminare, fermandosi a dieci metri dal Pokémon.
-Sai ragazzo, sei qui da molto tempo, ma non ricordo il tuo nome.
-Peeta, mi chiamo Peeta!
-Giusto, Peeta. Sai chi è stato a catturare il leggendario Palkia? La sottoscritta. Dormiva tranquillamente nella sua dimensione, la potrei definire molto femminile per il suo colore rosa. Adoravo quel luogo, le enormi perle disperse ovunque, erano la ciliegina sulla torta. È stata dura catturarlo, ma ci sono riuscita. L'ho osservato per tanto tempo durante la battaglia e guardandolo adesso, ho notato qualcosa di diverso. Oltre all'espressione goffa, al verso nettamente differente, è anche un po' troppo alto secondo il mio parere. I Ditto riescono ad imitare ottimamente ciò che li circonda, ma non saranno mai, e dico mai, come l'originale. Perciò, piccola palla melmosa bluastra, riprendi la tua forma originale, o ti farò pentire di essere nato! Ricordi il bel giochetto che ti ho fatto l'ultima volta, vero? Oh si che lo ricordi... lo noto dal tuo volto, la tua debolezza è stampata sul tuo viso! E poi, guarda come tremano le tue zampe! Sai, ho proprio una fiala nella mia borsa. Ricordo ancora le tue urla mentre la iniettavo! I piccoli capillari che scoppiavano ovunque, il tuo contorcerti, le tue urla. Ricordi, eh Jerry?
-Gus! Non l'ascoltare! Gus!
Ma Gus, terrorizzato dalla paura, perse le forze, tornando alla sua forma originale, schiantandosi a terra, con tanto di convulsioni. Peeta corse verso di lui, la protesi non resse, si sganciò dalla coscia in cui era aderita. Cadde col viso per terra, ma non si fermò, strisciando dal suo amico, prendendolo in braccio, accucciandolo, stringendolo forte, finché le convulsioni non si interruppero.
-Gus! Apri gli occhi! Maledetta!
-Te la sei cercata. Nessuno ti ha invitato qui, hai fatto tutto da solo. Credo che adesso tocchi a te. Vuoi sapere una cosa? Adoro la simmetria, cosa che tu al momento non hai. Meis? Che dici? Lo aiutiamo?
-Con molto piacere! Vai, Seviper!
Lanciò la Pokéball per aria, si aprì, ne uscì Seviper. Sibilava euforicamente, smaniava per poter riassaporare il gusto del sangue e della carne fresca. Bastò un leggero fischio del suo allenatore, che il Pokémon si lanciò su Peeta, con l'intenzione di finire il lavoro interrotto 10 anni prima.
-Saphira! Idropompa!
Un forte getto d'acqua colpì in pieno Seviper, allontanandolo dalla sua preda.
-Si, vi do ragione. Peeta è un ragazzo ingenuo, il più stupido che abbia conosciuto in vita mia! Però non abbastanza da credere di poter combattere un'organizzazione criminale da solo.
-C'è anche da dire che te ne sei lavato un po' le mani, mi hai lasciato la chiavetta e te ne sei andato, senza dare spiegazioni. Ho dovuto affittare un computer per leggere il contenuto e sostenuto delle spese per andare a cercare questa qui. Dovevi vedere come piangev...
-Continua a parlare e ti do in pasto a quell'odioso serpente.
-Leo! Susan! Siete arrivati appena in tempo!
-In tempo? Vedi che è da un mese che siamo qui a farti da angelo custode, mio caro! Ma torniamo a noi, signora. Ci sono tante cose che mi fanno arrabbiare, ma se qualcuno tocca il mio Pee... il mio migliore amico, mi fa infuriare! E sa un'altra cosa? Le farò rimpiangere di essere nata.
   
 
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