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Autore: Ms Mary Santiago    29/03/2018    5 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – ISCRIZIONI CHUSE]
[Crossover con Percy Jackson]
Circa un secolo dopo la rivolta guidata dalla Ghiandaia Imitatrice, l’intera nazione di Panem ha preso consapevolezza dell’esistenza di ragazzi e ragazze diversi da quelli abitualmente considerati; figli di un mortale e una divinità, dotati di poteri incredibili, personaggi che sembrano usciti dai racconti folcloristici … adolescenti temuti e come tali trattati.
La nuova presidenza di Panem ha stabilito, vista la scoperta, di ripristinare i Giochi nel tentativo di arginare la crescita sempre più vasta di questi semidei.
E il tuo Tributo riuscirà a sopravvivere?
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Possa la sorte essere sempre a vostro favore (II parte)

 

 

 

 

 

 

Distretto 5

 

 

 

 

 

Annie Cruise – 15 anni.


 

 

 

 

 

- Annie, sbrigati, manchi solo tu. –

Uscì dalla stanza a passo veloce, abbandonando il copri spalle in cotone leggero che aveva pensato di indossare sopra l’abito a mezzamanica.

Non importava come fosse vestita quel giorno, non sarebbe stato l’abbigliamento a influenzare l’esito dell’estrazione.

Dopotutto lei era l’unica figlia di Zeus del Distretto, tutti sapevano già che sarebbe stata automaticamente la ragazza prescelta per quell’edizione dei Giochi.

Sperava solo che suo fratello non fosse sorteggiato per entrare nell’Arena insieme a lei.

- Sto arrivando. –

Saltò l’ultimo gradino, atterrando con precisione davanti alla sua famiglia radunata sulla soglia della porta.

Sua madre la trasse a sé, stringendola forte, con gli occhi lucidi.

- Vorrei poter fare qualcosa per impedirgli di prenderti. –

Ricambiò la stretta, sforzandosi di non scoppiare a piangere a sua volta.

- Andrà tutto bene, mamma. –

Era una menzogna, ma non aveva cuore di dirle che ci sarebbe voluta della vera fortuna per essere certa di uscire dall’Arena sana e salva.

Erick le si avvicinò, prendendola per mano mentre s’incamminavano verso la piazza antistante il Campidoglio.

- Se dovessi essere sorteggiato potrei proteggerti – asserì quando ebbero finito di registrarsi e furono in procinto di sistemarsi sulle rispettive file.

- Non ho bisogno che tu mi protegga -, ribattè, - e non dovresti pensarci affatto. La cosa migliore è che io sia l’unica di questa famiglia ad entrare nell’Arena. Minnie e la mamma hanno bisogno di te – concluse, accennando con il capo alla donna che teneva stretta a sé l’unica dei suoi figli che era ancora troppo giovane per i Giochi.

 

 

 

 

 

Jackson “Jax” Morrow – 18 anni.


 

 

 

 

 

Jackson lanciò un’occhiata all’indirizzo del suo fratellastro mentre Annie saliva sul palco e si sistemava al fianco della Capitolina.

Erick era teso, evidentemente combattuto tra l’idea di offrirsi Volontario per stare accanto alla sorellina e al contempo la paura di essere Estratto e dover abbandonare a sua volta la famiglia costringendoli a perdere obbligatoriamente uno dei due.

Emozioni contrastanti, ma ugualmente intense, era chiaro a chiunque lo guardasse.

Sapeva che qualsiasi cosa gli avesse detto non sarebbe servita a tirargli su il morale così lasciò perdere e spostò lo sguardo sul ragazzino dall’altro lato.

Gavin aveva dodici anni e una gamba fuori uso a causa della poliomielite che l’aveva colpito da piccolo; era la sua prima Mietitura e i suoi occhioni blu come il cielo notturno erano sgranati mentre fissava la Capitolina dirigersi verso l’urna contenente i tre foglietti con i loro nomi.

Gli mise una mano sulla spalla, stringendo piano.

- Rilassati, andrà bene. –

Lo vide annuire, tormentandosi nervosamente le mani ma cercando di mostrarsi più calmo; tra tutti i figli di Zeus Jackson era sempre stato il punto di riferimento.

Aveva insegnato loro a combattere, a mascherare la paura, a prendersi cura a vicenda l’uno dell’altro.

Anche se avevano madri diverse avevano pur sempre un padre in comune … doveva pur voler dire qualcosa.

- Il Tributo maschile sarà Gavin Lantern. –

Vide Gavin tremare come una foglia ed Erick voltarsi come di riflesso verso Jackson.

Solo lui poteva evitare a quel ragazzino una morte praticamente certa.

Alzò la mano, facendo un passo avanti.

- Jackson Morrow, mi offro Volontario. –

 

 

 

 

 

Distretto 6

 

 

 

 

 

Eveline Gloria Cook – 17 anni.


 

 

 

 

 

- Hai saputo la novità? –

Scosse il capo, voltandosi verso Sam che camminava al suo fianco.

Si erano conosciuti durante le gare illegali nelle quali partecipava ogni notte e Sam aveva vinto la sua iniziale resistenza all’idea di stringere amicizia con un suo avversario con la sua indole spontanea.

- No, non seguo molto i gossip del Distretto, dovresti saperlo. –

- Oh, ma questo non è mica un gossip. Anzi è praticamente dato per certo. –

Eveline aggrottò la fronte, suo malgrado incuriosita.

- D’accordo, lo vedo che muori dalla voglia di parlarmene. Di che si tratta? –

- Callum Hightower. –

Storse il naso.

Se c’era una persona con la quale lei non andava assolutamente d’accordo in quel Distretto allora quello era Callum.

Strafottente, convinto di essere praticamente un Dio sceso in terra, consapevole del suo bell’aspetto e tremendamente narcisista.

In una parola: insopportabile.

 – Ho cambiato idea, non lo voglio più sapere. –

Sam ridacchiò.

- E io te lo dico lo stesso. Sembra che sia deciso a offrirsi Volontario. –

- L’ennesima spacconata delle sue – bofonchiò per tutta risposta, mentre si mettevano in fila per la registrazione.

- Forse, ma c’è già chi ha cominciato a scommettere pesantemente su di lui. –

Tipico, di sicuro tutto il giro delle corse e dei combattimenti clandestini.

- Ma non mi dire … che novità. –

Si separarono quando la donna al bancone delle ragazze le fece cenno di avvicinarsi, per poi prendere posto nelle rispettive file tra le decine di figli di Hermes.

Non si poteva di certo dire che il loro padre non si fosse dato un gran bel da fare.

Attese pazientemente che la Capitolina ultimasse il suo discorso e si dirigesse verso l’urna dei nomi femminili.

Incrociò le dita, pregando silenziosamente affinchè non fosse estratta.

- Eveline Cook! –

Si guardò attorno, scrutando le sue sorellastre.

Doveva esserci un’altra Eveline … Doveva esserci per forza … Andiamo, altra Eveline Cook, fatti avanti.

Quando fu però evidente che si trattasse proprio di lei, mosse i primi passi verso il palco e s’inerpicò lì sopra in attesa di essere affiancata dal suo compagno.

 

 

 

 

 

Callum Hightower – 18 anni.


 

 

 

 

 

Callum osservò Eveline prendere posto accanto alla Capitolina con aria vagamente interessata.

Ovviamente la conosceva già, impossibile non notarla nel giro di corse clandestine visto che con il suo bell’aspetto e il suo caratterino infuocato attirava decisamente l’attenzione.

- E ora passiamo al nostro baldo giovane … -

Sorrise, consapevole dell’attenzione concentrata su di lui.

Quella mattina erano state decine le persone che l’avevano fermato chiedendo se fosse vero che voleva offrirsi e altrettante erano state le ragazze che l’avevano praticamente implorato di non farlo.

Al contrario della maggior parte dei semidei, lui piaceva alle normali del Distretto.

Incarnava troppo il prototipo del cattivo ragazzo perché non fosse così.

- Il tributo per quest’edizione sarà … -

- Callum Hightower – concluse per lei, alzando la voce per essere certo di essere udito da tutti i presenti.

La donna parve riprendersi in fretta dalla sorpresa e annuì sorridendo solare.

- Naturalmente, mio caro … raggiungici sul palco. –

Si fece largo tra gli altri semidei, continuando a sorridere baldanzoso mentre prendeva posto.

Fece l’occhiolino alla sua sorellastra, sicuro che l’avrebbe spazientita.

- Buongiorno, dolcezza. –

Eveline alzò gli occhi al cielo, bofonchiando qualcosa che somigliava molto a un “maledetto imbecille”.

Farle perdere la calma era troppo divertente.

 

 

 

 

 

Distretto 7

 

 

 

 

 

Nives Sundale – 17 anni.


 

 

 

 

 

Roteò gli occhi davanti all’ennesima raccomandazione di suo fratello.

Le stava spiegando come fare per accattivarsi fin dal principio le simpatie di eventuali sponsor e intimorire i suoi avversari.

- Roger, piantala, ho capito quello che stai dicendo. –

- Voglio solo essere sicuro che darai il meglio. Ci servono quei soldi e se potessi farlo andrei io al tuo posto, ma non sono io l’erede del Dio – concluse aspramente.

Sapeva da sempre che Roger l’invidiava per la sua natura semidivina, ma non riusciva a credere che potesse essere tanto idiota da sperare di entrare nell’Arena. Lei stessa, che si accingeva ad offrirsi Volontaria, avrebbe di gran lunga preferito essere dall’altra parte del mondo piuttosto che lì.

Tuttavia comprendeva perché sua madre le avesse chiesto di farlo.

Da quando il suo patrigno era morto le condizioni economiche della famiglia erano precipitate nel caos più totale e, malgrado i turni spaccaossa della madre e il fatto che sia lei che Roger lavorassero, l’unico modo per poter provare ad andare avanti era fare il colpo grosso vincendo i Giochi.   

- Non dare l’assillo a tua sorella, sa quello che deve fare – intervenne a sua volta la madre, lasciando la presa sulle mani della piccola Melody e dei gemelli, Ian e Seth, mentre si accingeva ad abbracciarla. – Non avrei mai voluto chiederti una cosa del genere, ma … -

- Lo so, quei soldi ci servono – concluse per lei.

- Già. –

La donna chinò il capo, mortificata, ma Nives le scoccò un bacio sulla guancia.

- Non è colpa tua, mamma. –

 

 

 

 

 

Tristan Sirius Rivers – 18 anni.


 

 

 

 

Tristan osservò la ragazza appena offertasi Volontaria.

Non aveva un gran rapporto con le sue sorellastre semidivine, perché la sua patologica timidezza con le ragazze e la sua indole tendenzialmente solitaria lo aveva sempre portato a frequentarle poco e a bofonchiare cose che il più delle volte erano incomprensibili quando si trovava in loro presenza.

Tuttavia di lei sapeva per certo che era un anno più piccola di lui, perché frequentava la classe accanto alla sua, e che la sua famiglia aveva grossi problemi economici.

Questo non glielo aveva detto nessuno, ma era evidente dall’abito che indossava e dalle scarpe dalla suola logorata.

Ah, sì.

C’era un’altra cosa che sapeva e che gli era appena stata detta dalla Capitolina che l’aveva presentata.

Si chiamava Nives … Nives Sundale.

Un bel nome, che richiamava il biondo chiarissimo dei suoi capelli e la carnagione nivea.

Ed era coraggiosa, lo si capiva dalla scelta che aveva fatto e dal modo in cui guardava dritta verso la telecamera.

- Tristan Rivers! –

Trasalì.

Concentrato com’era non si era accorto che la Capitolina era passata ai nomi maschili.

Sentì un’ondata di paura assalirlo.

Prese un respiro profondo e si sforzò di cacciarla via, incamminandosi verso il palco.

Poteva essere coraggioso come Nives, doveva essere coraggioso.

 

 

 

 

 

Distretto 8

 

 

 

 

 

Calliope Melissa Anderson – 16 anni.


 

 

 

 

 

Thomas e Theodore le presero una mano ciascuno, cercando di impedirle di uscire di casa.

- Ragazzi, devo andare. –

- No, non andare – protestò Thomas.

- Già, possiamo sempre nasconderti così non andrai alla Mietitura – convenne Theodore, mentre un sorriso si dipingeva sul suo volto per quella che secondo lui doveva essere un’idea grandiosa.

- E dove mi nasconderesti? –

- Sotto il mio letto. –

- Credo che questa casa sarebbe il primo posto in cui mi andrebbero a cercare, ma ti ringrazio per il tentativo, piccolo – replicò, scompigliandogli affettuosamente i capelli.

- Allora potremmo nasconderti … -

- Ragazzi, nascondere vostra sorella non è un’opzione praticabile -, intervenne la loro madre, - malgrado io e vostro padre non desideriamo vederla andare alla Mietitura non c’è altro che possiamo fare – concluse, un’ombra malinconica nelle iridi verdi mentre osservava quella che aveva cresciuto come se fosse figlia sua.

- Prometti che tornerai a casa dopo la Mietitura – insistè allora Thomas, cambiando tattica.

- Non dipende da me ... –

- Promettilo! –

- D’accordo, lo prometto – cedette, decisa a farlo stare perlomeno un po’ più tranquillo.

Poi si richiuse la porta di casa alle spalle e s’apprestò a raggiungere i suoi fratellastri e le sue sorellastre nella piazza del Campidoglio.

 

 

 

 

 

Dor Ambrois Sokolov – 18 anni.


 

 

 

 

 

- Calliope Anderson! –

La voce della Capitolina annunciò il nome del Tributo femminile e Dor fece vagare gli occhi azzurri sulle file dove si erano sistemate le sue sorellastre per individuare poco dopo la prescelta.

Bionda, dalle guance rosee e i dolci occhi azzurri, portava i capelli legati in uno chignon e le lacrime le rigavano il bel volto.

Continuò a piangere sommessamente anche quando si sistemò sul palco e la Capitolina si diresse verso l’urna contenente i nomi dei ragazzi.

- Suvvia, mia cara, sono certa che il tuo accompagnatore saprà prendersi cura di te … Dor Sokolov! –

Non riusciva a crederci.

C’erano poco più di dieci ragazzi figli di Afrodite e di sicuro le probabilità di essere Estratto non potevano essere davvero così alte dal momento che lui aveva sempre tenuto al minimo il suo numero di tessere.

Tuttavia recuperò il suo sangue freddo e si dipinse un sorriso cordiale sul volto, deciso a fare una buona prima impressione.

C’era quasi riuscito quando sentì sua sorella, Viraha piangere disperata e sgattaiolare via dalla presa di Hanna, la maggiore delle loro sorelle.

La bambina corse con le lacrime agli occhi verso di lui e Dor fece per voltarsi e andarle incontro quando si trovarono la strada sbarrata dai Pacificatori che li allontanarono immediatamente l’una dall’altro.

Rassegnato, Dor si lasciò scortare verso i gradini del palco mentre sentiva un’unica lacrima sfuggire al suo controllo e bagnargli la guancia destra. L’asciugò in fretta e si costrinse a sorridere di nuovo mentre si voltava verso la telecamera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Spazio autrice:

Salve!

Eccoci qui anche con la seconda parte della Mietitura.

Come sempre spero di aver reso bene i vostri OC.

Ci sentiamo in settimana con la terza e ultima parte della Mietitura.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
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