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Autore: Dioni    30/03/2018    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa sera, al villaggio degli assassini.

Dopo la sconfitta per mano del maestro assassino Ezio Auditore,Sesshomaru e Toran tornarono al fiume,una pallida luna illuminava il fiume  riempiendo la zona di una flebile luce,ma che comunque dava la giusta atmosfera che entrambi cercavano.

Erano entrambi appoggiati al medesimo albero di quella mattina,l'uno accanto all'altra,nessuna parola,nessun argomento,solo il lento fluire della corrente,c'era solo pace,non c'era stato bisogno di inventarsi chissà quale scusa per andare li,no,per Sesshomaru era stata sicuramente una lunga giornata e quindi un momento per rilassarsi gli serviva proprio,invece per Toran era stato differente.

Era stata in giro a rimuginare sugli avvenimenti accaduti,mentre per caso si era imbattuta in alcune pantere,si misero a parlare del più e del meno e di come ci si sentisse a far parte della confraternita,cosa che lei ancora non comprendeva,anche per lei era un mondo fuori dalla sua comprensione,poi,proprio mentre si stava confrontando con alcuni suoi simili,qualcuno aveva fatto passare la voce di un combattimento in mezzo ai vecchi ruderi nella foresta,quando capì chi potesse essere uno dei duellanti corse subito a nella direzione in cui si stavano muovendo tutti.

Il resto era storia.

- Posso farti una domanda?

Chiese all'improvviso l'inuyokai.

-Certo.

-Perché hai cercato di salvarmi?

Un espressione di angoscia cominciò a posarsi sul suo viso,ma lui subito se n'è accorse e subito intervenì.

- Sia chiaro,non c'è lo con te e solo che mi è sembrato strano che intervenissi in mia difesa,non ho meritato il tuo aiuto,avrei dovuto capire fin da subito come ragionava quell'umano e invece mi sono lasciato imbrogliare così facilmente...sono un debole.

- TI SBAGLI.

Disse lei di getto,come in preda ad una forte emozione.

- Toran... 

Lui non si aspettò una reazione simile,perché mai quello scatto d'ira improvviso? Non riusciva a comprenderlo,per cui rimase interdetto.

- Tu sei un grande combattente,ti ho visto oggi,il modo in cui ti sei impegnato,non ti ho mai visto impegnarti così tanto con un avversario,tu hai combattuto lealmente e al massimo delle tue capacità,se Ezio ha voluto imbrogliare allora e lui il vero sconfitto e quindi tu risulti come vero vincitore,hai usato solo la tua spada e il tuo coraggio,questo vuol dire molto per me.

Sesshomaru,non poté certo ignorare quelle parole,era stato omaggiato per il suo senso della correttezza,per aver giocato secondo le regole e per aver perso con onore,in ogni altra occasione,se fosse stata un altra persona a dirlo,gli avrebbe risposto a modo.

Eppure,sapendo che era stata lei a dirlo non lo irritò,anzi,in una piccola parte del suo animo si sentì grato per questa prospettiva su di lui,quelle parole fecero sembrare la sua sconfitta come un qualcosa di più glorioso ed eroico di come non fosse in realtà,tuttavia,sentirlo dire gli alleggerì il senso di vergogna che provava verso se stesso.

Guardò Toran con sguardo sereno e quella sera,sotto quella luna,lui fece qualcosa che solo in rare occasioni,per non dire uniche,fece ad un altro essere vivente.

Le sorrise.

I suoi occhi color dell'oro si accompagnarono ad un sorriso,piccolo,fragile,in grado di tramutarsi in una delle sue classiche espressioni imbronciate,ma c'era.

E per lei,quell'espressione felice valeva più di tutti i territori e le ricchezze che il mondo potesse mai offrire.

- Vogliamo tornare al villaggio?

Disse lui alzandosi dalla sua posizione.

- Certamente.       

Anche lei si alzò pronta a tornare indietro,insieme al suo nuovo alleato.  

Tornati alla loro dimora,Sesshomaru come la sera prima,aspettò fuori dall'uscio,il tempo necessario per Toran di spogliarsi e mettersi sotto le coperte.

- Sesshomaru,puoi entrare se vuoi.

Lo yokai entrò come se nulla fosse,quando si accorse della magnifica visione che aveva davanti.

Lei era vestita di una lunga vestaglia di seta azzurra,la veste sembrava così sottile che il ragazzo ebbe l'impressione di poter vedere con chiarezza le forme della ragazza,non sapeva quasi che cosa dire,tuttavia non si sbilanciò troppo e rimase perfettamente statuario,almeno in apparenza.

- Adesso tocca a te.

Ma lei non fece nemmeno in tempo ad uscire dalla casa che lui iniziò subito a slacciarsi l'obi e a togliersi le calzature,Toran dal canto si imbarazzò come non mai,anche se certamente poteva già pregustare lo spettacolo che stava iniziando di fronte ai suoi occhi.

- Sesshomaru,che stai facendo?

Lui non rispose che già si era tolto il kimono e gli hakama mostrando il suo corpo in tutto il suo splendore,il petto gonfio e le braccia allenate,il ventre tonico e le gambe muscolose erano diventate gioie dei suoi occhi,prontamente lei si era girata imbarazzata,anche perché vederlo solo con l'intimo,sarebbe stata un emozione troppo forte.

- Mi sto cambiando per la notte,ecco cosa sto facendo,personalmente non capisco perché dovremmo aspettare l'uno il turno dell'altro,ormai siamo adulti,non  ragazzini.

- Capisco,però...potevi almeno avvertire.

Lui non sembrò allarmarsi più di tanto della cosa,anche se infondo forse era stato un po' indelicato,aveva compiuto quell'azione senza alcun preavviso e di certo lei non aveva retto alla cosa nel migliore dei modi.

Vederlo li,senza vestiti era una cosa che solo in qualche momentanea fantasia si era solo immaginata di vederlo così,in quel modo così glorioso e con delle maniere così rudi,cominciò a sentirsi accaldata,vampate di calore dilagavano lungo il corpo,facendola arrossire fino a farla sembrare un tizzone ardente,altro che bagno freddo,per tornare del suo colorito originario avrebbe dovuto buttarsi nel fiume di poco fa e poi far congelare l'acqua tutt'attorno.

Lei si mise immediatamente sotto le coperte del futon,restando girata a fissare il muro,con quale coraggio poteva vederlo in faccia mentre i suoi occhi avrebbe rischiato di esaminare con attenzione ogni particolare di quel corpo statuario?

Decise di non pensarci e di chiudere gli occhi,prima si sarebbe addormentata meglio era.

- Toran...

Lei si girò immediatamente in direzione dell'inuyokai,lo vide li,sotto le coperte a fissare il soffitto.

- Dimmi.

- Ho una proposta da farti,ti va di ascoltarla?

- Ti ascolto.

- Vorrei che tu fossi la mia compagna di viaggio.

- Cosa?

Chiese lei incredula a quelle parole.

Lui in riposta a quella reazione ruotò la testa verso di lei fissandola intensamente,lei dal canto si sentì sciogliere da occhi così rigidi e fermi,quasi comandassero di avere la sua attenzione.

E lei l'avrebbe data volentieri.

- Non posso fidarmi di nessuno qui,da un pò di tempo mi sono reso conto che stanno accadendo cose troppo strane:Akira,gli assassini,la voce dentro la mia testa,le rovine dentro la montagna e...

- E cosa?

- Quella statua.

- Ah si...quella.

Sesshomaru rimase in silenzio,si aspettava un espressione stupita,addirittura stupefatta,invece lei accolse la notizia come se fosse una cosa già saputa,come se stesse rivelando un segreto a qualcuno che lo conosceva già.

- Dopo che te ne sei andato dalla città in rovina,avevo intenzione di chiedere a quei cosa fosse successo,poi l'ho vista anch'io,Ezio e Yuki mi hanno solo detto che c'era stata un discussione,ma non hanno voluto dirmi altro,Sesshomaru,cos'è successo veramente.

- Fosse così facile spiegarlo e comunque,adesso sono stanco,ho avuto una giornata piuttosto impegnativa.

- Si certo,buona notte.

Lei si girò verso l'altro lato,ma non fece in tempo a chiudere gli occhi che subito un altra parola la richiamò a se.

- Toran.

- Cosa c'è?

- Non mi hai ancora risposto,vuoi diventare la mia compagna di viaggio?

Lei si fece un attimo titubante,chiederglielò così,di tutta fretta,senza alcuna gentilezza,senza alcuna smanceria,solo il freddo e diretto approccio che solo lui era in grado di usare,ma a lei certo la cosa non dispiaceva,non troppo almeno.

- Si.

- Bene,almeno adesso so che potrò dormire notti più sicure,con te che mi guardi le spalle.

E detto questo si girò dall'altra parte,ignorando totalmente la reazione della pantera,chiuse gli occhi e si preparò a dormire sonni tranquilli.

Anche si girò dall'altra parte,nel tentativo di coprire il rossore delle sue guancie,davvero riponeva in lei così tanta fiducia? Cosa doveva pensare di questa rivelazione?

L'unica cosa che sapeva e che quella notte rischiava di divenire insonne,poichè per brevi tratti la sua immaginazione cominciò a viaggiare per desideri lontani,situati nei meandri dei suoi istinti primari,cominciò a pensare di come se i loro futon fossero stati più vicini,di lui si fosse rivolta a lei con parole più dolci,mentre alzava le coperte e si infilava nel suo letto,senza che lei potesse far nulla per impedirlo.

Senza che lei volesse impedirlo.

E Sesshomaru,una volta sopra di lei,gli tenesse ferme i polsi con le sue mani da guerriero e improvvisamente avvicinasse le sue labbra alle sue ed infine....

No,non voleva pensarci,non aveva il coraggio di immaginare oltre e subito cercò di distrarsi cominciando a pensare ad altre,preferendo non approfondire ancora su tematiche a lei così delicate,non volendo sfiorare la superficie di pensieri così romantici,che rischiavano di sfociare in immagini più selvaggie.

Lui,più brutale,animalesco ed istintivo,che le strappava le vesti in un sol colpo e poi...

- Basta,smettila....

Si disse lei,preferendo interrompere li un susseguirsi di immagini che a stento riusciva a tenere a freno,stato meglio fermarsi li.

E la notte passava tranquillamente....o almeno così sembrava.

Sesshomaru,si sentì riposato e così facendo aprì gli occhi.

Peccato che non fosse più nella casupola di legno,era tornato li,su quella spiaggia.

E sempre li vide quell'uomo seduto in riva al mare,sentì di nuovo il suono delle onde infrangersi sulla battigia,mentre un leggero vento gli scompigliava i lunghi capelli.

- Vedo che ti sei dato da fare contro quell'Ezio,peccato che tu non abbia vinto,sono dispiaciuto,dico sul serio.

- Perchè sono di nuovo qui?

- Probabilmente la tua coscenza riteneva giusto farti tornare qui,ma se mi chiedi il motivo esatto non saprei dirlo,ma dubito che sia qualcosa di banale,gli ultimi eventi nè sono una conferma.

- Spiegati meglio.

- La tua visione della città nella montagna,il tuo confronto con Toran nella antica sede degli assassini,la statua che tanto ti assomiglia,le verità apprese da Yuki ed Ezio sotto la casa del libro ed infine,il tuo scontro nella foresta per entrare nei ranghi della confraternita,gli eventi si sono messi in moto e la tua connessione con questa storia.

- Perché questa connessione dovrebbe essere così importante? Cosa c'entro io in tutto questo?

- Te l'ho già detto Sesshomaru,posso indicarti la via...

- Ma spetta a me scegliere se percorrerla o meno,peccato che io non vedo nessuna strada,vedo solo misteri ed inganni,si frappongono sul mio cammino come fili d'erba in un campo.

- Eppure lei è l'unica realtà nella quale hai deciso di credere fermamente.

Il ragazzo non riuscì a ribattere a quella parole,sapeva bene dove stava andando a parare,parlava di Toran e di come il loro rapporto si era solidificato,reso più saldo da una fiducia reciproca.

- Hai già compiuto il primo passo verso la strada che ti sei prefisso di percorrere,ma l'obiettivo finale e ben lungi dall'essere intravisto,lei ti è stata più di aiuto di quanto tu possa credere,in futuro lei ti potrebbe essere più utile di quello che pensi.

- Ha dato prova della sua onestà,ha la mia stima,questo dovrebbe dire molto su cosa penso di lei.

- Dice molto,ma non dice tutto,comunque,penso che tu debba proseguire,restare qui troppo a lungo,non ti fa bene,anzi,restare in questo luogo e più nocivo di quello che pensi.

- Come se avessi scelta,tranquillo,me ne vado il prima possibile.

E detto ciò si incamminò di nuovo per la spiaggia,si girò un ultima volta verso Jin e vide che era ancora li,a fissare il nulla,restando seduto li,con lo sguardo che guardava chissà dove,ma non poteva dirlo con certezza,visto che sotto il cappuccio non lo aveva mai visto.

Ora che ci pensava era strano,o meglio,era strano in modo particolare,era la seconda volta che lo trovava in quella posizione,la cosa di certo lo incuriosiva.

- Posso farti una domanda?

- Certo.

Disse Jin senza nemmeno voltarsi.

- Cosa stai facendo?

- Aspetto.

- E cosa di preciso?

L'assassino girò di poco la testa.

- Qualcosa di brutto.

Sesshomaru rimase stranito da quella risposta,che cosa intendeva dire con un imprevisto?

Ad ogni modo si era stancato di star li senza fare niente,decise di allontanarsi,incamminandosi verso l'uscita di quello strano mondo che era dentro di lui.

Era da un paio di minuti che camminava,ogni tanto guardava verso l'orizzonte in cerca di qualcosa,forse di una risposta,di una spiegazione,di una logica dietro quel mondo senza senso che gli era attorno.

Il mare,la spiaggia,il cielo azzurro e basta,nulla di più,perché mai quell'ambiente avrebbe dovuto trovarsi li,nella sua testa? Che ci fosse realmente un mondo nascosto nella sua testa,vivido e tangibile? Oppure era il frutto della follia di quella trama che stava diventando la sua vita,è lui stava perdendo il lume della ragione? Forse nemmeno Jin era reale e si stava sognando tutto.

Ma come poteva essere un sogno così vivido,non aveva senso,a quale scopo una fantasia bella e buona poteva creare un ambiente così dettagliato?Il mare sembrava realistico,poteva persino sentire l'odore del sale salire su per le narici,la sabbia sembrava vera,tanto che i suoi piedi affondavano di pochissimo ad ogni passo compiuto.

No,non poteva spiegarselo,ma allora perché accadeva? A quale scopo? A quale fine tutta questa cosa?

Non poteva spiegarsi nemmeno questo e la cosa lo faceva impazzire.

Eppure,ora che il suo rapporto con Toran era migliorato poteva notare,come ora lui fosse più calmo,più controllato,meno irrequieto,forse era stato un bene che fosse lei a sorvegliare il suo sonno.

Certamente non l'avrebbe costretta a stare sveglia per lui,non era certo la sua schiava e tanto meno avrebbe mai voluto che fosse così,ma almeno ora sapeva di non essere completamente solo,in balia di se stesso,ora sapeva che aveva almeno un alleato in quella tempesta di assurdità.

E la cosa lo faceva sentire bene.

Mentre era incentrato su i suoi pensieri si presentò davanti ai suoi occhi un altra bizzarria,diversi monoliti,molto simili a quelli nella foresta erano disposti su due file paralelle nel mezzo invece vi era un altro rettangolo,un altro ingresso per chissà dove,un altro varco per un luogo che di certo non avrebbe voluto vedere.

Ormai sapeva come funzionava,era tanto semplice quanto inquietante,sapeva cosa sarebbe successo,lui sarebbe entrato,il suo corpo si sarebbe ridotto in polvere e poi si sarebbe ricomposto da qualche altra parte,stesso schema,stessa incredulità,stesso senso di oppressione.

si incamminò verso l'ingresso e nel farlo finì in mezzo alle grandi pietre a suoi lati,su di ognuna erano rappresentati segni,incisioni,strane figure umanoidi e disegni dalla forma arcaica alla quale non sapeva dare spiegazione,forme stilizzate e primitive dai significati complessi,ammesso che ne avessero uno.

E mentre si avvicinava allo strano ingresso si accorse di una luce provenire dalla sua mano destra,era il segno,quello comparso nelle rovine sotto il castello di Akira,in quei due giorni se n'era quasi scordato,cosa normale,dato che in due giorni la sua attenzione era stata incentrata su altre cose.

Ormai era qualche passo dalla porta rettangolare,avanzò,sarebbe andato avanti,cosa che aveva sempre fatto e che da sempre gli sarebbe riuscito bene,ma qualcosa lo bloccò di colpo,attirando la sua attenzione.

Con la coda dell'occhio,più in la nella sabbia,gli parve di vedere qualcosa che prima non c'era,come se fosse comparsa all'improvviso.

Si girò e poi lo vide,alto,bello e innaturale come il giorno prima.

La statua nelle rovine,era li,in lontananza,come se stesse osservando lo yokai.

Un brivido si fece sentire lungo la schiena è una strana ansia si fece presente ai confini del suo autocontrollo,distolse lo sguardo dalla strana scultura ed entrò nella porta,lasciando che il suo corpo si sbriciolasse di nuovo,fino ad annullarsi completamente dal comune stato della materia.

Il suo corpo si ricompose in un nuovo luogo altrettanto bizzarro,si trovava in uno stretto corridoio,dai muri lasci,mentre una strana luce bianca scorreva attraverso tutto il soffitto.

Avanzò incerto,sapendo che era l'unica cosa sensata da fare,i suoi occhi si posarono su quella pietra naturale,non riconosceva lo stile architettonico,non che la cosa gli importasse molto,ma doveva ammettere che non era normale,come qualunque cosa che fosse li.

Arrivato in fondo vide una porta scorrevole,l'aprì e subito si ritrovò in un altro ambiente,anch'esso gli era familiare.

Era una piazzola,il terreno era verde,erba tagliata con cura si estendeva per decine e decine di metri,mentre  tutt'attorno basse mura difensive circondavano la piccola area.

- Non ci credo,questa era l'area degli allenamenti,era qui che mio padre mi ha insegnato a tirare di spada,sono secoli che non pensavo più a questo posto.

Si,se lo ricordava bene,quel posto era pieno di molti ricordi,ricordi di apprendimento,di lividi,di rabbia e di lacrime represse,ma anche di bei momenti,quei pochi momenti condivisi col padre,alto,forte,sicuro di se,il modello di uomo che lui ha sempre voluto essere.

Fu li che prese in mano la sua prima arma,una spada di legno,certo,ora che ci pensava non'era nemmeno un granchè come arma d'offesa,ma alla sua prima lezione gli piaque fin da subito,era sua,questo bastava a renderla qualcosa di speciale,infondo era stato sua padre a donargliela.

- Allora Sesshomaru,fammi vedere quello che sai fare.

L'aveva sentita ancora,era la voce di suo padre,cercò con lo sguardo la presenza del padre,controllò dappertutto,persino in alto,accorgendosi così di un cielo completamente sgombro dalle nuvole,ma che tuttavia sembrava possedere un non so che di artificiale,di falso,emulazione di una parte importante della sua infanzia.

Subito quella frase cominciarono a farsi sentire anche altri suoni,colpi di spada,legno che picchiava su altro legno,anche stavolta c'ercò qualcosa,ma non vide niente,nessun scontro,nessun allenamento,solo suoni,nulla più.

Dopo poco smisero,subito sostituiti da una voce meno autoritaria e di gran lunga più giovane.

- Dannazione,ho perso.

- Sei amareggiato?

- Si

- E normale che tu abbia perso,questa e la tua prima volta e poi pensaci,io combatto da molto più tempo di te,ma non ti preoccupare,un giorno potremmo scontrarci alla pari,adesso Sesshomaru,c'è una cosa che vorrei chiederti.

- Cosa volete sapere?

- So che hai fatto altri sogni ultimamente,perché non me l'hai detto?

- Io....avevo paura.

- Di cosa?

- Di sembrare pazzo,padre....io non sono pazzo....vero?

E li la discussione finì,si interruppe su quella domanda,aveva ascoltato ogni singola parola,era più che sicuro che la voce di quel bambino fosse la sua,ma allora perché,non si ricordava nulla?

Non aveva memoria alcuna di quella conversazione,proprio come per la storia dei fogli,nemmeno quello si ricordava,adesso sapeva per certo che c'era un altra cosa che non quadrava,perché non ricordava nulla di tutto ciò? Perchè non corservava momori alcuna di quegli eventi in particolare?

E proprio mentre cominciava a chiedersi sulla cosa notò che c'era un altra porta attaccata ad uno dei muri,prima non l'aveva visto,ed era certo che prima non c'era.

Si diresse verso di esso ed entrò,ma prima di oltrepassare la soglia sentì un ultima frase.

- No,Sesshomaru....non lo sei.

E immediatamente sentì il bisogno di girarsi,ma ancora una volta non vide nessuno e semplicemente proseguì per la sua strada.

Si ritrovo in un altra strettoria simile a quella di prima, ma questa volta,c'erà una stretta scala di fronte a lui che portava verso l'alto,aveva un aspetto innaturale e gli scalini stessi sembrano scavati nella pietra stessa.

salì sul primo gradino e subito accadde qualcosa di decisamente inaspettato,accanto ai muri cominciarono ad apparire altri disegni,altre forme senza senso,immagini e figure che per lui non volevano dire niente.

Riprese la salita e nel mentre,altre parole arrivarono alle sue orecchie e questa volta sentì la voce dell'uomo che da poco nella sua vita odiava più di tutti.

- Inutaisho,sei venuto a farmi visita e non da solo a quanto vedo,c'é anche il mio paziente preferito.

Era Akira,e stava parlando proprio con lui,insieme a suo padre,perché mai non aveva memoria della cosa? Come faceva a non ricordarsi di un uomo simile?

- Akira,di spiace se rimango anch'io? Sai,oggi non ho molti impegni e quindi ti volevo chiedere se posso restare durante la visita.

- Ma certo,ovvio é tuo figlio,mi sembra più che giusto,prego accomodati,vorrei dirti di fare come se fossi a casa tua,ma visto che questa é una stanza del tuo castello,mi sembrerrebe paradossale dirtelo,comunque,mettiti comodo,ci vorrà un pò.

- Va bene.

- Allora signorino Sesshomaru,come si sente oggi?

Ora la discussione si era spostata su di lui,stava seriamente cominciando a preoccuparsi di cos'altro sarebbe riuscito a scoprire,tuttavia,non smise si salire quella strana scalinata.

- Come al solito,nulla di nuovo.

- Capisco,cominciamo con un serie di associazioni di parole,io dico una parola e lei risponde con un altra di sua scelta,per esempio,io dico cielo e lei dice...

- Azzurro.

- Perfetto,lei un bambino molto perspicacie,cominciamo....foglia.

- albero.

- Spada.

- Amica.

- Castello.

- Casa.

- Padre.

- Maestro.

- Madre.

- Distante.

- Sogno.

- Strano.

- Yonaguni.

Dopo quella parola Sesshomaru non sentì alcuna risposta,ancora quella parola,Yonaguni,l'aveva già sentita,l'aveva già vista,,possibile che quella parola,fosse così importante?

- Proviamo con un altra parola,precursori.

Nemmeno li ci fu risposta,cosa successe tanto da farlo ammutolire? Perché a quelle parole non dava una risposta,l'unica cosa che sapeva e che più saliva quelle scale e più si rendeva conto che in quel ricordo perduto stava per rammentare qualcosa che forse non gli sarebbe piaciuto.

Aveva questa sensazione,come se qualcosa di sopito dentro di lui,stesse per venire fuori,le sentiva nelle vene,nelle ossa,nella testa,lo sentiva dentro il petto,un istinto sconosciuto che pulsava a pari passo coi battiti del cuore.

- Ultima parola,tavoletta.

Il battito stava accellerando,la respirazione aveva raggiunta la velocità massima,ispirava ed espirava a ritmo sostenuto,come se avesse il fiato mozzo,cominciò a sentirsi affatticato,stanco,nauseato,sentiva i conati di vomito farsi più forti e mentre ciò accadeva,il mondo attorno a lui cambiava.

I muri si stringevano,il soffitto si abbassava,le immagini attorno a lui cambiavano,tramutandosi così in una sola ed unica parola.

Mostro.

Era scritto dappertutto,sui muri,sul soffitto,sui gradini,si guardava attorno e non riusciva più a respirare,si sentiva soffoccare e nel frattempo da sopra la scala apparve qualcosa di inquietante.

Sembrava un altra porta,ma non sembrava condurre da nessuna parte,solo un nero,oscuro,spazio vuoto.

- No,no io...non voglio.

Era di nuovo il Sesshomaru bambino a parlare.

- Che succede a mio figlio?

Era la voce di suo padre,sembrava preoccupata,preoccupata per lui,per suo figlio.

- Sta avendo un altra manifestazione,aiutami a tenerlo fermo,giusto il tempo di usare l'occhio....non permetterò che abbia un altra crisi.

Sesshomaru non riusciva più a capire cosa stesse succedendo,sapeva solo che era impotente,dolorante e immobile,come se il suo corpo non rispondesse più ai suoi ordini ed intanto la porta cominciò a fare qualcosa di strano.

Cominciò a scendere.

I gradini più in alto sembrano annullarsi al suo passaggio,come se si stesse postando autonomamente e consumasse tutto quello che aveva attorno.

Ogni gradino veniva consumato,ogni frammento nel muro si sbriciolava nel nulla,restava solo la porta,che si avvicinava lentamente,sempre di più,sempre di più,inesorabilmente sempre di più.

Lo yokai cercò ancora di allontanarsi,ma ancora non'è era tornato ad essere padrone del suo corpo,a quel punto percipì quella che pian piano era un sentimento che provava molto difficilmente.

La paura.

La paura si stava impossessando di lui,nulla aveva più senso,nulla era più sano li dentro.

Ormai era vicina,si stava avvicinando,poteva già sentire la parte nera di quell'entrata sfiorargli il volto,qualunque cosa ci fosse dentro,sentiva solo che lo inquietava,non sapeva perché,non sapeva come,sapeva solo che non voleva entrarci,che non doevva entrarci,mai e poi mai.

Ormai era la fine....è non poteva fare nulla per impedirlo.

Ma all'improvviso,accadde qualcosa.

Sentì qualcosa prenderlo per il collo e trascinarlo di peso all'indietro.

- VATTENE,NON SEI ANCORA PRONTO PER AFFRONTARLO.

Era la voce di Jin,era la sua,n'è era certo,non lo vide chiaramente poichè una luce improvvisa cominciò ad abbagliare tutto quello che lo circondava.

Riprese subito il pieno controllo del suo corpo e il suo unico istinto fu quello che lanciarsi in avanti,ora aveva pieno controllo.

Fu uno slancio fortissimo e subito si gettò in avanti,in quel momento riprese la sua vista,ma la scena che aveva davanti era un altra.

Un volto di donna,una mano stretta intorno ad una gola ed un altra con gli artigli lunghi fino all'inverosimile.

- Sessho...maru.

Era Toran è subito si accorse di quello che stava succedendo,la sua mano sinistra le stava stringendo la trachea mentre la destra era pronta a colpire.

Lasciò la presa e lei si mise sulle ginocchia e guardò lo yokai con l'intensità di chi era stata presa alla sprovvista.

La situazione di lui al momento era la peggiore immaginabile,i suoi muscoli era tesi al massimo,mentre i suoi occhi era rosso sangue e gli artigli pronti a colpire ad accenno di aggressione.

- Toran...

I suoi occhi cercavano la pantera e la trovarono,lei era,spaventata ed incredula per quello che era successo,lui invece sembrava in preda ad uno stato di delirio,come se avesse subito sulla sua pelle ogni pena dell'inferno.

- Toran,io...io non...

La vide subito andargli incontro e senza alcun preavviso le braccia di lei gli cinsero il collo,con fare affettuoso e delicato,lui era stato brutale e violento,stava cercando di reagire contro qualcosa non sapeva definire,eppure si era lanciato,era scattato con l'intenzione di uccidere sul colpo.

E invece le aveva fatto del male e la cosa più strana e che lei sembrava preoccuparsi più per lui,che per se stessa,la cosa lo confondeva parecchio.

- Va tutto bene,non'è colpa tua....non'è colpa tua.

Le disse Toran sussurrandogli in un orecchio,tale era la loro vicinanza che il naso di Sesshomaru poteva sentire l'odore della pantera senza il ben che minimo sforzo,poichè era a pieno contatto col collo.

La loro pelle era finito in un contatto intimo,tale era la vicinanza che avrebbe potuto appoggiare le sue labbra nell'incavo della spalla di lei,in quel momento non sapeva più se quello che c'era all'infuori della casa fosse il mondo reale o un altra fantasia,l'unica cosa che sapeva e che lei era reale e una parte di lui...una grande parte di lui desiderava non staccarsi quell'abbraccio.

- Tu non volevi farmi del male,io lo so,non sei un mostro,so che dentro di c'é un problema che io no riesco a comprendere,ma so che supererai questa sfida,non importa quanto sarà difficile,sarai tu il vincitore,n'è sono sicura.

A quel punto la pantera sentì qualcosa stringera sul costato,guardò un attimo e subito le vide.

Erano due braccia,le braccia dell'uomo che un tempo era suo rivale,ora la stringevano con la stessa morbidezza e la stessa dolciezza con la quale stava facendo lei,a pensarci bene sembrava strano come braccia così forti potessero essere anche così delicate.

Rimasero stretti così per un pò,in quel momento non c'erano problemi proveniente dal mondo esterno,non c'erano problemi dentro la testa dell'inuyokai,c'erano solo un cane e una pantera,un uomo ed una donna.

Lei era bisognoso di lui e lui bisognoso di lei,tutto ciò che volevano era state stretti in quel legame.

Un legame così forte che avrebbe superato ogni male,ogni problema,ogni avversità.

C'erano solo loro due,null'altro contava.
  
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