Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: PeNnImaN_Mercury92    31/03/2018    3 recensioni
Anno 846. Claire Hares si unisce all'Armata Ricognitiva in compagnia della sua migliore amica Petra Ral. Un fato atroce che la attende a casa influenza la sua scelta, ma il suo animo audace, generoso e un po' istintivo la renderanno una magnifica combattente sul fronte. Claire ci racconta la sua vita dopo essersi unita al Corpo di Ricerca, le sue emozioni, le sue soddisfazioni, i suoi timori e il suo rapporto con i suoi cari amici e con un soldato in particolar maniera. Armatevi di lame e di movimento tridimensionale e seguitela nelle sue avventure!
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Petra Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Wings of Freedom Series '
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10. Strategia
 

Sfilai da un taschino della giacca un frammento di cracker, con il quale premiai il mio famelico cavallo. Edmund non attese un solo secondo a divorare quanto gli avevo offerto, e accidentalmente la mia mano finì nella sua bocca con il cibo.

-Che maiale! –brontolai, dandogli un buffetto sulla criniera.

-Piano piano stai riuscendo ad ottenere la stima del capitano, visto? – ridacchiò la mia compagna, salendo sul suo destriero.

-Lo spero. È già tanto che abbia acconsentito ad attuare il mio piano.

Petra si fece subito seria, anzi, quasi si rattristò. –Claire, devo chiederti scusa, per prima. Non so cosa mi sia successo, ho quasi avuto paura di dover affrontare quel mostro, e volevo tirarmi indietro. Ho perso di vista il mio obiettivo, mi sono comportata da codarda.

Le sorrisi amorevole, imitando il suo solito comportamento nei miei confronti. –Ma che dici? Non è vigliaccheria, è consapevolezza. Ma io credo che la nostra missione, qui, sia rischiare il tutto e per tutto a qualunque costo. Non vedevo altre vie d’uscita, se non mettere in salvo la torre da quel mostro prima che attaccasse la Legione, per questo ho pensato di sfruttare le nostre abilità per abbatterlo il prima possibile.

Ella annuì, e il suo volto, poco dopo, divenne raggiante. –Hai ragione, Claire. Sei stata fenomenale ad attuare un piano in un momento di tanta tensione – esitò qualche attimo, poi mi sorrise di nuovo. –Grazie per avermi fatto capire il senso di tutto ciò.

Stava esagerando la situazione, pensai, eppure non mi dispiacque aver ottenuto la sua stima, oltre quelli del capitano. –Non c’è di che, Petra. E, non preoccuparti, non dirò all’intera Legione che tu e Oruo ve la siete fatta sotto durante la vostra prima spedizione.

Petra si incupì di nuovo, vedendo avvicinarsi Gunther e Erd. –Davvero è successo? – rimase impietrito quest’ultimo. –Buono a sapersi!

-Non temere, -aggiunse l’amico, -ci preoccuperemo noi di farlo sapere a tutto l’esercito.

La mia compagna era rossa, così anche Oruo, che sistemava il suo cavallo dietro il destriero della ragazza con fare indifferente.

-Come se voi non vi foste lasciati intimorire… Vi ricordo che io ho dato il colpo di grazia a quell’essere. Per la seconda volta!

Gli tirai una gomitata nelle costole. –E’ stato tutto merito nostro, soprattutto del capitano – spiegai. –Smettila di vantarti per queste scemenze, la gloria non si conquista con così poco, caro Oruo.

Mi liquidò con una smorfia, prima di essere incitati ancora una volta dal caporale a montare sui nostri destrieri e avviarci all’accampamento, dove fummo accolti dai restanti membri dell’Armata, impazienti di conoscere il resoconto del nostro incarico nella foresta.

Se fossi rimasta da lontano a osservare la scena, probabilmente avrei riso: il gaio gruppo di reclute stava facendo ritorno insieme al caporale maggiore in tutta tranquillità e naturalezza dopo aver abbattuto quel colosso che, poco prima, si stava dirigendo con foga verso l’accampamento.

Udii un bisbiglio continuo, non appena avemmo raggiunto la base con i nostri cavalli. Galoppando con fare serio a passo d’uomo, sono felice di poter finalmente rivelare quanto mi sentissi orgogliosa del mio piano, attuato con estremo rigore dai miei amici più cari e approvato persino dal migliore soldato dell’esercito.

-Abbiamo sconfitto l’anomalo che si stava dirigendo qui – mentre scendevo da cavallo, Levi fece rapporto, ancora sopra il suo destriero, a Erwin. Il suo sguardo si soffermò poi su di me. –Penso non ci siano altri titani nelle vicinanze.

Era un’affermazione, oppure voleva sapere proprio da me se l’area fosse sicura?

Non risposi, mi limitai a osservare lui e il comandante, tesa e confusa.

-Hai capito la mia domanda, Hares? – domandò spazientito. –O forse il tuo udito non è così sviluppato come pensav…?

-No, no! Ho capito bene, capitano! – esclamai ad alta voce, incapace di spiegarmi il motivo per il quale il caporale maggiore Levi mi intimorisse in quella maniera solo quando portava la divisa e il mantello verde. –Credo non ci sia più nessuno che possa disturbarci, ora.

Non percepivo più delle strane vibrazioni e rumori sospetti, eppure non facevo altro che interrogarmi sulla ragione per cui il caporale avesse utilizzato proprio quell’espressione: udito sviluppato.

Fino ad allora, non mi ero mai resa conto di possedere il talento nell’intercettare suoni a lunga distanza, forse perché nemmeno ci avevo fatto caso. Adesso, tutto la Legione, compresi i miei compagni più fidati, mi guardavano interdetti, chiedendosi forse se quella recluta mingherlina con il viso paffuto (caratteristica che Petra non mancava mai di osservare) fosse davvero capace di udire suoni solitamente non percepibili all’udito umano.

Vidi l’ombra di qualcuno avvicinarsi lentamente dietro di me. Non appena mi girai, incontrai gli occhi spalancati e la bocca serrata della caposquadra, che, con uno scatto, mi assalì iniziando ad urlare. –CLAIRE! CHE COSA ECCEZIONALE! STUPENDA!

-Caposquadra Hanji, la prego… - venne in soccorso Moblit, a disagio.

-Ci verrai ancora di più in aiuto, adesso che sappiamo che sei in grado di ascoltare i passi dei giganti! UAHAHA!

Ero sbiancata appresso al suo secondo, non avendo idea di come comportarmi a seguito della reazione della caposquadra. –Spiegami come diamine fai, ti prego! Questa cosa è assolutamente meravigliosa! Comprendi, vero, l’importanza di questa tua dote?

Iniziò a saltellare, stringendo una delle mie mani tra le sue. –Magari sarà stato un caso. La prego, signore, non ci dia troppo peso. Forse non c’è niente da elogiare, dopotutto – la supplicai inutilmente, perché, una volta terminati i suoi saltelli isterici, mi venne addosso di nuovo.

-Ah, non credo proprio, bella. Il Corpo di Ricerca non sarà più lo stesso, d’ora in avanti!

Avrei voluto scappare nella foresta e darmi in pasto a qualche titano, pur di non avvertire ancora una volta, come la sera precedente, gli occhi di tutti puntati su di me.

Terminato il suo sfogo, compresi che da quel momento in poi sarei stata oggetto di discussione di tutti i membri della Legione per qualcosa di assolutamente bizzarro e atipico. Non avevo idea di come affrontare la questione, più tardi mi ritirai leggermente avvilita nella mensa degli ufficiali, senza nemmeno preoccuparmi che la posizione che mi spettava non mi acconsentiva a frequentare tali luoghi.

La trovai sgombera, dunque mi sedei noncurante ad un tavolo, dopo aver recuperato dalla sella di Edmund il mio caro blocchetto da disegni.

L’abbattimento di poco prima mi aveva spinto a elaborare nuove strategie, oltre a quelle che avevo assimilato durante il mio addestramento nei giorni precedenti la spedizione. Compresi, infatti, che avrei potuto sfruttare bene le doti dei miei quattro amici per ideare delle tattiche (da utilizzare soprattutto nei casi degli anomali) che si basavano su un principio primordiale: la coordinazione.

Mi affrettai a disegnare l’anatomia dei titani rispettando le tre dimensioni, così da poter rappresentare benissimo i movimenti dei nostri dispositivi, e a distribuire i vari compiti ai miei compagni in base alle loro personali abilità.

La forza di Gunther e di Erd era incomparabile rispetto alla mia, essendo quasi simile a quella del caporale maggiore, ragion per cui spettava a loro il compito di intervenire per primi nella sottomissione del nemico, intervenendo in particolar maniera verso gli arti.

Petra e Oruo sapevano utilizzare con assoluta destrezza il dispositivo di manovra, motivo per il quale a loro spettavano, secondo la mia strategia, gli attacchi a sorpresa. Speravo con tutto il cuore che Petra non avrebbe discusso circa il compito che le avevo predisposto, essendo costretta a collaborare quanto più possibile con il ragazzo vanitoso.

Il problema era che tutti quegli abbozzi e quelle idee assolutamente amatoriali, che non avrei potuto mai e poi mai presentare agli ufficiali fino a che non fossi promossa di grado, erano destinati a rimanere rinchiusi in quel blocco assieme agli innumerevoli ritratti che realizzavo durante il mio tempo libero; tuttavia, in quel momento non me ne fui resa conto, e la gioia nell’essere riuscita a indurre la squadra di reclute a mettere in atto il mio piano mi illuse e mi autoconvinse circa la possibilità che un mio progetto potesse essere approvato dai superiori.

Continuavo a disegnare e a elaborare nuove tattiche, così indaffarata da non affatto pensare che prima o poi qualcuno sarebbe entrato nella tenda e si sarebbe accorto della mia inopportuna presenza.

-Gunther ti cercava, Claire.

-Comandante Erwin! - la voce del Comandante Smith mi fece sobbalzare. Nel giro di un attimo, buona parte dei fogli chiusi nel blocco volarono per terra. –Accidenti!

Mi affrettai a recuperare ciò che mi apparteneva quanto prima potessi, dimenticando la bontà che caratterizzava la personalità del capitano di divisione, in contrasto col carattere accigliato del caporale. –Aspetta, ti aiuto io – si propose gentilmente lui, rialzando generosamente alcuni dei miei schizzi.

-Grazie, signore – mormorai mortificata, inizialmente ignara del fatto che egli avesse sfortunatamente raccolto, tra tutti, proprio il suo ritratto!

Mi sentii ulteriormente sfortunata non appena alzai gli occhi verso di lui: lo sguardo del comandante era fisso sul foglio di carta su cui lui stesso era stato raffigurato.

-Comandante, io… - borbottai. I suoi occhi incredibilmente celesti incontrarono i miei.

–Hai delle doti magnifiche, Claire – mi sorrise. –Non ho mai visto un disegno più bello, te lo assicuro. Posso tenerlo?

Annuii, più rossa di un pomodoro. Mi alzai imbarazzata, lui teneva ancora il mio foglio, che poco dopo piegò per riporselo nella tasca interna della giacca. –Grazie per i complimenti. Ora vado – riferii. –Capisco che questo posto è riservato solo agli ufficiali, e io non c’entro niente.

-Non scusarti – mi rivolse ancora una volta un sorriso. –Scusami tu se ti ho interrotta. Puoi tranquillamente sederti qui e continuare quello che facevi prima, se non ti piace essere disturbata.

Acconsentii, risedendomi allo stesso posto di prima.

-Eri abbastanza indaffarata, da quanto ho potuto constatare. C’entravano i tuoi compagni, non è vero? - risposi di sì, leggermente confusa. –Non facevi altro che bisbigliare i loro nomi. Doveva essere alquanto importante.

Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ansiosa. –Sì. Vede, loro sono molto dotati, per cui preparavo una sorta di strategia dove tutti e quattro potessero coordinarsi e sconfiggere facilmente il nemico, - spiegai, -tuttavia, so bene che queste competenze non mi riguardano affatto.

Sistemai nuovamente i fogli caduti dentro al blocchetto. –Ho capito che ti interessano le strategie – osservò lui. –Levi mi ha parlato del piano che avete attuato prima, nel bosco. Mi ha detto anche che è stata opera tua.

Arrossii di colpo. –Be’, sì. Non è stato niente di speciale, alla fine. Bisognava agire in fretta, e a nervi freddi. Non credo di aver fatto nulla di eclatante.

-Non sottovalutarti, Claire - mi invitò lui, come aveva fatto qualche ora prima Levi sul tetto della Base del Wall Rose. -Possiedi talento, e ora tutta la Legione si domanda il motivo per cui riesci a sentire il suono dei passi dei giganti.

Roteai gli occhi. -Non ne dubitavo, comandante.

Egli sedette accanto a me. -È necessario attuare delle modifiche all’interno del Corpo - spiegò lui. -Su ogni aspetto. Da poco ho preso il posto di comandante della Legione, ma mi sono ancora di più reso conto di quanto sia indispensabile introdurre nuove strategie - si fermò per qualche istante, prima di proseguire. -Forse sarai la prima non ufficiale a saperlo, ma sto elaborando un piano di spostamento per fare in modo che l’intera Armata si muova all’unisono durante le spedizioni.

Un nuovo piano per lo spostamento? Era quello a cui Levi aveva alluso qualche ora prima?

-Non mi permetterei mai e poi mai di mettere in dubbio le sue capacità di generale, signore, eppure la vedo complicata riuscire a far muovere insieme una truppa di cento soldati – rivelai timorosa.

Egli mi sorrise ancora una volta, chiedendomi un foglio e la mia matita. Non appena gli porsi il tutto, iniziò ad abbozzare un arco, in cui dispose simmetricamente dei quadratini in maniera tale che questi disegnassero a loro volta archi più piccoli.

In quel momento non notai nulla di particolare, fino a che Erwin non iniziò a spiegarmi in cosa consistesse il “gioco” da lui inventato. –Questa tattica prevede la copertura di un vastissimo territorio. Muovendoci su larga scala, e grazie soprattutto ad un’unità speciale di localizzazione che dovrebbe disporsi proprio qui, - indicò l’arco più esterno tra quelli disegnati, –dovremo essere in grado di localizzare prima il nemico per poi deviarlo senza ingaggiare inutili battaglie. Spetterà alla squadra dell’avanguardia, composta da me, a detenere il comando e a comunicare il resto dell’Armata la direzione da seguire per deviare il titano. Comprendi?

Risposi che avevo capito, nonostante ebbe iniziato a formulare nuovi dubbi subito dopo la sua spiegazione. –E come facciamo a comunicare l’avvistamento del nemico alla squadra di comando?

Il comandante tirò fuori dalla giacca una pistola, sorridendomi.

-I fumogeni! – esclamai entusiasta. Osservai meglio lo schema dell’ufficiale, comprendendo quanto innovativa risultasse quella tattica. –Comandante, questa potrebbe essere una delle migliori tattiche militari del genere umano. Potrebbe addirittura ridurre il numero di perdite per ogni spedizione…!

-E darci la possibilità di muoverci meglio verso Shiganshina – concluse lui, riferendosi al distretto del Wall Maria abbattuto l’anno precedente.

-Ma perché non l’ha messo in atto fin da subito, signore? – domandai un po’ sprovveduta.

Egli mi pose una mano sulla spalla. -Credi nell’efficacia di questa strategia, Claire?

Annuii, benché incosciente di quella bizzarra domanda. –Ne sono certa, comandante. A quanto ho capito, ne ha già parlato con i restanti superiori. Cosa aspettiamo a metterlo in pratica?

-Occorre far familiarizzare tutta Legione con questa tattica, il che non è affatto semplice. Da recluta, come afferreresti questa situazione?

Ridacchiai. –Sarei la persona più felice del mondo per il semplice fatto che le mie aspettative di vita aumenterebbero notevolmente.

Rise anche lui. –Ne prenderò atto. E tu, invece? Anche tu hai qualche strategia da mostrarmi?

Divenni nuovamente rossa. –I…io? Non saprei se sia il caso, comandante… Non sono certamente un ufficiale – esitai.

-Ti fidi di me? – domandò, sorridendomi. –Eppure io ti ho mostrato senza esitare il mio progetto, ora tocca a te – i suoi occhi quasi mi pregavano di mostrargli il mio lavoro, per cui prelevai dal mio blocco tre dei miei mediocri schemi militari, porgendoglieli.

Non ebbi nemmeno il coraggio di osservarlo mentre esaminava i miei fogli, essendo già la sua statura a intimorirmi più del dovuto. Mi reputai una stupida per aver veramente pensato di poter mettere in pratica quella montagna di fesserie. Tuttavia, il mio sguardo cadde istintivamente sulla sua figura non appena mi resi conto che non aveva ancora rilasciato con disgusto le mie opere.

-E li hai studiati per tre diverse situazioni, giusto? Pianura, città e foresta – notò lui. –Claire, non so come tu abbia fatto, ma queste tattiche possono essere benissimo attuate.

Osservai meglio anche io il lavoro compiuto, informazioni che attualmente non mi è permesso divulgare pubblicamente mediante queste memorie. Se inizialmente mi ero sentita alquanto ottusa per avergli mostrato quella roba, cominciai a credere un po’ di più nelle mie capacità proprio grazie ad Erwin.

-Ne è convinto, comandante? – chiesi sbalordita.

-Assolutamente – rimase qualche istante in silenzio, analizzando probabilmente la situazione: cosa poteva farsene di una recluta sorprendentemente in gamba nel realizzare strategie per la soppressione del nemico? –Adesso non ci resta che mettere in pratica tutto questo. Claire, che ne diresti se ti assegnassi all’unità di Levi? Lui tra tutti sarebbe in grado di aiutare la tua squadra di reclute ad attuare queste strategie. Ovviamente, ciò comporterebbe anche lo spostamento del tuo amico Gunther.

Non mi trattenni dall’esultare. –Sarebbe un piacere, per me, signore! – esclamai, felice di poter finalmente combattere al fianco della mia migliore amica.

Erwin mi rese i fogli. –Vado a parlarne subito con Levi. Rimani qui quanto vuoi, Claire – e detto questo si congedò. Non esitai a uscire dalla tenda per dirigermi da Petra, ma venni fermata da una scalmanata quanto impaziente Hanji Zoe.


Spazio Autore: bene, eccomi di nuovo qui! Questa volta la narratrice ha voluto raccontare un bel momento tra lei e il Comandante Smith. Non lo nascondo, il personaggio di Erwin è uno dei miei preferiti, mi piace in maniera particolare la storia della sua infanzia. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, sono qui ad attendere qualsiasi tipo di recensione. Nel frattempo, anticipo che, nei prossimi giorni, cercherò di pubblicare il capitolo seguente, la cui parte era stata inizialmente aggiunta a quest'ultimo capitolo; ho deciso poi di spezzare i due momenti per un motivo preciso, che capirete prossimamente ;) .
  
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