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Autore: Rei Ryugo    02/04/2018    10 recensioni
Centosettantesimo anno del Drago. Erano passati due anni da quando Rukio Ōryūgo, Co-fondatore del team Skyraiders, aveva salvato il mondo Pokémon dalla minaccia della Materia Oscura. Dalla perdita della sua compagna Amelia, si era impegnato a mantenere il suo titolo svolgendo missioni e salvando pokémon in difficoltà per realizzare i desideri di lei, sperando che al suo ritorno possa trovare il mondo che desiderava. I buoni propositi si rivelarono presto però una strada tortuosa e piena di ostacoli: una vecchia ombra del passato fece ritorno dal suo vagare nella notte dei tempi, portando al mondo uno strano velo dai filamenti neri e dalle cuciture cremisi. Accompagnato da due nuovi compagni dalla personalità bizzarra, il nostro eroe dovrà farsi largo per risolvere il mistero dietro la misteriosa sciarpa, prima che la sua forza o i suoi nervi si esauriscano per sempre.
Genere: Avventura, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grovyle, Lucario
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Super Pokèmon Mystery Dungeon: Le cronache dell'Oricalco'
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cap 1assorreta

Limpido è, sentire, invero,
lacrima dipinta, sottile sincero. 
Sotto le fronde, cuscino morbido. 
Sotto il cuore, bontà e libidine.

Ho sempre avuto un debole per le parole semplici: dirette, senza troppi giri di parole, con un significato universalmente riconosciuto, senza bisogno d'interpretazione o altro. Col passare del tempo ho imparato ad apprezzare anche quelle complicate, talmente enigmatiche in cui ti puoi perdere nelle loro sfumature di significato. 

Non sempre però sono gradevoli: c'è una linea sottile tra il perdersi piacevolmente in un abbraccio e smarrirsi, invece, in un freddo labirinto di pietra senza uscita. Prendi ad esempio le poche righe che ho deciso di scarabocchiare prima, lettore: cuore, fronde,morbido e simili sono sicuramente parole gradevoli, ma nel contesto in cui le ho presentate qualcuno molto diffidente, nel leggerle, potrebbe dire che sono solo parole a caso, annoiandosi e pensando di non riuscire a ricavarne niente. 

Molti scrittori, o semplicemente appassionati, dicono che sia la fine di una storia la parte più difficile di un bel racconto. E' dura dargli torto: una bella storia deve finire bene, con stile, al culmine della suspence, dopo un lungo preambolo di intrighi o sotterfugi, e che risponda in modo soddisfacente alla crescita che i personaggi hanno avuto lungo la storia. 

A nessuno piace una notte senza stelle,un tramonto senza sole, o una foto senza paesaggio di sottofondo:perdono di profondità e di significato, rendendo trasparente la loro bellezza. 

Mi trovo d'accordo su queste ultime affermazioni, ma non sulla parte della difficoltà. Infatti, ritengo in realtà che la parte più sottile e minuziosa di un racconto sia l'inizio stesso.

 Prova a metterti nei panni dell'autore: deve pensare con cosa iniziare, come evitare di rilasciare troppe informazioni fin da subito per poterle invece spalmare per tutto il racconto, come dovrebbe incuriosire il lettore, come dovrebbe farlo continuare a leggere mettendo colpi di scena, mezze parole, dubbi e come convincerlo che la sua storia è più affascinante delle altre, meritando davvero di essere letta con tutta la passione con cui viene scritta. 

Se fossi il proprietario di un'azienda, assumeresti il primo che capita senza curriculum o biglietto da visita? Le prime parole, in una storia come questa, potrebbero essere anche le ultime: la maggior parte delle persone si ferma alla copertina, piuttosto che a metà racconto. 

Qualcosa gli da fastidio? Chiudono il libro. 

Qualcosa li turba profondamente? Chiudono il libro. 

La storia non procede secondo il loro giudizio? Chiudono il racconto. 

In un secolo come questo dove le risposte sono tutte a portate di click, il perdersi nel fascino di scoprire qualcosa di nuovo è sparito nella notte dei tempi... Una cosa triste, non trovi? 

Davanti a un mondo dove il primo passo determina anche l'ultimo, ci sono solo due soluzioni a mio parere: iniziare con il piede giusto, cercando di seguire poi il "flusso", o trovare un altro mondo. 

Sembra quasi una via di fuga dalla realtà se uno ci pensa bene, ma quale altro modo romantico esiste per definire in tal modo una lettura? 

 Purtroppo però, non è facile trovare una strada giusta per nuove possibilità: in qualcosa del genere o ci finisci per caso, oppure lo crei da te. Non è facile costruire un mondo di cui tu sei una divinità e pretendere di dare alla luce qualcosa di nuovo e sconvolgente. 

Per una madre il figlio sarà sempre più bello degli altri, ma, una volta messo al giudizio del mondo esterno, la sua bellezza non viene sempre riconosciuta. Quando inizi a scrivere tendi a fare il perfezionista, cerchi di studiare nei minimi dettagli cosa sia giusto mostrare o non mostrare, e a scrivere in tal modo. 

Per quanto riguarda la mia storia, devo ammettere di essere stato fortunato. Da quando avevo sei anni, ho una tenera abitudine per andare a dormire, e dico "ho"perché lo faccio tutt'ora: per riuscire ad addormentarmi, immagino. 

Sembra una cosa normale, un ciclo quotidiano che prima o poi si perde con l'avanzare degli anni, preso dallo studio o dal lavoro, ma una volta che provi piacere nel fare qualcosa non riesci a togliertela subito.

Dopo quello che ho detto sembra simile ad una droga, ma credimi se ti dico che, se provo a non farlo, non dormo più. Questo mondo l'ho incontrato per puro caso: quando uscì un certo videogioco nel lontano 2006, ho cominciato a prendere una via sempre più stretta per i pensieri, arrivando anche a riuscire a definire un percorso e dei particolari che sono riuscito a focalizzare al meglio nel 2016, con uno dei suoi "pargoletti", come a me piace chiamarli. 

Inutile dire che, quella volta ancor prima di tutto questo in cui ho immaginato talmente tanto da arrivare a sognarlo veramente, mi sono svegliato con un sorriso inestinguibile. 

Tra sogni che ti scaldano il cuore e ti confortano dalle tue più profondi radici, ed incubi che ti privano della sicurezza da delle altrettante profonde fondamenta, queste immagini sono diventate sempre più vivide, al punto che non mi sono più accontentato di "sognarle". 

 Certo: il passo successivo è stata la creatività applicata, dove l'immaginazione diventa qualcosa di più concreto, dove ho giocato e mi sono divertito,arrivando a provare affetto per i miei stessi testi. Ma a mio parere,la creatività non può nascere senza uno spunto, un'idea di base,un'illuminazione, se vogliamo esagerare. 

Dopo questo l'immaginazione mi ha dato ancora il suo aiuto, l'intelligenza mi ha dato brio, il cuore serenità, fluidità, e soprattutto la cosa più importante: l'emozione. 

Non smorzate gli animi: non vi tratterrò ancora a lungo qui con questa introduzione. Tra i misteri di un nuovo mondo e il vento dell'immaginazione, i miei amici sono pronti a farvi compagnia e ad insegnarvi... ad insegnarvi... qualcosa in più, anche se all'inizio farete fatica a capire quale dovrebbe essere l'insegnamento. 

Tra la noia quotidiana, il grigio della sconfitta, la gioia della condivisione e la vittoria dei desideri. Benvenuti, nel misterioso regno dei Pokèmon...   


*********NOTE DELL'AUTORE*********

Sì. Lo so che probabilmente non avreste voluto questa sezione e avreste preferito terminare qua con l'introduzione, ma vorrei richiamarvi all'attenzione per un'ultima cosa.

Questa sezione è stata realizzata per vari motivi, ma il principale è rispondere alle vostre domande sulla serie Pokémon Mystery Dungeon: le Cronache dell'Oricalco.

Se vedete un asterisco come questo (*) probabilmente dovrete guardare in questa sezione. Prima di spiegarvi da cosa saranno composte le note, vi dirò delle regole generali per seguire il racconto:

1) Quando un discorso è racchiuso tra parentesi, vuol dire che il suddetto personaggio sta pensando. Nessun altro Pokémon sarà a conoscenza di quello detto tra parentesi;
2) se vedete parole scritte in Caps, vuol dire che quel personaggio sta usando un tono di voce alto e come tale dovrà essere immaginato.
3) Asterisco (*) : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione importante. 
4) Asterisco * : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione, ma non è di vitale importanza per la comprensione del testo. 

Queste note, poi, sono composte da 4 quattro sezioni:

- Explaining: concetti che possono risultare pesanti per la trama e il flow della storia, ma essenziali al fine della trama.
- Legenda: nella storia i nomi di Pokémon e i loro attacchi saranno scritti in romanji per rendervi più facile la lettura, mentre qui ci saranno Kanji, traduzioni in italiano e in inglese. 
- FAQ: domande/risposte sulla trama. Vi prego di segnalare la frase interessata con tanto di capitolo e linea del paragrafo, per rendermi più facile il lavoro. 
- Curiosità: qui metterò un po' di tutto, dal significato approfondito di certe cose o nomi e vari oggetti a cui mi sono ispirato per certi passaggi della storia. 
Per il resto, buona lettura. 

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La pioggia batteva forte sul terreno in quel giorno lontano. Si potevano sentire i tuoni dare voce ai fulmini, graffiando il cielo con la violenza e l'arroganza di un leone, quasi come se le nuvole fossero solo un campo da guerra in una terra del nulla. A lui non importava di tutto quel fracasso che stava avvenendo fuori dal laboratorio di ricerca: l'esperimento era tale da attirare tutta l'attenzione del sinistro genio, intento ad orchestrare una composizione di intelligenza e pericolo che avrebbe potuto scuotere l'animo del più coraggioso degli eroi. Siamo nella Terra dell'Erba, uno dei grandi continenti del mondo Pokémon, a Nord del Sentiero Fogliesecche.

- Bluetta: zaldatore (*).

All'entrata di una grotta senza nome si estendeva in tre piani sotterranei un occulto laboratorio segreto, scavato segretamente ed illuminato da luci artificiali. Non era molto grande, ma lo era abbastanza per sperimentare e creare qualunque cosa poteva soddisfare il genio di un particolarmente dotato Malamar. 

Il piano sotterraneo s2 era quello dedicato agli esperimenti, dove si trovavano in quel momento alcune delle sue assistenti. Il fuoco blu del saldatore sfrigolava come carne alla brace: se avesse eseguito l'operazione all'aperto, probabilmente sarebbe andato a tempo con i tuoni.

- Rozzella: portami l'altro karo di tipo x. Ankora qualke vitokko e la mia kara kreaturina potrà dive papà!

- Come desidera, dottore.

In un conglomerato di acciaio, plastica, fili di rame e carbone, venne alla luce in quel tavolo di operazioni uno dei tanti "bambini" del dottor Yamachi Yamiscilla, uno scienziato pazzo conosciuto per la sua enorme intelligenza. 

- EUREKA! BELLIZZIMO! MERAVIGLIOZO! OHOHOHOHOHOH!

Il pazzo genio esultava per la contentezza: era riuscito a dare alla luce un'invenzione senza uguali, che sicuramente gli avrebbe portato la gloria, il potere che desiderava da tanto tempo e che avrebbe celebrato come si deve la sua brillante genialità. 

Questo era il suo pensiero, condiviso anche dalle sue fedeli assistenti, le quali, per celebrare il loro signore, si riunirono in un applauso spontaneo. Il dottore, al suono di quell'applauso, si inchinò con altezzosità più volte, ringraziando in modo altrettanto altezzoso le sue assistenti per i loro valorosi servigi.

- OHOHOH! Quali zplendidi azziztenti che ho! Vi vingrazio per il voztro apprezzamento e pela voztra kollaborazione. Zignifika molto per me... Grazie ai voztri zforzi, finalmente il mondo potrà godere e zioire della mia immenza zenialità! Applaudiamozi a vizenda! In zegno del noztro zuccezzo!

Le ovazioni durarono ininterrottamente per una decina di secondi, picchiettando con il suo suono per tutto il laboratorio. Il battimani fu talmente fragoroso da sembrare una pioggia violenta, quasi quanto quella reale nell'ambiente esterno, scontrandosi sordamente con le pareti miste tra roccia e acciaio. 

L'acclamazione terminò lentamente, in un diminuendo di percussioni leggere, con la stessa calma di una perfetta sinfonia. Le Lopunny cominciarono a prendere i loro strumenti da terra, per portarli al dottore e rimetterli al loro posto, come un soldato riponeva le proprie armi in armeria. Tuttavia, nonostante la maggior parte avesse smesso, il suono delle loro mani stava continuando solenne: rallentò il ritmo  e si affievolì la sua voce, ma non cessò nemmeno quando tutte le assistenti avevano terminato la loro adulazione. 

- Mi fa piazere ke kualkuno di voi abbia ankora voglia di zelebrare, ma è ora di tornare a lavoro. Non voglio ke le voztre mani zi konzumino inutilmente...

Il suono non cessò, nemmeno dopo il richiamo del dottore. Una volta che conclusero gli ultimi applausi, fu facile distinguerlo e identificarlo pienamente, al punto da riconoscerne la provenienza. Dall'entrata del secondo piano sotterraneo, piccoli applausi a ritmo lento continuavano nel loro pellegrinaggio sonoro, graffiando le orecchie dei presenti con dei rumori di ferro battuto. 

- Davvero niente male, dottore. E' proprio vero quello che si dice in giro: la sua intelligenza non conosce rivali...

Le Lopunny si girarono verso la provenienza della voce, assieme a Yamiscilla, con una sorpresa sconvolgente. Il resto dei piani, di solito, veniva inondato di sistemi di allarme quando il dottore era coinvolto in un esperimento, per non essere disturbato durante l'operato. 

Il fatto che quel pokémon avvolto in un mantello nero fosse lì, davanti all'entrata, non riusciva a spiegarselo. La cosa che lo aveva scosso di più era stato il fatto che fosse riuscito ad entrare disattivando in qualche modo il suo sistema di sicurezza.

- E tu... Ki zarezti? - Chiese il Malamar incuriosito. 

- Non credo che ti interessi davvero saperlo...

- Oh? Quezto urta la mia zenzibilità! - disse, alzando i tentacoli da braccia al cielo, - invadi con arroganza il mio preziozo laboratorio e non hai nemmeno la dezenza di prezentarti? Ha idea di quanto quezto inzulti la mia perzona? 

- Mi scuso in anticipo per questa mia mancanza di rispetto, ma al momento non posso sprecare tempo in inutili formalità...

Yamiscilla si sentì irritato dalle parole dello sconosciuto: non solo era entrato nel suo laboratorio senza permesso, ma aveva anche la faccia tosta di fare il superiore, come se il suo tempo fosse più importante di quello del geniale dottore. 

- "Zprecare tempo"? Forze non prendi abbaztanza aria avvolto in quel mantello... ZONO IO QUELLO KE ZTA PERDENDO TEMPO QUA! Hai idea di quanti ziorni abbia impiegato per kompletave kuezto Elemental Lazer? (*) Volevo zoire di kuezto momento kome un Rockruff mentve zgranocchia un ozzo! E MI TVOVO UN ZIGNOVE OZKURO DEI POVERI A FARE IL BELLIMBUZTO NEL MIO LABOVATOVIO! 

- Sono qui per proporle uno scambio, dottore. Gradirei che ascoltasse la mia proposta, - disse il pokémon misterioso, non curante della precedente sfuriata.

 Questo non fece altro che aumentare la rabbia del dottore.

- GRAAAAAAAAAAH! MI DAI ZUI NERVI! AZZIZTENTI! DATE UNA LEZIONE A QUEZTO VERME!

Le Lopunny, sotto ordine del Malamar, attaccarono il pokémon misterioso. Come era stato insegnato loro dal dottore, partirono all'assalto tutte insieme usando Stordipugno, avvantaggiandosi della superiorità numerica per mettere all'angolo immediatamente il funesto intruso, senza preoccuparsi nell'impatto di colpire le proprie sorelle. 

Sebbene stesse per essere assalito da sette pokémon contemporaneamente, il misterioso pokémon con il mantello non aveva intenzione di muoversi di un millimetro.

- ZHAZHAZHA! KE TI ZEVVA DI LEZIONE! NEZZUNO MI MANKA DI RIZPETTO!


- ...

 Prima che l'attacco congiunto potesse andare in porto, un braccio metallico si levò da sotto il mantello, estendendosi in avanti con la mano aperta        

Prima che l'attacco congiunto potesse andare in porto, un braccio metallico si levò da sotto il mantello, estendendosi in avanti con la mano aperta.

- Haō no Shuken: Amakudari. (*)

Dal suo corpo fuoriuscì un'aura oscura, che investì completamente tutti i pokémon in sala. Le Lopunny si fermarono a mezz'aria non riuscendo a concludere l'attacco, e caddero al suolo completamente svenute, mostrando occhi completamente svuotati delle pupille. 

Il dottor Yamachi, invece, riuscì a rimanere conscio tenendosi solo con le braccia sul pavimento. Aveva un fiatone feroce, come se gli stesse per uscire il cuore dalla gola. Non aveva mai provato una paura come quella: sudava freddo e tutti i tentacoli sulla testa gli tremavano senza sosta.

- Anf...anf...anf...

- Come stavo dicendo, ho una proposta da farle, - disse il pokémon oscuro, - farebbe molto comodo a me e al mio padrone se ci offrisse il suo aiuto per un lavoretto semplice semplice... che solo la sua mente geniale potrebbe svolgere. Se accetterà, potremmo unire l'utile al dilettevole. 

K-Koza... K-koza m-mi hai fatto?

- Per quello non si preoccupi: si risveglieranno dopo tre ore. Lo stesso vale per il suo recupero.

Yamiscilla non sapeva più cosa pensare: un pokémon era entrato nel suo laboratorio, aveva messo K.O. le sue assistenti più forti con una mossa che non aveva mai visto prima e lo aveva messo in ginocchio. Da un lato, però, la sua arroganza gli diede del coraggio, e decise di contrattaccare nonostante le sue condizioni. 

Prima che il misterioso personaggio potesse raggiungere Yamiscilla, si bloccò a breve distanza, assalito da un forte mal di testa.

- C-cosa...

L'assalitore non riusciva a muoversi: sentiva come se ci fosse qualcosa che da dentro di lui gli diceva di rimanere fermo. La testa gli girava e non riusciva più a percepire niente nella stanza, come se avesse perso il controllo del proprio corpo per un momento. 

Quando si risvegliò, vide che la sua mano metallica era intorno al suo collo, pronta a strangolarlo. Fece subito per staccarsela di dosso, guardandola con terrore. 

Se avesse avuto un pochino in più di disperazione, probabilmente se la sarebbe tagliata. Rivolse lo sguardo verso Yamiscilla, che nel frattempo era caduto al suolo privo di forze, ma ancora cosciente. 

Non ci mise molto a capire che quell'attimo di confusione era stata opera sua.

- Merda...

Il pokémon oscuro rise tra sé e sé.

- Eheh... Sembra che il capo ci abbia visto lungo. Anche lei è da mille sorprese.

- V-vai all'inferno... 

- Però... E' altrettanto evidente che lei non abbia abbastanza potere per usare al meglio questa abilità. 

Abbassò lo sguardo verso destra, come se fosse quasi deluso dall'estensione del potere del Malamar. 

- E' un vero peccato. Nelle mani "giuste" potrebbe essere un'arma in grado di cambiare il mondo... Ma... non è il mio ruolo decidere cosa sia giusto e sia sbagliato... e forse mi sto dilungando troppo...

Si avvicinò lentamente al calamaro, colpendo il suolo con dei colpetti metallici, quasi a scandire il ticchettio di un vecchio orologio. Il dottore provò a rialzarsi nel frattempo, completamente esausto dallo scontro di anime con il misterioso intruso. 

- Ora che abbiamo risolto i convenevoli...

Si fermò a distanza di un metro, guardando dall'alto verso il basso l'atterrito scienziato. Yamiscilla alzò lo sguardo verso di lui, scrutandone i bulbi oculari spalancati e vitrei come gli occhi di una bambola. 

- Ha intenzione di ascoltarmi?

Nonostante le sue parole e le sue intenzioni, in lui non lesse né divertimento né malinconia: non vi lesse la benché minima emozione, la tipica volontà di chi voleva servire solamente la volontà stessa. 

Avrebbe fatto qualunque cosa per compiere la missione che gli apparteneva ed era pronto a qualunque conseguenza: nel terrore della consapevolezza dell'abominio di fronte, Yamiscilla capì che non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.

In un sorriso malizioso tra la rassegnazione e la curiosità carismatica del male si stampò sul suo volto, in un ghigno consapevole del nero che si portava dietro. 

- Keh... Keh... Q-quante ztronzate... Ke altra zelta ho? - disse il Malamar, accettando  dunque senza altre lamentele il patto del viaggiatore sconosciuto.

I vetri del pokémon dal mantello nero si inarcarono verso l'alto, nella soddisfazione della missione compiuta.

- Molto bene... Erano queste le parole che volevo sentire...

Dopo l'acconsentimento del dottor Yamachi, il pokémon oscuro mise una mano dentro il mantello, tirando fuori una strana sciarpa nera con scritte color cremisi, scarlatte come il rosso del sangue fresco. 

In un misto di stupore e di terrore,  al Malamar gli si illuminarono gli occhi vedendo quella sciarpa: divenne affascinato dalle sue sfumature, che brillavano nel buio del laboratorio come rubini preziosi. Tuttavia, fu colto anche da una strana sensazione: una paura primordiale, di quelle che conosceva da tanti anni, ma allo stesso tempo non riusciva a dagli una spiegazione logica e sensata. 

Una paura, che presto avrebbe gettato nel caos la pace e la serenità del Mondo Pokémon così come era conosciuto. 

Fu chiaro come la luce di quel velo che, dopo quell'incontro, niente sarebbe stato più come prima.

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Zma qixaw byqqibx es elsiwysha, zma pesl gwiijx myza es mex hyxzqa osjaw y lqiiru xelmz, 
ysj zma naxzaw, jexibsaj, qyolm is zmex kiiqx. Yqrelmzu Jywp Kiwhax, 
wexa ysj tosexm zma kiiqx, ysj ikkaw zma gqiij zi zma naxzaw. 
Ma beqq rypa y ziyxz bezm zma kyqqesl riis, ysj zma xmyjib beqq bysa is zma biwqj

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Due lunghi anni erano passati da quando Rukio e la sua fedele compagna Amelia avevano liberato i pokémon dalla Materia Oscura, un essere che, pur creato dai sentimenti negativi delle medesime creature, aveva acquisito una propria intelligenza, ed aveva ordito per la distruzione del pianeta Terra, con conseguente estinzione di ogni suo abitante. 

Amici pietrificati, vegetazione appassita, le Creature del Vuoto, tradimento e inganno: sono questi gli orrori che il team Skyraiders ha dovuto affrontare in quel periodo ricolmo di ombre. 

Nonostante fossero state molteplici le cicatrici collezionate durante l'impresa, nulla di tutto ciò era stato più profondo di quella inferta al cuore dell'essere umano tramutato in pokémon, quando la sua compagna, la reincarnazione temporanea di Mew, dovette abbandonare per sempre la vita, una volta che l'unico scopo della sua esistenza era stato portato a termine. 

Forte della sua memoria e della solenne promessa, in quei due anni dalla sua scomparsa egli si era impegnato a realizzare quello che era il sogno della piccola Fennekin: creare un mondo dove i pokémon potessero esplorare liberamente ogni luogo possibile, dove vivere avventure mozzafiato, dove giocare e combattere lealmente, dove potessero assaporare la piacevole brezza della libertà come nuvole che, comodamente spinte dal vento, solcavano l'immenso cielo azzurro.

Quella stessa libertà che, per via del motivo della sua stessa esistenza, lei non aveva mai potuto avere.

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Centosettantesimo anno del drago, nel pieno della primavera, nove di mattina. Il vento soffiava una brezza fredda ma carezzevole, e il sole riscaldava serenamente il villaggio di Borgo Quieto. 

Tutto era iniziato da qui: prima di unirsi al Gruppo Investigativo Pokémon e diventare gli eroi che tutti conoscevano, Amelia e Rukio avevano passato in questo luogo le loro giornate insieme, tra la Scuola Pokémon e le esplorazioni occasionali, che più che escursioni erano ancora giochi e diletto. 

Il villaggio era un paesino rustico: le case erano state costruite da tronchi di quercia secolare, sulle cui sommità erano stati costruiti dei tetti in argilla. L'unica struttura che faceva eccezione era la locanda di Kanghaskan, costruita in mattoni e molto più grande rispetto agli altri edifici, per dare la possibilità ai viaggiatori stanchi di trovare il tanto agognato luogo di riposo molto più facilmente. 

Gli abitanti del posto, come potresti aspettarti dal nome del villaggio, erano dei pokémon cordiali e gentili. Si aiutavano a vicenda, svolgendo i propri compiti e le proprie faccende col sorriso sulle labbra, riscaldando i cuori di ogni visitatore o forestiero che aveva avuto la fortuna di mettere piede in quel luogo solare e gioioso. 

Immersa in questo calore, fuori da un'abitazione su una collinetta, una Leavanny stava svolgendo una mansione che, ai tuoi occhi, probabilmente hai già avuto modo di vedere: su un filo di seta creato con il suo Millebave, la pokémon Balia stava stendendo tranquillamente le lenzuola di suo figlio al sole, dopo averle lavate a mano ad una ad una. 

L'amorevole madre, nel frattempo, fischiettava con allegria e leggerezza.

- Mh mh mhhhh... Mh mh mh mhhhh... mh mhhh... mh mh mh mhhhh...

- Serena come al solito, eh cara?

A fianco della sua casa, la sua vicina Cleafable, invece, stava annaffiando i fiori di Baccapesca e Baccafrago del suo giardino, approfittando del fatto che la figlia fosse a scuola.

- Già. Oggi è una piacevole giornata, e mio figlio starà fuori tutto il giorno per via della lezione all'aperto. Ho tutto il tempo per sistemare la casa senza problemi e godermi un po' di relax.

- Fufu... Come se qui non fosse bel tempo tutti i giorni! Di cosa ci dovremo preoccupare? I nostri figli crescono bene e diventano ogni giorno che passa più forti e più scaltri! Non mi stupirei se diventassero degli esploratori coraggiosi! 

A quelle parole, Leavanny pensò a cosa ne sarebbe stato, una volta che suo figlio Sewaddle avrebbe raggiunto l'ultimo stadio evolutivo. 

- Già... 

L'ombra della preoccupazione si fece visibile nelle sue palpebre, accompagnate da piccole gocce di silenzio. Era una madre dopotutto: nessuno si sarebbe stupito se lei non avesse mostrato quell'innocente segno di debolezza. Tuttavia, quei pochi attimi d'inquietudine sparirono grazie al sorriso della fiducia nelle capacità del pargoletto, forte dell'epoca di pace e serenità che stavano attraversando. 

- Ne sono convinta anch'io. 

- LADRO! VILE RETTILE! COME OSI RUBARE UNA DELLE MIE MACCHINE TECNICHE?!?!? RIDAMMELA SUBITO!

- NON SE NE PARLA NEMMENO! E' MIA DI DIRITTO, INFIDO SPOCCHIOSO CHE NON SEI ALTRO!

- Hai...detto qualcosa? - chiese confusa la pokémon Balia. 

- Seriamente... - commentò Cleafable, - stanno per iniziare di nuovo?

- Uh?

- Uff... quei due... si sentono fino a qui in collina! Quasi invidio il tuo udito debole, amica mia...

Forse anche tu, qualche volta, avrai assistito ad una discussione tra fratelli, se non peggio ad un litigio. Non è mai un'impresa facile tenere a bada più di tanto due sibilli quando litigano, specialmente quando bisticciano per i motivi più futili. 

In queste occasioni, uno si sentirebbe più in imbarazzo a fermarli che a lasciarli in pace. Nel caso dei fratelli Kecleon, purtroppo, quella era routine quotidiana nel villaggio di Borgo Quieto, che altrimenti sarebbe appunto un luogo calmo e rilassante. 

Quei due non erano originari del posto: prima c'era solo un Kecleon a fare da mercante in quel piccolo paesino, il quale si occupava di vendere qualunque oggetto. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, tuttavia, i due esperti negozianti chiesero al cugino meno esperto, due anni prima, di scambiarsi punti di vendita, come una sorta di "scambio culturale" per formarlo, lasciandogli in gestione il negozio di Borgo Tesoro nella Terra dell'Erba. 

Il cuginetto accettò di buon grado il trasferimento, non tenendo conto dei fior e fior di turisti ansiosi di visitare il villaggio natale di Rukio, un'occasione che, invece, i due furbi senpai non mancarono di cogliere al volo. 

A differenza del mondo umano, culturalmente i nomi avevano un meccanismo differente nel mondo Pokémon: normalmente ci si salutava usando quelli delle proprie specie, come Arcanine e Quagsire, ma i genitori dell'individuo potevano dare anche un nome proprio per dare la possibilità al proprio pargolo di differenziarsi dai suoi simili, famigliari o semplicemente altri pokémon appartenenti alla stessa specie che fossero. 

Tuttavia, a differenza della nostra realtà, non erano tenuti a mantenere quel nome, e nemmeno l'atto di assegnare quel semplice titolo era comune, ma era molto raro, soprattutto tra i pokémon che vivevano nei dungeon. 

In comunità selvagge e non riunite in una sorta di civilizzazione, come il caso dei villaggi, l'espressione dell'individuo era vista negativamente, come un pericolo per la solidità di un branco. 

Il concetto di nome pokémon è meno solido del nostro, tanto è vero che, al rifiuto del nome, esisteva anche l'opposto: il singolo poteva decidersi di darsi un nominativo come simbolo della propria individualità, a discapito dell'armonia della comunità nel caso selvatico, mentre nel caso che chiamerò "civile", ciò esprimeva una sorta di affermazione del proprio onore, come la dichiarazione di un obiettivo da raggiungere. 

Non solo: se più pokémon cominciavano a chiamare con lo stesso epiteto un individuo, questo veniva considerato come tale, andando a costituire quello che noi definiamo "secondo nome", o "cognome". 

Stava sempre all'individuo se decidersi di mantenere tali nomee, ma non essendoci un modo per regolarizzare l'identità, come un documento, spesso e volentieri si manteneva quello che le proprie azioni caratterizzavano. 

In un mondo popolato da eroi, combattenti, anche di malavitosi e criminali, spesso e volentieri conveniva mantenere ciò che la propria leggenda gli offriva, per dare alle masse qualcosa su cui ricordare le proprie imprese, sia nel bene che nel male. 

Nel nostro caso, i due fratelli si erano creati dei nomi semplici per essere ricordati soprattutto tra i loro simili. Come potevano non avere una simile pretesa? I due gemelli diversi, uno verde come i suoi coetanei e l'altro rosa, si diedero rispettivamente i nomi Midorima e Fujito, contenenti i loro rispettivi colori. 

Conosciuti come i più abili mercanti tra i Kecleon, non c'era un qualcosa che, insieme, non avessero e che non avrebbero potuto vendere, talmente tanto erano capaci nelle moine e nelle offerte a trabocchetto. Avrebbero anche potuto conquistare tutto il mercato, se non fosse per l'enorme scoglio determinato dalla loro indole litigiosa.

- LO SAI CHE NELLA TERRA DELL'ACQUA L'INVERNO VIENE PRIMA? E CHE FA MOLTO FREDDO? HO BISOGNO DI UN LANCIAFIAMME PER RISCALDARMI! E MI CHIEDI DI COMPRARLA? A TUO FRATELLO? SEI UN BUZZURO SPOCCHIOSO ED EGOISTA!

- COME TI PERMETTI DI PARLARE COSI' A TUO FRATELLO MAGGIORE?! SE LA VUOI ME LA DEVI COMPRARE!

Midorima era il fratello maggiore, specializzato in bacche, semi e Macchine Tecniche, conosciute anche come MT. Durante il loro battibecco, questo abbassò il tono di voce, per sembrare dalla parte della ragione e punzecchiare ironicamente il fratello minore.

- È risaputo che l'emporio delle mt dei fratelli Kecleon non fa sconti a nessuno, te compreso, mio caro!

Tuttavia, Fujito copiò la mossa del fratello. Il fratello minore, specializzato in sfere, strumenti legalizzati dalla Società Esplorativa, non era da meno quando si trattava di convincere a parole. 

- PUAH! Peró ti fa comodo che ti presti le mie Arraffasfere quando devi trovare nuove merci per il tuo mercatino da quattro soldi, eh?!?! Le mie luccicanti e splendenti sfere sono molto più utili dei tuoi MISERI trucchi da prestigiatore, che non solo sono utili raramente e solo per casi eccezionali, ma per pagarli come minimo devi farti prosciugare tre litri di sangue! Nemmeno uno Zubat potrebbe ardire a tale banchetto!

- MA COME TI PERMETTI? Fino a prova contraria, il terreno sul quale stai vendendo quei pezzi di vetro lo sto affittando io! Potrei sfrattarti quando voglio e non basteranno cento delle tue Tergisfere a farmi cambiare idea!

- Fino a prova contraria, il terreno sul quale i tuoi sudici piedi da rettile rinsecchito quale sei si stendono ogni sera lo sto affittando io, e non basteranno tutte le tue MT a farmi cambiare idea!

Entrambi persero il gioco.

- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MAGGIORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARMI E RISPETTARMI!

- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MINORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARE LE MIE ESIGENZE ED AIUTARMI!

- FINO A PROVA CONTRARIA...

- Fino a prova contraria, state disturbando per l'ennesima volta la quiete di questo villaggio... Non è consono che i negozianti più intraprendenti e abili tra i Kecleon diano un brutto esempio ai negozianti più inesperti. Non potreste calmarvi una buona volta?

- CHE VUOI, RAZZA DI FILIBUSTIERE?? CERCHI ROGNE?

In quel momento, Il fratello maggiore si giró di scatto, pronto ad assestare un pugno sulla faccia del malcapitato ambasciatore di pace.

- G-Gulp!

- A-ah...ah...ah....

Tuttavia, egli si bloccò all'istante. Divenne immobile come la pietra, quasi volesse imitare quelle antiche statue della Terra dei Deserti, che i bambini temono e i cui racconti tormentano i loro incubi più profondi. Tale fu l'effetto che l'apparente dolcezza di Goodra suscitò nel suo cuore. 

Se ti ricordi del piccolo Goomy della scuola di Borgo Quieto, rammenterai anche di quanto fosse impacciato e debole. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, ispirato dal suo ex compagno di classe Rukio, decise di allenarsi da solo dopo la scuola per diventare più forte. Dopo un anno, era diventato talmente abile negli scontri da diventare il capo ufficiale del villaggio di Borgo Quieto o, se vogliamo dirlo in altri termini, il suo sindaco. 

Era di natura molto gentile e generosa normalmente, ma sapeva diventare molto autorevole quando si trattava di far rispettare la tranquillità del villaggio, facendosi forte di una prerogativa letale: una cattiveria sinistra da far accapponare la pelle.

- Dovreste cercare di andare più d'accordo: sarebbe carino se la smetteste di litigare una volta tanto...

- C-ci scusi, signor Goodra. Siamo... p-profondamente dispiaciuti per la piccola p-parapiglia che stavamo scatenando. Le assicuriamo che non accadrà più d'o-ora in poi!

- V-ve lo promettiamo....

I due risposero con riverenza e paura nei confronti di Goodra, proprio perché sapevano di cosa era capace. Il sindaco non si scompose più di tanto, e rispose in modo cordiale, ma con un'ombra di malizia che infuse in loro un freddo terrore.

- Bene, molto bene! Sono davvero contento che la pensiate così! Un buon clima all'interno del villaggio rallegra lo spirito e il cuore, e può essere scosso molto da inutili litigi come questo. È per il bene di tutti che non accada più! In fondo... è soprattutto per il vostro bene...

*****************************************************

- Tsè... che seccatura... Come è possibile che sia così in ritardo?

Centosettantesimo anno del Drago, ore 9.30. In mezzo ad una radura sconosciuta, a cavallo tra i Picchi Torreggianti e la Grotta Agevole, due figure sconosciute erano immerse in un verde spento, spazientendosi a causa di un effettivo ritardo di un terzo membro.

- Dannazione... Dove diavolo è finito?

- Che vuoi che ne sappia io? - disse la seconda figura, - Lo sai com'è... Forse avrà qualche Kriketot nella testa. Non è la prima volta che succede. Aspettiamo ancora un po'.

Il compagno si grattò la testa, annoiato dall'eccessiva quiete che stava passando, per via dell'attesa. 

- Abbiamo aspettato abbastanza... - disse, - aveva detto di trovarsi qua per il nuovo allenamento. Ma...

Alzò lo sguardo al cielo, con il viso di chi veramente non ce la faceva più.

- Ci sta veramente mettendo tanto... per una semplice distrazione.

Mentre sorseggiava tè da una tazza di ceramica decorata con stemmi a fiore, il secondo pokémon si innervosì, sputando con veemenza la dolce bevanda che stava ingerendo.

- PFFFFFFFFFFFFFFF! P-p-parbleu! Allenamento!?! E' per questo che siamo qua?! Me ne ero completamente dimenticato!!

Devi sapere, mio caro lettore, che non tutti gli esploratori del mondo Pokémon avevano una personalità consona e formata dal punto di vista dell'esperienza. Come un cavallo pazzo, talmente incognito da rendere rischiosa qualunque puntata, questi individui avevano dei comportamenti imprevedibili, che ben si allontanano dall'affidabilità che dovrebbe avere un membro della Società Esplorativa. 

Se ti dicessi adesso che, questi due pokémon, erano i compagni fidati del nostro protagonista Rukio, e quindi i nuovi membri del Team Skyraiders, probabilmente non mi crederesti mai. 

Quello che sembra avere dei ramicelli al posto delle braccia con qualche foglia attaccata si chiamava Kenji *: era un Grovyle esperto nei combattimenti ravvicinati, e quelle stesse foglie che aveva sulle braccia, che più che armi sembravano più utili per quegli sballi vietati dai nostri affettuosi genitori, le usava come spade. 

Utilizzava quelle anche come pugnali da lancio, raramente, visto che non era consono al suo stile di combattimento. Inoltre, nonostante le grandi abilità combattive, era un ottimo erborista, esperto in quelle energizzanti.

- Seriamente, froggy? - disse il Legnogeco, - per quale altro motivo dovremmo essere qua?

- E-esplorare... un nuovo dungeon? - Rispose quello, distogliendo lo sguardo. 

- Non attacca fare il finto tonto, con me... 

- Uff... Come vuoi...

La seconda figura prese dalla sua teiera di porcellana dell'altro liquido verdastro, versandosela nella tazza. 

- Parli tanto con quella bocca larga che ti ritrovi, ma sei sempre distratto... Non sapevo conoscessi Amnesia... Davvero: uno Slowpoke potrebbe esserne invidioso.

- Rilassati... Mon Dieu... Dovresti limitarti alle tue foglie, come oggetti taglienti. Nessuno si lamenterà se sono così disattento, no?

Nel mentre rispondeva al suo compagno, l'eccentrico sconosciuto rimise il suo set da té nella Borsa dell'Esploratore, accessorio dei team utilizzato per gli strumenti.

- Non mi sembra... che io ti dica qualcosa riguardo alla tua coltivazione di Baccakebia (*), o del fatto che debba sopportare le tue sinfonie notturne. 

- Cosa? 

- Non non non non... se ti conoscessi, troverei davvero difficile sopportarti. Sia lodato il nostro capitano!

Si mise le mani in preghiera, simulando una voce femminile. 

- Quale buon anima ha il nostro capitano per sopportare tale babbuino senza cervello... tale bellimbusto senza classe... tale plebeo senza bon ton, tale-

Non fece in tempo a finire la frase che Kenji gli era già balzato addosso puntando il suo Fendifoglia quasi a sfiorargli il collo. Il pokémon Legnogeco fu abbastanza egoista da questo punto di vista, se consideriamo il fatto che aveva iniziato lui la provocazione.

- Punto primo: tappati quella boccaccia se non vuoi diventare fertilizzante per le Baccakebia che odi così tanto.

Il suo compagno si paralizzò sul colpo.

- EGH!

- Secondo: rimandiamo i giochi a più tardi, e concentriamoci sul trovare Rukio. Non è da lui venire meno alle promesse.

- L-L-L-LEVAMI DI DOSSO LA TUA FOGLIA! 

Chiamala sfortuna o fortuna, l'unica cosa che era riuscita a terrorizzare seriamente fino a quel momento Shinso * era proprio l'indole aggressiva del suo carissimo compagno... 

Non si presentava come un grande avventuriero: parlava a sproposito, non gli piaceva sporcarsi le mani e non voleva combattere. Se fosse stato per lui, sarebbe stato tutto il giorno steso su un telo da picnic, sorseggiando tè e sgranocchiando muffin alla Baccacrela, i suoi preferiti, godendosi la brezza tra le fronde degli alberi. 

Detto in parole povere, era il classico tipo tutto fumo e niente arrosto, devoto alla tranquillità più che al combattimento. Ma nonostante ciò, non bisogna cadere nel tranello di considerarlo una nullità totale, né tanto meno sottovalutarlo in una lotta: se il nostro Kenji possiamo paragonarlo ad un abile spadaccino, Shinso era un grande maestro ninja tra i Frogadier. 

La sua velocità e i suoi rapidi riflessi lo rendevano quasi impossibile da colpire, come se le sue mosse elusive non fossero già un problema per chiunque lo affrontasse. Era molto più facile inseguire un Froslass in una tormenta che riuscire a mettere all'angolo il pokémon Schiumorana. 

Se non fosse per questo però, molto probabilmente sarebbe riconosciuto solo per essere un gran chiacchierone e, se pensi che l'emicrania sia fastidiosa, vuol dire che non avevi ancora conosciuto lui.

- JE'SUS-CHRIST! A-Ammetto di aver esagerato con il mio discorsetto... ma caspita! Dammi il tempo di reagire, no?! - Disse puntando il dito molliccio verso il Grovyle, - se vogliamo collaborare come il capitano vorrebbe, dovresti smetterla di puntarmi le tue foglie addosso! 

- E' l'unica cosa che mi trattiene dal picchiarti sul serio... froggy viscido, - disse lo spadaccino, incamminandosi verso una destinazione non definita. 

Un sorriso malizioso comparve sul volto della ranocchia. Vide in quel piccolo sprazzo di tensione la possibilità per un ultimo tentativo.

- Mon dieu... - esordì, spavaldo, - Siamo una squadra e battibecchiamo manco fossimo Seviper e Zangoose! Davvero: la tua Baccakebia serve a qualcosa o hai intenzione di coltivare qualcosa di serio? Io propongo della Baccamilla (*). Ti farebbe tanto bene, sai?

In risposta alla provocazione velata del suo compagno, il Legnogeco si girò di nuovo verso di lui, incupendo lo sguardo, come un leone in procinto di balzare addosso alla sua preda. 

- Non ho capito... Questo è un tentativo di fare pace... o un altro modo per prendermi per il c**o?

- Cracracra! Indovina...

Non ci fu bisogno di ulteriori mezzi termini. I due si picchiarono a vicenda, tirando le foglie di uno e mordendo le braccia dell'altro. Più che un combattimento Pokémon, sembrava una zuffa tra gatti in calore che si stavano contendendo le grazie della micetta adocchiata. 

Ti chiedo perdono in anticipo, mio caro lettore, se ti tocca leggere questo disdicevole spettacolo, ma purtroppo non sempre il narratore ha il pieno controllo dei personaggi e non sempre si evolvono come avrebbe programmato. Avevo provato più volte, quando avevo scritto questa storia, a reprimere questa loro natura litigiosa, ma ogni volta sembrava che fossero fatti per discutere ed azzuffarsi. 

Alla fine sono arrivato ad accettare questo fatto: nemmeno un genitore riesce sempre a controllare il proprio figlio, soprattutto quando le emozioni prendono il sopravvento. Nonostante questi atteggiamenti infantili, però, i due erano in grado di sostenersi l'uno con l'altro, e volente o nolente nessuno dei due avrebbe potuto fare a meno del suo compagno: questo te lo posso dare, come sorta di garanzia. 

Dopo qualche minuto di lotta senza criterio, il Grovyle e il Frogadier si staccarono l'uno dall'altro.

- Che seccatura... - disse il Legnogeco, - per quanto divertenti non mi soddisfano affatto queste zuffe...

- Sei tu che l'hai proposto, Mon Dieu! Anf anf... Te l'avevo detto che era una pessima idea!

Le vene della testa dello spadaccino si inarcarono furenti.

- COSA?! MA SE SEI TU CHE HAI COMINCIATO!

- EXCUSE MOI?! SEI TU CHE HAI COMINCIATO, DRAGO MANCATO! IO HO SOLO CONTINUATO

- AH?!?!?!

Secondo queste premesse, di lì a poco sarebbe dovuta scoppiare un'altra rissa dal nulla, passando però alle maniere forti per riuscire a soddisfarsi l'un altro. Ciò non accadde, fortunatamente da un lato e sfortunatamente da un altro. 

- (Presto... p-presto! Devo trovare qualcuno!) anf... anf.... 

Una signorina dall'aspetto da roditore, stava correndo a perdifiato per tutto il bosco, in una evidente ricerca di aiuto. Nel momento in cui arrivò vicino ai due, questi stavano per riprendersi a pugni. Noncurante della situazione, Pikachu fece appello a tutte le sue forze per richiamare la loro attenzione. 

- E-EHIIII! VOI DUE! EHIII!!!

- CHE VUOI TU?!

Ella era talmente in ansia e affaticata che fece fatica a parlare.

- VI PREGO, AIUTATEM-MI!! VI PREG-GO! VENITE CON ME! E' SUCCESSA... UNA COSA ORRIBILE! AIUTATEMI VI PR-REGO!

Nonostante la richiesta di soccorso, i due non avevano intenzione di chiudere la faccenda in quel modo, talmente forte era la loro indole alle scazzottate. 

- Uff. È passata in un brutto momento... Proprio ora che mi stavo divertendo... Puoi aspettare un po'?

- Non avevo ancora iniziato a fare sul serio e pretendi di divertirti? Mon dieu... 

- V-vi scongiuro....

Il Frogadier guardò con sguardo inquieto il suo compagno Grovyle, sapendo che questi non avrebbe accettato di chiudere l'incontro con una semplice interruzione. 

- Ehi Kenji... credo... 

Sebbene a malincuore, il Legnogeco lasciò il petto della Schiumorana, conscio della priorità che spettava ai due eventi. Per riuscire a calmarsi e riuscire a svolgere il compito a mente lucida, fece un lungo respiro profondo, prima di rispondere alla topina elettrica. 

- Tch... come volete. Facci strada, Pikachu: ci penseremo noi. E spero per te che sia importante...

Seguendo l'invito del Grovyle, non si dilungò in spiegazioni: iniziò a correre verso la direzione da cui era venuta, senza preoccuparsi di essere seguita. Per fortuna, Kenji e Shinso non facevano parte della categoria dei pokemon lenti, e riuscirono a tenere il passo con il topo elettrico.

- Anf...Anf...Anf... Parbleu! Ma perché la gente deve correre così? Non poteva andare più piano, ora che ha trovato soccorso? - disse sottovoce al proprio compagno. 

- Zitto e cammina... Maledetto Froggy... 

I pokémon arrivarono fino ad una tenuta in mezzo ad una prateria nel mezzo del tragitto tra Borgo Quieto e Brusilia. Ciò che li aspettava, era qualcosa di inusuale persino per loro. Un team di avventurieri di solito riceve richieste come salvare altri pokemon, trovare oggetti o tesori... Qualche volta anche arrestare quei "cattivoni" che fanno tanto paura. Questo, invece, usciva dai ranghi della normalità.

- P-P-PARBLEU! 

- M-ma che diavolo...

Quello che si ritrovarono davanti poteva essere paragonato a ciò che rimane dopo che uno tsunami era andato a sbattere contro una spiaggia con violenza. La tenuta era completamente distrutta, il recinto che la circondava completamente bruciato, il prato raso in vari punti del suolo. 

La cosa più preoccupante e strana era l'innumerevole quantità di pozzanghere violacee sparse per il prato, le quali emettevano un odore nauseabondo. Sicuramente, se i tre pokémon avessero annusato a lungo la puzza emanata, sarebbero svenuti sul colpo.

- Blurp! Mi sto sentendo male... Jesus...

- Ma... quando è successo tutto questo?

- N-non lo so con precisione... Mi ero alzata normalmente come tutte le mattine. Oggi dovevamo fare la lezione all'aperto sulle mappe... Quella che vedete è la tenuta di legno che utilizziamo per queste occasioni... Volevo farli disegnare davanti ad un paesaggio da cui potessero prendere ispirazione... Alle otto siamo arrivati qui con tutto il materiale che ci serviva, e stavo facendo a loro una presentazione con gli aspetti più importanti... Come potete vedere ci sono matite, fogli e pergamene sparse ovunque...

Infatti, alcuni appunti erano rimasti tra le pozzanghere, altri invece erano completamente distrutti. Non sembravano rovinati da un eventuale combattimento, ma piuttosto sembrava che chiunque fosse passato di là si fosse divertito a strappare e bruciare i fogli sparsi, pergamene comprese.

- E... poi?

- Ad un certo punto, Sewaddle si è sentito male  ed è svenuto a terra. I ragazzi si sono spaventati, mentre io ho provato a rianimarlo con un Tuonoshock. Ma... prima di poterlo fare... ho perso i sensi anche io! E... Sniff... q-quando m-mi s-sono svegliata... ERANO SPARTITI!!!! E-ERANO SPARITI TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!

La preoccupazione per i suoi studenti e la rabbia per non aver potuto fare niente per evitare tutto questo erano ciò che sporcava l'animo della povera Pikachu in quel momento. Esplose in un pianto disperato, sotto gli occhi del team Skyraiders. 

Le lacrime non davano cenno di fermarsi: il misto di emozioni che provava la stava tormentando visceralmente, come un Cubone rimasto orfano della propria madre. I due compagni non sapevano dove guardare, combattuti tra la tristezza per la povera maestra e la rabbia per un'azione tanto vile e disonesta quanto priva di senso. 

Nell'aria si sentiva ancora aleggiare la Tossina usata per mettere fuori combattimento Pikachu  e i piccoli pokémon, la qual mossa era talmente nauseabonda che distrasse Shinso e Kenji dalle emozioni del momento. Il Frogadier si mise ad osservare le pozzanghere: erano viola marcio, e fumavano per l'azione corrosiva sul prato. Forse era stata quello stesso potente veleno a bruciare il recinto di protezione tutt'intorno.

- Probabilmente è stato un pokémon sempre a contatto con la spazzatura, - commentò la Schiumorana, - non è una Tossina qualunque... È molto potente: ne sento ancora l'odore sebbene sia passato tanto tempo. Mondieu... È da quando siamo arrivati qui che mi sto sentendo male...

Dal momento in cui avevano messo piede in quel luogo, i due non avevano tolto la mano dal proprio naso, talmente forte era la puzza della pericolosa melma.

- Già... mi sto sentendo male anche io. Chiunque sia stato non si è trattenuto...

- Parbleu... Abbiamo una bella gatta da pelare qua. Ma... non sarà un problema! - Continuò, rivolgendosi alla maestra, - sei stata fortunata ad aver incontrato noi! Ti aiuteremo! Giusto Kenji?

Il Grovyle fece un sorriso beffardo, la sua reazione comune di fronte ad una nuova sfida.

- Ovviamente. Dovresti conoscermi... Non c'è neanche bisogno di dirlo.

- Allora è deciso! 

Sempre rivolgendosi alla maestra, il Frogadier si voltò verso di lei completamente, cercando con il suo sguardo allegro e spensierato di rassicurare la povera insegnante. 

- Demoiselle Pikachu: non sa niente che potrebbe aiutarci a trovare i colpevoli? Tipo qualcosa di insolito o un'idea di chi potrebbe aver fatto questo?

Pikachu cercò di rispondere bene, nonostante il pianto la limitasse.

- P-purtroppo... no... mi dispiace... non sono nemmeno in grado di potervi dare una mano... S-sono un fallimento come insegnante...

Era più forte di lei: la tristezza e la preoccupazione, misto al suo senso del dovere, stavano ledendo con ferocia lo spirito della piccola roditrice.

- N-nel momento del bisogno, non sono stata in grado di salvarli... non sono n-nemmeno s-s-tata in g-grado... d-di...

- STAI ZITTA! 

Kenji non riuscì più a sopportare le lamentele della maestra. Se c'era una cosa che lo faceva arrabbiare, era quando altri pokémon piangevano più del dovuto, lasciandosi corrodere dalla disperazione invece di affrontare il problema. 

L'urlo di richiamo fu talmente forte da spaventare la piccola pokémon e zittirla all'istante. Shinso era contrario a questa maniera maleducata del Grovyle di risolvere le situazioni, rompendola con prepotenza e aggressività. 

Tuttavia, riconoscendo il valore delle sue intenzioni, lasciò che il suo compagno si occupasse di raddrizzare il debole spirito di quella.

- PER QUANTO ANCORA HAI INTENZIONE DI FRIGNARE? PENSI CHE PIANGERE AIUTERA' I TUOI ALUNNI A TROVARE LA STRADA DI CASA?! EH?! RIPRENDITI!

La Pikachu, a fatica, cercò di trattenere le lacrime il più possibile. La strigliata l'aveva scossa dal profondo dell'animo e, per la paura di fare innervosire più del dovuto quell'enorme lucertola verde, si chiuse la bocca come se fosse cucita, cercando di non far uscire il benché minimo suono. 

- Non hai bisogno di piangere inutilmente, - continuò l'ammonitore, - dovresti essere un punto di riferimento verso i tuoi studenti... Se mostri paura per prima loro non faranno altro che imitarti, e l'ultima cosa che vuoi è crescere dei rammolliti, giusto? Fatti coraggio e riuscirà ad aiutarli sul serio...

Le incredibili parole calde del Legnogeco risuonarono nella sua anima come una goccia d'acqua al centro di un lago: rimase immobilizzata a bocca aperta, talmente tanta era la confusione del tramutarsi della paura in rispetto. Dal canto suo, una volta detta quella frase, Kenji diede le spalle alla pokémon Topo e si rivolse al suo compagno.

- Andiamo. Il capo può aspettare.

- Sei un gran maleducato... lo sai?  - commentò Shinso, - era proprio necessario urlare in quel modo davanti ad una signorina? Potevi dirlo in un altro modo... 

Per placare definitivamente il cuore della maestra, il Frogadier si rivolse a lei, mettendole la zampa destra sulla spalla sinistra e abbassando la testa al suo livello. 

- Perdoni il mio compagno... Ha un cuore gentile quando vuole, ma è un po' grezzo. Non ha nulla di cui preoccuparsi! Parola mia: ritroveremo i piccoli e li riporteremo a casa. Ok? Glielo prometto. 

L'approccio della Schiumorana fu completamente diverso: per dire le sue parole si era avvicinata a lei sia fisicamente che spiritualmente, quasi come se con quelle parole volesse abbracciarla cautamente. Un discorso insolito da un pokémon vigliacco e pigro come lui. 

Molto probabilmente il lavoro sporco avrebbe dovuto farlo il suo compagno. Che diritto aveva lui di dire parole del genere? 

Ipocrita o no, quella voce calda e nostalgica risuonò sincera e affidabile alle orecchie del topo elettrico, facendola riprendere dallo shock. Capì che era inutile continuare a piangere, e decise di porre fiducia nei pokémon che aveva lì davanti.

- S-sniff... V-va bene... - disse asciugandosi le lacrime, - M-mi fido di voi... G-grazie mille. S-se posso darvi una mano...

Kenji si rivolse a lei facendole notare il miglioramento, come un padre che dopo la sgridata al figlio voleva complimentarsi con lui per aver corretto i propri errori.

- Eheh... già va meglio. Se ci vuoi dare una mano... potresti spargere la voce a Borgo Quieto? Lo so che sarà difficile per i genitori, ma forse ci potrebbero dare una mano e dare qualche indizio. Fai del tuo meglio.

- Ok! - Rispose quella, - contate su di me!

- Tres Bien! Tienici al corrente! Noi intanto torniamo in base a preparare il tutto per la missione!

Il Grovyle non comprese per quale motivo dovessero tornare in base a Brusilia, in un primo momento. 

- Missione?

- Excuse moi? Seriamente? Che altro dovrebbe essere? - Disse quello, spalancando le braccia al cielo, - Si tratta di rapimento: credi davvero che siano nascosti nei dintorni?

- Ehi ehi... sei tu quello che dice cose senza senso... 

Kenji afferrò uno dei fogli inzuppati di melma, tenendolo per il lato pulito.

- Se troviamo degli indizi qua intorno non credo dovremmo  cercare a lungo... Come fai a dire che tutto ciò richiede l'esplorazione di un dungeon?

La Schiumorana si mise una mano sulla testa, in risposta all'ingenuità del suo compagno. 

- Mon dieu... usa il cervello una volta ogni tanto! Hanno rapito degli innocenti piccoli pokémon utilizzando potenti tossine; hanno scompigliato tutta la classe, come se fosse divertente spaventare chi avrebbe trovato questo cumulo di macerie; hanno lasciato qua Pikachu: hanno risparmiato un testimone che, nonostante molto parzialmente, ha un'idea di quello che  è successo qui! È chiaro che, chiunque gli abbia rapiti, voleva che qualcuno li trovasse e ci avrà lasciato,  quindi, sicuramente un indizio per trovarli. Penso che dobbiamo dare per scontato di trovare qualcosa, e prepararci il resto. Senza contare che non sappiamo dove gli abbiano portati... E se ci tendessero un imboscata ipoteticamente? Non possiamo iniziare senza i dovuti preparativi. Non sei d'accordo?

Attorno al Legnogeco si formarono degli uccelletti gialli disegnati a scarabocchio, sinonimo della confusione più totale nei confronti del lungo monologo. 

- Mi sono... perso... Per me parli troppo...

- Mon dieu... Ancora non capisco perché ti porto appresso...

- Veramente... sei tu che mi stai appiccicato...

- EXCUSE MOI??!

- Lascia perdere... Andiamo a fare i preparativi. Anzi.

Kenji cambiò idea all'ultimo. È un tipo a cui non piace parlare tanto, ma non esattamente uno stupido.

- Io rimarrò con Pikachu. Se siamo in due a cercare indizi faremo prima. Se noi del GIP non siamo in grado di cercare indizi...

Shinso tirò un sospiro di sollievo. 

- Qualcosa di intelligente l'hai detto alla fine... Va bene. Allora rimani qui. Entro un'ora dovrei riuscire ad arrivare a Borgo Quieto con tutto il materiale. Non ti preoccupare: li riporteremo qui! puoi contare su di noi! - Disse infine rivolgendosi anche a Pikachu.

- Andiamo, donna. Iniziamo da qui velocemente e poi chiederemo al villaggio.

Centosettantesimo anno del drago, ore 9.45. 

- G-grazie! A-andiamo!

I tre pokémon si separarono, scolpendo il primo cardine di quello che sarebbe stato l'inizio delle Cronache dell'Oricalco. La storia vera e propria iniziò così: da un caso anormale e bizzarro di rapimento, con altrettanto bizzarri protagonisti, completamente ignari di ciò che li aspettava, con uno spettatore altrettanto ignaro di ciò che sarebbe accaduto quel giorno e quelli dopo. 

Non ti preoccupare, mio caro lettore: non dovrai attendere molto per scoprire come prosegue questa storia iniziata un po' a caso, senza neanche un concetto ben definito della trama che stai per leggere. 

Nonostante il mio divertimento nel tenerti all'oscuro delle cose più importanti, sono un autore relativamente buono, e presto quasi tutti i tuoi interrogativi verranno risolti. Per il resto, se vorrai farti una pausa, sarò ben lieto di assecondare i tuoi desideri. 

Per ovvi motivi, non posso farlo fisicamente, ma fai finta che ti abbia preparato una bella tazza di tè verde. Avrai bisogno di berne molte, durante il tragitto...


*********NOTE DELL'AUTORE*********

- Explaining:

1) Yamachi Yamiscilla ha nei discorsi le s e il suono gi cambiati con le z, le r cambiate con le v e il suono ch cambiato con k. Questo perchè ho cercato di dargli un accento tedesco;

2) Yamachi Yamiscilla ( 山地 闇 シッラ) è uno scienziato pokémon: il cognome Yamachi è utilizzato in giappone, ma l'ho usato perchè ya mi ricorda yami di oscurità e hachi che vuol dire otto (è un pokémon piovra, quindi l'otto mi è sembrato un ottimo riferimento). Yamiscilla deriva sempre da yami, mentre -scilla è riferito a Scilla, uno dei due mostri narrati nell'Odissea di Ulisse;

3) Elemental Laser è una delle tante invenzioni del dottore. Il suo funzionamento verrà spiegato in un altro momento;

4) La Baccakebia è un frutto che, se tenuta durante un attacco di tipo Veleno, ne riduce l'efficacia. Tuttavia, non è questo il motivo per cui Kenji le coltiva.
La Baccamilla, invece, se consumata, induce pesante sonnolenza. Essiccata può essere utilizzata nell'acqua calda per fare una camomilla dall'aroma dolce, i cui effetti non sono immediati come da fresca. E' la bacca preferita di Shinso, di cui non può farne a meno. 

- Legenda:

Haō no shuken (覇王の主権): Supreme King's Sovereignty, Sovranità del Re Supremo.
Amakudari (天降り): Imposition, Imposizione.
Midorima (緑間) :  spazio verde, Green space.
Fujito (藤戸): Porta Fucsia, Wisteria Door.
Kenji (剣​兒): Figlio della Spada, Sword Child.
Shinso (心操): Manipola-cuori, Heart-Manipulator.

- FAQ:

 - Curiosità: 

Il nome di Shinso non è stato deciso in ispirazione ad Hitoshi Shinso di Boku no Hero accademia all'inizio, ma da un cambiamento di Shichō, che vuol dire "maestro". Sicchè il personaggio è ispirato ad un ninja, ho pensato che fosse un nome carino. Tuttavia, dopo che il personaggio sopracitato è venuto alla luce, ho deciso di tenergli quel significato di Manipola-Cuori, perchè si adice di più alle fattezze del personaggio, di cui non aggiungo altro per evitare spoiler non necessari.


   
 
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