Videogiochi > Final Fantasy - Dissidia
Ricorda la storia  |       
Autore: DanieldervUniverse    03/04/2018    4 recensioni
Senza pretendere chissà quale discussione seria o scontro di ideologie pratiche, vediamo come se la cavano Squall e Firion in situazioni analoghe coinvolgenti il loro (si spera un giorno) intimo rapporto con Lightning (che alla fine la vogliono sempre tutti. Povera amore).
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Firion, Lightning, Squall Lionheart
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota dell’Autore: Non mi sono dilungato troppo nella spiegazione del perché, per cosa e per come questa cosa è successa. Quindi mi prendo qualche altra riga per dirlo: dato che ormai il fandom Dissidia è diventato composito tra la vecchia e la nuova corrente amorosa per Lightning (perché giuro prima eravamo tutti pro Firion) ho deciso di tirare fuori dalla naftalina un vecchio progetto: sarebbe più coerente, al di fuori dei propri gusti personali, che la spuntasse Squall o Firion? Provo a mettere a paragone i due in situazioni analoghe, e vediamo cosa esce fuori.

Black: Mi spieghi allora perché devo farti il commentario?

AN: Ah, giusto, avevo dimenticato. Tu devi solo stare li buono, va bene?

BN: …

AN: Fantastico! Ora passiamo alle cose serie…


#01 Una giornata tipica?

Squall

Lightning era quasi la compagna perfetta per andare in missioni di ricognizione e o di combattimento: non si lagnava, sapeva badare perfettamente a se stessa, aveva un ottimo istinto da soldato, per cui non serviva darle ordini come ad un inetto gallinaccio con capelli a punta (da dove gli era uscita poi questa immagine? Mah), era sempre in orario e sopratutto parlava lo stretto indispensabile.
‘Quel fiume è guadabile’, ‘Il vento soffia da nord, arriva maltempo’; ‘Controllo che nessuno ci stia seguendo’ erano frasi tipiche, a cui bastava un cenno del capo o una frase semplice per rispondere. Sapevano già cosa fare, era una sincronia incredibile: Lightning poteva leggere il messaggio nei suoi occhi come lui in quelli di lei, e reagire con una sicurezza e una precisione unica. Dire che il SeeD fosse ben lieto di farsi accompagnare da lei invece di Bartz o Gidan, che lo ficcavano in situazioni scomode ed imbarazzanti tre volte ogni due, era dir poco; e poi ogni volta che i due ne avevano occasione non si risparmiavano nel tartassarlo di domande: ‘Lightning qui’ ‘Lightning là’ ‘Quali mutandine porta?’. Oh Hyne santissimo cosa c’era di così interessante tra lui e Lightning? Erano due soldati che facevano il loro dovere e basta. Insomma, non era mica strano che un uomo e una donna addestrati fossero capaci di lavorare assieme.
-Squall- l’approcciò Laguna una sera, con un taccuino e una penna in mano -Posso farti una domanda?
-Da qui te la cavi da solo vero, scolaretto?- chiese Lightning, lanciandogli un’occhiata di scuse mentre cercava di dileguarsi in fretta prima che l’uomo iniziasse a parlare (perché quando Laguna chiacchierava nemmeno Squall riusciva a farlo stare zitto).
-Non darmi dello scolaretto- replicò lui, soffocando un sospiro scocciato per l’appellativo. Erano pari in tutto, ma siccome lei erano più anziana si divertiva a dargli del pivello. Tch.
-Avrei una domanda riguardo a Lightning.
“Non anche tu...” si disse nella sua mente il SeeD, temendo l'imbarazzante valanga di domande che ormai sapeva a memoria “Vuoi vedere che Gidan gli ha chiesto di investigare per lui?”.
-Sapresti dare una motivazione al perché tu e Lightning lavorate bene assieme?
-Sono un soldato. Lei un soldato. Siamo addestrati a lavorare assieme. È quello che facciamo.
Il giornalistareporterinventoreingegnerececchinocuocopistoleroscrittorecantanteballerinosoldatolatin lover e chissà cos’altro rimase a fissarlo con occhi solidi, la penna sospesa sul foglio senza che lui scrivesse niente. La tensione cominciò a diventare palpabile e Squall scoprì di sentirsi molto a disagio per le attenzioni dell’altro.
-È tutto qui?- chiese Laguna.
-Sì- replicò seccamente il SeeD, sentendosi come quando un sassolino riusciva ad entrargli nello stivale. Ma prima che potesse aggiungere altro Laguna si protese verso di lui, fissandolo dritto negli occhi. Il fatto che i due fossero di altezza uguale non fece niente per diminuire l’inquietante vicinanza del compagno. Squall ci teneva al suo spazio privato tanto è più dell’essere lasciato in pace.
-Che cosa stai facendo?- chiese.
-Sai la storia per cui gli occhi sono lo specchio dell’anima?
-No.
-Ebbene intendo leggerti nell’anima per scoprire…
-Falla finita- lo interruppe il SeeD, afferrando saldamente la sua faccia con ambo le mani e spingendola a distanza di sicurezza.
-E va bene- si arrese Laguna -Dovrò chiederlo a lei.
Squall non aveva fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo che già un altro groppo allo stomaco gli si impigliò nello stomaco.
-A chi?
-A Lightning. Perché secondo lei lavorate bene assieme.
Squall sollevò il sopracciglio, sorpreso, prima di realizzare che la cosa non gli andava troppo a genio.
-C’è qualche problema?
-Gradirei chi ci lasciassi in pace- rispose Squall, appoggiandoli il Gunblade sulla spalla per sottolineare il punto. Quella storia delle chiacchiere su lui e Lightning stava cominciando a diventare seccante e aveva tutte le intenzione di stroncarla sul nascere. Laguna fece spallucce, si annotò qualcosa sul taccuino e si allontanò senza timore. Squall lo guardò andare via, realizzando solo molto dopo che il battito del cuore era accelerato di molto. Quello che era successo quella sera, quello che aveva sentito… non era normale.

Firion

Lightning era… beh era incredibile. Non andavano in missione assieme tanto spesso perché lui era troppo timido per chiederglielo, e poi Cecil e Laguna avevano bisogno del suo aiuto (tendenzialmente per non perdersi). Ma quando erano assieme aveva difficoltà a spiccicare parola, dato che lei era tipicamente silenziosa. Quanto imbarazzante poteva essere tentare di attaccare conversazione con lei? Firion non osava pensarci. Preferiva godersi il tempo che passavano assieme come poteva.
In situazioni di pericolo Lightning era sempre forte e pronta a reagire, e sapeva come combattere. Forse era un po’ avventata quando attaccava per prima, per poterlo proteggere diceva; ma Firion si fidava del suo istinto, e sfruttava l’occasione per supportarla. Il loro lavoro di squadra era molto efficace, alternando continuamente l’avanguardia e l’attacco a distanza tra loro: ora lei attaccava con il gunblade mentre lui teneva il nemico a bada con l’arco, ora lei cambiava l’arma in modalità mitragliatrice mentre Firion passava all’offensiva con una delle sue numerose armi. Persino Sephiroth aveva preferito ritirarsi piuttosto che continuare a combattere.
E poi c’erano quelle occasioni in cui i due passeggiavano in silenzio nella natura inabitata e forse inospitale. In quei momenti solitamente avevano delle lievi conversazioni, solitamente in cui la ragazza lo provocava con qualche commento sulla sua mascolinità, a cui lui rispondeva con le poche parole che gli venivano alla sua bocca balbettante. E lei rideva, ogni tanto; a volte si limitava a sorridere, e tanto gli bastava. In quei casi si sentiva abbastanza sicuro dal poterle parlare senza timori, di quello che succedeva nella guerra tra Chaos e Cosmos, tra quello che combinavano i compagni al campo, soprattutto Vaan e Laguna con i loro disastri, o al limite Gidan e Bartz.
L’argomento preferito erano le rose tuttavia. Le rose che sembravano circondare Lightning ovunque andasse, quando combatteva o quando camminava, pervadendo l’ambiente della loro fragranza che a volta gli dava alla testa. Un giorno incapparono in un prato di rose selvagge, rosee quasi quanto i capelli di lei, e si erano fermati ad ammirarle quasi senza accorgersene. Nell’idillo del momento Firion l’aveva chiamata ‘Rosa Selvaggia’, ma a voce talmente bassa che lei non se n’era accorta. Così era gettato in un lungo discorso su come paragonava la libertà a delle rose selvagge, di cui riempire tutto il mondo. Lei aveva riso, dicendo -Un uomo che parla di fiori?-, ma poi aveva annuito, ammettendo di capire un po’ meglio le cose.
Non si era mai sentito così felice ed imbarazzato come quella volta. L’aveva dovuta evitare per un paio di giorni perché ogni volta che scorgeva la sua chioma arrossiva convulsamente e il batticuore sprizzava come una freccia. Sul serio, c’era qualcosa tra lui e Lightning, ma non avrebbe mai trovato il coraggio di confessarglielo.


AN: E questo è solo il primo capitolo. Aspettate di vedere quale altre prove dovranno superare Firion e Squall per vincere il cuore della lady Rosa-Fulmine. Alla prossima. Ciao.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy - Dissidia / Vai alla pagina dell'autore: DanieldervUniverse