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Autore: KiarettaScrittrice92    05/04/2018    1 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ramier
 

La notte, al contrario di come si aspettavano, passò tranquilla e la mattina successiva Marinette si svegliò per prima, accorgendosi che stava abbracciando il ragazzo. Un po’ rossa d’imbarazzo sfilò lentamente le braccia dalla presa e si alzò, dirigendosi verso l’armadio che, il giorno prima avevano riempito con i loro vestiti.
Scelse con cura cosa mettersi per il primo giorno di lezione, finalmente sarebbe potuta tornare quasi completamente nel suo stile. Sapeva bene che Parc Citron era il quartiere dello stile femminile, rosa, da cheerleader e in cui più di tutti gli altri avrebbe imparato a muoversi sul palco, come una vera Idol. Alla fine optò per una maglietta a rosa pallido a maniche lunghe, visto il tempo uggioso di quella mattina è una gonna nera abbinata ad un paio di parigine dello stesso colore della maglia.
Adrien si svegliò poco dopo, mentre lei era ancora in bagno a lavarsi e ben presto furono entrambi vestiti.
«Pronti per il primo giorno di lezione?» fece con la sua vocetta euforica Rose, appena li vide entrare nella sala che era stata indicata loro per seguire le lezioni del professor Ramier.
«Ormai, questo è il nostro quarto corso, direi che siamo sempre pronti. – fece il biondo con un sorriso, passando una mano sul fianco della compagna – Vero, my lady?»
«Non tanto per l’esame finale, invece.» fece la corvina, storcendo la bocca ed entrambi scoppiarono a ridere.
«Vedo che come al solito fai subito amicizia, vero Rose?» intervenne un ragazzo, avvicinandosi a loro, aveva corti capelli castani e due profondi occhi blu, molto simili a quelli di Marinette.
«Ragazzi, lui è Charles, il mio partner. Charles loro sono...»
«Sulla bocca di tutti.» continuò lui divertito facendo l’occhiolino alla ragazza, facendola arrossire d’imbarazzo, mentre Adrien assottigliava lo sguardo, irritato da quel gesto così esplicito. Stava per dirgliene quattro, quando qualcos’altro attirò l’attenzione di tutti, o meglio qualcun altro.
«Su su, miei piccoli uccellini, è l’ora cominciare la lezione.» disse una voce maschile, ma particolarmente addolcita, accompagnata da un leggero battito di mani.
Nella sala era entrato quello che doveva essere il professor Ramier. Indossava un semplice completo maschile da cheerleader dai colori rosa e grigi e lo portava con talmente tanta classe e disinvoltura da farlo apparire quasi ridicolo, nonostante tutto.
«Professore, abbiamo due nuovi allievi, ha visto?» esclamò subito la bionda, saltellando sul posto e indicando Marinette e Adrien, che ancora guardavano straniti quello che per i prossimi due mesi sarebbe stato il loro insegnante.
«Oh, – fece l’uomo, quasi tubando – abbiamo due nuovi uccellini nel nido. Benvenuti.» disse con un enorme sorriso.
«G-Grazie... – rispose dubbioso Adrien, ad alta voce, per poi avvicinare la bocca all’orecchio di Marinette – Se diventerò così alla fine dei due mesi, ti prego, uccidimi.» le sussurrò, facendola scoppiare a ridere, una risata delicata e dolcissima, mentre si portava la mano alla bocca. 
Subito un sorriso si dipinse anche sul suo volto nel vederla così spensierata e divertita, era davvero adorabile, ogni volta che la vedeva per più di qualche secondo, soprattutto nei suoi momenti spontanei, sentiva il cuore balzargli in petto.
«Cominciamo con un po’ di stretching, perciò a terra, forza.» disse l’uomo con ancora la sua voce calma e melliflua, battendo le mani.
Il riscaldamento durò una buona mezz’ora, dopodiché passarono ad esercizi più seri, vere e proprie coreografie singole, di coppia o di gruppo. 
Marinette si rese conto che, più passava il tempo, più quartieri visitava a Rainbow city, più le veniva facile apprendere stili diversi e muoversi a ritmo. Una cosa era certa, la Marinette perdente e cacciata da ogni provino perché scoordinata e fuori tempo era ormai un lontano ricordo e non vedeva l’ora di dimostrare a Chloé che lei finalmente era una ragazza nuova.
A fine lezione arrivarono stanchi e sudati, ma soddisfatti; nonostante il suo modo di fare, il professor Ramier sembrava comunque un insegnate capace, esigente e le sue lezioni si era dimostrate parecchio istruttive.
«Allora? Che fate questo pomeriggio? Uscite con noi?» domandò Rose, avvicinandosi a loro.
«Uscire? Ma sta piovendo!» le fece notare Marinette, togliendosi il sudore con l’asciugamano che portava al collo.
«Qui a Parc Citron piove spesso, ma è proprio questo il bello!» rispose sempre con il solito entusiasmo la bionda.
«Tranquilla Marinette, possiamo sempre fare un giro di negozi, così rimarrai all’asciutto.» la tranquillizzò Charles, poggiando un braccio sulla spalla della sua partner.
«Andiamo principessa, tanto non abbiamo altro da fare.» cercò d’insistere Adrien, aveva proprio voglia di uscire un po' con lei, chissà magari la poggia avrebbe reso l’atmosfera più romantica.
«E va bene. – sospirò alla fine la ragazza – Ci andiamo a cambiare e usciamo, così pranziamo fuori da qualche parte.» propose
Accettarono tutti e una mezz’ora dopo, anche meno, erano fuori, con mantelle impermeabili e ombrelli, pronti a dirigersi verso la zona commerciale del quartiere. I negozietti si trovavano sempre in mezzo al verde di quell’enorme giardino, lungo il viale, ed erano principalmente negozi di vestiti e di giocattoli. 
Pranzarono ad un ristorantino molto accogliente, chiamato “Boucles d'Or”, dove ordinarono piatti diversi da dividersi, in modo da assaggiare un po’ di tutto. Ogni cosa in quel ristorante, come probabilmente in ogni altro locale della zona, era a base di limoni. Il sapore pungente di quel frutto addormentava la lingua ma allo stesso tempo dava un aroma particolare ai piatti, rendendoli più buoni.
Passarono il resto del pomeriggio a fare entra ed esci dai negozi, mentre la pioggia non accennava a smettere e continuava a picchiettare sui loro ombrelli. In fin dei conti però, sembrava che Rose avesse ragione, la pioggia non era così triste e noiosa come la ricordava a Parigi, anzi in quel luogo appariva quasi divertente e magica.

  
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