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Autore: Sam__    06/04/2018    7 recensioni
[ What If basato sui primi episodi della terza stagione, a Neverland.
Come sarebbe andata se le notti su quell'isola fossero state gelide e Regina ed Emma avessero cominciato a giocare per non morire di freddo?
SWAN QUEEN ovviamente]
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, fu diversa dalle altre.

Tardarono a svegliarsi.

Più precisamente, Regina tardò a svegliarsi e così nemmeno Emma si svegliò.

La bionda fu svegliata dalla voce di sua madre “per l’amor del cielo, svegliati!” - al quale Emma aprì leggermente gli occhi “cosa?” biascicò.

“Dimmelo tu, cosa, Emma!”

La ragazza sembrò rifletterci un attimo fino a quando il suo volto non fu colpito dalla realizzazione.

Si alzò immediatamente in piedi “non è come sembra.”

Regina si svegliò in quel momento, non avvertendo più il calore del corpo di Emma ma sentendo vocifero attorno a sé.

Desiderò sprofondare sottoterra non appena si ritrovò Snow, Charming e Killian a guardarla mentre Emma cercava di spiegarsi “avevamo freddo! Giuro che è per questo che abbiamo dormito vicine, nient’altro!”

“Perché non venivi a dormire vicino a me?” fu Killian a guadagnarsi occhiatacce da Snow e Charming.

Quello bastò per far cambiare idea sul da farsi a Regina “perché voleva dormire con me.”

Emma si voltò a guardarla sconvolta, che cavolo stava facendo? Lei cercava spiegazioni plausibili e Regina mandava tutto all’aria? Perché?

“Cioè stava morendo di freddo - come me - ed io le ho proposto di dormire vicine per riscaldarci. Nel mentre tu dormivi beatamente dentro il tuo giaccone di pelle, pirata.”

“Allora non voleva dormire con te, tu le hai chiesto di farlo.”

“Come se non potesse rifiutarsi e venire ad accoccolarsi vicino a te. Ha preferito me perché voleva riscaldarsi con me.”

“Ora basta!” tuonò David “è di mia figlia che state parlando! Smettetela subito!”

“E tu dovresti smetterla di trattarla come se fosse una bambina!” ribatté Regina “è un’adulta e che tu lo voglia ammettere a te stesso o meno, si comporta da tale.”

“Regina, ti prego.” la riprese Emma.

“Io davvero non capisco! Ci siamo baciati, era più logico venissi da me.”

Regina voleva farlo saltare in aria alla sola menzione del fatto che si fossero baciati.

“Tu l’hai baciata?” David stava per prenderlo a pugni.

“Papà, sono stata io a baciarlo! Era per ringraziarlo di averti salvato la vita.”

“Emma ma che ti prende?” Snow si riprese da tutte quelle affermazioni “baciare Hook, dormire con Regina … questa non sei tu.”

Emma sbuffò “non sono io cosa, mamma! Mi conosci a malapena. E Regina ha ragione, sono una persona adulta e non è affar vostro cosa decido di fare.”

“Ma Emma, Regina è ancora quella persona. E’ qui solo per Henry perché stranamente è l’unica persona a cui abbia mai tenuto. Tu non devi necessariamente avere a che fare con lei.”

“E a Hook non dici niente?” disse Regina “lui è un eroe perché ha salvato il tuo principe? Come se io non avessi evitato l’implodere della città!”

“Regina” la richiamò Emma.

“O forse non importa quello che faccio, per voi sono ugualmente la cattiva” continuò la mora “anche quando non lo sono, anche quando vi salvo la vita o sto cercando davvero di cambiare! Siete degli ingrati e non posso davvero credere che una persona come Emma sia imparentata con voi!” concluse e poi sparì in una nuvola di fumo viola.

“Ecco, complimenti!” li rimproverò Emma “era proprio questo che volevo evitare.”

“Sarebbe colpa nostra?” chiese Snow.

“Se non ve ne foste accorti, Regina se n’è andata per quello che avete detto.”

“Tua madre ha detto solo la verità” disse David “non puoi fidarti di lei, non dovresti dormirle vicino.”

“Oh, al diavolo!” esclamò Emma per poi allontanarsi da lì.

Doveva trovare Regina.

 

Dopo aver camminato per un pezzo in mezzo a quella giungla si rese conto di non avere idea di potesse trovarsi.

Sarebbe potuta essere in qualsiasi parte di quella dannata isola.

Così decise di sedersi su una roccia e di aspettare. Non sapeva bene cosa. Che passasse di lì? Forse che apparisse per caso grazie alla magia.

Poco dopo sentì rumore di passi, qualcuno stava camminando non molto lontano da lì.

Si alzò per raggiungere il suono, vide la familiare giacca blu “Regina”

“Lasciami sola, Swan.”

Ecco che ritornava ad essere Swan.

“Non devi dargli ascolto, lo sai che ciò che dicono non è vero.”

“Beh ma lo è. Sono cattiva.”

“Eri.” la corresse.

“Forse hanno ragione, perché quello che provo ad essere adesso, non cancella chi ero e ciò che ho fatto.”

“Non devi cancellarlo. Come faresti a notare una differenza, un cambiamento, un miglioramento … se il passato venisse cancellato?”

Regina alzò gli occhi al cielo e si voltò per guardarla “da quando sei così saggia?”

“Da sempre, sei tu che non presti attenzione.”

“Perché avrei dovuto prestarti attenzione?”

La bionda scrollò le spalle “dovresti saperlo tu, in fondo sei tu quella che ha fatto una scenata di gelosia.”

“Scenata di gelosia? Quando?”

“Poco fa quando Killian chiedeva perché non fossi andata da lui per scaldarmi.”

La mora rise con ironia “era solo per fare incavolare lui, non farti strane idee.”

“E quando hai detto che non capivi come una persone come me potesse essere imparentata con loro a cosa ti riferivi? Cos’ha una persona come me?”

“Allora vuoi fartele le strane idee!”

“Rispondi, per favore.”

“Perché è così importante?”

“L’ho fatta prima io la domanda.”

Regina sbuffò “sei così infantile.”

“Lo sono.” Sorrise come se sapesse che Regina fosse conquistata dal suo sorriso.

La mora sembrò pensarci su “una persona come te … è che sei diversa, Emma. Sei diversa da loro” deglutì “direi che sei diversa da qualsiasi persona abbia mai incontrato.”

Gli occhi di Emma non poterono fare a meno di sgranarsi di fronte a quelle parole “davvero?”

“Si ma non prenderlo come un complimento! Sei semplicemente l’unica persona che non lascia perdere e torna a starmi tra i piedi anche quando le ho urlato di andarsene.”

“A me va di prenderlo come un complimento, perché eri la Evil Queen e la gente aveva … ha paura di te. Cercano di allontanarsi il più possibile, non di starti dietro.” Le si avvicinò con uno scatto, portando i loro visi a una pericolosa distanza “ma io non ho paura di te, Regina.”

“E cosa stai pensando di fare?”

“Niente che tu non voglia fare. Io non ti costringerò mai a fare qualcosa che tu non vuoi.”

“Non trattarmi come se fossi fatta di cristallo.”

“Non voglio nemmeno trattarti come se fossi una cosa da utilizzare a mio piacimento.”

Regina deglutì, i suoi pensieri andarono a Re Leopold e i suoi occhi si persero a fissare un punto indefinito.

“Ehi, torna qui da me.”

Gli occhi scuri scattarono a guardare quelli chiari.

Regina alzò la mano e diede una leggere spinta alla spalla di Emma “non credere di poterti prendere certe libertà per quattro parole carine” disse per poi allontanarsi.

“Quando mi sono presa delle libertà?”

“Un attimo fa eri a un soffio dal mio viso o sbaglio?”

“Beh, ma non ti stavo nemmeno sfiorando.”

Regina alzò gli occhi al cielo “come se non l’avresti fatto!”

“Io non ti costringerò mai a fare qualcosa che tu non vuoi.”

“L’hai già detto questo.”

“E te lo ripeterò sempre, se ne avrai bisogno. Io sono diversa da qualsiasi persona tu abbia mai incontrato, l’hai detto tu.”

“Ecco, non avrei dovuto dirlo perché adesso non farai altro che montarti la testa.”

Emma sorrise “è vero, lo farò, perché io ho un’opportunità che gli altri non hanno mai avuto.”

“E quale sarebbe? E non rispondere qualcosa che ha a che fare con me perché non sarò responsabile della mia reazione.”

Emma rimase in silenzio. Non diede una risposta. Questo perché la risposta aveva indubbiamente a che fare con Regina e quest’ultima aveva interpretato perfettamente quel silenzio.

“Sei così prevedibile.”

La bionda sorrise “lo so che ti fa immensamente piacere!”

“Non credere di conoscermi anche solo vagamente.”

“Ma io ti conosco, Regina. E più passa il tempo, più imparo cose su di te. Vuoi sapere perché so che ti fa piacere?”

Regina la scrutò “sentiamo.”

“Perché nessuno ti ha mai dato queste attenzioni, quindi riceverle fa piacere.”

Inarcò un sopracciglio “cosa credi di sapere della mia vita? Tu non hai la più pallida idea di tutte le attenzioni che ho sempre ricevuto! Mi hai vista?” s’indicò con l’indice della mano destra “diamine non sarò una brava persona ma sono una bella donna! Non hai idea di quante cose ho ottenuto grazie a questo aspetto.”

“Non lo metto in dubbio, Regina, lo vedo da me che sei bellissima. Però ricevere delle attenzioni per come sei e non per come appari è ben diverso.”

“Ora non farmi credere che ci stai provando con me per come sono dentro! Non te ne fregava nulla fino a sei giorni fa.”

Emma rise “il problema è che fino a sei giorni fa io ero a vivere tranquilla nella mia cotta segreta e fingevo che non mi importasse niente e poi arrivi tu e dici ehi perché non dormiamo insieme? Abbracciate belle strette, magari! Che ne dici se ci eccitiamo a vicenda? Ma per il freddo eh, non farti strane idee. E la mia cotta segreta se ne va al diavolo perché la mia stupida testa inizia a pensare che forse ho una lontanissima chance.”

La mora si portò le mani al volto “ecco, farti pensare questo era proprio quello che volevo evitare.”

“Come pensavi di evitarlo con tutte quelle cose che fai? Dici una cosa ma il tuo corpo ne fa tremila contrarie.”

“Oh, Emma!” sbatté un piede nel terreno “è normale che il mio corpo reagisca agli stimoli sessuali.”

“Non parlo di quello! Parlo di come giocavi con le mie collane quella notte e quando ieri sei venuta a sederti dietro di me e mi hai baciato il collo. Non fai queste cose se vuoi solo riscaldarti!”

Regina alzò gli occhi al cielo “L’ho fatto perché sapevo che era quello che volevi, d’accordo?”

Emma si prese un attimo per capire quella frase “...che cosa?” chiese piano.

“Eri sempre lì a piagnucolare di volere di più.”

“Una volta! L’ho detto una volta e mi hai detto di volere lo stesso!”

“Si, ma io mi riferivo al sesso.”

Beh, anche Emma si riferiva al sesso.

In parte.

Perché era anche vero che si riferisse al volere di più in generale. I baci, abbracciare Regina quando le andava, che nulla cambiasse al mattino o una volta tornate a Storybrooke, le stupide coccole e fare da mamme a Henry insieme, come una coppia.

Aveva già fatto troppi castelli in aria, per colpa di quello che Regina le aveva proposto di fare.

Si sentiva una stupida.

Ed ora non poteva di certo mentirle.

Decise che la cosa migliore da fare era andarsene da lì, tornare indietro.

Non avrebbe mai dovuto cercare Regina e parlarle. O forse aveva fatto la cosa migliore perché finalmente le cose erano chiare, poteva smetterla di illudersi.

 

 

 

La settima notte, Regina non aveva intenzione nemmeno di avvicinarsi a Emma. E non solo perché i suoi genitori ed Hook stavano davanti al fuoco a guardarle di sottecchi, non accennando ad andare a dormire. Ma anche perché non sapeva cosa dirle dopo il modo in cui era andata via, senza dire niente.

Non poteva di certo consolarla o Emma avrebbe di nuovo frainteso compreso i suoi sentimenti.

Non poteva più esporsi o sarebbero arrivate altre domande, alle quali avrebbe risposto mentendo ed Emma sarebbe rimasta ferita, di nuovo.

Però non voleva saperla triste a causa sua, voleva poterla aiutare, soprattutto perché sapeva che l’umore di Emma derivava da lei e da quello che le aveva detto.

Consolarla senza ferirla, esisteva un modo per farlo vista la situazione?

E si, pensò Regina, forse un modo c’era.

Decise di avvicinarsi ad Emma, non curandosi degli sguardi dei Charmings e di Hook, non sapeva se fosse il caso di sedersi accanto a lei, perciò restò in piedi a guardare la figura della ragazza che non accennava a rivolgerle uno sguardo.

“Possiamo parlare?”

“Ah, ora vuoi parlare?” occhi sempre fissi sul fuoco.

“Quando non ho voluto parlare? Sei tu che te ne sei andata così.”

Emma non rispose.

“Okay” prese un respiro perché stava per perdere la pazienza e quello non era nemmeno l’inizio della conversazione “Emma” disse con calma “tu non puoi arrabbiarti per quello che provo, o sarebbe meglio dire che non provo.”

“Mi arrabbio perché non sei sincera, Regina, perché dici una cosa e poi ne fai un’altra.”

“Ti ho detto che quello che ho fatto era perché sapevo quello che volevi.”

“Come lo chiami fare le cose per le persone perché sai che è quello che vogliono?”

“Che cosa?”

“Come lo chiami?”

Regina inarcò un sopracciglio “altruismo?”

“Tu. Regina Mills. Altruista.”

Alzò gli occhi al cielo “senti, cosa vuoi che ti dica? Ho capito quello che provavi da quando mi hai assecondato, la prima notte. Ed ho voluto giocarci un po'.”

“Ecco! Questo è più da Regina Mills.”

“La smetti di parlare di me come se fossi una lista di mosse prestabilite?!” esclamò scocciata.

“D’accordo, di cosa vuoi parlare?”

Regina guardò Snow, David e Hook dall’altra parte del fuoco “credo che abbiano sentito abbastanza, possiamo andare da un’altra parte?”

Emma si alzò e s’incamminò verso degli alberi non lontani da lì, sicura che Regina la stesse seguendo.

Si fermò, proprio dietro a un tronco e incrociò le braccia al petto “parla.”

Regina sospirò, sistemò i capelli dietro le orecchie e si leccò le labbra. Non sapeva più come rimandare il momento in cui avrebbe dovuto parlare. Il momento che lei aveva chiesto di avere.

“Facciamolo.” disse, e fu come togliersi un peso di dosso.

Emma inarcò un sopracciglio “facciamo cosa?”

“Sesso. Un rapporto completo.”

La bionda la fissò per un attimo per poi scoppiare a ridere. Rise a crepapelle, così tanto e così forte da diventare inquietante.

“Smettila, per favore” disse Regina mentre l’imbarazzo la pervadeva.

Emma smise di ridere e si fece mortalmente seria “quindi adesso vuoi fare sesso? Perché?”

“Perché non possiamo sperare di salvare Henry così… divise, non parlandoci nemmeno. Dobbiamo collaborare. Tu sei arrabbiata perché vuoi...qualcosa di più. Io dico facciamo questo qualcosa in più in modo da toglierci il pensiero e tornare a collaborare come prima.”

Peccato, pensò Emma, che lei volesse qualcosa in più in fatto di sentimenti.

Non che l’idea di far finalmente -- sesso con Regina non l’allettasse.

“D’accordo” rispose la bionda con tono piatto, come se non significasse nulla accettare quella proposta “ma dovrai creare un … campo di forze? O insonorizzare l’aria, non so … insomma, usare la magia. Cosa che avresti potuto fare anche per riscaldarti ma non pensiamoci adesso.”

Regina evitò di soffermarsi sull’ultima frase e con gli alberi presenti nella giungla, creò quella che somigliava a una piccola stanza: le pareti formate da alberi uniti tra loro e le fronde come tetto.

Con un gesto della mano fece anche comparire un telo sul suolo dove potersi sdraiare.

“Prometti che se ti concedo questa cosa, ricomincerai a parlarmi.”

“Non credevo fosse così importante per te parlarmi.”

Regina alzò gli occhi al cielo.

Emma alzò le mani in segno di resa “d’accordo, d’accordo! Lo prometto.”

Regina si andò a sdraiare sul telo a pancia in su, Emma le si sdraiò vicino su un fianco “dal momento che non posso baciarti passo subito ad altro...” si chinò sul collo della mora e cominciò a morderlo, passando poi la lingua sopra ogni parte.

Con una mano andò a toccarle un seno, ma Regina non si stava eccitando.

E perché no?

Avevano giocato un sacco di volte con i preliminari, ogni volta arrivava persino al limite della sopportazione e stavolta niente?

“Regina, sto sbagliando qualcosa?” Emma fermò tutto quello che stava facendo “lo avverto che non ti faccio nessun effetto.” Si mise seduta.

La mora deglutì “non capisco cosa c’è che non va.”

“Pensi che sia imbarazzante per come stanno adesso le cose?”

Alzò le spalle.

“Forse ci vuole qualcosa di più questa volta.” Disse per poi mettersi in un impeto a cavalcioni sopra Regina. Le sbottonò in fretta i jeans -

“NO NO EMMA!”

La bionda si fermò immediatamente e alzò lo sguardo verso il viso di Regina, vide quegli occhi luccicare di lacrime “Regina? Ehi” si chinò sulla figura di Regina, portando le loro teste a toccarsi “Pensavo lo volessi.”

“Lo voglio.” Uscì in un tono spezzato.

“Che cosa c’è allora?”

“Non lo so, è che è solo sesso.”

“Ed è quello che volevi.”

“Lo so!”

Emma non riusciva a capire “hai fatto altre volte del sesso occasionale … Graham per esempio.”

“Si ma adesso sei tu.”

Emma alzò di scatto la testa per guardare Regina negli occhi “ora conta qualcosa che sia io?”

Oh, al Diavolo! Pensò Regina. Oramai non poteva più cercare una scappatoia.

“Conta sempre se sei tu. Ed è per questo che non voglio che la nostra prima volta sia qui, in mezzo a un bosco manomesso dalla magia, su un telo, mentre siamo preoccupate per nostro figlio.”

Emma sorrise “non lo voglio neanch’io.”

“E non voglio che inizi con altro se non con un bacio!”

La bionda si chinò nuovamente su di lei, si avvicinò pericolosamente al suo viso, le labbra ad un soffio di distanza ma si alzò di scatto “quindi mi hai mentito” disse, alzandosi anche da sopra Regina.

“Beh, non è stato mentire.”

“Non è stato mentire? Mi hai detto che facevi tutto solo perché capivi che lo volevo! E non ci ho creduto nemmeno un po’ tanto perché tu lo sappia.”

Anche Regina si alzò in piedi “nemmeno un po’ non è far finta che non esisto.”

“E’ perché mi avevi fatto arrabbiare!”

“Ed ora? Ora sei felice?”

“Sarò più felice quando troveremo Henry.”

“Anch’io. Facciamo la pace e torniamo dagli altri? Domani continueremo le ricerche. Lo troveremo.”

“So che lo troveremo. Ma non so come vorresti fare la pace.”

Regina le sorrise, si avvicinò ad Emma, le passo le mani dietro il collo, la bionda fece per avvicinarsi e stavolta fu Regina a tirarsi indietro “pensavi sarebbe stato così facile?”

Emma alzò gli occhi al cielo e lasciò che Regina si allontanasse da lei e si voltasse prima di abbracciarla da dietro “come se non stessi morendo dalla voglia di baciarmi.”

“Che cosa?” rise.

“Vorresti negare?”

Regina si rigirò nelle braccia di Emma “non lo nego, ma non ti bacerò per prima.”

“E perché?”

La mora scrollò le spalle “sarebbe come perdere”

“Non è mica una sfida.”

“Per me è tutto una sfida, soprattutto se si parla di te.”

“D’accordo.”

Emma chinò il capo, facendo sfiorare i loro nasi. Il respiro di Regina sulle labbra.

“Ti giuro, se ti tiri indietro, ti uccido.” la minacciò.

Emma sorrise ma non si mosse.

“Emma? Regina?” una voce all’esterno di quel piccolo spazio che avevano creato le riportò alla realtà.

La mora cercò di districarsi dalla presa di Emma ma questa l’attirò ancora di più a sé.

“Non vorrai baciarmi adesso, con tua madre che ci cerca?” sussurrò Regina.

“Che ti importa? Non sa nemmeno che siamo qui.” Disse per poi sporgersi verso le labbra dell’altra.

La voce di Snow continuò a chiamare “sono piuttosto sicura che questa … stanza alberata, non sia mai esistita.”

Emma alzò gli occhi al cielo “Sì, siamo qui!” rispose.

“E che ci fate lì?”

Regina le fece un sorrisetto, curiosa della risposta che Emma avrebbe dato.

“Niente.”

La mora si portò una mano sul viso, non poteva averlo detto davvero.

“Niente? E c’è bisogno di creare stanze nella foresta per niente?”

“Volevamo un po' di privacy per…Parlare!”

Regina alzò un sopracciglio.

“Cosa?” le sussurrò Emma “rispondile tu allora!”

La donna si allontanò dalla bionda e decise di far sparire quella sorta di stanza che aveva creato, ritrovandosi Snow a braccia conserte, l’espressione scocciata.

Regina finse di tirare su col naso “parlavamo di Henry e quando sono scoppiata a piangere non volevo che qualcuno potesse vedermi.”

Snow non replicò a quell’affermazione, malgrado le suonasse poco credibile “beh, vi siete allontanate da un po' e ci siamo preoccupati.”

“E’ tutto okay” rispose Emma “torniamo tra un attimo.”

La donna dai capelli corvini assottigliò lo sguardo a due fessure, come a voler vedere cosa stesse succedendo davvero tra quelle due “d’accordo … allora io torno indietro.”

Emma si stampò il miglior sorriso di cortesia che riuscisse a fare “arriviamo subito.”

Snow si allontanò senza fretta, voltandosi alcune volte nella speranza di coglierle in flagrante nel fare qualcosa ma le due donne erano ben determinate a stare a debita distanza l’una dall’altra, occhi piantati a terra, fino a quando Snow non fosse sparita dalla loro vista.

“Dovremmo andare” suggerì Regina.

“Si ma” Emma le si avvicinò con uno scatto “dove eravamo rimaste?” le appoggiò le mani sui fianchi.

Regina sorrise e decise di avvicinarsi un po' di più, portando i loro visi a distanza di un bacio, ma di fermarsi un attimo prima per far sì che fosse Emma a far toccare le loro labbra.

E la bionda era così stanca di lottare per la supremazia in una cosa così stupida.

Il bacio fu casto ma entrambe rilasciarono un forte respiro, come a liberare qualcosa che era rimasto dentro per troppo tempo.

Emma dischiuse le labbra per mordere il labbro inferiore di Regina e quest’ultima sorrise a quel gesto, portò le mani dietro la testa di Emma e la spinse contro di sé, approfondendo il bacio permettendo alle loro lingue di giocare.

I respiri si fecero più pesanti ed entrambe spinsero il corpo verso l’altra, come a volersi entrare dentro, unificarsi, diventare una cosa sola.

Fu Regina ad interrompere piano quel contatto, poggiò la fronte contro quella di Emma “vacci piano.”

“Detto dalla voracità fatta persona non è molto credibile.”

Regina rise “io non sono la voracità fatta persona! Semmai il contrario.”

“Ah sì? E se non è vero perché ridi?”

“La tua convinzione mi fa ridere. Mi faccio beffa di te.”

Emma sorrise e le avvolse le braccia attorno al corpo “era una risata troppo cristallina per essere una presa in giro.”

“Non pensare di conoscermi così bene!”

“Non c’è bisogno di conoscerti, ci arriverebbe anche uno scemo.”

“Ah, quindi dici che anche Hook ci arriverebbe?”

Emma rise “quanto sei cattiva!”

“Spietata, cara.”

La bionda le stampò un bacio in fronte “torniamo dagli altri o torneranno a cercarci.”

“Okay ma giusto per essere chiari, davanti a loro ci comporteremo come sempre?”

“Beh, direi di si, che ne dici? Meglio concentrarci nel trovare Henry.”

Regina annuì “come pensi la prenderà Henry?”

“Bene? Spero …” Emma vide lo sguardo della mora incupirsi “cioè voglio dire perché dovrebbe prenderla male?”

“Sono pur sempre la Evil Queen.”

La bionda alzò gli occhi al cielo “sa che stai cambiando, Regina. E secondo me sarebbe felice, sai, perché io sono la Salvatrice e ti ho salvata.”

“Non prenderti meriti che non hai.”

“Hai cominciato a cambiare grazie a me.”

“Sono piuttosto sicura che alcuni potrebbero avere un punto di vista diverso su come sia andata.”

Emma rise “d’accordo” le diede un bacio sulle labbra “adesso baciami, non potrò più farlo dopo.”

Regina la baciò con il sorriso stampato sulle labbra, era sicura di apparire come un’imbecille.

La spinse appena “adesso basta o tua madre tornerà indietro e le verrà un infarto.”

“Prima o poi le verrà comunque.” rifletté Emma.

Regina sembrò pensarci su.

“Pensi di finirla se non le andrà bene?”

“No, sono una donna adulta e faccio quello che voglio.”

“E se ti chiedessero di scegliere? Sceglieresti loro.”

“Non lo faranno e se lo facessero, ci rimarrebbero male perché io ti sposerò, anche se non mi piacciono i matrimoni.”

Regina sorrise “okay.”

“Okay” le ricambiò il sorriso.

“Adesso torniamo davvero” si allontanò da Emma per voltarsi e cominciare a camminare nella direzione dalla quale era venuta Snow “le conviene togliersi quel sorriso dalla faccia, Miss Swan, qualcuno potrebbe fraintendere”.






Io spero davvero che il motivo per il quale una scena rossa ho preferito non metterla alla fine si sia capito!
Non esitate a chiedermi chiarimenti in caso contrario.
Grazie a chi ha letto e a chi spenderà due minuti del suo tempo per lasciarmi un parere!♥
E shippate sempre la Swan Queen.

Sam
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