La rabbia prende il sopravvento, un sottile filo d’ira mi stringe la gola fino a farmi mancare l’aria. Mollo un calcio violento al letto, che si sposta di qualche centimetro; non indossavo le scarpe e mi sono fatta male, questo non fa che aumentare la stretta di rabbia attorno al collo, che mi porta a lanciare il telefono a terra.
(...)
Non sento nulla.
O forse no.
Forse sento anche troppo.
Sento cose che avrei preferito non sentire più, sensazioni troppo forti per la situazione in cui verso. Non dovrei più provare certe cose, a questo punto. Non dovrebbe fregarmene così tanto. Non dovrebbe importarmene così tanto.
Eppure lo fa.
Eppure mi importa.
Cristo santo.