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Autore: Giovievan    06/04/2018    5 recensioni
«Credi che non si noti?»
Alzo le sopracciglia, dubbioso ma fermo. Non ho intenzione di mostrare a questo ragazzino neanche la minima esitazione.
«Di che stai parlando?»
«Del fatto che non ti importa. Di lei. Del Concilio. Di Nemanan. Non ti interessa di nulla, Zarbon, solo del potere. Non so come facciano tutti a essere cosi ciechi… eppure è palese. Traspare da ogni tuo movimento, dalla superbia con cui parli; te lo si legge persino negli occhi.»

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Sul pianeta Nemanan sono trascorsi ottant'anni da quando il Concilio, formato dai tre saggi regnanti, ha eletto il Gran Sapiente: è tempo di trovare il suo successore tra i tre migliori allievi e studiosi del Palazzo, che si preparano a competere per aggiudicarsi il trono. Zarbon non ha dubbi sul fatto che sarà lui il degno erede: il potere è tutto ciò che desidera, anche più di quei due occhi dorati che deve a tutti i costi dimenticare. Eppure non tutto va come previsto: l'arrivo di un'incredibile minaccia, un tiranno che si fa chiamare Lord Freezer, sconvolge Nemanan... e non solo.
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Questa storia è uno spin-off di Freezer:Origins, e si ambienta tra i capitoli 10 e 11.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nuovo personaggio, Zarbon
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Origins: come tutto ebbe inizio'
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Ritorna la luce dell'astro e con essa l'alba che mi sveglia dal mio sonno tormentato. Dei miei sogni confusi e sfocati ricordo poco o nulla e non ho intenzione di fermarmi a rievocarli.
Sciolgo la treccia solo per pettinare i capelli, poi la ricreo ponendomela sulla spalla. Indosso la toga nera che mi sembra ancora intrisa del suo odore. Ovunque mi volti mi pare di rivederla. È stato un errore, un grave errore, e io lo sapevo: avrei dovuto immaginare che mi avrebbe fatto questo effetto.
Dentro di me provo solo rabbia. Rabbia verso di lei, che mi ha costretto a desiderarla con tutte le sue provocazioni.
Ma se non l’avesse fatto non l’avrei desiderata ugualmente?
Rabbia verso di me, che voglio il potere ma non sono nemmeno capace di resistere a una tentazione.
Una tentazione o una dipendenza?
Rabbia verso il destino che ci ha fatti incontrare senza darci alcuna speranza di poter essere felici insieme.
Oppure la possibilità c’è e siamo noi a non volerla cogliere?
Detesto questo stato di impotenza e furore. Non riesco a trattenermi e, per qualche attimo, percepisco il potere che nascondo da tutta la vita urlarmi di liberarlo. Lo farei pur di sfogarmi, ma non accadrà. Non ho alcuna intenzione di allertare il Palazzo né tantomeno di rischiare di scorgere allo specchio la bestia in cui la rabbia cieca mi trasforma.
Tento di non pensarci; metto piede nella sala del Concilio in perfetto orario nonostante tutto, ma mi accorgo all'istante che qualcosa non va. I tre Grandi sono già al loro posto e ai piedi del trono c'è il messaggero intento a riferire. Mi nasconderei per provare a carpire ciò che dice, ma l'ho notato tardi e mi hanno già visto entrare.
Mi blocco. Credevo che avrei dovuto attendere ma il Gran Sapiente mi fa cenno di avanzare senza interrompere il messo. Pochi passi e sono al suo fianco.
«...e sarà qui a ore» dice. «Ha chiesto che siate voi in persona ad accoglierlo e a quanto pare lo pretende. Credo sia meglio accontentarlo.»
«Accontentarlo?» si altera il Gran Sacerdote. La lunga barba verde trema dallo sdegno. «Voi vorreste assecondare un tipo del genere? Io non lo accetto!»
«Hai sentito cosa raccontano di lui» cerca di farlo ragionare il Gran Giudice. «Potrebbe essere una considerevole minaccia e io non voglio sottovalutarlo. Finché le sue richieste saranno così leggere potremo assecondarle, non trovate?»
Il Gran Sapiente annuisce ma il Gran Sacerdote non è per nulla convinto.
«No, no e no» nega scuotendo il capo. «Se iniziamo con l'assecondarlo ci dimostreremo remissivi. Tiranni di quello stampo non desiderano altro.»
«Il suo emissario ci ha riferito che su Netiko ha fatto saltare in aria un abitante con un dito» riferisce il messo. «Con un dito. Miei Signori, credetemi, la minaccia è forte. Non indispettitelo... giocate d'astuzia. Non possiamo vincere altrimenti contro una tale potenza.»
Annuiscono. Persino il Gran Sacerdote si placa seppure sia visibilmente in disaccordo.
«Va bene, aggiornaci quando è in avvicinamento»
Il messaggero li saluta e mi supera, sparendo alle mie spalle. È allora che il Gran Giudice si rivolge a me facendomi cenno di avvicinarmi.
«Vieni, Zarbon, vieni pure. Speravo di non dover turbare il tuo studio con questi imprevisti ma purtroppo i nostri timori si sono concretizzati prima di quanto credessimo.»
«Di che si tratta?» chiedo.
Il Gran Sacerdote scuote il capo con disappunto. «Guai, ecco di che si tratta.»
«Non essere così pessimista» ribatte il Gran Sapiente. Mi accorgo che alle mie spalle stanno sopraggiungendo anche Illerio e Toqueda, ma evito di voltarmi a guardarli.
Cosa provi? Sei arrabbiata come me o farai come se nulla fosse accaduto, come sempre?
«A quanto pare ieri è atterrata in città una strana navicella che portava con sé un individuo.» spiega il Gran Sapiente interrompendo il filo dei miei pensieri. M’impongo di ascoltarlo. «Costui ha detto di essere un emissario di un certo Lord Freezer, un tiranno che ha dichiarato di volersi impadronire di Nemanan. All’inizio credevamo fosse null’altro che un pirata spaziale ma poi l’emissario ha iniziato a raccontare delle storie su come questo Freezer abbia già conquistato altri pianeti con la violenza e persino condotto un genocidio ai danni della popolazione di Madoria.»
Sgrano gli occhi dalla sorpresa.
«Madoria?»
Annuiscono. Da quel che so Madoria è uno dei pianeti più grandi e potenti della nostra Galassia non tanto per l’aggressività conquistatrice dei suoi abitanti, dato che non hanno la tecnologia per abbandonare il pianeta, quanto per la loro potenza fisica. Madoria non è un pianeta che conquista, ma nemmeno un pianeta che si fa conquistare. Com’è possibile che qualcuno vi abbia addirittura compiuto un genocidio?
«Quante navi ha?»
«Una sola. Il messaggero parla di quattromila uomini, ma il problema non sono loro… è lui. Questo Freezer pare essere un oppressore spietato. Hai sentito cosa ha detto il nostro messaggero…»
…su Netiko ha fatto saltare in aria un abitante con un dito…
«…a quanto pare sa domare l’energia e sa farlo molto bene.» conclude, inspirando profondamente. «Non so cosa dirvi. Potrebbero essere tutte storie. Non riusciremo a comprendere l’entità del pericolo finché non lo conosceremo, temo.»
«Dovremmo farlo saltare in aria mentre è in avvicinamento» nega il Gran Sacerdote.
«E rischiare di inimicarcelo così? Se davvero è potente come narrano non abbiamo speranze di batterlo. Tu rischieresti?»
«Se davvero fosse potente come narrano non avrebbe bisogno di intimidirci con i suoi messaggeri. Prenderebbe il pianeta con la forza e basta.»
«Sono d’accordo con te. Ecco perché ti stai preoccupando inutilmente.»
Si volge verso di noi. Le due toghe nere si sono poste al mio fianco.
«Non so se abbiate intenzione di studiare, oggi, ma preferiremmo che foste con noi. Il destino del pianeta potrebbe essere a rischio.»
«Ci saremo» confermo senza nemmeno chiedere agli altri. Dopo tutto ciò che ho sentito è impensabile che io mi perda quest’incontro. Se davvero costui è ciò che dice di essere il pericolo che avvolge Nemanan è così grande che quasi avverto i brividi al solo pensiero.
Ha compiuto un genocidio su Madoria…
Non aggiungo altro. Mi inchino e ritorno sui miei passi, verso la mia stanza, senza nemmeno sfiorare con lo sguardo i due che erano accanto a me.
  
*  *  *
  
La grossa nave è stata fatta atterrare nella pianura alle spalle del Palazzo per evitare che creasse problemi a quest’ultimo e alle case. È molto più imponente di quanto mi aspettassi: se per ora contiene solo quattromila uomini temo che le mire di quest’essere siano ancora lontane dall’essere soddisfatte.
Io, gli altri due allievi e i tre Grandi, circondati da una fitta folla di cittadini curiosi, attendiamo in semicerchio l’arrivo di Lord Freezer poche decine di metri più in là da dove è atterrato. Forse dovrei temere o essere in ansia ma tutto ciò che provo è una strana frenesia. La curiosità di conoscere questo sedicente distruttore mi sta divorando.
Non ci fa aspettare. Dopo pochi minuti, dalla polvere rossa che si innalza tra l’erba a ogni suo passo, emerge in lontananza una piccola delegazione che si fa strada verso di noi.
Sarebbe stato molto meno strano se questo temibile tiranno spaziale fosse stato l’individuo alto e longilineo, dalla pelle grigia e i grandi occhi neri, che cammina alla sua destra; ancor meno se fosse stato il madoriano alla sua sinistra, così possente che i muscoli delle braccia affiorano vigorosi sottopelle. Invece è evidente chi sia al comando, anche se la scoperta mi lascia interdetto.
Arriva fluttuando su un seggio che non sfiora il terreno finché non si trova proprio di fronte a noi: solo in quel momento quella strana poltrona perde quota e si stabilizza tra l’erba, affondando tre lunghi piedi estraibili nel terreno e permettendo a Lord Freezer di saltarvi fuori. Finalmente posso osservare bene il nostro visitatore.
È piccolo, troppo per essere potente quanto dice. Per guardarlo in viso devo abbassare lo sguardo. Certo, i suoi muscoli rendono evidente che non sia debole, ma il pensiero che sia un genocida mi sembra troppo poco credibile… almeno finché non inizia a parlare.
«Salve.»
Lo osserviamo roteare la coda e allargare le braccia verso di noi, forse in segno di saluto. In volto ha un sorriso sicuro ma malevolo che lascia trasparire un’intensa arroganza. Eppure ciò che più mi sorprende sono gli occhi sanguigni da cui è evidente che una volta catturati non si possa sfuggire.
«Benvenuto, Lord Freezer» avanza il Gran Giudice a mani giunte. «Siamo lieti di darti il benvenuto su Nemanan.»
«Oh, che accoglienza. Vedo che l’idea di usare un messaggero ha dato i suoi frutti.»
Si guarda intorno scrutando i tre Grandi a uno a uno, senza fretta. Il sorriso non lo abbandona mai: già da solo è incredibilmente maligno, ma abbinato alla sua voce mette davvero i brividi. Non c’è nulla in quest’essere che non trasudi superbia e incuta un profondo timore.
«Vuol dire che non perderemo tempo in convenevoli. Dovrebbero già avervi riferito chi sono e cosa voglio.»
Tutti annuiscono senza fiatare tranne il Gran Giudice. Con le mani conserte sostiene il suo sguardo.
«Sappiamo che vuoi impossessarti del nostro pianeta, sì. Purtroppo però non credo di aver compreso quali siano le condizioni.»
Lo osserva con evidente fastidio.
«Siete voi ad avere la memoria corta o sono i miei messaggeri a essere poco efficienti?»
Non attende una risposta, anzi volta il capo verso il madoriano.
«Dodoria, chi è stato mandato qui da Sorbet?»
«Uno dei suoi» taglia corto quell’essere dalle sembianze mostruose. «Se vuoi te lo porto.»
«Saresti gentile, sì.»
Il madoriano annuisce e si solleva dal suolo, levitando in modo molto più aggraziato rispetto a quello che mi sarei atteso dalla sua stazza; del resto non ero nemmeno convinto che sapesse usare l’aura. Si dirige verso la nave, sparendo alle sue spalle proprio mentre Lord Freezer torna a rivolgersi al Concilio.
«Vi ho fatto una domanda. Gradirei che rispondeste.»
«Non ci è stato detto» si affretta a rispondere il mio Maestro. «Ci è stato riferito che avremmo avuto tutti i dettagli durante quest’incontro.»
Sospira e scuote il capo lentamente. Sembra contrariato, ben poco contento dell’operato del suo messaggero. Mentre lo osservo mi accorgo che seguo ogni sua mossa, ogni suo movimento senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso, come in una trance: la sicurezza e la fierezza con cui si muove mi ammaliano, la regalità che mostra è degna di un imperatore.
È incredibile di come quest'essere emani un'aura così terrificante. Persino i suoi uomini lo guardano con muto rispetto e non osano nemmeno muoversi senza il suo comando. Non capisco cosa sia, se le sue parole, il suo tono di voce o il suo fare incredibilmente composto ma che nella sua raffinatezza cela un'incredibile minaccia. Tutto ciò che so è che non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Non riesco a dubitare che possieda tutta la spietatezza che si narra.
Deve essersene accorto, perché per un attimo si volta e i suoi occhi incrociano i miei. Ho un brivido. Quello sguardo mi trapassa a metà, scavando nelle profondità del mio essere, forse leggendo ciò che non doveva. Dura un attimo, ma è abbastanza per lasciarmi turbato; quando si volta verso il Concilio il brivido non mi abbandona.
«Purtroppo non tutti sono capaci di eseguire un ordine in modo decente. Spero che possiate perdonarmi per questa mancanza, anche se non è di certo mia.»
Quello che Lord Freezer ha chiamato Dodoria appare in lontananza e lui si volta a osservarlo mentre diventa sempre più vicino, finché non gli atterra accanto. Con lui è arrivato un soldato che veste la stessa uniforme di tutti gli altri, Lord Freezer compreso.
Lo indica con un dito interpellando il Gran Giudice.
«È lui?»
Il mio Maestro annuisce. Intanto, con la coda dell’occhio, noto che l’emissario sta tremando e il suo tremore diviene insopportabile quando Lord Freezer gli si rivolge.
«Dimmi, per quale ragione hai svolto il tuo compito a metà?»
«Credevo di dover riferire della sua volontà di prendere il pianeta» sputa fuori lui a un’incredibile velocità; persino le parole gli sussultano in gola prima di uscire. Lord Freezer scuote ancora il capo e la luce rossa dell’astro si riflette sulle sue corna splendenti.
«Ti rifarò la domanda e stavolta spero di ricevere una risposta coerente: per quale ragione hai svolto il tuo compito a metà?»
«Io… io pensavo…»
Non sa che dire e non riuscirebbe nemmeno a farlo. Lord Freezer incalza e qualcosa mi fa pensare che si stia divertendo a osservare il suo panico. Ho uno strano presentimento.
«Tu pensavi? E da quando in qua il tuo ruolo è pensare? Il tuo ruolo è portare messaggi. E un messaggero che porta messaggi a metà… converrai con me che non serve.»
Il presentimento si fa più forte che mai.
Su Netiko ha fatto saltare in aria un abitante con un dito… con un dito…
Mi chiedo se fosse lo stesso dito che solleva, puntandolo verso il petto del suo emissario, prima che si illumini di un’energia così intensa da mescolarsi ai raggi dell’astro rosso tutt’attorno.
Non lo farà davvero…
E invece lo fa. Il raggio trapassa il petto del soldato, che senza un lamento ricade in ginocchio per poi accasciarsi tra l’erba immersa nel terreno che si tinge ancor più di rosso quando si impregna del suo sangue.
Tutti tacciono. Nessuno osa parlare, del resto cosa ci sarebbe da dire? Credo che tutti qui intorno siano sconvolti e dovrei anch’io, dovrei, ma non ci riesco.
Sono a bocca aperta. È incredibile. Trovavo strano che i suoi sottoposti fossero letteralmente terrorizzati da lui nonostante non appaia intimidatorio né li minacci direttamente, ma ora capisco. È il suo atteggiamento a minacciare, sono i suoi occhi, è il tono della sua voce che non lascia seconde possibilità. Ed è assurdo con quanta facilità abbia eliminato uno dei suoi uomini solo per mostrarci che può farlo… perché è questo il motivo. Lord Freezer sta giocando con noi e con i nostri sentimenti, ci sta dimostrando quanto è superiore senza nemmeno sfidarci.
Si sfrega le mani, poi torna a rivolgersi a noi come se nulla fosse successo. Il suo tono è calmo e ciò rende tutto immensamente più terrificante.
«Dunque, le condizioni sono queste: se accetterete il pianeta cambierà nome in pianeta Freezer numero quattro e da allora in poi risponderete ai miei ordini, qualunque essi siano e in qualsiasi momento arrivino. Inoltre dovrete fornirmi i vostri uomini migliori in ogni campo, principalmente in quello fisico dato che necessito di guerrieri per il mio esercito. Dopo di questo partirò e non sentirete parlare di me fino a nuovo ordine. Allora, che ne dite? Non trovate sia conveniente?»
Sorride, godendosi le espressioni incredule di chiunque gli capiti sott’occhio. Nessuno a cui la vita sia minimamente cara oserebbe rifiutare dopo ciò che ha fatto… ma è ovvio che non gli piaccia infondere terrore con le intimidazioni. Preferisce farlo con il sorriso.
«Sì, sono termini assai convenienti» si inchina il mio Maestro. I miei occhi, così come quelli di tutti i presenti, scattano a guardarlo; sono incredulo. Quindi vuole davvero sottomettersi?
Anche gli altri due Grandi sembrano condividere il mio dubbio, ma non intervengono. Si fidano di lui più che di chiunque altro, anche se persino io trovo strano un tale atteggiamento da parte sua.
Lord Freezer invece non dubita di nulla, troppo impegnato a godersi la vittoria. Incrocia le braccia alle sue spalle e ci rivolge un riso trionfante; ho l’impressione che si aspettasse già di sottometterci con una tale facilità.
«Bene» dice. Poi si rivolge al madoriano alle sue spalle. «Peccato, pare che questa volta non ci saranno fuochi d'artificio.»
Il madoriano ride, assecondandolo; sembra essere l’unico a non temerlo ed è anche l’unico a cui Lord Freezer si rivolga con una certa confidenza.
Rotea la lunga coda muscolosa dietro di sé, inchinandosi leggermente verso il Concilio.
«Allora il patto è siglato. Quanto tempo vi occorrerà per radunare gli uomini?»
«Puoi lasciarci per qualche ora a deliberare su come muoverci? Ti faremo sapere al prima possibile, dopo aver trovato il modo migliore per eseguire la selezione.»
«E sia» annuisce con un cenno sbrigativo della mano. Poi si volta, saltando in maniera aggraziata nella sua poltrona e prendendo posto al comando. «Tre ore. Che vi bastino.»
«Ci basteranno.»
Senza aggiungere altro Lord Freezer si volta e, seguito dalla sua delegazione, ritorna verso la sua nave immergendosi nell'orizzonte da cui è giunto.
   
 
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