Caro Henry, 

Nel momento in cui leggerai questa lettera probabilmente il sortilegio si sarà spezzato e io sarò in cima alla tua lista delle persone che ti devono chiedere scusa. Ora immagino avrai capito a cosa mi riferissi. 

Ed è proprio questo il motivo per cui ti sto scrivendo. Ti chiedo scusa Henry. 

Nel momento in cui mi sono accorta che la mia vendetta era totalmente inutile, che ho capito di essermi schierata dalla parte sbagliata, dal momento che ho capito che mia madre mi voleva bene, almeno quanto mia sorella Anastasia, mi sono sentita come avessi perso il mio tempo... tempo che avrei potuto passare insieme a te, a costruire forse qualcosa di duraturo. Scusami. 

Ho perso l’intera mia vita a desiderare una madre diversa, una vita diversa, non accorgendomi che la mia vita era già colorata, luminosa e bella nel momento in cui sei apparso tu. 

Tu sei stato l’unico alla morte di mia madre che mi è rimasto accanto, che mi ha fatto da consulente e amico, dandomi una spalla per piangere. Non so bene cosa sia la parola amicizia, credo che nella mia vita non ho mai avuto nessuno di tanto caro da considerare amico e non vorrei sbagliarmi... ma credo che tu sei la persona che si avvicina di più a canoni di amicizia, almeno per me. 

Sei umile, dolce, gentile, coraggioso... e io con quel sortilegio ho messo a repentaglio la tua vita e la tua famiglia. Ho fatto soffrire le persone a te care, costringendo Regina a scagliare il sortilegio, perché sapevo che per te l’avrebbe fatto, sei tutto ciò che ha di più caro e solo ora capisco bene il perché...

Non volevo farti del male, volevo solo vendicarmi, far provare a tutti voi lo stesso identico dolore che avevo provato io per anni, ero gelosa. Gelosa di te, delle meravigliose persone che avevi al tuo fianco e ho agito da vigliacca, ho imboccato la strada più semplice per non affrontare le mie paure, le mie insicurezze. A volte le proprie le insicurezze sono le nostre nemiche più temibili, ci fanno fare cose che non ci aspettiamo, ci fanno credere cose non vere, sono come allucinazioni che distorcono la realtà. 

Ma tu... tu come stai Henry? Spero che la tua famiglia sia riuscita a trovare un modo per salvarti, non voglio perderti. Non voglio sapere di averti perso, di aver perso anche a te.

Non so cosa sarà della mia vita dopo che leggerai questa lettera, sicuramente avrò quello che mi merito... i buoni vincono sempre e io sono la cattiva della storia, quindi non merito il mio lieto fine... ma spero che un giorno riuscirai a perdonarmi. È vero, non ho diritto a chiederti perdono, ma lo sto facendo. 

Grazie, grazie per tutto quello che hai fatto per me, te ne sono grata. Mi hai insegnato a credere in me, nella forza del perdono e nel lieto fine, a quel vissero felici e contenti a cui fin da bambina avevo paura di credere, semplicemente per non soffrire. Ma soffrire fa parte della vita e tu, mi hai insegnato anche questo con il tuo modo sempre dolce e attento di fare. Grazie davvero, di tutto.

Spero che tu possa avere il tuo di lieto fine accanto a Ella e Lucy, siete una famiglia meravigliosa. 

Ivy 

Henry è a storybrooke, è tornato a salutare la sua famiglia, quando improvvisamente sul comodino della sua camera da letto, compare questa lettera. 

Ivy. È lei che gli scrive, senza nemmeno rendersi conto si ritrova a sorridere nel leggere le sue parole. Sì il sortilegio si è spezzato e lui ora ricorda tutto, ma non l’ha con lei, non potrebbe. Conoscendola sotto la veste di Ivy, ha capito che è una ragazza che ha solo sofferto tanto nella sua vita, che ha solo e sempre cercato l’approvazione delle persone, che è arrivata però troppo tardi, se solo sua madre le avesse saputo dire “ti voglio bene” non avrebbe agito così, non si sarebbe schierata dalla parte dei cattivi. Ha capito quando sofferenza si gelava dietro ogni suo gesto, anche quello più cattivo, infondo l’ha sempre saputo, anche quando la combattevano... lui poi lo sa meglio di chiunque altro cosa significa combattere con la parte peggiore di se stessi, sua mamma Regina n’è la dimostrazione. Non ce l’ha con Ivy e non doveva finire così la sua giovane vita. Meritava il suo lieto fine, di trovare una persona che sapesse accettarla per quello che è, che le insegnasse ad amare e spera che lui in parte ci sia riuscito, anche se non è mai stato la persona giusta per lei... per un momento c’è stata una forte intensa tra loro, ma nulla di più di questo. La sua anima gemella è Ella, ma conserverà sempre in un angolino di cuore quel sentimento che ha provato per un attimo per lei, di qualsiasi natura esso sia stato. 

Posa la lettera sulla scrivania e silenziosamente, per non svegliare Ella e Lucy che dormono al suo fianco, la saluta... le dice addio per sempre. 

«ti perdono Ivy e io e te siamo stati e siamo ancora amici. Riposa in pace, ovunque tu sia e spero che avrai avuto il tuo lieto fine, te lo meriti.» 

Cadendo nuovamente poco dopo tra le braccia di Morfeo, stringendo forte a se la sua famiglia. Ma con un pensiero a lei, alla sua amica Ivy. Perché per lui sempre tale resterà, non è Genoveffa la sorellastra cattiva, è semplicemente Ivy.