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Autore: capmirez98756    10/04/2018    1 recensioni
Ci sono persone, attimi, respiri, odori, sguardi, cieli, sorrisi che si incastrano proprio in quel punto di cuore dove devono incastrarsi. E non c'è accordo e musica più perfetta.
Il destino, però, si diverte a giocare con queste persone.
Callie si è trasferita a New York con la sua bambina e la compagna, vive la sua vita felice.
Arizona è a Seattle e da poco sta rimettendo insieme i pezzi del suo cuore distrutto qualche anno prima.
Ma se le carte in tavola cambiano?
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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Bisogna prendersi la responsabilità delle proprie azioni, riconoscere gli errori e saper chiedere scusa: non solo agli altri, ma soprattutto a se stessi, per aver provato e fallito. Bisogna trovare il coraggio di dire: Si, ho sbagliato, mi sono persa e non ho saputo affrontare la situazione in modo giusto. Ammetterlo non ci farà di certo sentire meglio ma potrebbe essere utile per cercare di riparare questi errori. Prendersi la responsabilità non è facile soprattutto quando in gioco ci sono troppe persone, ci sono dei sentimenti, c'è una bambina e una donna fragile.
Noi siamo responsabili di tutto ciò che ci accade. Si. Può sembrare un’affermazione forte, cruda, qualcuno magari, in un primo momento penserà di non essere d’accordo. Eppure è proprio così. Spetta a noi, a me, e a nessun altro prendersi la responsabilità delle cose.

Essere responsabili significa chiedersi sempre “Cosa posso fare io per affrontare al meglio questa situazione?”; significa scegliere i propri pensieri, le proprie azioni, e non vivere in balia degli eventi, lasciando che il proprio stato d’animo sia determinato da fattori esterni, o che alibi, scuse e giustificazioni ci impediscano di agire.

Spesso rovesciamo sugli altri le colpe di ciò che non va, o l’onere di provvedere al cambiamento. Puntiamo il dito sugli altri senza prima guardare con onesta’ dentro di noi, iniziando a cambiare noi per primi. Ci lamentiamo del traffico impazzito delle nostre città, del nostro lavoro, della situazione, dello stress, della salute, delle bugie, della fine di una storia, di un litigio finito male… Ma cosa ho fatto concretamente io ogni giorno? Poco o nulla. Anche quando faccio (o mi sembra di fare) tanto, mi chiedo sempre se c’è qualcosa di più o di diverso che avrei potuto fare. Spetta a me cambiare le cose. Fare la più grande rivoluzione di tutti i tempi. Devo iniziare a vivere in maniera consapevole e non lasciarmi trascinare da uno stile di vita che mi sta uccidendo.
Primo punto è senza dubbio definire con precisione cosa voglio ottenere, dove voglio andare. Spesso sappiamo perfettamente cosa non vogliamo più avere, fare ecc. Probabilmente dentro di noi abbiamo un’idea di cosa vorremmo, ma in realtà troviamo difficoltà nell’esprimerlo in termini pratici. Mi occorre analizzare nel profondo cosa desidero veramente. Solo dopo aver definito la mia meta, potrò realmente mettermi in viaggio verso essa. Soltanto dopo questa attenta riflessione su se stessi deve seguire l’azione. Spesso ci lamentiamo, o ci limitiamo a sognare qualcosa di diverso, ma poi non facciamo assolutamente nulla per cambiare effettivamente le cose. Altre volte ci muoviamo a casaccio, senza avere la più pallida idea di quello che stiamo facendo. Senza un’azione appropriata, una strategia efficace, difficilmente riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi. Occorre essere consapevoli delle conseguenze dei nostri comportamenti, sia nel presente, che per il futuro. A volte capita di accorgersi di aver “sbagliato strada” soltanto quando arriviamo a destinazione. Monitorando con attenzione le nostre azioni, abbiamo anche la possibilità di modificare per tempo qualcosa, di correggere la rotta, in modo da arrivare il prima possibile a destinazione superando ostacoli, imprevisti e difficoltà con maggiore efficacia. Ogni tanto c'è bisogno di qualche piccola pausa per ricaricare le pile, in modo da riprendere il viaggio in condizioni di forma ottimali. Ma quando la situazione è davvero più grande di noi ricaricare le pile è impossibile, non ho chiuso occhio tutta la notte e questo di certo non mi fa bene ma i pensieri erano molti di più del banale sonno e adesso sono stanca con la testa che mi scoppia e senza una soluzione.
"Arizona" la porta di apre e sbuca April "immaginavo che fossi già sveglia, sempre se hai dormito"
"No, non ho dormito" dico mettendomi seduta "Comunque buongiorno"
"Si, buongiorno" mi dice raggiungendomi nel letto "fammi spazio"
"Certo" mi sposto
"Ti stai facendo male, Arizona" mi dice sospirando "Io lo so cosa significa perché mi sono fatta male per tanto tempo e parlo con cognizione di causa, più ti fai travolgere dai pensieri più precipiti e sai che quando si precipita l'impatto è assicurato, l'hai provato quindi non tornare a precipitare"
"È impossibile non pensare. Ho sbagliato tutto, capisci? Ora lei non vorrà nemmeno vedermi e non so come riparare la situazione"
"Hai perso la sua fiducia"
"Di nuovo" dico abbassando la testa
"Ormai è fatta però puoi provare a rimediare, devi riprendere in mano la tua vita e mettere in ordine alcuni tasselli"
"Dici che mi perdonerà?" Chiedo fiduciosa
"Non presto perché è sempre la stessa persona, sappiamo com'è la Torres"
"Già" dico passandomi una mano sul viso "oggi chiamerò mio padre e gli dirò di riportare Sofia qui, devo prepararla ad un incontro con Callie"
"Giusto e devi anche andare da lei e dirle tutta la verità per evitare altri fraintendimenti"
"Si e sperare che non mi cacci di nuovo"
"Su questo ho un forte dubbio"
"April!" La rimprovero e lei ride "sei di grande aiuto eh"
"Sempre" ride e di riflesso lo faccio anche io anche se non c'è molto per cui ridere ma si dice che faccia bene
"Adesso prepara il caffè" le ordino in modo scherzoso
"Sono la tua serva adesso?" dice ridendo
"No, ma se lo preparo io credo che potrei mettere dentro il sale invece che lo zucchero e non so cosa invece della panna, ho dormito mezz'ora circa quindi cerca di capirmi"
"Vado Vado, non vorrei mai bere del caffè salato" dice scattando in piedi e avviandosi alla porta "Oh Arizona, dimenticavo"
"Cosa?"
"Non puoi scappare da Carina, devi prendere una decisione anche con lei"
Annuisco e lei corre a preparare il caffè, ha pienamente ragione, devo smetterla di essere egoista e pensare anche alle persone che mi stanno vicine...posso trascinarla davvero in questo casino? È una domanda la cui risposta rimando sempre, con lei sto bene ma devo assumermi le mie responsabilità e parlarle ma prima ho altro da fare.

Digito il numero a memoria velocemente e aspetto fino a sentire la voce di mio padre
"Papà, ciao" lo saluto "Come state? Come sta Sofia?"
"Ciao, Arizona" il suo tono autorevole che si sente anche in un semplice saluto, il mio Colonello, il mio papà che io amo tanto "stiamo bene, anche Sofia sta bene ma le manca la sua mamma o meglio le sue mamme"
"Lo so" chiudo gli occhi "ti ho chiamato proprio per questo, puoi riportarmela qui?"
"La situazione come va?" mi chiede senza rispondere alla mia richiesta ma so benissimo la risposta
"Non bene ma far stare mia figlia lontano non aggiusterà nulla, lei ha bisogno delle sue mamme e io farò di tutto perché abbia quello di cui ha bisogno"
"Callie sa di lei?"
"L'ha scoperto e non ha preso bene la mia decisione di non informarla e ha ragione però vuole vederla quando starà meglio e io voglio preparare Sofia a tutto questo, è una situazione grande per una bambina ma lei è forte come la sua mamma e riuscirà ad affrontare anche questa situazione"
"Come fai ad amarla così tanto?" Mi chiede e io mi stupisco
"Papà, è mia figlia" rispondo ovvia
"Non parlo di Sofia"
"Di...di chi parli?" Domando
"È la mamma al telefono?" sento chiedere alla vocina dietro il telefono
"Si, è la mamma, te la passo" le risponde mio padre senza chiedermi più niente "Ciao figliola, sii forte anche in questa situazione e cerca di ascoltarti di più perché spesso i marinai non si ascoltano e sbagliano anche se sono convinto che capirai che strada prendere" strano sentire queste parole da parte di mio padre perché è sempre stato di poche parole "Domani riporto la tua piccola da te" conclude passando il telefono alla mia bambina
"Mamma" urla entusiasta e i miei occhi si riempiono di lacrime
"Piccola mia, come stai?"
"Mi manchi tanto, mamma" dice con la voce incrinata
"Anche tu mi manchi tanto, domani torni dalla tua mamma"
"Sii" dice gioiosa "c'è anche mamma Callie?" chiede poi
"Certo, c'è anche mamma Callie"
"Come sta?"
"Meglio, molto meglio" mento cioè non proprio, sta davvero meglio ma solo fisicamente
"Posso vederla allora?"
"Potrai vederla amore ma non subito, dobbiamo prima fare un patto noi due"
"Un patto?"
"Si, un patto come quelli che fanno i protagonisti delle storie che vuoi lette prima di addormentarti" la mia bambina è tosta e non vuole lette le solite storielle di principesse che, per carità, saranno pure belle ma troppo poco reali
"Lo facciamo adesso?" mi chiede curiosa
"Domani tesoro, adesso mamma deve correre in ospedale" dico a malincuore
"Di già?" Mi dice triste
"Domani ti prometto che staremo tutto il giorno insieme"
"Promesso?"
"Promesso."
"Ti voglio bene, mamma"
"Anche io piccola mia, anche io" sussurro, la saluto e riattacco.

Dopo un lunghissimo caffè e dopo aver ascoltato tutti i problemi della mia migliore amica e aver rischiato minimo tre volte un' incidente per la guida spericolata di April siamo in ospedale sane e salve, si fa per dire...
"Ricordami di non salire mai più in macchina con te quando sei nervosa"
"È colpa di Jackson e delle sue telefonate mattutine"
"Si ma non so come siamo arrivate vive in ospedale, stavo anche per vomitare il buonissimo caffè di prima"
"La prossima volta guidi tu" dice seccata
"L'avrei fatto se la mia gamba non avesse deciso di farmi provare tanto dolore, prenditela con lei" scherzo nonostante è vero che oggi, più che mai, cammino a fatica
"Me la devo prendere con lei perché ci ha fatte arrivare in ritardo" dice sorridendo "ma forse la colpa è più tua e adesso devo correre prima di ricevere una strigliata da Owen"
"Sei un cavallo adesso?" Dico ridendo
"Un cavallo, un maiale o una paperetta non lo so ma devo scappare. A stasera"
"A stasera" rispondo prima di vederla sparire di corsa, sospiro e mi incammino verso la sua stanza.

Busso? Il dilemma che mi si pone davanti da circa dieci minuti, chissà come la prenderà, la paura aumenta ma il coraggio prende il sopravvento e busso. Una, due, tre volte ma niente e allora entro e la stanza è vuota. È uno scherzo? Dov'è Calliope?
Esco dalla stanza e vado verso l'infermiera che mi saluta cordialmente e io ricambio
"Dov'è la dottoressa Torres?"
"Non lo so, dottoressa Robbins, io ho appena iniziato il turno"
"Il dottor Hunt?"
"È in pronto soccorso per un'emergenza"
"Capisco...aspetterò nella stanza della Torres quando Hunt si libera me lo mandi in camera"
"Mi dispiace non esserle stata di aiuto, gli manderò il dottor Hunt immediatamente appena lo vedo "
"Va bene, grazie "Sorrido e la congedo con un saluto, mi giro e vado nella stanza di Calliope, mi siedo sul letto che ha le coperte scostate quindi fino a poco tempo prima era qui perché ancora non hanno cambiato le lenzuola, annuso il cuscino che ha il suo odore, l'odore della sua pelle e il suo profumo che sotto mia richiesta è quello che usava quando stavamo insieme, chiudo gli occhi e appoggio completamente la testa al cuscino, respirando a pieni polmoni quel profumo che tanto riusciva e riesce a calmarmi.

Sento vagamente il rumore di una porta chiudersi ma non riesco ad aprire gli occhi, mi sento bene così quindi perché devo aprirli? Questo profumo è una droga per me e sono troppo stanca per svegliarmi del tutto.
"Oltre che bugiarda, oltre ad essere brava a nascondermi le cose ora sei anche ladra dei letti dei pazienti? Se lo fai con tutti mi chiedo come fai ad avere ancora un lavoro"
"Calliope" apro gli occhi di scatto e la guardo
"Allora? Che ci fai nel mio letto?" Chiede nervosa
"Io...scusami" dico alzandomi a fatica "ti stavo aspettando"
"Adesso le persone si aspettano dormendo? Comunque non c'era bisogno, io non voglio parlare con te"
"Invece devi"
"Tu non mi ordini proprio nulla, Arizona"
"Ascolta...scusami Calliope, scusa se non ti ho detto che hai una figlia ma l'ho fatto per te, per non complicare le cose e l'ho fatto anche per lei"
"Dovevi dirmi tutto Arizona, tutto" alza il tono della voce "i figli non si nascondono e io non posso accettare una cosa del genere, sei l'unica persona di cui mi fidavo veramente perché infondo per me siete tutti degli estranei ma tu mi hai dato sempre qualcosa in più, non so per quale motivo, ma adesso hai distrutto tutto e sei l'ultima persona che voglio vedere" 
    "Non puoi dirmi questo e sono l'unica
di cui ti fidi perché sono tua moglie e ci siamo amate follemente" avrei voluto dirle
"Mi dispiace" invece le uniche parole che escono dalla mia bocca sono queste
"Anche a me ma adesso non puoi fare più nulla, voglio che tu vada via"
"Devo dirti una cosa, Calliope"
"No, Arizona, sono stanca e non voglio sentirti quindi per favore... per favore vai via"
"È importante" sussurro
"Non voglio sentirla" alza di nuovo la voce e capisco che forse non è il momento quindi annuisco e indietreggio
"Va bene, ma dobbiamo parlarne"
"Vedremo se vorrò ascoltarti" dice avvicinandosi al letto con la sedia a rotelle
"Ti aiuto?" Chiedo indicando il letto
"Non voglio il tuo aiuto, non più"
"Callie..." è una supplica
"Esci. L'unico aiuto che puoi darmi è chiamare gli infermieri e farli venire qua per mettermi a letto"
Vorrei dirlo altro ma mi limito ad annuire e sconfitta esco dalla stanza.
Bisogna assumersi le proprie responsabilità e le conseguenze che esse portano.


Buonaseraa, scusate tanto il ritardo ma sono stata presa da mille situazioni e mi è venuto difficile scrivere...spero che questo capitolo vi piaccia e vi ringrazio davvero tanto per le recensioni, mi motivano molto quindi grazie mille davvero...in questo periodo mi mancano davvero tanto Arizona e Callie, le Calzona della quinta, sesta, settima, ottava stagione e anche alcuni momenti delle altre due ma lì diciamo che non erano più loro, mi mancano tantissimo e il pensiero che il personaggio Arizona non ci sarà più dalla prossima stagione non mi aiuta a non farmele mancare...scusate il minisfogo ma le adoro davvero e poi oggi è l'ultimo giorno di riprese per JCap e questo mi mette ancora più tristezza...comunque detto questo ancora grazie e alla prossima. 😊
   
 
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