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Autore: PrincessintheNorth    11/04/2018    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SIGURD
 
 
In altre condizioni sarebbe stato esilarante vedere Katherine, Arciduchessa del Tridente, Lady dell’Ovest, Comandante della Marina e Principessa del Nord, vomitare su una nave.
Ma non nelle condizioni in cui eravamo.
Non mentre andavamo a sedare una rivolta, non mentre lei era incinta di cinque mesi e con un marito sotto incantesimo.
Soprattutto, non mentre tornavamo nel posto in cui lei era stata imprigionata e dove avevano ucciso suo figlio.
Una settimana prima, si era presentata davanti alle mie stanze, con il viso più cereo che le avessi mai visto.
Si era seduta sul letto, cercando di mantenersi forte, ma poi era scoppiata in lacrime, e mi ci era voluto parecchio per farla calmare.
Sia Lionsgate che le città portuali si erano ribellate, sobillate da Grasvard, e dato che Murtagh era nelle condizioni in cui era e gli altri due capi militari del Nord, ovvero Alec e Derek, non potevano accompagnarla perché dovevano presidiare il Nord, mi aveva chiesto se potessi andare con lei.
Non ce la faceva, aveva ammesso tra i singhiozzi, a tornare in quel posto da sola, peraltro con il bambino in grembo. Dato che i suoi stessi cittadini le si erano ribellati, cosa le faceva credere che non lo avrebbero fatto anche i suoi soldati?
Non aveva voluto pregare troppo suo padre e suo fratello per non sembrare debole davanti agli altri generali, pronti a tutto pur di soffiarle il suo ruolo, e perché sapeva che comunque Derek e Alec non avrebbero potuto aiutarla in alcun modo, così si era rivolta a me, come ultima risorsa.
E nel vederla in quelle condizioni non avevo potuto dirle di no.
Già una volta avevo anteposto i miei interessi, seguendo Murtagh verso il Nord, ai suoi: e ciò aveva provocato la morte del suo precedente bambino.
Questa volta non avrei permesso che le accadesse qualcosa solo perché desideravo migliorarmi.
La vidi uscire traballante dalla sua cabina, una sfumatura pallida e verdognola sulle guance.
-     Wow, Capitano. – commentai, prendendola in giro. – Dovrò chiamarvi Murtagh, d’ora in poi?
Meno di niente, e con un incantesimo la simpaticona aveva aizzato una fune contro di me, prendendomi alla caviglia e facendomi volare sul ponte.
-     Vostra Altezza andrà più che bene! – gridò ridente.
-     E allora che Bassezza sia!
Ridendo, si arrampicò sulle sartie, godendosi l’aria dei mari del Sud.
-     Dovrebbero mancare poche ore all’arrivo. – commentò, guardando l’estuario del fiume Toark. Lo avremmo imboccato in pochi minuti, avendo stretto il vento nelle vele, e una volta entrati nella corrente del fiume, giungere fino al Lago di Leona e, da lì, a Lionsgate, sarebbe stata una passeggiata.
-     Se per te dodici ore sono poche. – sospirai.
-     Beh, dopo una settimana di viaggio …
-     Già.
Durante quel viaggio, aveva lasciato ogni comando a me: tra il piccolo che scalciava e giocava nella sua pancia e le preoccupazioni per Lionsgate, non aveva bisogno anche di urlare dietro ai marinai.
Perciò, si godeva la navigazione di notte, mentre tutti dormivano, bambino compreso. Soprattutto grazie a lei e al fatto che timonasse anche di notte avevamo abbreviato moltissimo le tempistiche previste per il viaggio, oltre a, ovviamente, le correnti e i venti, che erano stati dalla nostra parte.
Strinse più forte le sartie quando il primo ufficiale della nave, Florence White, una delle migliori donne-guerriere del Nord e da sei mesi la mia fidanzata, annunciò che stava per virare.
Fu infatti una virata piuttosto decisa, di novanta gradi ad est, per imboccare l’estuario.
La maggior parte dei marinai, a quel punto, andò sottocoperta per remare, così da poter vincere la corrente impetuosa del fiume.
Da parte sua, Katie evocò un incantesimo, attingendo energia dal proprio anello di fidanzamento, per indebolire la corrente contro di noi e contemporaneamente aumentare il soffio del vento nelle nostre vele, così da poter arrivare a quella che, a conti fatti, era casa sua, più in fretta.
In meno di un’ora, l’aria salmastra del mare aveva lasciato ormai il posto a quella umida e lievemente rancida del fiume, e gli uomini non dovettero più remare.
Katherine, nel frattempo, aveva cambiato postazione sulla nave, andando sulla sua preferita: il pennone dell’albero maestro, così da poter scorgere il percorso, i nemici in lontananza e contemporaneamente, quando voleva, gridare dietro ai marinai.
 
 
Una volta finalmente giunti al castello, venimmo accolti con tutti gli onori possibili ed immaginabili, che Katie si affrettò ad interrompere nel nome del risparmio.
Le era bastato un rapido scambio di sguardi con il maggiordomo, Andersen, e la governante, Marlene, a far sì che tutta quella pompa cessasse, e finalmente potessimo riposarci.
Una volta aver attraccato nel Lago di Leona avevamo proceduto a piedi fino al castello, una tratta di circa un paio d’ore a passo spedito.
Quando venimmo ricevuti nel castello, ci rendemmo conto di come fosse la situazione: ad essere stati aizzati contro Katherine e Murtagh non erano i dipendenti del castello e della tenuta, quanto gli abitanti dei villaggi sottoposti alla loro autorità.
A quel punto, per Katie, ben più esperta di magia di me e molto meglio avveduta sulle abitudini di Murtagh, era stato facile comprendere cosa fosse accaduto: non appena lui era venuto a sapere della prima ribellione, che aveva portato alla prigionia di Katherine ed April e a tutto il resto, doveva aver rinforzato le difese sul castello e i dipendenti, e successivamente ricordato a tutti chi fosse il capo lì.
A causa delle difese, evidentemente, Grasvard e i suoi non erano riusciti ad irretire i servi o ad entrare nella proprietà, così si erano rifatti sui villaggi.
Tra il viaggio e tutto, arrivammo a Lionsgate, comunque, alla sera: i marinai preferirono prendere le stanze della servitù, nonostante Katherine gli avesse offerto quelle destinate agli ospiti, e così ai “piani alti” rimanemmo solamente io, lei e il secondo ufficiale, Florence.
Immediatamente, Katherine oltrepassò la porta della camera di Murtagh, quella della propria e aprì quella di Morzan.
Sicuramente, non sarebbe riuscita ad entrare nel luogo in cui aveva perso suo figlio, e ovviamente prendere quelle stanze era un chiaro segnale, per i dipendenti e per i ribelli: o la smettete ora, o vi brucio tutti vivi.
 
 
 
 
MURTAGH
 
 
 
Per l’ennesima volta, mi svegliai, e ovviamente l’ambientazione era diversa dalle precedenti … no, meglio non pensarlo.
Ormai avevo capito che notare le falle e i buchi di trama di chiunque mi stesse tenendo intrappolato in quel sogno senza fine lo aiutava solamente, rendendo le illusioni più reali.
Ero nel mio letto, con di fianco Jasper e Derek, che nel vedermi “sveglio” tirarono un sospiro di sollievo.
-     Finalmente. – mormorò Derek.
-     Ottimo lavoro. – si complimentò Jasper con lui.
-     Ovvio, l’ho fatto io.
-     E smettila, adesso. Murtagh, come ti senti?
Meglio non rispondere. Era un’illusione, ci mancava solo, adesso, che gli rispondessi anche.
-     Murtagh, sei libero dal sortilegio. – mi spiegò Derek. – Questo non è un sogno, sei sveglio veramente.
Mi venne da dire “questa l’ho già sentita centotre volte negli ultimi centodue sogni”, ma mi resi conto che, così, avrei evidenziato un altro errore, ed era meglio non farlo.
Più ne faceva, più si stancava in fretta, e prima mi sarei svegliato.
-     Non hai motivo di preoccuparti. – continuò. – Nei sogni non riuscivi a sentire veramente la mente delle persone, o di Castigo, giusto?
Pochi attimi dopo, sentii la sua mente toccare la mia, e dovetti riconoscerlo, era un’imitazione molto, molto realistica.
-     Questa era buona. – commentai. – Quasi reale. Peccato che non lo sia.
-     È reale. – ripeté. – è naturale che oramai diffidi dei tuoi stessi sensi, ti ci vorrà un po’ prima di riprendere il contatto con te stesso e la realtà. Puoi chiedermi qualunque cosa, per accertarti che sia davvero chi dico di essere.
Questo il mago, che manipolava i miei sogni a suo piacimento, non l’aveva mai detto.
Un punto in più, stava migliorando.
-     Dov’è nata Katherine?
Quello, effettivamente, era un segreto tenuto religiosamente in famiglia. Sui documenti, ovviamente, c’era scritto che era nata a Winterhaal, ma in realtà Katie era nata a Lionsgate.
L’avevo scoperto nei registri segreti della biblioteca, ed era una cosa di cui nemmeno lei era a conoscenza. La data di nascita era corretta, il dodici di settembre, un giorno prima di me e due prima di mia madre.
Derek annuì. – A Lionsgate. Precisamente, nelle stanze a fianco a quelle di tua madre. Terzo piano, seconda porta a destra, quella decorata ad intarsi di draghi.
Questo era corretto.
-     Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo contattati tramite specchio durante il viaggio di nozze?
-     Due giorni prima che partiste. – fece Derek.
-     Ovvero quando prescrissi a Katie un infuso per smettere di stare male. – aggiunse Jasper.
-     Qual è il suo libro preferito?
-     La Saga di Lagaerthe, ovviamente.
-     e … - quella era la domanda che sapevo, più di qualunque altra, mi avrebbe rivelato la verità. Ma prima, preferii tergiversare. – Di quanti mesi è incinta?
-     Per il momento, cinque e mezzo.
-     E cosa porta in grembo?
Quello era un segreto che il vero Derek aveva rivelato solo a me. Non appena si era reso conto, ben prima noi, che lei poteva essere incinta, aveva imposto a sua insaputa un incantesimo, così che solo lui, io e Katie, gli unici dotati di magia in famiglia, potessimo scoprire il sesso del bambino ed effettuare incantesimi su di lui, o lei.
Per questo, quella domanda era una garanzia: l’incantesimo era assolutamente invalicabile, perciò la risposta la conoscevamo solamente io e lui.
Non appena gli feci la domanda, un mezzo sorriso gli comparve sulle labbra.
-     Una principessa. Te l’ho detto, ovviamente tramite contatto mentale, poco prima che uscissi l’altro giorno per andare da Katherine al Palazzo di Marina, quando la bambina ha iniziato a scalciare. E tu hai deciso di non dire niente a Katherine per farle una sorpresa.
Ma fui sicuro di essere sveglio e libero dall’incantesimo solamente quando lui ripeté tutto e mi confermò che non ero sotto incantesimo nell’antica lingua, oltre che all’incantesimo che fece per far sì che ogni traccia di sortilegio si rilevasse.
Era impossibile, in qualunque sogno o illusione, riprodurre esattamente gli effetti di un incantesimo, soprattutto di quelli che avevano come obiettivo l’evidenziare le tracce dei malefici.
-     Sono sveglio davvero …
-     È finita. – mi confermò Jasper.
-     Ed è ora che tu sia aggiornato. – commentò Derek. In un attimo, si era scurito in volto.
Merda.
-     Che succede? – chiesi, mentre la gioia che provavo nell’essere libero veniva smorzata da quell’espressione. – E dov’è Katie?
-     Ci sto arrivando. Non appena sei caduto vittima del sortilegio sono giunte notizie allarmanti da Northern Harbor e da Lionsgate. Grasvard ha aizzato contro di voi entrambe le vostre zone d’influenza.
Perfetto.
C’era da ammazzare gente.
-     E dov’è Katherine?! Perché non riesco a sentire Castigo?
-     Essendo lei Duchessa di Lionsgate, era l’unica in grado di andare e sistemare la situazione. – ammise. – Se fossimo andati io, o Alec, o uno dei generali, avrebbe provocato un disastro internazionale. Si è diretta, cambiando i piani originali, inizialmente a Northern Harbor, e ha sedato l’inizio di rivolta sul nascere, senza troppi spargimenti di sangue. Adesso si trova a Lionsgate. Ha avvisato prima con lo specchio, il viaggio è andato bene ed è arrivata poche ore fa. È con Sìgurd e un nutrito gruppo di soldati. Non puoi sentire Castigo perché è andato con lei. Qui è rimasta Antares.
Per un po’, non seppi cosa dire, o forse preferii non parlare, perché se l’avessi fatto avrei rischiato la morte per lesa maestà.
Katherine. A Lionsgate. Da sola. Incinta.
La combinazione migliore del secolo.
Come se lì non le fosse mai accaduto niente.
Era incinta, in un covo di ribelli che la odiavano, per la seconda volta?!
-     MA SIETE TUTTI RINCOGLIONITI IN QUESTO STUPIDO CASTELLO?!
A quel punto, non ascoltai più nessuno.
Mi vestii in fretta e furia, nel frattempo svegliando Antares, che accettò di sgranchirsi le ali in un volo abbastanza lungo.
Nello stesso tempo, continuai ad insultarli tutti, a ripetizione.
Meno di dieci minuti dopo, volavo già in direzione Lionsgate.
Se Antares avesse tenuto una marcia serrata, saremmo arrivati in cinque giorni. Dopotutto, Morzan era riuscito a fare da Aberon a Lionsgate in dodici ore.
Per Katherine, avrei coperto il doppio della distanza in minor tempo.


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​Ciao! Innanzitutto chiedo scusa da parte di Murtagh per il linguaggio, ma è parte del personaggio da arrabbiato e sconvolto :) tende ad essere un po' poco nobile. 
​Secondo, questa settimana sarò veramente pienissima di verifiche, quindi potrei non riuscire ad aggiornare :(
​Alla prossima!
   
 
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