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Autore: Rebi_7_24    11/04/2018    0 recensioni
Se avesse saputo a cosa stava andando incontro, se qualcuno le avesse detto in anticipo cosa sarebbe venuto poi, se avesse potuto prevedere anche un singolo frammento di ciò che sarebbe diventata la sua vita....
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°°°°°°°°°Dal°°primo°°capitolo°°°°°°°°°°°°
「Quell'amore, si era promessa, avrebbe fatto in modo di guardarlo dritto in faccia almeno una volta. Voleva che lui sapesse. Doveva sapere che, tra l'infinità di gente che lo acclamava, che lo supportava e lo amava, c'era anche lei.」
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....avrebbe desiderato che accadesse molto prima.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Un fascio di luce entrò dalla finestra e si posò sul viso della bambina che, strizzando leggermente gli occhi, si voltò dall’altra parte ormai sveglia. Era intenzionata a non far niente per tutto il giorno, inoltre quella notte aveva fatto un sogno incredibile, e non le sarebbe dispiaciuto riaddormentarsi per continuarlo.
Mentre rimuginava sul decidere se andare in bagno o meno, la porta della camera si aprì e fece capolino la testa dorata di Diana. Era appena arrivata.
“Ehi,” disse entrando. “Ancora a letto?”
“Mmmh…” fu la prima risposta. “Perché?”
“La signora Hannah mi ha detto che sta venendo qui una persona importante, devono prepararsi tutti.”
“Chi viene?” Domandò, aprendo gli occhi.
“Non lo so, l’ho vista molto emozionata. Comunque, se ti sbrighi, magari avremo un po’ di tempo per parlare di ieri”, le propose con un sorriso.
“Mh… Ho fatto un bel sogno.”
“E che hai sognato?”
“Eravamo con Michael Jackson, eravamo amici.”
“Ah sì? Wow, dev’essere stato niente male”, commentò Diana con una punta di sarcasmo. “Per caso siamo state in macchina con lui?”
“Mh-mh..”
“Che bello.. E ci ha insegnato a ballare?”
“Sì, ma tu che ne sa-…” La sua espressione mutò gradualmente. “No.”
“Sì!”
“Come??”
“Non lo so!”
Frisk si mise a sedere. Finalmente aveva collegato. Le sue labbra si estesero in un sorriso.
“Dai, alzati”, le fece Diana. “Dopo ne parleremo con calma.”
 
[***]
 
Stava finendo di vestirsi, quando un gran baccano si fece strada fino a lei, nonostante la porta chiusa. Doveva essere arrivato l’ospite misterioso. Si infilò la maglietta giusto in tempo per vedere Diana piombare nella stanza. Aveva un’aria sconvolta. Le due si guardarono in silenzio per qualche secondo.
“Cosa?” Chiese alla fine Frisk.
“Vieni. Subito.”
Raggiunsero gli altri nel grande giardino sul retro dell’edificio. I bambini erano tutti ammucchiati intorno a qualcuno, e quel qualcuno si voltò poco dopo per sorridere alle due appena arrivate, che ricambiarono il gesto per poi unirsi a loro.
Era davvero una bella scena, con tutte quelle risate e quei visi gioiosi. Molti di loro non sapevano neanche della sua fama, ma già lo trattavano come un amico, come qualcuno a cui volevano bene.
Era questo che gli piaceva tanto dei bambini. Con loro non doveva essere perfetto, non doveva preoccuparsi di essere giudicato, e non aveva l’obbligo di soddisfare le mille aspettative nutrite nei confronti del celeberrimo Re del Pop.
Con loro poteva essere Michael, solo Michael. E ‘solo Michael’ piaceva ai bambini, esattamente così com’era. Lui che anche crescendo era sempre rimasto un po’ bambino. Questo Frisk e Diana lo sapevano, così come tutti i fan che lo apprezzavano per ciò che era, non solo per ciò che faceva.
La mattinata passò così, fin quando il cantante non dovette salutare tutti per andare a lavorare sui preparativi per il concerto di quella sera. Ma prima chiamò Diana in disparte, in fondo si trovava lì per un motivo.
Frisk non venne inclusa nella conversazione, e più li guardava parlare, più moriva dalla voglia di avvicinarsi a far domande. Ma si trattenne, e attese di vedere la ragazza tornare da lei con un sorriso enorme stampato sul volto.
 
[***]
 
Dopo pranzo, Frisk e Diana salutarono la signora Hannah ed uscirono, dirette nel luogo prestabilito dove le attendeva la stessa auto del giorno prima. Bill era stato incaricato di andare a prenderle per condurle al concerto al quale erano state invitate come ospiti d’onore. Quella storia stava diventando surreale.
Frisk ascoltava, senza prestare davvero attenzione, la conversazione della sua amica con il conducente, e intanto osservava scorrere la strada dal vetro oscurato del veicolo. Ripercorse più volte gli avvenimenti di quelle due giornate, e ancora non si capacitava di come fosse effettivamente possibile tutto ciò. Alla fine, però, decise che non aveva importanza il come, o il perché. Stava accadendo, e stava accadendo a lei. Non era fondamentale ricevere una spiegazione logica, doveva solo godersi quel sogno ad occhi aperti fino alla fine. Ma fu quest’ultimo pensiero a farla riflettere davvero.
Punto della situazione: era andata ad un evento pubblico di Michael Jackson, si era intrufolata in un’area con divieto di accesso per chiedergli un autografo, era stata fermata da uno dei suoi uomini e lui, anziché mandarla via, l’aveva portata con lui, era diventato teoricamente suo amico ed era tornato da lei per invitarla personalmente al suo concerto. Certo nella sua testa non c’era stato proprio questo ragionamento, aveva pur sempre l’età che aveva. In ogni caso, il concetto era: tutto bellissimo, sì, ma sarebbe finito. Il cantante avrebbe fatto il suo concerto, e poi sarebbe tornato a casa sua, e ognuno per la propria strada. Era impensabile che tornasse ancora a Londra per andare a trovarla, no? E in ogni caso-
“Frisk?” la chiamò Diana, per la terza volta.
“Eh?”
“Bill chiede se ti piace il succo di frutta.”
“Ah, ehm.. Sì”, annuì guardando l’uomo alla guida, che le sorrise di rimando.
Una volta arrivati, scesero dalla macchina e Bill le guidò fino a dietro le quinte, dove c’era un mini frigo con dentro acqua e bevande varie. Fece scegliere alla piccola il gusto che preferiva, e lei optò per l’albicocca, mentre Diana ne prese uno all’ananas. In quel momento arrivò Michael. Le salutò allegro, scompigliando i capelli a caschetto di Frisk e rivolgendo un bel sorriso alla ragazza. I preparativi per il concerto erano quasi terminati, ma degli ultimi particolari se ne sarebbero occupati altri. Nel frattempo, il cantante portò le sue ospiti sul palco, dove mostrò loro i macchinari per gli effetti speciali e gli strumenti, scoprendo con piacevole sorpresa della passione di Diana per la chitarra elettrica. Su richiesta degli altri due, improvvisò un pezzo su una manciata di note base, arrossendo in seguito ai complimenti di lui.
“Frisk”, le si rivolse la bionda, “Ti va di dirgli di come sei brava a cantare?”
“Ma non è vero”, ribatté lei. Ma l’amica stava già raccontando di come cantavano insieme con l’accompagnamento della sua chitarra.
Beh, di certo non era a chissà quali livelli, ma era intonata, e aveva un suono piacevole.
“Magari un giorno canterai su un palco come questo”, commentò Michael con tono incoraggiante. E ci credeva davvero. E intanto quel pensiero si faceva più pressante, e non era sicuro di cosa sarebbe stato meglio fare. Forse doveva lasciar perdere. Una cosa così significativa e al contempo così improvvisa, sarebbe stata a dir poco destabilizzante. Però… non riusciva a spiegarselo, era una sensazione strana.
Anche stavolta, comunque, si erano dimenticati dell’orologio. Fuori si era fatto buio, e intorno al palco si era radunato già un centinaio di persone. Doveva andare a cambiarsi.
“Okay, io devo andare. Spero che il concerto vi piaccia”, disse alle due con un sorriso, e si voltò diretto al camerino. Ma quell’idea continuava a martellargli la testa, e doveva pur esserci un motivo se era così insistente. Lo pensò e se ne convinse.
“Diana?”
La ragazza, che stava uscendo dalle quinte con Frisk, si fermò a guardarlo. “Sì?”
“Io.. Vorrei parlare con te più tardi.”
“Oh, certo. Va tutto bene?”
“Sì, solo.. Stavo pensando una cosa. Ti dirò dopo il concerto.”
Lei annuì, e portò fuori la bambina per trovare posto tra la folla, che era già raddoppiata.
 
[***]
 
Il concerto fu stato incredibile, spettacolare. La voce, gli strumenti, gli effetti speciali, le luci, erano un tutt’uno tra di loro, una combinazione perfetta di elementi che insieme erano pura arte. E nell’ammirare quell’ammaliante performance, Diana dimenticò temporaneamente che il cantante le voleva parlare. Ma qualsiasi cosa avesse immaginato, non sarebbe stata comunque pronta a ciò che si sentì dire alla fine.
I tre si trovavano in macchina con Bill, sulla strada per l’orfanotrofio. Michael chiacchierava con Frisk, Diana invece stava in disparte, a fissare le luci esterne rese opache dal vetro oscurato. In quel momento non le importava di essere accanto al Re del Pop, si era in realtà già abituata alla sua presenza. Ma ciò che le aveva detto.. Diamine… Era assurdo. Meraviglioso, ma assurdo. Perché sì, era una bellissima notizia, ma le dinamiche complessive lo erano un po’ meno. Era davvero la cosa giusta per lei? Sarebbe stata felice così? Avrebbe dovuto parlargliene quella sera? Oppure lasciare che fosse una sorpresa per il giorno dopo? Non c’era tempo, non ce n’era. Doveva pensare in fretta a cosa-
“Diana?”
“Sì tesoro?”
“Siamo arrivati”, la informò la piccola, con un velo di malinconia negli occhi. Quella era l’espressione di chi sapeva che il bello era giunto al termine.
Scesero tutti, Bill compreso che, in quei due giorni, si era affezionato a loro tanto quanto Michael.
“Quindi..” Azzardò quest’ultimo, un po’ esitante. “Tu che cosa ne pensi?” C’era speranza nel suo tono, era la voce di qualcuno che credeva davvero in ciò che diceva.
“I-Io…” Diana guardò Frisk, che a sua volta guardava da un’altra parte. Aspettava solo di dover dare il suo ultimo saluto a quella persona per lei tanto speciale, per poi doversi rassegnare a non vederla più. E fu proprio la vista di quella scena, ad illuminare la mente della ragazza. Fissò gli occhi in quelli di Michael, e sorrise. “Sì.”
 
   
 
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