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Autore: k_Gio_    12/04/2018    4 recensioni
In mezzo all'oceano succedono cose strane, si impartiscono lezioni di vita e si fanno incontri inaspettati.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tra sangue e frivolezze





«Emma posso chiederti una cosa?!» chiese Anna con enfasi mal celata mentre le faceva vedere il castello.

«Certo che puoi». Emma guardava tutto con immenso stupore, era tutta un'altra cosa il mondo terrestre da quello marino. Si chiedeva cosa stessero facendo le sue compagne lì sotto, se pensavano a lei o se Regina le avesse convinte che non sarebbe più tornata da loro. Avrebbe voluto vedere la sua faccia se l'avesse vista sana e in salvo e che non erano poi tanto vere quelle storie che si raccontavano tra le sirene. Ci sarebbe stata l'occasione prima o poi di rivederle. Avrebbe riavuto la sua coda, per quanto le piacesse quel mondo non sapeva se quel mondo era pronto per lei.
«Potresti dirmi com'era la tua coda?! Lo so, sono stata indelicata! Magari è una cosa spiacevole per te ricordare quello che hai perso però sono così curiosa! Scusami non dovevo nemmeno pensare ad una richiesta simile...Non vorrei che tu pensassi che io non creda alle tue parole! Sento che sei sincera. Ma io»
«Posso fartela vedere. Cioè non è proprio la mia coda, però posso fartela vedere»
Anna boccheggiò non credendo a quanto la ragazza di fronte a lei le aveva proposto. Cercava di articolare qualche frase ma non sapeva cosa rispondere.
«E- e come?»
Emma si fermò di fronte ad uno degli innumerevli quadri di cui le pareti erano tappezzate e fissando un volto di donna disse «Chi mi ha maledetto ha pensato bene di far sì che ogni volta che tocco l'acqua dolce riappaia una sorta di coda. Cioè è una coda, ma non è la mia. Della mia sono rimaste solo le squame.» si focalizzò sugli occhi del dipinto, cercando di immaginare la vita passata di quella donna «Comunque Killian le ha messe al sicuro. Non so come o cosa succederà quando la riavrò ma non me la sento di gettarle via. È tutto molto confuso» si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non è che ti piace il pirata? I cattivi sono sempre affascinanti, te lo dice una che voleva sposarne uno. Però poi si è rivelato per quello che davvero era, così ho apperto gli occhi e mi sono accorta che Kistoff era tutto ciò che avevo sempre desiderato. Sto parlando troppo, scusa. Non posso farne a meno. Comunque ti va di andare a vedere dei vestiti? Così ti fai un'idea di cosa ti piacerebbe indossare e chiederemo alla sarta di cucirne uno per il ballo. Ti va?»
«Certo che mi va!»


Mentre Emma si faceva trastullare dalle frivolezze a cui Anna la iniziava, al Capitano della Jolly Roger toccava il lavoro sporco. Prima che arrivassero i personaggi importanti di cui aveva parlato Elsa doveva salire sulla sua nave recuperare il bauletto con il tesoro di Emma, controllare che fosse tutto come lo aveva lasciato e infine riportare sotto il suo controllo la ciurma. Quelli che sarebbero sopravvissuti.
Si avviò con passo di marcia verso quella parte di sé che gli era sottratta ingiustamente, la Jolly Roger galleggiava morbidamente sulle acque serene del porto reale. Guardò con occhio truce le guardie che gli lanciavano sguardi altrettanto sprezzanti e salì sulla passerella. Diede attenzione a ciò che gli stava intorno, badando bene che non mancasse nulla. Scese sotto coperta dove trovò tutto come aveva lasciato e poi si diresse alla sua cabina. Il bauletto giaceva indisturbato sul mobile, chiuso e riservato a occhi indiscreti. Appurato che fosse ancora lì, e pieno delle squame iridescenti della sua giovane sirena, richiuse il tutto e lasciò la sua imbarcazione.
Tornò nell'area in cui avevano soggiornato qualche giorno addietro, si buttò nella prima locanda che gli capitò e continuò a perlustrare in quel modo ogni bettola finchè non trovò uno ad uno i suoi marinai. Spugna gli andò direttamente incontro, come se anche lui lo stesse cercando. Nonostante la tremenda sorte cui gravava sulle sue spalle per quella mancanza indicibile, non poteva sottrararsi al suo Capitano.
Una volta che furono tutti radunati, una sola sua occhiata bastò per farli tacere e dar segno loro di seguirlo. Non voleva chiacchiere inutili.
In capo a quella banda tutt'altro che allegra, il capitano camminava senza guardarsi indietro, ben sapendo che quei grossi uomini, dall'aspetto burbero e un po' trasandato, lo avrebbero seguito nonostante la loro sorte fosse già segnata, non mostrando astio nei confronti dell'uomo che li precedeva.
Arrivati che furono alla nave, gli uomini si misero in moto per spostare il grande vascello, ma il capitano li fermò. Attese qualche secondo affinchè tutti loro gli fossero intorno e parlò «Sapete bene cosa vi aspetta. Prima di spostare la Jolly Roger scopriremo chi sarà ancora parte della mia ciurma». I volti degli uomini volenti o nolenti sbiancarano all'ineluttabilità del loro destino.
«Avanti Capitano, cerchiamo di non metterci troppo» parlò senza timore uno dei più sfacciati marinai che la Jolly avesse mai ospitato, oltre il suo capitano Killian Jones naturalmente, «passatemi le funi». Hook assottigliò lo sguargo, un ghigno che mutava i suoi bei lineamenti in una smorfia agghiacciante.
«Procedete» diede il suo benestare e quella punizione senza sconti ebbe inizio.
L'uomo aprì le danze a quella pena di morte annunciata, mani e gambe vennero legati ad una cima che passava sotto la chiglia della nave. L'uomo guardò il cielo e chiuse per un breve momento gli occhi, più che una preghiera stava cercando di darsi quella forza che ora sembrava essere scemata via. Guardò i suoi compagni con quella finta boria che si ostinava a mantenere in volto e respirò avidamente, riempiedo i polmoni di quel tesoro trasparente che presto sarebbe stato un desiderio indicibile per il suo organismo. I suoi compagni lo guardarono con sguardi compassionevoli, sarebbe toccato anche a loro dopo di lui. Lo gettarono in mare appena l'uomo ebbe preso una grande boccata d'ossigeno.
Dal parapetto della nave i marinai lo videro cadere in quelle acque gelide che presto avrebbero inghiottito ognuno di loro. Dalla parte opposta altri uomini iniziarono a tirare la cima in base al volere del capitano, non c'era luce nel suo sguardo duro e determinato. L'uomo al di sotto dell'imbarcazione strusciava contro i denti di cane incrostati alla chiglia, i poveretti che tiravano stringevano i denti e gli occhi, ma nascondendosi dallo sguardo del loro capitano che intanto procedeva con le direttive. Quando l'uomo sarebbe riemerso non sarebbe stato un bello spettacolo.
Capitan Hook non aveva fretta, neanche il pensiero di raggiungere la sirena al castello ebbe il potere di influenzarlo su quella punizione obbligatoria, prima di tutto c'era la sua nave, e chiunque andava contro gli interessi della sua nave andava contro di lui.
Non esistevano sconti.
Quando l'uomo riaffiorò sul pelo dell'acqua i marinai lo issarono sull'imbarcazione. Il sangue colava dalle numerose ferite provocate dalle concrecazioni calcaree della chiglia, i vestiti strappati e il volto sfigurato fecero salire la nausea ad alcuni di quegli uomini che gli stavano vicino. Ma l'uomo che era appena riemerso non se ne curò. Era morto.
«Chi vuol essere il prossimo?» domandò il capitano senza degnare di uno sguardo il cadavere che giaceva ai suoi piedi in una pozza di sangue sempre più ampia.


Con il bauletto sottobraccio si era lasciato dietro la sua nave e le altre beghe di cui non avrebbe voluto occuparsi per almeno un giorno intero. Più rilassato all'apparenza, camminava verso il castello senza quella fretta e necessità di cui era stato preda giusto qualche ora prima.
Non gli piaceva quello che aveva fatto, uccidere uomini non era il suo passatempo preferito, non era nemmeno un sadico ma non poteva permettersi tali insubordinazioni o negligenze simili. Era stato chiaro fin dall'inizio con la ciurma che aveva arruolato.
Senza mettersi in mostra camminò verso la sua stanza, passando per quelle parti del castello che erano solite essere usate dai domestici. Non voleva incontrare nessuno, in quei momenti voleva restare solo e isolarsi dal resto del mondo.
Si chiuse dentro la stanza e depositò il baule sopra una cassettiera sotto la finestra, lo aprì e fissò quel tesoro, la manò sfiorò con delicatezza le superfici liscie di quelle piccole squame. Si ritrovò a sorridere fugacemente, se lei lo avesse visto mentre impartiva quelle punizioni, più simili a sentenze di morte che altro, probabilmente lo avrebbe guardato con occhi diversi. Lei si meritava di più, non un uomo del genere. Non uno come lui.
Mentre armeggiava con l'interno del baule la porta si aprì, senza nessun preavviso.
«Sei tornato, perchè non mi hai detto che uscivi in città? Kristoff ha detto che non lo hai voluto portare con te» Emma era entrata senza farsi troppi problemi, e Killian pensò che non avrebbe mai imparato l'arte dell'educazione.
«Prego Emma, accomodati pure» disse sarcastico richiudendo il baule.
Emma con le braccia sui fianchi increspò le sopracciglia «Mi sono già accomodata»
«Lascia stare. Guarda cosa ho portato» si spostò per farle vedere quel regalo inaspettato. Ma la sopresa la ebbe lui quando voltandosi se la ritrovò con un nuovo vestito. Un vestito di fattura nettamente superiore a quello che lui le aveva comprato e molto più bello. Sempre sui toni del verde, la fasciava nella sua figura valorizzandole le forme.
«Oh! La mia coda!» si avvicinò lei guardando dentro il bauletto.
«Si, ehm, penso siano più al sicuro qui» si grattò la nuca, camuffando il disagio, mentre gli occhi non riuscivano a staccarsi da quella generosa scollatura.
«Con voi umani non si è mai al sicuro, pirata. Ma apprezzo il gesto» si scostò e lo guardò eccitata «Allora, che te ne pare?» fece una giravolta su se stessa «Ti piace? Anna mi ha aiutato a sceglierlo ma alla fine ho deciso io»
«Non avevo dubbi» scherzò lui.
E poi lei gli si avvicinò languidamente, gli lisciò le pieghe della camicia con fare del tutto innocente. E lui non sapeva se lo stava facendo apposta o le veniva spontaneo. « L'abito che mi hai regalato l'ho messo tra le mie cose.» sembrava più dubbiosa che altro, «E mentre lo riponevo mi sono chiesta, ma quando riavrò la mia coda cosa faccio? Lo porto con me o lo lascio qui? Secondo te si rovina nell'acqua? Non mi va di... insomma, è un regalo quindi non voglio separamene».
Non sapeva cosa risponderle, era ovvio che si sarebbe rovinato in acqua... «Ne riparliamo quando succederà, d'accordo?!» meglio archiviare il problema per ora, era tutto un punto cieco quando si parlava di cosa era meglio fare con una sirena.
«Va bene» disse allegra allontanandosi. « L'ho messo nell'armadio, così non si rovina e posso rimetterlo. Andiamo da Elsa, Anna e Kristoff?». E prima che potesse trascinarlo fuori si accorse di qualcosa lungo il collo del pirata. Gli si avvicinò nuovamente e con la punta del dito raccolse quella sostanza rossa che si stava rapprendendo sulla pelle dell'uomo. Portò il dito alle labbra e lo saggiò.
Una scarica di brividi investì Killian quando quel dito lo aveva sfiorato, e vederla portarselo alle labbra lo mandò su di giri. Contrasse la mascella e deglutì.
«Ti sei fatto male?»
«Non è mio».
Annuì, «Lo sospettavo, non ha questo sapore il tuo sangue. Se dovevi fare a botte potevi farmi venire con te, sono più forte.»
«Me ne ricorderò. Ma dovevo impartire una lezione ai miei uomini quindi non era uno spettacolo adatto ad una signorina»
«Rispetto alla sottoscritta tu sei un principiante, tesoro»
«Così ferisci il mio orgoglio.»
Emma sollevò le spalle sbattendo le lunghe ciglia con aria di chi la sapeva lunga. «Ora andiamo»


Le giornate volarono veloci, per Emma ogni cosa era una scoperta e si stava pian piano ambientando a quel mondo regale in cui Elsa e Anna vivevano. D'altro canto anche Killian si era trovato il suo passatempo, quando non era alle prese con la ciurma che doveva riformare e assegnare loro le diverse mansioni, con Kristoff gironzolava per il castello e spesso e volentieri buttava l'occhio su qualche oggetto prezioso che non gli apparteneva. Ma c'era Kristoff che lo teneva in riga, o così credeva lui.
Per contro però, Killian fu oggetto di una giornata di attenzioni non richieste. Dato che il suo abbigliamento non era consono all'ambiente dovette far fronte a tutta la sua poca pazienza e soccombere alle chiacchere di tre donne. Kristoff sembrava capirlo più che bene e ogni tanto si scambiavano sguardi di coraggio. Che poi al capitano della Jolly Roger piaceva essere messo al centro dell'attenzione, ma non per motivi del genere e tantomeno non rischiesti.
Emma aveva riempito un intero armadio con i nuovi abiti, ma la frenesia si era acquietata e la sua attenzione era in cerca di nuove cose.
Ben presto il palazzo iniziò a ricevere nuovi ospiti e sia Emma che Killian iniziarono a recitare le loro nuove identità. Per Killian non era poi così difficile trattare con quei tizi con la puzza sotto al naso. Nonostante quel che si erano aspettate Anna ed Elsa, ma in particolar modo Elsa, Killian risultò molto credibile nella sua parte da consigliere della giovane dama bionda.
Emma era diventata Emma Swan di un Regno distante da Arnedelle, cugina di Anna ed Elsa e in visita da loro per una vacanza.
La sirena si ritrovò impacciata in quel ruolo. E se inizialmente l'adrenalina le era corsa in circolo per l'imminente arrivo di tutti quei personaggi reali, ma in particolare per il tanto atteso ballo, ora ne aveva già abbastanza. Si era stufata di salutare gente a lei sconosciuta e per niente interessante. Ogni tanto vedeva Killian che rideva sotto i baffi nel riscontrare in lei l'evidente stato di frustrazione in cui si ritrovava e allora accidentalmente il tacco della sua scarpa calpestava quella di lui.
«Una brava dama non fa queste cose, sai?!»
«E cosa avrei fatto?» rispondeva civettuola riscontrando con soddisfazione la smorfia di dolore sul volto di lui.
Killian manteneva lo sguardo vigile, tra una battuta e una conversazine noiosa che si ritroavava a fare, i suoi occhi mantenevano sotto controllo chiunque entrasse nella sala. E naturalmente dopo che i vari individui salutavano la Sovrana e sua sorella la loro attenzione calamitava tutta in direzione della bella fanciulla al suo fianco. Già di per sé Emma era un bel vedere ma con i capelli ben spazzolati e acconciati in maniera impeccabile, l'abito che ne risaltava le forme senza però farla sembrare volgare e quel velo di trucco sul volto, beh, non poteva aspettarsi che non la degnassero nemmeno di uno sguardo. Era impossibile.
«Possiamo andarcene?» gli sussurrò a mezza bocca con un sorriso finto stampato sulla faccia che sembrava più una smorfia che altro.
«Non credo che alla regina farebbe piacere che ce ne scappassimo così, non credi?»
«Ma se tu vuoi rimanere non ti costringo a venir via con me. Io però ne ho abbastanza.» Cercò con lo sguardo Anna e la vide nascondere uno sbadiglio. Elsa da brava sovrana quale era ascoltava attentamente quello che le stava dicendo l'uomo davanti a lei. Un tipo che amava il suono della sua voce visto che non smettava di blaterare del nulla.
«Forse è anche possibile che il suo ego sia più grande del tuo»
«Cosa hai detto?»
«Nente, andiamocene»
«State andando via?» Kristoff era arrivato proprio mentre stavano per filarsela via come ladri.
«Si... è tutto così noioso. Pensavo ci saremmo divertiti. Scusami Kristoff» confessò Emma abbandonando quelle buone maniere imparate in fretta e furia.
«Lo so, ma ci si diverte al ballo, non a queste pseudo cerimonie con questi soggetti impomatati. Ti guardano con una tale aria di sufficienza che porterei il mio Sven solo per sentire le loro sceneggiate costernate. Andiamocene, tanto Elsa se la sa cavare più che bene e prima o poi si ritireranno anche loro nelle loro stanze, o nelle navi con cui sono arrivati. Anna ci raggiungerà.»
E detto ciò si incamminarono verso l'uscita. Ma entrò qualcuno che non aveva nulla a che fare con quegli anziani sovrani dalle teste canute o dalle barbe bianche. No, per niente.
Emma si arrestò, come folgorata. Killian le sbattè contro e lo vide anche lui.
Un giovane uomo vestito di uno splendido abito blu era entrato nella sala con perfetta padronanza di sé. I capelli castani dai riflessi ramati erano legati in una perfetta e ordianta coda bassa, legata da un nastro anch'esso blu. I lineamenti proporzionati lo rendevano simile ad un dio. Ma erano gli occhi ad aver fatto accelerare il battito del cuore di Emma. Quegli occhi azzurri quasi grigio erano qualcosa che non aveva mai visto. Se gli occhi di Killian erano profondi e sicuri, quelli di quell'uomo di fronte a lei erano insondabili e pieni di mistero. Si sentì improvvisamente accaldata.
Lui la notò solo dopo aver appurato che la regina fosse ancora lì. Ma quando scambiò uno sguardo con gli occhi verdi di lei le sorrise.
Un sorriso indecifrabile avrebbe detto Killian a Kristoff in un secondo momento. Aveva guardato in cagnesco quell'uomo appena lo aveva visto. Ma Emma era d'altro avviso. Emma era altrove, a fantasticare su quell'uomo.
Il giovane misterioso stava per presentarsi quando Anna corse da loro e sospinse gentilmente la piccola combriccola fuori dalla sala. «Dobbiamo andare, su su, muoviamoci». E dicendolo se li portò tutti fuori dalla grande sala. Ma la testa di Emma, almeno una parte, quella più romantica, era rimasta lì, al fianco di quell'uomo di cui non sapeva nemmeno il nome.




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Salve gente!
Non sto nemmeno a scusarmi perchè tanto sono un caso perso >.< tra lutti e malattie varie cerco di terminare questa storia come mi sono prefissata di fare. 
Orbene, cosa dire, Killian si è dato da fare con la sua ciurma, o quella che gli rimane; Emma si sta perdendo in frivolezze varie ma si è scontrata con  la dura realtà dei fatti, la vita di un regnante è noiosa u.u ma chissà se il ballo rianimerà gli animi...poi c'è questo nuovo soggetto tutto da scoprire uhuhuhuh vedemo vedremo.
Allora, per quanto riguarda la parte più sanguinolenta ho preso spunto da Wikipedia e simili, quindi se per caso incontrate qualche strafalcione prendetela come licenza poetica, toh, non sono qui per scrivere cose storiche o altro, ma solo per il piacere di scrivere una storia decente e apprezzabile xD 
Devo decidere a breve se mandare la storia su toni arancioni o mantermi su questi gialli...ma in ogni caso lo scopriremo insieme man mano che pubblicherò i capitoli. La mia testa saprebbe già che risposta dare ma devo rimanere con i piedi per terra xD 
Poi, dunque, ci sono altre cose che volevo dirvi ma sono andate a farsi friggere quindi niente. Ah, si ,vi stanno piacendo queste puntante di Once? per me sono un po' delle montagne russe ma va be, io aspetto solo la fine per poterli vedere tutti insieme T.T piango.
Inutile dirvi che non so quando riaggiornerò ma se vi fa piacere leggere questa ff ogni tanto buttate l'occhio ahahhaah cercherò di tornare quanto prima, tra recensioni da fare alle ff in arretrato e Festival dell'Oriente/Irlandese, il tempo sembra poco ma lo troverò xD
Detto ciò, se siete arrivati fin qui sono contenta e spero di sentirvi ;) 
A presto!
Gio

  
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