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Autore: Signorina Granger    14/04/2018    9 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Prequel di “Magisterium”]
Hogwarts, 1933: prima di Harry Potter, dei Malandrini, di Tom Riddle, quando Albus Silente non era ancora Preside e il nome di Grindelwad spopolava in Europa, disseminando terrore.
Quando Charlotte Selwyn, Regan Carsen e William Cavendish invece che insegnanti erano solo tre studenti come tanti altri, alle prese con studio, amicizie e non, obblighi e soprattutto demoni da affrontare.
[Per leggere e/o partecipare non è necessario aver letto “Magisterium”]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 24: Esami e compleanni
 
Martedì 16 Giugno



Hector, sprofondato in una poltrona nella sua Sala Comune, teneva gli occhi fissi sul piccolo orologio a cucù che stringeva tra le mani, osservando gli ingranaggi e giocherellandoci. La stanza oltre a lui era deserta, gli studenti del quinto o settimo anno erano nelle varie aule per gli esami mentre gli altri probabilmente si godevano le ore di sonno extra degli ultimissimi giorni al castello, privi di lezioni. 
Non che gli dispiacesse, certo, era piacevole stare un po’ da solo e in silenzio dopo il considerevole trambusto dei giorni passati… ma quando sentì la porta del Dormitorio femminile aprirsi e si voltò abbozzò comunque un sorriso alla vista di Charlotte, che ricambiò e gli si avvicinò per poi chinarsi e dargli un bacio su una guancia:

“Buon compleanno Thor... Ma che ci fai qui tutto solo?”
“Non avevo sonno, mi sono svegliato presto… Adela?”

“Mi spiace, la tua principessa sta ancora dormendo… non sono tutti mattinieri come noi due. Vuoi aspettarla o scendi con me per fare colazione?”
“Aspetto qui.”
“Come vuoi… cosa stai facendo?”
La ragazza accennò all’orologio ormai quasi smembrato che l’amico teneva tra le mani con la fronte aggrottata, una mano ancora sullo schienale della poltrona e l’altra sulla spalla del ragazzo che si limitò a stringersi debolmente nelle spalle:

“Passo il tempo.” Hector sorrise quasi con aria colpevole e l’amica annuì, alzando brevemente gli occhi al cielo prima di allontanarsi:

“Beh, ad ognuno i suoi passatempi… ci vediamo dopo, e se Adela non dà segni di vita chiamami, la sceglierò io con i miei metodi infallibili.”
“Grazie per la premura, ma preferirei evitarle questa sorte. Dove vai?”
“A fare supporto morale al mio fratellone, che domande!”


*


Quando Gabriel uscì dall’aula sospirò con sincero sollievo, felice che anche quell’esame fosse giunto al termine, prima di individuare Katherine, che era seduta su una delle pance disseminate lungo il corridoio. Vedendolo la ragazza si alzò e il Serpeverde la raggiunse, guardandola sorridergli con fare incoraggiante con espressione neutra:

“Ciao! Com’è andata Trasfigurazione?”
“È andata.”
“Non fare questa faccia, di certo sarai andato benissimo.”  Katherine lo abbracciò con affetto e Gabriel abbozzò un sorriso, ricambiando la stretta mentre, a poca distanza, Jack ed Evie discutevano sulle domande a cui avevano risposto diversamente – ovviamente ognuno sosteneva di aver ragione e l’altro torto – e Stephanie, dopo aver preso Regan sottobraccio, gli sorrideva:

“Com’è andata?”
“Bene, credo. Oggi pomeriggio abbiamo la prova pratica di Pozioni, finalmente qualcosa per cui non doversi preoccupare.”
“Parla per te piccolo genio, non siamo tutti così portati! Devo ripassare una lista infinita di ricette diverse…”

La bionda piegò le labbra in una smorfia mentre il ragazzo si proponeva gentilmente di aiutarla e, a poca distanza, una Elena vagamente disperata abbracciava Axel in cerca di supporto.

“È stato terribile!”
“Non dire così, non sei andata peggio di molti altri!”
“Ma avrei potuto fare molto meglio… Chissà cosa avrà pensato Silente, che vergogna!” 

Elena gemette contro la spalla del compagno di Casa, che abbozzò un sorriso consolatorio mentre le sfiorava la schiena con affetto:

“Ti rifarai lunedì.”
“Lunedì c’è Difesa Contro le Arti Oscure, non ricordarmelo! Almeno sono andata bene in Erbologia e Incantesimi… Dopo c’è Pozioni, non posso andare male in Pozioni. Andiamo a ripassare!”
Axel fece per informarla che avrebbe preferito andare a riposarsi, o magari fare una passeggiata per prendere un po’ d’aria, ma l’amica lo prese sottobraccio senza dargli tempo o diritto di replica e se lo trascinò appresso, sostenendo solennemente che non c’era tempo per oziare.


*


Araggiunse la Sala Comune sbadigliando e sorrise quando vide Hector armeggiare con gli ingranaggi di un orologio, avvicinadoglisi in fretta e furia per sederglisi sulle ginocchia, prendergli il viso tra le mani e dargli un bacio a fior di labbra:

“Buon compleanno! Sei sveglio da molto?”
“Un po’… Charlotte mi ha proposito di svegliarti alla sua maniera, ma ti ho evitato un trauma.”
“Meno male… ti ringrazio sentitamente. Cosa stai facendo?”
“Uhm, niente, passo il tempo mentre ti aspettavo… Ora andiamo a fare colazione, sto morendo di fame!”
Hector fece scivolare Adela dalle sue gambe per alzarsi, prenderla per mano e lasciare l’orologio sulla poltrona, ignorando l’occhiata quasi mortificata che la ragazza sfoggiò quando parlò con un tono sinceramente dispiaciuto:

“Mi dispiace… Potevi svegliarmi!”
“Non esiste proprio, non si butta una signorina giù dal letto di prima mattina, la si aspetta e basta.”

“Sei un vero gentiluomo Thor, se non ci fossi dovrei inventarti.”
Adela gli sorrise mentre lo prendeva sottobraccio, guardandolo annuire e stringersi nelle spalle con nonchalance:
“Mia madre con me ha fatto un bel lavoro… dopo due fallimenti totali ha deciso che era stanca di avere buzzurri in casa, probabilmente.”


*


Iphigenia era seduta appena fuori dall’aula di Pozioni, nei Sotterranei, la testa appoggiata contro la spalla di Andrew mentre il braccio del ragazzo le cingeva delicatamente le spalle. Davanti a loro, intanto, Aurora sembrava aver deciso di lasciar perdere il buon proposito di rilassarsi e continuava a misurare il corridoio a grandi passi, le mani dietro la schiena e gli occhi chiari rivolti verso il pavimento mentre rilassava mentalmente chissà quali ricette.

“Tra poco mi chiameranno.. non so se mi sento pronta.”
“Guarda il lato positivo Iphe, almeno ti toglierai subito il pensiero… io dovrò restare qui sotto per un bel po’, temo. Andrà bene.”

Andrew abbassò lo sguardo e le sorrise dolcemente, confortandola leggermente mentre si sistemava più comodamente contro la sua spalla:

“Spero che tu abbia ragione. Non ne mancano ancora molti, se non altro.”
“Solo questo e poi lunedì Iphe, dopodiché saremo finalmente liberi… aggrappati a questo.”  

Iphigenia annuì, pensando all’esame di Storia della Magia e di Difesa contro le Arti Oscure che l’aspettavano due giorni dopo. Sicuramente quello che aveva affrontato più serenamente era stato quello di Aritmanzia, la sua materia preferita, ma lo stesso non si poteva dire di molte altre materie.

“Iphe?”
La Tassorosso si voltò quando si sentì chiamare, non dagli esaminatori ma dalla sorella minore, che le si stava avvicinando con un debole sorriso sulle labbra:

“Sono venuta a farti gli auguri… cerca di impegnarti, non come tuo solito.”
“Grazie Ele, ma da quando tu fai la predica a ME? Specie considerando che sei sotto esami anche tu adesso.”

“Dì quello che vuoi, ma Andrew è d’accordo con me, VERO?”  Electra sfoggiò un sorrisetto e si rivolse al ragazzo, che sentendosi preso in causa ammutolì e spostò nervosamente lo sguardo da una sorella all’altra mentre la maggiore si era voltata per rivolgergli un’occhiata eloquente:
“Emh… mi appello al diritto di non rispondere.”

Iphigenia fece, probabilmente, per dire qualcosa e manifestare il suo disappunto a riguardo, ma la porta dell’aula si aprì e la voce dell’esaminatore salvò il Tassorosso:

“Ashworth, Iphigenia.”
“Che peccato, devi andare… buona fortuna, nanetta.”  Andrew sorrise con sollievo e la ragazza sbuffò, digrignando i denti prima di parlare a mezza voce e con tono carico d’irritazione:
“Falla finita! No, non dicevo a lei, si figuri, mi scusi…”


*


“Allora, dimmi… com’è andato questo penultimo giorno di esami?”
“Direi bene. Lo spero almeno, sai quanto sono importanti i voti per me.”

“Lo so che ti serve una buona media, Seannie… ma sei sempre stato molto bravo, di sicuro la raggiungerai tranquillamente. Felice che sia finita, ormai?”
“Abbastanza. Mi mancherà il castello. E anche tu, certo.”

Sean, seduto sul divano accanto alla sorella, le sorrise con affetto prima di allungare una mano per prendere quella di Charlotte, che ricambio e annuì, parlando a bassa voce e con un tono quasi malinconico:

“Mi mancherai anche tu… sarà strano tornare a non vedersi tutti i giorni.”
“Ti scriverò papiri frequentemente, lo prometto.”
“Anche io. Ma se ti farai usare come postino da nostra madre ti toglierò il saluto Sean, voglio che tu lo sappia. Non voglio lettere con messaggi subliminali come “ti stai comportando bene?!”, chiaro?”

“Cristallino, sorellina.”


*


Giovedì 18 Giugno


Gabriel non si era allontanato dalla Sala Grande una volta terminato l’esame di Difesa Contri le Arti Oscure, era rimasto nel Salone d’Ingresso  per aspettare che i suoi amici ed Elena finissero a loro volta. Proprio per questo motivo sorrise e si alzò in piedi quando vide la suddetta ragazza sfrecciare fuori dalla sala con un enorme sorriso stampato sul volto, e diretta proprio verso di lui… Elena lo abbracciò senza dargli il tempo di dire nulla o di chiederle come fosse andata, dandogli così la conferma che l’esame andato bene e Gabriel sorrise mentre la stringeva:

“Deduco che è andata bene anche per te.”
“Direi di sì, ma sono felice in ogni caso che sia finita. Sai, mi hanno chiesto di evocare il mio Patronus… anche a te?”
“Sì. Ci sei riuscita?”
“Sì, anche se non ci avrei sperato, mi ci sono allenata pochissimo… è un cocker, avresti dovuto vederlo, era così carino! Il tuo?”

Elena sorrise con evidente allegria e Gabriel rise appena, trovando l’animale piuttosto azzeccato per l’esuberante fidanzata, prima di risponderle con un sorriso affettuoso, sfiorandole i capelli rossicci con dolcezza:

“Un lupo.”
“Davvero? Non l’avrei detto.”
“Ah no?”
“No, pensavo più ad un tenero micetto…”
“Per favore. Tra te e Kat i gatti mi daranno il tormento fino alla fine dei miei giorni, forse dovevo comprarti un cocker!”

“Ora che ci penso, devo dare da mangiare a Godric!”
“Ecco, appunto… non ti regalerò mai più un animale.”

“Esagerato, sei geloso di un gattino!”
“E non mi piace il nome che gli hai dato, comunque!”
“Perché, me lo ha consigliato Kat!”

“Non avevo dubbi a riguardo.”

Gabriela sbuffo debolmente ma Elena sembrò non farci caso, limitandosi a ridacchiare mentre lo prendeva per mano e gli suggeriva di andare a fare una passeggiata mentre aspettava che anche Stephanie terminasse la prova. 
“Va bene Elly… andiamo. È finita, riesci a crederci?”

“No, è meraviglioso! … aspetta, mi dici a cosa hai pensato?”
“Primo giorno qui… un po’ mi mancherà, in effetti, forse da una parte mi dispiace. E tu invece?”

“La mia prima cronaca, quando ti prendevo in giro.”
“… sul serio?”
“Forse, non te lo dirò mai.”


*


“Ciao. Com’è andata Storia?”
Jack sedette accanto ad Evie e le sorrise gentilmente mentre la ragazza invece si strinse debolmente nelle spalle, osservando il suo pranzo con aria torva:

“Bene, Storia non è mai stato un problema per me…”
“Beata te. So a cosa stai pensando Evie, ma vedrai, andrà bene anche questo… e poi pensa che è l’ultimo, poi sarà tutto finito. Il peggio è passato.”
Jack sorrise ma la ragazza non lo imitò, poco convinta: non ne era tanto sicura, considerando che l’unica materia dove non riusciva alla perfezione era proprio Difesa contro le Arti Oscure.
E ovviamente quell’esame era stato piazzato proprio il giorno del suo compleanno, tanto per renderla felice.

“Spero che tu abbia ragione… grazie, comunque, hai portato davvero molta pazienza con me nelle ultime settimane.”
“Oh, siamo un po’ tutti con i nervi a fior di pelle dopotutto, non sei l’unica ad aver avuto delle mezze crisi… è normale. E poi oggi è un giorno speciale, non devi permettere ad uno stupito esame che durerà meno di venti minuti di rovinartelo.”

Evangeline annuì, leggermente rincuorata, e si sforzò di sorridere al ragazzo, rivolgendogli un’occhiata carica di gratitudine prima di sporgersi e dargli un bacio su una guancia:

“Grazie, senza di te avrei davvero dato di matto. Ci pensi, tra tre giorni ce ne andremo! Questo è uno dei nostri ultimi pasti qui dentro.”
“E allora mangia, dove pensi di trovare una cucina migliore di quella degli elfi?!”


*


Evangeline non si era svegliata di buon umore mattina, proprio per nulla. Del resto, chi avrebbe potuto svegliarsi con il sorriso quando proprio nel giorno del proprio compleanno avrebbe dovuto affrontare gli esami finali?
Con quello di Storia non aveva avuto ovviamente il benché minimo problema, ma lo stesso non si poteva dire dell’esame pratico di difesa contro le arti oscure… La ragazza non aveva mai amato particolarmente quella materia e temeva che un brutto voto potesse danneggiare la sua media pressoché perfetta. Ovviamente gran parte della sua preoccupazione era rivolta ad un incantesimo specifico, l’unico che ancora non era riuscita a praticare correttamente e per il proprio per questo motivo era sicura che sarebbe stato chiesto di evocare il suo Patronus durante la prova.  

Forse fu proprio per questo motivo che quando l’esaminatore le chiese di di farlo Evangeline non si scompose nemmeno più di tanto, all’improvviso le sembrò soltanto di sentire le parole confortanti di Aurora e di Jack, che settimane prima le avevano assicurato che alla fine ci sarebbe riuscita a sua volta… Lei non era tanto sicura, ma forse per la prima volta in vita sua la ragazza sperava vivamente di sbagliarsi.            

Evangeline annuì, chiuse gli occhi e, perfettamente consapevole degli sguardi puntati su di sè (dell’esaminatore ma anche di Aurora, che stava aspettando il suo turno per essere esaminata), cerco di concentrarsi su qualcosa di felice, di davvero felice. Non le era mai piaciuto fallire e non avrebbe accettato che accadesse, non quel giorno. 

Era il suo compleanno, si disse. Quale giorno migliore per trovare pensieri felici?

Aveva sempre pensato alla sua famiglia, ai suoi fratelli, ma a quanto sembrava non era stato sufficiente, così decise di concentrarsi solamente su Jack. Pronunciò l’incantesimo quasi pregando mentalmente e aprì gli occhi solamente quando sentì uno stridio rompere il silenzio che si è andato a creare.
Evangeline sorrise quasi senza volerlo quando si ritrovò a guardare un animale argenteo volare sopra di lei, ma solo in un secondo momento si rese davvero conto di che cosa aveva davanti. Quasi non sentì le parole dell’esaminatore, che si congratulò con lei, troppo concentrata ad arrossire mentre ricordava quella lontana lezione, quando aveva visto Jack evocare un falco, lo stesso animale che aveva davanti agli occhi in quel momento.

“Molto bene, Signorina Rosehealty… può andare.”
“Grazie.”

Evangeline sorrise prima di girare sui tacchi e allontanarsi in fretta, sentendosi ad un metro dal pavimento mentre si accingeva raggiungere la soglia della sala grande… E forse non solo perché era il suo compleanno e perché aveva appena concluso gli esami finali.  








…………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:

Buonasera! 
Mi scuso nuovamente per la brevità del capitolo, che in effetti avrei voluto pubblicare ieri, ma sono giorni davvero molto pieni e non ho avuto tempo di aggiungere altro per pubblicarlo oggi. 
Ci sentiamo molto presto con l’Epilogo, buona serata!

Signorina Granger 

Ps. Mi scuso per eventuali errori ma proprio non ho tempo di rileggerlo, casomai lo riguarderò domani mattina

   
 
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