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Autore: Elena 1990    14/04/2018    1 recensioni
La storia mai narrata del terribile imperatore dello spazio.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Ed infine venne il giorno.
Il giorno in cui avrei affrontato mio fratello.
Il giorno in cui Neve avrebbe inevitabilmente scoperto la mia identità.
Il giorno in cui avrei ereditato l'impero di mio padre o l'avrei perso.
Quel giorno, il cielo era limpido. Il mare era piatto.
Non c' era un filo di vento. Tutto era immobile ed il ghiaccio luccicava alla timida luce del lontano sole.
Presto sarebbe arrivata la primavera. Gli animali selvatici si sarebbero destati dal lungo sonno per andare a caccia e i grandi branchi di balenottere avrebbero raggiunto le acque basse per dare alla luce i loro piccoli.
Mi ero preparato, avevo recuperato peso, ero alla mia massima forma.
Ero rimasto daccordo con Neve di incontrarci all'arena per assistere allo scontro insieme. Lei però, avrebbe trovato qualcun altro al suo fianco e avrebbe visto me di fronte a Cooler.
Il sole sorgeva sull'arena e mio fratello occupava gia il suo posto, in alto sopra la piana. Re Cold ticchettava con il dito, a braccia conserte.
Il tizio che raccoglieva le scommesse sulla mia assenza, di sicuro sorrideva.
Purtroppo per lui, non avevo alcuna intenzione di darla vinta a mio fratello.
Cooler si guardò in giro a braccia conserte. -- Mmh che abbia davvero deciso di arrendersi?
-- Sono qui.-- dissi scendendo lentamente, di fronte a lui.
Si voltò verso di me, e sorrise. -- Alla fine ti sei presentato.
-- Ne dubitavi fratello?-- sorrisi. -- O forse speravi di non vedermi?
In risposta lui rise di gusto. -- Speravo di non vederti, per non doverti fare a pezzi.
Lo fissai, impassibile. -- Così è arrivato.-- dissi -- Il giorno per cui ci prepariamo da tutta la vita.
Cooler ghignò e si mise in guardia. -- Già. É giunta la resa dei conti. Niente giochi, niente allenamenti. Oggi si fa sul serio. Oggi ci sarà un solo vincitore.-- sorrise, muovendo la coda. -- E sarò io.
Si scagliò contro di me senza preavviso, attaccamdomi direttamente.
Lo attesi e mi teletrasportai alle sue spalle. Gli avvolsi il collo con la coda e strinsi.
Cooler mi affondò le unghie nella carne ma non mi procurò troppo dolore.
Strinsi ancora. -- Arrenditi.
In tutta risposta, lui rise. Afferrò la punta della mia coda e forzò la mia stretta liberandosi. Era fisicamente più forte di me, ora ne ero sicuro.
Presa la coda, mi fece roteare e mi lanciò contro uno dei blocchi di ghiaccio ma fui rapido nel fermarmi facendo un paio di capriole in aria. Poggiai i piedi sul blocco che si riempì di crepe e mi lanciai contro Cooler, che rispose allo stesso modo.
In un attimo fummo uno di fronte all'altro in un serrato corpo a corpo, dove uno parava i colpi dell'altro. L'aria vibrava, carica della nostra energia mentre i colpi si facevano via via sempre più veloci e violenti.
Urlammo all'unisono caricando un pugno l'uno contro il viso dell'altro, colpendoci a vicenda con una forza tale da generare una lieve onda d'urto.
La folla esultava, facendo il tifo chi per me e chi per Cooler.
Mi ripresi dal colpo ed indietreggiai per schivare un destro di Cooler.
Gli afferrai la mano. Lui attaccò con l'altra mirando al mio fianco. Usai la coda per parare il colpo ma lui ruotò il polso e la afferrò stretta. Attaccai con la mano libera e lui usò la coda per bloccarla avvolgendomi la mano.
Mi tirò a sé.
Le nostre teste si scontrarono. Nessuno dei due voleva mollare. Eravamo bloccati ed entrambi cercavamo di liberarci.
Urlai e la mia aura crebbe.
Cooler urlò e crebbe anche la sua.
L'attrito tra le due forze generò energia e quando fu troppa inevitabilmente esplose, sbalzandoci via entrambi.
Non persi tempo.
Mi teletrasportai di nuovo alle sue spalle e questa volta presi una gomitata sulla schiena.
-- L'hai già fatto, fratellino!-- Cooler si voltò e a mani giunte mi colpì alla schiena scaraventandomi verso il basso.
Questa volta impattai al suolo deformandolo e sollevando neve fresca come un polverone.
In quella nebbia fitta mi rialzai e decisi di sfruttare l'occasione.
Lanciai un raggio letale verso la sagoma di mio fratello.
Lo schivò, ma io ero già alle sue spalle.
Ghignando giunsi le mani e lo racchiusi in una sfera di energia, poi lo scagliai al suolo prima che potesse reagire.
Questa volta la sfera resse. Cooler non riuscì a romperla e quella esplose toccando il suolo.
Con uno slancio lo raggiunsi, deciso a non dargli tregua. Lui era più forte, ma io ero più veloce. Atterrai di fronte a lui e agitai il braccio come per scacciare qualcosa, usando l'energia per generare un'onda d'urto e scagliarlo contro il ghiaccio ma lui si teletrasportò alle mie spalle e mi cinse il collo con un braccio.
Ero in trappola.
-- Arrenditi fratellino. Sappiamo entrambi chi vincerà.
Provai a liberarmi e lui strinse la presa. Sferrai una gomitata ma lui la parò con la mano libera.
Vuoi il gioco duro? Bene.
Sollevai la coda e gliela avvolsi intorno al collo, stringendolo.
Ora era tutta una questione di resistenza. Mi imposi di resistere, di non arrendermi.
Entrambi senza fiato, mollammo la presa nello stesso momento cadendo io carponi e Cooler in ginocchio, tossendo entrambi.
Ancora a terra provai a colpire per primo. Mi voltai carponi com'ero e scagliai un raggio letale. Lui rispose con la stessa mossa e i colpi si annullarono a vicenda impattando l'uno contro l'altro in una piccola esplosione.
Cominciammo a scagliarli a raffica, sollevando cristalli di neve finché la visuale non divenne zero.
Allora scattai in avanti e usai di nuovo l'onda d'urto per scagliarlo di nuovo contro il ghiaccio.
Funzionò. Mi librai sopra al polverone ed attaccai con i raggi di sbarramento fino a fermarmi, ansimando.
Cooler si scrollò di dosso le macerie e mi raggiunse in aria, illeso. -- Tutto qui?-- chiese.
Ridacchiai. -- Tu parli troppo.
Lo attaccai frontalmente sferrando un pugno ma lui mi afferrò la mano, mi tirò a sé e mi colpì con una ginocchiata nello stomaco, poi con un colpo di coda mi scaraventò a terra.
Rimasi al suolo con il volto contratto per il dolore, tenendomi il ventre con una mano.
Mio fratello non si stava trattenendo. Non ricordavo di aver ricevuto colpi così forti da lui.
Tossii e cercai di rialzarmi mentre lui scendeva lentamente al suolo alle mie spalle, a braccia conserte. -- Non ti stai impegnando fratellino. Cos'è che ti trattiene, mh?
Mentre ero carponi mi mise un piede sulla schiena e mi spinse giù. Poi me lo poggiò sulla testa e premette.
Strinsi i denti. E mossi le dita.
-- Se non ti impegni fratellino-- disse strofinandomi il piede sulla testa -- questo scontro finirà presto, ed in maniera alquanto disonorevole per te
Mi concentrai sulle punte di ghiaccio che delimitavano l'arena. Qualcuna si staccò facendo rumore.
Gemetti per nascondere quel suono e Cooler si concentrò su di me, premendo ancora il piede, senza sospettare di nulla.
Mi sforzai di mantenere la concentrazione.
-- Sai speravo in qualcosa in più da parte tua. Sono deluso.-- premette ancora. -- Molto deluso.
Chiusi il pugno e Cooler voltò lo sguardo verso nostro padre. -- Mi sembra ormai evidente che sono io il nuovo re.-- mi canzonò.
Mio padre non rispose. Forse perché da dove era seduto, riusciva a vedere la sorpresina che avevo preparato a Cooler.
Sorrisi, e distesi le dita.
Cooler udì il sibilo ma non fu abbastanza veloce. Si voltò, sgranò gli occhi, si scostò di lato.
Una delle punte di ghiaccio gli prese il fianco, seppur di striscio. Il sangue sgorgò immediatamente e macchiò la piana innevata. Cooler urlò e balzò agli estremi della piana premendosi il fianco con la mano. -- Bastardo!-- sibilò stringendo il pugno.
Ridacchiai mentre mi alzavo, feci scrocchiare il collo e richiamai le punte di ghiaccio con un gesto della mano. -- Tu. Parli. Troppo.-- scandii. Lanciai di nuovo le punte ma Cooler le schivò saltando in alto e rispose con una sfera di energia.
Ruotai su me stesso e la deviai verso il cielo con una codata, poi raggiunsi mio fratello sollevandomi.
Cooler aveva il fiato corto. Eppure pareva sicuro di sé.
Ridacchiò.
-- Ma guardati. Il mio debole e insicuro fratellino.
Mossi la coda, in silenzio.
-- Sai-- continuò Cooler -- Andava tutto bene, finché tenevi giù la testa. Finché stavi al tuo posto. Oh, non avresti mai raggiunto il mio livello, naturalmente. Mi avresti ceduto volentieri il trono, io sarei stato il grande re Cooler e tu lo sposo di qualche ricca ereditiera.-- strinse i pugni -- Te la saresti spassata, Freezer, avresti vissuto da re senza esserlo, per il resto della vita.-- assottigliò lo sguardo. -- Ma no. Tu hai voluto alzare la testa. Hai osato uscire dalla mia ombra, sfidarmi per il regno.-- la coda viola guizzò di rabbia. -- Sai, ho provato molte volte a tenerti sulla buona strada. Sono stato un buon fratello, un fratello protettivo, ti ho aiutato a crescere, a diventare forte. Ho tentato in tutti i modi di rendere la mia ombra confortevole, perché potessi capire fin dall'inizio qual era il tuo posto.-- strinse i pugni. -- Ma tu ora sei qui, a rivendicare il trono!-- ringhiò -- Sei qui, nonostante tutto! Nonostante tu sia una nullità in confronto a me!
Sentii la sua potenza aumentare e rimasi immobile, celando il mio stupore.
-- Ho provato in tutti i modi a dissuaderti fratellino, a tenerti lontano da tutto questo. Ho persino stuzzicato la tua ambizione spingendoti su Plant, sperando che la guerra ti trattenesse più a lungo. Ma ora, tu non mi lasci altra scelta. Oggi riprenderai il tuo posto. Oggi vedrai di cosa è davvero capace il Principe Cooler.
Vidi il suo corpo deformarsi, cambiare radicalmente in uno molto più robusto, grande e minaccioso.
Ed eccolo alla fine, il suo asso nella manica. La quinta forma. Quelli che nella storia l'avevano guadagnata si contavano sulle dita di una mano, ed erano tutti eroi dell'antichità, protagonisti di innumerevoli leggende. La folla acclamò Cooler, come se fosse uno di quelli.
-- Arrenditi fratellino.-- disse. -- Non farmi usare questa contro di te.
Strinsi i pugni, per nascondere il tremito delle mani. Non mi sarei arreso. Mi tornarono alla mente le parole di Bardack.
Per cosa combatti?
-- Per lei.-- mormorai.
Dovevo diventare imperatore. Solo così la mia parola sarebbe stata legge e avrei potuto sposarla.
Non mi sarei arreso.
Mi misi in guardia e Cooler fece lo stesso.
-- Scelta sbagliata, fratellino.
  
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