Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Horror_Vacui    15/04/2018    1 recensioni
Stiles Stilinski ha perso tutto: la moglie, la casa e il lavoro. Torna così a vivere con suo padre, dopo aver passato otto mesi in un istituto psichiatrico poiché affetto da disturbo bipolare, emerso dopo aver sorpreso la moglie con un altro.
Stiles incontra Malia, una misteriosa e problematica giovane donna, che in seguito alla morte del marito si è data alla promiscuità. Malia si offre di aiutare Stiles a riconquistare la moglie consegnandole una lettera, ma solo se lui in cambio farà qualcosa di veramente importante per lei: partecipare a una gara di ballo.
-
Stalia AU basato sull'omonimo film di David O'Russell.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Malia Hale, Sceriffo Stilinski, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6. Martingala

Parte II

Il giorno della gara era arrivato più in fretta del previsto.
Casa Stilinski era ancora agghindata a festa per Natale, ci aveva pensato Melissa, si era impegnata tanto... forse anche troppo. Persino la soffitta di Stiles era piena di luci colorate e statuine di angeli.
Era lì che Malia l'aveva raggiunto, in netto anticipo, mentre lui si stava vestendo.
I loro genitori, che nel frattempo si erano conosciuti, brindavano di sotto come vecchi amici, uniti dalla speranza comune di vedere Peter finalmente sconfitto.
Stiles non si mostrò affatto sorpreso di vederla.
«Mi aiuti a scegliere la cravatta?» le chiese saltando tutti gli inutili convenevoli.

E così fece lei, annuendo e prendendo una cravatta scura dalla scatola sul letto.
Erano così vicini che sentiva il suo respiro sul viso: sapeva di menta piperita. Le sarebbe bastato alzarsi in punta di piedi per baciarlo, ma lui non era come gli altri e non poteva rischiare di rovinare tutto. Si era ripromessa di aspettare, di non agire, di non parlare, di non lasciarlo entrare.
Lui però non le rendeva di certo facile il compito.
«Cosa indossi là sotto?» domandò sfiorando il cappotto nero che le arrivava alle caviglie.
Malia sentì un brivido un lungo la schiena e gli rivolse un'occhiataccia, continuando invece ad annodargli la cravatta. Le tremavano le mani e al terzo tentativo si arrese e la gettò sul letto.
«Dannazione, fa schifo!» esclamò nervosa.
«E allora niente cravatta» disse lui mettendosi la giacca.
Stava bene, il ballo lo aveva modellato, aveva le spalle più larghe e la vita più stretta di quando si erano conosciuti. La camicia bianca e il completo scuro gli cadevano a pennello. Per l'occasione aveva anche tagliato i capelli e accorciato la barba, mettendo così in risalto il volto affilato.
Con una ventiquattrore e un paio di occhiali lo avrebbe potuto scambiare per un uomo d'affari di successo. Eppure lei sapeva che l'avrebbe amato anche con trenta chili in più e la sua orrenda maglia da football di DeSean Jackson.
«Dai sarà fantastico, ci sarà Lydia. Si ricucirà tutto, è scritto nel destino» disse con uno strano sorriso, lo stesso che aveva stampato in faccia da quando aveva accettato di prendere parte alla scommessa, come se sapesse qualcosa che lei ignorava. O forse era solo la sua immaginazione.
«Tutto bene?» le mise le mani sulle spalle e la guardò dritto negli occhi. «Non avere le ginocchia molli, abbiamo un ballo da fare, è una martingala, concentrati».
«Sono concentrata» strinse i pugni per non dare a vedere di essere in ansia, ma la nausea non voleva saperne di andare via.
«E allora andiamo».

Il Benjamin Franklin Hotel le sembrò più sontuoso e imponente del solito, la sua hall in marmo e stoffe pregiate erano lì per ricordarle che non valeva abbastanza e avrebbe perso.
Avrebbe perso tutto.
Gli altri partecipanti alla gara erano già arrivati e stavano ripassando i passi nei loro abiti luccicanti e striminziti, i corpi scolpiti da anni di duri allenamenti e i movimenti fluidi come l'acqua.
La gola di Malia si chiuse in una morsa e d'istinto strinse la mano di Stiles, mentre lui rassicurava suo padre e Derek e il dottor Deaton. Erano tutti lì a sostenerli, mancavano solo sua sorella e Scott.
«Stiles, non dobbiamo far altro che avere un cinque. Dovresti restare qui con me a guardare la partita» disse Noah a suo figlio e il sangue le andò subito alla testa.
«Per gli Eagles è meglio quando Stiles è con me, l'abbiamo già chiarito» disse con asprezza.
Ci pensò Stiles a raffreddare gli animi dicendo che sarebbe andata bene. Lei non riusciva a capire come facesse a mantenere la calma, ma finché erano insieme aveva poca importanza, le bastava averlo vicino a infonderle sicurezza.
Si allontanarono dal resto del gruppo per andare a iscriversi alla gara.
«E questa cos'è?» le chiese lui sollevando le mani ancora intrecciate.
«Credevo fossi stato tu» rispose con lo sguardo fisso davanti a sé.
«Io? Credevo fossi stata tu, ma che diamine, tanto stiamo per ballare, chi se ne frega».
Salirono su per le scale e raggiunsero il corridoio dove si tenevano le iscrizioni.
«Voglio che ti ricordi di tutte le cose buone che abbiamo» disse più a se stessa che a lui.
«Certo che mi ricordo. Sicura di stare bene?».
«Sì, tu registraci, io vado a cercare Allison».
Fece il giro del piano e guardò giù in cerca di sua sorella, ma non dovette cercare molto perché l'abito blu oceano e i capelli rossi di una certa persona catturarono la sua attenzione.
Lydia era davvero lì, accompagnata da Allison, Scott e il poliziotto Whittemore, che per l'occasione aveva indossato lo smoking.
Al solito si muoveva leggiadra, a due metri da terra, i lunghi capelli rossi che ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle e la pelle bianca come il latte. Una sorta di creatura mitologica, di quelle che che ammaliavano i poveri e ingenui viandanti, per poi mangiare loro il cuore.
Malia sentì le forze venire meno e le venne voglia di piangere e correre via, ma Allison la vide e indicò a Lydia l'entrata della sala dove si sarebbe tenuta la competizione, poi si diresse su per le scale assieme a Scott. Era troppo tardi per scappare.
«Malia, come stai? Ti senti pronta?» disse Allison con il suo solito tono stucchevole.
«Ma che cazzo hai fatto?» sussurrò a denti stretti, incapace di trattenere le lacrime di rabbia.
«Tesoro ti prego, calmati, devi restare calma» le mise una mano sulla spalla.
«Tu vuoi vedermi morta, vuoi vedermi morta» avrebbe urlato, ma aveva la gola chiusa e l'aria passava a stento, quindi quello che ne uscì fu un patetico suono strozzato.
«Malia, ti prego non fare scenate. Se lei vede quanto sta migliorando, forse ritira l'ingiunzione, lo sai bene».
«Me l'ha detto anche Stiles,» intervenne Scott «non bisogna mai gettare un matrimonio dalla finestra».
«Oh mio Dio, oh mio Dio... no, non l'ha detto, non l'ha detto» scosse la testa, troppo confusa per ragionare. Sapeva che Stiles pensava a Lydia, ma sentirselo dire da altri era diverso, doloroso.
«Sì, l'ha detto parecchie volte. Malia, questa è la sua occasione, devi dargli un'occasione».
Scansò la coppia e scese giù per le scale. La porta principale aveva una certa attrattiva, ma vide Noah, Derek e Peter nella hall, davanti al televisore che trasmetteva in diretta la partita degli Eagles.
Pensò alla delusione nei loro occhi, alla felicità in quelli di Peter per aver vinto in modo così facile, pensò a quanti avrebbero detto che la pazza figlia di Henry aveva rovinato la vita dell'ex sceriffo e allora si decise a entrare in sala.
La gara era già iniziata, i ballerini erano più bravi di quanto si sarebbe mai aspettata. Aveva bisogno di un aiuto esterno per affrontare quella serata di merda.
Ignorò i tavoli, non voleva rischiare di vedere Lydia, e si diresse in fondo, dritta verso il bar.
C'era uno sgabello libero accanto a un damerino in smoking e farfallino, chiese una vodka al barista. Il suo tono doveva essere davvero disperato, perché il cretino al suo fianco la guardò come un leone guarda una gazzella nella savana. Non sapeva che era lei la predatrice da quelle parti.
«Ne vuoi un'altra?» le domandò leccandosi le labbra.
Era pronta a rifiutare, ma Stiles entrò in sala proprio in quel momento.
«Certo, perché no?»

*

Aveva perso di vista Malia e ora non riusciva più a trovarla. Aveva chiesto a suo padre, ma lui non l'aveva vista nemmeno passare, così dopo un giro veloce dei corridoi era entrato nella sala dove si stava già svolgendo la competizione.
Era tutto buio, fatta eccezione per le ghirlande di Natale appese in alto e per i fari che illuminavano la pista. Due ballerini stavano dando il meglio di sé in un vortice di lustrini neri e dorati.
I tavoli erano quasi tutti al completo, Stiles si guardò intorno alla ricerca della sua compagna di ballo, si fece strada tra le persone in piedi e poi la vide: Lydia era lì, seduta tra Allison e Scott.
Guardava lo spettacolo con interesse, attorcigliando una ciocca di capelli tra le dita e sorseggiando un drink.
Ebbe un leggero tuffo al cuore, come se una lama gelida gli avesse attraversato il petto.
Era bella come la ricordava, ma aveva immaginato per così tanto tempo quel momento che viverlo fu quasi deludente. Le sue intenzioni e i suoi sentimenti erano cambiati, lui era cambiato.
Si spostò per poterla guardare più da vicino, i loro sguardi s'incrociarono, lei però non lo riconobbe.
Stiles sorrise con amarezza e riprese a perlustrare la sala, vide che Melissa gli faceva cenno da uno dei tavoli. Accanto a lei erano seduti il dottor Deaton e sua moglie e i genitori di Malia.
Melissa lo tirò giù per una manica e gli parlò all'orecchio per sovrastare la musica.
«Dov'è lei?»
«Non lo so, la stavo cercando».
«Devi trovarla! Gli Eagles sono in vantaggio».
«Cosa? Davvero?!» chiese e in risposta Melissa gli mostrò i risultati sul cellulare.
Se gli Eagles avessero vinto e lui e Malia avessero raggiunto un punteggio di 5, suo padre avrebbe recuperato i soldi persi e avrebbe potuto aprire finalmente il suo ristorante. Non poteva arrendersi.
Fece un giro della sala, poi l'occhio gli cadde sul bar in fondo. Lì, sotto una luce violacea, c'era seduta Malia. Beveva e ciarlava con un tizio in smoking, come una qualsiasi persona non coinvolta nella gara.

Stiles si fece spazio tra il piccolo gruppo di persone che facevano la fila per prendere qualcosa da bere, era positivo, era una roccia, non avrebbe spaccato la faccia al tizio se non l'avesse provocato.
«Ehi, che stai facendo?» si rivolse a Malia, i nervi a fior di pelle.
«Oh, ciao Stiles».
«Sta bene amico, è con me» s'intromise l'altro.
«Sta bene? Senti, perché non provi a stare zitto?» lo fulminò con lo sguardo e quello indietreggiò alzando le mani in segno di resa.
«Quanti te ne sei scolati?»
«Ho bevuto due vodka» disse sprezzante.
«Senti, non so che scelte hai fatto, ma ci siamo».
«Siamo in cosa?»
Stava per rispondere, quando il presentatore annunciò che i prossimi ad esibirsi erano proprio loro.
«Sai, pensavo fossi la cosa migliore che mi fosse mai capitata, ma ora penso che potresti essere la peggiore invece, e mi pento di averti mai incontrato» gli disse seria e arrabbiata.
Nonostante il tono e la circostanza erano le parole più belle e sincere che gli avesse mai rivolto, però non c'era tempo restare a parlarne, era il loro turno.
«Buon per te, forza balliamo» disse e le mise una mano dietro la schiena per accompagnarla.
Malia non oppose resistenza - complice forse l'alcol -, si fece guidare fino al centro della sala e lasciò che Stiles le sfilasse via il cappotto.
Aveva comprato quell'abito da più di una settimana, ma si era rifiutata di farglielo vedere, come una sposa prima delle nozze. E in effetti era bianco come un vestito nuziale, con pochi lustrini nei punti giusti e composto da un pantalone aderente e un top. Stiles sentì un'altra fitta al cuore, diversa da quella causatagli da Lydia, era calda e gli riempiva il petto.

Un applauso accolse l'inizio della loro esibizione, Stiles guardò Malia e Malia guardò Stiles, per darsi forza e coraggio a vicenda.
Gli altri ballerini avevano messo in scena uno stile di ballo, eseguendo alla perfezione i passi, con poche sbavature. Loro due però erano diversi, erano lontani da qualunque canone e distanti dal concetto di “normalità” e riuscirono ad esprimere tutto in quei pochi minuti: la rabbia, la frustrazione, la voglia di non lasciarsi abbattere, la passione che provavano l'uno per l'altra.
Stiles voleva ancora ballare per Lydia, non per riconquistarla, ma per dimostrarle che non aveva più bisogno di lei, che era andato avanti. E voleva farlo anche per Malia, per dichiararle il proprio amore.
Lo stile di ballo e la musica cambiarono quattro volte, dal merengue al valzer lento, e alla fine giunsero al momento tanto temuto, il passo forte, quello che non avevano finito di mettere a punto.
Stiles si abbassò e si mise in posizione, Malia prese la rincorsa e gli andò incontro.
Era riuscito a sollevarla quel tanto che bastava, ma lei era ancora troppo rigida e le braccia di Stiles non erano abbastanza allenate, così lei finì letteralmente seduta sulla sua faccia.
Stiles barcollò e fece qualche giravolta, il viso nascosto tra le gambe di Malia e mille pensieri poco casti per la testa, finché lei non prese l'iniziativa e, puntellandosi sulle sue spalle, scivolò giù. Sorrideva divertita e lui ricambiò, come se non ci fossero persone in imbarazzo attorno a loro, come se quella non fosse una pista da ballo, ma la sala in cui si erano allenati per due mesi.
Fecero qualche altro passo di tango e finirono l'esibizione uno tra le braccia dell'altra.

Ci fu silenzio e poi di nuovo applausi, ce l'avevano fatta, avevano ballato fino alla fine e senza commettere troppi errori. Mancava solo una cosa: il voto dei giudici.
Noah, Derek e Peter li raggiunsero per ascoltare il verdetto finale.
«Bene, passiamo ai voti» disse il presentatore al microfono. «Abbiamo un 4.9, un 4.8, un 4.9 e infine un... 5.4, per una media finale di 5.0».
«Mi dispiace ragazzi» disse uno dei concorrenti che aveva già gareggiato, vedendo i loro volti sotto shock.
«Gli Eagles hanno battuto i Cowboys» disse Derek.


Avevano vinto la martingala!

Le urla di gioia esplosero come un fuoco d'artificio. Noah abbracciò Melissa e poi Derek e i genitori di Malia abbracciarono Scott e poi il dottor Deaton. La loro reazione fu così esagerata che persino il presentatore si chiese cosa ci fosse da festeggiare per un misero 5.
Malia nascose il viso nell'incavo del suo collo.
«Grazie, sei fantastico» gli disse stringendolo forte.
Stiles ricambiò la stretta, ma quando aprì gli occhi vide Lydia sorridergli, in piedi accanto al suo tavolo, con Jackson vicino che lo fissava. Lei era indecisa sul da farsi e lui era stanco di essere additato come il pazzo maniaco e violento con l'ingiunzione restrittiva. A malincuore sciolse l'abbraccio di Malia e andò verso Lydia.
La canzone del suo matrimonio non suonava più.
«Grazie per essere venuta. Come stai?»
Lydia s'irrigidì, sbatté un paio di volte i suoi grandi occhi verdi e, quando capì che lui non avrebbe dato di matto, si sciolse in un sorriso sollevato.
«Bene, grazie. E tu?»
«Io sto benissimo» si strinse nelle spalle.
«Si vede, sembravi molto felice».
«Già, chi l'avrebbe mai detto?»
«E sei anche in forma, sei dimagrito molto» constatò senza smettere di sorridere.
Era strano che quel sorriso non gli facesse più lo stesso effetto, si sentì disorientato.
«Ho letto i tuoi libri, ho un atteggiamento positivo, prendo le medicine e sono in terapia adesso».
Jackson aveva seguito tutta la loro conversazione, era irritante, così Stiles fece una mossa azzardata.
Si avvicinò all'orecchio di Lydia per sussurrarle le uniche parole che voleva dirle davvero.

«Noi due non eravamo fatti per stare insieme. Lydia, voglio il divorzio».
Non aspettò di sentire la sua risposta, c'era una cosa che doveva fare, l'ultima parte del suo piano romantico da mettere in atto.
Tornò indietro ma di Malia neanche l'ombra.
«Dov'è Malia?» chiese a suo padre, senza smettere di cercarla con lo sguardo.
Noah scosse la testa contrariato.
«Se n'è andata poco fa».
«Come se n'è andata?! Dove?»
«Ti dico una cosa. So che non vuoi ascoltare tuo padre, io non ascoltai il mio, ma ti dico che devi dar retta ai segnali. Quando la vita ti manda un momento come questo è un peccato se non l'afferri, ti perseguiterà sempre, come una maledizione. Hai una grande sfida da affrontare, proprio adesso, proprio qui! Quella ragazza ti ama, ti ama davvero. Non so se Lydia ti abbia mai amato, ma certo come la morte non ti ama ora! Quindi mi raccomando, Stiles, non fare puttanate».
«Hai finito?»
«Sì, ma...»
«Grazie papà, ti voglio bene» gli diede un bacio sulla guancia e poi prese la giacca e scappò fuori.


*

Quando Stiles aveva accettato di partecipare alla gara di ballo, pensava di aver vinto.
Per una volta nella sua vita avrebbe ottenuto qualcosa in cambio di un favore, non ne sarebbe uscita a mani vuote.
In realtà Stiles aveva preso ben più di quello che le aveva chiesto e non l'avrebbe mai saputo.
Avevano vinto la scommessa, lui si stava riconciliando con sua moglie, il suo compito era terminato. Malia doveva farsi da parte, anche se si sentiva svuotata, anche se non vedeva alcuna luce alla fine di quel tunnel.
Come aveva potuto pensare, sperare, che qualcuno si sarebbe innamorato di lei? Non valeva più di una notte, non era abbastanza per una relazione. Era destinata al fallimento e ai rapporti usa e getta, lei era la scala per raggiungere la cima.
Il trucco le colava dentro gli occhi facendoli bruciare, si tolse le ciglia finte e le gettò in strada.
La sola idea di rivedere Stiles e Lydia insieme la uccideva, ma sapeva già che sua sorella e sua madre avrebbero organizzato una grande festa, costringendola a partecipare.
E la coppia di sposi l'avrebbe ringraziata, avrebbero fatto un brindisi in suo onore... no, meglio farsi ricoverare lontano da quel triste spettacolo.
Doveva sfogarsi e poi andare in un bar a fare quello che le riusciva meglio: autodistruggersi.
«EHI!» urlò qualcuno a squarciagola proprio dietro di lei.
Si voltò, nella speranza che fosse un tizio a caso per strada, ma no, quel “grazie” sarebbe arrivato prima del previsto. E lei non voleva sentirlo.
Corse via da Stiles, nonostante le gambe non reggessero più. Attraversò due isolati, ma lui era sempre stato più veloce e la raggiunse.
«Mi vuoi lasciare in pace, per favore?» gridò spingendolo via.
«Aspetta, ho un'altra lettera» disse e tirò fuori una busta dalla tasca.
«Ma che cazzo ti è preso?! Dagliela tu stesso!»
«Senti, non dovrai più rivedermi se la leggi, d'accordo?»
Ancora quel sorriso strano, glielo avrebbe fatto sparire volentieri a suon di pugni. E avrebbe distrutto quella lettera e tutte le lettere del mondo, ma era ormai chiaro che non si sarebbe arreso facilmente, non se c'era di mezzo proprio una dannata lettera.
Gliela strappò di mano in malo modo. «Che grande puttanata» disse aprendola.
«Sì, tu leggila».
«Cara Malia...» la voce le morì in gola e sentì le gambe tremare. Non aveva il coraggio di andare oltre, ma il sorriso di Stiles, sempre più ampio e gentile, la convinse a continuare.
«...so che hai scritto tu la lettera. Il solo modo di assecondare la mia...»
«...pazzia era fare qualcosa di pazzo tu stessa. Grazie. Io ti amo» finì lui la frase.
«L'ho saputo nel momento in cui ti ho conosciuto, mi dispiace che ci abbia messo così tanto a capirlo, ero rimasto bloccato, Stiles» continuò a recitare quella lettera a memoria, come se l'avesse letta e riletta centinaia di volte.
Malia non seppe che dire, lo guardò smarrita, lasciando scorrere le lacrime.
«L'ho scritta una settimana fa».
«L'hai scritta una settimana fa?»
«Sì, è così».
«E mi hai fatto mentire per una settimana?»
«Cercavo di essere romantico».
«E... e mi ami?» gli chiese con diffidenza, come se si aspettasse uno schiaffo da un momento all'altro, ma Stiles annuì senza smettere di sorridere.
«Sì, ti amo».
«D'accordo».

La barriera che credeva li separasse si sbriciolò davanti a sé, Malia si aggrappò alle spalle di Stiles e incontrò le sue labbra. Il bacio più dolce e atteso di sempre, capace di scaldarle l'anima e mettere pace e ordine nel suo cuore.

*


12 febbraio

Non aggiorno questo diario da un po', ma sono successe diverse cose.
Lydia ha ritirato l'ingiunzione e ora stiamo divorziando ufficialmente. Mio padre continua a scommettere con Peter, ma senza esagerare, il ristorante sta per essere aperto. E poi si è finalmente deciso a fare il grande passo con Melissa e lei si è trasferita a casa nostra. Scott non l'ha presa troppo bene all'inizio, ma l'idea di avere un fratello non gli dispiace.
E io e Malia? Be' non posso descriverlo a parole, non sono molto bravo in questo.
Penso però a tutto quello che gli altri hanno fatto per me e mi sento tipo molto fortunato.

Il mondo ti spezza il cuore in ogni modo immaginabile, questo è garantito. E io non so come fare a spiegare questa cosa, né la pazzia che è dentro di me e dentro gli altri, ma indovina un po'?
Domenica è di nuovo il mio giorno preferito.



FINE.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Horror_Vacui