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Autore: DARKOS    16/04/2018    2 recensioni
[“MUHAHAHAHAH! IO SONO BLOODY WATER!”
Il grido rimbombava nelle vie della città, mentre il Re si guardava attorno con aria sconsolata e Bloody Water si dirigeva verso nuove avventure.]
Salve di nuovo! O, se è la prima volta che ci incontriamo, benvenuti! Oggi voglio presentare una mia creazione, che era iniziata come scherzo, e si è invece tramutata in... diciamo uno scherzo più articolato.
La mia nuova serie, "Bloody Water", narra di cosa accadrebbe se ad Aqua, dopo 10 anni e più nel Reame dell'Oscurità, fosse partito letteralmente il cervello. Il tutto nella maniera più comica e demenziale possibile, sempre che mi riesca.
Buona lettura e (spero!) buone risate!
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aqua
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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BLOODY WATER – COL 50% DI NESSUNA PIETÀ

Bloody Water avanzava a fatica nei corridoi del laboratorio. Minuscole gocce di sudore si formavano sulla sua fronte contratta per lo sforzo di quell’affannoso procedere. Ma non voleva dargliela vinta. Non avrebbe mai permesso che…
“Si può sapere perché cammini sulla punta delle dita?”
Even, camminando normalmente, la seguiva a due passi di distanza con tanto d’occhi.
“Perché il pavimento è lava. Tu stai bene solo perché hai il potere del ghiaccio.”
“Capisco. E in che modo camminare sulle dita ti aiuterebbe?”
“Beh, mi pare OVVIO, no? Perché la magia si usa dalle mani, quindi la lava non mi farà del male! O hai mai visto qualcuno evocare il fuoco dai piedi?”
“Ah, certo, certo. Bene, siamo arrivati.”
Even e Bloody, entrambi camminando sui piedi, entrarono nella sala del computer. Lo scienziato adocchiò famelico il cd a cui stava lavorando Xehanort: se avesse potuto incrociare quelle ricerche con la pazzia di questa giovane! Già pregustava le scoperte e gli utilizzi, ma doveva andarci cauto. Quindi decise di cominciare instaurando un legame col soggetto.
“Mi dica signorina Bloody, le è piaciuto lo zoo di poco fa?”
“Divertente quasi quanto quella volta dove ho visto i magnifici pidocchi che… eh…. Facevano… senti, facciamo che ho detto qualcosa di improbabile e per nulla divertente, va bene? Sono stanca. Non dormo da undici anni.”
“Oh? Non esiste riposo nel Regno dell’Oscurità?” Even era già pronto a prendere appunti, ma si chiese se non stesse attuando un approccio troppo diretto.
Difatti Bloody strabuzzò gli occhi per un istante e rispose: “Riposo? Nah, nell’Oscurità tutto fluttua e perfino posare gli oggetti diventa difficile, figuriamoci ri-posarli. Per rimanere a terra devi costantemente trattenere il fiato, e questo spiega come mai gli Heartless non volano. Non hanno polmoni.”
Even si ripromise di tenere a freno l’impazienza e procedere con calma: si disse tra sé e sé che ogni fesseria sarebbe stata un’altra occasione per capire come si comportava il soggetto. ‘Anche la pazzia può essere tracciata, se uno non si fa scoraggiare.’
“Ohohoh, niente polmoni, certo. Ha senso.” Si accorse la ragazza lo stava fissando ancora, stavolta con un’espressione quasi irata. “C’è… c’è qualcosa che non va, lady Bloody Water?”
“Tu mi stai solo dando ragione. Fingi di ridere alle mie strepitose battute, ma il tuo cuore è fragile quanto l’ego di Terra, che è una delle cose più fragili che esistano! Io la sfido a duello, messere!”
E BW iniziò a lanciarsi a tutta forza contro le pareti, senza nemmeno provare a centrare Even: in compenso, fece a pezzi un buon numero di dispositivi e provette.
“Basta, basta! Va bene, glielo confesso, ho mentito: ma è solo perché voglio conoscerla meglio, in tutta la sua, ehm, prodezza!”
Bloody si fermò, saltò sulla tastiera del computer centrale e guardò Even accovacciata. “Quindi ammetti di avermi dato ragione a prescindere?”
“Sì!”
“Ora mi stai dando ragione a prescindere?”
“No, no!”
“Quindi mi dai lasagnone a pescivendole?”
“Cosa?”
“Vabbè, facciamo che mi dai un quarto di centesimo e non si ripeta. In contanti però! La mia banca potrebbe non accettare un assegno, forse anche perché è gestita da api in pensione ed è grande quanto un posacenere con problemi di autostima.”

Even iniziava a temere di essersi spinto troppo in là. La creatura sembrava alternare pura pazzia a lampi di comprensione… folli anche quelli. Magari mandarla via era la cosa migliore.
“Dunque, signorina Bloody Water-“
“Ti prego, ci conosciamo da così tanto tempo ormai! Abbiamo condiviso epiche avventure in terre lontane, abbiamo diviso vitto e alloggio durante i tempi grami, abbiamo preso vitti e alloggi di altre persone, abbiamo diviso anche quelli e allora sì che i tempi sono diventati grami un po’ per tutti… insomma, chiamami pure Petruccio!”
“N-No… io, mi chiedevo solo se ormai lei non si fosse stancata di essere qui, e non volesse cercare avventure altrove.”
“Mhhhhh… mi chiedi di andarmene?”
“Se non è troppo disturbo.”
“Rinunci quindi a tutti i segreti oscuri? Alla tua rivincita contro Xehanort?”
“Cosa?”
“Tutto ciò che potevi imparare, tutto quello che potevo dirti, rivelarti il fine ultimo di Kingdom Hearts…”
“Sì! Cioè no, non rinuncio! Mi interessa!” Even decise che tutta quella sofferenza mentale doveva far fruttare qualcosa.
“Oh, cosìcche siccheccosì saresti anzidunque anche tu un Cercatore?”
“Sì!”
“Uno dei Magnifici Insommergibili Cercatori della Lega di Stanley?”
“Eh… certo!”
Bloody inspirò rumorosamente. Si strozzò, e passò trenta secondi a tossire. Una volta ripresasi, afferrò Even per il colletto del camice. “Come hai fatto? Sono anni che provo ad entrare in quel club esclusivo!”
Ora era la fronte di Even ad essere imperlata di sudore. Quella pazza avrebbe potuto far saltare tutto al minimo sgarbo…
“Ah-ah! Devi essere andato al famoso raduno dove elargivano lo status di membro, il ventun Gennaio scorso!”
“S-Sì, esatto!”
“Ma ciò non è possibile, perché io ci sono andata il venti e li avevano già finiti.”
“No, infatti mi sono sbagliato, io… ci sono andato il giorno prima!”
Lo scienziato sentì di aver commesso il passo falso ancora prima che si verificassero le conseguenze. Bloody Water strinse ancora di più la morsa attorno al suo collo, fissandolo con occhi iniettati di sangue.
“Come può un membro onorario dei Munifici Insommergibili Cercatori della Lega di Stanley affermare di essere andato ad un raduno il giorno prima… quando tutti i fan di Stanley sanno che il diciannove è giorno sacro, in quanto segna la maturazione dello stracchino, e quindi non si lavora? Di che colore è l’orso?”
La cerulea lo strattonò a tutta forza. “Parla! Di che colore è il dannatissimo orso?”
“Non lo so!” Even era ormai sull’orlo delle lacrime, il cervello in corto circuito.
“La tua ignoranza in materia di cromatismo plantigrado è oltremodo sospetta per uno scienziato. Ma in onore della compagnia dei Magnifici eccetera leggi sopra per il nome anzi leggi ancora più su che mi sa la seconda volta ho sbagliato aggettivo di Stanley, ti fornisco un’ulteriore prova. Mostrami la famosissima stretta di mano con cui placare un trachiosauro.”
Silenzio. L’uomo si era rassegnato, e pregava solo che la sua fine non fosse troppo dolorosa. Mai avrebbe dovuto accogliere quel tornado nel laboratorio…
Il tornado lo lasciò andare e batté le mani. “Esatto! Non c’è nessuna stretta per placare un trachiosauro, perché come tutti sanno le strette di mano non esistono. Ti sei guadagnato il mio aiuto!”

BW evocò parecchi fiori magici che spruzzarono confetti viola ed emisero pernacchie per la sala, in quello che probabilmente riteneva un momento di celebrazione.
La speranza si riaccese in Even, seppur fiocamente. In altre circostanze avrebbe provato a riprendere il controllo, ma non ne aveva più la forza. “Rivelami il segreto di Kingdom Hearts!”
“Oh, quello? Mh, è una cosa grossa… molto grossa, grossa e grassa direi. Ma in virtù dell’amicizia che legava me e il tuo gatto, te lo dirò. Ma dovrai eliminare questo!”
Even fissò ciò che la ragazza teneva in mano. “Il cd di Xemnas? Ma è la banca dati più preziosa che abbiamo, impossibile da replicare senza la password!”
“Tranquillo capellone, è tutto sbagliato! Quello Xemnas non aveva capito niente. Non mi sorprende poi, guardandolo ho sempre percepito in lui… come dire? Come una sorta di barlume di tontaggine, in un oceano di infinita stupidità. Sì, un accenno caratteriale che definirei quasi Terroso. Io ti fornirò la vera verità, suggeritami dalle forze oscure in bilico nell’Oltremondo!”
Lo scienziato esitò. Quel disco era davvero prezioso, il risultato di una vita di ricerche. Forse perfino più di una, se conosceva Xehanort. Ma d’altronde, chi poteva dire Xehanort fosse davvero il massimo esperto? Sia lui che Xemnas avevano commesso errori. Sviste. Se ci fosse stato un modo per ottenere una conoscenza pura, filtrata da simili imperfezioni, non era forse suo ruolo coglierla? Non era forse lui, Even Venerem, lo scienziato vincitore per ben tre volte dell’ambito premio Chioma Intellettuale, colui che avrebbe usato quella conoscenza per rendere la gente libera, i ristoranti pieni e gli scoiattoli infinitamente sexy? L’unico che…
“Ma la vuoi finire?”
Bloody mise via il megafono e si allontanò dal suo orecchio. “Ehi, scusa tanto se provavo a rendere il tuo personaggio più interessante. Allora, la distruggi quella frittella o no?”
Un’ultima occhiata. Un ultimo rimorso. Poi, Even prese il disco tra le mani e lo spezzò in due, provando anche una sorprendente gioia nel farlo.
“Bravo! Non ti senti meglio ora?”
“In effetti… non è male!”
“Ancora! Rompilo di nuovo!”
Prese una delle estremità del disco e la lanciò contro un muro; poi si mise a saltare sul posto, frantumando i pezzi rimanenti con le suole delle scarpe. Intanto Bloody lo incitava.
“Sì, così! Continua! Al confronto Xion sembrerà viva e vegeta e priva di ferite emotive!”
Alla fine, non rimase altro che finissima polvere. Even, ansimante e con un sorriso ebete in faccia, si voltò verso BW. “L’ho rotto!”
“Ho visto! Devi essere fiero di te. Chissà quante menzogne c’erano lì dentro, frutto della bacata mente di Terra!”
“Xemnas.”
“E io che ho detto? Ora sei pronto per la verità. Il segreto di Kingdom Hearts.”
L’atmosfera si fece solenne. Perfino Bloody appariva regale, sebbene avesse un bastoncino di gelato -recuperato da chissà dove- che le usciva da un orecchio. Lei si avvicinò, ed Even attese pendendo dalle sue labbra.
“Kingdom Hearts, come può aiutarti il suo nome, è un regno composto da molti cuori.”
“E?”
“E cosa?”
“Composto da molti cuori, come dice il suo nome. E poi?” Dopo quell’inizio sensato e promettente, lo scienziato era ancora speranzoso.
“Beh, questo è quanto. Ti ho detto ciò che mi ha detto l’Oscurità, per filo e per segno. Le voci oscure non vanno tanto per il sottile. Ma se vuoi farti una cultura sulle rape, ah, allora sì che ne avrei di cose da dirti!”
Le sottili mura del raziocinio della mente di Even stavano per cedere sotto il peso della più cupa disperazione. “Ma ci deve essere dell’altro! Come lo si apre! Cosa effettivamente sia! Che poteri può donare! La ricerca di Xemnas era piena zeppa di teorie al riguardo!”
“Wow, siete andati così a fondo?” Bloody sembrava genuinamente sorpresa. “Ma pensa, sai che non me lo sono mai chiesto? Allora mi sa Xemnas ci aveva visto giusto! Io pensavo che il suo cd fosse pieno di roba inutile tipo cosa aveva mangiato quale giorno, invece… mi sa che non hai fatto bene a distruggerlo!”
Le mura cedettero.

Even fu scoperto parecchi giorni dopo, quando Aeleus e Dilan passarono a controllare che tutto fosse sicuro. Lo trovarono raggomitolato su se stesso, e successive analisi indicarono quasi impossibile il suo pieno ricovero. Trascorse il resto dei suoi giorni nell’ospedale psichiatrico di Radiant Garden, e fino alla fine insistette nel farsi chiamare “Stanley” e a parlare solo con chi sapesse di che colore era l’orso.
Pochi attimi dopo il crollo invece, Bloody Water uscì fischiettando dalla finestra, precipitando per parecchi metri e atterrando di faccia sull’asfalto. Rialzandosi come se nulla fosse, vide un comitato d’accoglienza pronto apposta per lei. Topolino, Leon, Sora, e due rattoppati Riku e Lea la fissavano con le armi in pugno.
“Che bello.” La ragazza sorrise folle e mise le braccia in avanti come per farsi ammanettare. “Altri amici.”
   
 
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