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Autore: eliseCS    17/04/2018    3 recensioni
[Questa ff resta fedele alla serie tv fino alla prima stagione, già sul finale ci sono cambiamenti]
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Eleven vince contro il Demogorgon e viene successivamente trovata da Hopper ma i due sono poi costretti a lasciare Hawkins.
Nessuno sa che lei è ancora viva e per undici anni la vita di tutti va avanti normalmente finchè dopo un brusco risveglio l'incubo sembra cominciare di nuovo.
Perchè a quanto pare anche l'Upside Down stava solo dormendo, recuperando le sue forze per l'attacco successivo.
E poi... beh, per sapere cosa succede dopo dovrete leggere, no?
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[Primo tentativo di scrittura in questo fandom - nel quale non mi sarei mai immaginata di scirvere.
I capitoli saranno pubblicati ogni due settimane, probabilmente il lunedì.
Auguro buona lettura sperando che a qualcuno possa piacere questa "cosa".
E.]
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Hopper, Mike Wheeler, Un po' tutti, Undici/Jane, Will Byers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 12
 
 
 
“Usciamo di qui, non c’è più niente che possiamo fare” Lucas prese Dustin e Will per le rispettive giacche trascinandoseli dietro.
Ripercorsero a ritroso quello che supponevano fosse il corridoio da cui erano arrivati, se non altro adesso le luci funzionavano – anche perché le torce erano andate perse.
 
Accadde senza preavviso: ci fu un urlo acuto e Will si ritrovò stretto in una presa soffocante.
Gli altri due tirarono un sospiro di sollievo mentre Hopper li accoglieva con pacche sulla schiena mentre Joyce ancora non sembrava voler lasciare andare il figlio.
La fatidica domanda non tardò comunque ad arrivare e gli ultimi due arrivati nel gruppo la posero praticamente in simultanea: “Dove sono Mike e Jane?”
I tre ragazzi deglutirono preparandosi a dare spiegazioni.
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Saltata dall’altra parte della breccia Eleven quasi cadde per terra: era esausta e faticava a tenersi in piedi, ma non poteva mollare proprio adesso.
Guardandosi attorno riconobbe di essere nella versione Upside Down dei Laboratori.
Mike non si trovava troppo lontano da lei.
Si teneva la testa tra le mani, il volto sofferente e stava evidentemente cercando di trattenersi dal non urlare nonostante alcuni lamenti sfuggissero comunque al suo controllo. Quelli che sembravano tentacoli spuntati direttamente dal terreno stavano risalendo lungo le sue gambe macchiandogli i vestiti, facendosi strada fino alla sua bocca.
Lo raggiunse all’istante mettendogli una mano sulla schiena e afferrandolo per un braccio con l’altra.
A quel contatto il ragazzo emise un urlo acuto e cominciò a vomitare.
I tentacoli si ritirarono all’istante e una strana sostanza nera e viscosa si riversò di getto fuori dalla sua bocca. Quando cominciò a fuoriuscire anche dalle narici El cominciò a temere che potesse soffocare, ma fortunatamente pochi istanti dopo sembrava tutto finito.
Gli battè una mano sulla schiena, trascinandolo lontano dalla pozza che si era creata e dai tentacoli che ancora si stavano agitando, mentre il ragazzo tossiva sputando quei residui rimasti finchè non tornò a prendere un po’ di colore.
Mike la guardò sbattendo più volte le palpebre come se stesse cercando di metterla a fuoco e allo stesso tempo non credesse al fatto che fosse lì con lui.
“El... Eleven? Cosa ci fai qui, perché?”
“Pensavi davvero che ti avrei buttato dall’altra parte senza poi venirti a recuperare?” lo interruppe lei domandando retoricamente e cercando di accennare un sorriso. “Mike, Lucas e Dustin non me lo avrebbero mai perdonato”
“E adesso cosa pensi di fare?”
“Ti rimando indietro, ovvio”
Il ragazzo la guardò con tanto d’occhi.
“Riapro una braccia e tu ci passi attraverso. Semplice”
“Non essere ridicola. Sei senza forze, non so come fai a reggerti ancora in piedi, e poi... io ci passo attraverso? Cosa mi dici di te? Non avrai intenzione di...?”
La ragazza abbassò lo sguardo, colpevole, e Mike perse la pazienza: “No, non esiste. E fuori questione!” esclamò. “Se pensi davvero che riuscirei a tornare indietro lasciandoti qua ti sbagli di grosso. O andiamo tutti e due o non va nessuno. Non ho intenzione di lasciarti di nuovo nell’Upside Down da sola!”
“Mike, per favore, cerca di essere ragionevole...”
“Io sono ragionevole. Non so cosa tu debba ancora fare qui ma non ti lascio, non ho intenzione di discutere su questo”.
Eleven lo abbracciò di slancio stringendolo stretto e Mike ricambiò all’istante.
“Posso aiutare”
“Tutto questo è colpa mia, adesso come undici anni fa. Sono venuta a stuzzicare questo mondo è questo è il risultato...”
“Lo sai bene anche tu che non è vero, sei stata costretta...”
“Ciò non toglie che sono io l’unica a poter sistemare le cose una volta per tutte...”
“...e se pensi che te lo lascerò fare sei proprio un’illusa”
 
La strana sostanza grumosa e scura che era uscita da Mike si era ricomposta ed espansa andando a formare un corpo massiccio ed imponente. Le dita erano viscidi tentacoli e anche sul resto del corpo, coperto sommariamente da quelli che potevano essere brandelli di vestiti, crescevano strane escrescenze che gli davano un aspetto ancora più repellente. In testa aveva ciocche di capelli letteralmente spalmati in parte anche sul viso a causa della strana gelatina – la stessa in cui più o meno tutti si erano trovati bloccati almeno una volta – che lo ricopriva da capo a piedi. La pelle era blu, secca e screpolata, percorsa da crepe nonostante il viscidume che forse doveva servire a proteggerla; e anche se erano a diversi metri di distanza potevano entrambi sentire il freddo che quella figura emanava.
E aveva ricominciato a nevicare nonostante, almeno teoricamente, fossero al chiuso.
La creatura si esibì in un sorriso malvagio mettendo in mostra i denti aguzzi ed El decise che non gli avrebbe lasciato fare la prima mossa.
Evidentemente il Burattinaio era però avanti a loro ancora una volta: crepe cominciarono a formarsi nella parete di fondo della stanza finchè la breccia che era stata chiusa non si riaprì in tutta la sua grandezza davanti agli occhi increduli dei due ragazzi.
In quel momento Eleven avrebbe seriamente voluto mettersi a piangere: dove avrebbe trovato la forza per chiuderla una seconda volta?
Si sforzò di pensare al lato positivo: almeno non avrebbe dovuto aprirne una lei per rimandare indietro Mike.
“Corri!” urlò spingendo il ragazzo verso il varco in modo che la precedesse; lui eseguì l’ordine solo quando fu sicuro che anche El lo stesse seguendo.
“Scappare non vi servirà...” cantilenò il mostro iniziando a muoversi, seppur lentamente.
“Vai e non ti fermare, dobbiamo arrivare fuori” gridò la ragazza incitando Mike - in parte sollevato dal fatto che avesse usato il plurale – mentre lasciavano la stanza dei laboratori imboccando il corridoio per poi precipitarsi verso le scale.
Il sollievo però si esaurì subito nel momento in cui riuscì finalmente a raggiungere l’esterno dell’edificio: le porte blindate si chiusero con fragore alle sue spalle, ed Eleven era rimasta dentro.
Si gettò contro la porta senza pensarci due volte, battendoci sopra i pugni e urlando tutta la sua frustrazione.
In ogni caso anche solo provare ad aprirla sarebbe stata una battaglia persa visto che, non era difficile immaginarlo, era Eleven a tenerla chiusa.
Ma non poteva permetterle di sacrificarsi di nuovo, soprattutto perché era ben consapevole che le sue probabilità di sopravvivenza quella volta erano molto più ridotte.
 
Non si perse d’animo e cominciò a percorrere il perimetro dell’edificio nella speranza di trovare un’altra entrata che gli avrebbe permesso di tornare dentro. Dovette arrendersi al suo fallimento quando si ritrovò al punto di partenza con nient’altro da fare se non battere pugni poco convinti sulla porta.
Una ventata di aria fredda lo travolse mentre il terreno tremava bloccandolo momentaneamente, l’attimo dopo ebbe come l’espressione di stare sprofondando nel terreno.
Abbassando lo sguardo notò con orrore che era esattamente quello che stava succedendo: sembrava che qualcosa di tremendamente simile ad una breccia si fosse aperta sotto i suoi piedi e lui si stava lentamente scivolando dentro.
Cercò di liberarsi, ma più si muoveva più velocemente sprofondava.
Era già arrivato ai fianchi e non aveva idea di come fare per, letteralmente, tirarsi fuori da quella situazione.
“Eleven! ...El!” urlò sapendo che non sarebbe comunque servito a nulla.
L’attimo dopo era già completamente immerso nella consistenza viscosa della breccia cercando come poteva di trattenere il respiro per non soffocare.
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Il gruppo aveva appena superato i cancelli che circondavano i Laboratori quando la terra tremò sotto di loro. In una frazione di secondo l’intera strada si era trasformata in una breccia e loro vi erano già dentro fino al collo.
Fortunatamente tutto finì prima del previsto.
Avevano dovuto trattenere il fiato per diversi secondi quando alla fine erano stati completamente immersi, ma ora che si erano ritrovati a terra annaspando in cerca d’aria si accorsero che erano completamente asciutti, come se non fossero mai entrati in contatto con la melma della breccia, e l’ambiente intorno a loro sembrava essere stranamente... normale.
Tornarono sui loro passi per osservare da vicino gli edifici constatando che, effettivamente, qualsiasi traccia del Sottosopra sembrava essere completamente scomparsa, ma non ebbero molto tempo per guardarsi ulteriormente intorno visto che poco dopo qualcun altro aveva iniziato a tossire come se fosse rimasto in apnea per diverso tempo.
Luke, Will e Dustin gli furono addosso in un lampo: era Mike.
 
“Ragazzi, lasciatelo respirare” li ammonì Hopper avvicinandosi mentre Joyce abbracciava il ragazzo a sua volta.
Mike però non sembrava essere felice quanto loro per quegli ultimi sviluppi.
“El è rimasta indietro” commentò semplicemente.
Nessuno seppe cosa rispondere a quelle parole.
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Appena Mike era uscito all’esterno Eleven non ci aveva pensato due volte prima di sigillare le porta in modo che non potesse tornare indietro nonostante le sue proteste le avessero spezzato il cuore.
Era tornata sui suoi passi correndo; mossa che evidentemente il Burattinaio, rimasto indietro a causa della sua velocità limitata, non aveva previsto visto che era riuscita a passargli accanto nel corridoio senza che quello avesse il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo e attaccarla.
Ritornò nello stanzone sotterraneo da cui tutto aveva avuto origine e saltò di nuovo nella breccia tornando per l’ennesima volta nell’Upside Down.
Aveva immaginato che il mostro li avrebbe seguiti nel mondo normale: adesso doveva solo attirarlo di nuovo dove sarebbe dovuto stare.
La sua attesa ebbe termine quando un tentacolo emerse dalla breccia colpendola all’altezza dello stomaco e mandandola a sbattere violentemente contro il muro della versione Sottosopra della stanza.
Cercò di rialzarsi come meglio poteva mentre tanti lampi bianchi riempivano il limitare del suo campo visivo ma la creatura la precedette circondandole la vita con un altro tentacolo, sollevandola da terra e cominciando a farla sbattere su soffitto e pavimento.
Grazie ai suoi poteri riusciva a liberarsi anche se la cosa durava poco: ormai il Burattinaio aveva anche lui attraversato la breccia e come si liberava da un tentacolo subito ne arrivava un altro.
Focalizzò l’ultimo attacco sul mostro invece che solo su una delle sue estensioni.
Sembrò funzionare anche se rimase quasi senza fiato per la quantità di energia che aveva usato.
 
“Non puoi vincere questa volta...” bloccò la frase del Burattinaio colpendolo di nuovo e cominciando ad agire subito dopo per chiudere il varco.
Poteva percepire il sangue colarle dal naso per lo sforzo che stava, ma stava funzionando: la breccia si era ristretta fino ad occupare un’unica parete e ora era della grandezza di una porta.
Ancora un ultimo sforzo.
Un tentacolo si avvolse strettamente attorno al suo busto, ma nonostante quello la ragazza continuò a concentrare i suoi poteri su quel poco che era rimasto del varco: doveva chiuderlo a tutti i costi, e quella volta avrebbe fatto in modo che non potesse essere più riaperto.
Più aumentava l’energia che stava utilizzando più sentiva le forze venirle meno.
Ormai la breccia era di poco più di un metro di grandezza e per com’era la situazione non sarebbe mai riuscita a raggiungerla in tempo per passare dall’altra parte prima che si sigillasse del tutto.
 
Non avrebbe mentito: si era immaginata come sarebbe potuta essere la sua vita una volta che tutto si fosse concluso.
Magari lei e Hopper sarebbero potuti tornare a Hawkins, o Mike sarebbe potuto venire a Chicago per finire l’accademia di polizia. Magari avrebbero potuto finalmente stare insieme...
Ma tutto quello non aveva più importanza.
Se voleva un’altra conferma del fatto che lei e Mike non erano fatti per stare insieme l’aveva avuta, semplicemente non era destino.
Smise di opporre resistenza e il Burattinaio riuscì finalmente ad attrarla a sé mentre la breccia si chiudeva un’ultima volta intrappolandoli nel Sottosopra.
In realtà non sapeva neanche lei come aveva fatto, ma era sicura di essere riuscita a fare in modo che nessuna breccia sarebbe più potuta essere aperta.
Il silenzio più assoluto invase la stanza, lo sguardo di Eleven era tornato ad essere pericolosamente vuoto mentre il mostro ghignava, finchè la schiena della ragazza non arrivò a toccare il corpo del mostro e qualcosa esplose con una forte deflagrazione.
Se qualcuno avesse ascoltato attentamente di fondo a quel rumore avrebbe potuto sentire anche un urlo arrabbiato e allo stesso tempo disperato.
Contrariamente a qualsiasi aspettativa la breccia si riaprì di colpo sembrando scoppiare a sua volta: si espanse fino a raggiungere ogni angolo della stanza circondandoli, superò le porte, risalì i corridoi e scale e si riversò all’esterno continuando a dilagare come acqua sfuggita agli argini di una diga.
Qualcosa però andò storto e il tutto cominciò a collassare.
Il materiale di cui era costituita la breccia cominciò a ritirarsi, rapidamente come si era espanso.
 
Dall’altra parte la città era ritornata esattamente com’era prima: niente più neve, niente più edifici decaduti o paesaggio apocalittico.
Anche le persone erano riapparse nella stessa posizione in cui si trovavano quando il Burattinaio aveva esteso i suoi tentacoli per estendere l’Upside Down al mondo reale.
La loro espressione vuota sparì gradualmente lasciandoli a riprendere quello che stavano facendo come se nulla fosse successo: solo quattro ragazzi, un uomo e una donna sapevano esattamente – beh, più o meno – cosa fosse accaduto.
 
 
 
‡‡‡
 
 
 
Dopo che avevano finito di esaminare da cima a fondo gli edifici dell’Hawkins National Laboratory e non aver trovato la minima traccia di Eleven, Mike si era chiuso in un mutismo ostinato.
Sembrava di essere tornati indietro di undici anni.
Nessuno aveva commentato quando il ragazzo, una volta tornato al proprio appartamento, aveva stracciato un quaderno a quadretti, che nessuno degli altri tre aveva mai visto, che sembrava essere pieno di numeri.
Quando lo sguardo di Mike si era imbattuto nella radio di Dustin il proprietario aveva provveduto a metterla in salvo dalle grinfie del coinquilino: aveva la non tanto vaga impressione che se fosse riuscito a mettere le mani sopra al vecchio cimelio l’avrebbe come minimo buttato dalla finestra.
E forse l’aspirante poliziotto sarebbe nonostante tutto riuscito nel suo intento se la suddetta radio – momentaneamente appoggiata sul tavolo della cucina e sorvegliata a vista da Will e Lucas mentre Dustin cercava di farlo ragionare – non si fosse improvvisamente accesa cominciando a sintonizzarsi da sola.
 
E alla fine, tra un fruscio e l’altro, una voce incerta si fece sentire facendo trattenere il fiato a tutti i presenti.
 
 
 
 
 
 
 
“M-Mike?”













Io vi giuro che le buone intenzioni c'erano tutte, ma dopo il turno di ieri sono arrivata a casa e sono collassata sul letto senza neanche cenare.
Che dire, siamo arrivati alla fine... più o meno.
Questo sarebbe dovuto essere l'ultimo capitolo della storia: in qualche modo Eleven si fa risentire attraverso la radio, riescono a recuperarla in qualche modo e voi siete liberi di immaginarvi il finale da "e vissero per sempre felici e contenti" che più vi aggrada.
Oppure... aspettate un'altra settimana, mettede da parte un altro paio di maledizioni per l'autrice e restate con me per un ultimo capitolo ancora. A voi la scelta
(però dovete farmelo sapere perchè io ancora non sono diventata una telepate!).
I ringraziamenti di oggi sono per 
HermioneRiddle e  the winter soldier che hanno recensito lo scorso capitolo e, ovviamente, a tutti coloro che hanno seguito la storia fino a qui.
A lunedì prossimo! (E prometto che stavolta cercherò di essere puntutale nonostante tutto)
E.

 
   
 
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