Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Ruchan    02/07/2009    4 recensioni
Lei figlia di Galbatorix, lui figlio di Morzan. Lei comandande dei Varden, lui cavaliere dell'Impero. Una storia di guerre, tradimenti, amore, passione, dove gli amici sono i tuoi nemici e i nemici diventano i tuoi amici per la libertà di Alagaesia e dei draghi.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2- L’incontro con il re

 

La neve scendeva silenziosamente, coprendo tutto quanto con il suo freddo manto candido.

L’aria invernale sferzava sui volti di quelle poche persone che ancora si attardavano sulla strada poco prima della chiusura dei cancelli della città.

Un ragazzo a cavallo correva velocemente per le vie della città, avvolto in un mantello nero per proteggersi dal freddo.

Quando raggiunge il centro rallentò e si avvicinò alle mura di  un possente castello.

Smontò da cavallo e rimase sovvrapensiero ad osservare l’imponente edificio che si stagliava davanti a lui.

Finalmente era tornato a casa dopo il suo lungo viaggio di addestramento.

-Ehi tu, cosa ci fai qui? Non lo sai che è proibito sostare vicino al palazzo del nostro re? Per di più è appena scattato il coprifuoco! Ti ordino di dirmi immediatamente quali sono le tue intenzioni e spera per te di trovare una scusa decente se non vuoi finire male!- urlò una guardia al ragazzo puntandogli una spada alla gola.

Il ragazzo sospirò per essere stato riportato così bruscamente alla realtà e si tolse il cappuccio, rivelando una folta chioma scura e due occhi duri, ma pieni di tristezza.

-Murtagh Morzansson?!- disse stupito la guardia, rinfoderando la spada: -Mi dispiace molto, non l’avevo riconosciuta….lasci che l’accompagni dentro, il nostro re Galbatorix l’attende con impazienza.-

Murtagh seguì il soldato imbarazzato con un sorriso compiaciuto, il suo nome portava terrore ovunque e gli conferiva parecchi privilegi.

Entrati nel castello la guardia lo condusse dall’altra parte rispetto a dove ci trovava la sua stanza.

-Scusi, dove mi sta portando? Se il re mi desidera vedere o qualcosa del genere, preferirei prima darmi una sistemata…-

-Sì, il re ha chiesto un colloquio con te tra una mezz’oretta, ma ti ha anche assegnato una nuova camera dall’altro lato del castello, vicino ai suoi alloggi privati.-

Murtagh trasalì stupito da quella notizia, e represse le mille domande che voleva porre alla guardia, di certo lui non avrebbe saputo rispondere.

Dopo aver percorso un lungo corridoio pieno di ritratti, il soldato aprì una porta, si congedò e lasciò il ragazzo in una spaziosa camera da letto arredata lussuosamente.

Murtagh si tolse il mantello e lo lasciò cadere sul pavimento, poi si buttò sul letto pesantemente.

Dopo qualche minuto si alzò e si diresse verso una porta posta dall’altra parte rispetto a quella da cui era entrato.

L’aprì e vide un enorme bagno bianco ed oro.

-Un bagno degno di un re!- esclamò appoggiando una mano sul rubinetto d’oro puro della vasca da bagno.

Alzò lo sguardo verso la meridiana appesa su una parete del bagno e ne rimase incantato.

Su ogni numero era incastonata una pietra preziosa di colore diverso, le lancette brillavano di luce rossa, dando a tutta la parete il colore del fuoco.

Rosso fuoco, odiava quel colore, gli ricordava suo padre.

Mentre l’acqua scendeva, il ragazzo si guardò intorno per ammirare tutto il lusso in cui era immerso.

Quando l’acqua raggiunse metà vasca si tolse l’arco e la spada e li appoggiò sul letto, poi si levò la  maglietta mostrando un bel fisico scolpito da anni di duri allenamenti.

Si chinò per slacciarsi le scarpe e vide riflessa sullo specchio una grossa cicatrice che gli percorreva tutta la schiena.

-Ma certo, tutto questo lusso non è per me, ma per la persona che mi ha fatto questa!- disse con rabbia lanciando una scarpa contro lo specchio che però non si ruppe.

-Magia!- esclamò con rabbia mentre finiva di svestirsi e si immergeva nell’acqua calda.

Rilassò i muscoli doloranti per il lungo viaggio e chiuse gli occhi lasciandosi cullare dal tepore dell’acqua…ci voleva proprio dopo un lungo viaggio in mezzo alla neve!

Dopo una decina di minuti si costrinse ad uscire dall’acqua, non poteva certo far aspettare il grande re Galbatorix!

Si avvolse in un morbido accappatoio bianco ed uscì dal bagno.

Scrutò la camera da letto e aprì un grosso armadio di legno con accurati intagli che rappresentavano la schiusa di un uovo di drago…un drago rosso!

Evidentemente quella stanza era stata pensata per lui, non sapeva se sentirsi lusingato o spaventato da ciò che si aspettavano da lui.

Aprì l’armadio, scacciando via tutti i pensieri che gli affollavano la mente, ci avrebbe pensato a tempo debito, era inutile angustiarsi per niente.

Dentro trovò molti abiti di lusso, rimase qualche minuto ad osservarli chiedendosi quale fosse il migliore per un incontro ufficiale con il re.

Si mise dei pantaloni di pelle nera e una camicia di lino bianca.

Per completare l’opera di mise un mantello da cerimonia rosso, fermato davanti alle spalle da due bottoni d’oro.

Guardò l’ora su un orologio da taschino appoggiato sulla scrivania e si accorse di avere ancora un quarto d’ora di tempo prima dell’appuntamento con il re.

Viveva a corte da quando i suoi genitori erano morti e Galbatorix si era incaricato della sua educazione, ma era sempre stato confinato in una spoglia ala del castello e non aveva mai avuto contatti con il re.

Si sdraiò sul letto guardando distrattamente fuori dalla finestra la neve che cadeva nel giardino del palazzo

Ad un certo punto una grossa cosa bianca sfrecciò accanto alla finestra ed atterrò nel giardino.

Spaventato il ragazzo si diresse alla finestra, la spalancò e si affacciò dal balcone.

Lo spettacolo che vide lo lasciò senza fiato.

Un cucciolo di drago alto due metri si rotolava nella neve allegramente.

Aveva le squame bianche che riflettevano la luce del sole mandando bagliori ovunque.

I colori di ciò che lo circondavano producevano mille sfumature dell’arcobaleno sul dorso della bestia.

Il drago ad un certo punto calciò una montagnetta di neve con una zampa anteriore e colpì una ragazza che rispose prontamente con una palla di neve e con una grande risata.

Murtagh rimase incantato ad osservare la scena, mentre un dolce sorriso gli nasceva sul viso, un sorriso che non apparteneva a lui.

-Ehi Seishin, prendi questa!- urlò la ragazza al drago lanciando una piccola palla di neve in alto.

La dragonessa dispiegò le ali e spiccò un grande salto in direzione della pallina.

Lo spostamento d’aria fece cadere la ragazza che rise sdraiandosi in mezzo alla neve.

Il ragazzo la osservò attentamente.

Era una ragazza minuta e pallida, ma i boccoli rosso fuoco che le incorniciavano il viso le davano un’energia ed una forza sorprendente.

Appena la mise a fuoco il suo cuore smise di battere per un secondo e poi accelerò incontrollatamente.

Non poteva essere lei! La persona che aveva ossessionato i suoi sogni per quattro anni!

Si sporse ancora di più per osservarla meglio quando un ruggito lo fece trasalire.

Il drago bianco era appollaiato sul cornicione del balcone e gli mostrava i denti con rabbia.

Murtagh indietreggiò spaventato: -Scusi, scusi, signor drago, ho sentito le vostra risa e ti ho visto passare accanto alla mia finestra e così mi sono incuriosito e volevo vedere che cosa stava succedendo, non ho intenzioni malvagie… Sono Murtagh, figlio di Morzan, sono qui perché il re Galbatorix ha chiesto di vedermi, tra pochi minuti ho un colloquio con lui…-

Il drago annuì e osservò il ragazzo con i suoi grandi occhi azzurri cielo, poi spiccò il volo e raggiunge la ragazza.

Rimasero fermi per un po’ e Murtagh immaginò che stessero parlando con la mente di lui perché la ragazza alzò lo sguardo per osservarlo.

Il cuore del ragazzo ebbe un tuffo quando si ritrovò ad osservare due occhi uguali a quelli del giovane drago, due zaffiri lucenti che emanavano gioia e voglia di vivere, particolare che quattro anni fa non aveva notato.

Senza distogliere lo sguardo dalle due Murtagh indietreggiò lentamente e richiuse la finestra, sospirando….avrebbe tanto voluto continuare a guardare le due divertirsi con la neve.

A malincuore si allontanò dalla finestra e si avviò verso la stanza del trono, dove lo aspettava Galbatorix.

Stava percorrendo il corridoio esterno quando una palla di neve lo colpì in piena faccia.

-Questo è per avermi sbirciato di nascosto, Murtagh figlio di Morzan.- scherzò la ragazza prendendo altra neve e preparandosi ad un altro attacco.

Il ragazzo sorrise e le disse: -Chiedo pietà, ma non posso permettermi né di rovinarmi il vestito né di fare tardi, sai il re ha chiesto un incontro con me.-

-So, so, me l’ha detto Seishin…sei preoccupato?- chiese la ragazza appoggiandosi ad una colonna.

Murtagh la osservò per qualche secondo e poi rispose: -Beh, sì, un po’ sono nervoso, non so bene come comportarmi con lui…in fondo è il re di tutta Alagaesia e non vorrei mancargli di rispetto in qualche modo…e non sono nemmeno sicuro di stare andando nella direzione giusta…-

La ragazza sorrise, e Murtagh rimase incantato dalla luce gioiosa dei suoi splendidi occhi azzurri.

-Ti accompagno io.- gli disse infine facendogli segno con la mano la direzione.

Rimasero in silenzio mentre si avviavano verso la stanza del trono.

Il ragazzo continuava ad osservarla con la coda dell’occhio, era più che sicuro che si trattasse della bambina che aveva visto in biblioteca.

Ma chi era? Non era come tutte le altre ragazze che giravano a corte..

Il suo modo di camminare e di muoversi era talmente elegante e raffinato che faceva intravedere le sue origini nobili, ma era vestita in modo eccentrico e di certo al limite della decenza.

Indossava un maglione lilla con dei disegni bianchi, una minigonna viola con alla fine un merletto bianco e degli stivali da neve lilla con il pelo bianco.

In netto contrasto con i boccoli rossi un cerchietto di brillantini bianchi mandava piccolissimi bagliori di luce sui muri.

-Dov’è il tuo drago?- chiese Murtagh cercando di instaurare una conversazione per scoprire di più su quella ragazza.

-A caccia- rispose lei con un’alzata di spalle.

-A caccia?!- chiese il ragazzo stupito: -E dove?-

La ragazza alzò di nuovo le spalle: -Non lo so, ovunque le dica di andare il suo fiuto-

Avrebbe tanto voluto chiederle chi era, ma lei si fermò davanti ad una porta e con un sorriso si congedò e corse via.

Murtagh bussò e fu accompagnato all’interno da alcune guardie.

Davanti al re s’inchinò e disse una breve frase di saluto.

-Murtagh, figlio di Morzan, è un vero piacere averti qui davanti a me.- disse Galbatorix con voce suadente.

-Anche per me è un vero piacere…e un onore.- rispose il ragazzo con lo sguardo basso.

-Su, sediamoci e parliamo del motivo del nostro incontro.-

Murtagh obbedì e si sedette davanti al re, non osando guardarlo nei suoi penetranti occhi neri.

-Morzan.- cominciò il re: -Morzan, tuo padre, mio alleato e grande amico, sono passati quindici anni dalla sua scomparsa e guarda come sei cresciuto, ormai sei un uomo, un guerriero degno di lui…tuo padre sarebbe stato orgoglioso di te.-

Il ragazzo annuì tenendo lo sguardo fisso sul vetro colorato che ricopriva il tavolo di legno pregiato, non gli piaceva essere paragonato a suo padre, lo odiava, l’unico ricordo che aveva di lui era la cicatrice che gli aveva procurato con la spada sulla schiena.

-Tuttavia tu non sei Morzan- continuò il re come leggendogli nel pensiero: -Sei Murtagh, già, Murtagh, ed è arrivato il momento di toglierti l’appellativo “figlio di Morzan” e dimostrare chi sei veramente.-

Il ragazzo alzò lo sguardo e lo puntò negli occhi neri del possente re, la sua voce gli risuonava nelle orecchie.

Galbatorix sorrise compiaciuto sapendo di aver premuto il tasto giusto: -Per tutti questi anni ho fatto in modo che tu venissi educato sia nelle arti guerriere sia in quelle filosofiche, ho fatto in modo che ti venisse insegnato a leggere e a scrivere sia nella nostra lingua sia in quella antica, che ti fosse insegnato a tirare con l’arco e ad affrontare un duello con la spada…e…e hai ottenuto ottimi risultati in tutte le discipline.

Ogni mese ricevevo rapporto sui tuoi progressi che sono andati ben oltre a ciò che immaginavo e speravo, sono molto orgoglioso di te.-

Murtagh sorrise compiaciuto.

Il re ricambiò il sorriso e continuò con la sua voce affabile: -Tu hai perso un padre ed io un figlio, forse per questo motivo ti ho sempre considerato come un figlio ed  ho provveduto a farti avere i migliori maestri e le migliori cure, senza esagerare, naturalmente, un vero guerriero si dimostra tale quando sa cavarsela nelle situazioni impossibili, farti crescere nel lusso più sfrenato non ti avrebbe di certo giovato.-

Il ragazzo continuò a fissare il re con aria affascinata e orgoglioso delle sue parole.

-Ora che ormai sei un giovane adulto…diciott’anni, giusto?- chiese a Murtagh che fece cenno di sì con la testa.

Galbatorix annuì a sua volta compiaciuto: -Bene, diciotto…ora che sei diventato adulto ed hai compiuto il tuo viaggio per mettere in pratica ciò che hai imparati, ti chiedo se vuoi rimanere qui a palazzo per perfezionarti…e se ti terrò idoneo a cominciare le tue missioni.-

Murtagh guardò il re stupito: -Ma…ma signore dice davvero? È un grande onore per me servirla e…e…le sue parole mi lusingano molto e…e..-

-L’onore è mio, Murtagh, mi fa piacere avere sotto la mia protezione un ragazzo promettente come te.-

Il ragazzo chinò il capo in una specie di piccolo inchino.

-Ora dimmi, è di tuo gradimento l’alloggio che ti ho riservato?-

Murtagh si alzò si scatto e si affrettò ad inchinarsi: -Oh certo, mio re, è più di quanto io mi aspettassi, la ringrazio molto.-

Il re sorrise e si alzò per congedare il ragazzo, quando fu alla porta disse: -Per qualsiasi cosa non esitare a rivolerti ai servitori e se non ti servono a dovere vieni da me immediatamente.-

Murtagh annuì inchinandosi e aprendo una porta, ma poi ci ripensò e si girò verso Galbatorix: -In realtà c’è una cosa che vorrei chiederle…quattro anni fa, quando mi concesse l’utilizzo della sua biblioteca privata, intravidi una bambina e poco fa ho visto una ragazza che le somiglia molto…ha più o meno la mia età, forse qualche anno in meno, capelli rossi, occhi azzurri…era in giardino a giocare con un drago ed era vestita in modo strano…chi è?-

 Galbatorix fece un mezzo soriso indecifrabile: -è mia figlia.-

Il ragazzo lo fissò stupito, voleva dire qualcosa, ma non aveva parole per esprimere lo stupore

Però fu il re a parlare: -Tra qualche mese compirà sedici anni e darò un ballo in suo onore e poi provvederò a maritarla…Lo so è parecchio infantile e ha questa mania di tagliare le gonne per essere più libera di muoversi, ma sa anche come ci si comporta nelle occasioni ufficiali e in mezzo ai nobili…ha una buona educazione ed è una maga potentissima.-

Murtagh ancora colpito dalla scoperta uscì piano dalla stanza e si avviò verso la tua stanza.

Per tutto il tragitto si guardò intorno nella speranza di rivedere la ragazza, ma doveva essersi ritirata nei suoi alloggi privati.

Arrivato in camera sua, si sfilò i vestiti e mise una tunica bianca come pigiama per poi infilarsi sotto le coperte.

Guardò la finestra dove aveva visto la dragonessa per la prima volta e sospirò: -E così è una principessa… a pensarci bene chi altri poteva essere? Allora non è sparita con la madre e il fratello... Chissà perché la tiene nascosta, però ha detto che darà un ballo in suo onore…forse non ha detto niente prima per paura di perderla com’è successo con il figlio…che poi chissà cosa gli è successo…il re è proprio una persona misteriosa.-

Con questi pensieri per la testa il ragazzo si addormentò.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Ruchan