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Autore: louismilew    19/04/2018    0 recensioni
«Will deve essere forte per entrambi e non può crollare perché altrimenti trascina giù con sé anche la persona che ama. A volte, quando dorme nella sua stanza, può lasciarsi andare e può soffocare le urla nel cuscino»
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Will, questa notte, è fuori dall'Istituto. L'intera struttura è avvolta nel silenzio e l'unica persona sveglia è Jem. Ha avuto un attacco di panico e l'unica persona che sarebbe in grado di calmarlo, è fuori a bere e a divertirsi. Forse in qualche bordello. Jem rabbrividisce all'idea di Will che tocca delle ragazze del genere e vorrebbe urlare se pensa a quelle donne sporche nell'anima che accarezzano la pelle pura di Will. Lacrime salate minacciano di sgorgare dagli occhi scuri di Jem - quando sta male o ha uno dei suoi momenti, come li chiamano gli altri, i suoi occhi grigi e cristallini si scuriscono fino a diventare del colore stagnante di due pozze d'acqua in una giornata piovosa - ma il ragazzo è troppo debole da non riuscire neanche a piangere, così si schiaccia le mani sugli occhi come un bambino e cerca di di scacciare via le lacrime pungenti. Si mette seduto sul grande letto e appoggia la schiena alla testata di esso, tirandosi su le coperte fino al ventre (troppo piatto, secondo Will), aspettando che il respiro si regoli e sperando che Will torni il prima possibile. A volte Jem si chiede perché Will abbia scelto proprio lui: e non solo come parabatai, ma anche come amico, compagno di battaglia, compagno di vita. Jem si domanda perché Will si prenda la briga di aiutarlo, di cercare di curarlo, di tenerlo vivo. Forse per pena. Si, deve essere così. Jem sente di non meritare le sue attenzioni, le sue carezze, il suo tocco gentile che lo calma e i suoi abbracci, dove i loro corpi si incastrano alla perfezione e il profumo del moro gli invade i polmoni e lui vorrebbe vivere così per sempre. Ma non si può perché per Jem non esiste un per sempre. Si sente come se stesse sopravvivendo, non vivendo. In quelle sere in cui il ragazzo dai capelli d'argento si sente soffocare e vorrebbe solo smetterla di stare così male e vorrebbe piangere fino a finire le lacrime, Will è lì con lui nel letto, sente il suo cuore battere contro quello dell'altro e il suo respiro regolare espandersi nella stanza, e gli dice che deve essere forte, deve lottare e vivere. Una volta gli ha sussurrato: "Se non vuoi vivere per te stesso, vivi per me". E si, Jem respira per lui perché è il suo parabatai, perché è suo amico, perché è tutta la sua vita. Will deve essere forte per entrambi e non può crollare perché altrimenti trascina giù con sé anche la persona che ama. A volte, quando dorme nella sua stanza, - cosa ultimamente abbastanza rara perché Jem ha gli incubi e solo lui riesce a scacciarli, perciò dorme con lui e lo abbraccia e in quel momento sente davvero le loro anime sfiorarsi - può lasciarsi andare e può soffocare le urla nel cuscino perché non è giusto, non è giusto che proprio il suo Jem un giorno non ci sarà più e non ci vuole neanche pensare perché lui senza Jem a vivere non ci riesce. Quando è solo in camera piange finché la sue lacrime non si prosciugano e vorrebbe che con esse si prosciugasse anche il dolore di Jem e il suo. Jem si stende nel letto e guarda il soffitto con la mente improvvisamente vuota. Quando si sta per addormentare e non spera più che Will torni questa notte, la maniglia della camera si apre con uno scatto sordo e il ragazzo moro fa capolino nella stanza. Ha i capelli corvino tutti spettinati e la camicia nera un po' sbottonata, che lascia intravedere i Marchi scuri. «Hey». La sua voce è dolce, come sa essere solo con Jem e quando i loro sguardi si scontrano il ragazzo steso nel letto vede la luce della Luna che filtra dalla finestra riflettersi negli occhi dell'altro. Will appoggia la giacca su una sedia e chiude la porta a chiave, quindi si sfila le scarpe e poi i vestiti. Jem fa scivolare lo sguardo sul corpo etereo e snello di will, soffermandosi sulla curva del collo, sulle clavicole sporgenti, sulle braccia forti con le chiazze nere dei Marchi, sui fianchi stretti. Will indossa il pigiama e si sdraia accanto a Jem, che fissa il soffitto. Il ragazzo appena rincasato si gira sul fianco sinistro e osserva la persona che ama più di se stesso: è così bello e fragile e puro. Segue il movimento delle sue lunghe ciglia, guarda i capelli soffici che ricadono sul cuscino formando un'aureola, gli occhi grigi velati da un sottile strato di lacrime, le labbra sottili e la pelle pallida. Will improvvisamente si sente come se qualcuno lo avesse trafitto con un pugnale nello stomaco. Jem è stato male. Jem è stato male e lui non c'era. "Dove sei stato?". La voce di Jem è un sussurro. Non lo guarda. Will non risponde, c'è un silenzio che si prolunga all'infinito e Jem vorrebbe tirargli un pugno. Si gira verso il suo parabatai. Lo guarda negli occhi, poi fa scorrere lo sguardo fino alle sue labbra piene. "Tu...sei andato con una prostituta? L'hai toccata, l'hai accarezzata?" L'espressione sul volto di Will cambia e vorrebbe tirarsi un pugno. "No. No, sono stato in giro. Ho bevuto un po' ma non sono neanche ubriaco. Comunque, non tocco in quel modo qualcuno che non sia tu." Si avvicina lentamente a Jem e, accarezzandogli il fianco, gli lascia un bacio sotto l'orecchio. E poi sul collo, sulla gola, sulla clavicola. Sente l'altro fremere sotto il suo tocco. Lo bacia con una delicatezza sconcertante, come se Jem si potesse rompere da un momento all'altro, e forse è davvero così. Jem lo allontana piano. "Non farlo" "Non fare cosa?". Will gli lascia un altro bacio sulla mascella. "Questo" "E perché?" Jem si fa piccolo piccolo e Will non lo tocca più. "Fa male ad entrambi". Jem fissa il petto di Will ma non i suoi occhi. "Io...un giorno io non...", la voce gli si rompe in gola. "Non voglio lasciati distrutto, va bene?" Will si irrigidisce e si percepisce come Jem abbia lasciato una frase o due in sospeso nell'aria e se ne sente il peso premere su di loro. "Tu non morirai". È la voce flebile di Will che parla. "Si, invece." "Tu non morirai" Will ripete la stessa frase e si rende conto che è diventato un po' il suo mantra, che si ripete nella mente per non crollare. Jem non morirà, Jem non morirà. "Okay, ammettiamo che morissi. Cosa faresti, se morissi?" Jem incatena i suoi occhi a quelli di Will e quest'ultimo tira l'altro ragazzo a sé e cerca la sua mano. Le loro mani si uniscono e le loro nocche si congiungono alla perfezione. La voce di Will rischia di spezzarsi quando sussurra: "Se tu morissi, io vivrei anche per te."
   
 
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