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Autore: Meramadia94    26/04/2018    2 recensioni
Sarah e i suoi fratelli, nel disperato tentativo di salvare il loro maestro, sono stati spediti in un'altra galassia, popolata da alieni e si troveranno in mezzo ad una terribile guerra. Si apre così una nuova serie di avventure in cui verrà concesso loro il grande privilegio di sapere se nell'universo esistono altre forme di vita e capire una volta per tutte che c'è un' unica, grande distinzione tra gli esseri viventi: buoni e cattivi.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah era a terra, stesa a pancia in giù, con un braccio piegato e l'altro braccio sotto al torace. Dopo essere stata colpita era stramazzata a terra senza fare un suono.
- Sarah...?- fece Leo gettando via le spade per poi sollevarla tra le braccia. Il viso era pallido e le labbra stavano iniziando a colorarsi di viola - che hai... ti prego, parla... di qualcosa...-
Usagi le prese il polso prima e le avvicinò la lama di una delle spade con cui stava combattendo fino a pochi attimi prima alla bocca, leggermente socchiusa.
- E' ancora viva...- lo rassicurò il samurai - Respira a malapena ed il battito è molto rallentato... ma è viva.-
Leo si tranquillizzò, ma non bastò per allontanare da lui lo spettro dell'angoscia e della paura.
In quel momento, apparve l'arbitro.
- Guerrieri. Cosa è successo qui?- chiese l'entità.
- Qualcosa di molto, molto strano.- spiegò Usagi.
- A questa donna serve subito un guaritore.- fece l'arbitro - Mi dispiace, ma devo considerarvi entrambi eliminati e considerare nullo il match, ed avviare subito un'indagine su quanto è successo.-
- Non chiedo di meglio.- fece Leo prendendo la ragazza, priva di sensi tra le braccia. Al diavolo il match, al diavolo il torneo, l'unica cosa che voleva sapere era cosa diavolo fosse accaduto alla ragazza, e soprattutto se si sarebbe ripresa - Ditemi dove devo andare...-
- Io so dov'è il Padiglione del Curatore... se vuoi ti ci posso accompagnare.-  si offrì Usagi.
- Grazie Usagi...- fece Leo - A proposito, mi dispiace che ci sia andato di mezzo anche tu...-
- Non dirlo neanche per scherzo.- fece Usagi - Il torneo c'è ogni tre anni, ma di vita c'è n'è una sola.-
In quel momento, vennero raggiunti da Donatello, allarmato. Dall'infermieria aveva un'ottima visuale e aveva visto tutto... tranne chi aveva sparato.
- Sarah!Sorellina! Che le è...- nel dir così le si avvicinò per tastarle la fronte - Santo Cielo, ma va a fuoco.-
L'arbitro li racchiuse in una cupola d'acqua e li portò via.
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Intanto, dalla sua postazione, L'Ultimo Ninja aveva osservato tutta la scena.
- Hai mancato il bersaglio, mio signore.- fece il suo misterioso consigliere incappucciato.
- Tu dici?- fece il ninja - L'ho colpito invece. Dove fa più male. Il cuore. La ragazza che ho avvelenato è la sua fidanzata. Potrà anche dannarsi l'anima... ma non potrà impedire a quella ragazzina di andarsene sotto i suoi occhi.- mai avrebbe sperato che le cose andassero così bene. Non solo l'avrebbe ucciso, ma lo avrebbe anche messo in condizione di implorarlo in ginocchio di mandarlo all'inferno - ora se mi vuoi scusare... vado a godermi lo spettacolo.-
- Sì... mio Daymio.- fece la figura incappucciata.
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Nel frattempo, Sarah era stata portata al Padiglione del Curatore dove il Maestro Curatore, l'aveva subito presa in consegna.
Leo l'adagiò con cura su uno dei materassi stesi per terra e poi il Guaritore le poggiò le mani sulla fronte, intonando una strana cantilena.
- Che sta facendo?- chiese Donatello.
Usagi non gli negò risposta - Si sta fondendo con lo spirito di tua sorella per determinare con precisione la natura del suo male.-
- Quindi... può somministrarle subito una cura...- fece Leo che iniziava a respirare normalmente.
- Me lo auguro.- fece Usagi.
In quel momento, vennero raggiunti da Splinter, con un'espressione di angoscia pura dipinta in visto - Figliola! Bambina mia... che cosa ti è successo?-
Il responso non si fece attendere.
- Qualcuno l'ha avvelenata.- fece il Guaritore - Ma non riesco a riconoscere l'origine del veleno.-
- COSA?!?- fece la voce sconvolta dell' Ultimo Ninja - Sarah avvelenata? Quale demonio senza onore può aver fatto una cosa tanto abietta e meschina? Maestro Splinter, mi sento responsabile per quanto è accaduto, e ti assicuro che farò l'impossibile per trovare il colpevole e dargli la punizione che merita.-
Leo lo guardò con gratitudine - Permettimi di darti una mano.-
'' Scordatelo.''- pensò il ninja -'' Voglio che tu sia qui, quando la tua innamorata tirerà le cuoia senza che tu possa salvarla.''
- Meglio di no.- disse il ninja - A Sarah farà bene sentire la tua presenza. Lascia tutto nelle mie mani e ti porterò in pochissimo tempo il demonio che l'ha quasi uccisa.-
- Anch'io non me ne resterò con le mani in mano.- fece Splinter - Voi restate con lei. Io vado a parlare con il Daymio.-
Il ninja dai capelli rossi sorrise malignamente vedendolo allontanarsi, ma nessuno lo notò.
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Splinter procedeva con sicurezza nella sala del trono, dove l'amico lo aspettava. Tutta quella storia non lo convinceva affatto... l'aggressione a Leonardo, poi l'avvelenamento di Sarah.. che se non si fosse messa in mezzo sarebbe toccato a Leonardo. E c'era una sola persona in tutta Nexus che poteva provare tanto odio e risentimento verso il suo primogenito.
Ovvero il figlio del Daymio. Ed era appunto di questo che il topo voleva parlare con il suo amico. Iniziava a chiedersi se il pentimento dell'erede al trono di quel mondo magico, fosse davvero sincero.
Non gli piaceva insinuare ed accusare le persone senza prove, ma pareva essere l'unica spiegazione plausibile per tutte quelle stranezze.
Quando Splinter entrò nella sala, vide qualcosa che gli fece gelare il sangue nelle vene: il suo amico era a terra, ferito, circondato dagli stessi assassini che alcuni anni prima lo avevano aggredito per ordine di Dreiko.
Questi, come lo videro, sfondarono una vetrata e sparirono.
Il topo non fece nemmeno in tempo a soccorrere l'amico, che venne accerchiato dalle guardie, che vedendo la scena erano saltati alla conclusione più sbagliata ed ovvia: Splinter aveva aggredito il Daymio.
Il topo tentò subito di difendersi e spiegare come erano andate le cose, ma il figlio del Daymio dissippò gli ultimi dubbi in merito.
Recitò molto bene la parte del figlio affranto dal dolore e dalla rabbia verso colui che a suo dire aveva tradito vilmente il padre, e lo fece chiudere in prigione.
Splinter iniziava davvero a pentirsi di aver deciso di partecipare al torneo quell'anno e di aver incosapevolmente spinto i suoi figli a seguirlo.... Il Daymio e sua figlia Sarah erano state vittime di un tentato omicidio.
E sarebbe stato molto difficile uscire di lì con la verità e la certezza della propria innocenza, quando il colpevole era anche l'unica persona che rispondesse al titolo di massima autorità locale.
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Nel frattempo, vi era un intervallo nel torneo. Mik, Raph e Gen avevano superato i loro turni e si erano qualificati per la semifinale.
Il primo pensiero dei primi due era quello di divertirsi a prendere un po' in giro Leo e Don per la loro esclusione dal torneo, ignari di cosa era accaduto.
- Ehy, tartarughe.- fece Gen - La puntate una bella somma su di me? Le ultime previsioni mi danno favorito per tre a uno.-
- Sparisci, rinoceronte. Trovati un altro babbeo da abbindolare.- fece Raph.
- GEN!- lo riprese Usagi. Il coniglio aveva deciso di scendere in città per procurarsi alcune erbe per preparare un elisir curativo, una vecchia ricetta di famiglia contro ogni tipo di veleno - Imbrogliare no, eh.-
- Usagi, vecchio mio!- fece Gen - ci hai ripensato e vuoi unirti a me nella scommessa vero? Hai fatto bene, farai una bella fortuna...-
- Non per deludere il tuo ego, ma non sono qui per te.- fece Usagi - durante il mio incontro c'è stato uno spiacevole incidente.-
- Scusa amico...- fece Mik - Che genere di incidente?-
Usagi guardò le due tartarughe ed intuì che si trattasse dei fratelli di Leo, Don e Sarah - Oh... mi dispiace che lo dobbiate sapere da un estraneo... vedete... vostra sorella...-
- CHE LE E' SUCCESSO, AVANTI, PARLA!- lo incalzò Raph.
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Nel frattempo, in prigione, Splinter si era seduto come se stesse meditando, tranquillo. In fin dei conti lui sapeva di non aver fatto nulla di male, quindi perchè temere?
- Come fai a stare così tranquillo con le infamanti accuse che ti pendono sul capo?- fece l'Ultimo Ninja.
- Io ho la coscienza pulita. Tu puoi dire altrettanto?- fece il topo.
- Ma bene, hai capito tutto... tanto vale che te lo dica, tanto la massima autorità di Nexus, cioè io non ti crederà mai. Sono io il responsabile dell'aggressione di mio padre.-
Splinter ringhiò.
- Mentre noi due chiacchieriamo amabilmente, il mio povero, amato padre giace in fin di vita nel Padiglione del Guaritorem senza alcuna speranza...
E a pochi metri da lui, giace anche la tua cara figlia Sarah, avvelenata per mia mano... ti dirò, non avevo in programma di ucciderla, ma si sa, i programmi cambiano. Se se ne fosse stata buona al suo posto, non le sarebbe accaduto nulla... ma invece è stata tanto pazza e irragionevole da mettersi in mezzo...ed ora, la battaglia per la sua vita finirà oggi. E il tuo caro figlio Leonardo, la vedrà agonizzare, senza poter far nulla per lei, se non guardare mentre muore..
Mio padre mi ha obbligato ad inchinarmi davanti a voi ed elemosinare il vostro perdono... ora tocca a voi inchinarvi. Io sono il nuovo signore dei Multi-Universi.-
- Quel titolo non lo avrai mai!- fece Splinte - Te ne manca il cuore. Non c'è nessun onore in te.-
La voce che sentì poco dopo fece gelare il sangue nelle vede di Splinter.
- Onore? Qui non si parla di onore.Ma di potere!- e il misterioso consigliere si strappò di dosso il mantello per rivelarsi un dragone rosso dagli occhi verdi.
- Dreiko...- sibilò Splinter.
Il suo antico rivale. Quello che non soddisfatto della sua eliminazione dal torneo aveva tentato di ucciderlo, senza tener conto che aveva una gamba rotta.
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Sarah non era migliorata. Era ancora svenuta, e la febbre era sempre lì, costante. Nessuno dei rimedi usati dal guaritore era riuscito a richiamarla in vita o darle anche solo un po' di sollievo.
Leonardo non si staccava dal suo capezzale nemmeno per un istante, continuando a bagnarle la fronte, tentando di darle almeno un po' di refrigerio -'' Resisti. Ti prego... non puoi arrenderti così... hai partecipato a decine di battaglie, sei scampata a mille pericoli... non puoi morire in un modo così stupido...
Ti ricordi quando siamo andati al mare assieme? Ti ho promesso che ci saremmo tornati molto presto... devi mantenere la promessa. Devi esserci... non puoi lasciarmi così... che ci faccio su questa terra se non vedo il tuo sorriso almeno una volta al giorno... io e te abbiamo un patto, ricordi? Insieme per la vita...amore mio, non lasciarmi...''
Come se  non bastasse, anche il Daymio pareva non essere al massimo della forma ed era stato trasportato subito al padiglione... e a quanto pare la vita di una ragazza comune, straniera per giunta, non valeva come quella di un re. Ed il Guaritore se ne andò.
- E ora che facciamo Don?- fece Leo.
- Saperlo... sono un ingegnere non un dottore... si sarei un dottore, ma non quel genere di dottore... Dio, mi sento inutile...-
- Sarah!- fece la voce di Raffaello che correva vicino ai fratelli seguito a ruota da Mik. Erano entrambi molto agitati.
- Leo...- fece Mik - che è successo?-
- Non lo so...- fece il leader - stavamo combattendo... poi Sarah mi si è buttata addosso ed un attimo dopo era a terra... mi sono accorto solo allora che era ferita... qualcuno l'ha avvelenata...-
- Come avvelenata...- fece Raph che non ci voleva credere - ma chi può essere stato?-
- Qualcuno che sapeva perfettamente cosa stava facendo...- fece Usagi. Aveva fatto sdraiare la ragazza su un lato, stando attento a non farla soffocare nel suo stesso vomito, ed aveva usato una pietra come prisma di luce per individuare il foro d'entrata - Ha usato una freccia auto-dissolvente.
Contengono pesanti dosi di veleno e si dissolvono subito dopo il rilascio del veleno, che avviene quando l'ago tocca un tessuto organico.-
- E deve aver agito quando tutti erano concetrati ad assistere al torneo... non troveremo testimoni al riguardo.- fece Leo.
- Arma del delitto che scompare, niente testimoni... la ricetta dell'omicidio perfetto.- fece Don. Uno di quei misteri apparentemente insolubili... Sarah adorava quel genere sia cinematografico che letterario, ma nessuno di loro sarebbe mai riuscito ad immaginare che un giorno ne sarebbe stata vittima.
- E se si conta che è un'arma che si usa di rado, studiata apposta per impedire persino al guaritore più esperto di individuare l'origine del malessere.... direi anche un ottimo livello di premeditazione- nel dir così tirò fuori una boccetta - questo però dovrebbe impedirle di morire.-
Leo gli lanciò un'occhiata carica di fiducia e speranza. Il coniglio aprì la bocca della ragazza e glielo versò in bocca.
- Ce la farà vero?- fece Mik con la voce che tremava.
- Beh, nessuno è mai morto dopo averp reso questo elisir... ma ora cerchiamo di capire chi può aver organizzato un piano simile. E soprattutto perchè Sarah è rimasta vittima di un simile attentato.- fece Usagi.
- Che vuoi dire?- fece Mik - non è chiaro? Insomma... qualcuno le ha sparato...-
- Sì, questo è vero...- fece Usagi - ma è stata colpita nello spicchio di arena dove io e Leonardo ci stavamo battendo... cioè nell'ultimo posto in cui doveva essere. Sarah doveva essere sugli spalti in quel momento.-
- E le leggi della fisica dicono che è impossibile che un dardo avvelenato voli per diversi metri, magari a zig-zag, perchè la vittima sta scappando.- fece Don. Ed anche se fosse stato possibile, Sarah non avrebbe mai scelto di scappare per trovare rifugio in un posto dove c'erano altre persone innocenti che potevano essere colpite per sbaglio... e dove si trovava Leo meno che mai.
Ergo, non c'era che una spiegazione.
- Quella freccia era destinata a me.- fece Leo - probabilmente lei se n'è accorta ed è intervenuta per salvarmi... e mi ha fatto da scudo con il proprio corpo...-
- Quindi...- fece Usagi - Leonardo-San, c'è qualcuno che vorrebbe farti del male?-
Qualcuno? Altrochè! Tutti gli psicopatici che passavano da New York e tutti i criminali d'America, che se avessero potuto avrebbero ridotto lui e i fratelli in un bel consommè di tartaruga con grande piacere... ma dubitava che qualcuno di loro fosse lì...
- No, che io sappia no... è la prima volta che veniamo qui per l'interduello. E qui ci siamo finiti per combinazione.- fece Leo.
- A dire il vero Leo...- fece Raph - Qualcuno c'è. E sai bene a chi mi riferisco. Il figlio del Daymio.-
Usagi sbarrò gli occhi per la sorpresa - Il principe? E perchè mai dovrebbe odiarti?-
In breve, Leo spiegò al nuovo amico delle motivazioni che tempo prima, aveva spinto il giovane dai capelli rossi a sfidarlo a duello. E delle motivazioni per cui non era stato nella posizione di rifiutare la sfida.
Raccontò della sua vittoria, raggiunta lealmente malgrado i trucchi infingardi del suo avversario, ma anche di come l'Ultimo Ninja poco soddisfatto dall'esito del duello avesse tentato di eliminarlo con una magia... e di come il Daymio avesse ripreso il figlio davanti a tutti, trascinandolo a casa quasi per i capelli e anche che era stato costretto a chiedere loro perdono.
- Capisco...- fece Usagi - quindi il movente lo aveva... e questo spiega non solo l'avvelenamento... ma anche l'aggressione nella galleria degli eroi.-
- E io che l'ho anche ringraziato per il suo interessamento... quel farabutto.... - fece Leo prendendosi la testa tra le mani, in preda alla disperazione - è... è... è colpa mia! Se si trova in questa situazione la colpa è solo mia...-
Raph lo riprese subito - Invece non è per niente colpa tua! Lui ti ha sfidato e tu l'hai sconfitto e hai vinto onestamente. Se non è stato in grado di accettarlo il problema è suo. La colpa è solo sua. E ora vediamo di fargliela pagare!-
Usagi li fermò - Calmatevi...- fece il ronin - al momento, anche il Daymio sta molto male e l'unica autorità a Nexus per ora è proprio suo figlio... non possiamo fare un'accusa simile senza avere delle prove in mano.-
In quel momento sopraggiunse l'arbitro.
- Dovete andare. Le finali stanno per iniziare.-
Mik e Raph scossero la testa.
- No, non possiamo...- fece Raph.
- Siete preoccupati e vi capisco. Ma non si può fare diversamente, purtroppo.- fece l'arbitro.
Leo li incoraggiò - Ragazzi, andate... Sarah non avrebbe piacere che rinunciaste al torneo per stare qui... la conoscete, se lo ripeterebbe con rammarico per mesi interi.-
A quelle parole i due si convinsero.
Raph prese un polso di Leo - Sta tranquillo... ha superato di peggio.-
Leo sorrise.
...
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...
Poco più tardi, Raph, Mik e altri cinque guerrieri, tra cui Gen ( ammesso automaticamente alle finali per mancanza d'organico) vennero smistati in coppie.
Mik e Raph però non facevano che pensare alla loro sorella, in fin di vita, avvelenata per mano di un pazzo megalomane.
Gen se ne accorse subito - Che sono quei musi lunghi? Vi hanno ammessi no?-
- E' per nostra sorella.- spiegò Raph - qualcuno l'ha aggredita.-
Facendo onore al suo essere rinoceronte, con la stessa grazia e delicatezza di un rinoceronte, Gen fece - Ah, donne. Sempre a cacciarsi nei guai... ma perchè non rimangono a casa, che è il loro posto, dico io.-
Mik divenne rosso di rabbia e lo affrontò a muso duro, quasi aggredendolo - Come hai detto scusa? Che dicevi di mia sorella?
Guarda che se non fosse che questa competizione l'ha tagliata fuori, sarebbe in grado di battere te e tutti quelli che si fanno avanti, con gli occhi chiusi e con una mano legata dietro alla schiena.-
- Mik, calmati...- fece Raph trascinandolo via prima che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.
- Ti avverto amico... pensa bene a quello che dici, o giuro che se mi capiti a tiro nell'arena...- fece Mik.
Gen rise - Sempre che ci arrivi, pivello.-
Per un assurdo scherzo del destino, quel destino che a volte aveva davvero un pessimo senso dell'umorismo, Mik e Raph furono costretti a battersi l'uno con l'altro. All'inizio, entrambi ci diedero dentro, desiderosi di scaricare la tensione, ma poi mano a mano che gli applausi salivano, Mik si montò la testa  e decise di sconfiggere il fratello. Bastava usare il suo punto debole. Farlo arrabbiare. E quando la rabbia gli offuscava la mente perdeva di vista tutto....
Strategia discutibile, ma vincente.
Raph cercò di attaccare il fratello, ma questi fu più veloce di lui e si ascnsò provocando a Raph una testata.
Per le regole del torneo, fu eliminato.
- Oddio...- fece iniziando a dare di matto, sfogando il suo sgomento su altri concorrenti eliminati - e se vincesse? E se diventasse il campione dell'interduello? Mi renderebbe la vita impossibile, non sarei più in grado di vivere con me stesso, io non posso....!!!!-
In suo soccorso intervenne Traximus che gli propose di fargli compagnia al Baazar, ed affogare i dispiaceri con una bella bevuta.
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Davanti ad una birra (?) Traximus raccontò a Raffaello cosa era accaduto dopo la sua fuga, dei suoi fratelli, del professore e di sua figlia, sul pianeta dei Triceraton. Approfittando della confusione da loro creata nell'arena con il sequestro di Zanramon aveva permesso a lui e ai suoi amici di rubare una navicella spaziale e fuggire via, lontano.
- Per questo vi ringrazio. Ci avete reso la libertà.- fece il gladiatore. Gli raccontò anche che non aveva deciso di partecipare all'interduello per il titolo, fama o gloria. Voleva solo avere la possibilità di conoscere ed arruolare guerrieri pronti a battersi con onore per poter ribaltare il governo della Repubblica, e di come questa e la Federazione fossero sempre sul piede di guerra.
Tra le stelle, c'era un bagno di sangue che non finiva più.
- Ma anche questo torneo non è immune dalla corruzione... ho sentito che il Daymio è stato aggredito da una specie di ratto assassino...-
Raph sputò quello che aveva in bocca nel sentire le ultime parole- Come... un ratto?!?-
- Si... mi pare che si chiarmi Shard, Sliver...-
- Il nome è Splinter.- fece Raph - è il mio sensei, è mio padre e ti assicuro che non è un assassino... presto dimmi dov'è.-
- Non so molto... solo che è prigioniero nelle segrete del palazzo...-
- E' quanto mi serve sapere.- fece Raph alzandosi di scatto - andrò subito a liberarlo.-
Traximus lo bloccò - Permettimi di sdebitarmi con la tua famiglia. Lascia che ti aiuti.-
...
...
...
- Bene.- fece Usagi - tutti d'accordo?-
- Certo.- fece Don - Appena quelli tornano qui per finire il lavoro con il Daymio, li pestiamo come tamburi.-
Leo iniziò ad uscire.
- Dove vai?- chiese Don.
- Torno subito. Ho una faccenda da sistemare prima.- disse il leader uscendo dal padiglione.
Usagi lo seguì.
- Leonardo-san...- fece Usagi - Non starai mica pensando di...- il kunai che la tartaruga stringeva consulsamente in mano non dava luogo ad equivoci.
- So quello che faccio.-
- Al momento no.- fece il samurai parandosi davanti - ascolta... lo so che sei sconvolto per quello che è successo... ma se adesso lo raggiungi e lo pugnali a tradimento, diventi esattamente come lui. Ammesso che tu sopravviva.-
- Quel delinquente... quello spietato criminale senza onore... voleva uccidere me per uno stupido capriccio, e invece ha quasi ucciso la persona che mi preme di più a questo mondo che non c'entrava niente.
Stavolta me la paga... pensavo di non esserne capace ma...-
Usagi cercò di farlo ragionare - Ascolta... io non so cosa voglia dire essere innamorato e quello che stai passando tu nemmeno me lo posso immaginare... ma una cosa la so. Sarah vivrà. E la prima cosa che dirà aperti gli occhi sarà quella di chiedere di te.... come credi che faremo io e Donatello-San a dirle che si è sacrificata per salvarti da un avvelenamento solo per farti uccidere a coltellate?
Vuole tornare a casa, vuole vivere, ma è inutile se non ci sei tu che l'aspetti.-
Leo ascoltò tutto il religioso silenzio. Fissò la figura inerme ed esanime di Sarah su quel materasso... quella ragazza innamorata della giustizia.
Era la cosa che amava di più. Vedere l'amore e la giustizia che vincevano... il Daymio si sarebbe salvato... e allora lui gli avrebbe raccontato tutto. Forse poteva accontentarsi di vederlo marcire in una cella puzzolente.
...
...
...
Quando gli assassini-ombra tornarono all'attacco, trovarono due ninja ed un ronin a difendere il Daymio.
Leo ne atterrò uno a gli puntò la katana alla gola - E' stato il figlio del Daymio che ve l'ha ordinato, vero?-
L'assassino non rispose.
- Dicci per chi lavori.- lo minacciò Usagi - se non vuoi diventare carne per la mia lama.-
Don si allarmò. Lo sguardo del loro ostaggio non gli piaceva troppo.
- Ragazzi... perchè ho la sensazione che lui sappia qualcosa che noi non sappiamo?-
Don non si sbagliava.
Fuori c'erano almeno altri undici assassini ad attenderli.
- Io ho solo una sensazione... che dovremo combattere per difendere le nostre vite.- fece il samurai.

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